TURCHIA bus
Istanbul, conosciuta come Bisanzio e Costantinopoli, si trova all’ingresso occidentale del Bosforo, lo stretto che separa il Mar di Marmara dal Mar Nero, al crocevia delle strade che collegano l’Europa all’Asia.
Ebbene, non sono approdata alle banchine del Corno d’Oro come i mercanti veneziani descritti nel Milione di Marco Polo e nemmeno con l’Orient Express su cui viaggiava Agatha Christie, ma con un aereo Alitalia e successivo trasferimento in autobus per tutto il tour.
Prima città della fede cristiana ed ultimo rifugio della cultura antica, fu un anello indispensabile tra la storia della civiltà greco-latina e il mondo arabo-musulmano.
Come all’epoca le mura di Teodosio non erano sufficienti a contenere tutta la popolazione bizantina e i numerosi stranieri, così oggi la città di Istanbul è estesissima, sorgono interi quartieri moderni molto lontani dal centro della città in continua espansione per il crescente aumento di immigrati dall’est.
La repubblica turca si sta rapidamente modernizzando, con un governo laico che guarda all’Occidente e sostiene una solida economia basata sulla libera concorrenza.
Nel quartiere di Sultanahmet si trova la città vecchia con la Moschea Blu con i suoi 6 alti minareti; il Palazzo Topkapi (da visitare le sale del tesoro tanto ambite dai ladri del film Topkapi, che ospitano un diamante da 86 carati e il pugnale con tre grandi smeraldi), Santa Sofia (di spettacolare grandezza e ricca in decorazioni in mosaico) e nelle vicinanze la Cisterna sotterranea (un serbatoio bizantino con innumerevoli colonne di suggestivo effetto scenico).
Procedendo verso il quartiere Beyazit, ci si puo’ addentrare nel Gran Bazar che assomiglia piu’ ad un passage couvert parigino che ad un souk marocchino: è un mercato coperto con 4000 botteghe di argenti, antiquariato, ceramiche, cuioio e pelli, tappeti, pipe e gioielli. Se si riesce ad uscire da questo labirinto di viuzze, si giunge al Mercato delle Spezie, una vera gioia per l’olfatto. Siamo nel quartiere di Eminonu, da cui parte il Ponte di Galata, che come quello di Ataturk congiunge la Istanbul “storica” a quella piu’ “moderna” (Beyoglu) dove domina la Torre di Galata, oggi trasformata in ristorante panoramico. Qui si puo’ percorrere Istikal Caddesi, l’elegante Rue de Péra, con eleganti edifici di alcuni consolati, librerie, pasticcerie (dove scegliere il lokum perfetto, ossia una gelatina fatta di amido e acqua di rosa spesso con pistacchi e spruzzato di cocco), passaggi coperti (merita una visita quello dei fiori: Cicek Pasaji), e gli immancabili locali in cui gustare un kebap.
Purtroppo senza aver avuto il tempo di rilassarsi in un hamam, di fare una crociera sul Bosforo, partiamo per la Cappadocia.
Arriviamo ad Ankara di sera; la capitale si estende su sette colline, parte delle quali coperte da abitazioni abusive, come avviene per tante altre città turche, ormai integrate nel catasto urbano. Nel cuore della città troneggia la statua equestre di Ataturk, il padre della Turchia moderna, molto amato dai Turchi. Nel complesso questa città non offre grandi attrattive, eccetto il Museo Archeologico.
Ci dirigiamo così verso sud-est arrivando ad un paesaggio quasi lunare, ricco di forme tufacee simili a giganteschi coni arrotondati, spruzzati di neve; l’atmosfera è surreale.
Visitiamo la città sotterranea nei pressi di Nevsehir, davvero impressionante il dedalo di cunicoli sotterranei, da non entrare chi soffre di claustrofobia… Arriviamo quindi alla Valle di Goreme, con le sue chiese rupestri e gli affreschi davvero singolari in esse contenuti.
Proseguiamo per la Valle di Zelve, la cui parte iniziale prende il nome di “camini delle fate”, in cui questi enormi “funghi chiodini di lava” dalle forme falliche erano un tempo abitati dagli eremiti (da qui il nome di Valle dei Monaci). Al tramonto il panorama è davvero suggestivo! Viaggiamo per circa 600 km su strade ghiacciate in un paesaggio brullo e desertico fino a raggiungere Konya, antica capitale selgiuchide che ospita il Mausoleo di Mevlana, poeta e mistico, ispiratore dei dervisci danzanti; purtroppo non ho avuto l’opportunità di assistere ai loro tournements ipnotici.
Man mano che ci avviciniamo al Mar Egeo il paesaggio assume una connotazione quasi mediterranea (pini marini, ulivi, alberi da frutta) e le distese di grano cedono il posto alle piantagioni di cotone. Arriviamo a Pamukkale (letteralmente “castello di cotone”) dove visitiamo le terrazze di travertino formatesi dalle sorgenti di acqua tiepida ad altissima concentrazione calcarea, che ha creato piscine naturali lungo i fianchi della montagna, usate dagli antichi per scopi curativi. Sulla sommità si trova la necropoli di Hierapolis.
Non potevamo non visitare la città della dea dell’eros, Aphrodisias, con il teatro dalle gradinate ben conservate e lo stadio dalla capienza di 30.000 spettatori! Prosegue il viaggio archeologico, visitando alcuni dei piu’ famosi siti classici della cultura ellenica ed ellenistica: Efeso, Pergamo,Troia.
Efeso è la città antica che si conserva nel miglior stato, dove è possibile comprendere la vita di Roma a quell’epoca; la via dei Cureti (sacerdoti della dea Artemide) è una strada scenografica dove si trovavano gli edifici pubblici nevralgici per l’amministrazione della città; al termine della via funge da sfondo la splendida Biblioteca di Celso, superata la quale la strada diventa Via dei Marmi con le numerose botteghe e al termine ecco il teatro, eccezionalmente ben conservato con 66 ordini di gradinate per 25.000 spettatori.
Efeso è anche un luogo sacro alla cristianità: una leggenda vuole che La Vergine Maria, accompagnata da San Paolo, fosse vissuta qui nell’ultima parte della sua vita (è visitabile la casa).
Un’altra città, faro di cultura in tutto l’evo antico è Pergamo, dove nacque la pergamena (che sostituì i papiri, in seguito all’”embargo egiziano”); cio’ che dà maggiore emozione è il teatro, scavato sulle pendici della montagna, ripidissimo, sconsigliato a chi soffre di vertigini! E per finire, abbiamo visitato il mito Omerico di Troia: l’area degli scavi archeologici è preceduta dal famoso cavallo, un po’ kitsch (migliore la riproduzione che c’è sul lungomare di Canakkale, utilizzata per il film “Troy”). Cio’ che resta delle epiche mura è ben poco così come il resto dell’antico splendore.
Ci godiamo uno splendido tramonto tra le rovine in un’atmosfera quasi bucolica, non fosse per il freddo pungente… Siamo alla fine del viaggio, sul traghetto attraverso lo Stretto dei Dardanelli, ci allontaniamo dall’Asia per riavvicinarci all’Europa.
Gùle gùle Istanbul !