Il mio Sudafrica

È stata la nostra prima volta nell'Africa sud-sahariana, il nostro primo safari. Siamo rimasti tutti molto soddisfatti, sia per gli avvistamenti degli animali che per la natura. Cibo buono e persone squisite.
Scritto da: Mocana68
il mio sudafrica
Partenza il: 07/08/2019
Ritorno il: 27/08/2019
Viaggiatori: 4
Spesa: 2000 €
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Come molti TPC consigliano di fare, suggerisco anch’io di leggere alcuni libri sull’apartheid, su Nelson Mandela (“Lungo Cammino Verso la Libertà” – autobiografia) e la storia del Sudafrica in genere (per esempio “Un arcobaleno nella notte” di D. Lapierre), prima di intraprendere un viaggio in un paese che, oltre ad essere diverso dal nostro mondo occidentale, ha avuto delle vicissitudini storiche particolari.

Sono partita per questo viaggio con mio marito ed i miei figli di 15 e 17 anni. Ho dedicato i miei 18 giorni effettivi in Sudafrica (20 giorni con i voli) visitando il Kruger, la Garden Route, Città del Capo e dintorni. Secondo me il safari (fai da te, con ranger, con guida, come si preferisce) è un must durante un viaggio in Sudafrica, anche se non siete particolarmente amanti degli animali (come nel mio caso). Gli avvistamenti degli animali ci hanno permesso di vivere un’esperienza emozionante. Potete scegliere tra le riserve private confinanti con il Kruger (costosissimi gli alloggi, almeno per le mie tasche) e il Parco Kruger (statale e molto più economico). A settembre 2018 ho prenotato i bungalow nei rest camp del Kruger per agosto 2019: prestissimo, ma in questo modo ho potuto scegliere le sistemazioni che preferivo. E’ quasi incredibile organizzare le vacanze 11 mesi prima, ma ho pensato che gli imprevisti possono comunque accadere anche se fissiamo una settimana prima. Poi sono ottimista! Vista la stagione, ho preferito non dedicare troppo tempo alla Garden Route, temendo di trovare troppa pioggia. In realtà, poi, abbiamo trovato delle giornate splendide e nemmeno una goccia d’acqua. Anche il soggiorno a Città del Capo con la visita dei dintorni (penisola del Capo, zona vinicola di Stellenbosch, Robben Island) è stato bellissimo. Alla periferia di Johannesburg e di Città del Capo, ma anche in altre zone, ci sono le township (le favelas del Sudafrica), con case di lamiera e/o di mattoni. Le località che abbiamo attraversato durante il viaggio fra Johannesburg e il Kruger erano prive di attrattive turistiche, povere, ma decorose. Non abbiamo percepito nessuna sensazione di pericolo quando ci siamo fermati. Abbiamo trovato la popolazione piuttosto cordiale. Ci hanno salutato sempre e chiesto da dove arrivassimo. Più turistiche le località lungo la Garden Route.

Vorrei ora sintetizzare la mia esperienza in Sudafrica, anche se non sarà facile essere brevi: le cose da dire sono davvero tante.

CAMBIO: 1 euro = circa 16 Rand

VOLO: con Lufthansa Firenze-Johannesburg e ritorno Città del Capo-Firenze, con scalo in Germania. Il volo internazionale è costato € 700/persona. Per il volo interno fra Johannesburg e Port Elizabeth abbiamo utilizzato la Mango Airlines: € 60/persona, prenotando anche questo diversi mesi prima.

DOCUMENTI: Passaporto con validità residua di 30 giorni oltre la data del ritorno. Non occorre il visto per soggiorni fino a 90 giorni. Comunque ricontrollate perché le disposizioni possono sempre cambiare.

DOCUMENTI PER MINORI DI 18 ANNI: Oltre al passaporto, è necessario un estratto dell’atto di nascita (in inglese Unabridged Birth Certificate) che ne attesti la paternità e la maternità. Questo documento è necessario anche se il passaporto del minore riporta alla pagina 5 i nominativi del padre e della madre. Potete farlo all’anagrafe o alle sedi comunali dislocate nei diversi quartieri cittadini, gratuitamente. Vi sarà consegnato in francese (Extrait de l’Acte de Naissance ). Questo documento è sufficiente nel caso in cui il minore viaggi con entrambi i genitori. Altrimenti devono essere forniti documenti aggiuntivi (per dettagli e variazioni delle disposizioni di legge, controllate il sito del Ministero degli Interni sudafricano www.home-affairs.gov.za ). La Lufthansa, al momento della prenotazione del volo, ha segnalato in maniera chiara di controllare le disposizioni per il viaggio dei minori, ma non so se altre compagnie lo facciano. Alla partenza, all’aeroporto di Firenze, mi hanno richiesto questo documento: non mi avrebbero fatto partire se non lo avessi avuto. All’arrivo in Sudafrica non mi è stato richiesto.

PATENTE DI GUIDA E STRADE: Ho letto vari forum a proposito di patente di guida internazionale/patente italiana ed ho trovato opinioni discordanti. Sono anche andata a verificare su vari siti ufficiali dove c’è scritto che la patente internazionale è “consigliata”, ma non obbligatoria, almeno per chi sia in possesso di una patente scritta con il nostro alfabeto. Io posso parlare della mia esperienza personale. Noi abbiamo prenotato l’auto con Avis e ci è stata richiesta la sola patente italiana. Sono stata fermata dalla polizia: il poliziotto ha controllato la mia patente italiana e mi ha lasciato andare tranquillamente. La guida è a sinistra e richiede un po’ più di attenzione perché sulle strade ci sono molte persone a piedi e, a volte, si possono trovare animali. Le strade sono ben asfaltate (almeno le principali) e ci sono collegamenti autostradali a pagamento (a noi l’auto è stata consegnata con il telepass, ma si può pagare anche al casello, come in Italia). In molti casi si percorrono strade veloci a due corsie dove di tanto in tanto viene aggiunta la seconda corsia per il sorpasso. Nelle vicinanze delle città principali ci sono radar fissi, ma spesso si trova la polizia con gli autovelox mobili. I limiti sono 120 Km/h sulle autostrade, 100/110 Km/ sulle altre strade importanti (a volte anche 120), 50/60 Km/h nei centri abitati. Il traffico in genere è piuttosto ordinato (nessuno suona o fa manovre strane) e i veicoli più lenti facilitano il sorpasso, a volte viaggiando in corsia di emergenza. Chi sorpassa in genere ringrazia azionando le 4 frecce. Le indicazioni stradali sono chiare e presenti, soprattutto negli incroci strategici. Con le mappe scaricate per uso off line noi ci siamo spostati benissimo.

CIBO: abbiamo mangiato bene dappertutto. Soprattutto carne/pesce alla brace (il famoso braai) con verdure, ma anche insalatone e hamburgers.

LINGUA: l’inglese è una delle lingue ufficiali, quindi è facile comunicare con chiunque.

KRUGER: Per tutte le informazioni sul parco (pernottamenti, attività con i ranger e altro) potete consultare il sito della Sanparks (www.sanparks.org) e del parco Kruger (www.krugerpark.co.za). Sul loro sito è possibile scaricare le mappe del parco con le distanze fra un Rest Camp e l’altro, la localizzazione delle porte di accesso al parco e l’indicazione dei percorsi raccomandati. All’entrata del parco viene comunque fornita una mappa con tutte le strade percorribili. Le strade principali all’interno del parco sono asfaltate (limite 50 Km/h), poi ci sono dei loop sterrati o altre strade minori sterrate (limite 40 km/h). Viaggiare più forte non avrebbe senso, perché non si riuscirebbe ad avvistare gli animali. Per quanto riguarda la prenotazione degli alloggi, potete effettuarla online, pagando subito con carta di credito. Per altre modalità di prenotazione, leggete le opzioni riportate sul sito di Sanparks. Le sistemazioni sono di vario tipo: tende, bungalow con cucina comune o privata, bagno comune o privato, vista sul fiume o meno (in alcuni Camp), per 2-3-4 persone (anche sistemazioni per gruppi più numerosi). Io ho prenotato dei bungalow con bagno e cucina privati, vista fiume, nei camp di Skukuza e Olifants, al costo di circa € 100/120 a notte per due persone. A posteriori posso dire di essere contenta della scelta. Soprattutto sono contenta di aver pagato in più per i bungalow vista fiume: vedere gli animali al tramonto seduti dalla veranda del proprio bungalow è stato fantastico. Volevo spiegare meglio il calcolo della spesa per dormire al Kruger: al costo del bungalow/tenda è applicato uno sconto del 5% per la prenotazione online pagando subito ed aggiunto un costo dell’1% di Community Fund. Al momento del pagamento vi viene chiesto se volete saldare subito anche la Conservation Fee (che non è altro che il biglietto d’ingresso al Kruger). Il mio consiglio è di non pagarla subito perché potreste decidere, facendovi i vostri conti, di comprare la Wild Card (vedi sotto dettagli alla voce WILD CARD). Se non acquisterete la Wild Card, dovrete saldare la Conservation Fee al momento dell’arrivo nel rest camp. All’interno dei singoli Camp vengono offerti safari di vario tipo, guidati dai ranger: safari diurni e notturni con pulmini aperti, safari a piedi con ranger armati, safari serale con braai (barbecue). Il costo varia da 30 a 50/60 euro. A proposito di barbecue: viene fornito in tutti i bungalow perché è un’usanza diffusa in Sudafrica. La carne si può comprare ovunque, anche nei piccoli supermercati dei rest camp.

AVVISTAMENTI ANIMALI: L’avvistamento degli animali è sicuramente affidato alla fortuna: non si possono dare più di tanto consigli. Posso dire che all’interno dei camp ci sono delle lavagnette sulle quali vengono annotati dai ranger gli avvistamenti del giorno precedente. Gli animali non si spostano troppo da un giorno all’altro. Inoltre, quando vedete qualche auto ferma, fermatevi anche voi e chiedete cosa abbiano visto. Portatevi il binocolo, che vi aiuterà a vedere meglio. Le ore centrali del giorno (dalle 13 alle 15-15,30) sono quelle in cui abbiamo visto meno animali. Nei letti dei fiumi, anche se in secca, è in genere più facile trovare animali. Noi abbiamo fatto dei safari “comodi”: siamo partiti verso le 8,30 del mattino (non avevamo proprio voglia di partire alle 6) e abbiamo percorso prevalentemente strada asfaltate (onestamente abbiamo visto molti più animali sulle asfaltate che sulle poche sterrate che abbiamo deciso di percorrere), ma abbiamo comunque visto tutti i big five. Non so se siamo stati particolarmente fortunati, ma siamo rimasti veramente soddisfatti.

Vi racconto a grandi linee cosa/dove abbiamo visto. I nomi si riferiscono ai gate di accesso o ai rest camp. Siamo entrati al Kruger dal gate di Phalaborwa. Nella zona Phalaborwa-Mopani-Olifants abbiamo avvistato zebre, elefanti, tartarughe, antilopi (impala e gnu), cane selvatico. Grazie alla segnalazione di altri turisti abbiamo avuto la fortuna di vedere subito, anche se da lontano, il leopardo, disteso sotto un albero. È stato necessario guardarlo con il binocolo perché il suo mantello si confondeva tantissimo con il colore dell’erba. In queste zone del parco ci sono diverse piante: alcune spoglie, altre sempreverdi ed altre ancora con le foglie gialle e rosse, tipo autunno, sebbene fosse inverno. Nella zona Olifants-Satara-Skukuza abbiamo trovato meno piante e più cespugli / erba alta. Abbiamo avvistato branchi di impala, zebre e tantissimi elefanti, ma anche leopardo e leone, a passeggio nella savana, oltre ad una famigliola di iene sotto un cespuglione. A sud di Satara abbiamo poi iniziato a vedere le giraffe, che ci hanno accompagnato fino all’uscita del parco Malelane. Nel corso d’acqua vicino a Lower Sabie abbiamo visto bufali, coccodrilli e ippopotami. I bufali li abbiamo trovati anche sulla strada. Ed ancora molte giraffe. Nella zona Skukuza-Phabeni-Numbi, ci siamo fermati sulla sterrata con vista su un laghetto ed abbiamo assistito ad una scena da documentario. Mentre osservavamo ippopotami a sbadigliare nell’acqua, scimmiette a saltellare sugli alberi intorno, elefanti in fila per abbeverarsi e bagnarsi, abbiamo visto arrivare leone e leonessa che, dopo una passeggiata sulla riva del lago, si sono accoppiati. Il giorno successivo abbiamo avuto la fortuna di vedere un altro accoppiamento fra leone e leonessa, vicino al rest camp di Berg en Dal: questa volta eravamo davvero in prima fila, a pochi metri. Poco prima della nostra uscita dal Kruger, al gate di Malelane, abbiamo avvistato l’ultimo big five: il rinoceronte.

WILD CARD: la Wild Card consente l’accesso gratuito a diversi parchi (elenco e dettagli sul sito www.sanparks.org). Fino ad ottobre 2019 il biglietto di ingresso / Conservation Fee per il Kruger per gli stranieri ammonta a 372 Rand (circa 23 euro) a persona al giorno (riduzioni per bambini fino ad 11 anni). Una cifra non indifferente. In 4 persone, 4 giorni al parco mi sarebbero costati : Rand 372 x 4 persone x 4 giorni = 5.952 Rand (circa 370 euro). Il costo della Family Wild Card (2 adulti e 5 minori di 18 anni) era di 5.420 Rand (circa 340 euro). Ho inserito questo conteggio per chiarire che il solo Kruger mi sarebbe costato più della Wild Card. Ci sono opzioni di acquisto anche per carta individuale e di coppia. Comunque fate i vostri conti. La Wild Card può essere acquistata online sempre sul sito della sanparks e pagata con la carta di credito. Ve la spediscono a casa. Io l’ho acquistata 3 mesi prima, ma non l’ho ricevuta prima della partenza: mi sono presentata al parco con la mail di prenotazione della carta e non ci sono stati problemi. La Wild Card non è acquistabile in tutti i parchi e/o presso tutti i gate di accesso e quindi, se pensate di acquistarla in loco, informatevi bene su dove sia possibile comprarla.

BLYDE CANYON: atterrando a Johannesburg alle 9 del mattino, siamo riusciti ad arrivare al Blyde Canyon nel primo pomeriggio. E’ stata una tappa prima del Kruger. Abbiamo dormito al Blyde Canyon Forever Resort, in prossimità del punto panoramico Three Rondavels. Dormire al Forever Resort consente di accedere direttamente ad alcuni percorsi trekking del Blyde Canyon, evitando la confusione degli altri punti panoramici. All’interno del resort abbiamo percorso il Leopard trail, con vedute splendide sul canyon. Abbiamo visitato poi, esternamente all’albergo, il Bourke’s Potholes (63 rand a persona) con bancarelle souvenir, bagni e bar per mangiare. I punti panoramici sul canyon sono tutti a pagamento.

PRETORIA: avendo un po’ di tempo a disposizione prima del volo interno per Port Elizabeth e viste le recensioni sulla pericolosità di Johannesburg, abbiamo optato per la visita di Pretoria. Abbiamo parcheggiato nei pressi degli Union Buildings e abbiamo raggiunto a piedi (circa 2 km) la Church Square, la piazza centrale della città, sulla quale si affacciano il vecchio municipio, la banca centrale, il palazzo di giustizia dove si svolse il processo contro Mandela. Nelle immediate vicinanze della piazza ci sono alcune strade dove si svolge il mercato e dove si trovano alcuni negozi di abbigliamento e calzature con marche europee. Per il resto si trovano una moltitudine di negozi con prodotti locali. Nessuno ci ha infastiditi durante il nostro giro a Pretoria, ma appena arrivati non ci siamo sentiti perfettamente al sicuro e a proprio agio. Il pensiero di essere gli unici bianchi in mezzo a tantissimi neri in un paese dove i bianchi sono stati capaci di creare un regime che si è comportato nei confronti dei neri come i nazisti verso gli ebrei, sicuramente non ci ha aiutati a stare tranquilli. Si è trattato solo di nostre sensazioni iniziali, perché oggettivamente non ci sono stati episodi strani o poco rassicuranti. Rientrando alla macchina, abbiamo visitato i giardini degli Union Buildings, nei quali Mandela ha rivolto al suo popolo il suo primo discorso da presidente. Per me Pretoria è stata una tappa storica, ma da un punto di vista turistico si può anche saltarla.

GARDEN ROUTE: abbiamo percorso oltre 800 Km da Port Elizabeth a Città del Capo. Siamo atterrati a Port Elizabeth prima delle 8 e ne abbiamo approfittato per fare colazione nella zona di Boardwalk, vicino all’aeroporto. Si tratta di una piacevole zona balneare della città. Sia a Boardwalk che in altre località della Garden Route, dato che eravamo in inverno, abbiamo trovato poche persone. Le splendide giornate di sole ci hanno tuttavia permesso di goderci tutta la Garden Route, che è sinonimo di natura, oceano e ancora oceano. Se non siete amanti della tranquillità, valutate se percorrerla o meno, visto che si tratta di macinarsi tanti chilometri. Le tappe più interessanti sono state:

Tsitsikamma National Park (235 rand a persona al giorno, gratuito con la Wild Card). Nel parco ci sono diversi percorsi trekking di varia lunghezza. Uno dei più corti (900 mt) è quello che conduce fino ai ponti sospesi sul fiume Storms. Un altro percorso pianeggiante, lungo la costa, è il Waterfall Trail (3 km). Quest’ultimo, come suggerisce il nome, arriva fino ad una cascata e costituisce la parte iniziale del famoso Otter Trail, un percorso impegnativo di circa 40 km che prevede anche pernottamenti all’interno del parco. Per informazioni dettagliate su tutti i percorsi, consultate il sito www.sanparks.org.

Robberg National Park (50 rand a persona al giorno, gratuito con la Wild Card). All’interno del parco, che occupa il promontorio omonimo, ci sono tre percorsi ad anello. Suggeriscono di compiere i vari percorsi in senso orario, con l’andata sulla costa nord del promontorio ed il ritorno sulla costa sud, più battuta dal vento. Il percorso più lungo (9,2 km – 4 ore) conduce fino alla punta del promontorio, chiamata The Point. Eventualmente, per rendere il percorso più facile, più corto e meno faticoso, suggerisco, una volta arrivati a The Point, di non continuare il sentiero sulla costa sud, ma di percorrere indietro il tragitto dell’andata. La costa sud comporta continui saliscendi sulle rocce e su scale ripide che rendono il percorso più lungo, più faticoso e più pericoloso. Si può poi passare sulla costa Sud all’alteźza di Witsand, a metà del promontorio. Così facendo si perde poco a livello panoramico, ma si risparmia tanta fatica. Se non ve la sentite o non avete tempo di arrivare fino a The Point, non importa. Secondo me la parte più bella del parco è infatti a metà della penisola: la zona di The Island con la spiaggia è le dune di The Fountain. Tutti la possono raggiungere con un percorso di 2 ore circa.

De Hoop Nature Reserve (non ricordo il costo, ma gratuito con la Wild Card). Al parco ci sono due entrate. Per vedere le dune bisogna entrare da quella più a est, percorrendo la sterrata parallela al fiume De Hoopviel (E’ chiaramente indicata con una freccia nella foto che allego). Comunque, sia arrivando da Swelledam che da Bredasdorp, è necessario percorrere circa 60 Km di sterrata fino all’entrata del parco e poi ulteriori 15 Km all’interno del parco per arrivare alle dune. Tenetene conto nel programmare la visita. Il parco è molto bello: ci sono struzzi e antilopi, le dune sono fantastiche, in inverno si vedono le balene vicinissime alla costa. E’ il luogo dove le abbiamo potute osservare meglio. Abbiamo trovato pochi turisti ed una pace incredibile.

Capo Agulhas: il punto più a sud del continente africano. Confine fra Oceano Atlantico e Oceano Indiano. Non è un posto fantastico, ma comunque una meta da raggiungere per la sua posizione geografica.

Hermanus: è una piacevole cittadina, con il suo piccolo centro, le sue bancarelle ordinate e il cliff path, un facile sentiero lungo la costa per ammirare l’oceano e per l’avvistamento delle balene. Ne abbiamo viste molte di più alla riserva di De Hoop. Si può partecipare alle minicrociere per vedere le balene da vicino: il costo è di circa 50 euro a persona.

Gansbaai /Kleinbaai: ci siamo recati a Kleinbaai, piuttosto che a Gansbaai, su consiglio del b&b dove avevamo dormito la notte precedente. Nel paesino, a parte qualche casa, ci sono solo pescatori e barche per l’avvistamento squali. Per l’avvistamento, si può uscire in barca e rimanerci sopra o si può scendere in acqua nella gabbia da 8 persone (la muta viene fornita – accettano anche adolescenti). Il prezzo è di 2.500 rand (155 euro) a testa, sia che si scenda in acqua nella gabbia, sia che si resti sulla barca. Ci è sembrato troppo, perché in fondo non eravamo così interessati alla gabbia, quindi abbiamo lasciato perdere. Abbiamo ascoltato i commenti di alcune persone che sono rientrate dall’escursione precedente: erano molto soddisfatti.

Durante il nostro percorso abbiamo fatto alcune soste, per interrompere il viaggio, in alcune località che non riteniamo imperdibili: St. Francis (oceano e case estive, piacevole, ma non c’è niente), Knysna con la sua laguna (non ci ha affascinato per niente), Mossel Bay (abbiamo visitato il museo di Diaz con la ricostruzione della caravella, ma non c’è altro), Swellendam, mi sembra che sia la terza città più antica del Sudafrica (ma c’è solo una chiesa e una strada principale), Betty’s Bay con la colonia di pinguini di Stony Point (può essere un’alternativa a Boulder’s Beach, nei pressi di Città del Capo).

CITTÀ DEL CAPO E DINTORNI:

Table Mountain: si può raggiungere la sommità con la cable way, ma noi abbiamo deciso di andare a piedi. Abbiamo optato di salire tramite il sentiero di Platteklip Gorge. L’accesso al sentiero si trova poco dopo la stazione della Cable way sulla Tafelberg Road. Abbiamo impiegato 2 ore per la salita, con sosta fotografiche e soste per riposarsi. La salita prevede circa 650 metri di dislivello: si parte da circa 450 mt e la Table Mountain è 1087 mt. Per la discesa abbiamo impiegato 1,15 h. La salita è dura, non è per tutti. Sicuramente non adatta a bambini piccoli. La vista dalla Table Mountain è grandiosa.

Robben Island: (biglietto per traghetto e tour dell’isola: 550 Rand a persona) si parte con il traghetto dal Waterfront / Nelson Mandela Gate e si sbarca sull’isola. Si sale quindi su un autobus che fa un giro dell’isola (cave alle quali lavoravano i carcerati, prigione centrale, prigione dove era stato isolato Robert Sobukwe, moschea con cimitero musulmano). Durante il tour la guida spiega ciò che stiamo vedendo. Dopo si scende dall’autobus per la visita del carcere, durante la quale si viene accompagnati da un ex carcerato che spiega la vita dei carcerati e mostra la cella di Nelson Mandela ed altri locali della prigione. Anche in questo caso si tratta più di una visita storica. In alta stagione non si trova disponibilità facilmente: in genere non prima di 5/6 giorni. E’ preferibile acquistare il biglietto online almeno una settimana prima.

Penisola del Capo: (biglietto 303 rand a persona, gratis con Wild Card). In fondo alla penisola ci sono due promontori: Capo di Buona Speranza e Cape Point. I due promontori sono collegati da un sentiero che si può percorrere a piedi in circa 1,5 h andata e ritorno. Altrimenti si può andare con l’auto a tutti e due. Il più scenografico è Cape Point, che è più a picco sull’oceano. A Cape Point ci sono due fari: il secondo è stato costruito perché il primo era poco visibile, viste le fitte nebbie che sono frequenti nella zona.

Simon’s Town: in genere è una tappa per la visita alla colonia di pinguini di Boulder’s Beach (biglietto 152 rand, gratuito con Wild Card). La spiaggia è bella ed è simpatico vedere questi animaletti di 60 cm che camminano in fila indiana. Preparatevi alla puzza.

Chapman’s Drive: è una strada di pochi chilometri, panoramica, a pagamento (50 Rand), che collega Hout Bay a Noordhoek. Per arrivare ad Hout Bay abbiamo percorso la litoranea Sea Point – Clifton – Camps Bay – Hout Bay. Località di mare carine. Clifton ha solo le spiagge, mentre Camps Bay è piena di localini per pranzare o bere qualcosa.

Signal Hill: raggiungibile con la macchina. Bellissimo il tramonto Cape Town ed Oceano Atlantico.

Lion’s Head: ci sono dei percorsi a piedi per raggiungere la cima che partono dalla strada che conduce a Signal Hill. Non ci siamo stati perché ci eravamo già fatti la salita della Table Mountain.

Inserisco alcune foto di brochures che ci hanno dato nei vari parchi e alcune foto degli animali che abbiamo visto. Sono state scattate semplicemente con il telefono: la natura è molto più bella di così!.

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Impala

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Iena

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Giraffe

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Elefanti

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De Hoop

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Boulders' Beach

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De Hoop

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Robberg

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Robberg

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Penisola del Capo

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sentiero Table Mountain

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Zebre

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Leone e leonessa



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