È il viaggio più impegnativo d’Europa, ma quest’isola va vista almeno una volta nella vita: ecco come partire al meglio per l’Islanda

Panorami mozzafiato e natura selvaggia, un posto meraviglioso
Scritto da: Elle67
È il viaggio più impegnativo d'europa, ma quest'isola va vista almeno una volta nella vita: ecco come partire al meglio per l'islanda
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Qualche info generica sull’Islanda: noi siamo stati 15 giorni, ultima settimana di luglio e prima di agosto. Abbiamo cambiato hotel quasi ogni notte e fatto il giro in senso antiorario con un paio di puntate nelle Highlands. In questo modo siamo riusciti a vedere tutte le zone, capire cosa ci piace di più e dove vorremmo tornare (in teoria l’idea era vedere tutto e poi pensare ad altri viaggi ma ci siamo talmente innamorati che non vediamo l’ora di tornarci).

Se si vuole andare nelle Highlands è obbligatoria la macchina 4×4 / AWD, non puoi fare le F roads se non ce l’hai, indipendentemente dalla difficoltà della strada.

Meteo

Il meteo è la variabile fondamentale. Io sapevo che dovevo avere cose anti vento, anti acqua, che il tempo è spesso inclemente, cambia senza preavviso, ma non pensavo fosse così duro! Essenziale avere sempre un piano B, se ti alzi la mattina e le previsioni sono brutte ci sono cose che non puoi fare. Ad esempio dei lunghi trekking nelle highlands o in cime alte, anche se non sono altissime sono spesso in mezzo alle nuvole quindi rischi di non vedere assolutamente nulla e metterti anche in pericolo (massi che si staccano, sentieri ripidi e scivolosi o altro). Ho visto gente che scendeva dalle scale sedere a terra perchè non riusciva a stare in piedi. Noi ci siamo fatti 7 ore di auto (di cui 5 di buche) tra andata e ritorno per non poter neanche uscire dalla macchina per il vento gelato misto pioggia. Ah, occhio a come si apre la porta della macchina, ci sono avvisi su tutti i finestrini, si rischia la rottura delle cerniere e di prendere a sportellate le auto vicine e in questi casi l’assicurazione non paga.

Se lo rifacessi non cambierei hotel ogni notte, starei almeno due o tre giorni in ogni posto proprio per avere la possibilità di cambiare programma all’ultimo minuto.

Ad esempio le spiagge per me danno il meglio proprio con il brutto tempo: il mare in tempesta, il cielo grigio sulla spiaggia nera, sono una meraviglia. Per la cascate è indifferente tanto ti bagni comunque. Invece i trekking nei canyon, nelle gole, sulle cime, devono essere fatti con un tempo decente.

Noi abbiamo trovato un’estate molto piovosa, le temperature in generale erano tra gli 11 e i 15/16 gradi, ma il vento fortissimo e la pioggia li fanno sembrare molti meno.

Hotel e pernottamenti

i siamo trattati bene nel senso che siamo sempre stati in hotel / b&b / guesthouse, unico must che avessero bagno in camera (spesso non c’era neanche la TV). Il livello in generale è basso ma i prezzi sono inimmaginabili, è un viaggio molto caro.

Ci sono tantissime persone che viaggiano con mezzi trasformati in camper, con la tenda sopra (non si può però dormire per strada, bisogna andare in campeggio, anche se abbiamo visto gente che non rispettava la regola), noi non ce la siamo sentita e siamo stati comodi. Devo dire che comunque in generale erano pulite, i letti comodi. Camere piccolissime (vai a capire perchè, con tutto lo spazio che hanno), essenziale avere poco bagaglio o poterlo lasciare in auto. Escluso Reykjavik non abbiamo visto un ascensore, le strutture hanno massimo due piani e si va a piedi (un motivo in più per limitare il bagaglio). In ogni caso, lo dico soprattutto per le donne, lasciate a casa borse, scarpe che non siano da trekking, accessori estetici, qualsiasi abbigliamento che non sia sportivo; non serve e non lo metterete.

Come vivere l’Islanda al meglio

Invece è essenziale avere due paia di ottime scarpe da trekking (meglio avere scarpe e calze di ricambio anche in macchina), giacca assolutamente impermeabile (magari sopra anche un poncho almeno per le cascate o quando piove a dirotto) e ci vogliono anche pantaloni impermeabili 100%, di quelli da mettere sopra altri pantaloni. Vestirsi a strati, io sopra per un paio di giorni ne ho avuti 5 e non sudavo!

Non serve cambiare valuta, con la carta di credito paghi anche i bagni (davvero!).

Dove mangiare in Islanda

Ristoranti ne abbiamo frequentati visti pochi, appena arrivati abbiamo fatto la spesa (Bonus, Netto, Kronan, gli altri meglio di no perchè sono molto più cari) e spesso ci siamo mangiati panini, frutta, biscotti e cose così a cena e anche a colazione (se non l’avevamo inclusa in hotel). In camera c’è sempre bollitore per caffè e tè. Tanto per dare un’idea, un hamburger costa 25/30 euro, una birra 10 euro, un secondo 35/40 e oltre euro, un caffè 4 euro, un gelato piccolo 8 euro e via così. La benzina oltre 2 euro al litro, i distributori sono rari, nelle Highlands quasi non ce ne sono, fare il pieno prima di avventurarsi. Nessuno beve acqua in bottiglia, io non bevo mai quella del rubinetto ma alla fine mi sono convertita perchè è veramente buona! Occhio però, solo quella fredda! Quella calda sa di zolfo! La cucina nei locali chiude a volte anche alle 20.30. Nella capitale sono un po’ più elastici.

In ogni caso spesso si è in zone così remote che non c’è nulla a meno di 20/30 km, meglio avere sempre cibo in auto

Paese sicurissimo. Abbiamo sempre girato con tutti i bagagli in auto in bella vista e non è mai successo nulla. Le bici sono appoggiate per terra non legate (a Reykjavik mettono dei lucchetti sottilissimi). I bagni li pagano tutti senza che nessuno stia a controllare. Un gran bel vivere, tutto molto rilassante!

Strade e pedaggi

Non ci sono strade a pagamento (meno male, almeno questo), tranne un tunnel vicino ad Akureyri che però si può anche evitare. I parcheggi invece si pagano sempre nei posti più famosi, ma bisogna considerare che poi non si paga la vista della cascata, della spiaggia, della gola. Spesso ci sono anche i bagni, in discrete condizioni.

Sulla strada principale, la Ring Road (number 1) il limite è 90 kmh, sulle altre scende, nei centri abitati arriva anche a 30, ho letto di multe prese quindi meglio rispettarli. Non ci sono molte piazzole per la sosta, le strade sono strette, spesso trovi pecore sulla carreggiata, bisogna fare attenzione alla guida anche perchè si è facilmente distratti dai paesaggi meravigliosi che si incontrano.

Le F-roads vanno da strade non asfaltate decenti a strade con guadi che si fanno solo con super jeep e sapendo come farli. La stessa strada un giorno è percorribile e il giorno dopo rimani a metà del guado (purtroppo succede continuamente e anche in questo caso l’assicurazione non paga).

Google Maps è abbastanza attendibile (non sempre) ma non sui tempi: lui considera che si vada sempre alla massima velocità consentita ma non è mai così, ci si ferma ogni volta che si può! Quindi stare larghi se si deve calcolare la percorrenza.

Guidare fuori strada è proibito!.

Le app fondamentali da scaricare prima di partire per un viaggio in Islanda:

  • safe travel iceland: info su chiusure stradali e condizioni strade
  • vedur: per le previsioni del tempo
  • faerd & vedur: per strade, meteo, webcam
  • my aurora forecast: ma a fine luglio è quasi impossibile vederla
  • belgingur.is: sito che mi dicono ottimo per il meteo ma solo in islandese

Ci sono siti (anche italiani) che descrivono bene tutte le F-roads, meglio cercare al momento quello più aggiornato. A fine luglio non è mai completamente notte. Se hai bisogno di buio totale per dormire portati una mascherina.

Infine, noi abbiamo fatto il giro in senso antiorario ma forse è meglio farlo in senso orario, sempre partendo dalla capitale, perchè le cose più stupefacenti per me sono quelle a sud est e quindi meglio vederle per ultime.

Km totali: 3581 in auto, 200 a piedi.

L’aria dell’Islanda ha un odore che da noi non si sente più, è così pura che quando tira il vento e ti entra nel naso pizzica come quando ti entra l’acqua salata!

La natura va rispettata! Mai dare da mangiare agli animali, non guidare fuoristrada e non camminare fuori dai percorsi, non rincorrere le pecore, non portarsi via sassi o pezzi di lava, non andare nelle aree di nidificazione (tra l’altro le starne artiche sono veramente cattive e vi attaccano se siete vicini ai loro nidi), non avvicinarsi a volpacchiotti o cuccioli di foca. Se la natura qui è così meravigliosa è anche perchè non si vede l’effetto deleterio dell’uomo, cerchiamo di mantenere questo paese!

Le mie descrizioni si riferiscono al momento in cui ci sono stata io, poche settimane prima o dopo il paesaggio può essere totalmente diverso (o il posto irraggiungibile). 48 ore dopo che noi siamo passati da Vik un’inondazione ha distrutto la Ring Road e per due giorni è stato impossibile andare da Vik a nord (si poteva andare solo attraversando l’Islanda al centro, con un 4×4 e almeno 7/8 ore di auto).

Cercherò di fare un riassunto veloce del nostro viaggio.

Diario di viaggio in Islanda

Giorno 1 – 22 luglio

Ritiro auto, spesa.

Stori Hrutur Viewpoint (percorso verde) per vedere l’eruzione del 2021 del vulcano Fagradalsfjall. Siamo arrivati quasi in cima ma abbiamo dovuto rientrare per il vento tremendo, non si stava in piedi. Siamo stati quasi 3 ore. Non c’era quasi nessuno.

Cratere Kerid Crater: bei colori, camminata facile, in 30/40 minuti vedi tutto. Abbastanza gente.
Cascata Gullfoss: bella! Meglio vedere prima la parte sopra perchè quando scendi ti bagni inevitabilmente. Bel negozio in cui si possono comprare cose di abbigliamento che mancano. C’era un sacco di gente. Tempi: un’ora circa.

Geysir: camminata facile, mezz’ora. C’è anche un sentiero più lungo ma noi non l’abbiamo fatto.

Giorno 2 – 23 luglio

Dovevamo fare il trekking lungo nella Hveradalir Thermal Area. Abbiamo guidato 3,5 ore su strade terribili (F35 and F347) ma quando siamo arrivati (1000 metri di altezza) il tempo era orrendo, non si riusciva ad uscire dall’auto. Siamo stati lì più di un’ora, vedevamo gente che ci provava, usciva e dopo 10 minuti rientrava.

Il posto credo sia meraviglioso… peccato. Lezione imparata: il meteo è fondamentale!

Giorno 3 – 24 luglio

Oggi molte cascate: Seljalandsfoss (molto alta, divertente perchè ci cammini dietro, effetto come fare la doccia vestiti), Gljufrabui (devi fare un passaggio stretto in un piccolo torrente ma la vedi abbastanza bene anche da fuori). Skogafoss, anche questa molto alta e grande. Alla sua destra ci sono delle scale che salgono in cima, fatele, il panorama è bellissimo! Ci si può fermare lì ma vale la pena fare almeno una parte del Fimmvorduhals trailhead, un trekking lungo oltre 20 km. Noi volevamo farne solo i primi 7,5 km ma la visibilità era pressochè nulla e abbiamo camminato solo un po’ risalendo a lato della cascata. Paesaggio meraviglioso.

Spiagge nere di Vik. Da sole valgono il viaggio! Il tempo era grigio e questo le rende particolarmente belle, con il sole non rendono così anche se sono sicuramente più piacevoli.
Reynisfjara era pienissima di gente! Occhio, guardare il semaforo quando si entra per capire dove non si può camminare, ci sono onde pericolose e sono morte delle persone, anche quando il mare sembra calmo. La grotta di basalto è da sogno.

Dyrholaey: anche questa meravigliosa, sia la spiaggia che il promontorio in cui c’erano tantissimi puffin a un metro di distanza. Purtroppo ci siamo persi altre viste dall’alto perchè nebbia e pioggia non ti facevano vedere nulla.

Endless black beach: abbiamo lasciato la camminata per la prossima volta per mancanza di tempo e poi eravamo stremati da pioggia e freddo.

Qui abbiamo capito che non avevamo l’abbigliamento adeguato e siamo andati a fare shopping a Vik, c’è un grande negozio che ha le cose giuste, era strapieno di gente!

Giorno 4 – 25 luglio 

Landmannalaugar. Un posto surreale: ci sono tre diverse strade per arrivarci. La F208 sud è solo per guidatori molto esperti con jeep grandi (magari la prossima volta facciamo un’escursione guidata perchè dicono che il paesaggio sia incredibile). Noi abbiamo fatto la strada 26 (venendo da Hella) e poi la F225, molto molto panoramica. C’è un guado, medio, era il nostro primo guado! Mi ripeto, controllare prima le condizioni aggiornate.

Il parcheggio va prenotato prima, atrimenti si rischia di non trovare posto. Al ritorno abbiamo fatto la F208 verso nord ma questa ha buche enormi e non è neanche panoramica, non la consiglio. Qua ci si può stare anche diversi giorni (dormendo in ostello o campeggio), in un giorno solo noi siamo riusciti a fare due trekking: Bláhnjúkur e di seguito Brennisteinsalda. Meglio non farli al contrario perchè la prima parte del Blahnjukur è molto ripida e quindi te la troveresti alla fine e in discesa. Io le parti ripide le preferisco in salita. Direi che è l’unica difficoltà. Ci abbiamo messo praticamente tutto il giorno ma abbiamo visto molto. Il paesaggio è unico al mondo. Ci sono anche dei trekking in piano e secondo me sono bellissimi anche quelli.

Appena si arriva comprare mappa al punto informazioni e chiedere consigli.

Giorno 5 – 26 luglio 

diamond beach

Al mattino avevamo prenotato (bisogna pensarci diversi mesi prima se si va in alta stagione) un’escursione per la camminata sul ghiacciaio. Bella esperienza.

Abbiamo approfittato della pausa pranzo per salire velocemente alla cascata Svartifoss ma è stata un po’ una corsa.
Pomeriggio giro in zodiac (gommone) al Jokulsarlon Glacier Lagoon per vedere gli iceberg e anche qualche foca. Stupendo panorama, lo zodiac va veloce ma è tutto molto sicuro e tranquillo.
Dopo ci siamo fermati nella Diamond beach, un posto incredibile! Meraviglioso!

Ci aspettava un lungo viaggio fino a Eskifjordur, il paesaggio qui è tutto bellissimo. Ad un certo punto c’è una riserva naturale dove c’erano centinaia di cigni (più piccoli dei cigni reali)! Attenzione, ci sono pecore che di notte dormono sulla carreggiata di fianco al guardrail…sono pazze! Ma forse perchè non passa nessuno? In 4/5 ore di auto abbiamo incrociato una manciata di macchine, appena esci dai posti famosi in strada non c’è più nessuno.

Giorno 6 – 27 luglio

Al mattino abbiamo visto altre due cascate, una in fila all’altra sullo stesso sentiero: Litlanesfoss e Hengifoss. Il sentiero è largo anche se pendente, ma molto fattibile. Sono cascate particolari, e in fondo si vedono i vari strati di cui è fatta la montagna, il paradiso dei geologi!

Poi Studlagil Canyon, altro posto incredibile con le colonne di basalto e l’acqua turchese. Qui c’era abbastanza gente. Abbiamo dovuto usare le nostre reti anti insetti, c’erano un sacco di moschini fastidiosi.

Giorno 7 – 28 luglio

dettifoss

Abbiamo iniziato con il lato est di Dettifoss, prima delle 9 c’eravamo quasi solo noi. Questo lato è molto bello perchè puoi camminare molto vicino alla cascata e risalire fino a vedere Selfoss, altra cascata molto particolare. Il sentiero si muove in mezzo a grandi rocce, bisogna fare attenzione ma è segnato bene e non pericoloso (occhio, se avete bambini piccoli dovete essere molto sicuri che non correranno a buttarsi nell’acqua, non ci sono protezioni – direi che non ci sono barriere insormontabili da nessuna parte).

Ci siamo stati un’ora abbondante.

Poi siamo andati al Parking Hafragilfoss, c’eravamo solo noi, un terreno di un rosso intenso, con vista sulla valle della cascata.

Abbiamo quindi guidato fino al lato ovest di Dettifoss. Qui il sentiero è fatto di assi di legno, molto più facile, e ci arriva la strada asfaltata, quindi era strapieno di gente! Effetto wow assicurato all’arrivo ma a me è piaciuto di più camminare in solitudine dall’altra parte.

dettifoss

Poi ci siamo spostati al Viti Crater che ha dei colori incredibili, bisogna vederlo e si fa in fretta.

Lì vicino ci sono i campi di lava che iniziano al parking Leirhnjokur. Subito non ci sembrava nulla di speciale, ma abbiamo fatto il giro in mezzo alla lava (ma sempre seguendo il sentiero, camminare sulla lava è proibito) che arriva alla bocca del cratere e devo dire che visto da vicino fa un po’ impressione. Ci sono fumarole anche qui. Peccato che il sentiero (all’inizio fatto da assi di legno) sia veramente in pessime condizioni, quasi pericoloso. Con tutto il giro ci abbiamo messo 1 ora e mezza.

hverir

Poi siamo passati alla zona di Hverir. Un sacco di fumarole, molto odore di zolfo, abbastanza grande, bello, da vedere! Abbiamo voluto fare anche il giro in alto ma siamo partiti dalla parte sbagliata e nella discesa ci siamo trovati un pezzo ripidissimo che ci ha messo in difficoltà. Se volete farlo, salite dalla parte più lontana dalla Ring Road (c’è un cartello che dice di non salire se piove perchè è troppo scivoloso).

Andando verso Laugar abbiamo trovato un paesaggio nuovo e diverso, molto verde e con tanti alberi, che non avevamo quasi visto finora.

Giorno 8 – 29 luglio

hverfjall

Il giorno inizia con la salita al Hverfjall Volcano Trail. Alle 9 c’eravamo quasi solo noi ma quando siamo scesi 90 minuti dopo c’era la fila!

È bello alto e il panorama (ammesso che ci sia bel tempo) arriva a chilometri di distanza. Se invece è brutto non fate tutto il giro, ci vuole un sacco di tempo. Basta salire, vedere l’interno e tornare giù.

Grjotagja: interessante! Una piccola grotta con acqua calda ma non balneabile. Bello vedere anche la terra spaccata da terremoti ed eruzioni lì attorno, molto bello e si vede in 30 minuti.

Anche a Godafoss abbiamo visto i due lati della cascata, qui li puoi fare senza spostarti con la macchina perchè c’è un ponte.

Sulle cascate posso dire che un po’ tendi a confonderle ma in realtà ognuna ha la sua particolarità. Noi abbiamo fatto le più famose, dicono che ce ne siano circa 10.000!

Quindi, dopo una settimana, abbiamo rivisto una città, Akureyri.

Per evitare il tunnel a pagamento e sfruttare la nostra AWD car abbiamo scelto la strada 832: c’è un piccolissimo guado ma è molto bella, immersa nel verde, eravamo solo noi e le pecore.
Akureyri è piccolina ma molto carina. Vale una passeggiata. Dentro all’edificio HOF si può fare incetta di materiale turistico.
Vale la pena fare uno stop veloce a Laufas per vedere le case con i tetti d’erba.

Giorno 9 – 30 luglio

Husavik invece non è molto bella, ma sembra il posto migliore per il whale watching (che si può prenotare comodamente online, come su Civitatis, per circa 85 euro a persona). Siamo stati fortunati, mare calmo, no vento, no pioggia, tante balene viste! Ma va a fortuna, non dipende solo dalla bravura dell’organizzatore. Può capitare di non vedere niente..

Poi avevamo un lungo viaggio per arrivare alla Snaefellsnes Peninsula. Non c’era nulla che ci interessasse lungo il percorso tranne Hvitserkur che però non mi ha particolarmente colpito. C’erano moltissime foche nella spiaggia di fronte ma troppo lontane per poterle vedere discretamente. Questa parte dell’Islanda è forse quella che ci ha colpito di meno. Purtroppo per mancanza di tempo abbiamo dovuto saltare in toto i West Fjords. Abbiamo dormito a Stykkisholmur, paesino minuscolo ma molto carino!

Giorno 10 – 31 luglio

djupal

Iniziamo dal Kirkjufell e ce lo vediamo bene da tutte le prospettive. In effetti è particolare ma è pieno di gente. Poco oltre ci sono infinite sterne artiche, c’è una colonia di nidificazione. Meglio non scendere dalla macchina.

Giriamo per bene tutta la penisola avventurandoci su strade sassose, arriviamo a Skardsvik Beach. Qui la sabbia è giallo/rossa e con le grandi pietre nere fa un bel contrasto! Poi Svortuloft, il piccolo faro arancione.

Volevamo salire al Saxholl Crater ma si vedeva gente che non riusciva a scendere dal vento, ci torneremo il giorno dopo.
Invece la Djupalonssandur beach era più affrontabile e ci siamo goduti il mare il tempesta dalla meravigliosa spiaggia di ciotoli neri con il relitto (pezzi di ferro arrugginito sparsi un po’ avunque) della nave naufragata.

Ci siamo fatti il trekking che va verso Dritvik, bellissimo! Si arriva ad una baia con una casetta arancione che sembra finta…

Poi stop veloce al faro Malariff lighthouse dopo abbiamo visto un cucciolo di volpe artica nel parcheggio che leccava qualche cibo caduto a qualcuno.
Molto bello anche il Londragar View Point.

Giorno 11 – 1° agosto 

saxholl

Siamo tornati sul Saxholl Crater, scale facili, vista carina, merita una puntata.

Volevamo salire in macchina sul ghiacciaio Snaefellsjokull ma era quasi sempre coperto da una nuvola, anche se il paesaggio sembrava molto bello c’erano avvisi che dicevano che causa le piogge e il vento degli ultimi giorni era meglio evitare i dirupi, quindi abbiamo lasciato perdere.

Invece abbiamo fatto una bella camminata ad Arnastapi, belli il ponte di pietra e la zona lì attorno, con più tempo a disposizione avremmo fatto tutto il percorso da Hellnar.
Raudofeldsgia è una gola molto bella e molto verde, non è necessario entrare nel torrente, si vede anche dal parcheggio.

Budakirkja è quella piccola chiesetta nera, uno dei simboli dell’Islanda. Molto carina, molto molto! Lì vicino c’è anche una bella spiaggia.
Siamo passati dalla spiaggia delle foche Ytri-Tunga ma ne abbiamo viste solo un paio, però molto statiche e lontane.
Gerduberg invece è una cavolata pazzesca. Una fatica bestiale per salire, affondando nel fango e con il terrore di non riuscire poi a scendere, e quando arrivi su non c’è assolutamente nulla! La vista migliore sulle colonne di basalto è quella dal parcheggio.

Infine una pausa veloce ad Akranes solo per vedere la vecchia nave Hofrungir AK 91 e il faro. Poi arrivo a Reykjavik.

Giorno 12 – 2 agosto

Per prima cosa siamo andati al Pingvellir National Park, abbiamo visto la cascata Oxararfoss e il primo luogo in cui si riunì il parlamento islandese. Forse è interessante fare sub (rigorosamente con muta stagna perchè l’acqua ha una temperatura di un paio di gradi) tra le due faglie (per la sua temperatura l’acqua è la più limpida al mondo) ma a noi non interessava. Abbiamo fatto il tour gratuito con il ranger e ci è piaciuto molto, lo consiglio! Il posto in generale però è interessante storicamente ma non ha il paesaggio sensazionale di altri luoghi.

Poi siamo passati da Gunnuhver, altra zona interessante e dalla zona del Reykjanes Lighthouse, posto bellissimo! Panorama mozzafiato sul mare e una volta di più ti rendi conto di quello che può fare un terremoto! Molto interessante. Molto carino anche il bar appena aperto che gestisce la “signora del faro”: da mangiare c’è poco ma il posto è incantevole e lei sarà felice di rispondere alle vostre domande.

Non volevamo finire il viaggio senza vedere la lava fresca, quella del 2024. Siamo arrivati alla Blue Lagoon e abbiamo visto il campo di lava più recente e i muri costruiti per proteggerla. Abbiamo fatto un po’ di fatica perchè ci sono delle strade chiuse e Google Maps tende a farti fare dei giri assurdi. A Grindavik invece (la città che è stata distrutta) giustamente non si arriva, le chiusure sono ben segnalate e vanno rispettate.

Giorno 13 e 14 – 2 e 3 agosto

Infine Reykjavik. Io la farei alla fine del viaggio, perchè così ci si riabitua ad una vita normale gradualmente. Non so come avrei fatto a ritrovarmi dai campi di lava alle strade cittadine in 24 ore!

La città è carina ma piccola, abbiamo fatto la loro card e in due giorni abbiamo visto un sacco di musei e fatto decine di km sulle sue strade. Il museo fallologico l’abbiamo lasciato per la prossima volta. Raccomandatissimo il walking tour con City Walk, la nostra guida era un ragazzo islandese simpaticissimo e bravissimo (Asi), è stato fantastico!

Capisco che non si può visitare un paese senza vedere neanche una città, neanche la capitale, ma la natura islandese è talmente spettacolare e incredibile che io mi concentrerei su quella e lascerei stare le città, magari una giornata ci sta ma non oltre.

Ottima la vita notturna con tanti posti con musica dal vivo!

Infine, non so ancora quando andremo la prossima volta, bisognerà fare un po’ di economia prima. Ci mancano tutti i fiordi dell’ovest e sicuramente vorrei fare qualche trekking molto interno, magari facendomi accompagnare con una superjeep. Per me sono paesaggi sensazionali anche quelli del vulcano Askja, del Maelifell, del Canyon Hafrahvammagljúfur. Forse proverei un’altra stagione per vedere colori diversi ma in tal caso all’interno non si va, le Highlands sono praticabili solo un paio di mesi all’anno.

In ogni caso, l’Islanda mi è entrata dentro e non se ne va….esiste il mal d’Islanda?

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