India del sud: un viaggio on the road tra colori, gioia e spiritualità
Uno dei paesi più grandi al mondo, certamente il più popoloso. L’India del Sud, tra l’enormità delle proposte di questa terra che è un vero e proprio continente, offre l’opportunità di un viaggio unico all’insegna di colori, gioia e spiritualità. Ecco il racconto (e i consigli) di viaggio.
Indice dei contenuti
India del Sud. Diario di viaggio
23 dicembre, sabato – Il volo
Volo Milano-Istanbul (bellissimo aeroporto) con l’ottima Turkish Airlines e poi Istanbul-Mumbai con IndiGo (compagnia low cost indiana); 640 euro a testa il biglietto a/r comprato a maggio 2023. Giunti all’alba a Mumbai, sostiamo al Niranta Airport Transit Hotel dove ci riposiamo qualche ora prima del volo interno (50 euro a testa, con IndiGo) per Hubli, nel centro-nord del Karnataka.
24 dicembre, domenica – Badami
All’aeroporto ci accoglie il driver (Bhaskar) con la sua Suzuki Ertiga (1.230 euro, compresi pedaggi e benzina) che abbiamo prenotato con la Swagatam Tours (grazie all’amica Eda per avercelo segnalato). Da subito ci abituiamo al concerto senza tregua dei clacson. Del resto sul retro di ogni autobus e camion compare la scritta Sound Horn e anche Horn OK please; Vuoi superare? Suona, così mi sposto! Anche questa è India.
Arriviamo a Badami poco prima del tramonto; è il momento migliore per la visita del sito poiché le quattro grotte, scavate in rocce di arenaria con al loro interno i templi, si colorano di rosso ruggine. Sono giorni di festività ed abbiamo da subito un grande incontro con la folla. Il turismo internazionale in questa area è assente e tutti vogliono fare foto con noi, ci chiedono da dove veniamo e cosa facciamo; tutti molto rispettosi, incuriositi e divertiti, e noi anche.
Completiamo la visita andando verso il sottostante lago Agastya Theertha le cui sponde sono punteggiate da un gruppo di templi altrettanto belli. In mezz’ora raggiungiamo il Wada 1 Aihole, bellissimo hotel nella omonima cittadina.
A cena ecco il primo impatto con la cucina indiana. In teoria nel Karnataka lo spicy dovrebbe essere una via di mezzo tra il più tranquillo nord ed il Kerala, dove è il piccante più forte. Nella realtà il ristorante dell’hotel offre una cena a buffet vegetariana ma, per noi, bella tosta per cui spizzichiamo Naan (pane) e dolci tipo il Kheere rice pudding (riso e latte).
25 dicembre, lunedì – Aihole e Pattadakal
È Natale, ci sono 32 gradi ed anche se sono sopportabili, qualche sosta all’ombra ci vuole. Ad Aihole, area con ben 125 templi, si distinguono il particolare il tempio di Durga con planimetria a forma abisdale ed il Lad Khan Mandir. Prima di fare rientro al resort, visita alla grotta Ravanaphadi Cave con una splendida rappresentazione di Shiva Nataraja (il re della danza).
Nel pomeriggio, dopo il relax, andiamo a Pattadakal. Gli artigiani hanno utilizzato Aihole come laboratorio per sperimentare l’architettura scavata nella roccia per poi passare alla costruzione dei grandi templi di Pattadakal, una decina, a partire dal Virupaksha temple. Una sosta prolungata è all’interno del tempio con il toro Nandi dove è in corso una cerimonia. Un paio d’ore ci sono sufficienti per visitare il sito.
26 dicembre, martedì – verso Hampi
Arriviamo ad Hampi verso mezzodì. Staremo tre notti alla Prajwal home stay che scegliamo per motivi: attenzione al budget ma anche alla logistica. Hospet è il centro più grande, con diversi hotel, ma tra andata e ritorno ci vuole un’ora di auto per raggiungere il sito archeologico. In località Kadirampura invece ci sono diverse home stay e a/r sono venti minuti. Tramonto al Malyavanta Raghunathaswamy Temple.
Alla sera siamo al tempio principale di Hampi: il Virupaksha. All’entrata una distesa di lumini e tanta gente che un po’ prega, un po’ è accampata con il sacco a pelo a dormire sotto le stelle. Poco più avanti, è in corso una cerimonia con l’elefante di casa (Lakshimi). Un’imbarcazione piena di fiori ed illuminata percorre il bacino accanto al tempio e alcuni si tuffano in segno di devozione; sarà una delle esperienze più emozionanti di tutto il viaggio.
27 dicembre, mercoledì – visita di Hampi
Ravi sarà la nostra guida per i due giorni di visita, a 40 euro al giorno; sarebbe altrimenti arduo scoprire il vasto sito in autonomia. Ravi, in un fluente inglese, ci racconta di storia, archeologia ma anche di vita contemporanea. Non sempre prendiamo guide, ma qui è fortemente consigliata. Studiando il viaggio nei mesi precedenti, avevo predisposto la mappa di Hampi in quattro zone corrispondenti alle quattro mezze giornate di permanenza. Ravi ha riveduto e corretto la proposta ottimizzando percorsi e tempi, ed alla fine siamo riusciti a vedere quello che volevamo.
Il caldo si fa sentire con i suoi 33 gradi per cui si procede con calma, con il racconto di Ravi in sottofondo. Per il trasferimento tra un punto ed un altro, ci pensa Bhaskar, il driver. Considerando il caldo, i saliscendi ed il terreno spesso sconnesso, sconsiglierei le biciclette; meglio il taxi od il tuk-tuk. Quello che vediamo è bellissimo e data l’estensione, sono 30 kmq, i visitatori sono ben distribuiti per cui spesso siamo soli a gustarci i templi ed i panorami delle colline circostanti.
A mezzodì siamo al Mango Tree dove, con l’aiuto di Ravi, riusciamo ad assaggiare ottimi piatti di verdura. Qui cambiamo euro in rupie poiché altrimenti dovremmo andare sino ad Hospet. Effettuata la seconda parte di visita come da programma, rientriamo alla home stay sostando per acquistare banane, patatine, Coca Cola e biscotti, per un totale equivalente di neanche due euro.
Alla home stay abbiamo un bel terrazzino dove ci riposiamo dopo la doccia. Ci sono 26 gradi e zero zanzare. A cena siamo, ebbene sì, all’Italian Coffe; gestito da indiani che ci preparano tra le altre cose una buona pizza. Al nostro tavolo invitiamo un ragazzo tedesco, viaggiatore solitario come tanti che incontreremo durante il viaggio, che è qui per studio e per girare sinché non si stufa; beato lui.
28 dicembre, giovedì – visita di Hampi
Dopo la colazione alla home stay, partiamo per la seconda giornata di visite. Arriveremo sino al Tungabhadra River, senza però né fare il giro in barca né provare l’esperienza sulle coracle boat, barche tipiche circolari, perché non ci sembrano così interessanti. Il fiume è molto bello e ci fermiamo sulla riva rocciosa ad ammirare il lavaggio dei panni e scolaresche che fanno il bagno; un sinistro cartello ‘attenzione coccodrilli’, non sembra preoccupare alcuno.
Nel pomeriggio concludiamo la visita al Virupaksha temple, da dove tutto era iniziato. Alla sera siamo ancora all’Italian Coffe ma questa volta ordiniamo crispy chicken, paneer butter masala e patatine fritte.
29 dicembre, venerdì – verso Chickmagalur con sosta a Chitradurga
In tre ore arriviamo al forte di Chitradurga che, molto esteso, ha un curioso tratto iniziale fatto a zig-zag. Un free climber in pochi secondi raggiunge la parte più alta delle mura e, una volta disceso, ci mostra orgoglioso le sue scarpe made in Italy; almeno per questo, ma anche per l’agilità con cui si arrampica, merita 100 rupie (1 euro).
Verso Chickmagalur il paesaggio cambia, in meglio. Prima piantagioni di banane e poi caffè e tanto verde prendono il posto del più arido e desolato paesaggio. La città stessa è molto carina. Staremo due notti al Siri Nature Roost che dista alcuni chilometri dal centro con camere molto belle e spaziose anche se c’è umidità poiché immerse nel verde.
30 dicembre, sabato – visita di Belur ed Halebidu
Belur ed Halebidu sono due gioiellini, assolutamente da visitare. Di Belur ci colpisce la bellezza dei templi e soprattutto la finezza delle decorazioni. La pietra soffice utilizzata per le sculture ha permesso di produrre 20.000 decorazioni in cento anni; fortunatamente nel tempo questi piccoli capolavori si sono mantenuti molto bene. Halebidu è un po’ più esteso ma anch’esso una gioia da visitare.
Passiamo attraverso un paesaggio molto bello con alberi, laghetti e villaggi rurali; la strada si snoda tra le coltivazioni. Ci fermiamo incuriositi di fronte ad un villaggio dove degli uomini stanno silenziosamente addobbando di fiori colorati e ghirlande una portantina; stanno preparando una cerimonia funebre.
Rientrati a Chickmagalur facciamo una camminata nella via principale dove ci sono diversi negozi di caffè e ne compriamo alcune confezioni. Ci sono anche diversi bar dove poter bere l’ottimo caffè assieme a pasticcini; una delizia.
31 dicembre, domenica – verso Mysore
Tre ore per arrivare a Shravanabelagola, tappa imperdibile. Sono 600 i gradini necessari per raggiungere la cima della collina dove si trova l’enorme statua dell’asceta giainista Bahubali; l’aria bella fresca ed il sole neanche tanto caldo facilitano la salita. I pellegrini sono numerosi ma il sito è stato ben architettato con una scalinata per la salita ed addirittura due scalinate per la discesa; volendo ci sono portantine a spalla. Dall’alto si gode di un’ottima vista su tutta l’area circostante ed in particolare sul bacino sacro che caratterizza la cittadina.
A Mysore arriviamo dopo altre tre ore e siamo al Pai Vista, un buon hotel nei pressi della stazione degli autobus dove staremo tre notti. Si è subito nel pieno della città e via al concerto dei clacson. Quando si fa buio il driver ci porta al Mysore Palace, palazzo storico e residenza reale, illuminato da 97.000 lampadine; uno spettacolo. Dopo cena a salutare il nuovo anno siamo sempre al Mysore Palace in compagnia di una marea d’indiani, godendoci interminabili fuochi d’artificio.
1 gennaio, lunedì – nei dintorni di Mysore
Ad un’ora a sud-est di Mysore arriviamo al tempio di Keshava a Somnathpur simile ai siti di Belur ed Halebidu, per cui se non si avesse tempo, questa tappa potrebbe anche essere saltata.
Imperdibile invece il Tipu Sultan’s Summer Palace, esempio di architettura indo-islamica, ad un’ora a nord di Somnathpur. La struttura è stata realizzata completamente in teak ed è ornata da pilastri, archi e balconi e tanti colori.
Tornati a Mysore, siamo alla collina di Chamundi ma il tempio è superaffollato poiché luogo sacro e c’è una coda di due ore per la benedizione di inizio anno; decliniamo. Anche il panorama non è un granché a causa della foschia. Uno spettacolo invece le scimmie che si arrampicano sulla struttura dell’ingresso del tempio e mangiano i filari di fiori messi per la cerimonia; tutta la gente, noi compresi, a ridere. Scendendo dalla collina sosta presso l’enorme statua del toro Nandi. Qui prendo una spremuta di canna da zucchero e limone; buona ma troppo dolce.
Non riusciamo invece a visitare Sua Vana Parrot Park dove ci sono 450 specie di pappagalli perché il parco è chiuso temporaneamente, ma non ci è chiaro il motivo. A cena siamo a The Old House, ottimo, con i dolci, strepitosi, curati da un cuoco che ha servito per anni sulla Costa Crociere.
2 gennaio, martedì – visita di Mysore
Al mattino visita del Palazzo Reale (Amba Vilas), uno dei palazzi più spettacolari al mondo. È un edificio di tre piani in granito grigio e marmo rosa. La guida, consigliata, in un’ora (per 5 euro) ci conduce attraverso le bellissime sale. Ad ottobre in occasione del festival più importante del Karnataka (Mysore Dasara, che dura dieci giorni), i prezzi triplicano, con turisti da tutto il mondo. Mysore è anche uno dei punti di riferimento mondiale per lo yoga e con i suoi 400 centri è meta di insegnanti che seguono corsi di formazione.
Per pausa uno spuntino a base di Chakli (fritto a base di farina di riso e burro), banane e biscottini. Nel pomeriggio visita del Devaraja Market dove ci soffermiamo nella zona della frutta prima e soprattutto in quella dei fiori poi, da non perdere; montagne di piccoli fiori freschi colorati, utilizzati per preparare addobbi per feste e matrimoni. Dopo un’ora staremmo ancora lì a far fotografie, ma gli acquisti, braccialetti ed oli essenziali su tutti, ci portano a completare il giro.
3 gennaio, mercoledì – si va in alta quota
Partiamo alla volta di Ooty, unica tappa nel Tamil Nadu ed impieghiamo tre ore e mezzo per raggiungerla. Attraversiamo la Mudumalai Tiger reserve dove sulla piacevole strada, incrociamo cerbiatti, bufali ed elefanti. A proposito di tigri, Bahskar ci dice che, passando spesso di qui, ha visto per tre volte delle tigri attraversare la strada; non oggi. Una sosta meritano le cascate di Pykara, che permettono di spezzare il ritmo.
Eccoci poi sul tratto finale, bello impegnativo per i nostri stomaci, a causa anche della fitta pioggerella, della poca visibilità e dei diversi lavori in corso; e comunque il driver non abbassa mai il piede dall’acceleratore né smette di farsi largo a suon di clacson. Arriviamo finalmente al Gem Park, un bel hotel che domina la cittadina di Ooty posta a 2.240 m s.l.m.. Ci sono 17 gradi, punto più freddo di tutto il viaggio. Tempo per posare le valige ed andiamo in visita prima al Giardino Botanico dove, con tutta l’acqua che viene, di verde c’è né in quantità, ma il periodo della fioritura è primavera. Poi siamo alla fabbrica del tè (chai in indiano) ed infine alla fabbrica del cioccolato; cacao importato ma prodotto finale delizioso. Sosta per comprare delle carote, buonissime e tipica produzione locale. La pioggia non smette per cui a metà strada verso la Top Hill decidiamo di tornare all’hotel dove a cena andiamo al ristorante cinese e mangiamo i migliori involtini primavera della nostra vita!
4 gennaio, giovedì – gita con il toy train
Escursione con il treno panoramico, per il quale abbiamo comperato anzitempo i biglietti (di prima classe, per 7 euro a persona) tramite la Swagatam Tours; al primo tentativo sul sito ufficiale delle ferrovie statali indiane la carta di credito mi era stata infatti clonata.
Il treno è molto bello e pittoresco , visto che una coltre di nubi ci accompagna per tutto il viaggio, ci divertiamo con i bimbi di due famiglie indiane. Dopo un’ora a Coonoor c’è Bashskar ad attenderci. Nel suo insieme la tappa ad Ooty si può ritenere comunque valida e paradossalmente il motivo principale per cui siamo saliti sin qui è stato il meno interessante, visto il meteo.
Alle 10.15 ci avviamo per il tappone più lungo di tutte le vacanze poiché raggiungeremo Munnar dopo sette ore (230 km). Attraversiamo due riserve molto belle; la Aanamali Tiger reserve (in Tamil Nadu) e la sua continuazione naturale nell’Anamudi Shola National Park (in Kerala).
Passato il centro di Munnar, dopo una mezz’ora arriviamo all’Elephant Passage; il più bel resort di tutto il viaggio, immerso nel verde, dove anche la cena – a base di verdure – sarà ottima.
5 gennaio, venerdì – la giornata del tè
Munnar, a 1.532 mt, è la capitale del tè e per trenta chilometri ci sono solo piantagioni. Avevamo anzitempo prenotato un tour organizzato con una 4×4 ma alla fine abbiamo utilizzato la nostra auto percorrendo la strada 18 che va verso il lago Mattupetty, sosta alla diga, e poi ancora verso la Top Station, che non raggiugiamo causa nubi. La giornata sino a quel punto è bella per cui ci fermiamo qua e là per fare fotografie alle sterminate e spettacolari piantagioni di tè.
Raggiunti i nostri obiettivi indichiamo a Bashkar di dirigerci verso Cochin, che dista tre ore e mezzo.
A Cochin siamo per due notti al Retrieve Health & Wellness che non è un granché, non è il più economico ma soprattutto è nel quartiere un po’ periferico di Ernakulam e per raggiungere Fort Cochin, tra canali e ponti, ci mettiamo trenta minuti tra taxi e ferry. Cena al Jetty Restaurant; ottimo pesce anche se i prezzi sono diversi da quelli a cui ci siamo abituati sinora. Avvistiamo le prime zanzare.
6 gennaio, sabato – visita della città coloniale
Cochin merita una visita per il suo quartiere coloniale. Bellissimo il Folklore Museum dove sono esposti 40.000 pezzi di una collezione privata. Il Mattancherry Palace non ci è sembrato invece molto interessante. Il Kerala è la regione più ricca dell’India, grazie anche alla sua multiculturalità. Il 20% degli abitanti in Kerala è cristiano, ci sono numerose chiese e soprattutto scuole cristiane. Una bella passeggiata tra lungo il mare a vedere i trabucchi e le reti cinesi; si potrebbe acquistare del pesce e farselo cucinare, ma è un’opzione che non ci convince.
7 gennaio, domenica – nelle backwaters
La tappa verso Alleppey è la più breve di tutto il viaggio, in due ore siamo al molo dell’houseboat Marvel Cruise. Le Kettuvallam sono imbarcazioni di 30 mt fatte con tavole di legno unite fra loro con corde in noce di cocco. A prua il timone con il conducente, poi la sala panoramica, a seguire le due stanze con bagno ed infine nel retro la cucina con il personale di bordo.
A mezzogiorno iniziamo il lento e silenzioso cammino tra i canali che con una rete di 900 km formano le backwaters. Basta mettersi sdraiati sulle poltrone ed ammirare il paesaggio completato dalle altre numerose houseboat. Una sosta per comperare il pesce (scampi e tiger prawns) per cena (prezzi elevati ma poi una bontà), un’altra sosta per i massaggi e per fare un giro esplorativo sul sentiero che corre lungo il canale; a destra il canale, a sinistra case, negozietti e poi più all’interno una fila di palme ed infine risaie e migliaia di uccelli. Spettacolo.
L’houseboat al tramonto ormeggia e prima dell’ottima cena (la migliore di tutto il viaggio) da lontano si sentono tuoni, ma poi tutto si risolve con una leggera e piacevole pioggerellina. Qui si vedono le zanzare e data anche l’umidità, ci ritiriamo in stanza dove c’è l’aria condizionata. Giornata di relax assoluto anche se una giornata va bene ma due sarebbero troppe.
8 gennaio, lunedì – verso Trivandrum e rientro a Mumbai
Dopo altre due ore di navigazione e la colazione salutiamo l’equipaggio e con Bhaskar ci dirigiamo verso Trivandrum dove in serata riprenderemo l’aereo per Mumbai. La strada, passando per Kollam, è il tratto più trafficato di tutto il viaggio anche per i lavori di costruzione della futura autostrada; meglio evitare il fai da te.
I 150 km richiedono più di quattro ore e facciamo una sosta a Varkala beach che si affaccia sul mar Arabico. Un’imponente scogliera sovrasta la spiaggia che si raggiunge con una ripida scalinata. Sul bordo della scogliera si affacciano diversi resort, molti ayurvedici, e negozi. Si respira un’aria particolare (ed anche molto umida). Salutiamo Bhaskar ed Air India (130 euro a testa), ci riporta a Mumbai dove siamo per due notti ancora nel comodo Niranta Airport Transit Hotel; ottima cena ed ottima camera.
9 gennaio, martedì – visita di Mumbai
Mumbai, abitata da 22 milioni di persone, è una città molto estesa e caotica ma, rispetto a quanto mi ricordo di aver visto 30 anni fa, mi sembra molto migliorata. Dall’aeroporto alla zona delle visite, situata al centro-sud della città, prendiamo prima un tuk tuk, poi un treno (1° classe, central rail) ed infine un taxi.
Il percorso ci porterà a visitare: Taj Mahal Hotel, Gateway of India, Colaba Causeway, Moschea di Haji Ali (attenzione agli orari dell’alta marea), Dhobi Ghat laudry, Chhatrapati Shivaji Terminus. Sosta all’ottimo Kitchen Garden Colaba.
Alla sera, cotti, ultima cena e poi volo di ritorno. Non sappiamo se sia stato il viaggio più bello di sempre, ma sicuramente il più divertente e gioioso. Namaste magica India.
Consigli pratici per visitare l’India del Sud
Visto
Un mese prima del viaggio per il visto elettronico (eTourist-travel); si ha risposta in un paio di giorni. Il costo è di 25 euro a persona ed una durata di 30gg dal quando si arriva in India.
Zanzare
Nessuna profilassi prima della partenza. Pochissime zanzare avvistate in Karnataka. Maggior presenza invece in Kerala.
Biglietti templi
Da 10 a 500 rupie; pochi euro a testa. Ci sarebbe un surplus per la macchina fotografica ma non ci è mai stato richiesto. Generalmente si paga un minimo per il deposito calzature.
Abbigliamento per accedere ai templi
Non è mai stato necessario alcun particolare accorgimento neanche per le donne. È vietato entrare nei templi con le scarpe, salvo quelli non consacrati. Abbiamo portato dei calzini, ma in qualche occasione ne abbiamo fatto a meno.
Macchina fotografica
Più che chiedere il permesso per fotografare le persone, sono le persone che ci hanno chiesto di essere fotografate, soprattutto in Karnataka. Nel cuore di alcuni templi di particolare importanza ed in presenza di sacerdoti, le fotografie non sono ammesse né gradite.
Meteo
Il clima è stato ottimo. Più bello in Karnataka, caldo (30-32 °C) e non particolarmente umido. Le due tappe ad alta quota, come previsto, sono state piuttosto fresche e piovose, ma con sprazzi di sole. In Kerala l’umidità è aumentata.
Telefonia
La compagnia consigliata è Airtel, ma non è possibile acquistare direttamente la sim, occorre un reference mobile number indiano; per noi il driver. In alternativa ci sarebbero le e-sim tipo Holafly.
Presa elettrica
Portati due adattatori universali (Amoner e Tessan). In India si usano le prese C, D e M (la C è come quella italiana a due fori), e quasi ovunque sono andate bene le nostre prese, per cui l’unico vantaggio degli adattatori è quello di avere cariche con più USB in contemporanea.
Libri letti per preparare il viaggio
- The Passenger – per esploratori del mondo – India (molto interessante)
- India del Sud – nella terra degli Dei – Pierpaolo di Nardo
- India – usi, costumi e tradizioni di Venika Kingslan