Austria, Germania, Francia e Svizzera: a zonzo tra Danubio e Reno

Città splendide, chiese romaniche e gotiche, due fiumi che sembrano gemelli e invece vanno in direzioni opposte...
Scritto da: gp.elena
austria, germania, francia e svizzera: a zonzo tra danubio e reno
Partenza il: 14/08/2017
Ritorno il: 22/08/2017
Viaggiatori: 3
Spesa: 1000 €
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Annata all’insegna del viaggio in auto al 100%, partendo da Caselle. La meta è la Germania – non tutta, ma la zona compresa tra la Baviera, la valle del Reno e il Palatinato. Avvicinamento condotto passando da Innsbruck e il Brennero, rientro verso casa dalla Lorena (Strasburgo), con visita alle cascate di Sciaffusa – sempre sul Reno, ma in Svizzera!

Alberghi prenotati con largo anticipo su Booking.com, itinerario studiato a tavolino e poi interpretato come sempre giorno dopo giorno.

14 AGOSTO 2017: Da Caselle a Innsbruck

Lunga tappa di avvicinamento per portarci nella zona che intendiamo visitare. Partenza intorno alle ore 8 per autostrada verso Milano. Un po’ di traffico tra Milano e Bergamo. Pensiamo che il peggio sia passato e invece incappiamo in una discreta coda a Peschiera per traffico in uscita e nella zona di Verona Nord e Affi sempre per traffico. Rifornimento di gas a Trento e via di nuovo! Oltre Bolzano altra sosta per acquistare la vignetta da 10 giorni per le autostrade austriache (9 euro) e il biglietto per il Ponte Europa, oltre il Brennero. In pratica comunicando la targa del veicolo – e pagando altri 9 euro – si dovrebbe saltare l’eventuale coda alla barriera (vedremo). Superata la frontiera senza alcun controllo particolare, con lo scontrino in bella vista ci avviciniamo alla barriera del Ponte Europa… e la sbarra si alza!

A questo punto è una lunga discesa che ci conduce fino a Innsbruck, all’Hotel Karwendel. Siamo a circa due chilometri dalla città vecchia, su una strada assai trafficata ma comunque dotata di ampi marciapiedi. L’hotel è il classico albergo di passaggio: struttura anni ’60, stanze allineate su corridoi spaziosi, gestito con rigore da una signora decisamente teutonica, anche se molto affabile. Lasciamo i bagagli e partiamo a piedi per visitare Innsbruck. Obbligatoria foto al Tettuccio d’Oro, visita alla Hofkirche con le sue enormi statue in bronzo e il mausoleo di Massimiliano d’Asburgo (nota: Caterina non paga ingresso). Passeggiata per la via centrale fino alla Porta della Vittori, e rientro in albergo per una meritata doccia.

Dove cenare? Andando verso il centro incrociamo un locale dal nome ben poco austriaco (la “Vaca Loca”), hamburgheria e birreria, che ci ispira per il tono molto informale. Lo scopriamo frequentato da ragazzi, artisti e musicisti che si fermano per uno spuntino, così come noi. Insalatone, patatine, pollo impanato, birre e acqua minerale, coccolati e riveriti da una simpatica cameriera di colore. D’accordo, non è l’atmosfera austriaca da stube, ma va benissimo, anzi, Caterina l’apprezza moltissimo!! Due passi in albergo e crolliamo distrutti nel letto.

Secondo giorno, 15 AGOSTO 2017: Innsbruck – Ratisbona – Walhalla – Norimberga

Lasciamo il Tirolo per addentrarci nella Baviera. Autostrada verso Kufstein e coda al confine con la Germania, per controlli doganali (evidentemente i tedeschi sono più selettivi degli austriaci). Mentre procediamo verso nord ci stupiamo delle teorie infinite di auto che scendono al sud… Circumnavighiamo Monaco e prendiamo la strada per Ratisbona, dove arriviamo nel primissimo pomeriggio. Parcheggiamo davanti alla antica abbazia di Emmeram, in parte inglobata nel castello dei Thurm und Taxis. Bellissimo il chiostro e incantevole l’interno dell’abbazia. Da qui ci spostiamo verso il duomo, per strade pedonali costellate di lavori in corso. Inauguriamo la serie di duomi romanici e gotici che punteggiano la Germania. Questo di Ratisbona in particolare ha struttura gotica con le due torri aggiunte nel 1800. Interno austero e solenne. Dal Duomo si scende verso il fiume, che è il Danubio nel suo punto più settentrionale. Fa un certo effetto sapere che siamo sul Danubio e domani ci sposteremo verso il Reno: poli opposti di una Europa che si sforza di rimanere unita, pur nelle sue mille diversità. Il Danubio è attraversato dallo Steinerne Brucke, ponte in pietra medievale a più arcate. Lo percorriamo tutto per godere della vista della città dalla riva opposta. Ritornati nella città vecchia cerchiamo la Alte Kapelle, che troviamo però occupata da una cerimonia religiosa di lunghezza eterna (oggi è Ferragosto…). Infine ci regaliamo uno splendido gelato per pranzo – e merenda!

Diretti a Norimberga, facciamo una puntata al Walhalla, a pochi chilometri da Ratisbona: su una collina, spalle ai boschi e fronte al Danubio che scorre sotto, nella prima metà del 1800 il re Ludovico I di Baviera fece costruire un tempio dorico in cui raccogliere i busti dei personaggi illustri del mondo germanico. L’ambiente piacevole e il panorama splendido fanno sì che il posto sia frequentato da famiglie e coppie rigorosamente tedesche – tranne noi. L’aspetto del monumento è decisamente kitsch, ma la collocazione splendida e l’atmosfera ovattata che lo circondano rendono al deviazione piacevole.

Dal Walhalla si parte per Norimberga. Un’oretta di macchina e siamo al nostro hotel, Palmengarten Hotel. Alla reception una signora che parla solo tedesco e ceco ci mostra la nostra camera: una unica chiave apre tre porte, compresa la reception. Bene, confidiamo nella onestà di tutti, e non ne saremo delusi. Siamo in una zona industriale, frammista a casette, sulla riva di un grande canale navigabile. Per fortuna nel cortile dell’albergo c’è un ristorante molto piacevole, con annessa biergarten. Ci deliziamo della cena a base di carne e patate al forno, e poi una breve passeggiata sul canale ci fa scoprire un ristorante galleggiante che imita i battelli a vapore del Mississippi e, più prosaico, il semaforo che regola il traffico alle chiuse, con tanto di enormi chiatte ormeggiate in attesa del verde. Davvero particolare questo luogo, ce ne ricorderemo…

A letto, ovviamente distrutti.

Terzo giorno, 16 Agosto 2017: Norimberga e Bamberga

Dopo due giorni “on the road” ci concediamo una parentesi di camminata in mezzo a una stupenda cittadina: Norimberga! Lasciamo l’auto dalle parti della stazione e ci infiliamo nella via principale che taglia tutta la città e porta al castello. La prima attrazione è una enorme torre (Dicker Turm) che controllo la Frauentor, una delle porte della città. Esploriamo i dintorni della torre, che prosegue con le mura medievali che in parte cingono ancora il centro antico. Proseguiamo lungo la via principale, passando in mezzo a edifici moderni e costruzioni antiche ricostruite dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale, fino ad arrivare al duomo cittadino, la St. Lorenz Kirche. Vetrate straordinarie, un portale immenso, sculture e altari del gotico più classico. Riempiti gli occhi di tanta bellezza scendiamo verso il fiume Pegnitz, che divide in due la città. A cavallo del fiume c’è l’Heilig-Gesit-Spital, uno dei più grandi ospedali costruiti nel Medio Evo. Da qui inizia la salita verso il castello, passando per l’Hauptmarkt, una immensa piazza dove ogni anno si tiene uno dei più rinomati mercatini natalizi. Domina la piazza la Frauenkirche, una chiesa gotica ornata da un grandioso orologio meccanico da dove, alle ore 12 di ogni giorno, le figure meccaniche degli elettori rendono omaggio all’imperatore (spettacolo che non mancheremo di vedere!) Su un lato della piazza c’è la Schoner Brunnen, fontana alta quasi venti metri decorata da moltissime figure che rappresentano scienziati dell’antichità, filosofi, santi, evangelisti, eroi ebrei e cristiani.

Dopo esserci divertiti a riconoscere i personaggi della fontana, riprendiamo la salita al castello, di fianco alla Kirche St. Sebaldus, la chiesa più antica della città. Una salita ripida e siamo al castello (il Kaiserburg), da dove si domina la città con le guglie delle sue chiese. Rinunciamo alla visita del palazzo residenziale e ci concediamo un minuto di sosta per ammirare meglio gli edifici a struttura in legno che circondano il castello. In discesa costeggiamo ancora un tratto di mura e passiamo davanti alla casa natale di Albrecht Durer, in prossimità di una porzione di mura praticamente intatta. Infine rientriamo verso l’auto per spostarci più a nord, verso Bamberga.

Bamberga: una vera sorpresa!

Costruita su sette colli, come Roma, è attraversata dal fiume Regnitz sul quale si affaccia un fronte di case colorate abbellite da fiori (Klein Venedig, la piccola Venezia). Attraversiamo il fiume su un ponte ornato da un portale con statue gigantesche e iniziamo la salita verso la cattedrale, che domina la città. La chiesa è uno splendido incrocio tra il tardoromanico e il gotico francese: basamento massiccio e austero, guglie slanciate, volte a crociera e quattro torri ai lati della costruzione. In più si aggiunga un portale romanico imponente, la suggestiva tomba di una coppia imperiale e gli interni ampi e solenni e si avrà una buona idea dell’insieme magnifico di questo luogo. La migliore occhiata del duomo si ha entrando nel cortile del vicino Palazzo del Vescovo, da dove si può ammirare la sequenza delle torri e delle volte.

Dal duomo andiamo a cercare il Karmeliterkloster, ovvero il chiostro dell’abbazia delle Carmelitane. Dopo un paio di sali e scendi per i colli della città arriviamo alla porta di accesso all’enorme complesso di San Teodoro. Entriamo nel deserto più totale, facciamo il giro del chiostro nella pace assoluta e infine usciamo stupiti di tanto silenzio. Sulla via del ritorno verso l’auto non resistiamo alla tentazione di fermarci in una pasticceria per una merenda a base di torte. Infine, guadagnata l’auto, rientriamo a Norimberga e la nostro Palmengarten. Di nuovo a cena nel ristorante sottostante – e chi ha voglia di andare altrove? E poi a nanna. Domani lasceremo la Baviera e ci inoltreremo nella Valle del Reno.

Quarto giorno, 17 agosto 2017: Norimberga – Heidelberg – Spira – Worms

Prosegue il movimento verso est, inseguendo le acque del Reno. Abbandoniamo Norimberga e la Baviera per entrare nel Baden-Wuttemberg, diretti alla cittadina di Heidelberg che raggiungiamo poco prima di pranzo. Parcheggiamo in centro e subito siamo catapultati nella Hauptstrasse, la lunghissima via pedonale che attraversa tutto il centro della città vecchia. Primo luogo “notevole” è la Jesuitenkirche, splendida chiesa i cui esterni affrescati si contrappongono all’interno di una solenne e splendida tinta bianca. Poco oltre arriviamo nel centro della città, il Marktplatz, dominato dalla guglia della Heiliggelskirche, la principale chiesa di Heidelberg. Bellissime le case circostanti, in particolare la Haus zum Ritter, dalla facciata ornata di colonne e balconcini. Nella piazza successiva c’è la cremagliera che porta allo splendido castello che domina la città. Il cartello fuori dalla stazione ci lascia sbalorditi: la visita al castello costa 7 euro, mentre la visita al castello e il biglietto della cremagliera costano sempre 7 euro. E quindi, tanto meglio se si prende la cremagliera!

Un tragitto di pochi minuti e siamo all’altezza delle mura del castello, splendide di arenaria rossa che contrasta e spicca tra il verde degli alberi. Foto ricordo dagli spalti, ingresso nel cortile del castello circondate dalle facciate decoratissime dei palazzi residenziali. Merita scendere fin nelle cantine a vedere una botte enorme, alta più di due persone; così come è magnifico affacciarsi su un terrazzo che domina la città; molto interessante anche la vista del museo della farmacia, compreso nel biglietto del castello. Un luogo particolare, uno spettacolo bellissimo. Dalla stazione del castello si può salire ancora di una fermata, dove parte un nuovo ramo di cremagliera per un punto panoramico ancora più a monte. Questa stazione intermedia non offre nulla di particolare, se non la terrazza di un bar piuttosto affollato: fotografia e rientro in città. Ci spostiamo sulla riva del fiume Neckar e raggiungiamo l’Alte Brucke, uno splendido ponte del 1700 (ricostruito dopo la seconda guerra mondiale) largo 2 metri che attraversa il fiume e consente un colpo d’occhio splendido su città e castello. Rientriamo nella città vecchia attraverso l’alta porta medievale per concederci uno spuntino a base di torta alla frutta e cioccolato. Infine riprendiamo l’auto e siamo di nuovo in viaggio, sulle tracce del Reno.

Successiva tappa è Spira, una piccola cittadina dominata dalle torri del suo Duomo romanico, Dom St Maria und St Stephan. Volta a crociera altissima e solenne, abside e transetto, diverse torri che movimentano la struttura, il tutto su scala enorme. Infatti questo duomo fu per anni il più grande edificio romanico d’Europa, prima di essere superato in dimensioni dalla gigantesca abbazia di Cluny. Per sgranchirci le gambe facciamo due passi nella via pedonale che parte di fronte al duomo e attraversa la cittadina, scoprendo così una atmosfera vivace di locali, caffè, negozi e anche le riprese di una trasmissione televisiva che ricorda un po’ “La corrida” di Corrado.

Infine partiamo per l’ultima tappa di oggi, la cittadina di Worms, dove dormiremo. Il nostro albergo, l’Hotel Boos, si trova poco lontano dal centro. E’ un piccolo alberghetto gestito da un simpatico signore che passa il pomeriggio a bere birra con gli amici nel giardinetto di fianco alla reception. Stanza confortevole con un piccolo balconcino sulla via, in una zona appena periferica ma comunque molto tranquilla.

Per cena dirigiamo in centro e ci fermiamo in un bar-ristorante-birreria nella via principale. Cena a base di spezzatino di vitello (per me) e ottimo salmone per Elena e Caterina, sempre innaffiata da buona birra. Sazi di visite e di cibo ci infiliamo sfiniti sotto le coperte. Domani ci aspettano le onde del Reno!

Quinto giorno, 18 agosto 2017: Worms – Magonza – Valle del Reno – Coblenza

Dopo una corroborante colazione servita nel locale ristorante dell’albergo, saldiamo i conti, carichiamo l’auto e a piedi ci dedichiamo alla visita di Worms. Prima tappa è il Duomo: enorme ed austera chiesa romanica, con torri, volte a crociera e interno possente. Magnifiche le vetrate, impressionanti i resti di un portale gotico di cui rimangono solo i frammenti. Un plastico mostra la zona attorno al duomo prima dei bombardamenti dell’ultima guerra: mancano il battistero romanico e le casette medievali del quartiere antico…

Dal Duomo dirigiamo verso le Heiligen Sand, le “sabbie sante”: il più antico cimitero ebraico d’Europa. Un’oasi di pace immersa nel verde, lapidi in pietra di varie epoche che emergono dall’erba, alcune costellate di sassi e fogli di preghiera, altre perfettamente conservate e ancora manutenute a dovere.

Terminata la visita di Worms prendiamo l’auto e dirigiamo a Magonza, a meno di un’ora di strada. Qui per prima cosa visitiamo l’ennesimo duomo romanico, chiudendo così la triade Spira – Worms – Magonza. Questa chiesa è situata in mezzo alle case di una cittadina già di una certa estensione rispetto a Worms e soprattutto Spira, pertanto – pur nella sua imponenza – l’edificio non spicca più di tanto rispetto ai dintorni. L’interno è un tripudio di monumenti funebri, altari decoratissimi di epoca barocca, fughe di colonne e colonnine, statue e busti di prelati e santi. Notevole attorno al duomo il mercato della frutta e verdura, straripante di colori e profumi. Nella piazza poco distante c’è la statua di Gutenberg, inventore della stampa e originario di Magonza. In terra un infisso metallico indica il percorso del 50° parallelo. Dietro al duomo c’è il bellissimo quartiere di Kirschgarten (il Giardino delle Ciliegie) formato da case a graticcio del Sedicesimo e Diciassettesimo secolo, dove è piacevole fare una passeggiata e curiosare tra i negozi degli artisti locali che propongono oggetti davvero singolari. Una serie di cartelli indicatori mostrano la direzione per la chiesa di Santo Stefano (Kirche St Stephan), adornata dalle vetrate di Chagall. Irretiti da questi cartelli li seguiamo fino a che arriviamo alla chiesa di Santo Stefano, su un poggio che domina Magonza. Varcato il portone d‘ingresso rimaniamo a bocca aperta: l’interno della chiesa è pervaso da una luce azzurra sublime, filtrata dalle vetrate delle navate laterali. Le vetrate del presbiterio – rappresentanti scene dell’Antico e del Nuovo Testamento – sono state progettate e in parte realizzate da Marc Chagall, in sostituzione di quelle distrutte durante la seconda guerra mondiale. Una atmosfera silenziosa e celestiale, che inviata a sedersi e riposarsi.

Dopo un breve riposo è ora di ripartire: ci attende la discesa della valle del Reno, fino a Coblenza.

Da Magonza si arriva a Bingen per una strada abbastanza anonima. Dopo Bongen cominciano le viste sui castelli, le colline, le cittadine e il traffico di chiatte sul Reno. Uno spettacolo di scorci e di incontri che si vorrebbe non finisse mai. Ci fermiamo a Bacharach, un paesino sul fiume, a fare due passi per le vie strette circondate da case a graticcio, la chiesa con il campanile a cipolla, i negozietti di cianfrusaglie e le mescite di vini del Reno. Immancabile l’acquisto di un oggetto che arrivando a casa nostra potrete ammirare in giardino, e immancabile lo spuntino a base di torte e dolci. Riprendiamo l’auto e poco dopo siamo all’altezza della Pfalzgrafenstein, caratteristica fortezza al centro del Reno che rappresenta un po’ la summa dello spettacolo di questa valle. Il tempo peggiora e ci concede pochi minuti per fare foto e riprese, prima che si scateni una pioggia torrenziale. Proseguiamo seguendo la corrente e poco dopo ci troviamo al cospetto della Rupe di Lorelei, al termine di una serie di curve e controcurve scavate dal fiume in una barriera rocciosa. Vedere lo spettacolo delle chiatte moderne che affrontano queste rapide con una certa prudenza fa pensare quando nel medesimo luogo ci si affidava alla forza delle braccia, alla perizia dei piloti e alla buona sorte, che non sempre era così favorevole.

Passato il temporale scendiamo anche noi a valle, sempre costeggiando il grande fiume con il naso appiccicato ai finestrini dell’auto ad ammirare castelli, vigneti e colline. Quando le sponde si abbassano e si allargano capiamo di essere ormai giunti a Coblenza. Cerchiamo il nostro albergo –Hotel Scholz – in zona periferica e tranquilla, ci dedichiamo a una doccia ristoratrice e usufruiamo del ristorante sottostante per ritemprarci dalle fatiche della giornata. Due passi a scopo digestivo nei dintorni e in breve siamo in camera a dormire. Domani la giornata sarà impegnativa, ci aspettano molte visite!

Sesto giorno, 19 agosto 2017: Coblenza – Bonn – Colonia – Aquisgrana

Dopo un’ottima colazione, saldiamo i conti con hotel e partiamo per Coblenza. Parcheggiamo in prossimità del castello, che in realtà è un bellissimo palazzo neoclassico che ospitava il principe elettore. Raggiungiamo la riva del Reno e seguiamo il lungofiume magnifico e ben curato fino alla confluenza con la Mosella. Questo luogo si chiama Deutscher Eck ed è molto caratteristico, sia perché è dominato da una colossale statua dell’imperatore Guglielmo I, sia perché è circondato dal vivace traffico fluviale su Reno e Mosella.

Proseguiamo la vista del centro, passando dalla bella piazza Florinsmarkt circondata da edifici del XII, XIV e XVII secolo. Su uno di questi è installato il mascherone di un cavaliere che periodicamente mostra la lingua ai passanti. Inutile dire che anche noi siamo deliziati da tale omaggio. Lì vicino c’è la chiesa Liebfrauenkirche, piccola ma suggestiva con le sue navate bianche.

Ritorniamo all’auto per dirigerci alla abbazia di Maria Laach, distante pochi chilometri. Purtroppo proprio oggi è prevista una grande festa nel chiostro dell’abbazia, il che significa coda infinita per avvicinarsi al sito. Visto che la giornata è ancora lunga, preferiamo lasciare perdere la visita e dirigerci verso Bonn.

A prima vista Bonn non sembra abbia molto da offrire: quartieri eleganti di basse case, qualche costruzione moderna attorno alla stazione ferroviaria, dove parcheggiamo. Entrando però nella zona centrale, scopriamo angoli e scorci suggestivi, con edifici nuovi mescolati a strutture molto più vecchie. Breve sosta nella chiesa dei Minoriti, e poi arriviamo alla chicca della visita: la casa natale di Beethoven. E’ stata mantenuta la struttura della casa, ricavandone un museo interessante. Caratteristica fuori, particolare dentro, dove sono raccolti stampe, spartiti e strumenti musicali appartenuti al grandissimo musicista. Da Bonn a Colonia sono pochi chilometri, ma ci ritroviamo in un mondo completamento diverso. Calca, gente, auto: siamo davvero in una metropoli. Lasciata l’auto nel parcheggio di un centro commerciale, iniziamo la visita con una fetta di torta e un caffè, molto più cari rispetto al resto della Germania fin qui incontrata…

Ci sono diversi edifici particolari, in Colonia, ma tutti gli sguardi sono attirati dalle due immense guglie gotiche del duomo, e anche noi dirigiamo lì, costeggiando la grande chiesa Gross St Markt. Di fronte al Duomo incontriamo una moltitudine di turisti e passanti: prima volta che ci si sente invasi e parte della folla. Entriamo in Duomo sotto lo sguardo vigile di un barbuto colosso del servizio di vigilanza, con ampia tunica rossa e auricolare all’orecchio, e rimaniamo estasiati di fronte alla ricchezza delle decorazioni, delle vetrate multicolori, degli ori e argenti profusi in ogni dove, dal grande reliquiario alla piccola cornice. Ci sarebbe da rimanere ore, ad ammirare e studiare ogni singolo dettaglio, ma il tempo è tiranno e ci tocca uscire. Una passeggiata ci porta al Rathaus, alla chiesa di St.Alban, rimasta allo stato di rudere come monito per le distruzioni della guerra, e al Gurzenich, edificio gotico con una particolare facciata.

Da Colonia riprendiamo la strada per portarci alla prossima tappa. Aquisgrana, dove dormiremo. E’ già tardi e siamo stanchi, quindi rimandiamo la visita al giorno dopo. Arriviamo all’Hotel Platinium, collocato lungo la principale via di accesso alla città. Albergo piccolo, camera enorme!

Dopo una corroborante doccia decidiamo di andare in città a mangiare. Lunga camminata e ricerca di un ristorante. Il primo è un bar dove i pochi avventori guardano la partita… il secondo è strapieno… il terzo è un luogo molto informale per famiglie tedesche, dove Caterina e io ci abbuffiamo con degli hamburger enormi. Passeggiata lunghissima al rientro – forse era meglio prendere l’auto! – e rieccoci nel letto!

Settimo giorno, 20 agosto 2017: Aquisgrana – Kornelimunster – rilievi dell’Eiffel – Nurburgring – Cochem – Treviri

Colazione molto familiare nel seminterrato dell’hotel, poi ci avviciniamo al centro con l’auto e proseguiamo la visita a piedi. L’antico palazzo di Carlo Magno è stato distrutto nel corso dei secoli, e ne restano alcune parti riconvertite nel Rathaus e nello Pfalz, la cattedrale che domina Aquisgrana. Purtroppo oggi è domenica e le visite sono consentite soltanto nel pomeriggio. Ci dispiace molto perdere questa visita, ma la giornata di oggi prevede altri giri e quindi rinunciamo a vedere l’interno dell’edificio. Poco lontano c’è la Essenbrunnen, un porticato molto bello dalle linee neoclassiche, che ospita due fontane termali calde e dal vago odore di zolfo. Ritorniamo all’auto percorrendo le vie del centro storico che piano piano si popolano di tranquilli tedeschi e turisti variopinti e cominciamo la traversata dei rilievi dell’Eiffel, una serie di basse montagne coperte di boschi e costellate da numerosi laghi artificiali che movimentano e rinfrescano il paesaggio. Ci fermiamo per fare due passi a Kornelimunster, paesino con una bella piazza con case caratteristiche; una breve salita ci porta al cimitero da cui si domina il paese. Poi la strada si dipana per boschi colline aperte e piccole cittadine – ognuna con un qualcosa per il quale meriterebbe fermarsi – fino a che arriviamo a Nurburgring, la sede del prestigioso circuito automobilistico. Pensavamo che si potesse vedere qualcosa del circuito, e invece ci troviamo ingabbiati in un centro commerciale deserto da dove non si vede nulla se non i parcheggi circostanti. Un po’ delusi riprendiamo l’auto e ci dirigiamo verso la valle della Mosella, che ci porterà poi a Treviri. Il primo paese che incontriamo è Cochem: case pittoresche, un castello che la domina dall’alto, tantissime botteghe e mescite di vino, molta gente a spasso e in festa. Ne approfittiamo per una sosta in pasticceria, e poi siamo di nuovo in marcia, destinazione Treviri. Le alternative sono due: seguire il tortuosissimo corso della Mosella o prendere la più comoda autostrada. Scegliamo dapprima la strada più pittoresca, lungo il fiume, ma dopo pochi chilometri siamo fermi in una coda infinita, a motivo della festa del vino nel paese vicino. A questo punto scegliamo la soluzione più rapida, e in poco meno di un’ora siamo a Treviri.

Qui arrivati lasciamo l’auto in una via presso l’albergo e ci lanciamo subito alla esplorazione della città. Molto bella la piazza centrale, Hauptmarkt, circondata come sempre da edifici antichi restaurati dopo la seconda guerra mondiale, e splendida la Porta Nigra, l’antica porta di accesso dell’accampamento romano originario. Era da anni che avevo questa immagine negli occhi, e ora posso ammirarla in tutto il suo splendore – e anche passarci dentro!

Tornando indietro passiamo di fronte al Dom St Peter, la cattedrale, che ci allieta con una allegra scampanata. Con i piedi fumanti e il fiato corto arriviamo all’albergo, il Deutcher Hof, grande e maestoso. Grande camera con doccia e vasca, dove ci tuffiamo per rinfrancarci. A cena snobbiamo il ristorante dell’albergo e ritorniamo in città. Troviamo un locale molto informale – e deserto – dove ci dedichiamo ad assaggiare – finalmente! – i wurstel in diverse declinazioni e condimenti. Rientro in albergo e a nanna, per l’ultima notte in Germania. Domani ci aspetta una buona fetta di viaggio di rientro!

Ottavo giorno, 21 agosto 2017: Treviri – Strasburgo – Foresta Nera – Sciaffusa – Rafz

Inizia il rientro verso l’Italia, a zig-zag tra Germania, Francia e Svizzera.

Da Treviri imbocchiamo l’autostrada che ci porta verso il sud, passando da Saarbrucken che attraversiamo per saltare da una autostrada all’altra. Dopo Saarbrucken entriamo di nuovo nella valle del Reno e ci infiliamo in Francia per visitare Strasburgo. Stop al parcheggio coperto in prossimità della Petite France, che sarà la prima meta della visita. Belle case a graticcio bianche e nere, canali, acqua fresca che scorre, turisti e locali tipici adatti a raccoglierli. Dalla Petite France ci incamminiamo verso la cattedrale, che con le sue guglie domina tutto il profilo della città vecchia. Lo spettacolo una volta arrivati è grandioso, anche perché lo spazio davanti alla chiesa non è molto grande e quindi l’edificio sorge all’improvviso dalla cerchia delle case. I portali e le guglie decoratissime la rendono unica al mondo per maestà e slancio verso l’alto, nello spirito del gotico europeo. Non è ora di visita e quindi riprendiamo la strada per l’auto, non senza fermarci prima a sgranocchiare due dolci nella amplissima Place Kleber. Ci divincoliamo dalle mille tangenziali di Strasburgo per valicare il Reno e il confine con la Germania (ancora una volta!) e scendere verso Friburgo in Brisgovia. Da qui ci inoltriamo nella mitica Selva Nera, sulle tracce di una strada che si inerpica tra valli scoscese e altipiani boscosi. Panorami e scorci particolari, abbelliti da un cielo che a tratti minaccia pioggia. La rotta piega a sud e, per colli e boschi, entriamo in Svizzera. Prima incombenza è acquistare la “vignetta” che autorizza a viaggiare sulle autostrade elvetiche per il presente anno solare. Pochi chilometri e siamo a Sciaffusa. Parcheggio e cinque minuti di camminata per arrivare davanti a uno spettacolo naturale di prim’ordine: il Reno che si infila in una strettoia rocciosa e la supera attraverso una cascata maestosa. La cascata sembra piccola a prima vista, ma avvicinandosi si apprezza sempre meglio la portata di acqua e la maestosità del luogo. Percorriamo una parte del sentiero che le costeggia fino a osservarle dall’alto di un ponte ferroviario, da dove lo spettacolo è ancor maggiore.

In pochi minuti ci togliamo dal caos di Sciaffusa e, dopo un ultimo sconfinamento in terra tedesca, arriviamo a Rafz, dove abbiamo fissato la nostra ultima notte di vacanza alla Gasthaus Sternen.

L’albergo è un simpatico edificio a traliccio, ben integrato tra le altre case del paesino, il cui interno è stato riadattato a albergo. Noi siamo alloggiati in un bilocale, dove Caterina ha una sua stanza e io ed Elena un’altra. In mezzo il bagno e la cucina. Ovviamente non abbiamo nessuna intenzione di cucinare e sfruttiamo quindi il ristorante dell’albergo, con dehor ombreggiato da grandi piante Singolare il fatto che parte degli avventori del locale siano ragazzi in divisa dell’esercito. Ci concediamo una cena a base di pasta e insalata e poi, dopo una breve passeggiata digestiva, ci corichiamo per la nostra ultima notte di vacanza: domani si torna a casa.

Nono giorno, 22 agosto 2017: Rafz – Passo del San Gottardo – Caselle

E’ arrivato il giorno del rientro in Italia. Partiamo con calma da Rafz, dopo aver fatto onore a una colazione semplice ma abbondante, e ci incamminiamo verso sud. Un po’ di coda per lavori attorno a Zurigo e poi costeggiamo laghi su laghi, tra cui quello bellissimo di Altdorf, racchiuso da altissime pareti rocciose. Vista la splendida giornata decidiamo di seguire la strada del passo, piuttosto che infilarci nel tunnel stradale, e quindi ci impegoliamo sulla tortuosa strada che conduce ad Andermatt. Da qui la pendenza è più dolce e in breve siamo al Passo del San Gottardo. La luce che ci viene incontro è già quella italiana, anche se siamo all’inizio del Canton Ticino e Como è ben lontana. Scendiamo nel fondovalle e ci rifocilliamo un attimo vicino ad Airolo. Poi è un lungo spostamento nell’aria sempre più torrida che ci porta a Lugano, Como, Milano e infine Caselle. A inizio pomeriggio siamo a casa…la vacanza è finita.

Considerazioni e consigli

Alberghi. Prenotati su Booking.com con discreto anticipo, considerato che in estate la valle del Reno è assediata dai turisti.

Alberghi sempre con camere spaziose, a parte quello di Coblenza che era un poco claustrofobico.

Ovunque personale cordiale, una lode speciale allo staff del Palmengarten Hotel di Norimberga che ci ha stupiti per l’affetto e la cura.

Mescolando inglese, francese e italiano ci siamo fatti capire da tutti senza particolari problemi.

Carte di credito. Accettate ovunque e per qualsiasi importo.

Auto e Parcheggi. In Austria occorre comperare la “vignetta” per circolare sulle autostrade. E’ possibile acquistare il taglio da dieci giorni, che costa 9 euro. Ricordatevi di applicarla sul parabrezza dell’auto!! Se si passa dal Ponte Europa al Brennero mettere in conto altri 9 euro per il pedaggio: il biglietto lo si acquista o quando si arriva alla barriera oppure in un qualsiasi autogrill tra Bolzano e il confine, comunicando il numero di targa dell’auto. Anche in Svizzera occorre acquistare la “vignetta”, che costa 40 franchi svizzeri e dura un anno solare.

Viaggiando in auto c’è il problema dei parcheggi, che non è un problema perché se ne trovano ovunque, a pagamento e ben segnalati. Se potete evitate quelli di alberghi e centri commerciali perché sono molto più cari degli altri!

Auto a gas? Nessun problema per il rifornimento, anche se l’attacco della bocchetta delle auto italiane è diverso da quelle tedesche. Basta chiedere al personale della stazione di servizio che è munito di adattatori di tutti i tipi, e li prestano lasciando come cauzione 20/50 euro oppure un documento. Poi occorre avvitare l’adattatore alla vostra auto, attaccare la pistola e premere il pulsante verde del rifornimento: quindi è meglio essere in due!!

Cibo. Piatti unici di carne e insalatone ci hanno consentito delle cene più che ristoratrici. Noi eravamo in tre e non abbiamo mai speso più di 40 euro in tutto, mance comprese, tranne l’ultima cena in Svizzera che era un po’ più cara.

Le abbondanti colazioni mattutine ci davano la carica per saltare il pranzo e concederci una ottima merenda a base di torte nella prima metà del pomeriggio.

Birra ottima, ma non serve neppure ricordarlo…

Visite varie. Non abbiamo visitato tutti i monumenti, castelli, musei e attrazioni che abbiamo incrociato, altrimenti non sarebbe bastato un mese per il viaggio. Per quel che abbiamo visto, possiamo consigliare:

– Il castello di Heidelberg

– Bamberga

– I duomi di Norimberga, Colonia, Strasburgo, Spira, Worms e Magonza

– La Petite France a Strasburgo

– La casa natale di Beethoven a Bonn

– Le cascate del Reno a Sciaffusa

– Una passeggiata a Innsbruck e a Ratisbona

– Scendere con calma lungo il Reno o la Mosella

– Fermarsi al Deutscher Eck a Coblenza ad osservare il traffico delle chiatte



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