Capodanno a Madrid 4

Tour di capodanno nella capitale spagnola
Scritto da: Giovanna Carlot
capodanno a madrid 4
Partenza il: 29/12/2011
Ritorno il: 02/01/2012
Viaggiatori: 1
Spesa: 2000 €
Sotto il cielo di Madrid…

Una breve premessa, se c’è un Paese che amo quanto l’Italia è la Spagna, per questo colgo spesso l’occasione per poterla visitare. Destino vuole che, alle 9.30 del mattino del 29 dicembre, mi trovo per la quarta volta nel 2011 ad atterrare nell’importante scalo aeroportuale di Madrid. Non è un transfer, ma l’inizio di un breve soggiorno che trascorrerò nella capitale spagnola dove attenderò e festeggerò l’arrivo del nuovo anno. Incontro con la guida, la Signora Amor (un nome che non si dimentica) e partenza con il pullman per la visita panoramica di Madrid. Usciti dall’aeroporto, ci troviamo a percorrere l’arteria principale che conduce verso la città. Visto il periodo festivo, è sgombra di traffico. All’orizzonte spuntano i profili di quattro altissimi grattacieli che m’incuriosiscono. Breve sosta per un caffé in prossimità di quella che è l’emblema della tauromachia, la grande arena di Las Ventas. L’enorme struttura in mattoni, arricchita da ceramiche e azulejo, è teatro di corride da marzo ad ottobre. Raggiungiamo la piazza dedicata a Cristoforo Colombo. Qui inizia il Paseo De La Castellana, il lungo viale alberato che ci accompagna nella parte moderna di Madrid. Lo segue l’architettura nuova della Città che crebbe, con slancio, dopo l’uscita della Spagna dal cupo periodo del regime franchista. Breve fermata presso lo stadio Santiago Bernabeu, “cattedrale” del calcio spagnolo. Sul lato opposto del Viale le Torri Bbva, Picasso ed Europa. Proseguendo verso nord incontriamo le due torri gemelle Kio. Con i loro 120 metri di altezza formano la Puerta Europa. Inclinate l’una verso l’altra sembrano volersi toccare e con la loro forma a delta incorniciano Plaza de Castilla. Ecco le Ctba! Le Cuatro Torres Business Area. Sono loro, i quattro grattacieli visti all’uscita dall’aeroporto. Le due Torri più alte misurano circa 250 metri e le altre due rispettivamente 236 e 223 metri. Da poco costruite sono adibite ad uffici ed in una c’è anche un lussuoso albergo. Mi impressiona la loro imponenza. Sono decentrate rispetto al resto della città. Svettano maestose e scintillanti nel nulla. Sfiorano e riflettono l’azzurro cielo di Madrid. Un tempo per gli scatti e si rientra verso il centro dove abbiamo l’albergo. Mi lascio cullare dalle parole della Signora Amor e, inesorabilmente, “me cala la palpebra!”. Ottima la posizione centrale dell’albergo (Hotel Catalonia Gran Via). Dopo un rigenerante bagno caldo esco accolta dalla “movida” madrilena. Non occorre saper dove andare. Basta farsi avvolgere e portare dalla gran quantità di gente, che di sera, defluisce dalle Calles verso un unico luogo, Puerta del Sol. Cuore della vecchia Città. Il chilometro “0” della rete stradale spagnola. Ogni fine anno sotto l’antico orologio di Casa de Correos migliaia di spagnoli e turisti si ritrovano per attendere i rintocchi della mezzanotte. Dodici anni fa, anch’io con loro, ho salutato l’arrivo del nuovo millennio. Un gigantesco e luminoso albero di natale campeggia nella piazza. La struttura è in ferro e la bellezza è dubbia. Mi lascio accogliere ed abbracciare dall’energia positiva che mi circonda. Mi diverto a guardare i numerosi artisti di strada. Sono statue dai fantasiosi travestimenti. Il tintinnio di una moneta li anima. Un cenno del capo, l’abbozzo di un sorriso, un battito di ciglia o una mano che si muove, sono il loro ringraziamento. In un angolo un’allegra orchestrina suona motivetti “swing”, mentre intorno la gente fa cerchio. La festosa atmosfera non nasconde i segnali di difficoltà economica che attraversa Madrid. La Spagna è una vittima del periodo di congiuntura europeo. Noto i molti cartelli appesi ai balconi dei palazzi con scritto “vende”. I numerosi “compro oro” nelle vie pedonali e le file davanti ai diversi botteghini della lotteria. Mi inoltro per una calle ed entro nella chiesa di San Ginés. Durante il periodo natalizio le chiese sono aperte ed espongono un presepe. In questa ce né uno che raffigura la Sacra Famiglia con i Re Magi in adorazione. I personaggi sono a grandezza d’uomo e indossano vesti talari. Dietro la chiesa, nel tragitto verso Plaza Mayor, scopro la Choccolaterìa San Ginés fondata nel 1894. Una golosità tipicamente madrilena, churros e cioccolata calda. Provare per credere! Plaza Mayor. Al centro si erge la statua equestre di Felipe III che fece costruire questa piazza, tra il 1617 e il 1619, come luogo d’incontro per i madrileni. Era “arena” per corride oltre che, centro per feste popolari e manifestazioni politico/culturali. Di forma rettangolare la chiudono tutto intorno gli antichi palazzi con portici. Affrescata in tempi recenti, tra questi edifici, spicca la Casa de la Panaderìa i cui balconi erano il “palco” dei re. Salendo gli scalini di uno dei nove accessi entro nella storica piazza. Luminarie natalizie multicolore le fanno da tetto. La occupa un mercatino di natale con casette di foggia austriaca. Le osservo con perplessità. Forse, penso, sono un retaggio storico degli Asburgo. Caffè e taverne, dove poter degustare le famose “tapas”, sfilano sotto i portici che offrono rifugio ai numerosi closchard. A piccoli gruppi attendono che la piazza si svuoti. Per terra giacigli di fortuna. Cartoni e vecchie coperte ripareranno il loro sonno nella notte madrilena. Alla buonora del mattino una fredda luce illumina una Madrid assonnata. Il sole cresce e i bianchi palazzi della Gran Via e della Calle de Alcalà diventano radiosi. La Gran Via unisce i quartieri Arguelles e Salamanca. Mi affascina questa parte della città. E’ un susseguirsi di edifici in vari stili costruiti nei primi decenni del 900. Romantiche facciate abbellite da fregi liberty con balconi decorati dal ferro battuto. Un angelo spicca sulla cupola del Metropolis ispirato alla Belle Epoque. A metà della Gran Via la sede della Compagnia Telefonica. Il primo grattacielo di Madrid esempio d’architettura americana primi anni trenta. Dello stesso stile infine, nella famosa Piazza de Espana, la Torre de Madrid e l’Edificio de Espana. Davanti a loro svetta il monumento a Cervantes del 1915. La Calle de Alcalà s’immette nell’importante snodo stradale Piazza De Cibeles. Al centro l’omonima fontana raffigurante la dea greca della fertilità che guida una carrozza trainata da leoni. Sullo sfondo La Puerta de Alcalà. Il Palazzo de Comunicaziones, che da sede delle poste centrali è ora municipio della Città, troneggia e si fa ammirare in tutto il suo eclettico candore. A Madrid non manca il verde. E’ circondata da pinete e all’interno ci sono numerosi parchi. Il più famoso è El Retiro a seguire la Casa de Campo e il Parco del Oeste. Quest’ultimo si estende su una collina che sovrasta la città. Sono appena trascorse le nove del mattino e mentre la Città si risveglia il pullman ci porta alla sommità del parco. Al centro, in mezzo ad una grande vasca d’acqua ora ghiacciata, il Tempio di Debod. Un complesso architettonico del IV secolo a.C. donato dal governo egiziano nel 1970 alla Spagna. Incuranti della bassa temperatura (1°/2°), stoicamente ci soffermiamo per ammirare il panorama circostante. Contro luce s’intravedono le sagome del Palazzo Reale e della Cattedrale. Fa veramente freddo! Non mi ricordavo un clima così polare… L’inserimento nel tour di Madrid (Abaco Viaggi), delle visite al Palazzo Reale, alla Cattedrale e al Museo del Prado, con la comoda formula tutto compreso, ha stimolato il mio ritorno nella capitale spagnola. Un solitario musicista seduto ai piedi di un lampione suona la sua tromba. Alle sue spalle si apre la scenografica Plaza de Oriente ornamento del Palazzo Reale. In questo luogo si ergeva l’antico Alcazar, ossia una fortezza eretta dagli arabi nel IX secolo. Un incendio lo distrusse nella notte di Natale del 1734. Sulle sue rovine fu ricostruita la nuova reggia. Ci prepariamo alla visita del Palazzo Reale. Attraversiamo Plaza de la Armeria ancora con pochi turisti e ci presentiamo all’ingresso… Purtroppo non siamo accolti dai reali! La guida c’informa che la Famiglia risiede nel Palazzo della Zarzuela. La funzione del Palazzo Reale è solo di rappresentanza. Saliamo la solenne scalinata che ci porta alle sfarzose stanze. Si susseguono le sale impreziosite da pregiati arazzi, specchi, lampadari veneziani, tappezzerie di velluto ricamato, pregiate porcellane, arredi di varie epoche, importanti opere d’arte e soffitti affrescati. Del Tiepolo è l’affresco che ricopre il soffitto a volta del Salone del Trono. La Cattedrale di Madrid, “Nuestra Senora De la Almudena”, costruita in stili diversi ci vollero cento anni per portarla a termine. Papa Giovanni Paolo II la consacrò nel 1993. Il bassorilievo di bronzo, del portone centrale della facciata in Via Bailen, né commemora il momento. Nel luminoso interno i numerosi visitatori si muovono silenziosi. I vivaci colori, del soffitto della navata centrale, portano il mio sguardo verso la parte alta del presbiterio. Grandi icone dal fondo dorato formano la “corona misterica”. Adornano ed esaltano la ricchezza degli affreschi sette finestre in vetro di Murano, dedicate alla Parola di Dio. I riflessi di luce, provenienti dai rosoni delle navate laterali, s’infrangono sulla pietra bianca delle arcate neogotiche in un susseguirsi di arcobaleni.

Il Museo del Prado è una delle pinacoteche più importanti d’Europa. Lo inaugurò nel 1819 Ferdinando VII. Nella mattina del 31 dicembre ci affidiamo, per la visita, alla competenza della Signora Amor. Il percorso da lei scelto ci farà conoscere i dipinti di alcuni tra i più importanti pittori di tutti i tempi. Negli anni i monarchi che hanno governato la Spagna hanno collezionato le numerose opere custodite nel Museo. Molte di queste hanno un soggetto religioso. Altri dipinti raffigurano scene mitologiche e allegorie. Inoltre ritratti di re e regine e scene della vita quotidiana della Real Casa. Rappresentativa è l’opera “Las meninas” di Diego Velaquez con inserito l’autoritratto del pittore. M’incanta e mi stupisce la “Lavanda dei piedi” del Tintoretto. Il quadro ha grandi dimensioni. La prospettiva cambia a seconda che io lo osservi da destra o da sinistra. Un effetto ottico che mi dà la sensazione di un’opera in movimento. I canoni di bellezza del tempo avevano riferimenti molto diversi dagli attuali e le “Le tre grazie”di Rubens non sono di certo “filiformi”. In quel periodo le donne appartenenti all’alto ceto sociale non erano afflitte dalle diete. Felici nell’esibire le loro “grazie”, le tre signore, m’ispirano simpatia. Giustifico l’impietosa mano dell’artista perchè tra le giovani donne c’è l’amata moglie. Mi emoziono di fronte a “Il cane interrato nell’arena” del Goya. Il fondo è un intenso colore giallo ocra. Più scuro nel basso e al centro, si schiarisce a salire verso l’alto. Nell’atto di uscire da questa “sabbia” gialla, che sepellisce il suo corpo, sbuca il timido muso grigio di un cane. Il pittore lo creò sul muro della sua casa. Goya lo dipinse nel periodo di depressione che segnò gli ultimi anni della sua vita. Questa giornata di fine anno sta per terminare. Alla sera, tutti tirati a lustro, c’incontriamo nell’hall dell’albergo. Il pullman ci accompagnerà in un elegante ristorante, posto all’interno delle Torres del Colòn, dove si festeggerà il capodanno. Cena, balli, cotillon e sul tavolo in appositi sacchettini, gli immancabili dodici chicchi d’uva. Intorno alla mezzanotte collegamento con la diretta da Puerta del Sol. Ligi alla tradizione, ad ogni rintocco di campana, i miei compagni di viaggio ingoiano un chicco d’uva. Io, con la paura di strozzarmi, li ho finiti da un quarto d’ora. Confido lo stesso, come sempre, nella fortuna… Tutti assieme Italiani e Spagnoli, al dodicesimo rintocco di campana, brindiamo al nuovo anno. Madrid, meno ostentata e più umana, mi sei piaciuta anche in questo tuo particolare momento… Prospero e “Feliz año nuevo Madrid” e… buon 2012 a te che mi hai letto.

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