Viaggio in Calabria … sognando il Perù!

Viaggio in Calabria … sognando il Perù!
(by Luca, Sabrina e Leonardo)
Sabato 1 Agosto:
Doveva essere (per noi) una epica spedizione, al di là dell’oceano, alla scoperta di un popolo ed un luogo speciale come il Perù e invece, a causa del maledetto covid, eccoci qua in partenza per un viaggio nella cara e vecchia Italia (in tre invece che in cinque), senza nulla togliere alle straordinarie bellezze del nostro amato paese.
Così, cercando di uscire anche un po’ dai soliti schemi, dedicheremo le nostre ferie estive alla Calabria, regione che costituisce la punta dello stivale e, compresa fra due mari (Ionio e Tirreno), risulta essere ricca di storia e tradizioni … non disdegnando però anche una puntatina all’arcipelago delle Isole Eolie, situate in buona parte anche di fronte alle coste calabresi, ma appartenenti, amministrativamente parlando, alla Sicilia.
Prendiamo il via alle 9:35 del mattino, in una calda giornata di inizio agosto e un quarto d’ora più tardi entriamo in autostrada A14 a Forlì andando spediti verso sud, con le tre corsie dell’arteria che scorrono, seppure piuttosto piene. La nostra paura, infatti, è quella di rimanere imbottigliati nel traffico, viste le previsioni da bollino rosso, confermate dall’altro lato della carreggiata, completamente bloccato a causa di un camper ribaltato.
Alle 11:00 siamo ad Ancona e maciniamo chilometri senza intoppi, cosa che non si può certo dire, di nuovo, in direzione opposta alla nostra, nella quale un pazzo minaccia di gettarsi da un viadotto e ha fatto chiudere l’autostrada, che registra oltre dieci chilometri di coda … Lo vediamo il tipo mentre passiamo … ma alla fine non si getterà.
A Pescara sono le 12:30 e poco dopo facciamo sosta per un veloce pranzo al sacco.
Alla ripresa delle ostilità con l’asfalto registriamo il passaggio, intorno alle 14:30, nei pressi di Foggia, nel bel mezzo di un infuocato Tavoliere delle Puglie, dove il termometro segna, impietoso, +39 °C … e un’ora più tardi siamo a Bari.
Procediamo così, sempre spediti, favoriti da un traffico che si è quasi azzerato quando, poco dopo le 16:00, usciamo dall’autostrada A14 a Taranto ed imbocchiamo la Strada Statale 106 Ionica verso ovest.
Non c’è che dire: è filato tutto liscio nella sfida al bollino rosso e siamo in netto anticipo sulla tabella di marcia. Decidiamo così di fare una sosta fuori programma, nei dintorni della località di Metaponto, all’aera archeologica di Tavole Palatine, dove si trovano quindici splendide colonne architravate dell’antico tempio dorico dedicato alla dea Hera, risalenti al VI secolo a.C., che ci possiamo godere esplorando il sito, aperto a tutti e totalmente gratuito.
Scattiamo suggestive foto delle colonne, disposte su due file parallele, e poi risaliamo in auto così da percorrere l’ultimo tratto di strada di giornata (circa trenta chilometri) fino all’abitato di Nova Siri Scalo, dove prendiamo alloggio per la notte al Prima Luce B & B, un posticino tranquillo e molto ben curato situato sulle prime alture alle spalle del paese.
Per cena la ragazza della struttura turistica ci prenota gentilmente un tavolo al vicino ristorante Dual Blu, dove gustiamo buone pietanze, prima di chiudere definitivamente la giornata, ma proiettati verso la successiva, che sarà il via ufficiale all’esplorazione della Calabria.
Domenica 2 Agosto:
È piacevole la sveglia al Prima Luce B & B, nel bel mezzo della campagna lucana, da dove, dopo colazione, scendiamo a Nova Siri Scalo per le compere di giornata, prima di dare il via all’odierna tappa.
Pochi chilometri lungo la Strada Statale 106 Ionica ci portano a lasciare la Basilicata per entrare in Calabria e subito dopo deviamo verso l’interno per raggiungere, a breve distanza, il villaggio di Rocca Imperiale.
Ci fermiamo prima di tutto a fotografare il pregevole colpo d’occhio sul paese, che pare un angolo di presepe, con le case disposte a cascata sotto l’imponente sagoma della Rocca Sveva e poi raggiungiamo un parcheggio nei pressi del centro, dal quale ci avventuriamo lungo le sue caratteristiche viuzze.
Il borgo, annoverato fra i più belli d’Italia e scelto anche come set naturale da alcuni famosi registi, fra i quali Pupi Avati, fonda le sue radici nel XIII secolo, allorquando Federico II di Svevia vi fece erigere il possente castello.
Risaliamo così, non senza fatica, gli angusti vicoli dell’abitato, con interessanti scorci,
fino alle porte del castello e poi torniamo con calma all’auto per riprendere l’itinerario.
Da lì proseguiamo ancora per l’interno ed un altro pittoresco villaggio, ma subito incontriamo un cartello che indica la strada per giungervi interrotta per uno smottamento, allora ritorniamo sui nostri passi verso la costa e poi risaliamo, poco più avanti, di nuovo sulle montagne. In questo modo raggiungiamo prima la località di Montegiordano e poi continuiamo verso la nostra meta, che è il borgo di Oriolo, anch’esso catalogato fra i più belli d’Italia, ma incontriamo un altro cartello, che indica strada interrotta per frana … Questa volta però non ci scoraggiamo e proseguiamo. Veniamo così premiati, perché in realtà si passa e poco più tardi planiamo dall’alto di una strada a tornanti con belle viste sul paese di Oriolo, andando poi a parcheggiare nei pressi del centro.
A piedi ci rechiamo quindi alla scoperta della parte più antica dell’abitato, nella quale si trova il poderoso castello aragonese, che esploriamo palmo a palmo, fra interessanti ambienti di epoca medioevale e vasti panorami sui paesaggi circostanti.
Riconquistata l’auto, ormai in tarda mattinata, ci dirigiamo poi spediti verso valle e intorno a mezzogiorno giungiamo, in riva al Mar Ionio, nei pressi di Roseto Capo Spulico, allo splendido castello federiciano (Castrum Petrae), che si erge, impetuoso, a pochi metri dal profilo costiero.
Il maniero, risalente all’epoca normanna, fu ricostruito nel Duecento per volere dell’imperatore e re di Sicilia Federico II di Svevia, detto Barbarossa, che ne fece anche uso come dimora estiva, ed oggi fa bella mostra di sé, in scenografica posizione, per essere compreso fra le più spettacolari architetture dell’intera regione.