Weekend a Camogli

Consigli per visitare la Liguria… tra mare e passeggiate
Scritto da: I viaggi di Ines
weekend a camogli
Partenza il: 15/07/2017
Ritorno il: 16/07/2017
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €

Camogli si aggrappa prepotente su un promontorio che dall’Aurelia scende fino al mare, una ventina di chilometri più a sud del capoluogo ligure.

Un borgo in verticale, a cominciare dagli alti palazzi che fanno da sfondo al lungomare e che separano il centro storico dalla spiaggia. Tra le facciate tinteggiate con un arcobaleno di colori pastello e punteggiate da verdi persiane, salgono ripide alcune scalinate fino a raggiungere Via della Repubblica, l’arteria principale del centro. Tra queste “salite” si nasconde la maggior parte delle botteghe storiche che sopravvive al continuo apri-chiudi delle attività commerciali prettamente turistiche. Lasciatevi incantare dai colori brillanti della frutta esposta in vetrina o dal rosso vivo delle carni appese dietro il bancone del macellaio. Poi chiudete gli occhi per immergervi in un vortice di profumi.

La zona più caratteristica di Camogli è senza dubbio quella “a mare”. Una lunga passeggiata fiancheggia la costa e consente l’accesso diretto alle spiagge (alcune attrezzate, ma anche parecchie libere), raccordando il porto con Largo Simonetti dove in bella mostra è appesa la padella gigante, simbolo della tradizionale Sagra del Pesce che si tiene ogni anno verso la metà di maggio.

Mentre camminate gustando un gelato o un pezzo di focaccia, sarete costretti a fermarvi continuamente per scattare fotografie alla scenografica Basilica di Santa Maria Assunta e al Castel Dragone edificati sugli scogli, sopra un istmo che segna il limite tra la terraferma ed il mare. Questa parte di Camogli, la più esposta, è spesso teatro di spettacolari mareggiate con onde altissime che inghiottiscono la spiaggia e che si infrangono sulle pareti delle case. La Chiesa, costruita nel XII secolo e sottoposta a continui rimaneggiamenti nel corso degli anni, presenta interni in stile barocco appesantiti da marmi, stucchi dorati, affreschi e persino da grandi lampadari in cristallo. Il Castel Dragone (o della Dragonara) pone le sue fondamenta sullo stesso scoglio della Basilica, in una posizione privilegiata per avvistare i nemici in arrivo dal mare. Per questa ragione fu utilizzato principalmente a scopo difensivo. Distrutto e poi ricostruito, fu anche trasformato nell’antenato dell’Acquario di Genova: vennero infatti predisposte delle vasche per ospitare pesci, crostacei e molluschi tipici di quel tratto di costa. Oggi, nelle sue sale, vengono allestite delle mostre temporanee.

Superata la Chiesa vi imbatterete nel porto, la vera essenza di questo borgo. Qui ancora oggi c’è chi vive della pesca, come una volta. Ne è un esempio la Cooperativa Pescatori Camogli che da maggio a settembre si occupa di calare la grande rete in fibra di cocco nella Tonnara e di ritirarla servendosi di un’imbarcazione (la Tonnarella), più grossa rispetto ai tradizionali gozzi in legno colorato. Nelle acque portuali troverete ormeggiate anche barche a vela, motoscafi ed i grandi battelli che, carichi di turisti, fanno la spola tra Camogli e San Fruttuoso.

CONSIGLI PRATICI

Come arrivare: Raggiungere Camogli in auto è una pessima idea: i parcheggi liberi si contano sulle dita di una mano e sono concentrati principalmente in Piazza Matteotti (davanti al Teatro) e lungo Viale dei Cipressi. Gli altri (a pagamento) hanno tariffe orarie esagerate, soprattutto in estate. Se potete rinunciare alla macchina consiglio di usufruire dei mezzi pubblici: gli autobus ed il treno collegano Camogli ai principali centri come Recco, ad esempio, dove parcheggiare è molto più semplice.

Dove mangiare: Per una cena speciale ed indimenticabile scegliete uno dei ristoranti sospesi sopra la spiaggia. L’affaccio diretto sul mare vi permetterà di gustare del buon pesce, con un bellissimo tramonto in sottofondo. Ricordatevi di prenotare, soprattutto in alta stagione. Per un pranzo veloce, magari in spiaggia, consiglio la Focacceria Revello. Ne ho provate tante, ma quella al formaggio è la più buona di tutta la Liguria! Servita ancora calda, si scioglie letteralmente in bocca. Questa focacceria aperta negli Anni Sessanta custodisce una ricetta segreta, pur promuovendo una produzione trasparente: all’interno del piccolo negozio, dove negli orari di punta la fila arriva fino fuori la porta, c’è una parete in vetro che dà sul laboratorio. La crescenza, il formaggio utilizzato per la tipica focaccia di Recco, viene adagiata in batuffoli tra due strati di pasta sottile. A fare il resto ci pensa il forno!

Dove pernottare: Come per la maggior parte dei piccoli borghi liguri, le strutture in cui poter pernottare non sono infinite. Per questo motivo vale la regola del “chi prima arriva meglio alloggia”. Se siete alla ricerca di un Bed & Breakfast a due passi dal porto e dal centro, suggerisco di bussare alla porta di Claudio. Le stanze di “Al Piccolo Scoglio” sono ampie e pulite, anche se la parte del soggiorno che ho preferito è stato il risveglio: intravedere l’alba sul mare dalla finestra e subito dopo gustare un’ottima colazione (con tanto di focaccia fresca!).

Camogli è il giusto compromesso per chi ama il mare ma non solo la vita da spiaggia, per chi cerca l’avventura ma non vuole rinunciare ad un po’ di relax. Se volete trascorrere un weekend “alternativo” preparatevi a dividere la valigia a metà: da un lato ciabatte e costume, dall’altro scarpe da trekking e abbigliamento sportivo.

Uno degli itinerari più gettonati con partenza da Camogli è senza dubbio quello che in un paio d’ore conduce a San Fruttuoso passando dalla Chiesa di San Rocco e attraversando il Monte di Portofino. Lungo il tragitto incrocerete parecchi sentieri (tutti ben segnalati) e addirittura alcuni percorsi pensati per gli appassionati di mountain bike. E’ consigliabile dare un’occhiata sul sito del Parco e documentarsi prima di partire per individuare quale tipo di percorso fa al caso vostro. Se soffrite di vertigini o se siete poco allenati, evitate di passare da Batterie: lungo la dorsale marittima ci sono alcuni passaggi difficili ed esposti. L’alternativa è quella di attraversare il bosco. Sicuramente meno emozionante, ma molto più agevole.

Partite la mattina presto quando il sole non è ancora alto nel cielo, portando con voi scorte d’acqua e pranzo al sacco. L’itinerario è davvero affascinante perché si snoda su vecchie mulattiere costeggiate da muretti a secco e lungo pendii coltivati ad oliveti e agrumeti alternati a boschi che profumano di pino marittimo. Ma soprattutto perché dalla cima di questi promontori potrete godere di vedute mozzafiato sull’intero Golfo.

Appena arrivati a San Fruttuoso avrete l’impressione di fare un viaggio a ritroso nel tempo, nel passato di questo luogo incantevole.

Quello che c’è da sapere, innanzitutto, è che non esistono strade per arrivare in questo angolo di paradiso: lo si può raggiungere solo via mare o a piedi sui sentieri che attraversano il Monte. Eppure un tempo qui ci vivevano! Questo è stato possibile grazie alla presenza di una sorgente di acqua dolce.

Inizialmente l’Abbazia dedicata a San Fruttuoso di Tarragona (le cui ceneri sono tuttora custodite qui) fu costruita come vero e proprio luogo di culto per mano dei monaci benedettini. Da segnalare il bellissimo Chiostro su due livelli ed alcuni particolari decorativi come i capitelli riportati alla luce solo grazie ai recenti restauri. Nel corso degli anni infatti una parte dell’edificio fu trasformata in residenza e, per questioni pratiche, alcuni elementi architettonici furono coperti con cemento e calce. Al piano inferiore è possibile visitare le tombe in marmo bianco e pietra grigia di alcuni Doria, membri della nobile famiglia che giocò un ruolo fondamentale per le sorti di San Fruttuoso sia per la difesa del complesso dagli attacchi dei pirati, sia per la sua salvaguardia e conservazione nel tempo. Oggi è un bene del FAI (Fondo Ambiente Italiano) fruibile in autonomia o partecipando ad un tour guidato.

San Fruttuoso è anche (e soprattutto) vita da mare. L’acqua di un celeste intenso invoglia chiunque a tuffarsi. Data la dimensione ridotta della spiaggia è fondamentale arrivare presto per riuscire a stendere il telo mare e per accaparrarsi i posti più vicini al bagnasciuga. In queste acque turchesi, a pochi metri dalla costa, giace anche il famoso “Cristo degli Abissi“, una statua posta a 17 metri di profondità, frequentata meta di immersioni. La riproduzione di Gesù con le braccia alzate fu realizzata dallo scultore Guido Galletti fondendo il bronzo proveniente da medaglie, campane ed eliche di sommergibili donate della Marina Militare Americana.

A ridosso della spiaggia troverete alcuni bar e ristoranti con terrazze panoramiche, una Foresteria data in gestione al FAI e La Locanda del Parco, le uniche strutture dove poter pernottare. Inutile dire che i prezzi sono sopra la media e che trovare una camera libera è un’impresa, ma la pace che regna appena salpa l’ultimo battello che riporta a casa i turisti non ha prezzo!



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