I berberi pastori e guerrieri tra il deserto e il mare
Il giorno seguente abbiamo visitato un antichissimo villaggio berbero a soli 10 kilometri da Timgad, il suo nome è un pò difficile ma grazioso, si chiama IIcchoukane. Qui si trovano dei monumenti megalitici di forma circolare caratteristichi di questa zona. La nostra terza tappa è stata El Kantara, da qui cambia nuovamente l’aspetto del paesaggio, si lasciano le montagne per avvicinarsi al deserto, al grande Sahara, chi è che non subisce il fascino e il mistero del deserto, le sue infinite dune, le notti stellate, le tende dei nomadi, le loro usanze, noi siamo arrivati ad El Kantara immaginando già il deserto, vedendo le prime palme, attraversando gole terribili e pittoresche. La guida ci ha portato a visitare una fabbrica di ceramica, abbiamo assistito alla lavorazione di vasi, piatti e bicchieri e non ho potuto resistere ad acquistare quegli oggetti dai colori meravigliosi per me e per alcuni parenti e amici. Il villaggio era quasi vuoto, ho incontrato soltanto qualche anziano e una signora con un agnellino in mano vestita con gli abiti tradizionali berberi colorati e allegri!
Ultima tappa l’oasi di Biskra
E’ una delle più belle oasi dell’Algeria, i romani la chiamavano Vescera, apprezzandola per il suo clima dolce e mite, una dele attrazioni più famose della città è il palmeto, migliaia palme da dattero chiamato dito di luce per la sua bontà. Siamo saliti sul forte turco dove abbiamo potuto ammirare un paesaggio splendido sia sulla vecchia Biskra che sui villaggi vicini. Una bellissima gita, piena di emozioni e ricordi! Il nostro viaggio è finito, si ritorna a Roma, ma prima si assiste ad una festa tradizionale berbera, con musiche, danze, cibi e ospitalità, berbera… avete mai assistito ad un matrimonio berbero? Io si, al mio, ma questa è un altra storia…