Il Friuli Isontino
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Io sono nato in Toscana, molti anni fa, ma le mie origini paterne sono friulane. Per la precisione di Romans d’Isonzo, un tranquillo paesetto della bassa con il bel campanile con la punta a cipolla in perfetto stile austro-ungarico. Mio padre è nato qui, due anni prima dello scoppio della Grande Guerra, a pochi chilometri dal confine italiano, ma in territorio austriaco. Alterne vicende lo hanno portato in Toscana dove ha messo radici e dove sono nato.
In Friuli ed in particolare nel basso Isontino sono venuto molte volte e ho assistito al grande cambiamento di questa regione: da povera, depressa e spopolata del dopoguerra ad attiva, vivace ed ordinata del nuovo secolo. La zona è bella: verdeggiante, ricca di storia antica e moderna e testimone dei tragici anni della Grande Guerra e dei dolorosi momenti del secondo dopoguerra. Questa volta ho proposto la visita della terra degli avi ad una figlia ( la più grande) a suo marito e ai due nipotini di 14 e 11 anni. Proposta accolta e partenza…
Arriviamo un po’ tardetto, la sera, causa grosso incidente stradale tra Padova e Venezia. Ci sistemiamo magnificamente presso l’agriturismo Borgovecchio di la Versa a due passi da Romans.
Dedichiamo una giornata ai ricordi e alla recente storia. Una breve visita alla chiesa e poi all’ordinato cimitero di Romans dove dormono i miei nonni paterni ed uno zio poi una breve visita alla casetta di Scodovocca, ormai perduta, dove ha vissuta la nonna con lo zio pittore e dove ho trascorso un po’ di tempo da bambinetto. Sopra la porta c’è ancora il bel graffito con i cavalli scolpito dallo zio. Davanti, sulla roggia, c’è ancora la fontana-lavatoio: l’acqua è buonissima e fresca. Il vecchio salice non c’è più. Pochi chilometri e siamo a Redipuglia dinanzi a quel grandioso monumento che raccoglie 100.000 caduti, di cui 60.000 ignoti, appartenenti alla III Armata provenienti dai vecchi cimiteri della zona e qui raccolti nel 1938. Uno degli ignoti potrebbe essere il nonno di mia moglie disperso qui nel 1916 durante l’ottava battaglia dell’Isonzo. La visita a questo scenografico sacrario è sempre commovente e non può lasciare indifferenti : i 22 gradoni raccolgono le salme dei 40.000 Noti con la parola “PRESENTE”, scolpita nella pietra e ripetuta tantissime volte, che li incornicia. In basso i tumuli del comandante della III Armata e di cinque generali, in alto le tre croci del Golgota sovrastanti la cappella che raccoglie gli Ignoti completano questo suggestivo ed indimenticabile monumento. Di fronte, tra i cipressi, saliamo al colle di S.Elia, il vecchio cimitero, che raccoglieva 30.000 caduti e che è stato trasformato in Parco della Rimembranza con cimeli ed epigrafi. Da visitare anche il museo di guerra ai piedi del colle.
Vicino si può visitare un altro luogo sacro che induce alla riflessione e alla commozione : il cimitero Austroungarico di Fogliano che raccoglie circa 15.000 caduti, 2500 dei quali noti. D’altra parte questi sono i luoghi della Grande Guerra e da queste parti troverete numerose testimonianze di questi tristi eventi. Il vedere ed il ricordare non fa male a nessuno! Per esempio potete salire al S.Michele, colle conteso per tutta la guerra, dove si può visitare i piccolo museo e le gallerie delle postazioni di artiglieria. Dato che ci siete andate anche a Gradisca d’Isonzo una bella cittadina con un bel teatro, un centro storico circondato dalle mura veneziane e una bellissima piazza alberata. Qui non mancate di fermarvi al Mulin Vecio, caratteristico locale dove potrete assaggiare buonissimi affettati, pasta e fagioli, crauti e salsicce, cren grattugiato e naturalmente buon vino locale. Ancora : fate un salto a Gorizia, bella città sovrastata dal Castello con un bel centro di stampo austriaco e con un notevole museo di guerra. A pochi chilometri non mancate il Sacrario di Oslavia che raccoglie 57000 caduti noti e ignoti che si presenta come un fortilizio con una grande torre centrale e tre laterali che contengono i resti dei militi ignoti. Una grossa campana votiva, “Chiara “ si chiama, suona ogni giorno al vespero e ci ricorda l’inutile perdita di tante vite.
La mattinata di domenica è splendida: andiamo a Trieste. Attraversiamo Monfalcone con i suoi grandiosi cantieri navali e percorriamo la statale a picco sul mare che attraversa Duino (castello) e Sistiana, importanti località turistiche prima di giungere a Miramare e quindi a Trieste. Poco prima di Duino è interessante fermarsi presso l’antica chiesetta di S.Giovanni al Timavo o in Tuba per osservare le risorgive del fiume Timavo. Il fiume si inabissa nei pressi delle grotte di S Cassiano, circa 40 km a monte in territorio sloveno e dopo un percorso sotterraneo ritorna alla luce nei pressi della chiesetta per correre’ in superfice, fino al mare. E’ un imponente fenomeno carsico conosciuto e venerato fin dall’antichità.
Al castello di Miramare la sosta e la visita è d’obbligo anche se per noi non è stato facilissimo trovare un parcheggio perché da qui a Trieste la costa era completamente presa d’assalto dai bagnanti… Il castello, o meglio residenza principesca, fu fatto costruire dall’Arciduca Massimiliano d’Asburgo (fratello di Francesco Giuseppe) tra il 1856 e il 1860 e sua residenza finché divenne imperatore del Messico dove morì fucilato nel 1867. Il castello è situato in splendida posizione a picco sul mare su uno sperone del Carso e il pendio alle sue spalle è occupato da uno stupendo e scenografico parco, anch’esso progettato da Massimiliano che era un esperto botanico. Il parco, in parte all’inglese ed in parte all’italiana merita assolutamente una vista. Il castello con ai piedi un pittoresco porticciolo, è arredato con gusto e con grande profusione di legno. In particolare alcune stanze del piano terra sono organizzate come le cabine di ud una nave, la fregata Novara ( Massimiliano fu comandante della flotta asburgica ) ed al piano superiore si trovano gli appartamenti del Duca Amedeo di Aosta con arredi originali degli anni ‘ 30.
Prima di entrare in Trieste si può ammirare il faro della Vittoria costruito nel 1927 per onorare tutti i caduti del mare. Trieste è una bellissima città che ha vissuto periodi di splendore alternati con momenti di decadenza e che ha sofferto nei due dopoguerra. L’impronta architettonica austroungarica è notevole e ci riporta al momento del massimo fulgore della città quando fu importantissimo porto commerciale e emporio dell’impero. La scenografica piazza dell’Unità d’Italia, aperta da un lato sul mare e chiusa dai bei palazzi di pietra chiara sugli altri tre ne è esempio lampante. In fondo il palazzo del Comune con la sua torre dell’orologio è sovrastato dal colle di S.Giusto e dalla città vecchia. A destra l’imponente palazzo del Loyd Triestino (ora della regione) ci ricorda che questa fu fra le più importanti e antiche compagnie di navigazione dal 1830 ai giorni nostri. Nella piazza si trovano anche due dei caffè storici di Trieste. Nel salire a S.Giusto non dimenticate di dare un’occhiata al teatro romano capace di 3500 posti e all’arco detto di Riccardo nascosto tra le vecchie case. La Cattedrale, con il bel rosone gotico che spicca sulla nuda facciata ,si affaccia sulla piazzetta con le due chiesette trecentesche di S.Giovanni (ex battistero) e S.Michele. Naturalmente da non perdere l’interno della cattedrale che presenta numerose opere d’arte importanti ed una storia che si perde nei secoli. Sul piazzale a destra troverete notevoli resti della città romana e dietro il Castello che ha subito notevoli cambiamenti nel corso dei secoli. Dalla piazza dell’Unità potete attraversare una parte della città asburgica passando davanti alla monumentale Borsa, la Galleria,il Teatro Verdi,che ricorda La Scala e La Fenice per finire la passeggiata lungo il Canal Grande (porto canale) con la scenografica chiesa di S Antonio che lo chiude. Prima di lasciare Trieste fatevi una passeggiata sulle Rive verso la Lanterna e una foto con la donnina (di bronzo) che aspetta i marinai, attaccando un bottone, sul moletto, proprio davanti alla grande piazza!
Ancora una bella giornata, lunedì. Andiamo verso Aquileia seguendo un bel viale alberato in vista dell’alto campanile della basilica. Fu città romana assai importante e attuale centro d’arte, suggestivo per i suoi scavi e monumenti paleocristiani e medioevale. Bellissima la basilica, dalla vicenda costruttiva piuttosto complessa, con la sua cripta affrescata ,ma soprattutto con il mosaico pavimentale che è il più vasto dei mosaici cristiani dell’occidente e che conserva intatta la sua originale colorazione e le sue figure allegoriche. Prendete una piccola guida e seguite le storie rappresentate nei nove grandi riquadri : non ve ne pentirete! Interessante anche la visita alla cripta degli scavi che circonda la base del campanile e dove si trovano mosaici e resti di tre epoche. Dietro la basilica si estende il piccolo e toccante Cimitero dei Caduti nel quale sono sepolti i dieci militi ignoti raccolti da tutti i campi di battaglia. Erano undici, ma l’undicesimo, su indicazione di una madre, fu portato a Roma e riposa nel Vittoriale in ricordo di tutti i caduti per la Patria .Se volete potete salire i 52 metri del campanile per ammirare un bel panorama della campagna friulana. La visita può continuare percorrendo l’alberata Via Sacra che si diparte dalla basilica e che raggiunge il complesso di Monastero dove è stato allestito il Museo Nazionale Paleocristiano attraversando scavi archeologici e resti dell’importante porto fluviale. Ancora: potete passeggiare tra gli scavi del Foro, delle case romane, gli oratori paleocristiani e altro dando una sguardo anche al Sepolcreto e al Mausoleo Candia. Per finire c’è anche un bel Museo Archeologico.
Lasciata Aquileia proseguiamo verso Grado che raggiungiamo percorrendo “il pontile”, lunga diga che attraversa la desolata laguna. Grado è una vivace cittadina che si affaccia sull’Adriatico, una volta centro peschereccio e ora importante stazione turistica per le sue spiagge e pinete. L’abitato si divide in due parti: la zona turistica e il centro storico di aspetto medioevale con la caratteristiche viuzze, calli e campielli. Conserva inoltre la bella cattedrale di S.Eufemia e il Battistero risalente al VI secolo e nella tranquilla piazzetta la chiesa di S.Maria. Lasciamo il centro storico percorrendo i viali alberati della zona turistica per uscire dal tombolo dalla parte di Monfalcone.
L’ultima tappa della giornata è Palmanova e la raggiungiamo passando per Cervignano, centro commerciale della bassa. Palmanova, la città fortezza costruita nel XVI secolo da Venezia a difesa dei suoi confini orientali, è famosa per le sue poderose mura e per la forma perfettamente di stella a nove punte. Dalla esagonale piazza centrale si dipartano le strade verso le tre porte di accesso: insomma un città e fortezza ideale che tuttavia non subì nessun assedio ! In tutti i vecchi atlanti scolastici c’era sempre una pianta di Palmanova : merita una visita.
DORMIRE, MANGIARe
Abbiamo soggiornato presso l’agriturismo Borgovecchio in località Versa di Romans d’Isonzo. Camere e appartamenti curatissimi e colorati, bel giardino con piccola piscina per i bambini, salone arredato con tutto e di tutto ,ottime colazioni e soprattutto caldissima ospitalità.
In Friuli si mangia bene e si beve benissimo, ma occorre tener presente l’influsso della cucina Mitteleuropea. Se passate da Gradisca fermatevi al Mulin Vecio : caratteristica trattoria dove si può gustare degli ottimi salumi, minestra di fagioli, wustel con crauti e buon vino. A Scodovacca provate la trattoria Al Campanile: semplice e a conduzione familiare dove troverete i piatti della tradizioni curati e eseguiti con grande passione. A Terzo di Aquileia potete sostare presso l’Agriturismo La Rosta: anche qui buoni piatti locali e vino di produzione propria. Si cena e si pranza alla trattoria presso l’agriturismo Borgovecchio: anche qui tutto buono!
CONCLUSIONI
Che dire, la terra degli avi è sempre la terra degli avi! Ci torno sempre volentieri e con grande piacere anche dopo gli apprezzamenti dei miei nipotini… Alla prossima!