Due giorni a Napoli e tre in Costiera
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SABATO
Partiti alle 5 da Torino, abbiamo fatto una prima tappa in Toscana a S. Gimignano, per poi proseguire per Colle Val D’Elsa dove, all’ombra e nel centro storico, abbiamo apprezzato uno spuntino con salumi e formaggi. Ancora una fermata a Pienza, un paese bello, vivo, solare e ci costringiamo a lasciare la Toscana per guidare fino a Napoli senza sosta, rientrando in autostrada a Chiusi. Arriviamo in città in tarda serata, forse troppo tarda, perché la stanchezza si fa sentire, e anche il primo caldo. Dopo varie avventure nel traffico napoletano, giungiamo al B&B “Napolibed”, prenotato online: il signor Giovanni, gentilissimo, ci aspetta e ci accoglie, aiutandoci con i bagagli. Il “contorno” dell’abitazione è variopinto: giovani urlanti, giocatori di carte, disordine vario, ma entrati nel palazzo e salita una breve scala, ci troviamo in un bell’ alloggio con più stanze. La nostra è grande e fresca, con aria condizionata: il balcone da’ direttamente su uno dei vicoli che incrociano via dei Tribunali, perché è proprio in uno dei 3 Decumani che alloggiamo, il centro vivo di Napoli, e mai scelta fu più azzeccata. Ci godiamo il comodo letto, dopo i consigli utili del sig, Giovanni sui dintorni e i posti da non perdere, e una fresca doccia, crolliamo nel sonno.
DOMENICA
Il caldo umido si fa sentire eccome: volevamo ancora l’estate? Eccola, in pieno. Con calma, apprezziamo la possibilità di prepararci autonomamente colazione nella cucina a disposizione: il frigorifero è ben fornito e ci si sente a proprio agio nel bere e mangiare ciò che si vuole. Per primo, ci rechiamo al Duomo: le strade sono tranquille, e il consiglio di visitare Napoli alla domenica di prima mattina è davvero valido. In più, abitare in questo B&B centrale ci permette di visitare il centro storico senza usare mezzi pubblici, e non è poco. All’uscita dal Duomo, decidiamo di comprare due Artecard, che acquistiamo al Museo Archeologico: con il costo di 16 euro ognuna, si possono visitare i primi 3 siti gratis, scegliendo in una lista apposita, altri al 50%, il tutto unito al trasporto gratuito. Il pacchetto conviene anche per chi, come noi, trascorre solo 2 giorni, considerato che alcuni musei sono più cari di altri. Percorriamo, passeggiando, diverse vie, iniziando a guardare con ammirazione tratti di capolavori barocchi non valorizzati, quasi mascherati, per giungere al Monastero S.Chiara e il suo chiostro, indubbiamente notevoli. Alle 13, colanti di reale sudore, torniamo alla nostra fresca stanza, per una pausa e moto GP: entrati tra le 4 mura ci accorgiamo del buio presente: nei Decumani non ci si accorge del sole, poiché i palazzi sono a distanza minima, uno di fronte all’altro. Iniziamo a famigliarizzare con questo pezzo di vita, ci sentiamo a nostro agio, il calore fisico e umano ci coinvolge, e non riusciamo a dare peso a fattori che si presentano in continuazione ai nostri occhi: piazzette splendide che aspettano una lavata, palazzi magnifici che invecchiano malamente, avvisi incollati a caso, rifiuti mascherati a stento. Umanamente, ci rimangono dentro le persone sedute nei vicoli, che parlano, dialogano, disponibili ad aiutarti e anche di più. E’ un mondo a sé, a cui sarebbe apparentemente facile partecipare, in cui farsi scivolare senza difficoltà. Con ottimismo, il pensiero porta a dire che vince la fantasia e se non fosse così, non sarebbe Napoli, con la consapevolezza che i problemi, invece, sono numerosi. Terminata la lunga pausa, prendiamo la metro linea 1 per recarci al Vomero, non scegliamo la funicolare per raggiungere la cima e attraversiamo a piedi il bel quartiere: la nostra meta è Castel Sant’Elmo, che tra l’altro è gratuito dalle 16.30 alle 18, alla domenica. Il cielo denso di nuvole aiuta ad apprezzare questa fortezza particolare, composta solo da spesse mura. E’ una struttura essenziale, ricorda ad entrambi la fortezza de “Il deserto dei Tartari”, pur trovandosi in un’ambientazione opposta. . Bianca, netta, ampia, con una vista a 360 gradi su Napoli e un bel vento che ci scuote dal caldo umido opprimente. Foto dopo foto, nonostante la presenza di un’ascensore , scendiamo a piedi nei cunicoli all’interno della fortezza e ci rechiamo direttamente alla Certosa di S.Martino. struttura compresa nelle possibilità di Artecard. E’ ricca di tutto, preziosa, una vera rivelazione, ma i notevoli intagli presenti nella chiesa non sono quasi visibili nel pomeriggio per carenza di luce: il responsabile ci spiega che la causa è la mancanza di fondi per l’acquisto di nuove lampadine. Quindi, tralasciando commenti, si consiglia di effettuare la visita al mattino. Non visitiamo il giardino, poiché l’orario di chiusura è variabile e per noi è alle 18.30.
Considerato il clima non caldo in quel momento, decidiamo di percorrere la discesa a mare a piedi, con scorci particolari che però diventano sempre più “particolari”, man mano che ci avviciniamo ai Quartieri Spagnoli: non si può davvero evitare di notare un po’ di trasandatezza, per essere essenziali: nel caos totale, si entra praticamente in casa altrui, e non potrebbe essere diversamente, poiché il suolo abitativo è sovraffollato di costruzioni e soluzioni creative di parcheggi, ripostigli, depositi e balconi, a volte sovrapposti. Le chiaccherate da una parte all’altra del vicolo, motorini ovunque con accumuli di persone sorprendenti, che devi condividere, senza imbarazzo, ci fanno spontaneamente accelerare il passo. Planiamo nell’elegante via Toledo, e raggiungiamo Piazza del Plebiscito: ci sediamo per un po’ di respiro (il fresco è rimasto alla Certosa) ed ammiriamo lo spettacolo del passaggio dal tramonto al buio, insieme ad una folla allegra di turisti e locali ed una chiaccherata con un anziano signore che tenta di spiegarci la via del ritorno. Dopo un lungo dialogare, trattando anche di filosofia spicciola e senso della vita, e dopo mille foto inevitabili, non capiamo nulla sulle modalità del ritorno e quindi decidiamo nuovamente di percorrere il tratto a piedi, fino in Piazza Dante, per recarci alla pizzeria e friggitoria “I Decumani”, in via dei Tribunali, locale altamente consigliato dal sig, Giovanni. L’attesa fino alle 21.30 ci ha sfiancato, ma il risultato ha compensato tutto: la pizza bufalina, con tanto di mozzarella intera nel mezzo, ci ha convinto, ma la friggitura ci ha sbalordito, un momento di autentico godimento, il tutto per un prezzo più che buono. La notizia per cui il locale sarà chiuso il giorno successivo ci rattrista non poco… Sfiniti, ma estremamente soddisfatti della giornata, andiamo a dormire. Neanche le notizie calcistiche si destano.
LUNEDì
Sveglia alle 8.30, colazione tranquilla e via. Andiamo alla ricerca del complesso del Girolamino, ma scopriamo essere sotto sequestro giudiziario. Quindi tralasciamo il museo del tesoro di S.Gennaro (attenzione, non è più compreso nell’Artecard), visitiamo San Paolo e ci mettiamo alla ricerca dell’altarino dedicato a Maradona (Piazzetta Nilo) dove notiamo anche uno dei tanti esempi dell’imparagonabile fantasia napoletana: una maglietta con la scritta Paris Sant Gennar. Ci lasciamo attrarre dai vicoli vicini, alzando in continuazione gli occhi verso le testimonianze barocche che spuntano ovunque, per arrivare in via S.Gregorio Armeno e la sua continua offerta di gingilli, frutta secca, peperini rossi appesi, colori, particolarità e soprattutto tutto quello che uno vorrebbe davanti a se’ prima di preparare un presepe. Lasciatevi incuriosire dalle statuine, ma soprattutto dalle options: secchielli, animali, mestieranti, ogni tipo di cibo. Tuttavia, la reale sorpresa in mezzo a questa miscellanea di sensazioni è la chiesa di San Gregorio Armeno, sicuramente il miglior gioiello barocco mai visto. Abitando a Torino, ho ben presente cos’è lo stile barocco e la nostra “Consolata” non scherza, ma nulla è paragonabile a questa piccola chiesa. Inoltre, all’uscita, nella prima via a sinistra, si può visitare il chiostro: una totale atmosfera silenziosa nel bel mezzo di Spaccanapoli. Se avete la fortuna di incontrare una guida e farvi accompagnare nella visita, ne vale la pena. Grazie ad una gentilissima signora laica, vediamo la prima Chiesa con resti bizantini, il primo forno per le sfogliatelle, la fontana danneggiata dai vari terremoti che hanno perseguitato Napoli e dintorni e la leggenda susseguente, la chiesa barocca dall’alto, scoprendo che ha 3 piani, con tanto di piano estivo ed invernale, e altre curiosità che non svelo per non rovinare la sorpresa. Ancora immersi in quest’atmosfera, ci rechiamo alla Cappella Sansevero, per ammirare il “Cristo Velato”: inquietante e bellissimo, capace di suscitare emozioni in un ambiente in cui si percepisce qualcosa di strano e non chiaro. In effetti, come si sa, la storia dei capolavori presenti in questo luogo e la presenza dei due scheletri nei sotteranei porta a diverse interpretazioni. Il caldo umido è sempre con noi, ma non ci fermiamo e andiamo a cercare un mercato tipico, tra quelli segnalati dalla guida Lonely Planet. Scegliamo, per vicinanza, quello in Piazza Nolana, da cui ci allontaniamo rapidamente, dopo aver preso un po’ di frutta: niente di che. Alla stazione centrale saliamo su C40, direzione Capodimonte. Si arriva alla base del parco, che ci accoglie con una panchina all’ombra e molto verde. Godiamo di questa pausa. Il Museo in se’ non ci ha stupito: alcuni appartamenti erano chiusi, altri capolavori erano visibili ad orario (Caravaggio dalle 15.15, ad es.): forse stanchi, desistiamo dall’aspettare altre aperture e ce ne andiamo abbastanza presto. Scendiamo con un qualsiasi bus che non si chiami “C” e arriviamo al Museo archeologico, a piedi arriviamo alla via dei Tribunali per raggiungere la pasticceria Capriccio, nuovamente indicataci dal padrone di casa (attenzione: in realtà viene indicato un altro cognome, ma è conosciuta così): dopo aver chiesto informazioni sulla locazione, aver attirato una cappanella di curiosi e aver dato inizio ad un dibattito sulla cosa, divertiti, entriamo e assaggiamo un babà unico: sembra di addentare una nuvola al rum. Compriamo una pastiera da portare in famiglia al ritorno e ci rechiamo “ a casa”, per far riposare le stanche membra. La pausa è breve perché in quest’ultimo giorno vogliamo ancora vedere Napoli a mare. Per cui, non rinunciamo a percorrere ancora una volta Spaccanapoli per recarci a piedi al Maschio Angioino e al Castel dell’Ovo, che non visitiamo perche’ chiude al tramonto (un altro orario variabile). La passeggiata a mare è notevole, ma non è la Napoli che noi cerchiamo e, senza visitare Chiaia, torniamo ai Decumani con il 151. Scegliamo la pizzeria Gino Sorbillo, che deve essere affrontata abbastanza presto, se non si vuole di nuovo aspettare fino alle 22. Pizza e prezzo buoni. Godiamo ancora dell’atmosfera serale napoletana e trascorriamo l’ultima notte nel B&B, che salutiamo il martedì mattina per recarci in Costiera.
MARTEDì
Ultima mattina napoletana, lasciamo il B&B, prendiamo l’autostrada Sorrentina-Amalfitana e la percorriamo tutta, passando da Sorrento, Massa Lubrense, con paesaggi mozzafiato ma con l’impossibilità di sostare per una foto, senza causare ingorghi: mille curve, ma soprattutto mille auto. La nostra destinazione è il paese di Furore, dove abbiamo prenotato una stanza nel B&B “Le Marelle”. Furore basso e’ facilmente raggiungibile, per arrivare al B&B ci aspettano 8km, tutte curve, in salita. Arriviamo un po’ perplessi, considerati i precipizi che ogni curva ci propone, ma ci ricrediamo subito: la vista dall’ampia terrazza è magnifica, imperdibile, e cosi’ la tranquillità del luogo, e il silenzio. Il prezzo è buono, considerato il panorama e la zona, c’è la possibilità di pagare con Bancomat e di cenare. La stanza, piccola ma nuova e curata, sembra fresca, aspetto da non trascurare. Decidiamo di lasciare l’auto parcheggiata all’ombra fino al giorno della partenza per il nord , apprezzando anche questa possibilità, poiché il problema parcheggio in costiera esiste. Scendiamo cento metri all’unico negozio che vende biglietti per il trasporto con bus e acquistiamo un biglietto SITA da 7 euro, valido 24 ore (ogni singola corsa costa 2.50 euro) e aspettiamo il bus per Amalfi: lo vediamo arrivare dall’alto, lo riconosciamo dal clacson e, saliti, ci stupiamo dell’assoluta sicurezza dell’autista, ad ogni curva si fa sentire a prescindere e scende o sale sicuro, rasentando angoli, auto e tutto ciò che trova. Questa sarà la routine dei tre giorni successivi, considerando che la fermata del bus è comodamente a pochi metri dal B&B. Abbiamo visitato la costiera senza affanni ne’ pretese, cercando di godere dell’atmosfera e non curandoci del caos turistico che è presente in tutti i luoghi.
Martedì: Prima visita di Amalfi – spiaggia grande – fuga ad Atrani – scoperta di “Sciulla” – molo e lungomare – ritorno al B&B e cena in loco.
Mercoledì: Colazione in terrazza con cornetti freschi e il tavolo di marmo zeppo di cose buone. sightseeing bus fino a Ravello- Lido di Ravello – Positano
Giovedì: Grotta di Cristallo – fiordo di Furore- cena al tramonto di Atrani.
Cosa vorremmo mettere in luce?
Spiagge: la spiaggia di Amalfi, chiamata “grande”, in realtà, è molto affollata e presenta un mare mediocre. Molto meglio la spiaggia di Atrani, e soprattutto quello che chiamano Lido di Ravello, dove l’acqua è verde e la gente, in pieno relax, trascorre ore sui materassini a farsi accarezzare dalle onde. Anche il paesaggio del borgo, alle spalle, è da considerare. Ci alziamo a fatica da questo lido, condividendo il relax in pieno.
La spiaggia di Positano è affollata, come lo è il paese stesso, ma l’ultima spiaggetta di ciotoli della costa è adorabile, con la possibilità di mangiare in loco sul mare in piccoli locali: ci sdraiamo e sentiamo il rumore del mare, sensazione rara nella calca della gente. La spiaggia migliore in assoluto senza paragoni è quella del Fiordo di Furore. E’ raggiungibile dalla statale che unisce Furore a Positano, con fermata del bus nei paraggi: una ripida scalinata porta a questo pezzetto caratteristico, poco frequentato se non da locali, all’ombra al mattino e nel sole a mezzogiorno, con acqua cristallina, foto da cartolina e un ponte altissimo che sovrasta il tutto, da cui si buttano arditi sportivi in una competizione apposita. Si possono affittare lettini e mangiare un pasto freddo. Arrivati in tarda mattinata dopo la visita alla Grotta dello Smeraldo che è nei dintorni, non siamo riusciti a lasciarlo fino a pomeriggio inoltrato: avevamo progettato altre visite altrove, ma questo posto è il migliore per apprezzare l’atmosfera della costiera vera, tra locali che parlano e raccontano storie, in pieno sole, davanti a un mare incredibile e fresco.
Attrazioni: Ravello è raggiungibile con i bus, piacevole è il sightseeing bus compreso nel prezzo del biglietto da 7 euro per una corsa A/R. Si può raggiungere Positano in bus, sempre molto affollato. Positano è sicuramente bella, ma troppo turistica, con difficoltà a cogliere la sua autenticità. Amalfi, visitata più volte, è una cittadina accogliente come lo è Atrani, ideale per fuggire dalla folla e per mangiare bene a un prezzo minore.
Ad Amalfi non si può rinunciare a una visita da “Sciulla”, con sorbetti e creme di limone indimenticabili, e alle varie offerte di scorzette di limone in scatola, di cui volevo fare scorta. La Grotta dello Smeraldo è raggiungibile con il battello dall’ embarcadero di Amalfi oppure in bus SITA, con una fermata di fronte e l’ascensore che vi fa scendere di fronte all’ingresso. Pagato l’ingresso, 5 euro, vi faranno sedere su una specie di zattera decisamente piena di gente, e un “Emerald boy” al meglio delle forze vi condurrà nel mezzo e vi spiegherà, con molta fantasia e creatività, ciò che dovreste riuscire a vedere. Al tocco del suo remo, scendono ipotetici smeraldi, con ironia si dice che se scendono zaffiri, non sono graditi. Dall’uscita della grotta tramite ascensore, se ci si vuole recare al Fiordo, si può percorrere a piedi la statale per 15 minuti: il traffico è molto, ma solo da questo tratto è possibile la visione di molte ville con doppia piscina, a picco sul mare.
Servizio bus: sicuramente indispensabile per muoversi in costiera, considerato l’imponente traffico e la reale impossibilità di parcheggiare. Le partenze e gli arrivi hanno come base la piazza di Amalfi e nelle vicinanze si acquistano anche i biglietti per i vari tragitti sul mare (la più conveniente, al tempo, sembrava la Cooperativa S.Andrea). Occorre chiedere sempre quali bus sono in partenza, perché la destinazione segnata sui bus può variare all’ultimo momento. La gentilezza dei vari autisti vi sarà d’aiuto. I viaggi in bus da e a Furore sono imperdibili: la leggerezza e la positività di questi autisti che, arditi, viaggiano con una sicurezza notevole vi stupirà: ogni viaggio è un momento di intrattenimento fatto di attenzione nel guidare, ma anche di scambio di battute, di urla lanciate dagli autisti ai proprietari delle auto incontrate che non hanno il coraggio di passare tra il muro e il bus (“Vai, e vai, e scendi, spostati” era il motto), sempre con calma e leggerezza. Non si arrabbiano mai ed era bello, dal nostro B&B, sentire il clacson suonato ripetutamente dalla cima più alta. Il panorama dal bus è da foto, soprattutto al buio della sera: un autentico presepe.
B&B “Le Marelle”: da consigliare, se la folla esagerata vi infastidisce. Una vista incredibile, una serietà di gestione apprezzabile, notti fresche e la possibilità di stare al sole tranquilli e godersi una pausa. Parcheggio gratuito e servizi di trasporto abbastanza puntuali e comodi.
Al termine di questa full immersion campana, ciò che voglio portare con me è sicuramente la leggerezza concreta del saper vivere dei napoletani, la voglia di costuire e creare con fantasia, nonostante i mille problemi. Ciò non vuol dire trovare soluzioni a questioni insormontabili da tempo, ma talvolta essere capaci di sorvolare e vivere e far vivere bene in egual modo. Come turista, ho notato la scelta della persona prima della cosa, la parola gentile che non fa mai male, la battuta per alleggerire sempre presente, la solidarietà al di là delle voragini e delle negatività.