L’Abruzzese: dolce e gentile, Ortona e dintorni
Finalmente arriviamo alla nostra uscita Ortona, a pochi km dal casello raggiungiamo la località Villa Deo dove si trova il nostro Bed & Breakfast “La Casa del Palombaro” dove veniamo accolti dai proprietari Luisa e Antonio e le loro tre figlie.
Abbiamo trovato questa struttura tramite internet sul sito dell’Abruzzo (www.Regione.Abruzzo.It nella sezione “dove alloggiare”) e devo dire che ci siamo trovati davvero bene, le foto rispecchiano la realtà, una graziosa casa rustica ristrutturata con tutte le comodità. All’entrata si estende un grande salone col soffitto costituito da volte in pietra, tempi addietro era una cantina per la lavorazione del vino, mentre ai due piani superiori si trovano le camere confortevoli e accoglienti. La colazione abbondante viene servita nel cortile antistante come anche la cena (facoltativa) ad un prezzo più che ragionevole, preparata con i piatti tipici abruzzesi per mano di Luisa. Abbiamo gustato svariati piatti come scampi e zucchine, cozze e fagioli, spaghetti alla chitarra con i pelosi (granchi), le polpette di melanzane, fiori di zucca in pastella, pecorino stagionato abruzzese, cacio, salame di cinghiale, gli indimenticabili arrosticini di agnello per non parlare poi dei dolci come le nevole pasta unita al mosto, le pizzelle ripiene di marmellata d’uva ed infine i liquori come ratafià alla liquirizia, amarena, ciliegia e la sambuca alla centerbe.
2a TAPPA – decidiamo di passeggiare per ORTONA, la domenica è giorno di chiusura, la città è deserta e gli abitanti si dirigono al mare, a stento troviamo una gelateria aperta per pranzare. Ne approfittiamo per visitare il paese in tutta tranquillità, passiamo davanti al palazzo Farnese, in restauro, costruito nel 1534 come dimora di Margherita d’Austria; proseguiamo per la Passeggiata Orientale da cui si può vedere una macchia estesa di boucanville con sullo sfondo il porto di Ortona. Al termine della passeggiata ci troviamo di fronte al Castello Aragonese del XV secolo in fase di restauro nell’area circostante, sorge su una collinetta a strapiombo sul mare, all’epoca posto strategico per salvaguardare il porto e i suoi commerci. Percorrendo una delle vie laterali giungiamo alla Cattedrale di S. Tommaso a “Terravecchia” la zona centrale del paese, l’edificio venne ricostruito dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale, conserva solamente il portale gotico del 1311.
3a TAPPA – direzione entroterra verso il parco della Majella, a GUARDIAGRELE un grazioso paese a 600 metri s.L.M. Che D’Annunzio definì “città di pietra” (poiché le case sono costruite con la pietra della Majella) caratteristico per la lavorazione del ferro battuto, dell’arte orafa, ma purtroppo il lunedì è giorno di chiusura (vi consiglio vivamente di informarvi presso lo IAT dei giorni di chiusura per i relativi paesi che vorrete visitare). Particolare la chiesa S. Maria Maggiore in stile romanico, rientra nell’elenco dei monumenti più importanti da tutelare d’Europa, che stranamente presenta ai lati due archi che permettono di raggiungere l’altro lato dell’edifico ovvero l’ingresso della chiesa, dove troviamo un portico con da un lato un enorme affresco raffigurante San Cristoforo (1473) e dall’altro una serie di antichi stemmi delle nobili famiglie di un tempo. Da non perdere la passeggiata presso i giardini pubblici da cui si ha una vista panoramica sulle vallate sottostanti.
Il Dolce tipico di questa cittadina sono le sise delle monache.
Sulla via del ritorno abbiamo fatto tappa a CRECCHIO col suo imponente Castello Ducale del medioevo, famoso per aver ospitato Vittorio Emanuele III (1943) e lo Stato Maggiore in fuga dopo l’armistizio.
4a TAPPA – Decidiamo di percorrere la SS 16 dell’adriatica attraversando la Costa dei Trabocchi, delle antiche costruzioni in legno su palafitte adibite alla pesca e raggiungibili da terra tramite una passerella e che Gabriele D’Annunzio li definì dei colossali “ragni”. Lungo la cui costa dopo Marina di S. Vito potrete vedere l’Eremo Dannunziano (proprietà privata e quasi mai aperto al pubblico, peccato!) dove trovò l’ispirazione per “Il trionfo della morte”.
Andiamo in direzione di VASTO a sud dell’Abruzzo quasi a confine con il Molise.
Arrivati in città parcheggiamo l’auto sul Corso Garibaldi e proseguiamo a piedi per una delle traverse che ci porteranno nel centro pedonale e lì subito vediamo il quattrocentesco Castello Caldoresco (un po’ malconcio) in seguito nei pressi di una piazzetta troviamo la piccola ma graziosa chiesa di S. Giuseppe, un esempio di stile romanico, da ammirare il rosone e il portale elaborati che contrastano la semplicità delle pareti lisce. Dietro l’edificio potete trovare l’ufficio dello IAT, comodo per ottenere ogni tipo di informazione, depliant e cartine. (orario d’apertura approssimativo dalle 9.30-13.00 e 16.30-20.30) Sempre lì a pochi passi c’è il Palazzo D’Avalos dove abbiamo visitato il Museo Civico di Vasto, molto interessante, dove vengono esposti i reperti archeologici tra cui curiosi e interessanti oggetti utilizzati per corredi funerari maschili e femminili degli abitanti dei secoli a. C. Resti romani, statue, mosaici, sarcofagi… Nel biglietto è compresa anche la visita del giardino esterno che si affaccia sulla passeggiata orientale.
Merita sicuramente la visita del museo, anche se lasciano a desiderare le didascalie poco leggibili dei reperti e la poca accoglienza e inefficienza della biglietteria che alle ore 12,30 (orario di chiusura) precise ci stava chiudendo nel giardino! Per pranzare vi consiglio la Trattoria nelle vicinanze del comune dove ci siamo trovati benissimo, abbiamo gustato degli antipasti freschi e appetitosi il tipico brodetto di pesce alla vastese, servito in una pentola di terracotta che consiste in una zuppa con diverse varietà di pesce cotta con olio, pomodori e aromi originali accompagnata con crostini.
5a TAPPA – Decidiamo di fare una passeggiata per le vie del centro di CHIETI, durante il percorso vediamo la Cattedrale di S. Giustino particolare per le lavorazioni architettoniche del portone e della loggia nella parte alta, alcuni palazzi graziosi come ad esempio quello della Camera di Commercio fino ad arrivare al Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo collocato all’interno di una villa neoclassica del parco comunale.
Le varie sale del Museo espongono una notevole quantità di oggetti come armi, ornamenti, vasellame… appartenenti a corredi tombali di epoca preromana, sculture italiche del VI-V secolo a.C. Come il famoso “Guerriero di Capestrano” di notevole bellezza. (questa statua non è sempre presente nel museo, a volte si trova in viaggio per essere ospitata in altre mostre).
E’ una statua a tuttotondo immensa, alta 2 metri poiché rappresenta in dimensioni reali un guerriero adulto, le mani appoggiate una sul petto e l’altra sull’addome, tipica gestualità ripresa dalle statue etrusche; visibile l’abbigliamento da guerriero con l’imponente copricapo a larga tesa piatta, il cinturone a cui è attaccato il perizoma in cuoio ed i calzari. Tra le altre statue da ricordare la sala del “Santuario di Ercole Curino” una piccola statuetta in bronzo raffigurante Ercole, ritrovata nella zona di Sulmona, un vero capolavoro della scultura antica proveniente dalla Grecia.
Da vedere anche la Collezione Numismatica che espone circa 15.000 monete da quella più antica del IV secolo a.C. Alla più recente del XIX secolo d.C.
Sempre a Chieti è possibile visitare l’area archeologica di Civitella dove sono stati rinvenuti dei resti romani come un anfiteatro, un teatro, dei tempietti, le terme.
6a TAPPA – Trascorriamo una delle tante giornate al mare lungo la costa dei trabocchi nei dintorni di FOSSACESIA MARINA, dove non potevamo non visitare l’ABBAZIA CISTERCENSE DI S. GIOVANNI IN VENERE, costruita intorno all’anno mille immersa nelle colline di ulivi a pochi metri dal mare. In precedenza era stato costruito un tempio romano dedicato a Venere Conciliatrice per invocare armonia alle famiglie ed un felice matrimonio ai futuri sposi. Attraverso l’ingresso laterale della chiesa si raggiunge anche il chiostro. Nel campo sottostante si può vedere un’albero d’ulivo che a prima vista può sembrare insignificante per l’aspetto privo di vita, ma in realtà era un unico esemplare d’ulivo risalente a circa duemila anni fa, pazzesco! Però stanno cercando di recuperare dei germogli trovati all’interno del tronco secco, speriamo bene.
7a TAPPA – Visitiamo la cittadina di LANCIANO, vi consiglio di procuravi una cartina perché è talmente estesa da dividersi in tre quartieri: Lancianovecchia, la Sacca e Civitanova ed il Borgo. Parcheggiamo l’auto vicino al municipio in via Spaventa e proseguiamo a piedi addentrandoci nei vicoli tra le vecchie case, tutte in pietra dove è possibile trovare botteghe di artigiani come un tempo. Impossibile non notare che ogni vicolo è dedicato a Giuseppe Garibaldi in memoria dell’adesione di Lanciano all’Italia unita nel 1860. Proseguiamo passando davanti alla Chiesa di S. Maria Maggiore che ci colpisce per la sua particolare facciata costituita un evidente strombatura, un elemento architettonico romanico che genera questa sensazione di profondità al portone. Arriviamo in Piazza Plebiscito (qui trovate l’ufficio dello IAT) percorriamo il lungo Corso di Trento e Triste dove i negozi si rincorrono all’insegna dello shopping; ritornando in piazza facciamo un salto nella parte di Lancianovecchia.
Verso ora di pranzo su indicazione di un passante andiamo verso la Chiesa di S. Francesco del MIRACOLO EUCARISTICO dove la Chiesa riconobbe il primo miracolo, l’ostia si convertì in carne e vino avvenuto nell’VIII secolo. Qui di fianco entriamo nella ex canonica, oggi ristorante un’ambiente in stile medioevale dove abbiamo gustato delle pietanze tipiche abruzzesi come ad esempio le pallotte di cacio e uova, spaghetti alla chitarra al tartufo nero di sangro, frascarelli e fagioli… servite con ospitalità e cordialità del proprietario e non a caso è stato segnalato da varie guide di ristorazione. Da ricordare questa particolare bevanda consumata a fine pasto dalla nobiltà medioevale, un liquore prodotto direttamente dal proprietario a base di vino di Montepulciano d’Abruzzo aromatizzato con una decina di spezie da renderlo un gustoso digestivo.
8a TAPPA – Prendiamo l’autostrada A14 direzione sud per uscire a Val di Sangro e proseguire per la SS652 per raggiungere ROCCASCALEGNA dove visitare il suo imponente Castello medioevale eretto su un maestoso sperone roccioso che domina tutto il paese. Questo edificio rispecchia la tipica architettura fortificata abruzzese e in origine intorno al V-VI secolo venne costruito come avamposto longobardo in perfetta integrazione con la natura impervia. E’ possibile visitare il castello dove sono presenti le strutture di epoca normanna e sveva, come la struttura per la raccolta dell’acqua piovana, la cucina e i camminamenti di ronda. Inoltre si può anche arrivare nella torre più alta ovvero la Torre di Guardia da cui in seguito si è sviluppato il resto dell’edificio e gode di una visuale ampia sul paese così da assicurarne la difesa.
Si narra la leggenda dello “jus primae noctis” voluto dal barone Corvo de Corvi col quale nel 1646 aveva diritto alla prima notte di nozze delle spose novelle.
Periodicamente il castello ospita mostre d’arte e spettacoli, durante la nostra visita erano esposti vari metodi si tortura ingegnati dai bizantini come ad esempio il lancia fiamme di cui ogni parte della costruzione veniva realizzata da differenti equipe di operai così da impedire a chiunque di venire a conoscenza del funzionamento completo dell’arma. In biglietteria ci è stata consegnata gratuitamente una card che permette di usufruire di riduzioni presso le strutture convenzionate in questa zona.
Dipende dai periodi, quando siamo andati noi non era previsto il suo funzionamento, ma ci hanno segnalato il “Treno della valle” che parte dal Lago di Bomba, un incantevole lago artificiale situato tra le verdi colline e percorre brevi itinerari della regione e sullo stesso treno è prevista una degustazione i prodotti tipici.
9a TAPPA – Verso gli ultimi giorni della nostra vacanza, non potevamo non andare alla manifestazione culinaria lungo la costa dei trabocchi (dal 6 all’8 luglio 2007). Il programma comprende cene tematiche presso le migliori osterie e i migliori ristoranti, cene sui trabocchi con visite guidate dagli stessi “traboccanti” e cene coi pescatori che preparano loro stessi; la pescaturismo. Nella località di San Vito Chetino organizzano i laboratori del gusto per far conoscere le antiche ricette, i prodotti della pesca e gli abbinamenti anche innovativi tra cibo e vino; il mercato del gusto a cui aderiscono decine di artigiani dove poter assaporare ed acquistare i prodotti tipici della regione come i formaggi, l’olio, il vino, il miele, i salumi, la pasta, gli ortaggi sott’olio e le specialità dolciarie.
Da ricordare l’importanza dell’Abruzzo come produttore della pasta di grano duro italiana, dove il paese di Fara S. Martino ospita alcuni stabilimenti che godono di fama mondiale grazie anche alla presenza della sorgente delle acque del fiume Verde.
Per concludere non si può non dire che il litorale abruzzese presenta caratteristiche di tutti i tipi, basso e sabbioso da Martinsicuro a Francavilla, mentre con scogli, calette alternate a sabbia, ciotoli e porticcioli da San Vito a Vasto. Anche quest’anno alcune spiagge lungo la costa dei trabocchi hanno ricevuto la Bandiera Blu 2007.
Che dire… come non innamorarsi di una regione meravigliosa, accogliente, genuina a cui non manca nulla tra mare, colline e montagna raggiungibili in pochi km, visitatela! ciao Sabrina smallduck@alice.It