A Cuba tra fascino e avventura

Vacanze nell’affascinante isola dei Caraibi
Scritto da: renza1
a cuba tra fascino e avventura
Partenza il: 20/02/2018
Ritorno il: 07/03/2018
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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15 giorni a Cuba in coppia dal 20 febbraio al 7 marzo 2018. Spesa: 1.500 euro a persona, volo Alitalia Venezia-Roma-l’Avana 540 euro a persona. Case particular prenotate dall’Italia direttamente via mail (recuperando gli indirizzi da fb, dal loro sito o da altri diari). Spostamenti con taxi collettivi e autobus

20 FEBBRAIO – L’AVANA

Volo pessimo sia per i posti che per il personale di volo poco disponibile. Il ritorno con aereo nuovo molto, buono sia per comodità che per gentilezza del personale.

All’arrivo, vs le 20, cambiamo gli euro in cuc (1=1 circa, si paga quasi esclusivamente in contanti) e poi troviamo il taxi (30 cuc) prenotato tramite Aby’s Casa (info@casaincuba-aby.com – l’Avana Centro calle Amistad 159 tra Neptuno e Virtudes – 120 cuc le tre notti e colazione). Auto vecchia e malridotta che puzza di benzina, con 2 “autisti”. Siamo perplessi, ma ci portano a destinazione sani e salvi. Nella strada sotto casa c’è tanta gente seduta sui marciapiedi e sugli ingressi delle case.

Per le condizioni delle case il quartiere sembra “terremotato”, per fortuna il nostro condominio è stato ristrutturato. Anisley, la padrona di casa giovanissima e gentile, ci rassicura sulla sicurezza di tutta la città a qualsiasi ora del giorno e della notte. Ed effettivamente non siamo mai stati importunati, anche se le persone che vivono in Nuova Avana sembrano parecchio povere. Le abitazioni sulla strada consistono in una stanza con letti-divano, persone, cani, biciclette e altro. La nostra stanza è piccola, ma non manca nulla. Anche se è tardi andiamo all’hotel storico Inglaterra, a un paio di isolati a mangiare un sandwich. Quando rientriamo c’è una festa in strada con musica afro-cubana fino a notte inoltrata che non ci fa dormire. Il giorno dopo ci dicono che è stata un’eccezione che è proibito e che se ricapita chiameranno la polizia. Le altre due notti va tutto bene.

21 FEBBRAIO – L’AVANA

Servono la colazione in una stanza bruttina anche se hanno una bella terrazza sul tetto, pubblicizzata su fb, peccato! Compriamo le schede per internet (1 ora 1 cuc) e torniamo all’hotel Inglaterra dove c’è il wifi e si può entrare nella hall anche senza consumare, così chiamiamo casa.

Con l’autobus T3 nella stessa piazza andiamo a Playa del Este Santa Maria (5 cuc pp andata e ritorno). Vediamo un po’ della città e i dintorni. La spiaggia è bianca e bella ma c’è tanto vento (5 cuc per i due lettini). Pranzo al Ranchon Don Pepe sulla strada dietro la spiaggia. La sera passeggiata sul Malecon (il lungomare) fino allo storico Hotel National. Ritorno in centro con auto d’epoca per 12 cuc. Per cena capitiamo purtroppo nel bruttissimo, da tutti i punti di vista, ristorante Europa. Il bagno è presidiato da una signora che fornisce un pezzettino di carta igienica per una moneta. Sarà così in quasi tutti i bagni pubblici di Cuba. In alcuni manca l’acqua e l’addetto provvede con un secchio. Poi prima di rientrare ci fermiamo a sentire un po’ di musica al Floridita.

22 FEBBRAIO – L’AVANA

Oggi visita del centro. Nella Rambla dimentico un attimo lo zaino su una panchina, me ne accorgo poco dopo, ma ormai è scomparso. Per fortuna non c’erano soldi e documenti. Cerchiamo la casa particular per l’ultimo giorno del viaggio ma o sono già occupate o sono bruttissime o non sono ufficiali. Quindi niente. Riusciremo a prenotarla in Internet quando saremo a Cayo Guillermo. Pranzo all’Imprenta in Mercaderos (insomma! servizio molto lento). Nel pomeriggio entriamo alla pasteleria vicino all’Inglaterra e pensiamo a quanto siamo fortunati in Italia. Cena al Paradores Mercaderes locale piuttosto raffinato e il più caro del viaggio (60 cuc +10% servizio).

23 FEBBRAIO – VINALES

Il taxi collettivo (prenotato in un’agenzia Cubatour, 20 cuc pp) arriva in ritardo: pare che qua sia normale. È un macchinone d’epoca scassato e ci sembra impossibile che possa fare così tanta strada, ma ce la fa. Siamo in 8 oltre all’autista, che insiste per avere il pagamento in anticipo. Ma rifiutiamo e pagheremo all’arrivo. L’autostrada è una strada un po’ più larga del normale, a volte con spartitraffico, con molte buche, pedoni, biciclette, carretti trainati da buoi, cani randagi a lato strada. La casa a Vinales (Mis Cumbresridel326@gmail.com) è nuova e bella. Si trova a 10 minuti dalla via centrale, Rydel e la moglie sono molto gentili. Pranziamo nella via Centrale poi compriamo i biglietti x autobus+barca per Cayo Levisa (47 cuc con il pranzo) e per il bus per Cienfuegos (32cuc pp, 7 ore di viaggio con sosta colazione e pranzo).

Poi passeggiata nella natura: campi e colline con colori incredibili, tanti cavalli. Le case particular qui sono coloratissime con le loro sedie a dondolo nel patio e sembrano molto accoglienti.

Cena al ristorante 1920 (due tapas banana fritta e formaggio fritto un piatto di pesce, pollo alla brace, tutto buono 29cuc). Tanti cani randagi anche qui come a L’Avana, ma nessuno ci fa caso e non sembrano stare male. Vivranno degli avanzi dei tanti ristorantini. In autostrada ne vedremo di scheletrici, che pena!

Al centro cultural (la nostra Casa del Popolo forse) e in altri locali sulla via c’è musica ogni sera.

24 FEBBRAIO – CAYO LEVISA

Colazione con caffè-latte, uova, frutta, ananas e papaia e succo di papaia, pane, burro miele e due minuscole fette di marmellata solida.

Alle 8:30 partenza per Cayo Levisa. All’arrivo ci ricevono con un drink e ci presentano le attività a disposizione: vela, ballo ecc. Mare e spiaggia meravigliosi. Oltre al pranzo, che sarà proprio misero (meglio il sandwich), abbiamo ombrellone e lettini compresi. Abbiamo scelto la gita a Cayo Levisa perché la strada per Cayo jutias, dopo l’ultimo uragano è ancora impraticabile per gli autobus.

25 FEBBRAIO – VINALES

La mattina facciamo 3 ore di gita a cavallo (prenotata il giorno prima in agenzia 20 cuc pp). Siamo una decina con due campesinos che ci accompagnano e ci raccontano un po’ della loro vita qui. Sosta nella fattoria, dove si fanno i sigari, e ce li fanno provare. Mio marito che non ha mai fumato un sigaro ne fuma uno intero e si sente male. Un campesino deve dare il 90 % del tabacco allo stato che glielo paga poco. Compriamo 5 sigari per 15 cuc + 2 in regalo. Poi verso la coltivazione di caffè e miele e una signora gentile prepara un the per mio marito che non si è ancora ripreso. Il mio cavallo si chiama Tito ed é un po’ monello. Appena sente un altro cavallo in avvicinamento parte al galoppo. Anche gli altri ogni tanto si lanciano senza preavviso. Bisogna fare attenzione, ma abbiamo riso tanto. È una bellissima gita e i paesaggi sono una meraviglia. Cena nello stesso locale della prima sera, poi andiamo a bere qualcosa al 3J Tapas Bar, che sembra uno dei nostri bar del centro pieno di giovani. Qui si stanno organizzando bene per il turismo.

26 FEBBRAIO – CIENFUEGOS

Alle 6 partiamo con un comodo bus turistico Gaviota. Siamo in prima fila così da vedere tutti i paesaggi. C’è la hostess Iris che dà utili indicazioni. Ci fermiamo per colazione e per pranzo in una specie di parco. La nostra casa di Cienfuegos, Hostal El Zafiro, è in San Carlos, vicino alla fermata del bus. È ben tenuta e coloratissima e i padroni gentili ci accolgono con una limonata. Sono felici di chiacchierare con degli italiani. Purtroppo non ci sono bus in orari decenti per Trinidad, così chiediamo di prenotarci il taxi condiviso 10 cuc pp. Nonostante le raccomandazioni anche questa auto sarà un catorcio. Dopo una passeggiata di perlustrazione, al rientro non c’è elettricità e dobbiamo fare la doccia al buio. Dicono che c’è un guasto in tutto il quartiere, infatti quando usciamo è buio anche fuori.

Cena in un ristorantino sul Paseo El Prado. Dicono che hanno esaurito i piatti del menu e ci accontentiamo di quel poco che c’è.

27 FEBBRAIO – CIENFUEGOS

Andiamo a piedi fino a punta Gorda e entriamo al bar dell’Hostal Azul, molto scenografico, che è un albergo ma fa servizio bar anche pubblico. Fa troppo caldo e torniamo in centro col bici taxi (3 cuc). Per pranzo prendiamo un sandwich al Palatino al parco Union, poi vorremmo prendere la barca per il castello, ma quando arriviamo al molo (che molo!) manca un’ora alla partenza… e non c’è una barca per il ritorno. Quindi bisognerebbe tornare in bus o taxi.

Ripieghiamo sul museo naval, un altro museo de la devolution, con il Che e Fidel in tutte le salse. Ci siamo solo noi e una scolaresca. Per arrivarci attraversiamo dei quartieri molto poveri. Per cena ci fidiamo delle indicazioni di Tripadvisor e andiamo al Parador Hache (30 cuc).

28 FEBBRAIO

Alle 9 arriva l’auto condivisa e andiamo a prendere due ragazzi in un’altra casa. Il taxista ci racconta che hanno gratis scuola e sanità, ma se non hanno un lavoro non hanno nulla dallo stato. All’arrivo tentano da darci una camera piccolissima con una finestra che da in corridoio. Protesto perché avevo chiesto la finestra sull’esterno e così ce la cambiano.

Le finestre delle case coloniali hanno solo gli scuri e per far passare aria e luce bisogna lasciarli aperti. Spesso però danno su spazi comuni in cui passano altri ospiti, quindi addio privacy! Trinidad è molto bella, oltre alle case molto ben tenute e colorate una caratteristica sono le strade in ciottoli, ma camminarci qualche ora in infradito è stata un’impresa.

1 MARZO – PLAYA ANCON

Prendiamo il bus di linea per Playa Ancon: mare e spiaggia molto belli. Per pranzo prendiamo delle pizzette da un tizio che passa in spiaggia, poi vorremmo prenderne altre ma non passa più così andiamo in un locale sulla spiaggia. Però fanno solo carne ai ferri e poco altro.

Quando andiamo nel parcheggio a aspettare il bus arrivano i mosquitos di cui avevamo letto. Sono fastidiosissimi e pizzicano proprio. Meglio andare all’autobus solo all’ultimo minuto, perché in spiaggia non ci sono.

Al rientro in casa non c’è nessuno così, così come quando usciamo per cena. Quindi lasciamo un biglietto per chiedere la colazione alle 7:30, visto che domani ci sposteremo a Cayo Guillermo. Questa è la casa in cui ci siamo trovati peggio. La proprietaria (Marledy) esageratamente gentile all’arrivo è diventata scortese quando non abbiamo prenotato il taxi successivo tramite lei. Cena al don Jose e dopo mezz’ora di attesa mangiamo vaca fritta e aragosta con besciamella funghi (37 cuc).

2/3/4 MARZO – CAYO GUILLERMO

Il taxi (prenotato in agenzia a Trinidad, non ci sono autobus per questo collegamento) arriva puntuale e in auto con noi ci sono due ragazze tedesche. Per strada centriamo un masso e distruggiamo uno pneumatico, per fortuna senza conseguenze per noi. Con noi si ferma il taxi del fratello del nostro autista che ha a bordo una famiglia argentina di origini italiane. Faremo tutta la strada insieme. Sono organizzati così, viaggiano insieme e se si rompe un’auto si danno una mano. All’entrata al Cayo non chiedono documenti ne pedaggio (quando lasceremo il Cayo il nostro autista consegnerà una busta e una bottiglia alla “guardia”: è corruzione?). Prima dell’arrivo ci trasbordano nel taxi del fratello perché il nostro deve prendere altri clienti da portare all’Avana. Prendiamo accordi per il viaggio di ritorno all’Avana.

L’hotel è una mega struttura curata nella parte centrale ma abbandonata nei fabbricati esterni. Il primo giorno, per un guasto manca l’acqua calda, il secondo altro guasto e per qualche ora l’acqua non c’è proprio. L’albergo avrebbe bisogno di una bella rinfrescata e la pulizia non sembra la priorità. C’è tanto personale, ma forse non è addestrato. Il buffet è ripetitivo e i dolci coloratissimi hanno tutti lo stesso sapore. All’arrivo il mare è calmo, la spiaggia bianchissima ed è una meraviglia. Ggi altri giorni, purtroppo, il tempo sarà brutto. Dopo 24 ore (forse anche perché il tempo è brutto) ci chiediamo come si fa a stare una settimana qui con tutto quello che c’è da vedere a Cuba.

Andiamo in autobus a Playa Pilar che dovrebbe essere la più bella del Cayo, ma non possiamo apprezzarla perchéc’è tanto vento e mare mosso. I vecchi alberghi del Cayo sono tutti abbastanza nascosti dalla vegetazione e arretrati rispetto alla spiaggia. Purtroppo ci sono tanti nuovi alberghi in costruzione proprio sul mare. Stanno rovinando questo paradiso.

5 MARZO – TRASFERIMENTO A L’AVANA

Oggi c’è un bel sole, ma purtroppo dobbiamo tornare all’Avana da dove domani abbiamo il volo. Siamo preoccupati che il taxi (100 cuc in due per il trasferimento – anche in questa tratta non ci sono autobus) non arrivi. Anche i 550 km del viaggio ci preoccupano un po’.

Viene a prenderci lo stesso autista e ci racconta che l’auto è ancora in officina per la riparazione. Con noi c’è una coppia giovane che non parla quasi mai, così il viaggio sarà pesante e troppo lungo. Dopo qualche ora ci fermiamo in un paesino dove il nostro autista incontra una ragazza (probabilmente la fidanzata). A metà viaggio ci trasbordano in un altro taxi che arriva da l’Avana. I taxisti cercano di non allontanarsi troppo da dove abitano così da poter tornare a casa ogni sera. E noi paghiamo metà un taxi e metà l’altro. Facciamo le ultime due ore del viaggio col buio e ogni tanto il taxi rallenta e si sposta di qua e di là sulla strada per evitare le buche che pare conoscere a memoria. Il viaggio tra una cosa e l’altra è durato 9 ore, ma per fortuna all’arrivo al Vedado la nostra Casa Flamboyan è bella e nuova e anche il padrone di casa Tiziano (un italiano trasferitosi per amore a Cuba) è simpatico e gentile. Ci dà indicazioni per la cena in un ristorantino in zona.

6 MARZO – L’AVANA E RITORNO

Oggi visitiamo il Vedado, poi stanchi e accaldati prendiamo il bus turistico che ci porta nei quartieri esterni e, infine nel centro storico. Pranziamo in una pizzeria, poi andiamo ancora un po’ a zonzo per il centro e torniamo a piedi fino a Vedado, attraversando altri quartieri incredibili di Havana Nuova.

Tiziano ci racconta tante cose di questo strano paese, poi arriva il taxi che ci porta all’aeroporto (25 cuc). Al terminal non vediamo indicato il ns volo e dopo un po’ ci preoccupiamo e scopriamo che il terminal per Alitalia è un altro a una decina di km. L’autista di un taxi deve chiedere il permesso a un poliziotto per poterci caricare e accompagnare all’altro terminal (10 cuc). Certo che ne vediamo fino all’ultimo di cose strane in questo Paese. Il terminal è un brutto capannone con alcuni negozietti che stanno chiudendo e un bar piccolissimo ancora aperto dove riusciamo a recuperare due panini. È finita la nostra avventura a Cuba. Eravamo partiti con un po’ di timori ed effettivamente fare il turista qui non è semplicissimo ma, nonostante tutto, questa città, questa isola, le persone che ci vivono e la natura straordinaria ci hanno conquistati con il loro strano fascino e ci spiace un po’ lasciarli.



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