Viaggio di nozze a Capo Nord

Andare a Capo Nord o meglio Nord Kapp, oggi giorno non è più un’impresa come poteva esserlo qualche anno fa, nonostante questo resta comunque una meta ambiziosa e costosa da raggiungere, perché si dilapida una piccola fortuna se paragonata a ciò che viene offerto una volta a destinazione, specie nei giorni di tempo inclemente. Infatti per...
Scritto da: LucaKatia
viaggio di nozze a capo nord
Partenza il: 14/06/2009
Ritorno il: 30/06/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 3500 €
Andare a Capo Nord o meglio Nord Kapp, oggi giorno non è più un’impresa come poteva esserlo qualche anno fa, nonostante questo resta comunque una meta ambiziosa e costosa da raggiungere, perché si dilapida una piccola fortuna se paragonata a ciò che viene offerto una volta a destinazione, specie nei giorni di tempo inclemente. Infatti per accedere a Magerøya, isola su cui si trova Nord Kapp, bisogna percorrere un tunnel sottomarino a pagamento (circa 30€) al termine del quale si percorrono gli ultimi 30km prima di arrivare alla Nordkapphallen, struttura inguardabile che oscura il famoso mappamondo in metallo. L’ingresso (circa 45€) consente la permanenza all’interno dell’area per circa due giorni, praticamente insfruttabili visto che molti arrivano scattano le foto di rito, comprano qualche souvenir e ripartono. Perché dunque intraprendere questo viaggio? Perché resta un viaggio unico, specialmente per i motociclisti, i quali lo inseriscono nella top ten dei viaggi in moto, di certo non per la meta, ma per quanto si può “scoprire” on the road. Il viaggio come da programma è cominciato con lunghe tappe di trasferimento verso il nord, attraversando prima l’Austria e poi la Germania, salpando in tarda serata dal porto di Rostock per attraccare la mattina seguente al primo albeggiare a Trelleborg, in Svezia. Il paese dei nobel è la prima piacevole scoperta, lo scorrere del poco traffico veicolare immerso in foreste sconfinate è ovattato come un debole rumore di fondo destinato a scomparire man mano che si sale verso nord. Le aree di sosta, circondate da uno sconfinato verde e spesso cinte da corsi d’acqua, invitano il viaggiatore a fermarsi, anche solo per immergersi nella sensazione di tranquillità che ne aleggia nell’aria. Con questo spirito piacevole nell’animo arriviamo a Jönköping dove pranziamo approfittando di una piacevole vista dell’immenso lago Vättern e per visitare il museo dei fiammiferi, i famosi “svedesi”. Si riparte in direzione Stoccolma, purtroppo a causa di rallentamenti in seguito ad un incidente stradale arriviamo tardi e non troviamo dove pernottare, anche per una concomitanza di eventi sportivi in loco (regata velica e partita valida per le qualificazioni degli europei), così a malincuore decidiamo di passare oltre. Troviamo alloggio nei pressi di Arlanda, in un hotel funzionale dotato di vari comfort con collegamento interno al vicino centro commerciale. La mattina seguente continuiamo il nostro viaggio, poco dopo Uppsala l’autostrada ha termine e con esso le medie velocistiche si abbassano drasticamente anche per i notevoli cantieri stradali. Continuando verso nord facciamo tappa a Harnosand, piccolo centro a misura d’uomo, dove troviamo un hotel con parcheggio sotterraneo, sauna ed internet point (questi ultimi due diventano uno standard man mano che si sale). Fattore comune fra le città e i paesi che si attraversano è la presenza di opere moderne che fanno da anello di congiunzione con un paesaggio dal fascino antico e ancora selvaggio sferzato perennemente dall’aria. Anche i pericoli nei quali si può incappare hanno un loro fascino, su tutti domina l’alce. Questo imponente animale, con una altezza alla spalla di anche 2m ed un peso che può arrivare ai 750kg è una vera minaccia e i numerosi segni di brusche frenate sull’asfalto testimoniano che la sua presenza non è poi così improbabile. Proseguendo il viaggio attraversiamo il confine tra Svezia e Finlandia attraverso Haparanda e Tornio, cittadine unite dalla comune storia ma separate solamente dalla linea di confine (in entrambi i centri accettano sia l’euro sia la corona svedese). Entrati in Finlandia ci si accorge di come il paesaggio muti, le ampie e immense foreste svedesi lasciano il posto ad una vegetazione sempre più rada composta da alberi sempre più bassi che presto scompariranno per lasciare definitivamente il posto a muschi e licheni nella famosa tundra. L’immensa Russia è più vicina di quanto si creda, in più occasioni incontriamo cartelli stradali con indicazioni in cirillico e la famosa base di sottomarini nucleari russi a Polyarnyy non è poi così lontana. Le ore di luce sono sempre maggiori e nelle giornate di sereno non si smetterebbe mai di viaggiare come inebetiti dal continuo susseguirsi di panorami così simili ma al contempo così diversi. La sosta a 5 km a nord di Rovaniemi è d’obbligo, per il piacere di tornare bambino incontrando Babbo Natale o anche solo per spedire una cartolina dall’ufficio postale dove alcuni “elfi” lavorano ordinando le letterine che i bambini di tutto il mondo lì inviano. Proseguiamo seguendo la strada principale che ci porta ad Ivalo, centro dell’arida regione Inari, dove, conversando piacevolmente con alcuni locali (hanno un ottima conoscenza dell’inglese) assaggiamo alcune specialità davvero squisite, su tutte la renna. Pernottando in albergo non si può e non si deve rinunciare ad usufruire dei benefici derivanti da una vera sauna, spesso praticata in maniera leggermente diversa nei tre stati scandinavi. Continuando a salire verso nord si entra definitivamente in Lapponia e qui si scorgono i primi insediamenti sami, spesso solo di interesse turistico ma meritevoli di essere ammirati specie per i souvenir offerti. L’ingresso in Norvegia attraverso la regione del Finmark è abbastanza evidente pur non essendoci il cartello segnante il confine, lo si deduce dal mutare del nastro asfaltato che incomincia a ingobbirsi facendo percorrere al viaggiatore un continuo saliscendi dovuto alla catena montuosa che attraversa da nord a sud tutta la Norvegia. Giunti a questo punto il profumo del traguardo e quanto mai vicino ma lo sono anche le renne che con molta nonchalance si cimentano in attraversamenti della carreggiata, costringendo spesso e volentieri ad improvvise frenate. Percorrendo la E06 si sale affrontando la strada costiera dove si possono ammirare numerose strutture per l’essiccazione all’aria aperta dello stoccafisso. A Nord Kapp abbiamo pernottato in una tipica hytte, piccola casetta in legno, simile per l’uso, ma ben più curata del ben più conosciuto bungalow. Il famoso sole di mezzanotte, a causa di un meteo inclemente che a quelle latitudini risulta essere più una costante che una variabile, siamo riusciti ad osservarlo solamente più a sud, ad Alta e di certo non perde il suo magico fascino. La strada in Norvegia per un motociclista assume un fascino doppiamente interessante, per il piacere di guida dovuto ad una serie interminabile di curve e per degli entusiasmanti scorci sui fiordi che obbligano alla sosta per una contemplazione completa ed appagante. Durante il viaggio non si può non assaggiare i numerosi prodotti tipici offerti, spesso il medesimo piatto è presentato con soluzioni diverse a seconda della regione che si attraversa. Tromso è una piccola cittadina portuale molto graziosa e grazie alla seppur ormai fievole corrente del golfo la temperatura è mite e ciò permette una fioritura della vita non riscontrabile in altre zone alla stessa latitudine. Prenotando per tempo è possibile imbarcarsi sui traghetti postali della Hurtigruten, che seguendo le vecchie rotte costiere permettono la visione dei fiordi dal mare arrivando fino a Bergen. Tornando verso casa si riattraversa il circolo polare artico, poco prima di scendere a Moo i Rana, dove si può acquistare l’attestato che dimostra il proprio passaggio nel nord. Il senso di tranquillità e la serenità che si prova nel visitare questi luoghi non abbandonano il viaggiatore neanche all’approssimarsi dei grossi centri abitativi, piacevoli da visitare anche per una disposizione non dispersiva delle principali attrazioni. Oslo è una capitale a misura d’uomo, dove è possibile ammirare il celebre “urlo” di Munch alla Galleria Nazionale (Nasjonalmuseet), nelle cui vicinanze, in una piccola torrefazione, si può gustare un caffè degno di questo nome, visitare i numerosi musei, alcuni dei quali dedicati ai vichinghi, l’opera house, palazzo reale e molto altro ancora. Il nostro viaggio di ritorno prosegue via mare, con l’imbarco sul traghetto che ci porterà in Danimarca, a Copenaghen. Arriviamo nella capitale danese al mattino e nei giorni immediatamente successivi alla conclusione degli esami da parte degli studenti, è così che scopriamo l’usanza di questi giovani, con il cappello da marinaio in testa, nel girare la città a bordo di camion scoperti, urlando la loro gioia per la chiusura dell’anno scolastico, il tutto contornato da fiumi di birra. Parzialmente più ricca di monumenti storici che d’opere moderne, Copenaghen si fa ricordare senz’altro per la sua famosa “sirenetta”, ma anche per la sua somiglianza nella zona del vecchio porto con l’olandese Amsterdam. Triste, ma al contempo inevitabile è l’approssimarsi della fine del viaggio con il suo ritorno alla caotica ma irrinunciabile Italia, consapevole che un viaggio come questo si ricorda per tutta la vita specialmente se coincide con il viaggio di nozze.


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