Una luce sul mare del Portogallo: questa città si scopre in 4 giorni tra magnifiche spiagge e… baccalà!

Per allontanarsi qualche giorno dai rigori dell’inverno quest’anno ho scelto Faro, in Portogallo, nell’Algarve, una regione famosa per i suoi scorci e il suo clima mite tutto l’anno. Si parte il giorno 19 febbraio alle ore 06:20 da Malpensa con un volo della TAP, la compagnia di bandiera portoghese, al costo di circa 180 € a/r solo con un bagaglio a mano (prenotato su skyscanner). C’era anche un volo più economico da Bergamo con Ryanair ma risultava scomodo per le date. L’aereo fa scalo a Lisbona, dove atterra verso le 08:00 (- 1 ora), e dopo un’ora riparto per Faro, dove arrivo puntualmente alle 10:45.
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Diario di viaggio a Faro
Giorno 1: cattedrale di Santa Maria e centro storico
Sbrigate in fretta le formalità doganali, mi dirigo verso l’ufficio turistico, dove ottengo una mappa della città e le informazioni per arrivare in centro. Appena uscito dall’aeroporto mi accorgo subito di essermi vestito troppo pesante: la temperatura è di circa 13 gradi e c’è il sole, anche se deve avere finito da poco di piovere dato che il suolo è ancora bagnato. Prendo il bus numero 16, al costo di 2,80 € solo andata, e in capo a una mezzoretta sono alla stazione degli autobus. Da lì, grazie al satellitare, in 10 minuti di cammino arrivo alla mia sistemazione, il Faro boutique Hotel. Si tratta di un albergo a tre stelle, nel centro storico, prenotato su booking al prezzo di 205 € per 3 notti, compresa la prima colazione e tassa di soggiorno. Sono le 11:50 e dato che il check-in è alle 15:00 lascio il bagaglio alla reception e decido innanzitutto di soddisfare le esigenze del mio stomaco cercando un ristorante. Impresa non facile visto la quantità di locali presenti, per tutti i gusti e per tutte le tasche. I prezzi però mediamente sono aumentati dall’ultima volta che sono stato in Portogallo… me lo ricordavo meno caro. La scelta cade su un bar nei pressi del porto che propone un menù turistico composto da un abbondante cheeseburger con patate fritte, una bibita e un caffè espresso a soli 10,90 €. Soddisfacente.
Al termine mi dirigo verso la cattedrale che dista pochi minuti a piedi. Un particolare che mi cattura è il fatto che tutto il centro storico è lastricato con il pavé, che conferisce all’ambiente un’aria romantica e vissuta. La piazza antistante è molto grande e pulita, con poca gente in giro per lo più ancora seduta nei ristoranti che la contornano. La cattedrale di Santa Maria sorge nel luogo che fu sede di un tempio romano, di una chiesa visigotica e di una moschea l’ingresso costa 5 € e comprende la chiesa, il piccolo museo, la cappella delle ossa e la terrazza panoramica. Come in tutti i paesi fortemente cattolici vale la pena di visitare gli edifici religiosi, soprattutto quando il prezzo è basso come in questo caso. La cappella delle ossa in realtà è solo una specie di altre situato in un cortile esterno e “decorato” con dei teschi umani. La vista poi dalla terrazza panoramica è la ciliegina sulla torta. Al termine della visita, visto anche la temperatura mite, faccio quattro passi per il centro storico, che si può comodamente girare a piedi. Interessante. Mi incuriosisce un negozio (che fa parte di una catena) che vende esclusivamente scatole di sardine come souvenir, decorate in modi diversi e particolari.
Ci farò un salto prima di partire. Passando a ridosso del porto noto la presenza di numerose bancarelle che organizzano gite in barca alla scoperta dei dintorni. Mi fermo in una pasticceria attigua per gustare una specialità locale, il pasteis de nata, un dolce alla crema tipico del portogallo. Ne prendo 2 per 2,40 €. Ottimi. Rientro in albergo alle ore 15:00 e prima di salire in camera spendo ben 2,70 € per una bottiglia d’acqua in vetro. Fregato!!! Non compratela in albergo. La stanza è piccola ma graziosa, e al piano superiore c’è anche una bella terrazza panoramica. Dopo una doccia tonificante mi concedo un meritato riposo fino alle 18:30. Per la cena mi fermo in uno dei tanti bar del centro storico dove per 13,40 € mi sazio con un sandwich con pollo e uova, un toast al prosciutto, patatine fritte e una coca cola. Al termine faccio quattro passi per il centro storico per una visione “in notturna” della cittadina. Mi piace l’atmosfera rilassata di questo posto; non troppo mondana e con un turismo abbastanza “stagionato” (come lo sono io d’altronde). Forse perché siamo in bassa stagione. Dopo essermi concesso un pasteis de nata e un espresso (2,40 €), alle 21.30 mi dirigo verso il mio hotel per una notte di riposo.
Secondo giorno: Chiesa do Carmo e Parco di Ria Formosa
Mi sveglio con calma e alle 08:30 sto già facendo colazione seduto al tavolo. Non è molto varia ma comunque soddisfacente nel complesso. Alle 09:00 sono in strada in direzione chiesa do Carmo, che dista circa 15 minuti di cammino. Il tempo è fresco e soleggiato, ideale per passeggiare. Durante il tragitto mi fermo in un supermercato spendendo 2,88 € per dei generi alimentari vari. Come nel caso della cattedrale, la piazza antistante è molto grande ma non particolarmente affollata per fortuna. Prima di entrare la mia attenzione viene catturata da un rumore insolito, simile a quello prodotto da una macchina da scrivere (se qualcuno se lo ricorda). Alzando lo sguardo mi accorgo che il suono viene prodotto dallo sbattere dei becchi in segno di saluto di una coppia di cicogne, che ha nidificato proprio sopra la chiesa. Questi uccelli sono un tratto distintivo della città che possiamo trovare anche su numerosi souvenir. La chiesa è caratterizzata da due grandi torri campanarie gemelle che contornano la grande facciata i cui colori predominanti sono il bianco e il giallo. L’ingresso costa soltanto 2 €. L’interno, molto sfarzoso e appariscente, è in stile barocco e decorato con oro proveniente dal brasile. Il pezzo forte è rappresentato però dalla cappella delle ossa, a cui si accede dal chiostro. Più grande di quella presente nel cortile della chiesa di Santa Maria, questa cappella è interamente rivestita di ossa umane, appartenute a circa 1000 monaci, usate letteralmente come materiale da costruzione. Le orbite vuote dei teschi incastonati nelle pareti che sembrano fissare il visitatore non mancano di trasmettere una certa inquietudine. Il loro messaggio è chiaro: “ricordati che anche tu devi morire”, come recita anche la scritta all’interno tradotta più o meno liberamente. Al termine della visita mi dirigo verso il mercato centrale, che dista pochi minuti a piedi, per avere un assaggio della quotidianità della vita locale.
Dopo avere comprato qualche souvenir gastronomico mi fermo al bar attiguo dove spendo 1,19 € per una torta de nata (più grande del pasteis) e 2,20 € per un cappuccino. Mi dirigo quindi verso la città vecchia per un ulteriore giro di esplorazione e verso mezzogiorno mi fermo da Mc Donald’s nei pressi del porto per un pranzo veloce. Qui per 10,95 € mi sazio con 1 panino, dei nuggets, una bottiglietta di acqua e 1 espresso. Al termine mi fermo per una breve sosta ai giardini Manuel Bivar, seduto su una panchina e cullato da un tiepido sole. Ritemprato nel corpo e nello spirito, mi incammino verso l’imbarcadero vicino al porto, appena fuori dalla cinta delle mura della città vecchia, da cui partono le imbarcazioni per visitare il parco di Ria Formosa. Si tratta di un ambiente lagunare formato da isole, acquitrini, canali e banchi di sabbia che formano un vero e proprio labirinto esteso per circa 60 km e che offre una varietà incredibile di ecosistemi diversi. Ci sono vari tipi di tour per visitarlo, a seconda del tipo di esperienza che si predilige come la pesca, il birdwatching eccetera. Io scelgo, al costo di 35 € (non poco) un giro di tre ore che mi porterà a visitare due delle principali isole della laguna. La partenza è alle 14:30; la barca è piccola e siamo solo in 8 persone di nazionalità diverse. Dopo una ventina di minuti di navigazione su un mare quasi piatto e allietati dalle spiegazioni della nostra guida, arriviamo alla prima tappa: l’isola deserta. È una lingua di terra lunga qualche chilometro su cui l’unica costruzione è un ristorante posto proprio al centro dell’isola, che però apre solo in alta stagione. La spiaggia è immensa e deserta in questo periodo, e si capisce subito perché in estate sia una delle mete preferite dei portoghesi. La vegetazione è composta unicamente da arbusti e non si vede un albero neanche a pagarlo. Dopo un giro dell’isola, seguendo il comodo sentiero formato da passerelle di legno, torno all’imbarcazione per salpare quindi verso la seconda tappa del tour: l’isola di Farol.
Questa è un po’ più grande della precedente ed è anche abitata. Le abitazioni sono tante, anche se i residenti sono pochi perché per la maggior parte si tratta delle seconde case dei cittadini portoghesi che vengono qui per trascorrere l’estate o per affittarle ai turisti. In questo periodo, infatti, l’isola ha un aspetto piuttosto trascurato con prati incolti ed erbacce che spuntano tra le mattonelle dei marciapiedi. Le villette poi sono troppo vicine tra loro, lasciando presagire la gran confusione che deve regnare nel periodo estivo. Si nota la presenza di un piccolo supermercato e di un bar, stranamente ancora aperti. Interessante è il faro posto al centro del villaggio, che dà il nome all’isola stessa, ormai in disuso. Anche in questo caso la spiaggia è gigantesca e mi fa rimpiangere di non avere portato un asciugamano, se non altro per sdraiarmi sulla sabbia. Trascorsa circa un’oretta ci ritroviamo tutti alla nostra barca per rientrare a Faro godendoci lo spettacolo del tramonto sulla laguna. Dopo essermi concesso una doccia e un po’ di riposo in albergo, alle 20 esco per soddisfare le esigenze del mio stomaco.
Questa sera voglio assaggiare una tipica specialità portoghese: il baccalà. Una gentile cameriera mi consiglia un ristorante poco lontano dal mio albergo dove, con poco più di 19 €, mi gusto un piatto di baccalà con patatine e verdure di contorno e una coca cola. Ottimo e abbondante. Prima di rientrare in hotel mi concedo il solito caffè accompagnato da un pasteis de nata (2,40 €) per concludere degnamente la giornata.
Terzo giorno: Praia da Marinha, Grotta di Benagil e Carvoeiro
Per il mio terzo giorno a Faro ho prenotato, con l’applicazione Get Your Guide al prezzo di 50 €, una gita nei dintorni alla scoperta delle bellezze dell’Algarve. Il ritrovo è alle 09:30 nei pressi del porto. In tutto siamo in 4 persone, tutte di nazionalità diversa, accompagnati dalla nostra guida Geraldine, una venezuelana molto simpatica e competente. Il tempo purtroppo non è dei migliori: il cielo è molto nuvoloso e la pioggia non si fa aspettare. Per fortuna da queste parti il clima è molto variabile a causa della vicinanza con l’oceano. Dopo circa un’oretta, infatti arriviamo alla prima tappa del tour, Praia Marinha, e il tempo è decisamente migliorato. Si tratta di una delle spiagge più famose del Portogallo, considerata non a torto dalla guida Michelin una delle 10 spiagge più belle d’Europa e una delle 100 spiagge più belle del mondo. La cosa più spettacolare sono le falesie che le fanno da cornice che il vento e l’oceano hanno scolpito in mille forme diverse, una più bella dell’altra. La natura è davvero la migliore artista. Dopo una serie infinita di scatti torniamo a malincuore alla macchina per dirigerci verso la seconda tappa: la grotta di Benagil.
È una caverna sul mare famosa per il suo foro nella volta da cui entra il sole conferendole un aspetto fiabesco. Purtroppo, è accessibile solo dal mare, in barca o in canoa, e l’ingresso, a causa del massiccio afflusso turistico, è regolato da norme molto restrittive. Per cui dobbiamo accontentarci di ammirarla dall’alto, proprio attraverso il buco nella parte superiore. Un particolare che mi ha colpito è che i parcheggi qui, anche a pochi passi dalle attrazioni principali, sono tutti gratis, ma forse solo perché siamo in bassa stagione. Visto che ormai è ora di pranzo ci dirigiamo verso la terza tappa del tour, Carvoeiro, dove ci fermeremo un paio di ore, dalle 13:00 alle 15:00. Una sottile pioggia ha cominciato a cadere e mi costringe a tirare fuori l’ombrello, ma per fortuna dura poco. Il paesino è molto caratteristico e vivace, con una grande spiaggia ben curata, un discreto numero di turisti, tanti negozietti e ristoranti. Ne adocchio subito uno promettente dove mi servono, per 10,90 €, un piatto di polpette di baccalà e una coca cola. Dopo un rapido giro per il centro a dare un’occhiata alle vetrine e comprare qualche souvenir ci ritroviamo tutti alla macchina, pronti per la prossima sosta: la grotta di Aboneca.
È una caverna scavata nella roccia dal vento con due finestre che si affacciano direttamente sull’oceano e che, viste dall’esterno, sembra che ricordino le due narici del volto di una bambola (boneca in portoghese appunto). La cosa migliore è che è facilmente raggiungibile dal parcheggio, completamente gratis e aperta h24. Per fortuna, essendo febbraio, non c’è praticamente nessuno insieme a noi, mentre in alta stagione la Guida dice che bisogna fare una lunga coda per entrare. La grotta in sé non è niente di eccezionale e, se ci fosse la fila, ne farei anche a meno. Quello che colpisce è la vista sull’oceano e le scogliere intorno, levigate dagli elementi, che meritano gli innumerevoli scatti che gli faccio. Muoversi sugli scogli è facile grazie alla presenza di numerose passerelle in legno e ai molteplici gradini scavati direttamente nella roccia.
L’ultima tappa di questa gita è l’Algar Seco che racchiude in sé il meglio di quanto abbiamo visto fino ad ora. Qui, oltre alle grotte e alle scogliere, possiamo trovare numerose pozze di acqua e piscine naturali a cui si può accedere a piedi o in barca. Inoltre, la zona offre anche splendide vedute panoramiche sulla costa e sull’oceano. Alle 17:30 circa rientriamo a Faro e mi accomiato dal simpatico gruppo. Mi fermo in quel negozio che vende solo scatole di sardine e spendo 18 € per un paio di souvenir. Piuttosto costose direi. Per cenare provo il ristorante cinese vicino al mio albergo e lì per 18,35 € mi servono un abbondante piatto di riso, dei gamberi piccanti, una coca cola e un caffè. Finito di mangiare rientro in camera stanco ma soddisfatto per la splendida giornata trascorsa.
Quarto giorno: Praia de Faro e rientro
Per la mia ultima giornata a Faro ho scelto di visitare la sua spiaggia, molto frequentata dalle famiglie portoghesi, dai turisti in estate e dai surfisti in tutte le stagioni. Ci sono arrivato con il ferry-boat, che parte dallo stesso imbarcadero da cui sono partito per visitare il parco di Ria Formosa, al prezzo di 3,90 € a/r. La partenza è alle 10:00 e dopo mezz’oretta di crociera sotto un caldo sole (mi sono anche abbronzato) eccomi a destinazione. La spiaggia è una lingua di sabbia lunga ben 10 km che si affaccia a ovest sull’oceano Atlantico e a est sulle acque molto più tranquille della laguna. Ce n’è per tutti i gusti quindi. Pur essendo febbraio la giornata e abbastanza calda e non manca qualche temerario surfista che sfida le onde sulla sua tavola. Una cosa che mi ha colpito è la presenza di numerose caravelle portoghesi spiaggiate sul bagnasciuga. Sono delle specie di meduse che possono infliggere punture urticanti coi loro tentacoli e renderti il soggiorno in Portogallo meno piacevole. Queste sono piccole, al massimo 10 cm, ma certi esemplari possono essere lunghi anche 30 cm. Attenzione. Alle spalle della spiaggia ci sono numerosi ristoranti e bar; ed è proprio in uno di questi che mi fermo per una breve sosta, dopo una bella camminata a piedi scalzi sulla sabbia, spendendo 3,20 € per un caffè e un dolce. Purtroppo, il tempo è tiranno e alle 11.40 mi aspetta il traghetto di ritorno.
Una volta giunto a Faro mi fermo a mangiare da McDonalds dove, per 9,80 €, mi sazio con un menù e un panino supplementare. Prima di rientrare in albergo per prendere il bagaglio non posso farmi mancare il mio solito pasteis de nata accompagnato da caffè (2,40 €), dopo di che mi reco alla stazione dei pullman a prendere il bus numero 16 (2,80 €) che mi porterà all’aeroporto.
Consigli utili e curiosità su Faro
Come cittadina Faro non offre nulla di particolarmente interessante al turista. Ci sono un paio di belle chiese e un bel centro storico vivace ma niente che valga la pena di rimanere più di un paio di giorni. Il centro storico è piccolo e non necessita di abbonamenti ai mezzi pubblici per vederlo dato che si gira tranquillamente a piedi. La città però, malgrado abbia un aspetto un po’ decadente che lascia immaginare che abbia avuto tempi migliori, è molto pulita… almeno in bassa stagione. Non ho incontrato in tutta la mia permanenza neanche un sacco di spazzatura lasciato colpevolmente in giro o cestini dei rifiuti traboccanti. I bidoni della spazzatura in molti casi sono quelli che entrano nel terreno per un paio di metri e che quindi hanno una capacità molto maggiore di quello che sembra.
Ad ogni modo, Faro è un ottimo punto di partenza per esplorare l’Algarve, che con le sue scogliere a picco sull’oceano e le sue spiagge chilometriche merita una visita approfondita. Ci sono molti posti vicino al porto dove organizzano gite nei dintorni, sia per via terra che per via mare, e i prezzi sono variabili. Qualcuna, come quella che ho fatto io al parco di Ria Formosa, è forse un po’ troppo cara per quello che ha offerto. Quella invece nell’Algarve vale veramente la pena e la consiglio a tutti indistintamente. L’accesso alle scogliere è facile e i percorsi pedonali non sono affatto impegnativi, ma state attenti ai bambini dato che ci sono poche staccionate o recinzioni.
L’unico vero pericolo è dato in estate dal caldo, visto che le temperature sono alte e l’ombra scarseggia. Alcune spiagge sono veramente immense e mi riesce difficile immaginarle completamente piene anche in alta stagione. I ristoranti sono tali e tanti che non mi sento di raccomandarne nessuno in particolare. La specialità ovviamente è il pesce. Per dormire l’hotel che ho scelto ha soddisfatto pienamente le mie esigenze, ma ce ne sono tanti altri. Se si ha intenzione di affittare una macchina è meglio cercarne uno col parcheggio o comunque al di fuori del centro storico.