A pochi chilometri dalla costa più bella della Calabria c’è il borgo dei cedri: tra alberi profumati e frutti gialli, è un vero testimone della ricchezza del territorio
Se la zona di Tropea e Pizzo è conosciuta come la “Riviera degli Dei”, la Calabria ha davvero molto da offrire in termini di luoghi vicini al mare che hanno interessanti storie da raccontare. Soprattutto se ci si sposta verso nord, mettendo come destinazione sul proprio navigatore la Riviera dei Cedri. Un lungo tratto di costa, comprendente 24 comuni che uniscono Tortora (al confine con la Basilicata) e Cetraro, più a sud di Paola, tutti all’interno della provincia di Cosenza. Qui, il nome lo dice, la presenza del Citrus medica è preponderante: l’albero del cedro, i magnifici frutti che ricordano un limone dalla buccia butterata, il profumo che disperdono nell’aria. E quasi come una corona che cinge la testa di questi borghi c’è Santa Maria del Cedro, 5000 abitanti su un piccolo colle a 110 metri d’altitudine, una meraviglia da scoprire all’insegna di un albero dalla storia millenaria.
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La storia di Santa Maria del Cedro, il borgo ‘profumato’ della Calabria
Per molti secoli Santa Maria del Cedro non ha avuto questo nome, che anzi è piuttosto recente. Si chiamò invece Cipollina, ma con le gustose piante – che peraltro in Calabria si associano alla non vicinissima Tropea – non aveva molto a che fare. Il nome invece voleva ricordare il Pollino, rispetto al quale si trovava dall’altro lato, dunque cis-Pollino, e di conseguenza Cipollina. Nel 1968, dopo un primo cambio di denominazione, il toponimo assunse la versione attuale, celebrando così l’albero tipico di questo territorio, che si trova anche nello stemma comunale, sul quale campeggia il volto della Madonna, una colonna dorata e il cedro appunto.
Bellissimi, sempre parlando di storia, sono i resti del millenario castello di San Michele (o dell’Abatemarco), costruito nell’XI secolo e che prende il suo nome originale dal fiume poco distante. Sebbene del complesso rimangano solo, e in parte, le mura perimetrali si può ammirare un contesto che include anche l’antica chiesa di San Michele, le merlature e le torri di avvistamento. La struttura normanna, che all’epoca deve essere stata così imponente, fa il paio a un importante parco archeologico nel territorio comunale. Entrambi i siti, a conti fatti, testimoniano la vivacità storica di questi luoghi, che sono celebri tuttavia per il frutto del cedro.
Dalla Persia alla Calabria, passando per il giardino di casa
La storia della diffusione dell’albero di cedro è davvero molto interessante. Il primo a parlarne è Plinio il Vecchio, il celebre autore romano morto durante l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. e secondo il quale i cedri provenivano dalla Persia, corrispondente all’attuale Iran. A quel tempo era conosciuto non con il nome attuale, bensì come mela assira. Mela, sì, sebbene anche il cedro, come l’arancio amaro e il limone, siano specie della famiglia delle Rutaceae. Grazie alle particolari caratteristiche del clima calabrese, gli alberi di cedro attecchirono ben presto a Santa Maria del Cedro e nella zona circostante, trasformando quest’angolo della Calabria nella Riviera dei Cedri che conosciamo bene oggi.
Insieme a Santa Maria, i comuni dove questi alberi sono presenti, e danno vita ai profumatissimi frutti, sono Belvedere Marittimo, Scalea, Santa Domenica Talao, Buonvicino, Orsomarso. Tutte terre di mare, di magnifici panorami e di alberi che si impiegano appunto per la produzione fruttifera, con due caratteristiche particolari. La prima è legata al cosiddetto etrog, il cedro che gli ebrei praticanti consumano in occasione della festa del Succot, e che si produce qui e in altre poche zone del Mediterraneo. L’altra è l’uso del legno di cedro per la produzione di numerosi manufatti, come ad esempio i giochi per bambini.
Il legno di cedro, infatti, ha un profilo davvero particolare: è morbido ma durevole, mantiene la sua forma, è resistente alle intemperie anche con trattamenti poco invasivi. Ne è un caso la scelta dell’azienda Woodlit, nata in Polonia, di impiegare questo legno per realizzare dei giochi da giardino, di numerose forme e dimensioni, che possono essere acquistati online e montati comodamente nel proprio giardino come fossero dei mobili IKEA. Ma questi non servono per arredare casa, quanto piuttosto per fare felici i bambini, di tutte le età, con veri e propri castelli del divertimento. Senza dimenticare che proviene da un albero che, dalla Persia è arrivato alla Calabria e, infine, fino al giardino di casa.