Un’Africa che ancora non conosci: questo paese di moschee e dune nel deserto conquista anche i turisti più indecisi

Un viaggio in un paese così vicino ed ancora sconosciuto, che si è rivelato davvero splendido
Scritto da: puremorning1999
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un'africa che ancora non conosci: questo paese di moschee e dune nel deserto conquista anche i turisti più indecisi

Questo è il racconto di un viaggio in Algeria, una nazione poco conosciuta, che si è rivelata un’autentica scoperta e che speriamo possa essere apprezzata a breve da un numero più elevato di turisti senza perdere niente della propria autenticità.

In evidenza

Informazioni utili per un viaggio in Algeria

Sicurezza

Riguardo alla sicurezza, leggendo le avvertenze della Farnesina l’Algeria sembra un territorio in stato di guerra: le zone off-limits o la cui visita è sconsigliata tranne che in caso di effettiva necessità, sono numerose e tra queste sono incluse anche molte zone turistiche. Al contrario, l’analogo sito UK prevede come zone off-limits sole quelle strettamente di confine. Le autorità algerine al momento vietano la visita di Tassili Hoggar perché temono di non essere in grado di garantire la sicurezza dei turisti, ma, perlomeno con riguardo alle aree da noi visitate, non sono previste limitazioni particolari. Ciò detto, nelle zone del Sahara da noi visitate c’è sempre stata una scorta militare per accompagnare i turisti in tutto il loro percorso. Inoltre, numerosi sono i checkpoint sulle strade. In genere, comunque non abbiamo mai percepito insicurezza durante il nostro viaggio. Ovviamente, abbiamo visitato la Casbah di Algeri con una guida ed abbiamo evitato di andare in giro da soli nelle ore tarde al di fuori delle vie principali.

Periodo migliore per viaggiare

Il periodo da noi scelto, dal 26 dicembre al 7 gennaio, è stato tutto sommato buono, anche se le zone da noi visitate sono tutte in quota, con l’eccezione di Algeri ed in Algeria in inverno fa davvero freddo. In particolare, nel Sahara le temperature minime erano prossime allo zero e spesso soffiava un vento freddo. In compenso, il cielo è stato prevalentemente limpido, per cui, cautelandosi in maniera adeguata contro il freddo, i mesi invernali sono un periodo buono per una visita. 

Viaggio fai da te o con agenzia?

Noi abbiamo pianificato un itinerario di viaggio abbastanza classico in piena autonomia e lo abbiamo proposto a una decina di agenzie algerine con delle ottime recensioni su TripAdvisor. Tra le poche che ci hanno risposto, abbiamo selezionato quella che forniva il miglior rapporto qualità-prezzo, vale a dire Terakaft (€ 1260 a testa compresi hotel e campeggio, voli interni, trasporti e guide, alcuni pranzi e quasi tutte le cene ed ingressi ai siti; https://terakaftnitran.com/). Il servizio fornito dall’agenzia è stato ottimo: oltre a facilità di comunicazione, cordialità e flessibilità, alla fine abbiamo avuto la possibilità di usufruire di una stanza in un hotel che non era prevista nel pacchetto, nonché di un paio di pasti in più. Al momento della nostra visita, le zone a sud dell’Atlante potevano essere visitate esclusivamente con un tour organizzato: al momento dell’atterraggio in aeroporto, difatti, la polizia tratteneva il passaporto per consegnarlo poi alla guida dell’agenzia che aveva in carico i turisti. Per questo motivo, quindi, le possibilità per il turista completamente indipendente sono comunque limitate.

Costi

L’Algeria è una nazione estremamente economica. Ad esempio, per cenare abbiamo speso DZ 2700 a testa in un ristorante molto buono a Constantine ed un litro di benzina costa circa 45 DZ. Il cibo di strada ha prezzi davvero irrisori ed è ottimo. Anche i prezzi di ingresso a siti e musei sono incredibilmente bassi. Noi abbiamo cambiato 110 € a testa e sono stati sufficienti per tutta la durata del viaggio; tra l’altro, una buona parte di questa cifra è stata utilizzata per dare mance alle nostre guide – mance che non sono assolutamente dovute, né attese.

Trasporti

Oltre al volo per raggiungere Algeri (Ita Airways, Milano Linate-Algeri via Roma; trovato su Gotogate € 946 per 2 voli A/R), abbiamo preso 5 voli interni con Air Algérie (Algeri-Djanet via Tamanrasset; Djanet-Constantine; Constantine-Ghardaia; Ghardaia-Tamanrasset; Tamanrasset-Algeri; 102.180 DZ già inclusi nel costo del tour) e per il resto del viaggio abbiamo sempre avuto un autista privato. L’utilizzo di voli interni in Algeria è faccenda abbastanza complessa, soprattutto all’inizio finché non ci si abitua: Air Algérie è quasi sempre in ritardo, negli aeroporti spesso i voli non vengono annunciati e bisogna quindi capire da soli quando e dove inizia l’imbarco; le aree comuni sono sempre sovraffollate, per cui spesso capita di dover restare in piedi a lungo; la consegna dei bagagli spediti è di norma estremamente lenta, per cui il tempo di attesa si aggiunge al ritardo già accumulato. Se si decide di prendere dei voli interni, quindi il consiglio è di prevedere sempre dei tempi cuscinetto, in modo da evitare di dover cancellare delle attività pianificate nel probabile caso di ritardi.

Quanti giorni servono per visitare l’Algeria?

Sono pochi 11 giorni per visitare l’Algeria? Questa nazione possiede davvero tante attrattive e noi, a causa della stagione, abbiamo escluso completamente la costa, che pure deve essere davvero bella. Nel tempo che abbiamo utilizzato, siamo riusciti a vedere i principali siti turistici algerini situati in diverse regioni ad un ritmo relativamente serrato. È stato fondamentale l’utilizzo di voli interni la sera o anche la notte. In questo modo, difatti, se da un lato è stato sicuramente più stancante, dall’altro siamo riusciti ad ottimizzare i tempi di spostamento (e tra l’altro i ritardi dei voli non hanno avuto nessun impatto sul nostro piano). Di fatto la pianificazione delle varie tappe del nostro viaggio è stata costruita partendo proprio dagli orari dei voli interni.

Mappe e informazioni turistiche

Abbiamo utilizzato qualche volta l’App maps.me, che in genere è stata utile. Gli Uffici del Turismo sono del tutto inesistenti.

Comunicazioni

Il wi-fi è presente in teoria quasi ovunque negli hotel ed a volte anche nei ristoranti, ma funziona davvero molto male e spesso non funziona per niente. In città non abbiamo mai trovato reti pubbliche gratuite ed anche negli aeroporti il funzionamento del Wi-FI non è ottimale. Non abbiamo acquistato una SIM locale, ma abbiamo utilizzato in qualche caso di necessità il roaming, che garantisce una buona copertura (anche se non nel deserto).

Alberghi

La disponibilità di hotel in Algeria sulle piattaforme più diffuse (quali booking.com o Agoda) è estremamente limitata, per cui ci siamo fidati di Terakaft per la scelta dei nostri. Gli hotel selezionati sono stati in genere sufficienti, relativamente puliti e con del personale disponibile e gentile. Nel resoconto del viaggio sono state indicate le tariffe esposte in alcune reception, anche se nel nostro caso il costo degli hotel era stato già coperto dall’agenzia.

Moneta

Quanto alla moneta, il dinaro algerino è soggetto a svalutazione. È possibile cambiare gli Euro al mercato nero (che nero in realtà non è, considerando che le transazioni si svolgono in strada anche di fronte alla polizia!); il cambio in questo modo è estremamente conveniente (1€ = 200/240 DZ, contro un cambio ufficiale di 1€ = 141 DZ). Il cambio ufficiale è applicato anche alle transazioni bancarie (se quindi si dovessero ritirare DZ dagli sportelli bancomat) e con carta di credito. Noi abbiamo cambiato 200 € con un cambio di 240 DZ e 20 € con un cambio di 220 DZ.

Cibo

Buono e vario; solo in parte simile a quello delle altre zone arabe del Mediterraneo, grazie alla presenza del couscous e con molte peculiarità locali. Ci sono alcune marche di birra e vino locali, ma è l’abbastanza difficile avere disponibilità di alcolici.

Igiene

1Sulla pulizia possiamo dire che hotel e ristoranti sono stati tutto sommato accettabili, ma nelle città la situazione peggiora un po’. Purtroppo un po’ di spazzatura si trova anche nelle aree desertiche. 

Gente e accoglienza

Fantastica. Gli algerini sono tra le popolazioni più ospitali ed amichevoli che ci sia capitato di conoscere e tutti si prodigano per far sì che il turista possa avere la migliore esperienza possibile di viaggio nel loro paese. Senza dubbio una delle cose migliori del viaggio.

Guide

Situazione complessa perché non ci sono molte guide aggiornate e neppure sul web si trovano molte informazioni. Abbiamo utilizzato la guida in italiano “Algeria del Sud” della Polaris pubblicata nel 2023 (ottima per la descrizione dei siti archeologici romani; buona per il resto) ed il numero dei Meridiani uscito nello stesso anno (sufficiente). Per avere un’indicazione di massima su cosa visitare abbiamo letto anche la Lonely Planet, che però non è stata più aggiornata dal 2007. Pessima invece la guida “Algeria Travel Guide 2025” (di Tyrone L. Ellis), che sembra scritta dall’intelligenza artificiale. Stranamente poco utile anche il forum in inglese di TripAdvisor, perché le interazioni sono abbastanza limitate.

Turismo

In Algeria il turismo ha vissuto vicende alterne, collegate alla situazione politica e di sicurezza del paese. Adesso è in netta ripresa, ma in genere non è sbagliato dire che c’è una lunga strada da fare prima che l’Algeria possa essere considerata una nazione nella quale un turista possa muoversi con facilità, come è invece per altri paesi del Maghreb e più in genere del Mediterraneo. Sicuramente sarebbe necessario migliorare le infrastrutture turistiche (ad esempio, con il costante aggiornamento del sito web ufficiale per il turismo o con la creazione di Uffici del Turismo nelle principali località) e prestare una maggiore attenzione alla tutela dell’ambiente. D’altra parte, la presenza di un numero limitato di turisti consente una fruizione ottimale dei siti, che possono essere visitati senza la presenza di folle fastidiose interessate solo a scattare selfies.

Assicurazione

Non partite senza assicurazione: noi abbiamo stipulato un’assicurazione annuale con Globelink. Inoltre, abbiamo stipulato un’assicurazione aggiuntiva con IATI, compagnia le cui polizze valgono anche in caso di visite a località sconsigliate dalla Farnesina. Gli utenti di Turisti per Caso possono assicurarsi anche con Columbus Assicurazioni e ricevere uno sconto del 10% sulla polizza utilizzando il codice TUPEV1.

Diario di viaggio in Algeria

1° giorno – Arrivo ad Algeri

Partiamo da Milano in orario e in orario atterriamo ad Algeri, dopo un viaggio nel quale abbiamo assistito ad un vivace alterco tra due ragazze algerine ed una signora italiana! Ad Algeri però dobbiamo affrontare una complicazione della quale non eravamo al corrente: il documento fornitoci dall’agenzia, che pensiamo essere il visto, in realtà è solo la lettera di invito necessaria ad ottenere il visto vero e proprio, per cui, insieme ad un altro gruppetto di turisti, ci troviamo a passare quasi 3 ore in attesa che vengano espletate tutte le formalità di rito al prezzo di 105€ a testa per 14 giorni (accettano solo cash, anche Euro). Verso le 20 veniamo finalmente liberati; agli arrivi quindi incontriamo Bouchra dell’agenzia Terakaft, che ci porta al centrale Hotel de la Poste (7.500 DZD la doppia con colazione; buono) e con la quale ceniamo a base di shish kebab e spiedini di pollo in un popolarissimo ristorantino limitrofo. Dopo aver ripercorso con lei l’itinerario concordato, andiamo a dormire.

2° giorno – Algeri (moschee, Città Vecchia, Djamaa el Djazair)

Alle 9:00 arriva in hotel Abla, la sorella di Bouchra, con la quale raggiungiamo il lungomare. Poco dopo si unisce Farah, la nostra guida di oggi. Tutti insieme iniziamo il tour della città. Partiamo dal bel lungomare ricco di palazzi in stile francese, seguito dalla moschea nuova e dalla moschea antica e successivamente entriamo nella casbah. La prima sosta è alla Moschea Ketchaoua, seguita da una visita al palazzo di Mustafa Pasha, restaurato e molto suggestivo. Successivamente facciamo un giro nelle viuzze della città antica, fino a raggiungere la cittadella (che in realtà è la casbah vera e propria). Veniamo raggiunti da Bouchra con un’amica e tutti insieme facciamo un pranzo tradizionale in una casa storica assaggiando la rechta, un piatto a base di pasta con del brodo e del pollo arrosto e concludendo con un dolce locale ed un tè alla menta. Proseguiamo ancora un po’ per la città vecchia e poi per i quartieri francesi fino a raggiungere il metrò. La zona centrale di Algeri è davvero affascinante: il mix tra edilizia francese di fine ottocento ed edifici tipici maghrebini è unico e non può non stupire.

In qualche minuto raggiungiamo il Museo delle Belle Arti, interessante ma relativamente piccolo, considerato che riusciamo a visitarlo, seppur sommariamente, in poco più di mezz’ora e la cui terrazza panoramica è da non perdere. È quindi la volta dei Jardin d’Essai, un affascinante parco ricco di piante di tutto il mondo, e subito dopo del Monumento ai Martiri con l’attiguo museo, che ci consente di farci un’idea della lotta dell’Algeria per l’indipendenza. Per raggiungere questo monumento, dobbiamo prendere un taxi a causa della lunga fila per la teleferica. Vengono a prenderci Bouchra e Abla, che, dopo aver lasciato a casa Farah, una guida molto preziosa e insostituibile, che ci ha fatto apprezzare Algeri, ci portano prima alla gigantesca Djamaa el Djazair, la bella moschea nuova, terminata solo qualche anno fa e successivamente in aeroporto, dove ci aspetta il volo per Djanet.

L’aereo parte puntuale ma la sosta a Tamanrasset è più lunga del previsto, per cui atterriamo verso le 4.45, con circa un’ora di ritardo. Fortunatamente ad attenderci ci sono i due Omar dell’agenzia Terakaft, con i quali raggiungiamo l’area di campeggio per qualche ora di riposo.

3° giorno – Essendiléne, Tikoubaouine 

Ci svegliamo verso le 8.30 dopo una gelida notte in tenda: uno dei due Omar è stato sostituito da Ahmed, il driver e Kimu, il cuoco. Dopo colazione ci mettiamo in moto verso Essendiléne, che raggiungiamo con un po’ di ritardo rispetto alla tabella di marcia in quanto siamo costretti a fermarci un’oretta per un problema all’auto. La gola di Essendilene è molto bella ed è ulteriormente arricchita da un paio di pozze di acqua pluviale alla fine del percorso, che però, unica controindicazione, impediscono di arrivare al laghetto superiore, a meno che non decidiate di nuotare. Tornati al campo, dopo un pranzo a base di pasta sorprendentemente buona e di ottimo tè touareg, ci dirigiamo verso Tikoubaouine passando per una sepoltura (tombon) del 3000 a.C. A Tikoubaouine facciamo una lunga passeggiata senza meta, iniziando dall’arco dell’elefante e finendo per perderci. Ritroviamo però miracolosamente il nostro campo prima che scatti il panico! Il deserto qui è molto suggestivo, con il suo mix di dune e rocce ocra che si susseguono costantemente. Per cena ci viene preparato un pezzo di pane cucinato sotto la brace ed usato come una base per una zuppa, oltre ad un’altra zuppa di verdure, entrambe molto buone. Concludiamo la giornata a parlare con Omar di vari argomenti in maniera molto piacevole.

4° giorno – Timghas, Tahot/Admer

Dopo una nottata migliore della precedente, esploriamo un po’ la zona di Tikoubaouine, nella quale sono presenti alcuni dipinti rupestri risalenti all’8000/6000 a.C. e che vale la pena cercare. Arriviamo poi a Tilaline e visitiamo la grotta di Imouroudene: niente di che, ma il panorama è davvero bello. Ci fermiamo quindi a Timghas: prima azzardiamo qualche tiro con le bocce locali, costituite da frutti rotondi chiamati alkat, poi ci godiamo il panorama meraviglioso ed in seguito pranziamo. Un aspetto molto interessante di questa zona del deserto è il continuo cambiamento del panorama, per cui annoiarsi è impossibile.

Dopo pranzo raggiungiamo Tahot/Admer (zona di Taouedjedit) un’area spettacolare dalle cui dune si gode di un panorama davvero incredibile, anche se è sopraggiunta qualche nuvola. Vale davvero la pena scalare una duna particolarmente alta per abbracciare tutto il paesaggio. Trascorriamo nella zona un’oretta e quindi, dopo una breve sosta a Djanet per un po’ di shopping, andiamo a vedere l’incisione rupestre con le mucche che piangono a Tigherghert – altro momento superlativo della giornata, che si conclude con un bel tramonto ed una cena molto buona a base di couscous, nella quale abbiamo l’idea avventata di chiedere ad Omar a quanti metri sul livello del mare si trovi Djanet… non sapendolo inizia a chiamare i suoi amici e non si dà pace finché non giunge ad una conclusione che lo convince (per la cronaca, sono poco più di 1000 metri)!

Omar ci accompagna in aeroporto e qui abbiamo una brutta sorpresa: l’aereo, previsto alle 00.20, ha un ritardo imprecisato e non riceviamo alcuna informazione. Alla fine parte alle 3.40, per cui arriviamo a Constantine alle 5.50. Fortunatamente in aereo siamo riusciti a dormire un po’! In aeroporto troviamo ad attenderci Hakim con l’autista Madhi, i quali ci portano nel nostro hotel (El Maghreb, 4.500 DZ la doppia con bagno e colazione; sufficiente ma con colazione mediocre).

5° giorno – Constantine 

Dopo colazione vengono a prenderci Hakim e Madhi, i quali ci conducono all’esplorazione di Constantine. Visitiamo quindi l’impressionante Moschea Emir Abdelkader, seguita dal Ponte delle Cascate e dal Ponte Sospeso di Sidi M’Cid, che ammiriamo dal fondo della gola, nella quale ci addentriamo per un breve tragitto, e dal Monumento ai morti con lo splendido panorama sulla città e sulla valle circostante. Qui ci raggiunge Bob, un amico di vecchia data di Hakim, il quale parla italiano e ne approfitta per fare due chiacchiere con noi. Dopo aver provato la buonissima pizza locale al peperoncino, presa da un venditore ambulante, chiudiamo la mattinata con la visita al notevole Palazzo di Ahmed Bey e con un pranzo molto buono al Ristorante Igherssan, dove abbiamo la possibilità di assaggiare alcuni piatti locali (chorba, chakhchoukha di vitello e mhawer di vitello).

Riprendiamo quindi con la visita della Souika Rue Arabe, vale a dire la parte del centro storico dove vive prevalentemente la popolazione araba, ricca di bancarelle e di negozi di vario tipo, anche se visibilmente più degradata della porzione costruita per gli occidentali. Dopo aver percorso il Ponte Mellah Slimane (ex Passerelle Perrégaux), torniamo in centro per fare ancora un giro ed acquistare qualche dolce locale, salutiamo Hakim e torniamo in hotel subito dopo il tramonto. Constantine non ha monumenti di spicco, ma la posizione incredibilmente scenografica, il mix unico di architettura araba e francese, la tangibile vivacità degli abitanti ed i meravigliosi ponti, la rendono una destinazione da non perdere.

6° giorno – Djemila/Cuicul

Dopo colazione facciamo un giro nella città vecchia e alle 10 Hakim viene a prenderci in hotel. Oggi siamo diretti a Djemila/Cuicul (in realtà la destinazione originaria era Timgad, ma poi Hakim ci ha proposto di invertire le tappe per ragioni organizzative), dove arriviamo dopo quasi due ore e mezzo di auto. Djemila è il sito di una città romana edificata principalmente nei secoli II-IV d.C. ed una esplorazione approfondita richiede circa 3 ore. Iniziamo dal museo, dove sono esibiti alcuni mosaici prelevati dagli edifici locali, che sono di grande impatto e poi proseguiamo con la visita della città. La posizione di Djemila è splendida e gli highlights della visita sono sicuramente il teatro, l’arco di Caracalla, il cardo, la piazza dei Severi, il tempio della Gens Septimia e il Mercato di Cosinius. Una visita vale senz’altro la pena. Sulla strada del ritorno facciamo una breve sosta caffè ad El Eulma (Avito Restaurant Cafe; molto buono) e poi chiediamo ad Hakim se ci aiuta a trovare una birra per festeggiare il capodanno, ma, dopo una storia un po’ rocambolesca per il rifiuto per motivi religiosi da parte dell’autista di trasportare alcolici nella propria auto, ci arrendiamo. Decidiamo quindi di andare a cena al Ristorante Igherssan (DZ 5500 per tre piatti; molto buono) ed entriamo per via in maniera del tutto casuale in una pasticceria per comprare alcuni biscotti per la colazione. Qui scopriamo che il proprietario è un signore molto simpatico che ha vissuto a Bologna per oltre vent’anni! Dopo cena torniamo in hotel aspettando l’arrivo del 2025.

7° giorno – Timgad

Ci alziamo con calma e in poco più di due ore e mezzo raggiungiamo Timgad. Il tempo è un po’ nuvoloso e fa tanto freddo, ma il sito è davvero bello e molto grande, per cui consigliamo di pianificare almeno 3 ore per la visita. Non dimenticate il museo perché i mosaici in mostra sono davvero incredibili! Timgad è quasi allo stesso livello di Djemila ed è davvero strano che dei siti così interessanti siano quasi sconosciuti da noi. Tappa successiva nel tardo pomeriggio è l’insolito mausoleo di Medghacen/Imedyasen, risalente all’epoca della Numidia preromana. Dopo una cena rapida e molto buona in un ristorantino un po’ fetido (1480 DZ per 8 spiedini ed un piatto), Hakim e Mahdi ci accompagnano in aeroporto: una volta tanto l’aereo parte ed atterra perfettamente in tempo a Ghardaia. Qui ci aspetta Mustafa, il nostro autista, che ci conduce nella nostra casa tradizionale poco prima di mezzanotte (Akham Traditionnelle; www.akham.biz; discreta).

8° giorno – Ghardaia, Tafilelt

Dopo colazione Mustafa e la nostra nuova guida, Daoud, ci portano a Ghardaia, scortati dalla polizia, che accompagna i turisti quando non ha niente di meglio da fare, anche se, ci assicura Daoud, non ce n’è bisogno, perché la zona è estremamente sicura. Il centro storico di Ghardaia, come anche quello delle altre città della Pentapoli, può essere visitato solo con una guida locale. Lo scopo è di evitare un sovraffollamento di turisti, nonché di consentire una facile verifica del rispetto di alcune regole di base (vietato fumare in pubblico, vietato fotografare le persone, ecc.). Condividiamo peraltro il nostro tour con alcuni italiani che abbiamo conosciuto a Linate! Inutile dire che il centro storico è davvero meraviglioso, così come le stradine piene di negozi e la piazza del mercato, tutte molto vivaci. Daoud ci fa salire al primo piano di una casa che dà proprio sulla piazza e che ospita gli uffici di un’agenzia turistica, in modo da poter vedere il panorama. Qui scambiamo due chiacchiere con il ragazzo che lavora nell’agenzia e con il proprietario della stessa.

Dopo una breve visita all’hotel M’Zab, ristrutturato dall’architetto Fernand Pouillon, dal quale si ammira una bella vista su Ghardaia, facciamo tappa a Tafilelt, villaggio sostenibile costruito a partire da metà anni 90. Pranziamo in un ristorante arredato come una casa tradizionale, con couscous speziato con carne di cammello, con una crêpe locale ed una zuppa, accompagnando il pasto con la bevanda locale (tekrewit), un mix di succo d’arancia e limone con erbe medicinali, rosa e karkadè. È quindi la volta della visita nel villaggio di Beni Isguen, la cui atmosfera è profondamente diversa da quella di Ghardaia: silenzioso e quasi deserto, è tanto affascinante quanto quest’ultima. Interessante anche il museo delle tradizioni locali. Nel tardo pomeriggio Daoud ci porta a fare un giro nell’oasi e ci spiega il funzionamento del sistema di irrigazione tradizionale. Riusciamo anche a fare una deviazione per la torre di guardia e torniamo nella nostra stanza poco dopo il tramonto. Buona cena con zuppa, insalata e verdure ripiene.

9° giorno – El Atteuf, Bonora, Beni Isguen

Scortati anche oggi dalla Gendarmerie, raggiungiamo il paesino di El Atteuf, che visitiamo con la guida locale obbligatoria, un signore di una certa età davvero singolare e molto simpatico. È venerdì mattina, per cui il paesino è estremamente tranquillo e suggestivo. Highlight della visita è il Mausoleo dello Cheikh Brahim, che ha ispirato Le Corbusier nella progettazione della Cappella di Ronchamp e che è un monumento davvero incredibile. Dopo una sosta a Ghardaia per acquistare datteri e harissa e due soste fotografiche per vedere i panorami di Bonora, una delle città che compongono la Pentapoli, e di Beni Isguen, andiamo verso il deserto per un’escursione in 4×4 che abbiamo prenotato presso la casa (5.000 DZ in totale).

Dopo una pausa pranzo nel ristorante Jnane El Bacha ad Ain Loussig, raggiungiamo le vicine dune, sempre scortati dalla polizia, insieme ad altri turisti, in numero per la prima volta elevato, per quanto elevato possa essere il numero di turisti presenti in uno stesso luogo in Algeria. Assistiamo quindi ad uno splendido tramonto nel deserto, seguito dalla preparazione di tè e pane in stile tuareg. Tornati da Akham per una rapida cena, ci precipitiamo in aeroporto. L’aereo tanto per cambiare è in ritardo, per cui alla fine atterriamo a Tamanrasset con oltre 1h 15’ di ritardo, poco prima delle 3 del mattino. Qui Bekai, l’autista e Hakim, la guida, ci recuperano subito, ma non possiamo partire perché dobbiamo aspettare la scorta della polizia: arriviamo in hotel verso le 4 ed andiamo subito a dormire (Hotel Caravanserail Tamanrasset; Soro, Route d’Adriane, Tamanrasset; Tel.: +213 2930 6043; caravanhotel11 @ gmail.com; buono).

10° giorno – Assekrem

Alle 9:30 siamo già pronti per iniziare la giornata, ma alla fine dobbiamo aspettare l’arrivo della polizia, che ci scorterà anche oggi, per circa 50 minuti. Iniziamo quindi la nostra ascesa verso Assekrem, fermandoci in alcuni punti panoramici per scattare delle foto (tra questi Iharen, che ci dicono essere uno dei simboli della zona) e per pranzare. Arriviamo al rifugio a metà pomeriggio ed iniziamo subito la salita verso l’eremo di Charles de Focauld. Lungo il percorso abbiamo il piacere di conoscere Francis, un frate francese che si reca spesso nell’eremo per dare una mano ai pochissimi padri residenti. Giunti in cima, ci offre una spiegazione sia del santo che del museo. Dopo questa piacevole sosta ci precipitiamo a vedere il tramonto. Qui le opinioni divergono: secondo uno di noi è davvero meraviglioso, secondo l’altro non è il miglior panorama dell’Algeria. Tornati al rifugio, ceniamo e andiamo a letto prestissimo. Una nota: il rifugio non è pulitissimo e non ha il riscaldamento, anche se ci sono state fornite coperte e sacchi a pelo, per cui il consiglio è di portare un sacco lenzuolo e delle robe pesanti per la notte.

11° giorno – Gueltas de Afillale, Tahabort

Alle 6.30 siamo svegli per assistere ad un’alba splendida (su questo concordiamo entrambi). Dopo colazione raggiungiamo un posto davvero insolito, le Gueltas de Afillale, vale a dire un’oasi in miniatura nel deserto, con tanto di ruscello, pozze, rana e piante rigogliose! Non proprio quello che ci si aspetta di trovare nel Sahara e anche per questo davvero bello. Seguono una sosta ad Azernan per vedere alcune incisioni rupestri lasciate come al solito incustodite all’aperto ed un breve pranzo. Arriviamo quindi a Tamanrasset e visitiamo il piccolo museo dedicato a natura e tradizioni locali: tutto sommato non male per passare un po’ di tempo. A questo punto raggiungiamo Tahabort, dove si trova una fonte di acqua gassata, ma il sito è chiuso, per cui torniamo in città e qui ci aspetta una bella sorpresa: ci portano infatti in hotel inaspettatamente, per cui, dopo aver salutato Hakim, abbiamo anche la possibilità di fare una doccia e di riposarci per qualche ora. Alle 23 passa Bekai e ci porta in aeroporto. L’aereo è in ritardo, tanto per cambiare, per cui arriviamo ad Algeri quasi alle 7.30 del mattino dopo aver fatto scalo a Djanet.

12°/13° giorno – Tipaza

In aeroporto Abla ci aspetta con l’autista e ci mettiamo in marcia diretti a Tipaza. Iniziamo quindi a visitare il sito con Nabil, la nostra guida, che ci illustra i monumenti principali. Anche se lo stato di conservazione delle architetture di Tipaza non è allo stesso livello di Timgad o Djemila – ed infatti la visita dura meno di un’ora e mezzo – la posizione del sito è davvero straordinaria, per cui compensa ampiamente ed una visita è caldamente consigliata. Facciamo poi una breve sosta al Mausoleo Reale di Mauritania, monumento misterioso che si visita in pochi minuti. Arriviamo quindi ad Algeri, dove salutiamo Abla e la nostra autista, lasciamo le valigie all’Hotel de la Poste, facciamo un pranzo rapido in un rustico ristorante sulla stessa via dell’hotel e procediamo ad un giro finale della città.

La prima sosta non è però culturale, ma gastronomica: non resistiamo ai dolci de La Patisserie par Lucas Castello, in Rue Sergent Adoun. Dopo un giro in centro focalizzato sullo shopping alimentare, ceniamo prestissimo con un ottimo mhajeb e del pollo in un baretto sul lungomare (Pizzeria Cafè Martyrs Square; 580 DZ in totale), seguito da un dolce preso da un bar vicino. Andiamo a letto prestissimo perché la mattina dopo alle 2.30 arriva il transfer per l’aeroporto. Il volo parte in orario, ma a Roma perdiamo un po’ di tempo, finendo con l’atterrare una ventina di minuti in ritardo.

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