Bologna, non solo tortellini
Visito questa città, approfittando della mostra a Palazzo Albergati di Frida Kahlo, insieme al gruppo di Avventure di un Giorno. Per partecipare alle iniziative di questo gruppo di amici e nuovi amici basta iscriversi alla pagina facebook del gruppo e presentarsi nel luogo stabilito per il meeting. Non sono previsti costi di partecipazione. Oggi il punto d’incontro è davanti al palazzo che ospita la mostra alle ore 10.00.
La location scelta per organizzare la mostra all’interno di un meraviglioso palazzo storico è stata un’ottima scelta. Il prezzo d’ingresso 14 euro con audioguida (2 per 1, con Carta Freccia) è alto, soprattutto se si considera che, chi andrà a visitarla soltanto per Frida, si troverà di fronte a soli 9 quadri della pittrice messicana, oltre a fotografie e qualche bozzetto/schizzo. Le opere di Rivera e degli altri quadri della collezione Gelman sono poche per allestire una mostra. Sinceramente, mi aspettavo un percorso espositivo davvero più ricco, un’ora è sufficiente per terminare la visita. Nonostante il numero ridotto di opere esposte, i quadri proposti al pubblico sono dei capolavori che emozionano.
Usciti dalla mostra, arriviamo ai piedi della torre gli Asinelli, eretta nel 1119 da Gherardo Asinelli, un nobile di fazione ghibellina, è alta 97,20 metri, all’interno ha una scala composta da 498 gradini. Emesso il biglietto (3 euro) iniziamo la salita verso la cima. In poco tempo, con un po’ di fiatone, raggiungiamo la cuspide e restiamo estasiati dallo splendido panorama sul centro cittadino. Spettacolare la vista della torre Garisenda (pendente) ammirata da questa prospettiva particolare: dall’altro verso il basso.
Mettiamo i piedi sotto la tavola dell’osteria Buca Manzoni, un locale molto particolare in centro a Bologna, a pochi passi dalle torri. Qui assaggiamo le squisitezze della cucina locale, tra le altre pietanze succulente, non possono mancare i prodigiosi tortellini in brodo e la saporita spuma di mortadella. Personale attento e cortese, piatti squisiti e porzioni abbondati. Da provare. La visita del pomeriggio sarà al seguito di una guida, Elena, contattata via mail qualche giorno prima. Lei ci guiderà per due ore attraverso i secoli alla scoperta delle curiosità del luogo. Partiamo dalla piazza Maggiore, il centro pulsante della città, per entrare nell’adiacente sala borsa, un luogo magico, oggi trasformato in medioteca. La sala ha ospitato le funzioni più bizzarre, addirittura adibita a palazzetto dello sport, dove era possibile assistere alla partite di basket della Virtus. Entriamo a San Petronio, che molti credono erroneamente sia la cattedrale, per ammirare l’affresco del giudizio universale, nel quale è rappresentato, seguendo le indicazioni dantesche, Maometto all’inferno.
Il Palazzo del Podestà, sito nella piazza Maggiore è circondato da bellissimi edifici storici e si trova di fronte alla chiesa di S. Petronio. La struttura del 1200 è stata sistemata successivamente dalla potente famiglia Bentivoglio, consta di un porticato di pietra decorato da tremila roselline di forme differenti e da una balconata soprastante dalla quale venivano comunicate al popolo le condanne a morte (di solito per impiccagione). Accanto venne poi aggiunto il palazzo di Re Enzo che prende il nome dal famoso prigioniero (re di Sardegna e figlio di Federico II) che qui fu rinchiuso per ben trent’anni fino alla sua morte e che si differenzia per struttura e materiali. Se si accede al porticato dall’arco centrale si giunge in un sistema di aperture che danno accesso alle altre parti della piazza. Curioso, e da provare, l’effetto di eco nel vano centrale: se una persona parla con il volto rivolto verso una colonna e un’altra si pone nella colonna opposta si sentono le parole che dice!
Passiamo davanti alla casa che fu di Lucio Dalla, dove sulla facciata è collocata un’istallazione a memoria della sua presenza, una rete metallica che rappresenta l’artista mentre suona la tromba, con le tenebre l’opera assume le sembianze di un’ombra. Raggiungiamo un luogo insolito, piazza Santo Stefano, l’area delle sette chiese. La tradizione indica san Petronio come ideatore della basilica, che avrebbe dovuto imitare il Santo Sepolcro di Gerusalemme, edificata sopra un preesistente tempio dedicato a Iside. Attraversiamo il quartiere della movida, il quadrilatero ed arriviamo all’unica vera casa medioevale in legno rimasta, le tre frecce. Il nome deriva da un falso storico, duranti i restauri del portico i tecnici hanno messo tre cannette attaccate al soffitto, un piccolo scherzo, infatti i bolognesi dal basso hanno pensato a tre frecce. Finiamo il nostro tour guidato ai piedi delle famose torri. Ringraziamo la nostra guida per averci fatto conoscere i segreti di Bologna e proseguiamo l’avventura.
Una partecipante all’avventure, Paola, propone di visitare una perla della città, il Compianto del Cristo morto, custodito all’interno della chiesa di Santa Maria della Vita. Il Compianto sul Cristo morto è un soggetto dell’arte sacra cristiana, divenuto popolare a partire dal XIV secolo e soprattutto nel Rinascimento. In esso viene rappresentato Gesù dopo la sua deposizione dalla croce, circondato da vari personaggi che ne piangono la morte. I personaggi sono quelli che, secondo i Vangeli, assistettero alla morte di Gesù in croce e si occuparono della sua sepoltura: Maria, l’apostolo Giovanni, la Maddalena e le pie donne, Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo. Compianti molto noti, caratterizzati da forte drammaticità e intensità espressiva, sono il gruppo in terracotta di Niccolò dell’Arca (1460-1490 circa). Da non perdere l’oratorio al primo piano, con il soffitto il stile veneziano e un’altra rappresentazione scultorea in terracotta.
Terminiamo la giornata con un aperitivo.
Notizie utili
L’accoglienza a Bologna è eccellente, il centro storico si gira facilmente a piedi, arrivando ovunque. Le righe blu alla domenica sono gratuiti. I bolognesi sono gioviali e gentili, sicuramente una città da non perdere.
Un’altra gita è terminata all’insegna della cultura, del divertimento, del buon cibo, dell’ottimo vino, del buonumore e soprattutto dell’amicizia.