Per Bruna arte, storia e sapori a Palmanova
Giorno 1, venerdì
Il nostro itinerario inizia da Palmanova, una città davvero unica nel suo genere: questa piazzaforte, fondata nel 1593 dai Veneziani, è detta anche città stellata per la configurazione dei suoi tre ordini di fortificazioni, che dall’alto le danno una caratteristica forma di stella a 9 punte. Entrando in città da una delle sue porte monumentali non si ha però l’esatta percezione di come il centro abitato sia circondato da un sistema difensivo praticamente inespugnabile, eppure invisibile, come abbiamo appreso durante la nostra visita pomeridiana al Museo Civico Storico. Ma andiamo con ordine!
Siamo arrivati (mio marito ed io) a Palmanova intorno alle 12, in tempo per un primo giro di ricognizione pre-pranzo. Prima cosa da vedere: Piazza d’Armi (o Piazza Grande), vastissima e perfettamente esagonale, il cuore di tutte le attività della città, con i suoi palazzi dai colori vivaci, in stile veneziano, il Duomo Dogale dalla facciata barocca, la placida quiete dei suoi abitanti. Passeggiando lungo il perimetro della piazza, scorgiamo sotto la Loggia della Gran Guardia i primi cartelli che indicano il punto di ritrovo per la Unesco Cities Marathon: faranno infatti tappa intermedia a Palmanova gli atleti che domenica 30 marzo vedremo partire da Cividale del Friuli per la seconda edizione di questa maratona, e che ci ha dato lo spunto per il nostro itinerario. Intanto si è fatta ora di pranzo, dove si va? All’Osteria Campana d’Oro un’insegna ci informa che lì preparano piatti tipici friulani. Ovviamente entriamo! Qui assaggiamo le nostre prime leccornie autoctone: speck d’oca affumicato, cjalcions alle erbe con ricotta affumicata e cannella (un connubio tra dolce e salato mai provato prima!), formaggio montasio alla piastra con polenta, e per concludere la gubana, un dolce tipico delle Valli del Natisone, con frutta secca e cannella, da bagnare con grappa alle prugne (slivovitz). Delizia del palato dall’inizio alla fine.
Dopo pranzo ci aspetta la visita al Museo Civico Storico, una tappa indispensabile per approfondire la storia e le peculiarità urbanistiche della città. Qui apprendiamo ad esempio che il nome era inizialmente solo Palma, prendendo spunto dall’albero, simbolo della vittoria; che la Direttrice del museo, che ci ha accompagnato nella visita, è l’unica a conoscere la sequenza di 8 movimenti che consentono di aprire un antico scrigno del ‘600; e che sono tre le motivazioni per cui Palmanova è candidata a diventare sito Unesco:
1. Perché è l’unica piazzaforte al mondo rimasta praticamente intatta (non ha mai subito attacchi)
2. Perché è una città di fondazione, voluta così com’è dai Veneziani, con un preciso scopo militare
3. Perché unisce nella sua struttura due delle più importanti scuole europee di architettura militare (italiana e francese – il terzo ordine di fortificazione fu realizzato da Napoleone). Un’architettura affascinante, che diventa ancora più chiara con una visita sui bastioni, diventati da due anni parco cittadino grazie al lavoro di 2000 volontari che hanno regalato alla città un grande polmone verde, ideale per passeggiate a piedi o in bicicletta. A questo proposito, per una visita alla città potreste approfittare dell’evento Pasquetta sui Bastioni: una giornata caratterizzata da numerose iniziative per famiglie e bambini all’insegna dell’ecoturismo, tra cui costruzione di aquiloni, giri in bicicletta, nordic walking, passeggiate a cavallo e in carrozza, visite guidate. Queste ultime, a partire da maggio, vengono organizzate ogni weekend, approfittatene!
Prima di lasciare Palmanova torniamo in Piazza d’Armi, per salutare lo stendardo Mario: così è chiamato dai palmarini il pennone della nave posto al centro della piazza, su cui campeggia il detto “non fare al tuo prossimo cosa che tu non vorresti fatta a te”. Sagge parole di pace, che forse non ti aspetteresti in una città-fortezza. E non andiamo via prima di aver preso qualcosa alla Caffetteria Torinese, inserita nel circuito dei Locali Storici del FVG e premiata recentemente come Miglior Bar d’Italia. Da ammirare la cura del dettaglio e la varietà delle piccole squisitezze esposte… una tappa da non perdere!
Lasciamo Palmanova piuttosto tardi, con la piacevole sensazione di aver scoperto un piccolo grande tesoro italiano, e ci dirigiamo verso Aquileia, dove ci aspettano a Casa di Giulia…
Continua…