Santorini: villaggi e itinerari lungo la Caldera, alla ricerca di panorami e autenticità

Tutti la vogliono vedere, e la ragione è semplice: Santorini è unica. Non c’è isola al mondo che assomigli a questa mezzaluna vulcanica, e scoprirla è un’avventura estetica nella natura più estrema. La sua forma è quel che resta di un enorme cratere inabissato a seguito di una gigantesca esplosione avvenuta circa 3.500 anni fa. Oggi vediamo il volto della trasformazione più recente, dovuta all’eruzione del XVI secolo a.C., una realtà che sembra aggrappata alla terra, dove si narra ancora la leggenda della città perduta di Atlantide sprofondata negli abissi. A Santorini tutto ruota intorno alla Caldera, incredibile fucina di suggestioni e di indiscutibile bellezza: i panorami che regala sono semplicemente unici. Fira, il capoluogo dell’isola, e gli altri villaggi che spuntano lungo il sentiero che la collega ad Oia, la cittadina più conosciuta situata sulla punta nord dell’isola, si affacciano sull’orlo della vertiginosa scogliera bruna che si tuffa nel mare blu.
Un gioco di forme e contrasti cromatici, impreziosito dai villaggi che spuntano come gemme candide simili ad alveari, incastellati per sfidare le pendenze. I tratti smussati e minimali delle case, alcune scavate nella roccia, evocano una dimensione troglodita, se non fosse per gli innumerevoli idromassaggi e piscine a sfioro che rendono la scena all’insegna del lusso. Di tanto in tanto, spunta la cupola blu di qualche chiesa incastonata tra il dedalo di vicoletti, un tempo richiamo ai fedeli, oggi per sciami di turisti che desiderano scattare una (o più) fotografia(e): l’architettura che li circonda e il bellissimo panorama con il mare alle loro spalle è la location più ambita, e quel che era archetipo di Grecia idealizzata, ormai è diventato un clichè.
Santorini è una delle destinazioni più richieste del Mediterraneo, e soprattutto durante la stagione estiva, è soggetta al fenomeno dell’over tourism, nonostante qualche scossa tellurica risvegli le legittime ansie dei villeggianti che sembrano allentare la presa dei flussi turistici spesso insostenibili. Ma esiste ancora quell’essenza isolana nonostante tutto? La rubrica “Altro viaggiare”, vi porta alla scoperta di una Santorini più autentica, e lo farà in due puntate. In questa prima parte dedicata all’isola, non rinunceremo a scoprire le località più gettonate ma le guarderemo da altre prospettive, e percorreremo anche bellissimi itinerari; nel secondo appuntamento previsto per la prossima settimana, visiteremo siti archeologici, spiagge vulcaniche, villaggi dell’entroterra, vecchi mulini, fari, monasteri e persino curiosi vigneti che crescono in una terra arida ma ricchissima di minerali, sprigionando tutto il sapore e una verve unica.
Indice dei contenuti
La Caldera
Oia, non solo un “set fotografico” a cielo aperto
Ci sono diverse località per scoprire una Santorini meno turistica, ma un affaccio alla caldera non può essere escluso. Questo lungo crinale che disegna la parte occidentale dell’isola, offre senza dubbio alcuni dei paesaggi più suggestivi ed identitari. Lungo il vertiginoso andare con affaccio sul blu, spuntano le località più famose e belle per oggettività, sia detto, come Oia, sulla punta a nord-ovest dell’isola. Nonostante sia considerato il centro più turistico e mondano, tanto da essere definito una “città-albergo”, ognuno può ritrovare la dimensione più tranquilla e meno stereotipata, ad un passo dal marasma turistico che la invade e dai set fotografici a pagamento, con tanto di opzione noleggio “abito svolazzante” per signore.
Questa cittadina è tanto scenografica da essere paragonata ad un set fotografico a cielo aperto: il suo aspetto è molto simile ad un gigantesco alveare dove le abitazioni (per la maggior parte resort) sono incastellate una sopra l’altra per assecondare le pendenze naturali della costa. Il bello è proprio quello di perdersi nel dedalo di vicoletti che si snodano nel fittissimo tessuto urbano, e andare all’avventura, prediligendo i pertugi minimi e andando a caccia di incantevoli scorci sul blu del mare che si confonde con le cupole delle chiese, come quella del Cristo Salvatore, inconfondibile per il suo campanile rosa, o le Blue Domes, un gruppo di tre chiese con cupole blu (ricordiamo che le scalette per raggiungere le location con la migliore prospettiva sono accessi privati degli hotel).
Oltre agli “scatti rubati”, potete entrare e ammirare l’architettura e i tesori della fede ortodossa nella Chiesa dI Panagia Platsani, la più grande di Oia situata nella piazza principale. Originariamente si trovava all’interno delle mura del castello veneziano di Oia, ma venne ricostruita nella posizione attuale a seguito del terremoto che colpì l’isola nel luglio 1956. Proprio a questo evento si ricollega la sua curiosa leggenda, quella dell’icona della Vergine Maria, ritrovata dopo il sisma da un pescatore mentre navigava al largo delle coste di Santorini, e fu attratto da una luce simile a un “lume di candela”. Venne trasferita come un vero tesoro in una delle chiese locali ma il giorno dopo, scomparve. Dopo una lunga ricerca, fu ritrovata presso i ruderi del muro del castello di Oia e ricollocata nuovamente, ma il giorno dopo svanì ancore nel nulla. Venne ritrovata dove oggi si trova la piazza. I residenti capirono che l’icona aveva scelto il luogo dove costruire la nuova chiesa da cui si poteva vedere il mare e da dove i marinai potevano volgere lo sguardo prima di salpare. Un altro fatto curioso è il nome: “Platsani” deriva dal rumore delle onde che colpiscono l’icona che galleggia nel mare “plats – plats”, un toponimo onomatopeico che racchiude tutta la suggestione di una leggenda che le appartiene.
Si torna a perdersi tra le viette della città e più si sale e più si ammira a tutto tondo Oia nella sua interezza, capeggiata da alcuni mulini imbiancati a calce risalenti al XVI secolo, simboli dell’economia rurale di un tempo, la maggior parte trasformati in lussuosi alberghi. In alternativa, c’è invece chi predilige vagabondare lungo la stradina vertiginosa che conduce al porto di Ammoudi e al piccolo borghetto variopinto poco più in basso, ed approdare in qualche taverna affacciata sul mare, dove gustare il pescato del giorno e le tradizioni autentiche. Per qualcuno l’odore di salsedine è un richiamo irresistibile, un piacere più appagante del sentore di cloro che impregna i vicoletti della città alta.
Nonostante Oia potrebbe apparire “bella senz’anima”, il suo spirito si racconta ancora nel Museo Marittimo che ne custodisce la storia e il rapporto intimo con il mare: all’inizio del Novecento prosperava grazie al commercio navale, e il porto era uno dei più importanti, non solo delle isole Cicladi ma di tutta la Grecia. L’attività era fiorente e permise lo sviluppo cittadino e l’aumento della popolazione che arrivò a contare 10.000 abitanti. I capitani erano figure di spicco ad Oia, e le loro residenze erano chiamate “kapetanospita”, ovvero le case che oggi troneggiano nella parte più alta della città e godono di panorami mozzafiato, mentre le “iposkafa” erano proprietà dei marinai, ovvero le famose “case nella roccia”, dove conducevano una vita semplice e modesta con le loro famiglie.
Questa realtà era quotidianità prima che il turismo trasformasse persino il calar del sole in un business: Oia è considerata una delle “terrazze panoramiche” più belle al mondo per ammirare il tramonto, soprattutto nella zona del castello veneziano, di cui rimangono solo i ruderi, splendidamente indorati durante la golden hour.
Il sentiero lungo la Caldera
Da Oia potete raggiungere la seconda meta più gettonata dell’isola, Fira, il capoluogo, lungo l’itinerario che percorre tutto l’orlo settentrionale della caldera, il più panoramico dell’isola (percorribile in entrambe le direzioni). Il sentiero lungo la Caldera conta più di 11 chilometri, caratterizzati da continui saliscendi, senza dislivelli sfidanti ma in postiera al sole, aspetto da non sottovalutare soprattutto nel periodo estivo. Per chi sceglie di completare l’intero percorso, le tempistiche medie sono stimate attorno alle 3 ore e mezza, il tempo utile per un andare moderato che include anche qualche fotografia ai magnifici belvedere sul blu e sulle isole che si stagliano all’orizzonte. Al centro della caldera, davanti alla costa di Santorini, spuntano Thirassia, Nea Kameni, e Palea Kameni. Queste ultime, la “giovane bruciata” e la “vecchia bruciata”, sono isole vulcaniche disabitate mentre Thirassia è un’isola abitata nonostante il tempo pare essersi fermato, raggiungibile con alcune escursioni in barca. Visitarla è un tuffo in un microcosmo distante anni luce dal turismo di massa della sorella vicina, soprattutto nel minuscolo borgo di Manolas, da dove ammirare un panorama mozzafiato sulla mezzaluna mondana.
Lungo l’itinerario della Caldera, consigliatissima una tappa nella pittoresca e vivace cittadina di Imerovigli da dove inizia un altro sentiero da appuntare, quello di Ekklisia Theoskepasti, che conduce al promontorio di Skaros attraversando i resti dell’omonima fortezza veneziana di Skaros e giunge fino alla cima della scogliera di Skaros Rock, dove è possibile visitare la chiesa di Theoskepasti, costruita a picco sul blu dell’Egeo. Tornando sulla “via maestra”, tappa al piccolo e grazioso centro di Firostefani per poi raggiungere Fira, il capoluogo dell’isola, dove il turismo si mixa con la vita quotidiana.
Il sentiero del Faro di Akrotiri
Un’altra escursione bellissima, indicata soprattutto agli appassionati di trekking, è il sentiero del Faro di Akrotiri. Inizia dal paese di Akrotiri, situato a sud-ovest dell’isola, fino all’omonimo Faro di Akrotiri. Si tratta di un itinerario non tracciato, diverso rispetto al sentiero ben strutturato della Caldera, e meno turistico. Un andare più “selvaggio”, che esplora la parte meridionale dell’isola. Si parte dal piccolo centro di Akrotiri e si cammina nella campagna fino a raggiungere il ciclope bianco che illumina le notti di mare, e che dalla sua posizione privilegiata a sud dell’isola, offre un bellissimo panorama sulla caldera di Santorini, una visuale completa di tutta la costa. Il consiglio è quello di raggiungere il faro quando cala la sera: questa location è l’alternativa perfetta e meno affollata per ammirare il tramonto sul mare, che, per il momento, non è stato trasformato in un business. Il nostro desiderio è quello di poter vivere quest’attimo di magia sempre a poco prezzo.