Qui è davvero difficile non sapere che ora è: in Piemonte c’è la città delle meridiane, ed è un gioiello italiano ancora poco conosciuto

Stefano Maria Meconi, 22 Lug 2024
qui è davvero difficile non sapere che ora è: in piemonte c'è la città delle meridiane, ed è un gioiello italiano ancora poco conosciuto
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Ci sono molte città, in tutto il mondo, che vedono la loro storia urbanistica caratterizzata dalla presenza di due quartieri distinti, e spesso anche separati fisicamente: la più famosa è certamente Budapest (Buda e Pest, divise dal bel Danubio blu). Anche nel Bel Paese ce ne sono esempi interessanti: Bergamo (Alta e Bassa), Imperia (Oneglia e Porto Maurizio). Poi ce n’è una poco conosciuta, se non dai nerd della geografia, ma che vale la pena del viaggio. Siamo ancora una volta nel bel Piemonte, per raggiungere la cittadina di Mondovì. I suoi segni caratteristici? Una funicolare, le meridiane, la vista sulle Langhe. Insomma, tutti gli ingredienti giusti per una visita che non delude. Partiamo?

Un pizzico di storia nel cuore delle Langhe

La zona di Mondovì non è certo nuova alla presenza dell’uomo, che qui si insediò migliaia di anni fa, in piena Età del Bronzo. Furono ovviamente i Romani a darle un primo assetto, anche se il loro insediamento non si trovava dove oggi sorge la città, ma più in là. La città vera e propria risalirebbe circa al IX secolo d.C. benché vittima delle lotte di potere dell’epoca medievale.

Fu solo con l’elezione a sede vescovile, avvenuta nel 1388 per decisione di papa Urbano VI, che Mondovì vide ricompensata la fedeltà al vescovo di Roma con uno proprio. Nelle varie maglie della storia si impernia, nel 1886, l’apertura della funicolare di Mondovì, uno dei simboli della città, oggi piacevole meta di provincia, ma anche importante centro logistico per Piemonte e Liguria.

Cosa vedere a Mondovì, la città delle meridiane

Funicolare

mondovì

L’abbiamo appena citata, ma è impossibile non considerarla come una delle principali attrazioni di Mondovì. Il suo è un ruolo sia “monumentale” che logistico, che da 140 anni rappresenta il collegamento tra rione Breorione Piazza, ovvero i due principali quartieri della città. La sua è una storia non del tutto lineare, a differenza di quel percorso di 545 metri che viene percorso in neanche 3 minuti. La funicolare venne infatti proposta nel 1871, costruita in poco più di un anno tra il 1885 e 1886. I problemi di sicurezza portarono alla sua chiusura nel 1975, ma in molti non si arresero, e fu così che dopo un anno di lavori, a fine 2006, l’impianto storico – ampiamente ammodernato – tornò a funzionare.

Gli orologi e le meridiane di Mondovì

torre civica del belvedere

Mondovì è chiamata la città delle meridiane, perché se ne trovano sparse un po’ in ogni via. Nel rione Piazza (quello a monte, Brio è a valle), vicino alla stazione della funicolare, c’è una spettacolare parete – unica al mondo – che ne ospita ben dodici, ognuna diversa dalle altre. Ex-collegio dei Gesuiti, ora Palazzo di Tribunale, la parete che le ospita sino al 2003 era molto compromessa: l’intonaco (inizio Settecento) era in parte staccato e si è dovuto operare un gran lavoro di restauro. Il risultato è davvero sorprendente e lascia a bocca aperta.

Sempre a Piazza, il Parco Belvedere ospita anche tre moderni orologi solari. All’interno della medievale Torre Civica del Belvedere (alta 29 metri e risalente addirittura al Trecento), al centro del parco, si trova una mostra permanente che si intitola “Parco del Tempo”: il visitatore ha così modo di scoprire varie tipologie di orologi da campanile, fra cui quello della torre stessa che, ideato nel 1859, ha la caratteristica di far muovere su ognuno dei quattro lati una lancetta singola che è lunga circa due metri. Dall’ultimo piano della torre, il panorama sulle Langhe è semplicemente magnifico.

Gli edifici religiosi

Oltre alla barocca cattedrale di San Donato, che è sede vescovile per la città e ospita numerose opere di artisti piemontesi, a Mondovì meritano una visita la chiesa della Missione con l’antica macchina d’altare lignea e la splendida sinagoga settecentesca, i cui interni vennero recuperati dopo i tragici fatti della Seconda guerra mondiale.



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