L’isola d’Elba in sei giorni

Panorami da sogno in auto e a piedi
Scritto da: graziano
l'isola d'elba in sei giorni
Partenza il: 08/05/2010
Ritorno il: 13/05/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
08 maggio 2010 sabato Sono appena le 5:00 quando lasciamo Firenze e imbocchiamo la FI PI LI diretti a Piombino. Abbiamo programmato un periodo di “riposo-lavoro” all’Elba; cioè vogliamo goderci una bella vacanza in un luogo che non conosciamo e contemporaneamente continuare il nostro lavoro sulle pievi toscane (e sull’isola ce ne sono ben quattro!). Il viaggio prosegue tranquillo, il tempo è nuvoloso e ci “regala” qualche scroscio di pioggia sull’Aurelia. Alle 7:10 siamo a Piombino, abbiamo già il biglietto per la Toremar delle 8:20; facciamo un giretto in attesa dell’imbarco. Il traghetto parte in orario e dal ponte vediamo la costa allontanarsi pian piano; nemmeno un’ora e siamo a Rio Marina. Il tempo è sereno, passiamo Rio nell’Elba, costeggiamo lo splendido golfo di Porto Azzurro e giungiamo a Lacona dove abbiamo prenotato una stanza all’Hotel Il Giardino (euro 45 HP al giorno a testa). Ci accoglie la proprietaria, mentre il cane Ugo con due annusatine ed un leggero segno di coda fa la nostra conoscenza. L’albergo è immerso in un parco nel verde a pochi metri dalla celebre spiaggia. Lasciamo i bagagli in camera; per nulla stanchi, ci dirigiamo verso Capoliveri che si raggiunge con una deviazione a destra seguendo una strada che da Lacona conduce a Porto Azzurro e non possiamo non fermarci ai vari belvedere che si affacciano sul litorale (il giallo delle ginestre in fiore contrasta con il blu del cielo sereno e con il verde spumoso di bianco dell’acqua sottostante). Ritorniamo sulla provinciale e facciamo rotta verso Porto Azzurro che si trova in un’insenatura su cui vegliano, sui due promontori che la racchiudono, due fortezze. Il paese ha un bel porto turistico ed una lunga passeggiata. Un acquazzone si scatena mentre siamo a pranzo, ma ben presto torna il sereno e possiamo dedicare il pomeriggio alla ricerca di una della quattro pievi; la scelta cade su quella di San Giovanni in Campo. Tornati a Lacona, proseguiamo per Marina di Campo, la oltrepassiamo e continuiamo prendendo un bivio sulla destra per San Piero in Campo-Monte Perone. Raggiungiamo San Piero, ne visitiamo l’antica fortezza pisana con l’annessa chiesa romanica di San Nicolò che custodisce affreschi quattrocenteschi di notevole interesse. Chiediamo informazioni sull’ubicazione della pieve che a noi interessa trovare, cioè quella di San Giovanni in Campo, (sovente si rileva la carenza di una segnaletica adeguata dei maggiori monumenti artistico storici dell’isola, mentre abbondano segnalazioni turistiche di aziende e stabilimenti balneari) e, seguendole, percorriamo la panoramica per Monte Perone. Dopo un paio di chilometri, una diramazione sulla sinistra conduce, in ripida salita, alla Torre di San Giovanni. Curva dopo curva mediamo “venirci incontro” una colossale colonna quadrata costruita su un masso di granito, antica sentinella a guardia e protezione del territorio dai frequenti attacchi delle navi saracene; infatti dalla sua posizione si può scrutare tutto il golfo antistante Marina di Campo. Riprendiamo la salita, e dopo due tornanti, sulla sinistra, subito sottostrada, seminascosta tra gli alberi, spunta la pieve romanica di San Giovanni in Campo. E’ una costruzione rettangolare, in pietra, ad unica navata; sulla facciata un campanile a vela, privo di campane; ha una piccola abside, però è completamente scoperchiata e nuda all’interno, una pietra le fa da altare su un pavimento d’erba; a protezione solo un cancello in ferro chiuso da un lucchetto. Il sito è abbastanza curato e ben pulito dalle erbacce. Rifacendo la strada inversa in circa mezz’ora torniamo a Lacona. 09 maggio 2010 domenica Oggi abbiamo come meta trovare la pieve di San Lorenzo che si trova nel comune di Marciana. Per raggiungerla, preferiamo percorrere tutta la costa occidentale da Lacona a Marciana Marina. Verso le 8:30 lasciamo l’albergo e raggiungiamo Marina di Campo, poi, anziché tagliare nell’interno, come già detto, prendiamo la panoramica Costa del Sole. Da qui si sussegue una serie di piccoli borghi tutti caratteristici e situati in graziose baie: il primo è Cavoli, segue Seccheto, poi la splendida spiaggia di Fetovaia, ecco quindi Pomonte; da qui, se guardiamo al largo nel mare vediamo anche la striscia piatta di Pianosa e lo scoglio di Montecristo; più ad ovest la Corsica con Bastia e leggermente più a nord, Capraia; continuiamo il nostro viaggio e troviamo, in una baia scogliosa, Chiessi; subito dopo Colle d’Orano. Nel frattempo la vegetazione è cambiata, in mezzo ai massi spunta anche qualche leccio; un viadotto su una gola ci porta a Patresi e da qui proseguiamo per Zanca, più in basso scorgiamo la spiaggia di Sant’ Andrea. Ora la vegetazione diventa un vero bosco di castagni e lecci, in mezzo al quale sorge il paese di Marciana. La strada prosegue verso la località Poggio; discendiamo verso Marciana Marina, ma poco prima del paese una diramazione sulla sinistra risale, con una strada secondaria, a Marciana. Fatti pochi chilometri, un cartello a destra indica, per un sentiero, la pieve di San Lorenzo. A piedi, percorriamo il viottolo in discesa per i suoi 100 metri e raggiungiamo la pieve o meglio: un ammasso di acacie e sterpaglie che crescono all’interno di un monumento di così rilevante importanza. Le radici dell’edera si insinuano tra pietra e pietra minandone la stabilità; il luogo che, solo trattato con una minima cura, potrebbe provocare ammirazione e stupore, suscita nell’animo del visitatore forte sdegno e rabbia impotente. L’edificio, completamente scoperchiato, è a base rettangolare, a navata unica, sulla facciata si vedono due possenti moncherini di un campanile a vela. Manca una qualsiasi forma di protezione per l’accesso all’interno (nemmeno un cancello!); il pavimento è ribassato di circa 50 centimetri rispetto alla soglia d’entrata: questo farebbe supporre che ci fossero stati dei gradini o invece si è abbassato il terreno? Impossibile verificarlo poiché rovi e acacie ne impediscono l’accesso e la visione. Bella è l’abside anche se piena di erbacce, una timida piantina giallognola di bocca di leone fa capolino dalla sua stretta finestrella. Scendiamo poi a Marciana Marina. E’ questa una bella località balneare con una lunga spiaggia e porticciolo turistico delimitata ad ovest da una torre saracena ed a est da una piccola scogliera. Nel centro del paese c’è un’estesa area pedonale ed una grande piazza antistante la chiesa. Rimaniamo a Marciana Marina per il pranzo; abbiamo visto che alle 15:30 un catamarano, “Nautilus” (il nome è già un programma), fa un’escursione panoramica ed una visione sottomarina (euro 15,00 a testa) sulla costa occidentale dell’isola da Marciana Marina fino a Pomonte. La parte immersa dell’imbarcazione è trasparente e camminando a pelo dell’acqua permette la visione della flora e della fauna dei fondali. Partiamo puntuali e superata Punta del Nasuto facciamo rotta verso la Costa del Sole che solo poche ore fa abbiamo percorso in auto. La prima immersione la facciamo appena passato Capo Polveraia, dove c’è il faro: possiamo ammirare il fondale per circa 15 minuti. Risaliamo sul ponte e proseguiamo fino a Pomonte, nuova immersione per guardare il relitto di una nave qui affondata nel 1972 che vediamo ricoperta di alghe e circondato da una miriade di pesci. Raggiungiamo di nuovo il ponte, il capitano inverte la rotta e facciamo il percorso inverso fino a Marciana Marina dove giungiamo mentre il campanile della chiesa batte le 18:00. Torniamo in albergo stanchi ma soddisfatti per la giornata trascorsa. 10 maggio 2010 lunedì Oggi il tempo è grigio e tira un forte vento di scirocco. Non demordiamo mica, il programma va rispettato; subito dopo colazione ci dirigiamo verso Capoliveri nelle cui vicinanze sappiamo essere la pieve di San Michele. Poco prima di entrare in paese proprio nel punto in cui la strada si divide in due e diventa a senso unico, sulla sinistra, poco più a valle, sono visibili i resti dell’antica pieve romanica di San Michele. L’edificio si raggiunge percorrendo una carrozzabile in cemento, in discesa, di circa 200 metri; dell’antico manufatto è rimasta solo l’abside, in buono stato di conservazione, e qualche pezzo di muro perimetrale; il resto è stato aggiunto per segnare il perimetro di un piccolo cimitero e chiudere sul davanti l’abside per adibirla a cappella mortuaria. Ripresa l’auto, facciamo una capatina a Capoliveri, da dove si ha una vista che spazia fino a Porto Azzurro. Ci rechiamo poi a Portoferraio, la cittadina più importante dell’isola; ha una darsena medicea, un famoso porto turistico ed anche attracco per traghetti per varie destinazioni; si accede al centro storico da una porta a Mare aperta nei vecchi bastioni sulla darsena. La baia termina ad est con il Forte della Linguella con l’annesso Museo Archeologico. Il paese si estende sulla collina, a sinistra protetto dai bastioni medicei e a destra dal Forte Stella, nel mezzo la Villa dei Mulini che ospita un museo napoleonico. Una pizza veloce e poi ci mettiamo alla ricerca della “quarta pieve romanica pisana in territorio livornese”. Usciamo da Portoferraio in direzione Capoliveri; passiamo il sito archeologico della villa romana di Grotte (che troviamo chiuso) e, poco dopo più avanti, sulla sinistra, prendiamo il bivio per Magazzini che si raggiunge dopo due chilometri; proseguendo per qualche centinaio di metri un cartello indica la pieve di Santo Stefano (località Trane). La scorgiamo svettare su un piccolo rialzo tra ulivi e piante di agave; si accede al portale da una scalinata. E’ in pietra, priva di campanile, ha un portone anche in ciascuna facciata laterale, un’abside. Il sito è molto curato, apprendiamo che è ancora luogo di culto. Dal piazzale davanti alla chiesa si gode una bella vista su tutta la marina di Portoferraio. Riprendiamo poi la provinciale per Lacona; prima di cena facciamo un giretto per il paese. 11 maggio 2010 martedì La giornata è nuvolosa, ma noi alle 9:30 ci mettiamo in viaggio e, passando da Marina di Campo, tagliamo per Procchio che è situato in un piccolo golfo caratterizzato dall’isolotto della Paolina e protetto dalla lingua di terra di Capo d’Enfola. Ci fermiamo per un po’ a Marciana Marina, oggi invasa da banchi di ambulanti per il mercato settimanale, saliamo poi verso Marciana e, strada facendo, decidiamo di andare a pranzo a Marina di Campo passando dalla panoramica Costa del Sole. Però oggi piove; dalla provinciale vediamo scorrere via Sant’Andrea, Zanca, passiamo Patresi, nella foschia riconosciamo la sagoma bianca del faro di punta Polveraia, più avanti Colle d’Orano, Chiessi, Pomonte, Fetovaia, Seccheto, Cavoli fino a Marina di Campo dove giungiamo intorno alle 12:00. Marina di Campo si estende in un ampio golfo sovrastato dal promontorio su cui domina la Torre della Marina; c’è una vasta spiaggia, molti negozi, un’isola pedonale; paese tipicamente turistico; facciamo due passi sul lungomare fino al porto. Rientriamo ben presto in albergo. Nel pomeriggio il tempo migliora, così decidiamo di fare una lunga passeggiata sulla spiaggia di Lacona. 12 maggio 2010 mercoledì Oggi c’è un pallido sole velato da nubi. Abbiamo deciso di visitare il santuario della Madonna del Monte che si trova sulle pendici del monte Giove sopra Marciana. Verso le 8:30 lasciamo l’albergo e partiamo alla volta di Marina di Campo, superata la quale, voltando per un bivio a destra, una strada in salita ci porta al paese di Sant’Ilario; prendiamo per il Monte Perone e, superata la Torre di San Giovanni e la pieve di San Giovanni in Campo, continuiamo per la strada che rapidamente sale per poi spianarsi in una bella pineta: da un belvedere si distinguono a malapena nella nebbia la sottostante Marina di Campo, Sant’Ilario e San Piero. La strada continua poi discendendo verso Poggio e risalendo verso Marciana; qui, appena oltrepassato il paese, sulla sinistra, un cartello indica “Santuario della Madonna del Monte”. Seguiamo l’indicazione e proseguiamo per altri 500 metri fino alla Fortezza Pisana dove parcheggiamo l’auto e a piedi seguiamo il sentiero n.3. che porta al Santuario. Il sentiero è largo e pavimentato in pietra; in 40 minuti di “dolce” salita ne percorriamo i 1.500 metri fino al santuario; il percorso è segnato da edicole della Via Crucis. Preceduto da alcuni gradini e da una croce in ferro, ecco apparire, velato dalla nebbia, il santuario, in mezzo a castagni secolari. Una possente torre campanaria quadrata in pietra, con merli a coda di rondine, precede l’edificio vero e proprio la cui entrata è situata dalla parte opposta e preceduta da un sagrato semicircolare; visitiamo l’interno della chiesa di origine medioevale. Torniamo indietro e, presa l’auto, andiamo a Marciana Marina per il pranzo. Durante la nostra prima visita a Marciana Marina, la domenica prima, abbiamo pranzato ad un ristorante sul lungomare e ci siamo trovati proprio bene, quindi pensiamo di fare il bis. Si chiama ”La Fiaccola” e fa anche ottime pizze. Vogliamo segnalare un’iniziativa del comune di Marciana Marina che abbiamo apprezzato molto e cioè la distribuzione da parte di erogatori comunali di acqua depurata e fresca a costo zero; risparmio economico, rispetto ambientale: bottiglie vuote di plastica niente: basta avere un recipiente (riutilizzabile) e servirsi! Ci dirigiamo verso Portoferraio; la strada si snoda tra boschi di lecci e il mare a strapiombo sulla sinistra, passiamo il bivio della Biodola, poi si stacca dalla costa e procede in discesa fino a raggiungere il bivio per Porto Azzurro. Oltrepassiamo il paese e proseguiamo per Cavo. La litoranea attraversa un paesaggio di terre rosse e cespugli di macchia mediterranea; vediamo di fronte a noi l’isolotto di Palmaiola con il faro e più a destra lo scoglio di Cerboli. Cavo si trova all’estrema punta est dell’isola; dal belvedere del promontorio si scorge l’isoletta dei Topi e la lunga striscia del territorio di Piombino. Cavo ha un porto turistico, alcuni alberghi ed è circondato da basse colline con rocce rossastre su cui crescono sporadici cespugli. Torniamo in albergo dove iniziamo a catalogare le foto e gli appunti di questo viaggio che sta, purtroppo, volgendo a termine. 13 maggio 2010 giovedì Stanotte è venuto un grosso temporale, ma alle 8:00 il cielo è più azzurro che mai. Dopo colazione, diciamo arrivederci a Ugo e all’Hotel Giardino. Siccome il nostro traghetto parte da Rio Marina alle 16:25, abbiamo a disposizione l’intera giornata per continuare il nostro giro per l’Elba. Ci ricordiamo che il giorno precedente abbiamo visto, vicino a Procchio, un bivio sulla sinistra che indicava la Villa Napoleonica di San Martino. Alle 9:00 lasciamo Lacona e decidiamo di andare alla villa: prendiamo per Portoferraio, ne oltrepassiamo il bivio, e dopo un chilometro, direzione Procchio, troviamo l’indicazione San Martino Villa Napoleonica; la raggiungiamo dopo 1500 metri. Lasciamo la macchina al parcheggio (2,00 euro tariffa unica). Preceduta da un lungo viale, immersa in un parco, c’è la villa sede del Museo delle Residenze Napoleoniche; l’edificio è in stile neoclassico, un’imponente scalinata, la facciata è percorsa da un’ architrave su cui si alternano “tre api, aquile, N”. Tornando indietro, vicino al parcheggio, ci sono delle bancarelle tra cui si distingue quella di “nonna Adua” che pubblicizza e vende un suo libro di ricette di cucina elbana tramandate dalla sua famiglia (cucina, ieri fatta per marinai e minatori, era composta da ingredienti poveri, oggi di moda in alcuni ristoranti… costa molto cara). Ci racconta di essere stata una ristoratrice fino agli anni ‘80 a Rio Marina, ne acquistiamo una copia. Una volta a casa, la metteremo accanto all’Artusi! Torniamo indietro e andiamo a Rio nell’Elba; è questi un paese poco a monte di Rio Marina; una volta centro minerario dell’isola, cresciuto intorno ad una piazza su cui si affacciano piccoli locali turistici e di ristorazione; c’è anche una terrazza panoramica su Rio Marina. E’ mezzogiorno e pensiamo di andare a Rio Marina per il pranzo e per una rapida visita prima dell’imbarco. Facciamo il giro del porto fino alla torre poligonale, saliamo al paese, e ci accorgiamo che c’è il Museo dei Minerali dell’Elba e dell’Arte Mineraria: tra le altre iniziative questi organizza anche una visita guidata alle miniere con un trenino tirato da una motrice con grosse ruote da fuoristrada. Mangiamo ad un ristorante di fronte al porto, “il Mare”, che ci ha consigliato nonna Adua e che è spettacolare per gli antipasti di pesce. Poi ci mettiamo in attesa dell’imbarco; puntualmente partiamo e alle 17:15 siamo a Piombino, poi l’ Aurelia, l’ A12, la FI PI LI e il rientro alla “base” poco dopo le 19:00. Abbiamo percorso 779 chilometri. Per altri itinerari e foto www.webalice.it/graziano.alterini


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