India on the road

Bengalore, Mysore, Hampi, Hospet, Thissur, Cochin, Mumbay, Dehli. Paesaggi fantastici, gente straordinaria
Scritto da: chiaretta Menegae
india on the road
Partenza il: 30/08/2013
Ritorno il: 16/09/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
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INDIA

dal 30 Agosto al 16 Settembre, 2013

30/08 partenza. Milano – Bangalore

31/08 Bangalore – Karnataka

01/09 Bangalore – Karnataka

02/09 Mysore – Karnataka

03/09 Hospet e Hampi – Karnataka

04/09 Bangalore – Karnataka

05/09 Thissur – Kerala

06/09 Cochin – Kerala

07/09 Peechi – Kerala

08/09 treno

09/09 Mumbay

10/09 Dharavi

11/09 Mumbay – Dehli

12/09 Agra – Tajmahal

13/09 New Dehli

14/09 New Dehli

15/09 Old Dehli

16/09 Old Dehli. Ritorno Dehli – Venezia

30/08

Partenza al mattino, volo Milano-Doha, Doha- Bangalore. Arrivo a Bangalore alle 4 di mattina. Appena scesi veniamo subito avvolti dalle caratteristiche tipiche dell’India: forti odori alternati ad altrettanto forti profumi. Ad accoglierci troviamo dei gendarmi vestiti di marrone chiaro con un fucile, probabilmente carico, portato a tracolla. Ci accingiamo all’uscita dove, ad aspettarci, c’era un nostro amico parroco indiano, laureato a Roma e ora direttore di un seminario di don Bosco. Saliamo nella sua gip per accingerci al seminario appunto; il tragitto è stato non proprio tranquillo, non sappiamo se a causa della sua guida (o meglio della guida pazza che tutti gli indiani hanno) o delle strade tortuose, piene di buche e lavori in corso segnalati da cartelli rotti o addirittura mancanti. Nei giorni seguenti abbiamo capito che trovare buche aperte, profonde anche metri, in mezzo alla strada, era la normalità. Arrivati in seminario ci siamo trovati senza corrente, ogni tanto capita che qualche albero caschi sopra i fili dell’elettricità, e per sistemarli ci vogliano ore.

31/08 BANGALORE

Siamo riusciti a riposare circa due ore, alle 7.00 eravamo già svegli per iniziare il nostro tour. Uno studente del seminario si è offerto di portarci a vedere due loro case di accoglienza per bambini di strada; abbiamo preso un “oto”, tipico motorino indiano a tre ruote simile alla nostra ape, che ci ha portato fino al mercato del piccolo villaggio; qui abbiamo preso la corriera locale (il tragitto è durato quasi 1 ora e mezza per fare circa 20 km!) fino al centro della grande città: Bangalore. L’impatto è stato abbastanza forte, centinaia di persone ovunque; bici, auto, corriere in ogni angolo di strada che suonavano di continuo. La guida indiana è cosi: infilarsi nel primo spazio vuoto e suonare tantissimo il clacson per evitare ogni pericolo. Bambini piccoli per strada da soli, barboni, vagabondi, giovani mamme. Scene di vita quotidiana che in Italia non si vedono. Nelle case di accoglienza c’erano una trentina di ragazzi dai 7 ai 15/17 anni, al nostro arrivo stavano mangiando del riso, seduti per terra. Ci ha stupito il fatto che il popolo indiano non usa forchette, è normalità usare le mani, per la precisione la mano destra. Ci offrono un piatto di riso con uova strapazzate e charry in abbondanza.

Nel pomeriggio giro per la città con l’aiuto del nostro libro/guida. Ci sentivamo un po osservati, avevamo tutti gli occhi puntati addosso probabilmente perché, non essendo luogo turistico, non c’erano turisti se non noi due. Visita veloce al palazzo del governo, giardino popolare, palazzo di giustizia. Nel tornare in seminario dovevamo prendere un autobus, arrivati in stazione c’erano centinaia di mezzi di trasporto fermi, altri che partivano. Dopo quasi due ore che aspettavamo invano il nostro bus e soprattutto visto il buio delle 20.00 di sera, abbiamo deciso di tornare con un “oto”. Un’ora di viaggio in un’ape con il fanalino che andava a intermittenza. Al nostro arrivo in seminario c’erano una decina di preti che ci aspettavano ansiosi e preoccupati in piedi sull’uscio della porta.

01/09

Al mattino visita in un villaggio vicino al seminario. Colazione con una cinquantina di suore che, proprio quel giorno, avevano il ritiro e incontro comunitario di tutta la regione Karnataka. Nel pomeriggio abbiamo girato a piedi per le vie del villaggio: fango, buche, bancarelle in mezzo alla strada, bambini che ci sorridevano e salutavamo, colori di ogni tipo e profumi di fiori e cibo alternati all’odore acre delle fogne a cielo aperto. Fantastico.

Ore 17.00 partenza per Mysore. Primo viaggio nell’indimenticabile treno Indiano. 2 ore di tragitto in 3° classe in mezzo ad un sacco di gente di ogni tipo e di ogni dove. Quasi tutto il tragitto lo abbiamo fatto con la testa fuori dalle porte che ovviamente sono sempre aperte e dove la gente, proprio come nei documentari, si aggrappa. Indescrivibile.

Arrivo in un altro seminario verso le 19.00 per cenare e dormire.

CIBO: Riso con charry e altre salse piccanti a base di verdure, biryani, bull heart (frutto esotico buonissimo, dolce con semi)

02/09 MYSORE

Il mattino seguente, visita all’imponente palazzo dei Maharajah di Mysore. Ore 19.00 partenza per Hospet. Il viaggio in treno è durato tutta la notte, e la cosa più emozionante è stato proprio dormire. Avevamo prenotato delle cabine, le cuccette erano separate le une dalle altre da tendine ed erano di sei letti, tre + tre.

03/09 HOSPET E HAMPI

Arrivo a Hospet, colazione con riso e uova, in una piccola scuola per bambini dai 5 ai 12 anni. Prendiamo l’autobus locale per recarci ad Hampi, un’intera collina piena di templi induisti del 1400 circa. Sembrava di essere tornati indietro nel tempo. Abbiamo noleggiato un “oto”, l’autista ci ha fatto da guida turistica fermandosi in ogni tempio e spiegandoci tutta la storia. Il più bello: il tempio in onore della dività Ganesh; all’interno, oltre che a decine di scimmie, c’era un elefante venerato dai fedeli induisti venuti; quest’ultimi porgevano una moneta e l’animale, dopo averla presa, appoggiava la proboscide sul loro capo in segno di benedizione. Abbiamo provato anche noi ma evidentemente la nostra offerta era troppo misera e l’elefante se né andato dopo averci preso la moneta. Il tour è durato tutta la giornata, alla sera avevamo di nuovo il treno notturno con cuccetta per ritornare a Bangalore.

CIBO: riso con charry, banane fritte, pollo al charry.

04/09

Ritorno in seminario a Bangalore, al mattino giro nel villaggio. Alla sera partenza con viaggio in cabina notturna del treno, destinazione: Thissur, nella regione Kerala. Girando per il villaggio c’è una cosa che rimarrà nei nostri ricordi: il sorriso dei bambini. E’ fantastico come i bambini ci sorridevano e ci correvano incontro per chiederci nome e provenienza. Erano incantati dai nostri abbigliamenti occidentali e continuavano a salutarci finché non ci vedeva sparire all’orizzonte. Le carezze che sapevano darci e i sorrisi che riuscivano a regalarci sono le cose più emozionanti della giornata.

05/09 THISSUR

Arrivo a Thissur. Ad attenderci in stazione dei treni c’era un altro parroco indiano, direttore di un altro seminario a Mannuti, un piccolo villaggio a circa 10 km da Thissur. Dopo un piccolo giro di presentazione tra le varie aule scolastiche, siamo andati in centro di addestramento di elefanti chiamato Guruvayur Anathavalam (Anathavalam vuol dire stazione o stalla degli elefanti); il paese dove si trova si chiama propriamente Punnathur (o Punnathurkotta).

In questo enorme parco c’erano un centinaio di elefanti, venivano addestrati, lavati, profumati, curati e decorati per poter essere portati nei templi induisti. Al ritorno verso Mannuti ci siamo fermati in un famoso tempio induista chiamato Guruvayur Sri Krishna Temple (o semplicemente Guruvayur Temple. Guruvayur è il nome del paese) dove centinaia di fedeli attendevano in fila per poter entrare. Le donne avevano un sari coloratissimo; gli uomini prima si lavavano in una pozza appena fuori dal tempio, poi indossavano il dhoti o mundu, il tradizionale abito/gonna.

CIBO: the caldo con foglie raccolte nel seminario, noci di cocco verdi, biryani, appan.

06/09

Abbiamo noleggiato un’auto e girato tutto il giorno fino a notte tarda. Prima tappa: le cascate Athirapilly water falls, il Kerala è una regione molto piovosa, nei mesi da giugno a settembre piove ogni giorno perciò è ricco di vegetazione e corsi d’acqua. Nel pomeriggio visita alla città Kochin con tappa in una dei più grandi negozi di spezie (dove la coltivazione è tipica in questa regione, appunto per il clima). Ultima tappa prima di tornare verso Mannuti, piccola sosta in una spiaggia ad ammirare l’oceano.

CIBO: Chapati, pappadam, banane fritte, mango.

07/09. Ultimo giorno a Mannuti. Abbiamo preso la corriera locale e visitato una grande diga, la Peechi Dam (dal nome del paese che si chiama PEECHI). Nel pomeriggio c’era il treno che ci attendeva per il nostro lungo viaggio. 37 ore di treno no stop, destinazione: Mumbay!

08/09. viaggio in treno.

09/09 MUMBAY

Arrivo a Mumbay alle 5 di mattina, dopo due notti e un intero giorno. Usciti dalla famosa stazione dei treni, ci siamo trovati una realtà odierna abbastanza dura: ragazze giovani con i loro piccoli neonati che cercavano qualcosa da mangiare, bambini piccoli e uomini anziani che giravano senza meta. Dopo aver depositato il nostro zaino in ostello della gioventù, abbiamo iniziato a girare questa bellissima città ammirando: la collana della regina, la porta dell’India, Cattedrale di San Tommaso, il Terminal Victoria, Chowpatty Beach. La città era addobbata per la festa della divinità Ganesh. Musica, danze, colori e profumi di fiori ovunque.

CIBO: riso con charry, idli. Assaggiato il Paan, foglia con all’interno un preparato di varie spezie, usata come digestivo e venduta da venditori ambulanti con bancarella lunga la strada.

10/09 DHARAVI

In ostello abbiamo avuto l’occasione di conoscere una associazione che ci ha portato a vedere e conoscere le Slum, la zona povera indiana (paragonabile alle favelas brasiliane). Dopo aver preso il treno per una ventina di minuti, siamo arrivati a Dharavi, luogo dove hanno girato il film the Millionarie; l’impatto è stato forte ovviamente. Case, se cosi si possono definire, costruite una sopra l’altra; tetti formati da lamiere o qualsiasi altro materiale trovato in giro qua e là; vie di passaggio, tra una baracca e l’altra, strette e fangose. Bambini che giocavano sopra le immondizie. Il governo (loro lo chiamano cosi ma in questo caso è l’amministrazione di Mumbay) ha da qualche anno portato la linea delle tubature d’acqua potabile. Non sappiamo quanto potabile sia visto che i tubi correvano per terra a filo del fango o addirittura delle fogne. Sempre da qualche anno hanno costruito dei bagni pubblici; prima c’era un bagno ogni 1500 persone! E’ stato interessante anche perché ci hanno portato a vedere i luoghi di lavoro: sotterranei bui, umidi e piccoli dove 20/30 persone cucivano indumenti di chissà quale multinazionale; quello che ci ha fatto più impressione è stato invece un altro lavoro: degli uomini bruciavano dei bidoni di latta affinché la vernice si seccasse, poi altri uomoni/bambini la grattavano in modo da toglierla e, infine, lavavano i bidoni per poi rivenderli. E’ stato impressionante più che altro per gli odori tossici che si respiravano e che ogni giorno milioni di persone devono respirare visto che fabbriche, case o bagni, sono tutti ammassati l’uno sopra l’altro!

Nel pomeriggio visita al famoso mercato di Mumbay il Crawford market dove si vendono manghi e peperoncini sotto alle volte in stile medioevo francese. Ci ha fatto da guida un Sick e quando siamo passati davanti al mattatoio gestito da Musulmani, gentilmente ci ha detto che se vogliamo entrare lui ci aspettava fuori in quanto la sua religione non glielo permette. L’india si caratterizza, oltre che per i colori i profumi e la gentilezza delle persone, anche per l’integrazione tra una religione e l’altra.

11/09

Volo aereo per DEHLI. Usciti dalla stazione della metro siamo stati assaliti da centinaia di autisti di “oto”. Tutti che si offrivano, insistentemente, per farci da guida. Dopo aver depositato lo zaino in ostello della gioventù,che si trovava lunga la via Main Bazar, abbiamo girato a piedi in vie strette e affollatissime direzione Red ford, detto Lal Qila. Purtroppo, visto il caos e la lentezza con cui andavamo avanti, ci siamo fermati una tappa prima: alla Moschea chiamata Jama Masjid dove, per poter entrare, ci hanno vestito con un lungo e coloratissimo abito. Per tornare in hostello abbiamo fatto un viaggio in risciò per tutta la vecchia Dehli passando per una via piena di negozi di seta, di libri, di argento e di spezie.

12/09 AGRA E TAJMAHAL

Forte di Agra e d’intorni, tomba di Itimad-ud daulah, mausoleo di Akbar. Poche parole per descrivere la maestosità del TajMahal. Questo palazzo di marmo bianco ci lascia senza fiato! L’unica pecca è stata la trappola per turisti in cui siamo caduti. Il giorno in cui siamo arrivati a Dehli, siamo stati assaliti da vari “tuc tuc” o “oto”; in particolare un autista indiano ci ha detto che non potevamo attraversare la stazione dei treni e quindi, entrare in città, se non avevamo il permesso turistico. Ha insistito per portarci nella sua agenzia turistica dove facevano appunto questo permesso. In realtà è stato tutto un trucco per poi abbindolarci e venderci un pacchetto viaggi per visitare il Tajamahl. La nostra intenzione originaria programmata da casa, era quella di andarci in treno (da Dehli ad Agra sono circa 3 ore di treno), poi però siamo caduti nella trappola delle sue parole e abbiamo preso questo pacchetto viaggio per Agra. Avevamo un autista tutto nostro. Alle sei di mattina è venuto a prenderci sotto l’ostello, e ci ha riportato indietro a notte fonda. Il privilegio di avere un autista tutto per noi ci ha permesso di vedere e fermarci in ogni tempio o luogo segnalato dalla nostra guida cartacea. Il contro è stato il prezzo! Più del doppio di un normale pacchetto viaggio. Quindi, l’avventura e i mezzi pubblici restano nella nostra preferenza.

13/09 NEW DEHLI

La nostra giornata parte al mattino presto, ci siamo programmati di vedere almeno metà dei monumenti della New Dehli. Museo di Gandhi e giardino, Rajghat (luogo in cui venne cremato), Feroz Shah Kotla (rovine della cittadella al tempo di Feroz Shah Tughalq, 1300 circa), Purana Qila (o vecchio forte, si dice che fu dalla sommità di questo palazzo che Humayun cadde dalle scale e morì). Moschea di Abdu’n Nabi. New Dehli è molto diversa dalla vecchia, le strade sono ordinate e pulite. Ci sono pressoché palazzi residenziali di famiglie benestanti. Ricchi negozi che vendono sete pregiate, argento e pietre preziose. In questa zona sono concentrati i maggiori luoghi e palazzi turistici. Certo che si vuole assaporare il clima caotico indiano, assaggiando cibi tipici fatti da qualche signore in qualche bancarella lunga la strada, bisogna andare nella Vecchia Dehli.

14/09

Tomba di Humayun, Giardini di Lodi (dove abbiamo mangiato in un ottimo ristorante proprio), Tomba Safdarjang e Sikander, Moschea Bara Gumbad, porta dell’India, giardini Mughal, Lotus Temple. Per girare la città fino all’estremo sud, abbiamo ovviamente preso la metropolitana. Siamo scesi a Chawri Bazaar, la seconda stazione sotterranea al mondo per profondità dove, sulle scale mobili, hanno installato sistemi di protezione per il sari, per evitare che i lembi vadano a impigliarsi.

CIBO: Chapati, puri, pappadam con charry, pannocchie cotte da una signora sulle braci.

15/09 VECCHIA DEHLI

Come ultimo giorno ci siamo programmati di andare al Red Ford, non essendoci arrivati il primo giorno. La visita è durata circa 3 ore e la bellezza del luogo era incantevole. Nel tornare indietro abbiamo voluto ripassare a piedi in quella trafficata via della Vecchia Dehli chiamata Chandni Chowk così da poter ammirare, per l’ultima volta, la stupenda vita commerciale indiana: carretti con buoi adibiti al trasporto di frutta esotica, bancarelle di libri, donne sedute per terra circondate da sacchi in iuta contenenti spezie di ogni genere, macellerie musulmane che vendevano pezzi di animale appena ucciso. E tutto questo svolto nel luogo più comune che rende l’India incantevole: la strada! Ultima tappa al Connaught place.

Partenza dall’aeroporto, direzione: Venezia.

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