Luci ed ombre MARCHE

Siamo partiti il 21maggio u.s. Per una vacanza di 8 giorni direzione mare. Questa volta Italia in Maggio e precisamente Marche, in quel d’Altidona provincia di Fermo. L’itinerario prevede una gita d’avvicinamento che porta prima a Pinarella di Cervia (amena località marittima, ideale per le famiglie con bambini) ed il Castello di Gradara,...
luci ed ombre marche
Partenza il: 21/05/2005
Ritorno il: 29/05/2005
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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Siamo partiti il 21maggio u.S. Per una vacanza di 8 giorni direzione mare. Questa volta Italia in Maggio e precisamente Marche, in quel d’Altidona provincia di Fermo. L’itinerario prevede una gita d’avvicinamento che porta prima a Pinarella di Cervia (amena località marittima, ideale per le famiglie con bambini) ed il Castello di Gradara, imponente e maestoso, domina tutta la valle ed il mare circostanti. Siamo giunti al bungalow nel tardo pomeriggio e dopo aver sistemato i bagagli e cenato in loco, ci siamo presi una serata di riposo. La mattina dopo imboccata l’Adriatica, siamo arrivati a Cupra Marittima; qui abbiamo visitato il centro ed il Borgo Antico (quest’ultimo in restauro, come moltissimi altri borghi nei giorni seguenti). Da qui a Grottamare, con il tipico lungomare, già pronto ad ospitare i vacanzieri, con i suoi bagni, bar gelaterie, etc, tutti in bella mostra. Da qui ci siamo portati nell’entroterra, per un paesino bellissimo Ripatransone. Nel quale si trova il vicolo più stretto d’Italia (solo 43 cm), oltre alla bottega-museo di fischietti di un simpaticissimo e brillante artigiano, che ha ricevuto premi e testimonianze da tutto il mondo.

Il paesaggio anche qui è tutto un susseguirsi di colline e borghi che svettano chi più, chi meno tutt’intorno. Il percorso prosegue lungo la strada che porta prima a Cossignano e a Carassai poi, altri due interessanti borghi medievali con le loro chiese antiche (chiuse in molte occasioni) ed i loro manieri alcuni in ristrutturati altri ancora da ristrutturare, altri ancora perduti irrimediabilmente. Petritoli, merita una sosta più attenta e lunga delle altre, come in altri pochi casi, in quanto oltre che essere, come recita la targa all’entrata del paese: uno dei più bei borghi d’Italia, è veramente interessante per i monumenti e le chiese. Tutto è del periodo medievale e se ne sente quasi l’odore e lo s’immagina. Da qui arriviamo a Fermo (provincia dal 2004), che mantiene le caratteristiche di cittadina semplice e tranquilla, anche se essere provincia, ha i suoi problemi da vedere e risolvere, ma crediamo che ci riescano bene. Porto San Giorgio ci riporta sul mare e ad una serata tranquilla lungo il suo lungomare nel dopocena.

Il giorno dopo partiamo alla volta di Civitanova Marche, famosa cittadina vacanziera. Facciamo un giro del litorale e quindi ripartiamo per la chiesa di S. Maria al Pié di Chienti sulla strada che porta a Macerata (ss485). Una bellissima chiesa del X o XI sec., metà di continui pellegrinaggi, da tutta la regione e non solo. La tappa successiva è la chiesa-abbazia di S. Claudio al Chienti, dove, però notiamo, le prime avvisaglie del “gioco” spremi il turista. Infatti, la chiesa (anch’essa dell’X-XI sec.) non solo non è quasi segnalata lungo la strada, come l’attiguo hotel (che porta lo stesso nome), ma è stritolata dal complesso alberghiero! Solo la cappella è adibita al culto ed alla visita, tutto il resto è albergo. INDECENTE!!! Per riprenderci dallo scoramento ci dirigiamo a Macerata, dove le sue vie, chiese e monumenti ci danno ancora la fiducia che: il turismo in Italia vive anche senza esasperazioni. Molti i monumenti che ricordano i fasti passati e di quanta arte, nelle sue varie forme sia da qui passata, lasciando tracce ben definite. Il giro prosegue per Urbisaglia, caratteristico borgo, che pensiamo di tornare a visitare, se non altro per il “giardino archeologico” che ha nei suoi pressi e d’altri itinerari nei dintorni, che non abbiamo potuto vedere causa pioggia. Tolentino, la caratteristica cittadina che raggiungiamo subito dopo, ci accoglie, mentre è sottosopra per diversi lavori di restauro e canalizzazione traffico; si vede che può offrire molto al turista, dai scorci non occupati da gru e cantieri vari, ma come per altri luoghi visitati, il responso è sempre lo stesso: – fuori stagione non si visita-. Raggiungiamo così Cingoli, anch’essa pittoresca cittadina medievale, ma rigorosamente chiusa a chi fa vacanze fuori stagione (lug-ago); così niente visite programmate al maniero e dintorni e ci dirigiamo all’omonimo lago artificiale e desolatamente solitario, non offre ne ora ne in piena estate un minimo di ombra e refrigerio, se non sotto il piccolo chiosco chiuso. Il parcheggio che lo precede, dimostra che è meta di molti turisti a giudicare dagli spazi per bus.

Speriamo che Recanati, la splendida cittadina del Leopardi, ci faccia ricredere dal pensiero sempre più pressante che ci ronza in testa: possibile che non si può viaggiare per luoghi così densi di storia ed arte se non in pieno sfruttamento turistico? Ebbene non si può! Infatti, al di fuori delle piazze e dei monumenti la famosa cittadina non ci consente di utilizzare i servizi di bar in pieno centro, per quanto sporchi e maleodoranti (cosa penseranno i turisti stranieri?). Porto Recanati ci riporta alla vacanza di chi sceglie il crogiolarsi al sole. Bella cittadina, anche se “fuori stagione” segue l’iter di ciò che abbiamo descritto, quasi tutto chiuso. Cena e passeggiata lungomare a Grottamare conclude questa giornata. Oggi siamo sulla strada per San Benedetto del Tronto, che offre monumenti e chiese interessanti, oltre alla solita preparazione per il boom estivo; proseguiamo per Acquasanta Terme, bellissimo borgo poco dopo Ascoli Piceno, sulla SS4 per Roma. La cittadina, è sì in rifacimento (selciato del centro storico), ma offre le terme e diversi percorsi naturalistici, ben segnati e il locale punto d’informazione turistica, è tenuto da un gentile signore, che oltre a rifornirci di depliants e informazioni su dove andare dormire e mangiare, ci propone di andare a vedere il Castel di Luco, non prima di aver visitato il Monastero di Valledacqua. Così facciamo e dobbiamo ricordare che meritano entrambi la visita. Il monastero è in posizione splendida e solitaria come appunto deve essere un luogo destinato alla meditazione (le suore offrono periodi di meditazione, incontri e preghiera a chiunque ne sia interessato); il Castello da par suo è solitario e dominante la valle circostante, se non fosse per la ciminiera che lo sovrasta in altezza a pochi metri da lui. E’ abitato dalla famiglia proprietaria che su prenotazione fa mangiare ricette medievali e non e visitare il maniero. Ascoli Piceno . Offre un esempio di come dovrebbero essere questi luoghi d’interesse storico e culturale; sempre a disposizione del viaggiatore! Bellissima, Piazza del popolo, ed il Duomo, senza dimenticare le altre chiese e monumenti sparsi per la città. Pensiamo seriamente che sia il caso di tornare, per visitarla meglio, magari in autunno, in modo d’assaggiare anche i piatti di questa cucina regionale, poco adatti in giornate calde come le attuali. Nel ritorno al campeggio, deviamo per Offida (famosa per la lavorazione col tombolo ed i merletti); seguendo le indicazioni per la Chiesa di S. Maria della Rocca, c’imbattiamo nell’ex custode, che ci propone d’aspettare il gruppo che si sta avvicinando, per visitarne l’interno (mirabile) altrimenti chiuso! Con la guida ed il gruppo (archeologi italostatunitensi), entriamo nella chiesa dalla cripta; nei recenti scavi (1995 in poi) dopo che la chiesa è del 1110ca., hanno ritrovato nella cripta in cui ci troviamo un cimitero di monaci ed i resti dell’ultimo re longobardo padrone della struttura e dei terreni adiacenti che volle lasciare in eredità ai monaci stessi. La chiesa presenta l’incuria del tempo e degli uomini (è stata abbandonata a più riprese per quasi 300 anni) e solo in questi ultimi tempi si è ricostruito il tetto, senza il quale tutti o quasi gli affreschi che ricoprivano le mura della chiesa, sono andati perduti; quello che si è salvato, ha comunque consentito di conoscere e quindi di datare fatti e periodi ben precisi, in quanto come ci ha fatto notare la guida, i monaci incidevano in volgare le cornici pitturate degli affreschi da loro composti (anche se poi qualcuno a cercato d’imitarli scrivendo tutt’altro), proprio per tramandare fatti d’interesse storico e culturale, atti a fermare il momento vissuto. La fiducia sulla vera realtà turistica della zona del giorno prima, si scontrava miseramente il dì seguente al Monte Conero prima ed Ancona poi. Sul primo, dopo aver seguito le lacunose indicazioni, anche a causa dei lavori per creare rotonde etc. Ci siamo imbattuti in un esempio ancora più feroce del “gioco“ spremi il turista! Infatti, non c’è possibilità (se non lungo la strada trafficatissima che porta alla cima) di poter ammirare il celebre panorama, se non si entra in un albergo- american bar. Come se la natura fosse stata creata dall’uomo?!! Ad Ancona (ma non solo lì) in primo luogo, il turista ignaro di ciò che offre la città, se sente frasi: “ quanto vi fermate? Non offre nulla sta città” Scappa!!! In secondo luogo chi ha come me l’auto a GPL, è rovinato, in quanto non esiste un parcheggio coperto, che consenta l’ingresso ad auto come la mia e la municipale dichiara: Leggete le limitazioni! MA se c’è una legge di tre o quattro anni che autorizza l’ingresso alle auto alimentate a GPL, in quanto i nuovi sistemi e serbatoi garantiscono una sicurezza pressoché totale. Siamo in ITALIA!!! Risultato due ore di corsa e via, con l’intento di tornarci in un altro momento e visitarla con calma. Per la cronaca, al Tourist Info, dove abbiamo preso la cartina per girare Ancona, la signora ci ha detto almeno una decina di luoghi obbligatori sui 59 segnati. Per fortuna non c’era niente da vedere! Loreto e la splendida Basilica ci fa da calmiere e rimaniamo affascinati dalla bellezza dei dipinti e dall’imponenza della Chiesa che racchiude la Casa di Maria. Visitata tutta la chiesa e la piccola casa, prima dell’arrivo delle decine di pellegrini, disabili etc, che giornalmente Vi affluiscono, ci dirigiamo via Porto Recanati a visitare altri due borghi medievali, nei pressi di Altidona, Moresco e Monterubbiano, che sono veramente interessanti, per posizione, storia ed anche per itinerari turistici. Roseto degli Abruzzi ci accoglie il giorno seguente, nel suo operare di città dedita al turismo marinaro e così pure Giulianova, altra ridente cittadina della costa Abruzzese che visitiamo, prima della visita a Teramo. Interessante città, che ha mantenuto oltre ai monumenti e alle chiese, il sapore di amena cittadina a misura d’uomo, calma e tranquilla nel suo trascorrere il giorno; da qui La città fortezza di Civitella del Tronto, che deve essere gustata pian piano e non solo per la Rietta (la via più stretta d’Italia), o per le ripide salite che s’incontrano, ma proprio per il momento che qui sembra fermarsi ed andare indietro di 2 secoli, al 1840 o giù di lì. La fortezza che domina tutta la zona, è stata, infatti, luogo d’importanti momenti della nostra storia italiana, e ne mostra fieramente i resti ed i ricordi.

Dopo quest’immersione di storia, i borghi di Massignano, Montefiore d’Aso e Campofilone, sembrano secondari eppure anche loro danno interessante spunto storico-culturali e gastronomico.

Il giorno lo concludiamo con una salubre passeggiata sul lungomare di Porto San Giorgio dove si svolge una mostra di elaborazione audio in auto.

Jesi storica e culturale ci apre la giornata che prevede come piatto principale le Grotte di Frasassi, che raggiungiamo dopo aver visitato la città del Pergolesi, le sue chiese e le sue vie, lasciando per un’altra visita la famosa Pinacoteca, che a detta della sig.Ra dello IAT, merita da sola una giornata. Le grotte sono di una bellezza e di un’imponenza che è difficile da definire; così come la guida che ci dimostra, quanto è difficile calcolare spazio ed altezza in condizioni d’oscurità: indicando prima, chiedendo e dando poi il responso su altezza e distanza da dove ci troviamo di alcune stalattiti. L’ora e mezza circa che ci vuole per la visita, passa in un attimo e tutti all’uscita siamo entusiasti di quello che abbiamo visto. Un break e ci dirigiamo nel luogo successivo dell’anello di questo Parco della Gola Rossa e Frasassi, il Santuario! Si raggiunge seguendo le indicazioni e lasciando l’auto nelle piazzole previste all’imbocco dell’erta che lo raggiunge. Erta breve ma molto ripida, al termine della quale però la fatica è premiata dalla bellezza che si para agli occhi! Vedere per credere.

Genga, è famosa nella zona quasi come il lago nei suoi pressi, ma mentre per la cittadina non possiamo dire nulla in quanto è completamente impraticabile per via di lavori ENEL, per il Lago (presso il quale si sta aprendo un camping, dubitiamo delle informazioni e delle brochure che lo pubblicizzano; a nostro parere, non merita tutto il valore che gli sì da. La Gola della Rossa, che dà una parte del nome al Parco, non può essere raggiunta, se non nei festivi e solo a piedi in bici e a cavallo, in quanto la strada è pericolante, ma ci passano le betoniere! Osimo è la cittadina che ci riporta verso il camping; ribadisce dove ce ne fosse bisogno l’interesse a voler concentrare tutto in due mesi, anche se potrebbe come tutti gli altri paesi visitati, offrire molto tutto l’anno al turismo.

Il giorno prima del rientro a casa, abbiamo raggiunto la cittadina di Arquata del Tronto, con un bel Castello (chiuso), un bel centro ed un museo natura (aperto); Quindi un salto ad Antrodoco interessante borgo reatino, e rientro tranquillo dopo la sosta ad Amatrice, famosa per i Spaghetti all’Amatriciana, che qui proprio per promuoverli e farli conoscere, vendono in confezioni regali con tutti gli ingredienti doc per la preparazione. In conclusione dobbiamo dire che: l’Italia ed in questo caso le Marche, ha un potere di sviluppo mal sfruttato e ancor di più mal curato. Non ci vogliamo rendere conto che non si può far leva solo sul turismo estivo o invernale, ma l’offerta deve essere data tutto l’anno. MA soprattutto se rivuole che l’Italia torni ad essere al top nelle preferenze straniere e non si deve guardare al futuro con spirito d’umiltà e promuovere come in altri paesi il proprio territorio, utilizzando tutti i mezzi moderni e non, ma soprattutto tenendoci a quello che abbiamo in storia arte e cultura.

Il turista spellato una volta, non torna più e la pubblicità che fa è il più forte dei veicoli d’informazione turistica.

Pierluigi e Liana



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