4 passi a Madrid
Partenza da Pisa ore 10,40: il volo con Ryanair tranquillo e non eccessivamente costoso (260€ in due con un bagaglio da 15 kg annesso) ci fa arrivare a Madrid per le 13 circa. Per arrivare in centro è comodissimo, basta procurarsi una cartina della metro ed intrecciare le linee con dove si vuole arrivare (da ricordarsi di fare il biglietto da 2 € a persona perchè dall’aeroporto è previsto un supplemento). Noi alloggiavamo al Hostal Castilla II, ottimo come posizione (si trova proprio a metà tra Plaza Major e Plaza Puerta del Sol) ma proprio per questo estremamente rumoroso (le pareti potevano essere di carta velina). Le camere sono molto piccole ma abbastanza confortevoli, il bagno pulito; tutto sommato buono considerando i 55 € in due a notte. Appena arrivati posiamo le valigie e ci rendiamo conto che il centro è comodissimo da girare a piedi, proviamo a fare un salto a Casa Lambra (segnalata da Lonely e molto famosa -sembra- per una tapas veloce in piedi) ma troviamo chiuso. Andiamo allora a mangiare un panino (quello che costituirà poi la nostra alimentazione base per tutti i pranzi del viaggio) al Museo del Jamon. C’è chi lo trova estremamente turistico, ma a noi è piaciuto tanto, soprattutto perchè con 2 € puoi mangiare un panino con il prosciutto spagnolo (Jamon) o con il salame (chorizo) + bibita. Si trovano varie succursali dello stesso, il nostro era quello più centrale, ma tutti gli indirizzi si trovano sul sito del Museo del Jamon. Dopo pranzo siamo andati di corsa al Palacio Real, considerato che d’inverno la biglietteria chiude alle 17 e il Palazzo alle 18. Noi come studenti abbiamo pagato l’ingresso 3,50 e la visita è stata piuttosto veloce, ma ne valeva la pena. La struttura è immensa, la sala da pranzo lascia estasiati. Se si parte per tempo si può visitare anche l’Armeria e la Farmacia Real. Tornando verso l’albergo e girovagando per il centro scopriamo un posto bellissimo per passare una serata, una cena economica, o anche solo un po’ di tempo in mezzo a tenta gente: Il Mercado di Sant Miguel. Non si trova segnalato sulla Lonely ed è aperto dalla domenica al giovedì dalle 10,00 alle 00,00 e venerdì e sabato fino alle 2. E’ una grossa struttura al coperto dalle parvenze di un normale mercato ortofrutticolo ma dall’ora dell’aperitivo in poi vi si può trovare davvero di tutto: tapas, vino, ostriche, dolci… Si mangia in piedi o dove capita, ma l’atmosfera è calda ed è piacevole passarci qualche ora trasportati dalle luci, dai colori e soprattutto dagli odori. La cena vera e propria (se così si può definire) noi l’abbiamo fatta a Casa Revuelta (segnalata dalla Lonely) che è un ambiente decisamente madrileno, l’unico problema è avere la fortuna di trovare posto (ci sono solo 5 tavolini da, al massimo, 4 posti ciascuno). I piatti forti sono le crocchette di baccalà, i totani al nero di seppia e delle crocchettine di patate: è una sorta di menù fisso, che viene portato tutto insieme, che trangugi e poi ti alzi e te ne vai. Da quello che abbiamo capito è un locale molto amato dai madrileni. La nostra prima serata finisce con la pancia piena ed un bel giro a piedi nel quartiene de La Latina, non molto distante dalle zone più centrali e costituito principalmente da una strada (calle Baja) sulla quale si può trovare mille locali sia per bere che per mangiare. Noi cercavamo un locale per il flamenco, ad ingresso gratuito che si chiamava la Solea, ma abbiamo scoperto che non esiste più: ha cambiato nome e non fanno Flamenco, la guida ancora lo segnala, ma il bar che ha preso il suo posto non vale assolutamente la pena.
2 giorno.
Colazione rigorosamente alla Mallorquina, pasticceria famosissima in Puerta del Sol: da assaggiare Le Napolitana (sia alla crema che al cioccolato), la Madrilena, il Mugi e i buonissimi croissant. Prendiamo la metro a facciamo una breve visita alla stazione di Atocha, funzionante e “addobbata” a giardino tropicale (con tanto di stagni e tartarughe), carina per perdere un’ora prima della visita al Reina Sofia al quale, il sabato (dalle 14.30) si entra gratis. Non c’è moltissima coda, e soprattutto si possono fare le foto all’interno, anche a Guernica se pur da una distanza notevole. Matteo ha preso l’audioguida (3 € per gli studenti; 4€ normale) ma sostiene che non ne vale assolutamente la pena mentre uno dei punti forti del museo, Guernica e Mirò a parte, sono proprio gli allestimenti. Durante il tragitto di ritorno verso le nostre zone facciamo un salto a Lavapies che, per quanto sia descritto come uno dei centri propulsori della movida spagnola, a noi non è piaciuta affatto. Un quartiere decisamente multietnico, rappresenta una parte antica della città ma anche molto sporca ed il clima, dopo una certa ora, non è proprio rassicurante. Torniamo sui nostri passi e ci concediamo una bella cena a Casa Patas, ristorante che consigliamo vivamente. Non solo, infatti, si mangia bene con la garanzia di assaggiare i piatti tipici (la coda di toro è buonissima!!) ma con la prenotazione si ha diritto ad un tavolino in prima fila nella sala adiacente dove fanno splendidi spettacoli di Flamenco accompagnati da musica dal vivo. Ovviamente tutta questa qualità si paga, non solo la cena (che si aggira intorno ai 35/40 € a testa) ma anche lo spettacolo che richiede un supplemento di prezzo di 32 € a persona anche se con una consumazione inclusa. Anche se può sembrare molto, noi lo consigliamo vivamente, è un’esperienza unica ed indimenticabile.
3 giorno.
Decidiamo di cambiare la colazione e di provare la Choccolateria San Gines. La sua caratteristica è la cioccolata calda servita con bastoncini di pastella fritta (churroz) che sono molto buoni, ma che ti riempiono per una giornata intera: l’ambiente è carino, intimo e cordiale…Da provare, insomma (anche se continuiamo a preferire la Mallorquina). La domenica è la giornata del Prado, visto che l’ingresso è gratuito per tutti, ma prima ci concediamo un breve giro di shopping nella via più commerciale di Madrid (è Calle Montera che parte da Puerta del Sol, attraversa Gran Via e poi diventa Calle de Fuen Carral). Il Prado…Beh, che dire… Uno di quei musei che se lo avessi nella tua città lo andresti a visitare tutte le domeniche, anche solo per fare una passeggiata attraverso le sue stanze. Ricordate la cartina all’ingresso che è assolutamente necessaria per muoversi nella mostra permanente allestita tra il pianoterra ed il primo. Purtroppo non si possono fare foto (sono molto severi in questo) ma capolavori come la Maya Desnuda, il Giardino delle delizie, 3 maggio 1808, il giardino dell’amore… Vi porteranno via quasi tutto il tempo. Durante la nostra visita era possibile visitare una mostra temporanea su Rubens (gratuita ed allestita benissimo) e una su Renoir (a pagamento, meno entusiasmante). Tornando a piedi costeggiamo il giardino botanico e ritorniamo su Gran Via, di sera preferiamo evitare la metro, perchè le distanze sono esigue e Madrid di notte… È magica. Mangiamo alla Barraca, un ristorante che avevamo trovato su internet prima di partire e che consigliavano per la Paella. Come dice anche la guida Madrid non è famosa per questo piatto e spesso si rischia di incorrere in trappole prettamente turistiche, ma la nostra paella mixta non era poi così male e la sangria di tutto rispetto.
4 giorno
In realtà a parte la colazione (la nostra solita Mallorquina dove assaggiamo la cioccolata che non ha nulla da invidiare a San Gines) non ci resta altro tempo che tirare le somme e trarre qualche considerazione perchè il volo è all’ora di pranzo. Madrid è una città speciale, da vivere in qualsiasi modo si voglia: la notte con gli amici; da sola per musei, per le piazze in una gita romantica con il fidanzato. E’ una città che ti consente bene o male di soddisfare le tue esigenze, siano queste economiche o culturali. 4 giorni non sono nè pochi nè tanti, perchè, come tutti i posti che ti rimangono nel cuore, anche se hai visto tutto sai già che ci ritornerai.
Elena e Matteo.