Islanda: diario di una vacanza da sogno

Ecco il nostro primo assaggio dell’isola: 14 giorni, 12 alloggi diversi, 3500 km percorsi in auto, più di 200 km a piedi...
Scritto da: ZiaAnna
islanda: diario di una vacanza da sogno
Partenza il: 28/07/2016
Ritorno il: 11/08/2016
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Finalmente dopo 8 mesi dal nostro matrimonio è tempo anche per noi di viaggio di nozze…destinazione Islanda! Partiamo il 28 luglio da Milano con volo Wow air delle 22:40 che partirà leggermente in ritardo, senza crearci disagi. Dopo un volo tranquillo e confortevole arriviamo a Keflavik intorno alla 1 di notte ora locale. Ritirati i bagagli andiamo in cerca del noleggio auto. Seguendo le indicazioni “saga car rental” arriviamo in un parcheggio dove c’è un bus navetta “car rental shuttle” che porta agli uffici. Sbrigate le pratiche di rito e ritirata la nostra c3 praticamente nuova fiammante possiamo dirigerci verso il B&b prenotato per la notte. Sono ormai le 3 quando arriviamo a Gardur, il chiarore della notte islandese ci permette di capire che,nonostante l’ora, siamo in un posto fantastico.

29 luglio

Dopo qualche ora di sonno ed aver preparato la prima di molte colazioni alle 9 siamo già in macchina per la destinazione di oggi: Stykkishólmur. Imbocchiamo la 1 direzione nord, intorno alla capitale la strada è scorrevole e a più corsie, poi si riduce ad 1 corsia per senso di marcia. Ammirando i panorami puntiamo verso Akranes percorrendo tutto lo Hvalfjördur (strada 47) senza utilizzare il tunnel, raggiunta nuovamente la 1 imbocchiamo la 51 per raggiungere il paese. A parte le numerose soste fotografiche facciamo la prima tappa proprio lì. Il centro è piccolino ma incantevole, la ragazza all’ufficio informazioni ci dà un po di dritte e gironzoliamo un po’ tra il faro, la chiesa e la spiaggia dove complice il bel sole ne approfittiamo per sederci un po’ ed ammirare divertiti i bimbi locali fare il bagno. Ripartiamo poi alla volta di Borgarnes, cittadina che abbiamo trovato un po’ deludente. Decidiamo di fermarci poco e ripartire: la penisola di Snæfellsnes ci attende. Imbocchiamo quindi la strada 54 che ci accompagnerà per tutto il perimetro della penisola. Ci fermiamo a visitare la chiesetta di Budir e i suoi dintorni, Arnastapi ed Hellnar, le scogliere e le spiaggia Djupalon e Dritvik. Dopo aver dato un occhiata ad Olafsvik e Grundafjördur arriviamo in serata al nostro ostello di Stykkishólmur. Il posto è essenziale ma funzionale. Dopo doccia e cena in ostello facciamo una passeggiata sulla collina di fronte al porto con il suo faro arancione che, complice il sole adagiato all’orizzonte, ci offre un panorama e dei colori spettacolari.

30 luglio

Sveglia presto, colazione, ritiro dei biglietti acquistati su internet e alle 9 siamo già sul traghetto pronti a salpare per i fiordi occidentali. Il viaggio è piacevole, dura circa 3 ore. Sbarchiamo a mezzogiorno a Brjanslækur e ad accoglierci troviamo un sole bellissimo ed un cielo senza nuvole. Imboccata la strada 62 seguiamo le indicazioni per Patreksfjördur. Le soste fotografiche lungo la strada non si contano, il panorama è incantevole. Patreksfjördur è un paesino tranquillo, non c’è praticamente nulla da vedere. Noi abbiamo approfittato del bel tempo per pranzare sulla spiaggia e goderci un po’ di sole immersi in un silenzio surreale. A malincuore siamo ripartiti seguendo la strada 63 e poi la 60. Salendo verso nord ci siamo fermati a visitare la cascata Dynjandi, la più alta dei fiordi occidentali. Dal parcheggio si può salire a piedi lungo un sentiero fino alla base della cascata.

La nostra destinazione di oggi era il Korpudalur hostel. Un posto incantevole a pochi km da Flatey.

Pall e Halla, i proprietari, ci hanno accolto con calore e ci hanno dato un sacco di dritte per gli itinerari dei giorni seguenti.

Dopo la cena in ostello siamo andati a visitare Isafjördur. Il paese non offre molto, specialmente alla sera. Abbiamo visto solo qualche locale frequentato dalla gente del posto. Molto particolare invece, il tunnel per raggiungerlo. Lungo circa 9 km è ad una sola corsia per quasi tutta la sua lunghezza, con molte piazzole di sosta per cedere il passo a chi arriva nella direzione opposta.

31 luglio

Anche oggi sveglia di buon mattino, colazione in ostello e partenza. Oggi avrebbe dovuto essere una “tappa di trasferimento” invece ci ha riservato un sacco di sorprese.

La strada da seguire è la 61 che costeggia tutti i fiordi.

Il cielo per la prima volta è coperto. Per la prima oretta guidiamo senza incontrare nessuno, all’improvviso un cartello a bordo strada ci segnala la presenza di foche e in effetti subito dopo avvistiamo un gruppetto di foche sdraiate sulla spiaggia al lato della strada, ci fermiamo ad ammirarle e a fare qualche foto.

Ripartiamo e proseguiamo sulla nostra strada. Alla fine dell’ Isafjördur, all’altezza di Rejkyanes, la guida parla di una piscina geotermale. Decidiamo di fermarci a dare un occhiata e infatti troviamo una vasca fumante di acqua sulfurea. Giusto il tempo di pagare il ticket d’ingresso e siamo già immersi.

Questa sosta ci voleva. Il viaggio sta prendendo tutta un’altra piega.

Raggiungiamo Hólmavik, una cittadina che sembra addormentata ma molto affascinante dove approfittiamo delle aree pic-nic per pranzare. Ripartiamo seguendo un cambio di itinerario come suggeritoci da Pall, teniamo la strada 61 fino al Gielsfjöordur dopo di che proseguiamo sulla 60 che ci porta a Budardalur passando per Laugar. Da lì imbocchiamo la 59 (in parte sterrata ma fattibilissima con una macchina a 2 ruote motrici) per tornare verso l’Hrútafjördur. Il panorama cambia in continuazione, e il sole torna a farci compagnia.

Nel pomeriggio arriviamo a Sæberg l’ostello che abbiamo prenotato per la notte. Il posto è meraviglioso e affaccia sul mare. Essendo presto decidiamo di andare a visitare Hvammstangi famoso per il suo centro sulle foche. Il paese è molto carino e ci colpisce molto, raccogliamo informazioni sull’avvistamento delle foche lungo il tragitto che faremo domani. Torniamo in ostello in tempo per un bel bagno prima di cena nelle hot pools della struttura.

1 agosto

Il programma di oggi prevede di raggiungere Akureyri. Anziché percorrere tutta la 1 decidiamo di seguire il perimetro della penisola di Vatnsnes (strada 711) che per il primo tratto è completamente asfaltata, poi diventa sterrata ma facilmente praticabile. Seguendo le indicazioni, all’altezza di Svalbard ci siamo fermati per un primo avvistamento delle foche. Le abbiamo viste in lontananza adagiate sugli scogli. Proseguendo ci siamo fermati una seconda volta all’altezza di Illugastadir.

Qui abbiamo lasciato la macchina al parcheggio e abbiamo percorso il sentiero pedonale che circa in 10 minuti ci ha portato ad una sorta di osservatorio con binocoli in dotazione. Qui le foche erano davvero tante, è stato bellissimo.

La terza sosta l’abbiamo fatta al punto panoramico che guarda sul faraglione di Hvitserkur.

Concluso il giro della penisola abbiamo incrociato di nuovo la strada 1 che, per noi che veniamo dalla dai fiordi occidentali, dà l’impressione di essere terribilmente trafficata. Tranquilli, è solo un’impressione iniziale!!

Seguendo la 1, dopo una pausa pranzo a Blonduos siamo arrivati ad Akureyri. Il tempo è un po’ peggiorato ed ha iniziato a piovigginare, ma questo non ci ha impedito di apprezzare la bellezza di questa cittadina.

Passeggiando nel centro tra la chiesa, il giardino botanico, e i negozi locali ci siamo letteralmente innamorati.

2 agosto

Dopo un rifornimento di viveri e benzina ripartiamo da Akureyri lasciando qui un pezzetto di cuore. Destinazione di oggi lago Myvatn dove trascorreremo 3 giorni. I km non sono molti ma le cose da vedere si.

La prima tappa di oggi sarà alla cascata Godafoss. Imbocchiamo dunque la 1 e partiamo. Capiamo di essere arrivati a destinazione solo dalla gran quantità di macchine e persone a bordo strada perché al primo momento proprio di cascate in giro non ne vediamo…

Raggiungendo il bordo invece restiamo senza parole, la cascata ci appare in tutta la sua imponenza. Ci avviciniamo per fare delle foto, c’è davvero molta gente, forse ci sembra così perché arriviamo dai più solitari fiordi occidentali. Ci prendiamo tutto il tempo per vedere la cascata da entrambi i lati e per scendere sulla riva del fiume ed avvicinarci il più possibile.

Ci rimettiamo in macchina per raggiungere il lago. Oggi visiteremo la parte meridionale e quella orientale per giungere a Reykiahlid dove abbiamo prenotato una guesthouse per 3 notti.

Il primo punto di interesse che incontriamo è Skútustadir. Lasciamo la macchina al parcheggio di fronte all’hotel e percorriamo i sentieri ad anello che costeggiano il lago e da cui si possono vedere gli pseudocrateri tipici di questa zona. Camminiamo per circa un’oretta, prima di rimetterci in viaggio visitiamo la chiesetta, una delle poche che abbiamo trovato aperta.

Riprendiamo la macchina e ci spostiamo verso Hofdi. Anche qui percorriamo il sentiero ad anello che attraversa la zona, e si snoda tra pilastri di lava, acque cristalline del litorale e colonie dei tanto temuti moscerini che danno il nome al lago.

Da qui ci spostiamo a Dimmuborgir, un gigantesco campo di lava. Il paesaggio è completamente diverso,nonostante ci siamo spostati di poco, e continua a sorprenderci. Approfittiamo dei diversi percorsi che attraversano il sito per passeggiare nella zona.

Prendiamo la macchina per raggiungere il Hverfell. Tutti questi siti sono molto vicini tra loro e volendo si possono visitare con un’escursione. Noi purtroppo abbiamo dovuto spostare la macchina ogni volta.

Hverfell è stata la sorpresa più grande di oggi. Un gigantesco cratere che domina tutta la zona. Con il sentiero che parte dal parcheggio abbiamo raggiunto la sommità e da lì abbiamo camminato per tutta la circonferenza del cratere, godendo di una visuale che domina sul cratere stesso e su tutta la zona circostante.

Lasciato Hverfell ci siamo diretti alla Grjótagja e dopo aver scattato qualche foto abbiamo raggiunto il campeggio.

Dopo aver camminato per oltre km tra le meraviglie che questa terra offre, abbiamo deciso di concludere in bellezza la giornata a bagni termali di Myvatn che a nostro parere meritano assolutamente una visita, per ricaricarci in previsione della gita di domani.

3 agosto

Sveglia presto questa mattina, si parte per l’Askja. Abbiamo prenotato con anticipo dall’Italia un’escursione con l’agenzia Myvatn Tours.

Partenza puntuale ore 8 dal parcheggio del centro informazioni di Reykiahlid, di fianco al benzinaio, con una specie di piccolo pullman a trazione integrale, con il pranzo nella zaino ed un abbigliamento adeguato.

Facendo un paio di soste in prossimità di cascate e di un rifugio, in circa 4:30 abbiamo raggiunto il parcheggio, ascoltando l’interessante spiegazioni di Kristian sull’origine e formazione del territorio. Da qui con un facile sentiero di circa 2,5 km abbiamo siamo giunti vetta.

Il panorama dell’Askja è da togliere il fiato, la caldera con il suo enorme lago di un blu intenso, il cratere viti con il suo laghetto azzurro di acqua termale, il terreno nero con venature a tratti rossastre, i residui della neve dell’inverno creano un paesaggio da cartolina. Descriverlo è impossibile. Impieghiamo il tempo a nostra disposizione camminando sui vari sentieri fino a raggiungere le sponde dal lago. Nel cratere Viti in molti si immergono nelle sue acque calde.

Purtroppo il tempo peggiora ed inizia a piovigginare così decidiamo dei tornare un po’ prima al pullman.

Alle 15 ripartiamo. Anche qui accompagnati dalle spiegazioni della guida e con qualche sosta diversa dall’andata. Alle 19 siamo di ritorno al parcheggio super soddisfatti della giornata.

Dopo una visita veloce alla chiesa torniamo alla nostra guesthouse.

4 agosto

Per la giornata di oggi abbiamo deciso di seguire un anello che ci porterà a visitare Krafla, cascate Dettifoss, canyon Asbyrgi, Husavik e ritorno a Myvatn dalla parte occidentale che ancora non avevamo visto, per l’ultima notte che trascorreremo in zona.

Prima di partire verifichiamo presso l’ufficio informazioni che tutto il percorso sia fattibile con la nostra auto., e con il loro benestare partiamo.

Dopo pochi minuti incontriamo il sito di Hverir. La zona è caratterizzata da soffioni, pozze di fango ribollenti, fumarole e un forte odore di zolfo che, seppur fastidioso, non impedisce di rimanere incantati davanti a questo spettacolo. Dopo aver vagato incantati in questo paesaggio lunare ci spostiamo verso il monte Krafla. Sulla strada per raggiungere il parcheggio si costeggia la centrale elettrica geotermale con il suo labirinto di grossi tubi. Lasciata la macchina al parcheggio alla fine della strada, si sale a piedi sulla sommità del monte Leirhnjukur seguendo un sentiero ben segnato, dove troviamo altre bocche di vapore. Da qui si può vedere anche il cratere Viti con il suo laghetto turchese.

Lasciato Krafla riprendiamo la strada 1 in direzione Eggilstadir fino alla deviazione per le cascate Dettifoss e Selfoss, dove prendiamo la strada 862.

Raggiunto il parcheggio, ci incamminiamo verso le cascate. Purtroppo il tempo non è dei migliori e pioviggina.

Arrivati a Dettifoss ci troviamo davanti uno spettacolo della natura. Una cascata con una portata d’acqua impressionante. Camminiamo a lungo sul sentiero a lato della cascata fino a dove è possibile, il terreno è un po’ scivoloso a causa dei numerosi schizzi prodotti. Ci spostiamo poi verso Sellfoss, la cascata vicina, di dimensioni più ridotte. Solo allontanandoci ci rendiamo conto di quando fosse forte il fragore dell’acqua. Dopo aver visto anche la seconda cascata e aver camminato un po’ nei dintorni torniamo alla macchina.

Da qui ripartiamo in direzione Asbyrgi entrando nel parco nazionale del Vatnajokull. La strada diventa sterrata, ma semplice da percorrere. Attraversiamo la zona del Vesturdalur ma non riusciamo a visitarla causa del mal tempo. Quando arriviamo al canyon di Asbyrgi, invece, ha smesso di piovere per cui lasciata la macchina al centro informazioni possiamo fare una passeggiata sui sentieri che attraversano la zona.

Dopo aver visitato il canyon puntiamo verso Husavik percorrendo la penisola di Tjornes. Da qui la strada 85 costeggia una serie di spiagge incantevoli e, forse complice il bel sole che è spuntato, il mare ha dei colori meravigliosi.

Arriviamo a Husavik nel tardo pomeriggio, la città famosa per il whale watching, che noi non faremo per avendolo già fatto in un’altra occasione.

Husavik è una cittadina molto carina e vivace con case colorate. Meritano una visita la zona del porto, la piccola chiesa e il parco cittadino. Ripartiamo dopo circa un’oretta per tornare verso il lago. Seguiamo la strada 85 fino ad incrociare la 1 in modo da arrivare a Reykiahlid percorrendo il lato occidentale di Myvatn che non avevamo ancora visitato.

5 agosto

Oggi lasciamo il lago Myvatn e ci spostiamo verso i fiordi orientali. Invece di percorrere tutta la strada 1 studiamo una deviazione. Purtroppo di questa zona la guida non parla molto per cui dobbiamo fidarci del nostro istinto.

Lasciamo la strada 1 per prendere la 85 in direzione Vopnafjordur, la strada è tutta asfaltata e di normale percorrenza. Incontrato il cartello per Bustarfell, strada 920, decidiamo di fare questa piccola deviazione. Dopo pochi km raggiungiamo una fattoria dal tetto in torba, esempio delle costruzioni del XVIII secolo. Torniamo sulla 85 dalla stessa strada che abbiamo appena fatto e con questa raggiungiamo Vopnafjordur. Il paese è molto piccolo ma carino, ci accoglie un piccolo porto illuminato dal sole con colori bellissimi. Facciamo qualche foto e proseguiamo. Appena fuori dal paese c’è una spiaggia molto bella, approfittiamo del sole per fare una sosta e uno spuntino. Ci rimettiamo in macchina e poco fuori dal paese imbocchiamo la strada 917. Questa di rivelerà essere una delle strade più sorprendenti percorse in questi giorni. È un vero e proprio passo montano, la strada è sterrata ma si percorre senza problemi. Arrivati in cima si può vedere la strada percorsa snodarsi come un serpente sotto di noi. Il panorama è caratterizzato da piccoli nevai, fiumiciattoli e laghi glaciali. La discesa ci regala panorami mozzafiato.

Terminata la strada 917 riprendiamo la 1 per un brevissimo tratto per poi deviare di nuovo, verso la 925,che poi diventerà 94 verso Borgafjördur. Queste strade sono in prevalenza asfaltata ma presentano alcuni tratti di sterrato.

Raggiungiamo Borgafjördur poco dopo l’ora di pranzo, subito all’ingresso del paese troviamo la bella chiesetta e la casa “pelosa” completamente ricoperta di ciuffi di erba. Usciamo dal paese diretti verso l’isoletta di Hafnarholmi per cercare di vedere i pulcinella di mare. Lasciamo la macchina al porticciolo e raggiungiamo le passerelle al sito di avvistamento, e veniamo subito accolti da alcuni puffin che svolazzano tra la scogliera e il mare. Incantati da questi buffi animali scattiamo alcune foto e ci documentiamo sulle loro abitudini che conosciamo poco. Soddisfatti per gli avvistamenti ci rimettiamo in viaggio verso Egilsstadir seguendo tutta la strada 94.

Egilsstadir è una cittadina in espansione, non ha un vero centro da visitare, è però un buon posto per fare rifornimento, un po’ di spesa se necessario, e spezzare il viaggio.

Ripartiamo poi per Seydisfjördur, meta di oggi seguendo la strada 93, attraverso paesaggi montani che ricordano un po i passi dolomitici, per poi scendere verso il fiordo. Lasciati i bagagli presso il nostro bellissimo ostello ci concediamo una passeggiata in questa affascinante cittadina. Case colorate, una chiesa azzurrina, localini affollati e negozietti di artigianato caratterizzano questa vivace realtà. Gironzoliamo rilassati fantasticando sulla vita di questo piccolo paesino prima di tornare al nostro ostello per cena.

6 agosto

Partiamo al mattino da Seydisfjördur diretti a Höfn dove abbiamo prenotato una camera con Airbnb per la notte. Il primo tratto lo percorriamo tutto sulla strada 92 imboccata a Egilsstadir fino alla deviazione con la strada 953 per Mjoifjördur, sterrata ma in buone condizioni. È una sorta di passo montano che ci permette di arrivare appunto al fiordo. Il tempo è bellissimo e ci godiamo il panorama. Giunti alla base del fiordo troviamo il relitto di un peschereccio adagiato sulla spiaggia, che contribuisce ad aggiungere fascino a questa stupenda località. Da qui in 50 minuti di strada sempre sterrata, raggiungiamo il faro di Dalatangi che, secondo la guida è il più antico dell’Islanda, a cui è affiancato uno più recente ora in uso. Ripercorriamo tutta la strada a ritroso fino a riprendere la 1. È stata una deviazione lunga ma ne è valsa assolutamente la pena. Nonostante i tanti fiordi visti finora questo ci ha davvero colpito. Da questo punto in poi restiamo sempre sulla 92 seguendo tutto il periplo dei fiordi che seguono evitando il tunnel che collega Reydarfjördur con Faskrusfjördur. La strada continua ad essere a tratti asfaltata a tratti no ma comunque sempre ben percorribile. Facciamo sosta per qualche foto a Breidalsvik prima e a Djupivogur poi, entrambi carini ma nulla di spettacolare. Da Djupivogur riprendiamo la 1 verso Hofn che raggiungiamo in serata. Sistemate le nostre cose facciamo un giro per il piccolo centro. E’ impressionante come sembri vicino ed immenso il Vatnajökull da qui. Dal porto parte una passeggiata che costeggia il mare da cui si può ammirare il ghiacciaio in tutta la sua imponenza. Questa sera ci concediamo una cena fuori al Kaffi Hornid, localino tipico con piatti buonissimi.

7 agosto

Lasciamo Höfn di buon mattino dopo esserci fermati ancora un attimo sul lungo mare ad ammirare il ghiacciaio.

La prima tappa di oggi sarà al Jökulsarlón la famosa laguna degli iceberg. Vogliamo fare il tour con la barca ma non avendo prenotato cerchiamo di essere lì per l’apertura. È infatti si rivela essere una buona idea. Arriviamo al parcheggio poco dopo le 9 e ci mettiamo in fila per prendere il biglietto. Dopo pochi minuti di attesa facciamo il ticket per il giro delle 9:40 con il mezzo anfibio. Per il tour con “Zodiac” non ci sono più posti, ma ci diranno che comunque per il forte vento oggi sono annullati. Saliamo sulla nostra “imbarcazione” dove Stefano un ragazzo italiano ci farà da guida. Dopo un breve tratto sullo sterrato il mezzo si immerge, inizia così la nostra esperienza tra gli iceberg che dura circa 40 minuti in cui ci viene spiegato tutto sulla laguna e su come si è formata. Abbiamo anche la fortuna di vedere numerose fochine che nuotano tranquille tra i blocchi di ghiaccio. Terminato il giro di dirigiamo a piedi sulla spiaggia dove gli iceberg prendono il largo verso il mare. C’è un gran vento ma un sole bellissimo e il ghiaccio brilla in una maniera spettacolare. Lasciato Jökulsarlón ci dirigiamo verso il parco di Skaftafell. Arriviamo al parcheggio in tarda mattinata e ci rechiamo al centro informazioni per capire come muoverci. Abbandonata l’idea di fare un tour guidato studiamo la mappa per scegliere alcuni sentieri da poter fare in autonomia. Optiamo per un facile percorso che in mezz’ora circa ti porta ai piedi dello Skaftafellsjökull. È una passeggiatina che però ti permette di arrivare ai piedi del ghiacciaio e di vedere bene il fiume che forma una serie di correnti e mulinelli molto particolari.

Rientrati al centro informazioni, dopo uno spuntino, decidiamo di raggiungere la cascata Svartifoss sempre con un sentiero facile, che passa attraverso il campeggio. La cascata è molto scenografica, meno imponente di tante viste finora ma sembra inserita in un teatro di rocce. Dopo esserci riposati sui massi nel torrente e aver immerso i piedi scendiamo al parcheggio.

Ripartiamo seguendo la strada per Vik, dove abbiamo affittato un bungalow per stanotte vicinissimo alla spiaggia di Reynisfjara. Facciamo prima una sosta però a Kirkjubaejarklajstur, un luogo che ci ha sempre affascinato leggendolo sulle guide ma che in realtà ci ha molto deluso. Unica cosa degna di nota il campo di Kirkjugolf dove una serie di colonne di basalto creano una sorta di “pavimento” bello da vedere.

Da qui guidiamo diretti verso Vik dove arriviamo nel tardo pomeriggio. Prima di raggiungere il bungalow visitiamo la la spiaggia di Reynisdrangur, dove il bel tempo e la temperatura gradevole ci invitano a fermarci un po e a giocare con le onde con i piedi a mollo, e la chiesa Vikurkirka che domina il paese.

Raggiungiamo il bungalow che è ormai ora di cena, la struttura è carina, adatta per 2 persone nonostante sia per 4.

Approfittiamo del fatto che la spiaggia di Reynisfjara è proprio fuori dalla porta, e che il sole è ancora alto nel cielo, e facciamo una camminata fino alla fine della scogliera, impieghiamo poco più di un’ora tra andare e tornare. È davvero un privilegio poter restare a godere questa spiaggia incantevole quando tutti se ne sono andati.

8 agosto

Lasciamo il nostro cottage dopo colazione e decidiamo di visitare la zona del faro di Dyrholaey che vedevamo dalla nostra finestra. La strada da seguire è la numero 918. Dal promontorio si gode di una bella vista sulla spiaggia di Reynisfjara e in generale sulle scogliere circostanti.

Lasciamo la zona di Vik diretti verso Selfoss dove trascorreremo l’ultima delle nostre notti di tour. Trovo che questa zona non sia spiegata in maniera esaustiva sulla guida, così decidiamo di “navigare a vista” e di fermarci nei punti che destano la nostra curiosità.

La prima sosta la facciamo alla cascata Skogarfoss, seguiamo il sentiero che costeggia la fiancata e saliamo sulla sua sommità.

Poco più avanti visitiamo altre 2 cascate, Seljalandsfoss e Gljufurarbui. Per raggiungerle prediamo la strada 249 che esce dalla 1. La prima cascata, visibile già dalla ring si getta in un laghetto verde, molto carino il sentiero che passa dietro al getto d’acqua. La seconda, si trova a 500 mt circa dalla prima, ed è un alta cascata che si getta in un canyon. È davvero affascinante entrare nel canyon dal fiumiciattolo che ne esce e vedere la cascata infrangersi a terra.

Arriviamo a Selfoss all’ora di pranzo. Il paese però non offre nulla da visitare. Decidiamo allora di proseguire e spostarci sulla penisola di Reykjanes che non era in programma.

Imbocchiamo la strada numero 34 e a Porlakshofn prendiamo la 427. Ci fermiamo a visitare la Kirkastranda una chiesa di fine 800 molto carina in legno bianco.

Visitiamo poi il lago Graevatn, un laghetto verde formatosi in un antico cratere, l’area geotermale di Seltùn, e il grande lago di Kleifarvatn (tutti sulla strada 428). Nonostante non si la prima area geotermale che visitiamo restiamo stupiti da quante forme possano assumere ed essere sempre diverse.

Torniamo sulla 427 e ci dirigiamo verso la Blue Lagoon. Purtroppo è tutto pieno e non ci è possibile entrare, facciamo un giro nei dintorni, ed arriviamo fino al caffè della struttura da cui si possono vedere le vasche. Tutto sommato siamo contenti di essere stati a Jarbodin, dal punto di vista della vasca e dei dintorni non ha nulla da invidiare alla Blue Lagoon anche se con meno lustro.

Torniamo sulla 425 per completare il giro della penisola, visitiamo l’area geotermale di Gunnuhver, il faro di Reykjanesviti e arriviamo fino al ponte che collega la placca tettonica europea con questa nord americana.

Da lì con la strade 44 prima e 41 poi andiamo verso Reykjavik per imboccare la strada 1 che in un’oretta ci riporterà a Selfoss e così chiudiamo anche il cerchio di questa parte meridionale.

9 agosto

Chiudiamo in bellezza questa tour dell’Islanda prima di raggiungere Reykjavik con il circolo d’oro.

Partiamo presto per cercare di visitare la zona con calma prima della grande affluenza, per lo stesso motivo decidiamo di non seguire la sequenza indicata dalla guida ma di visitare per prima cosa Geyser.

Arriviamo sul posto che sono da poco passate le 9 e abbiamo tutto il tempo di girare con calma questa zona così particolare e di assistere diverse volte allo spettacolo del cratere Stokkur che ad intervalli più o meno regolari stupisce tutti con getti d’acqua alti fino a 30 mt. Saliamo sulla sommità del monte che sovrasta l’area per godere di una bella visione d’insieme. Dopo più di un’ora ripartiamo alla volta di Gulfoss. Per fortuna anche qui c’è ancora poca gente. Seguiamo tutta la passerella fino ad arrivare a ridosso della cascata. È davvero bella, diversa da tutte quelle vista finora ma ancora spettacolare.

Lasciamo Gulfoss diretti al lago Laugarvatn percorrendo la strada 37 a ritroso. Passando da Geyser notiamo che il parcheggio si è riempito e c’è molta gente, abbiamo fatto la scelta giusta!

Il lago Laugarvatn lo vediamo solo dalla strada mentre passiamo in auto. In zona non c’è nulla da visitare se non due piscine geotermali.

Ci dirigiamo allora verso Pingvellir. Non sappiamo bene cosa aspettarci da questa zona e restiamo piacevolmente sorpresi. È un posto ricco di storia che esercita su di noi un grande fascino. Seguiamo i camminamenti verso i vari siti, l’Alpingi, il ponte che collega le placche, la piccola chiesa, ecc… leggendo le spiegazioni sulla nostra guida. Per ultima raggiungiamo la cascata Oxararfoss. Lasciamo il luogo che è già metà pomeriggio. Ci abbiamo messo ben più delle 4 ore consigliate per vedere tutto il circolo d’oro. Non ci resta quindi che dirigerci a Rejkyavik dove riconsegneremo al noleggio la nostra fedele C3,con cui abbiamo macinato quasi 3500 km, e dove staremo per i prossimi 2 giorni prima del nostro volo di rientro.

10 agosto

Ci svegliamo con calma nell’appartamentino che abbiamo affittato per queste 2 notti con Airbnb. È centralissimo e davvero carino. Oggi possiamo dedicarci con tutta calma alla visita della città. Per non tralasciare nulla seguiamo il percorso proposto dalla nostra fedelissima Lonely Planet. Purtroppo il cielo è coperto ma per fortuna non piove. Cominciamo il giro dal laghetto Tjornin e visitiamo la city hall e il vecchio porto. Da lì, vista la vicinanza ci dirigiamo al centro culturale Harpa. Un gioiello dell’architettura, che, affacciato sul porto, con le sue pareti in vetro sfaccettato rifletta la luce e l’ambiente circostante in modo davvero particolare. L’interno è in parte visitabile in maniera autonoma. Sono comunque previste visite guidate in diversi orari.

Da lì in pochi minuti si raggiunge il Solfar, monumento simbolo della città, la scultura ricorda lo scheletro di una nave vichinga. Ci siamo poi incamminati verso il Perlan, una costruzione caratterizzata da una cupola, situata un po’ fuori città, che permette di avere una vista a 360° sui tetti di Reykjavik.

Terminata la visita al Perlan decidiamo di tornare a casa per uno spuntino. Dopo esserci rifocillati ripartiamo alla volta del parco Laugardalur dove passeggiamo per buona parte del pomeriggio visitando anche l’orto botanico.

Rientriamo verso il centro curiosando un po tra i meravigliosi negozi del centro prima di rientrare a preparaci per cena. Scegliamo tra le numerose proposte di cenare al Reykjavik Fish restaurant, al vecchio porto, dove gustiamo un ottimo fish&chips e del salmone alla griglia.

11 agosto

Purtroppo la fine del nostro viaggio è arrivata. Dopo colazione sistemiamo con calma i nostri bagagli e ci dirigiamo verso la fermata dell’autobus per prendere lo shuttle che ci porterà in aeroporto. Esistono diversi compagnie che offrono questo servizio. Noi ci siamo affidati alla compagnia Grey Line, i cui bus partono dal centri città, vicino all’ Harpa. Per comodità abbiamo scelto di comprare i biglietti il giorno prima, scegliendo l’orario migliore per noi.

In circa 45 minuti siamo giunti all’aeroporto, dove abbiamo imbarcato i bagagli in pochi minuti con il servizio di check in fai da te.

Abbiamo approfittato del tempo a nostra disposizione prima dell’imbarco per pranzare.

Dopo 14 giorni, 12 alloggi diversi, 3500km percorsi in auto, più di 200km a piedi, il nostro viaggio si conclude, con la certezza che in un futuro ritorneremo a visitare questa terra straordinaria…magari in inverno!

Annalisa e Mirko



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche