Conservatori ma di ottimo gusto
1°- 13 ottobre 2007 sabato Alle 8.40 siamo alla stazione Tiburtina: 5.50 euro biglietto per Fiumicino. Alle 9.03 parte il treno. Alle 9.50 siamo all’aeroporto. Alle 9.50 siamo in fila al banco 242 della Vueling. Il tempo è splendido e soleggiato. Dopo breve fila per la carta di imbarco vado al deposito bagagli per vedere se hanno ritrovato un registratore perso in aeroporto il 22 settembre, probabilmente al controllo di polizia. Nulla, non hanno trovato nulla. A Fiumicino hanno caricato i bagagli a mano, mettevano le etichette e li portavano via, forse perchè non si fidavano dell’ handling o forse perchè non funzionavano i nastri. Siamo in sala di aspetto. Compro a 26 euro una batteria supplementare da 800Ah per la Canon Powershot S-50. Dopo il controllo ci sono tanti negozi ma, contrariamente a quello che si pensa, per i voli europei l’IVA si paga ed i prezzi non dovrebbero essere come quelli alle partenze degli internazionali. Ma i negozianti minimizzano “Sa, noi facciamo gli stessi prezzi degli internazionali e l’IVA la paghiamo noi per il cliente”. Ma allora agli internazionali dovrebbero abbassare i prezzi se no ci guadagnano di più rispetto ai colleghi degli europei. Mah !!. A 12.05 l’aereo si mette in movimento e si porta sulla pista di decollo. Il volo era schedulato per le 11.15 ma per 58 euro A/R in 2 (non a testa, in due…) siamo felici di un tale ritardo. Alle 12.20 ci stacchiamo dal suolo. A bordo non passano nulla solo qualche caramella per aiutare la compensazione durante l’atterraggio e devi comprare anche il caffè a 2 euro e sandwich a 3.5 euro. Lo scriverò, al ritorno, nel modulo che la Vueling passa ai propri clienti: ma almeno un pacchetto di biscotti regalatelo!!!. Vediamo dei laghetti poco prima dell’atterraggio.
Alle 14.05 precise tocchiamo terra, aeroporto Barajas di Madrid ed andiamo a prendere l’unico bagaglio imbarcato. Forse 2 borsoni erano sufficienti. Vueling molto efficiente. Appena si ferma e ci sganciamo le cinture, dopo 2 minuti si apre il portellone ed usciamo dall’aereo. L’aeroporto è bello, semplice, funzionale e pulitissimo quasi maniacale,ci si può specchiare sui pavimenti di marmo. Tutto intorno un altura che sembra che sia stato costruito all’interno di una cava. L’architettura è avveniristica, pare di essere a Bangkok. Tutto in acciaio Thyssenkrupp AG, non sappiamo ancora cosa hanno combinato i Baroni, lo sapremo al nostro ritorno. Soffitti di legno e pavimenti di marmo. Anche gli annunci sono fatti in un certo modo, non da gente scoglionata o con inflessione romanesca, o da finti colti, ma da gente che finge di fare la sua parte e la fa anche bene. Penso ad una faglia di scorrimento: una parte va verso il nord ed una verso sud. La prima è la Spagna, la seconda è l’Italia che si gemellerà con l’Africa settentrionale fra un pò mentre la Spagna sarà accolta nel mondo mitteleuropeo. All’ufficio turistico dell’aeroporto ci danno informazioni su come si arriva in città, alla via del nostro hostal, e ci regalano una mappa ed una guida di Madrid con i musei e gli spettacoli che fanno in questo periodo. Alle 14.35 ritiriamo il bagaglio e ci avviamo verso l’uscita dove prenderemo la metro numero 8 che fa capolinea al T4, terminal 4 dell’aeroporto, dove siamo arrivati. Alle 14.40 facciamo un biglietto della metro valido per 10 viaggi (6.40 euro 10 viaggi + 2 euro di supplemento (1 euro a testa) per il tragitto aeroporto Centro Madrid) e alle 14.45 siamo alla stazione della metro che passa sotto l’aeroporto. Consumeremo il biglietto in 5 viaggi in questo modo: mia moglie introdurrà il biglietto e dopo essere passata mi darà il biglietto che io introdurrò per la seconda volta. Tutto regolare, intendiamoci, fatto sotto gli occhi dei vigilantes: qui conta la sostanza. Vigilantes dappertutto ma discreti. Non per l’estremismoislamico ma per l’ ETA. Tutto pulito, moderno, luminoso e ben tenuto. Molto accogliente Alle 14.50 parte la metro 8 per l’altro capolinea (Nuevos Ministerios) dove arriviamo 15.10 (20 min dall’aeroporto) e da dove prendiamo la metro 10 (direzione Puerta del Sur) fino a Tribunal dove arriviamo alle 15.20 e poi la numero 1 (direzione Valdecarros) fino a Puerta del Sol o semplicemente Sol, dove arriviamo alle 15.35 e alle 15.45 siamo nella stanza del Hostal Victoria in calle Carretas. Aria condizionata, frigorifero, bagno con areatore, cassaforte: 26 euro a persona senza colazione: non possiamo lamentarci.
Alle 16.20 usciamo dal hostal e vediamo la statua di Carlo III a Puerta del Sol. Siamo emozionati, come sempre il primo giorno in una città nuova. Andiamo a mangiare qualcosa a Cagnas y Tapas sulla Calle de Atocha che porta alla stazione di Atocha, quella tristemente famosa per l’attentato. Da evitare accuratamente : menù a 12 euro ma tutto insapore e squallido, e mancavano persino le cose che avevamo chiesto. Passiamo a casa Patas in calle de Canizares (traversa di Calle de Atocha) per prenotare il Flamengo per Lunedì alle 22.30. Continuiamo su calle de Atocha ed incontriamo il primo museo de Jambon, dove si mangia prosciutto e altre cose: ce ne sono molti sparsi per la città e sono come i nostri bar. Dalla parte opposta dove si paga un fisso e mangi quanto vuoi, ma ci pare sudicio ed unto. Proseguendo sulla calle de Atocha, dopo 10 minuti, in discesa e poi a destra, arriviamo al Museo della Reina Sofia che il sabato pomeriggio è gratis. Molto bello, c’è Picasso e Guernica: c’è un cordolo tutto intorno all’area di Guenica e non ci si può avvicinare. Splendida la ragazza alla finestra di ??.
Madrid è più animata di sera dalle 20 in poi che nel pomeriggio. Non si sente un clackson, il traffico si rivela da un sommesso brusio, la gente parla per strada compostamente e a voce bassa non ci sono ne clamori ne schiamazzi, la città è molto ordinata e dignitosa. Ci piace, è amore a prima vista. Alla fine del viaggio mia moglie preferirà Barcellona, la migliore, intendiamoci, io amerò più Madrid, più all’antica, con gli uomini che ci tengono ad avere le scarpe lucide e se le fanno lustrare dai lustrascarpe ed il negozietto di gomitoli di lana che sopravive su una delle Piazze principali: Puerta del Sol. E così le jeenserie possono attendere. Un breve giro per le vie adiacenti a Puerta del Sol e ci ritiriamo in buon ordine. 2°- 14 Ottobre 2006 Domenica Andiamo alla pasticceria S. Gines. Per arrivarci prendiamo la Calle de Arenal che parte da Puerta del Sol e prima della chiesa Iglesias de San Gines, sulla sinistra c’è un vicoletto (mi pare si chiami S. Gines) e dopo 30 metri c’è la Chocolateria S. Gines dove ordiniamo 2 cioccolate con churros che sono dei salciciotti fritti e zuccherati, tipo le nostre zepole, e si intingono in una cioccolata che è densissima, fra il liquido ed il solido, e squisita, peccato che finisca subito…!! Ci si siede ma si può anche stare in piedi ed il posto è accogliente. E’ una istituzione a Madrid. Ritorniamo al Sol e prendiamo la metro fino alla fermata Retiro, una delle 2 possibili per recarsi al Prado. Costeggiamo il Parco del Retiro dove vediamo gruppi di persone che fanno jogging e alle 10.30 stiamo vicini al Museo che la domenica si conferma essere gratis. Abbiamo paura di un’ enorme fila che però, all’ingresso Porte de Goya inferier, (quella a sinistra guardando la facciata del Museo) è di soli di 20 minuti come ci dice la custode che, comunque, ci consiglia di andare dalla parte opposta, ingresso Porte del Murrillo, (mettendosi di fronte all’entrata principale del Museo andare a destra) dove non c’è nessuno. Entriamo al museo e ci fanno togliere le bottigliette d’acqua, ne piene ne vuote si possono portare dentro il museo e che dobbiamo lasciare al guardaroba. Entriamo nel Museo che è diviso in sezioni cronologiche: dal 1100 al 1600 e poi i pittori spagnoli dal 1600 in poi. Alle 13.20 ci affacciamo dalla finestra e vediamo che la fila è già abbastanza lunga. Il museo è sconclusionato, i bagni sono solo su un’ala, al piano di sotto ed i malcapitati che si trovano dalla parte opposta rischiano di farsela addosso. Ci sono delle panche per sedersi ogni tanto e le scritte vicino ai quadri sono in spagnolo e solo alcune in inglese. Il piuù bell? Beh, Las Meninas di Velasquez è la risposta conservativa, ma il più sconcertante è il giardino delle delizie di Bosh: non c’è un element, dico uno, che farebbe risalire al quattrocento, periodo in cui è stato dipinto: è come il guerriero di Capestrano: senza tempo. E c’è anche un tubo trasparente che sembra di plastica, nel quattrocento !! Alle 17 finiamo la faticosa, anzi massacrante visita al Prado con audioguida (3.50 euro). Il sole è ancora alto, la giornata è bellissima e prendiamo il pulmann che fa il giro turistico e che fa capolinea proprio davanti al Museo. Prendiamo la linea 2 per un giro che dura circa 1 ora e percorre sopratutto la parte residenziale, poi scendiamo alla 13° fermata, una prima del capolinea dove siamo saliti e che sta su Calle de Alcalà, dove c’è la connessione con la linea 1 che percorre la parte più antica della città Le 2 fermate (linea 1 e linea 2) non coincidono e bisogna attraversare la strada e portarsi un pò più indietro rispetto alla direzione con cui si è arrivati (fermata 13 della linea 2) e dopo circa 50 m, in comune con fermate di autobus di linea, incontriamo la fermata della linea turistica n° 1 su Calle de Alcalà vicino alla fontana di Cibele, la dea col carro. La città è monumentale, grandi strade a grande scorrimento e per fortuna che c’è la metropolitana. Al ritorno, andando in albergo incontriamo la Tapas Montaditos in calle de Los Coloreros, vicino a Plaza Mayor. Facciamo un giro di Plaza Mayor, dove ci sono pittori e artisti di strada (cuidado con los carteristas), tipo Piazza Navona, ma nulla di speciale: per Turisti e non quelli per caso.
Andiamo a cena da Fresco&Co a Calle de las Fuentes, l’ultima via, a sinistra, andando su Calle de Arenal da Puerta del Sol direzione Opera. Con 9.50 euro (9.50 euro per cena e sempre il sabato, domenica e festivi, 8.50 euro i feriali a pranzo) si mangia quello che si vuole e non è male, ci sono verdure quante ne vuoi, pezzi di pizza, spezzatino, dolce e caffè. Certo non si è felici quando si esce da Fresco&Co però è conveniente. Ci facciamo un giretto dalle parti del Sol, sempre pieno di gente che non si può camminare ed andiamo a casa.
3°- 15 ottobre 2006 Lunedì Usciamo per andare a Segovia via autobus a vedere l’acquedotto romano. Stassera abbiamo prenotato il Flamengo alle 22.30. Un altro Demontaditos (col DE- davanti stavolta) sta proprio affiancato a McDonalds su una traversa di Calle de Arenal, andando da Puerta del sol verso l’Opera è la prima a sinistra. Oppure venendo da Calle Mayor per andare a Puerta del Sol è l’ultima sulla sinistra. Arriviamo con la metro (stazione Principe Pilo) alla stazione del Nord. Gli autobus della Compagnia Sepulveda partono da Paseo de Florida che sta all’uscita della Stazione del Nord. Si esce dalla stazione, si attraversa la strada ed al numero 11 di Paseo de Florida c’e’ un portone, si entra in discesa e sotto c’è la biglietteria: 11.26 euro costa un biglietto di andata e ritorno per Segovia. Poi si scende ancora al piano di sotto da dove partono gli autobus. Partiamo alle 13.40 e alle 14.35 siamo a Segovia dopo un delizioso viaggio su un autostrada dritta e scorrevole. Scendiamo NON alla prima fermata ma al capolinea di tutti gli autobus, fra cui quelli della Sepulvedana. Si torna un po’ indietro e sulla sinistra c’è una strada molto larga, la via principale di Segovia, percorrendo la quale alla fine c’è l’ acquedotto che è un qualcosa di spettacolare che in Italia non si può vedere, nemmeno quelli di Roma sono così alti e ben conservati (Vitige da qui non è passato..!!). L’acquedotto è in pieno centro cittadino, non in campagna come, chissà perchè, forse per analogia, pensavamo. Andiamo alla destra dell’ acquedotto fino al Castellum aquae il cui interno si può vedere salendo su una scaletta e poi lo ripercorriamo tutto dalla parte opposta, facendo fotografie a non finire. Le case stanno a 3 metri dall’acquedotto e le persone ci passano sotto regolarmente. Visitiamo la città medievale con belle chiese (viste da fuori) ed in particolare ci colpisce un cortile medievale con colonne tortili e antiche vasche, del 1900, di marmo per lavare i panni. Segovia è una città molto cara, rispetto a Madrid. Torniamo alla stazione dei bus di Segovia dove vediamo un manifesto con 2 uomini e 4 donne terroristi ETA, ricercati. Alle 16.30, dopo 2 ore di visita, riprendiamo l’autobus da Segovia per Madrid. In 1ora e 15 minuti la Sepulvedana ci porta al Paseo de Florida da cui, a piedi, alle 17.45 ci dirigiamo verso il centro percorrendo la Gran Via.
Dopo una breve sosta in hostal ce ne andiamo a piedi (sta a 300 m dal nostro hostal) a vedere il Flamengo (28 euro a testa con un drink, e noi prendiamo un’ ottima Sangria) a casa Patas, in Calle de Canizares, una traversa della calle de Atocha. Quando si fa la prenotazione a casa Patas, è necessario dire che si vuole il posto in prima o seconda fila, se no i titolari prendono la prenotazione, non si paga in anticipo, ed automaticamente fissano il posto loro; non è, quindi, che chi arriva prima meglio alloggia. Il locale è sempre pieno, il sabato fanno 2 spettacoli al giorno e la domenica è chiuso. Ripetiamo: alla Casa Patas è meglio andare appena arrivati e prenotare per il Flamengo per un certo giorno, ma parlando con il responsabile: un tipo in camicia bianca e cravatta senza giacca, con i capelli mori, sulla cinquantina, un pò stempiato, e chiedere di essere messi nei posti davanti per vedere anche i piedi dei ballerini. Infatti, non sapendolo, pur essendo fra i primi, ci posizionano in terzultima fila, dove troviamo il nome scritto su un bigliettino sul tavolo, mentre nelle prime 2 file ci sono i clienti di un grande albergo. La sala e’ piccola, piena zeppa di turisti e qualche spagnolo, e vediamo bene la ballerina ed il ballerino, ma non vediamo i piedi che sono essenziali nel Flamengo. Ci alziamo e ci mettiamo da un lato per avere una visuale migliore ma ci dicono “Non si Puede sostar…” .Lo spettacolo ci piace molto anche se alcuni vicini ci dicono che in Andalusia è meglio. A mezzanotte, dopo un intervallo alle 11.15, finisce lo spettacolo: 2 cantanti, 2 chitarristi, un timpanista, un ballerino ed una ballerina. I movimenti della ballerina sono velocissimi e non ci si accorge, quasi, quando rotea su se stessa, mentre il ballerino da prova di potenza con movimenti rapidissimi con tutte le parti del corpo. 4°- 16 ottobre 2006 Martedì Andremo al museo archeologico previa prima colazione da Demontaditos, quello adiacente a McDonalds in Calle de Arenal. Andiamo anche ai magazzini El Cortes Ingles, pieni di gente dalla mattina. Gli uomini salutano quando escono dall’ascensore dei grandi magazzini. Da noi sarebbe considerato un pazzo. Facciamo uno spuntino con baguette e prosciutto comprato alle Corte. Alla fine di calle de Carretas c’è una piazza Plaza Jacinto Benavente, e, alla parte opposta a Carretas, fanno gelati ottimi, anche se un pò costosi, prodotti da Haagen-Dazs. Ne abbiamo abbastanza per pranzo e cena. Sulla stessa piazza c’è un mercatino carino dove vendono chincaglieria e vestiti. Gente dappertutto.
Prendiamo alla metro (metro Colon) e l’ingresso al museo archeologico è alle spalle della Biblioteca centrale, su Calle del Serrano, forse la via più elegante di Madrid. Paghiamo 3 euro a persona e non ci fanno lasciare le borse in guardaroba. Alle 16.30 siamo fuori dall’interessante ma non entusiasmante museo archeologico. Nella parte Romana c’è qualche bel mosaico, una pompa idraulica ed un lingotto di Piombo da 33 kg che veniva mandato alla lavorazione. C’è anche una porta del 1200 completamente in legno e ben conservata. Vediamo anche una mostra sugli Etruschi al piano superiore (inclusa nel biglietto). La mostra sugli Etruschi e fatta molto bene e i reperti archeologici sono stati ricostruiti su supporti in vetroresina per ricostruire l’aggeggio di cui facevano parte, i rivestimenti delle ruote di un carro per esempio. Dalla metro Colon, senza uscire dalla metro, uscendo verso il Museo archeologico, sulla destra c’è l’ingresso al museo de Cera (15 euro). Non bisogna uscire, all’interno della metro. Non andiamo perchè abbiamo letto che Madame Tussaud basta ed avanza e ci fidiamo e poi costa troppo.
A mia moglie piacciono i palazzi, al cui angolo c’è una bombatura che sporge fuori con i balconi. Sono molto caratteristici e ce ne sono molti a Madrid.
5°- 17 ottobre 2006 Mercoledì Alle 8.30 ci incamminiamo per Calle de Arenal per raggiungere il Palazzo Reale (dal 1 ottobre al 31 marzo 9.30, dal 1 aprile al 30 settembre apre alle 9.00).Ma siamo sfigati e oggi è chiuso “por acto official”, cerimonia ufficiale, per cui è chiuso tutto il giorno. Andiamo allora a Plaza de toros di Las Ventas e facciamo la visita guidata. Le corride si fanno la domenica dalle 17 alle 19 e 6 tori vengono uccisi. In settimana fanno visite guidate (9.30-13-30, 6 euro) e si può andare all’interno della corrida. Ci sono 100 diverse sistemazioni, quindi 100 costi, non tutti diversi fra loro, per ogni sistemazione a seconda della vicinanza con la piazza e se si sta al sole o all’ombra. Al sole costa meno perchè si ha il sole in faccia e poi il toro ed il torero stanno tendenzialmente all’ombra perchè il toro all’ombra tende ad andare ed il torero lo bracca ma a volte è il contrario. I più costosi sono i posti da 60 euro, alla stessa vicinanza ma al sole 50 euro.
Non è vero che il toro si arrabbia col colore rosso perchè il toro non distingue i colori. Si usa il rosso o il rosa solo per tradizione. Ci sono 3 attori: un Picadore che è quello con la lancia sul cavallo che apre una ferita sul dorso del toro, poi 3 banderilleros, ognuno dei quali ha 2 banderillas che mettono nel buco fatto prima da Picadore, per tenerlo aperto e ci sono di 4 tipi. Tutti hanno un uncino laterale per cui anche se sono conficcati poco non cadono perchè c’è l’uncino che li tiene attaccati al dorso del toro. E poi c’è il torero, detto anche matador o bull-killer che ammazza il toro con la spada (estoque, la stocca). Per uccidere il toro il torero ha 20 minuti di tempo se no il Presidente della Corrida gli concede altri 2 minuti sventolando un fazzoletto bianco. Se non ci riesce, il Presidente sventola un fazzoletto arancione e altri 2 minuti. Se non ci riesce ancora è una grande vergogna per il torero. Ci sono 2 tipi di corrida, la Novillada e la Corrida. La prima è fatta da toreri giovani, 21 anni che combattono con tori non molto pesanti, mentre alla Corrida partecipano i toreri più esperti. La Novillada è più interessante perchè la lotta è più equilibrata. Il cavallo è bendato e le orecchie sono tappate perché non possa sentire i ringhi del toro. Il toro pesa 500-600 kg e la sua carne, dopo il massacro, va parte ai poveri e parte ai ristoranti. La corrida francese (Nimes) e portoghese non finisce con la morte del toro. La guida parla anche della scoperta di Fleming come una tappa molto importante per la Corrida, infatti la maggior parte dei toreri moriva in seguito alle ferite riportate, per infezione e con gli antibiotici ora si possono salvare In casi rari il toro viene salvato e solo quando è un bel esemplare e lo usano per la riproduzione. Finiamo la visita guidata, usciamo dalla plaza del toros, per entrare da un’altra parte e visitare il museo taurino (gratis). Alcune teste di toro imbalsamate recano il nome del toro: Jocinero, Landejo, Metiaonza.. Al museo vediamo anche esposti gli abiti insanguinati di un torero morto nella corrida e l’apparecchio dei primi del ‘900 usato per fargli la trasfusione di sangue.
In tutto 1/2 ora per la visita guidata e 1/2 per la visita al museo. Per vedere la corrida bisognerebbe arrivare all’aeroporto alle 15, senza baglio, si arriva alla Plaza alle 4 con la metro, si ritira il biglietto, si vede la corrida che finisce alle 19.30 e quindi alle 20 si potrebbe essere in aeroporto a riprendere l’aereo. Scendiamo alle 12.40 alla stazione Espagna per andare al Thyssen Museo. Alle 12.50 siamo al Thyssen ma non è mai gratuito perchè è privato. Ci sembra molto ben fatto ma rinunciamo, anche perchè siamo stufi di quadri e dipinti e ci va di più di andare nel quartiere di Salamanca, il quartiere ricco di Madrid che raggiungiamo a piedi. Passeggiamo per il quartiere poi andiamo da Fresco&Co, ci riempiamo come otri e poi andiamo a ritirare i bagagli al hostal. Alle 15.45 imbocchiamo la metro Sol. Alle 16.15 prendiamo la metro 8 da Nuevos Ministerios per l’aeroporto dove arriviamo, al T4, alle 16.30. Dopo un percorso tutto in sotterraneo, come all’andata. I supplementi Madrid-aeroporto si usano all’uscita dalla metro, inserendoli nei passaggi di accesso all’aeroporto, altrimenti il cancello non si apre. Ma niente paura per chi ci ha provato, alla sua sinistra sono disponibili una decina di macchinette per fare il supplemento e non vi dico quante persone c’erano. Alle 16.45 siamo al check-in. Alle 17.15 siamo seduti al nostro gate aspettando l’imbarco. Quindi è passata 1h e 1/2 dall’ingresso nella metro Sol alla porta di imbarco dell’aereo. Alle 18.30 partiamo ed arriviamo alle 20.30 in punto. Alle 10.15 siamo a casa con il nostro bagaglio di ricordi.
La Benzina costa (95 ottani, 1.102, 98 ottani 1,208, il gasolio 1,037 euro) . Notiamo molta polizia in giro, sia urbana che polizia in ronda, ma crediamo che Barcellona sia più pericolosa. Pochissimi arabi, molti sudamericani ed i soliti cinesi che sono dappertutto. La metro è eccezionale ed efficiente: treno ogni 3-4 minuti e vai dappertutto. La zona dei musei non ha una fermata metro vicino ma sta a 5-10 min di cammino. Le distanze sono brevi bastano un paio di scarpe comode ed avere tempo se no e’ meglio la metro. Noi abbiamo fatto 2 strisce di biglietti da 6.40 l’una + 4 supplementi per l’aeroporto (andata e ritorno, 1 euro ciascuno). Il parcheggio a pagamento a Madrid, per chi è in macchina, va da 20 min (0.25 euro) 1/2 ora (80.40), 1 ora (1 euro), 1 ora e 1/2 (1.55euro) 2ore (2.55 Max euro).
Gli spagnoli Sono molto dignitosi, non invadenti e qui mi fermo perchè dovrei fare paragoni spiacevoli…!!