Dall’Oceano Atlantico alle Ande: 4000 metri di dislivello e 1000 chilometri di avventure tra le meraviglie dell’America Latina

Scritto da: Mocana68
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Il Sud America è una delle nostre destinazioni preferite, ma non riusciamo quasi mai a trovare il tempo per un viaggio nella loro estate: l’unica possibilità sarebbe il periodo natalizio, quando però i prezzi dei voli sono altissimi. Per questo abbiamo deciso di partire verso Argentina e Uruguay d’agosto, volo Iberia con andata Firenze-Montevideo e ritorno Buenos Aires-Firenze, con scalo a Madrid, al costo complessivo di € 1.080 a persona. Abbiamo preferito visitare poche cose, ma con calma.

Informazioni utili sul viaggio in Argentina e Uruguay

Località visitate

  • Uruguay: visita di Punta del Este, Montevideo e Colonia del Sacramento.
  • Argentina: Buenos Aires e Nord Ovest argentino (province di Salta e Jujuy).

Spostamenti interni

  • Traghetto fra Uruguay e Argentina, che sono separati dall’estuario del Rio della Plata: la traversata, nel tratto più breve, fra Colonia del Sacramento e Buenos Aires, dura un’ora e costa circa 50 euro a persona solo andata (prenotabile su Buquebus.com)
  • Volo interno fra Buenos Aires e Salta con Aerolineas Argentinas al costo di € 75 a persona andata e ritorno. I voli interni partono in genere dall’aeroporto Newbery, praticamente in città e raggiungibile con autobus urbano.

Mezzi pubblici

Capillari, economici ed efficaci, sia in Uruguay che in Argentina. Soprattutto in Uruguay, dove le cose da vedere sono limitate, mi sento di consigliarli nel caso in cui si desideri contenere i costi o si preferisca non guidare. Nella zona del Nord Ovest argentino, l’auto permette una maggiore libertà di spostamento. Tuttavia, nel caso di utilizzo dei mezzi pubblici, alla stazione omnibus delle varie località visitate, si trovano dipendenti delle compagnie turistiche locali che offrono le varie escursioni in zona. Pertanto è tutto visitabile senza auto, ma tenete conto magari di tempi un po’ più lunghi. Per il noleggio a Salta mi sento di consigliare Rada (radarentacar.com.ar): non applicano costi aggiuntivi per il secondo guidatore e offrono pacchetti con assicurazione all inclusive a prezzi buoni. Nel pacchetto all inclusive non sono compresi cristalli e gomme: ne abbiamo forata una con un chiodo e ci hanno chiesto solo 6 euro. Molto onesti. Tenete presente che nella zona ci sono diversi percorsi sterrati ed è facile bucare una gomma. A Buenos Aires gli autobus (chiamati collectivos) e la metro (chiamata subte, abbreviazione di subterranea) sono validissimi e molto molto economici. È necessario comprare una tessera “Sube” alla stazione della metro e ricaricarla in contanti: poi può essere usata sia sugli autobus che per la metropolitana. Il costo del biglietto non è sempre uguale, dipende dal tragitto, ma la differenza è irrisoria ed il costo sempre inferiore a 500 pesos per gli autobus (meno di 50 centesimi di euro al cambio agosto 2024) e di circa 750 pesos per la metro (circa 75 centesimi di euro). Pare che a breve la tessera “Sube” venga abolita in quanto dovrebbe essere possibile pagare direttamente con la carta di credito/debito.

In Sud America oltre al taxi, al posto di Uber, è utilizzato principalmente Cabify: potete scaricare l’app ed utilizzarlo tranquillamente. Noi ci siamo trovati bene. Per raggiungere l’aeroporto Pistarini dal centro di Buenos Aires ho speso circa 23 euro con Cabify, mentre il taxi mi aveva chiesto 40 euro. Si può contattare poco prima o prenotarlo in anticipo. L’aeroporto Pistarini dista 30 km, che si percorrono in auto in circa 45/60 minuti: dipende dall’orario e dal traffico. Avevo letto che esiste l’autobus 8 diretto (attenzione a prendere il diretto e non l’8 normale) con partenza da Plaza de Mayo, che raggiunge l’aeroporto Pistarini sempre in un’ora ad un costo irrisorio: noi però avevamo l’albergo in un’altra zona e allora abbiamo optato per Cabify.

Cambio e inflazione

In Uruguay c’è un cambio piuttosto stabile: 1 euro = 44 pesos uruguaiani.

Per l’Argentina il discorso del cambio è ampio. Come molti sapranno, l’Argentina viaggiava con un’inflazione mensile a due cifre: addirittura ci sono stati periodi in cui i prezzi variavano dalla mattina alla sera. Attualmente il cambio è abbastanza stabile, però c’è una differenza enorme fra il cambio ufficiale ed il cambio nero in strada, anzi cambio blu come viene chiamato in Argentina. Ad agosto 2024 il cambio ufficiale era 1 euro = 980 pesos argentini, mentre il cambio blu era 1 euro = 1500 pesos argentini. La differenza è enorme: conviene moltissimo portarsi dietro contanti e cambiare. A Buenos Aires basta recarsi nella via Florida (soprattutto nella zona delle Gallerie Pacifico) e sentirete delle persone ripetere “cambio cambio”: chiedete prima per sentire chi vi applica il cambio migliore. Queste persone, incaricati solo di raccogliere clienti sulla strada, vi accompagneranno poi negli “uffici” di cambio che generalmente sono all’interno di gallerie negli edifici o edicole sul marciapiede. Preferiscono banconote da 50 euro e ci provano a fare sconti in caso di cambio con banconote da 20 euro: non accettate. Noi non abbiamo avuto bisogno di usare i dollari statunitensi, ma forse è meglio averne con sé, nel caso in cui vi trovaste in cittadine più piccole. Per evitare di perdere tempo a cercare cambi o essere costretti ad usare la carta di credito ad un cambio sconveniente, è meglio cambiare a Buenos Aires prima di recarsi in altre località del paese.

Clima

In Uruguay abbiamo trovato minime intorno ai 10 gradi e massime intorno ai 13 gradi, ma un po’ di vento. A Buenos Aires stesse minime, ma massime di circa 15/17 gradi, senza vento. Spesso il sole, qualche giornata nuvolosa, mai la pioggia.  Il nord ovest si trova ai tropici, ma in quota: siamo passati dai 1150 mt ai 4350 m s.l.m. Il periodo è secco ed ideale per spostarsi nelle strade sterrate ed evitare la pioggia estiva che le renderebbe poco praticabili senza un’auto 4×4. La temperatura dipende ovviamente dall’altitudine: 5 gradi di minima e 15 di massima a 3000/4350 m s.l.m., 15 gradi di minima e 25 di massima a 1000/2500 m s.l.m.

I luoghi da scoprire in Argentina e Uruguay

Siamo atterrati a Salta (1150 mt s.l.m.). Abbiamo fatto un primo giro prima a nord di Salta, ci siamo rifermati a dormire a Salta, per evitare tappe troppo lunghe e strade troppo poco scorrevoli, e poi ci siamo diretti a sud ovest.

Nord di Salta

Noi abbiamo dormito 1 notte a Purmamarca e 1 notte a Humahuaca. Si può fare un po’ più di corsa dormendo una sola notte in zona.

Da Salta siamo arrivati a Purmamarca (2200 m s.l.m.), abbiamo poi raggiunto Salinas Grandes (3450 m s.l.m.) e quindi siamo tornati indietro per dormire a Purmamarca. La strada fra Salta e Purmamarca è tutta asfaltata: si alternano tratti a 2 corsie per ogni senso di marcia e tratti a 1 corsia, con attraversamento di paesini. Fra Purmamarca e Salinas Grandes la strada è ad una corsia per ogni senso di marcia: il percorso è molto bello, fra montagne colorate, si sale a 4170 m s.l.m. quindi può dare un po’ fastidio l’altitudine. I tempi di percorrenza dati da google maps sono più o meno corretti: circa 2 ore e mezzo fra Salta e Purmamarca e 1 ora sola andata fra Purmamarca e Salinas Grandes. Anche Purmamarca ha la sua montagna colorata (Cerro de los 7 colores, che si può vedere da un punto panoramico a pagamento, ma ad un costo trascurabile) e il suo mercatino andino pieno di stoffe colorate. Le salinas sono molto belle: in inverno c’è una crosta di sale e ci si può camminare sopra.

Il secondo giorno abbiamo raggiunto Humahuaca (2950 m s.l.m.) attraverso una quebrada (canyon) colorata. La strada fra Purmamarca e Humahuaca è asfaltata ad una corsia per ogni senso di marcia e ci vuole circa un’ora per percorrerla. Durante il tragitto ci siamo fermati a visitare Tilcara, un paesino molto piacevole con i resti di una fortificazione. Anche Humahuaca, dove poi abbiamo dormito, è carino, con la sua piazza, la sua chiesetta e il monumento all’Indipendenza.

Il terzo giorno siamo partiti da Humahuaca ed abbiamo raggiunto l’Hornocal, una montagna colorata con 14 colori: sulla cima abbiamo fatto delle brevi passeggiate, perché comunque ci trovavamo a 4450 m s.l.m. La strada fra Humahuaca e Hornocal è sterrata ma il fondo stradale è buono e si può percorrere con una normale berlina: ovviamente meglio se la macchina non è troppo bassa. Sono 50 km andata e ritorno che si percorrono in circa 45 minuti a tratta. Si paga una sciocchezza per accedere alla cima, da dove si possono fare dei percorsi: attenzione però all’altitudine. La montagna è molto bella, sono contenta di averla vista, ma lo sterrato è un po’ noioso. Siamo rientrati quindi a Humahuaca e poi tornati a Salta per il pernottamento.

Sud-ovest di Salta

Abbiamo dormito due notti a Cafayate per rilassarsi un attimo (può andare bene anche una notte facendo un po’ più di corsa) e una notte a Cachi. Abbiamo fatto un percorso ad anello.

Il primo giorno siamo partiti da Salta in direzione di Cafayate percorrendo la ruta 68, asfaltata: circa 3 ore per 200 km. Nella seconda metà del tragitto si attraversa la Quebrada de las Conchas e si può fermarsi ai vari punti panoramici che trovate indicati anche su google maps. Una decina di chilometri prima di Cafayate si può fare una passeggiata anche sulle dune di sabbia.

Il secondo giorno ci siamo rilassati a Cafayate, dove ci sono diverse aziende vinicole che offrono la visita delle cantine e le degustazioni di vino. La zona è bella, ma in inverno le viti sono a riposo e non offrono il panorama migliore.

Il terzo giorno siamo ripartiti da Cafayate per Cachi, percorrendo la famosa Ruta 40: 160 km sterrati, a parte i primi 20 che sono asfaltati (fino a San Carlos). Durante il tragitto si attraversa la Quebrada de las Flechas, con alcuni punti di sosta panoramici: ci vuole circa un’ora di sterrata fra San Carlos e il mirador Anfagasta e poi un’altra ora di sterrata per arrivare a Molinos. La strada sterrata è buona, a tratti con prevalenza di ghiaia, a tratti prevalenza sabbia fine ed altri roccia e sassi. Percorribile con una normale berlina a 2 ruote motrici, meglio se non troppo bassa. La velocità è di circa 40/50 km orari, ma in alcuni punti 30 km/h per le curve. Infatti, circa a metà strada tra Anfagasta e Molinos, c’è un tratto di strada stretto e a curve: in alcuni punti non ci si scambia e c’è da fare un po’ di attenzione. La strada è abbastanza transitata dai turisti (in maggior parte argentini) e anche da persone del luogo perché qua e là ci sono diverse case: in caso di difficoltà con l’auto magari qualche angelo che si fermi si può incontrare, ma comunque è meglio sapersi almeno cambiare una gomma da soli. La strada non è vietata dalle compagnie di noleggio, ma non c’è linea telefonica e quindi è difficile chiamare i soccorsi. Vale la pena fermarsi a mangiare qualcosa a Molinos (solo 1 km di deviazione) per fare una sosta e poi riprendere l’ultimo tratto per Cachi. Considerate per tutto il tragitto 3 ore e mezzo e quindi partite al mattino non troppo tardi per essere sicuri di arrivare a Cachi in serata, anche in caso di qualche imprevisto.

Il quarto giorno abbiamo girellato un po’ per Cachi e poi siamo rientrati a Salta attraverso la RN 33 che percorre il parco nazionale de los Cardones con punti di sosta panoramici. La prima metà circa è asfaltata e poco dopo la Piedra del Molino diventa sterrata (le curve della Cuesta del Obispo ed il resto della discesa sono sterrati). Anche questa strada è percorribile con una normale 2 ruote motrici, ma la parte sterrata è molto sabbiosa e quindi si alza un gran polverone che, soprattutto scambiandosi con altre autovetture, riduce davvero molto la visibilità.

Buenos Aires

La città è molto piacevole. Abbiamo girato tanto a piedi. Bella la zona di Puerto Madero, la riserva Costanera, i quartieri di Recoleta e San Telmo (andate la domenica in Piazza Dorrego per assistere agli spettacoli di tango), i parchi di Palermo, la Plaza de Mayo con la Casa Rosada, la cattedrale ed il Cabildo (fate una sosta all’ottima caffetteria “Pertutti” molto più piacevole del famoso e cupo Caffè Tortoni), l’Avenida 9 de Julio con l’Obelisco e il teatro Colon, l’avenida de Mayo fra il palazzo del Congresso e la Casa Rosada, passando dal Palazzo Barolo con riproduzione dei gironi della Divina Commedia, la zona del Retiro con la Torre monumentale ed il parco St. Martin, la zona pedonale dello shopping di Via Florida con le Gallerie Pacificos, il quartiere di La Boca con le case colorate ed i negozietti di Caminito e lo stadio “La Bombonera” per gli appassionati di calcio. I musei sono abbastanza cari in rapporto al costo della vita e anche lo shopping non è conveniente: i capi di abbigliamento sono molto più costosi che in Italia.

Uruguay

Punta del Este

Montevideo non ci è piaciuta quasi per niente. A parte i 20 km di ramblas lungo il Rio de la Plata fra Punta Carretas e Carrasco, non abbiamo trovato niente di interessante da visitare. Il centro è degradato e ci sono giusto la Cattedrale ed il Palazzo Salvo nella Piazza Indipendenza. La zona dello shopping è via 18 de Julio, ma anche qui prezzi alti e niente di bello. Nel caso di una sosta a Montevideo, consiglierei di alloggiare a Punta Carretas piuttosto che in centro. Colonia del Sacramento è una piacevole città coloniale fondata dai portoghesi, con stradine in acciottolato, ma niente di imperdibile per noi italiani.

Punta del Este è una località balneare posta nel punto di incontro fra le acque del Rio de la Plata e l’Oceano Atlantico. Ho letto che il Rio de la Plata ha una portata tale che le acque dell’oceano non riescono a risalire il fiume: per questo l’acqua rimane dolce fino alla confluenza nell’oceano all’altezza della penisola di Punta del Este: quindi Playa Mansa ad ovest della penisola è sul fiume, mentre Playa Brava ad est è sull’oceano. All’inizio di Playa Brava c’è il famoso monumento “Los Dedos”, cioè le dita in cemento che emergono dalla sabbia e che sono un monito alla pericolosità della balneazione in questa zona.

Fra l’altro le acque del fiume sulla Playa Mansa sono fangose e poco piacevoli, ma non è bellissima neanche l’acqua dell’Atlantico, di un colore verde-marrone che mi hanno detto non migliori neanche d’estate. Comunque Punta del Este è elegante, molto pulita, piacevole e le spiagge sono molto ampie e molto belle, con delle dune di sabbia fra il mare e la strada.

Conclusioni su un viaggio in Argentina e Uruguay

Il Nord ovest dell’Argentina, con i suoi paesaggi sconfinati, le sue montagne colorate, i suoi paesini caratteristici ci è piaciuto molto e ci ha permesso di rilassarci perché queste zone non sono ancora prese d’assalto dal turismo. Abbiamo percorso 1250 km, ma il problema è stato, in alcuni tratti, il tempo di percorrenza. Lo sterrato è veramente stancante e non rifarei la tappa Cafayate-Cachi attraverso la RN40. Farei Salta-Cafayate-Salta e poi Salta-Cachi-Salta. Volendo non perdere la Quebrada de las Flechas, si può lo stesso raggiungerla da Cafayate e poi tornare indietro. Valutate in base al tempo a disposizione e la voglia di guidare ore nello sterrato.

A Buenos Aires abbiamo dedicato 6 giorni: l’abbiamo percorsa in lungo ed in largo, abbiamo camminato tantissimo e ci è piaciuta davvero. L’Uruguay non ci ha entusiasmato: carina la costa, elegante Punta del Este con le sue spiagge infinite, bellina Colonia del Sacramento (ma ne abbiamo a iosa di borghi storici in Italia), decadente e poco interessante Montevideo. Piacevoli, disponibili e carine le persone, sia in Argentina che in Uruguay. Siamo stati bene: una bella esperienza, come ogni viaggio.

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