Cuba in 9gg:i nostri indirizzi e qualche consiglio
Il nostro itinerario, relativamente intenso, è stato il seguente: 1° giorno: arrivo in serata all’Havana 2° giorno: Havana 3° giorno: Vinales 4° giorno: Cayo Jutias – Trinidad 5° giorno: Trinidad 6° giorno: Sancti Spiritus – Santa Clara – Remedios 7° giorno: Cayo Santa Maria 8° giorno: Cayo Santa Maria – Cienfuegos 9° giorno: Havana Con questo resoconto vorremmo fornire alcuni consigli e indicazioni per un itinerario in auto, che speriamo utili per chi volesse programmare un viaggio analogo al nostro. Ovviamente non possiamo pretendere di avere un’idea chiara della realtà cubana, ma ci siamo comunque innamorati di questo paese e la nostra esperienza, seppure breve, è stata senza dubbio intensa! Il racconto è piuttosto lungo, perciò lo abbiamo diviso in paragrafi per argomenti. L’ultimo, il più esteso, è dedicato alle località visitate ed esprime un giudizio che per quanto soggettivo ci auguriamo possa esservi utile nella pianificazione del vostro viaggio.
TRASPORTI Il colpo grosso della vacanza è stato il volo con Air France da Genova (la nostra città) via Parigi per 420 euro a/r: è questa offerta estiva che ci ha costretti ai 9 giorni della vacanza. Nel corso del viaggio di andata, purtroppo, uno dei nostri bagagli è stato perso e sono occorsi 5 giorni per riaverlo; abbiamo trovato inoltre gli uffici in loco poco affidabili, anche se sospettiamo che questo non sia un male solo di Air France. In generale abbiamo saputo che il fenomeno della perdita dei bagagli è terribilmente frequente: consigliamo perciò di limitarne al massimo l’invio, preferendo il trasporto a mano.
Per i trasporti interni siamo partiti senza alcuna prenotazione: in realtà fino all’ultimo eravamo in dubbio se muoverci con mezzi pubblici, in taxi o con l’automobile. La Viazul offre su tutto il territorio nazionale un buon servizio di pullman con aria condizionata: prenotare non è necessario, anche per tratte lunghe, ma occorre presentarsi un’ora prima della partenza in stazione. Orari e itinerari sono disponibili sul sito www.Viazul.Cu. Inoltre ci sono due tour operator locali che offrono trasporto su pullman su tratte tipicamente turistiche, come il diretto Vinales – Trinidad. Si tratta di Havanatur (www.Havanatur.It) e Cubatur (www.Cubatur.It). Le loro agenzie sono spesso all’interno degli alberghi (per es. Cubatur ha sede tra gli altri presso l’hotel AmbosMundos, in calle Obispo, Habana Vieja): fate riferimento ai siti internet per la localizzazione delle agenzie sul territorio.
I taxi sono relativamente cari (si calcoli circa 1 cuc ogni 2 km): spostarsi per lunghe tratte in taxi sarebbe proibitivo. Il servizio dall’aeroporto di Havana al centro città, per esempio, costa 25 cuc (al ritorno siamo riusciti a strappare 20 cuc prendendo l’autista tramite la compagnia con cui abbiamo noleggiato l’auto). Diversa è la questione se si contattano taxisti non “regolari” con cui concordare un prezzo, cosa che onestamente non ci è sembrata semplice sia perché non abbiamo avuto occasione di trovare “passaggi” di questo tipo, sia perché anche la contrattazione non è semplice: insomma, potrebbe essere una soluzione poco affidabile. Ci hanno detto che può essere più facile trovare taxisti disponibili a prezzi forfettari alla stazione principale Viazul all’Havana, ma non abbiamo sperimentato di persona questa possibilità.
Alla fine la soluzione migliore ci è sembrata il noleggio di un’auto, effettuato alla Cubacar presso l’ufficio dell’Hotel AmbosMundos: l’abbiamo prenotata la sera per il giorno dopo. La consegna sarebbe dovuta essere alla 9 e 30 del mattino, ci è stata data alle 12! Ma al nostro ritorno una coppia attendeva che venisse ritrovata la loro prenotazione, già pagata dall’Italia, che non risultava da nessuna parte: ci sentiamo di consigliare di noleggiare l’auto direttamente in loco, anche in stagione più alta pensiamo che un’auto spunti sempre fuori! Nota dolente è il costo, piuttosto alto: per l’auto di livello più economico 75 cuc al giorno con Km illimitati e copertura assicurativa completa, gomme escluse (e tenuto conto dello stato delle strade a Cuba non è cosa da sottovalutare!). Non abbiamo fatto un’indagine di mercato perché sospettiamo che ci sia una sorta di “cartello” di stato su questo tipo di attività: lo stesso “tourist information” pubblico (sito in calle Obispo e/ Bernaza y Villegas) ci ha direttamente indirizzati a questa compagnia.
Un capitolo a parte merita dunque lo stato delle strade a Cuba (vedi oltre in “Altre notizie e consigli utili”). ALLOGGIO Come consigliato da altri “turisti per caso”, ci siamo quasi sempre affidati alle Casas Particulares, sorta di B&B a gestione privata (uno dei pochi casi a Cuba). Ci siamo quasi sempre trovati bene sia per la pulizia e il confort delle camere (tutte con bagno e aria condizionata), sia per la qualità del cibo (colazioni e cene). Di seguito i nostri indirizzi con alcuni appunti.
Havana: Hostal Marly, Muralla 455 e/ Villega y Vernaza (tel 053-07-8602707), notte 30 cuc, colazione 3 cuc a testa: in realtà avevamo contattato dall’Italia l’hostal Chez Nous, vivamente consigliato da un altro Turista per caso e dotato di mail (cheznous@ceniai.Inf.Cu) ma questi, ancora prima di partire, ci aveva reindirizzati a questa Casa Particular: non possiamo fare confronti, ma la casa non era particolarmente confortevole poiché le stanze avevano le finestre interne (su una sorta di patio-corridoio) ed erano dotate di aria condizionata molto rumorosa; le colazioni non sono state memorabili. E’ tuttavia un alloggio piuttosto centrale in Habana Vieja, in una strada però non turistica e quindi notevolmente “folkloristica”. La proprietaria, Marly, è molto gentile e disponibile.
Vinales: Villa Onelio y Ada, Calle Adela Azcuy 46 (tel 695540, non conosco il prefisso della regione), notte 20 cuc, colazione 4 cuc, cena dagli 8 ai 10 cuc: alloggio molto grazioso, camere pulite e piacevolmente arredate dotate di aria condizionata, bel patio in cui fare colazione e cena, buona cucina.
Trinidad: in questo caso abbiamo alloggiato in 2 case poiché la prima aveva disponibilità per una sola notte: Casa Smith (Odalis) Callejon Smith 3 e/ Maceo y Jesus Menendez (tel 041 994060, casasmith3@yahoo.Es, www.Casasmith.TrinidadHostales.Com) notte 20 cuc, colazione 4 cuc, cena dagli 8 ai 10 cuc: in una casa coloniale del ‘700, ha due ampie stanze dotate di aria condizionata e un grande e lussureggiante patio. L’arredamento è un po’ spartano, ma le stanze sono pulite e la cucina ottima (memorabile l’aragosta e i moros y cristianos), forse la migliore della nostra vacanza! Casa Barbara y Nancy, Jesus Menendez 87 e/ Colon y Smith (tel, 041-996212) notte 20 cuc, colazione 4 cuc, cena dagli 8 ai 10 cuc: casa coloniale bellissima, la camera è stupenda con terrazzino privato, il patio è molto grazioso e curatissimo; molto buona anche la cena: è a nostro giudizio la casa più bella in cui siamo stati (unico neo la stanza è al secondo piano sottotetto e dunque piuttosto calda, ma c’è un buon impianto di aria condizionata).
Remedios: Frank e Arelys, Maceo 43 all’angolo con Carrillo (tel 396274, non conosco il prefisso) notte 20 cuc, colazione 4 cuc, cena dagli 8 ai 10 cuc: casa molto bella e arredata con gran gusto, manca però del patio. Buona cucina, qui abbiamo assaggiato il granchio.
Cienfuegos: Angel e Isabel Calle 35 n. 24 (tel 511519) notte 30 cuc, colazione 5 cuc, cena dai 9 ai 12 cuc: la casa si trova sul lungomare e ha un pontile privato: all’apparenza è una casa molto bella ma il nostro giudizio è negativo innanzitutto per il costo inspiegabilmente più alto che nel resto dell’isola, per le camere poco accoglienti (il bagno più brutto) e per la pessima cena, assolutamente da dimenticare! Facciamo notare che la casa è menzionata positivamente sulla Lonely: non possiamo fare confronti, ma il nostro giudizio si discosta nettamente dalla guida e noi sconsigliamo vivamente una sosta in questa casa! NOTA BENE A parte la casa ad Havana, non abbiamo fatto alcuna prenotazione dall’Italia; abbiamo però usufruito di un ottimo sistema interno, prenotando la mattina per la sera da una casa all’altra e seguendo direttamente i consigli dei proprietari: facendo così ci siamo sempre trovati bene! Sarà un caso ma l’unica volta in cui abbiamo fissato la casa la sera stessa sul posto, a Cienfuegos, è stata quella in cui abbiamo avuto il servizio peggiore. Molti turisti lamentano che le prenotazioni a Cuba sono inutili: per quanto riguarda la nostra esperienza non è stato così, aiutati forse dal fatto che pur essendo formalmente alta stagione non sembrava esserci una gran affluenza turistica. Anzi i proprietari si raccomandano sempre di non scoraggiarsi se non si trova subito l’indirizzo (i centri di alcune cittadine sono veri e propri labirinti!) e di non prestare ascolto alle persone che cercano di deviare ad altre case! Ci sono alcuni siti per prenotare dall’Italia o almeno farsi un’idea delle case: vi segnalo www.Casecuba.Com, www.Casasdecuba.Net e www.Cubacasas.Net.
A Cayo Santa Maria abbiamo alloggiato una notte con formula all inclusive al Sol Cayo Santa Maria: questo resort 4 stelle è a nostro giudizio al di sotto di quanto avremmo sperato potesse offrire una struttura del genere. Le camere sono spaziose, climatizzate, ma non particolarmente pulite, la zona comune è “anonima” (si potrebbe essere un po’ ovunque), il personale non particolarmente gentile, sulla spiaggia non c’è alcun tipo di servizio. Molto gradevole il bar alle spalle della spiaggia (ottimo il barbecue) ma inspiegabilmente chiuso dopo le 5; un po’ deprimente il buffet per i pasti principali (ricco e internazionale, ma servito in uno stanzone tipo mensa); i ristoranti tematici sono riservati ai clienti prenotati per almeno una settimana; pessimi i cocktail serviti dai bar aperti di sera: insomma un’offerta molto limitata (probabilmente il resort è più per famiglie e anziani che per single o giovani coppie, ma insomma…) che non legittima i 178 cuc (!) sborsati, se non per la comodità di essere sul Cayo (NB prenotando su Internet i prezzi si abbassano, anche se rimangono sopra i 100 euro) PASTI Per i pranzi ci siamo sempre arrangiati, sia con viveri portati dall’Italia (grissini e biscotti), sia con frutta locale e raramente comprando nei negozi: semplicemente non ne abbiamo quasi mai incontrati, se non ad Havana (segnaliamo in particolare il Café Santo Domingo, in Calle Obispo 159, che al pianterreno ha una panetteria che vende pani e dolci a prezzi veramente stracciati). Le cene sono state quasi sempre presso la casa in cui alloggiavamo e sempre, tranne a Cienfuegos, molto gradite: abbiamo mangiato aragosta, gamberi e granchio (langosta, camarones e cangrejo) con 10 cuc, carne di pollo e maiale con 8-9 cuc e abbiamo assaggiato numerose e appetitose specialità locali, come platano fritto, moros y cristianos, avocado e patate dolci! Le uniche cene a ristorante sono state ad Havana: Restaurante El Patio: in Plaza de la Catedral meriterebbe solo per l’ambientazione. Ma anche la qualità del cibo è buona: abbiamo assaggiato un eccellente misto di crostacei alla griglia. I prezzi però sono “europei” (circa 35 cuc a persona) Taberna de la Muralla: in Plaza Vieja è una birreria piacevole con musica dal vivo, è economico (menù fisso 10 cuc) ma il cibo è pessimo! ALTRE NOTE E CONSIGLI UTILI Moneta: come è noto a Cuba vigono 2 valute, i pesos nacionales e i pesos convertibles (CUC), questi ultimi per i turisti. E’ inutile cambiare nella prima valuta, perché i cubani non hanno interesse a vendere al turista in pesos nacionales e difficilmente un turista andrà ad acquistare nei pochi negozi per cubani. Quando come a noi è capitato di acquistare un prodotto in valuta nazionale (in una libreria) non abbiamo fatto altro che pagare il corrispettivo in cuc arrotondato un po’ per eccesso: comunque molto conveniente! Il cambio (più conveniente da Euro) si può fare solo alla CADECA che ha sportelli in aeroporto e in tutti i principali centri. Pagare con carta di credito è, oltre che costoso, molto difficile: a noi non è stato dato il nulla osta perché la nostra banca figurava come partner di una banca americana! Jineteros: sono procacciatori che si avvicinano per proporre gli affari più diversi, dall’alloggio alla serata in qualche locale, dai sigari a valuta con cambio vantaggioso e, in un caso, anche profferte sessuali. Alcuni invece chiedono di regalargli magliette o prodotti di profumeria. Quello che possiamo dire è che possono essere dei veri scocciatori e a volte i loro modi appaiono quasi prepotenti. Fidarsi a seguirli significa nel migliore dei casi prendersi una bella fregatura, mentre commuoversi e regalare qualcosa a nostro parere non è una scelta consigliabile: a Cuba nessuno muore di fame e laddove non c’è turismo di massa si nota che le persone sono molto dignitose sia nell’abbigliamento che nella cura della persona. Dove ci sono i turisti invece abbondano gli “straccioni” ma un mendicante, poiché “guadagna” in cuc, finisce con guadagnare di più di un onesto lavoratore! Discorso diverso vale per i bambini: ci dispiace di non avere portato un po’ di cancelleria per le scuole elementari (ce ne sono molte, sparse anche nei piccoli centri), visto che con l’embargo questo è un genere non di prima necessità abbastanza carente.
Strade: lo stato delle strade a Cuba merita un capitolo particolare. Sono tutte gratuite, compresa l’autopista nacional, un’opera monumentale che consiste in un’autostrada a 8 corsie interrotta improvvisamente nel cuore dell’isola, a Jatibonico. Per il resto non differisce dalla maggior parte delle strade cubane: il manto stradale è usurato, ci sono moltissime buche, talvolta l’asfalto manca del tutto. Ma quello che rende veramente avventuroso guidare a Cuba è la quasi assoluta mancanza di segnaletica. Anche sull’autopista (anzi, soprattutto sull’autopista) i cartelli sono molto rari e assenti quelli in ingresso in autostrada: la riconosci dalle dimensioni, quanto alla direzione ti orienti col sole e buona fortuna! Se si sbaglia non c’è comunque da preoccuparsi: di svincoli ce ne sono pochi, in compenso fare una manovra a U è tutt’altro che insolito! A peggiorare le cose c’è la mancanza di mappe stradali: noi per lo meno non le abbiamo trovate; in compenso le cartine date dalle agenzie di noleggio sembrano disegnate da bambini! Noi ci siamo affidati alle mappe sulla Lonely, sufficientemente dettagliate per i nostri bisogni, e ovviamente alla classica informazione ai passanti: va detto che questa pratica è resa più semplice dal fatto che a Cuba si parla uno spagnolo molto fluido e chiaro e che in genere c’è una buona conoscenza delle strade da parte degli abitanti. Ma va anche detto che fermarsi a chiedere un’informazione significa quasi sicuramente l’obbligo a tirare su un autostoppista (vedi oltre). Per questo abbiamo affinato la tattica di fermare sempre un ciclista o un cavallerizzo, magari senza fermarci del tutto! L’autopista (come tutte le strade) è percorsa da una varietà di mezzi e utenti molto ampia che va dai trattori ai carretti alle biciclette, dai cavalli a mucche, maiali e galline. Numerosissimi sono gli autostoppisti, che come è noto a Cuba sono regolamentati: non è raro incontrare interi camion carichi di persone, carretti stracolmi. Noi su consiglio dei proprietari delle case in cui abbiamo alloggiato non abbiamo quasi mai dato passaggi, ma non senza un gran senso di colpa visto il caldo e la sensazione che molti dovessero attendere parecchio tempo prima di essere caricati su! Guidare a Cuba è stata insomma un’esperienza, anche per la possibilità di viaggiare fianco a fianco con le vere signore delle strade cubane: le maestose e sonnacchiose cadillac e pontiac anni ’50, un vero e proprio salto nel tempo! Distanze: la carenza di mappe e precise indicazioni (tra l’altro non esistono mappe per navigatore satellitare) si ripercuote nella programmazione del piano di viaggio: anche se sulle guide e su alcuni siti sono indicate le distanze tra le principali località non sempre si può avere un’idea chiara dei reali tempi di percorrenza. Quello che possiamo dire è che sull’autopista è possibile viaggiare a velocità piuttosto sostenuta grazie alla totale assenza di traffico: il limite di 120 km/h può essere facilmente superato. Per analoghi motivi anche le strade per così dire statali permettono di viaggiare a 90-100 km/h senza difficoltà. Invece nelle strade secondarie la presenza di buche improvvise rende consigliabile un’andatura molto più tranquilla. Pertanto, al lordo di depistamenti e svariati errori di percorso: Havana-Vinales, 200 km di cui 160 in autopista, 3 ore (qui ci siamo persi 3 volte per uscire da Havana e imboccare l’autopista!) Vinales-Cayo Jutias, 60 km circa, un’ora e mezza Vinales-Trinidad, circa 600 km di cui 350 in autopista, 6 ore e mezza Trinidad-Remedios, via Sancti Spiritus e Santa Clara, 175 km di cui 60 circa in autopista, 4 ore (se non si desidera fare tappa a Santa Clara si può abbreviare il percorso prendendo a Cabaiguan la statale per Placetas, per un totale di 158 km) Remedios-Cayo Santa Maria, 70 km circa, un’ora e mezza Cayo Santa Maria-Cienfuegos, 177 km di cui 30 circa in autopista, 2 ore e mezza Cienfuegos-Havana, 254 km di cui 180 in autopista, 3 ore Clima: ai Caraibi l’estate è la stagione umida e calda e, nei mesi di ottobre e novembre, sono frequenti gli uragani. Ma con i cambiamenti climatici degli ultimi anni non è infrequente imbattersi in fenomeni ciclonici anche in agosto e settembre. Pertanto temiamo che la nostra esperienza di una vacanza nella prima settimana di luglio possa essere poco affidabile. Comunque il tempo è stato in generale buono, se non ci si preoccupa per i tipici rovesci tropicali che si verificano quasi quotidianamente nel tardo pomeriggio (solo una volta già di mattina). Il caldo non era insopportabile, ma l’ultimo giorno ad Havana la temperatura si era bruscamente alzata e data l’umidità ha reso l’idea dell’aria condizionata in aeroporto un po’ più attraente! Comunque consigliamo di verificare che ci sia l’aria condizionata nei luoghi dove alloggiate: noi ne abbiamo fatto uso molto frequentemente.
Mare: la nostra esperienza è alquanto limitata, ma abbiamo sperimentato che al nord (sulla costa atlantica) le spiagge sono migliori. I cayos sono le mete più ambite ma quasi tutti scontano una difficoltà di accesso per chi non risieda nei loro resort. La sensazione è che la zona di Pinar del Rio sia meno colpita da quel turismo di massa un po’ becero. Ci siamo coscientemente tenuti lontani da Varadero che è molto nota per le sue spiagge ma altrettanto per un turismo tipo riviera romagnola (con tutto il rispetto): tuttavia non disponiamo di notizie di prima mano per cui avendo molto più tempo di noi si potrebbe anche rischiare a provare, con la scusa magari di un sopralluogo sociologico in una spiaggia che, stando alle cartoline, è formidabile.
Shopping: va bene, Cuba non è ovviamente la meta ideale per gli amanti dello shopping: perfino i negozi per turisti sono squallidi. Tuttavia segnaliamo alcuni casi particolari: il mercatino di Trinidad, interessante soprattutto per i tessuti ricamati; il mercatino di Havana, vicino a Plaza de la Catedral, in cui trovare un po’ di tutto a prezzi non sempre convenienti (acquistare in cuc non fa risparmiare moltissimo). All’Havana abbiamo fatto anche alcuni acquisti presso il mercatino dei libri di Plaza de Armas: pensavamo di aver acquistato a prezzi veramente vantaggiosi (1 libro fotografico in carta patinata, un vecchio album di figurine della rivoluzione e un pamphlet del Che il tutto a 20 cuc) prima di entrare nella Libreria situata nel cortile interno del Palacio del Segundo Cabo sulla stessa piazza: poiché qui i prezzi sono in pesos nacionales abbiamo acquistato un libro a fumetti per ragazzi con il racconto della rivoluzione all’esorbitante cifra di 35 centesimi di cuc! Infine i puros: quasi a ogni angolo ci sarà qualcuno pronto a venderli a prezzi veramente imbattibili: noi fedeli alla raccomandazione di non prestare ascolto ai jineteros abbiamo sempre tirato dritto, mentre siamo stati ben lieti di acquistare tramite i proprietari delle case o direttamente dai coltivatori nelle grandi piantagioni di Pinar del Rio.
Siti Internet: Tra quelli già indicati consiglio vivamente www.Cubacasas.Net non solo per una visuale delle case ma anche per le molte altre informazioni che il sito offre, non ultima una serie di mappe anche molto dettagliate che si possono scaricare e portare in viaggio.
LE TAPPE Havana: come ogni grande città è difficile da decifrare e può suscitare sentimenti contrastanti. In generale possiamo dire che non ci ha entusiasmati: non vi avremmo trascorso un giorno in più di quanto siamo stati (in pratica due giorni, visto che l’aereo di ritorno partiva alle 20.30 circa), e anzi se non fosse stato per la necessità di organizzare i trasporti interni avremmo ulteriormente ridotto la permanenza. C’è un centro antico ben restaurato nella Habana Vieja che ha per cuore il triangolo compreso tra Plaza de la Catedral (bellissima), Plaza de Armas e Plaza Vieja: l’assoluta vocazione al turismo di questa zona ne ha però compromesso a nostro avviso l’autenticità. Centro Habana e Vedado sono quartieri meno vistosamente sacrificati ma anche privi di particolari attrattive, tranne il Malecon con la sua vista aperta sulla Bahia da una parte e la città dall’altra: noi lo abbiamo percorso in macchina (a piedi richiede una piacevole ma senza dubbio impegnativa passeggiata). Nel centro, è interessante il Museo della Revolucion. Non abbiamo avuto il tempo di visitare la zona delle spiagge (Playas de l’Este). Infine un giro per la città può essere rovinato dai jineteros: consigliamo di non dare troppo spazio ai loro approcci, perché possono diventare veramente estenuanti.
Vinales e Cayo Jutias: uno dei più grandi “rimpianti” di questa vacanza è stato di aver avuto pochissimo tempo da dedicare a questa zona che ci ha affascinato moltissimo. Vinales, seppure moderna, è una cittadina molto piacevole, con le tipiche casette di legno monofamiliari, con portico e patio sul retro. E’ sorprendente il fatto che praticamente ogni casa offra una o più camere in affitto ai turisti. Dalla cittadina si parte per un giro nella Valle, magnifica per le piantagioni di tabacco e gli spettacolari Mogotes, formazioni rocciose a forma di panettone (la vista d’insieme più bella si ha dal belvedere dell’Hotel Los Jazmines). Noi abbiamo optato per un giro a cavallo organizzato tramite la padrona della casa in cui alloggiavamo (costo 5 cuc all’ora a persona) comprendente visita al campesino che ci ha regolarmente truffati convincendoci a comprare puros di fattura decisamente casalinga allo stesso prezzo con cui più tardi abbiamo acquistato i cohiba esplendidos (20 cuc x 25 puros): ma la finta contrattazione nella fattoria, innaffiata da un’ottima pinacolada preparata al momento direttamente nella noce di cocco, è stata comunque un’esperienza interessante (basta essere consapevoli che ti stanno fregando!). I locali riportano anche le meraviglie delle grotte e dei laghetti sotterranei nella zona: la più rinomata è la Cueva del Indio (ingresso a pagamento), che è però anche meta di numerosi tour organizzati direttamente dall’Havana e per cui sospettiamo un affollamento non piacevole. Questa idea, convalidata dalla nostra guida a cavallo, Pablo, ci ha indotti a escludere questa tappa nell’unico pomeriggio che avevamo a disposizione per la visita della Valle, ma è chiaro che avendo più tempo una perlustrazione più accurata della zona sarebbe stata d’obbligo, magari andando a verificare con mano i nostri timori. La provincia di Pinar del Rio (il capoluogo lo abbiamo saltato a piè pari perché tutte le fonti – la guida Lonely, turisti incontrati nel viaggio, cubani – concordano nel definirla “brutta”) vanta alcune spiagge molto famose: Playa Maria la Gorda (nell’estrema punta occidentale della regione), Cayo Jutias e Cayo Levisa nella costa settentrionale. Avendo pochissimo tempo a disposizione la nostra scelta è stata pressoché obbligata: Cayo Jutias è collegata alla “terraferma” da un pedraplen (strada rialzata, pedaggio 5 cuc) e dunque non ci sono i tempi di attesa di un traghetto (necessario invece per Cayo Levisa) ed è abbastanza vicina a Vinales (al contrario di Maria la Gorda, che necessita di un’escursione di un’intera giornata). La scelta, ancorché obbligata, non ci ha delusi: spiaggia bianca, mare caldo e cristallino, un simpatico ristorantino di legno e foglie di palma (la spiaggia è semiattrezzata) e soprattutto la sorpresa di un bagnoasciuga fatto letteralmente di conchiglie e coralli (peraltro è l’unica spiaggia in cui ne abbiamo trovato una tale concentrazione). La bellezza del Cayo (poco affollato, pur essendo domenica ed essendo anche meta marittima dei cubani) ci ha indotti a ritenere che anche le altre, più famose, località balneari della zona non debbano essere da meno. Infine un’osservazione, molto personale, di cui non abbiamo trovato riscontro in alcuna guida: questa zona ci ha affascinato anche per la campagna: boschi di conifere e palme si susseguono a campi ben coltivati, casette semplici ma decorose sorgono lungo la strada, da cui lo sguardo spazia sul verde smeraldo della lussureggiante vegetazione, la terra rossa, il dignitoso incedere dei campesinos a cavallo o sui loro carretti.
Trinidad: dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco, Trinidad merita pienamente la sua fama. Eh si che il primo impatto non è stato particolarmente positivo: arrivati a tarda sera dopo aver percorso 700 km ci ha accolti con le strade buie e sconnesse, un gran numero di procacciatori e un dedalo di sensi unici che ha messo a dura prova il nostro sistema nervoso. Ma ci ha ampiamente ripagati subito dopo: il centro storico (dove consigliamo di alloggiare) è un susseguirsi di locali in cui bere qualcosa, ascoltare musica dal vivo e per chi ne ha le capacità (o il coraggio) ballare! Particolarmente d’effetto la Casa de la musica, che di notte offre spettacoli musicali e servizio bar sui gradini della scalinata nella Plaza Mayor. Di giorno la città non è da meno: si scoprono gli incantevoli colori delle case coloniali per cui è famosa: facciate gialle, blu, rosse che nascondono appartamenti dagli alti soffitti e patios pieni di fiori. Le strade non conoscono asfalto: sono un acciottolato, qualche volta sconnesso, in salita. Alcune vie sono occupate da un mercatino di artigianato. Ma se il caldo è eccessivo la città offre anche il mare, a soli 10 km, e una bella spiaggia di sabbia bianca, Playa Ancon. Intendiamoci: questa spiaggia non meriterebbe un viaggio fino a Cuba: innanzitutto l’acqua non è del tutto limpida, intorpidita dalla qualità della sabbia molto sottile; l’arenile non è sempre pulito (scotto da pagare, visto che la spiaggia è aperta a tutti, non solo ai turisti, e anzi abbiamo notato con piacere un gran numero di bagnanti “locali”). Inoltre un grosso albergo (non orribile, per la verità, ma piuttosto voluminoso) deturpa parzialmente la vista. Tuttavia, non solo per la vicinanza a Trinidad e la mancanza di valide alternative in zona (dicono – ? – che sia la spiaggia più bella della costa meridionale), essa può costituire la meta per una piacevole giornata di relax al sole dei Caraibi! Noi abbiamo utilizzato l’accesso dall’Hotel Ancon (il gigante sulla spiaggia per intenderci) perché ci avevano detto che quello è il tratto più bello (la Playa è molto lunga e a tratti scogliosa e con un accesso meno facile) e per usufruire del parcheggio (1 cuc). Gli ombrelloni davanti all’albergo sono per gli ospiti ma subito a destra ce n’è una decina libera, mentre proseguendo, sempre a destra, per un centinaio di metri, si giunge a un settore attrezzato dove insieme all’ombrellone si ha la possibilità di noleggiare i lettini (2,50 cuc a persona per tutta la giornata) e di usufruire di un servizio bar con “consegna a domicilio”. In generale un equilibrato connubio di organizzazione turistica e natura ha reso piacevolissima la nostra giornata a Playa Ancon! Sancti Spiritus – Santa Clara – Remedios: Per raggiungere la costa settentrionale abbiamo scelto di percorrere non la strada diretta (che dicono “impervia”) bensì un itinerario più lungo ma più “facile” e che ci permettesse di visitare alcune località: Sancti Spiritus e Santa Clara. Sancti Spiritus, anche detta la seconda Trinidad, è una graziosa cittadina coloniale, ma il confronto con la “sorella” la vede irrimediabilmente sconfitta. Noi ci siamo limitati a una visita rapidissima lungo la pedonale Indipendencia Sur e, in macchina, lungo alcune graziose stradine fino ad arrivare a un’affascinante chiesa dall’intonato turchese veramente notevole: senza dubbio la brevità della gita non permette di esprimere un giudizio definitivo. Santa Clara è una grande città: i quartieri periferici sono quanto di più vicino a una bidonville (il che ci ha sensibilmente impressionati, poiché fino a questo punto eravamo rimasti piacevolmente colpiti dal fatto di non aver mai visto evidenti segni di povertà). Anche il centro non ha alcuna attrattiva. Ma la città merita una (breve) visita per l’impressionante Mausoleo del Che, che noi abbiamo visitato solo dall’esterno essendo arrivati dopo l’orario di chiusura (per inciso ovunque abbiamo trovato gli orari di chiusura anticipati, rispetto a quanto indicato dalla guida): una vasta piazza pavimentata in pietra su cui troneggia una grande statua in bronzo del Che. Interessante anche il monumento alla Toma del tren blindado, che ricorda l’azione militare con cui il Che prese la città ponendo fine, di fatto, alla dittatura di Batista: i vagoni del treno militare fatti deragliare tramite un bulldozer troneggiano, con quello, accanto ai binari della ferrovia e la scena è resa più “verisimile” da manufatti in cemento armato che rappresentano, c’è voluto un po’ a capirlo, le esplosioni. La visita è gratuita e il luogo del monumento è aperto, essendo accanto a una strada densamente trafficata e alla ferrovia, ma inspiegabilmente, se arrivate come noi dopo l’orario di “chiusura”, un omino cercherà di tenervi lontani dai vagoni che dovrete accontentarvi di vedere dalla distanza di 4-5 metri! La meta della giornata, Remedios, doveva costituire la base per la visita nei giorni seguenti al Cayo Santa Maria (vedi oltre): pur essendo distante una 60ina di km da esso, la città è la località più vicina dove trovare alloggio in casas particulares (assenti infatti sul cayo, come presso quasi tutte le località balneari, appannaggio di catene alberghiere). La città francamente ci ha deluso, complice forse la guida Lonely che ha alimentato le nostre aspettative definendola testualmente “una meraviglia” e “una delle più belle di Cuba”. La realtà è che Remedios è una piccola cittadina coloniale, molto tranquilla ma senza particolari punti di interesse, offre senza dubbio un esempio di Cuba autentica, non costruita per i turisti (i signori seduti all’angolo della strada a giocare a domino o a fumarsi un sigaro non sono lì per farsi fotografare, insomma), ma se non si vuole far finta di non essere turisti e non si è impegnati in un viaggio invece che in una vacanza, forse si può chiedere qualcosa di diverso: il guaio è che l’alternativa, per lo meno in questa parte di Cuba, non è detto che sia particolarmente attraente (vedi sotto) Cayo Santa Maria: l’isola fa parte della Cayerias del Norte e, come altre a Cuba, è collegata alla terraferma da un pedraplen (pedaggio 2 cuc). Giustamente famosa per il mare caldo e cristallino l’isola (o meglio le isole) hanno però alcuni punti deboli: il più grande è che sono appannaggio delle catene alberghiere, il che vuol dire non solo che per dormire sull’isola non ci sono alternative, ma soprattutto che per accedere alla maggior parte delle spiagge occorre pagare un ingresso e neppure tanto economico. Si va da un minimo di 25 cuc a persona per la piccola spiaggia di Villa Las Brujas (sull’isolotto omonimo) ai 60 cuc (!) dei resort della Melià. C’è una stupenda spiaggia libera, con ombrelloni, Playa Perla Blanca, il cui nome è veramente appropriato, ma per raggiungerla occorre percorrere 10 km su sterrato in un intricato dedalo di strade senza segnalazione (dopo aver sbagliato strada almeno 3 volte l’unica soluzione, per noi, è stata chiedere a un insperato passante: tempo di percorrenza 1 ora!). In queste condizioni fare la spola da Remedios non è sicuramente una soluzione comoda, e d’altro canto ciò che offrono i resort sull’isola (anche lasciando da parte i prezzi) è una soluzione priva di personalità, di standard medio e senza nulla di “cubano”! Cienfuegos: questa città di fondazione francese è stata per noi più che altro una tappa sulla strada del ritorno per Havana. Arrivati solo in tarda serata, abbiamo apprezzato il lungomare e la zona di Punta Gorda in cui sorgono alcuni notevoli edifici in stile Liberty, abbiamo riscontrato una certa “animazione” notturna, ma la totale assenza di locali, non solo per i turisti ma anche per i cubani, a parte una molto equivoca discoteca.
CONCLUSIONE Al ritorno da questa (troppo) breve vacanza, ci portiamo dietro un’impressione, qualcosa che va al di là delle spiagge stampate sulle cartoline. Cuba non è soltanto il mare cristallino dei Caraibi, ma un mondo sospeso in un’età indefinita con sue regole proprie che difficilmente potremo incontrare altrove. Un mondo in cui convivono una società agricola di carri, aratri e buoi e il sogno americano targato anni Cinquanta, tutto edifici arditi e automobili ammalianti, un’utopia egalitaria socialista e un modo di arrangiarsi tutto latino, una mitologia di stato che incornicia gli eroi rivoluzionari come divi di un pantheon civile e una devozione religiosa sincera, una musica trascinante nei locali di salsa e un silenzio assoluto nella sterminata campagna.
Ovviamente non è tutto oro quello che luccica. Dunque il nostro consiglio è quello di non perdere troppo tempo in una Havana vittima dei propri stereotipi (troppi jineteros, troppe sigaraie, ballerine e musicisti in posa per la foto, troppi locali simulacri per turisti mordi e fuggi) e nei resort che propongono la stessa offerta di esotismo a prescindere dalla latitudine alla quale vi troviate. Il nostro consiglio è di visitare la rigogliosa campagna, di abbandonare il più possibile l’autopista a otto corsie per passare dalle strade statali che passano tra i paesi, gustarsi le prove del rodeo, le partitelle a calcio o a baseball, i granchi che attraversano la strada di sbieco per scendere dalla collina al mare e incrociare gli sguardi dei vecchi sulle sedie a dondolo sotto i portici che si domandano dove staremo andando.
Ilaria & Lorenzo