Il Faro sulle colline del miracolo – Viaggio a Molare

Dal Santuario ai miracoli della buona tavola
Scritto da: Francesca Bertha
il faro sulle colline del miracolo - viaggio a molare
Partenza il: 01/05/2010
Ritorno il: 02/05/2010
Viaggiatori: 3
Spesa: 500 €
C’era una volta una povera donna di nome Clarice, che visse nel Cinquecento. Ogni giorno preparava da mangiare per suo marito che tagliava la legna su in collina, ma il loro pranzo era spesso piuttosto misero. Una volta la signora cosse un po’ di erbe del campo, ma non avendo nemmeno il pane, mise le erbe cotte in un paniere e prese la strada verso la collina dove lavorava suo marito. Quando arrivò alle Rocche, il punto dove iniziava la vera salita, vide una donna di straordinaria bellezza e gentilezza che la chiamò per nome e le chiese un pezzo di pane. Clarice rispose che gliel’avrebbe dato volentieri un po’ di pane, ma non aveva altro che le erbe cotte. “Guarda nel paniere”!, le rispose la donna. Clarice aprì il paniere e lo trovò pieno di pane ancora caldo. “Vergine santissima”!, esclamò così, e la donna le rispose che era esattamente colei che stava invocando. Le disse anche: “Vai a Molare e dì a tutti che qui desidero una chiesa in mio onore. Qui porrò un trono di grazie”. Negli anni a venire ci furono anche diverse guarigioni miracolose nella zona.

Arriviamo a Molare pochi minuti dopo essere usciti dall’autostrada al casello di Ovada. Prendiamo la strada per Acqui Terme e giriamo a sinistra, seguendo le indicazioni per il Santuario di Nostra Signora delle Rocche: abbiamo scelto Molare per questa gita fuori porta anche perché desideravamo conoscere il luogo di un’apparizione mariana così importante. Nel punto esatto in cui la Vergine apparve a Clarice, venne eretta una grande croce di legno, e più tardi, nel 1608 venne costruito il primo nucleo del Santuario, ampliato successivamente nel 1661 e nel 1867. Si arriva al santuario, circondato dai verdi boschi delle colline, salendo per una suggestiva strada alberata. Una volta davanti all’edificio sacro, lo sguardo può spaziare per un paesaggio mozzafiato e ci si sente immersi nella serenità della natura incontaminata.

Le colline che ammiriamo qui a Molare, fanno parte di quella lunga catena montuosa che separa la Liguria dal Piemonte. Le due regioni si incontrano qui e questa contaminazione si nota così nell’architettura come a tavola. Le case e le strade del centro storico di Molare ricordano quelle liguri sia nei loro colori che nella loro disposizione: anche qui troviamo molti vicoli dalle atmosfere misteriose, archi sotto i quali un tempo passavano dei cavalli, e come in molti borghi della zona, non manca nemenno un bel castello cinquecentesco, quello dei Conti Gaioli- Boidi. Molare originariamente aveva un altro castello, il Castrum de Molariis dei marchesi del Bosco, ma dell’antico castello e della sua famosa torre, purtroppo non è giunta a noi alcuna traccia.

Il fatto di essere al confine tra la Liguria e il Piemonte, emerge anche dalle storie che ci raccontano le persone del luogo. Dopo aver visitato il Santuario, raggiungiamo facilmente, nella vicinissima località Borgo Peruzzi, un agriturismo che sovrasta la vallata, offrendo una vista mozzafiato sulla Valle Orba. Il luogo si chiama Il Faro e il nome non è casuale: “Siamo genovesi, e questo panorama ci ha sempre ricordato la Lanterna. Quando siamo venuti qui, questo posto era un vecchio rudere. Ma ci siamo innamorati del luogo e avevamo un progetto, così insime alle nostre figlie Roberta e Fulvia, abbiamo creato un agriturismo”, raccontano Angelo e Daniela, i titolari. Ammirando giorno dopo giorno il panorama dal loro Faro, la famiglia si è sempre più affezionata a questo paesaggio e alle tradizioni contadine del luogo. “E’ stato un nostro vicino di casa, l’anziano Giovanni Peruzzo, contadino schivo ma autentico, a trasmetterci l’amore per la terra e per gli animali. Grazie a lui abbiamo iniziato ad allevare alcuni bovini e anche se purtroppo oggi lui non c’è più, credo sarebbe orgoglioso di noi”, ricorda il signor Angelo.

Mentre si conversava di questo mondo contadino intriso di poesia e così lontano dalla frenesia della città, la signora Daniela ci ha servito una squisita cena dal gusto tipico casalingo, all’insegna dell’incontro tra sapori piemontesi e liguri. Dall’antipasto piemontese agli gnocchi al pesto, dai tagliolini con sugo di funghi al vitello tonnato e le verdure ripiene, tutto il ben di Dio che abbiamo mangiato, era fatto da mamma Daniela e le sue figlie, con l’utilizzo di materie prime fresche e genuine. Per finire, non poteva mancare una bella torta di frutta, leggera e buonissima.

Dopo la nostra giornata a Molare, torniamo a casa rigenerati nel corpo e nell’anima. Tra i “miracoli” culinari del Faro e quelli leggendari della storia del Santuario, siamo felici di aver scoperto un luogo così speciale, dal fascino mistico e dai sapori autentici.

Francesca Bertha



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