Trieste e Venezia, due città accomunate dal mare

Long weekend (fuori porta) per un ritorno in luoghi rimasti nel cuore
Scritto da: Enzo Battaggia
trieste e venezia, due città accomunate dal mare
Partenza il: 14/10/2016
Ritorno il: 17/10/2016
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €

LUOGHI DI MARE VISITATI IN OTTOBRE

Ottobre per noi è mese di week-end fuori porta e allora….partiamo. Abbiamo deciso di fare questo viaggio con grande desiderio di trascorrere tre giorni nuovamente nei luoghi conosciuti diversi anni addietro.

La destinazione del primo giorno è Trieste. Arriviamo a Duino di buon’ora e subito notiamo il suo castello dal colore giallo che ben s’intona con i colori delle foglie d’autunno, costruito su uno sperone roccioso e quasi di fronte ad esso, i resti del primo vecchio maniero. Prima di entrare a visitarlo, decidiamo di percorrere il sentiero Rilke dedicato al poeta cecoslovacco Rainer Maria Rilke che qui soggiornò all’inizio del ‘900. Da Duino arriviamo a Sistiana in un’ora circa ed è una passeggiata molto spettacolare con le falesie scolpite dal vento a picco sul mare e i raggi del sole che si riflettono sull’acqua calma. La vegetazione è rigogliosa e fitta, sembra di essere in un ambiente mediterraneo come dimostrato dalle numerosissime piante di capperi.

Arriviamo alla baia di Sistiana dove le imbarcazioni ormeggiate sono numerose e, dopo una sosta per il caffè, facciamo con piacere il percorso inverso per arrivare al punto di partenza.

E’ arrivato il momento di visitare il castello, struttura privata ma aperta al pubblico. Passiamo per numerosissime stanze e saloni arredate in modo sontuoso, ammiriamo la splendida scala del Palladio. Il suo parco presenta aiuole curatissime zeppe di fiori di ogni tipo, vialetti con statue e reperti archeologici, laghetti con i fiori di ninfee.

Saliamo in auto e percorriamo circa tredici chilometri per arrivare ad un altro castello, quello di Miramare situato sul promontorio di Grignano. Bianco, elegante, spettacolare, fatto costruire da Massimiliano D’Asburgo nel 1855 (inizio lavori) con saloni sfarzosi e con il suo grandissimo parco con piante esotiche di tante specie.

E’ arrivata l’ora di pranzo e decidiamo di andare a Sagrado all’agriturismo Milic dove pernottiamo e ceniamo, posto sulle colline carsiche, aperto dal venerdì alla domenica. Qui si possono gustare ancora piatti preparati secondo la tradizione triestina.

Al pomeriggio ritorniamo in centro città e vogliamo vedere la grande piazza dell’Unità d’Italia protesa verso il mare. Notevoli sono i suoi possenti palazzi posti intorno e i suoi numerosi caffè come il Caffè degli Specchi da cui ammiriamo, seduti e con il sole ottobrino che ancora ci riscalda, la bellezza di questa piazza detta anche dai triestini e a gran ragione, salotto di Trieste.

Dopo aver visitato altri luoghi interessanti come piazza della Borsa e via XX settembre con i loro eleganti negozi e il quartiere ebraico con i molteplici negozietti di antiquariato, decidiamo in lasciare all’imbrunire la città non senza aver fatto una passeggiata sul molo audace lungo più di 200 metri e dove assistiamo a un tramonto indimenticabile.

Il mattino dopo eccoci a Muggia, cittadina istriana situata prima del confine con la Slovenia e posta di fronte Trieste, località dall’impronta veneziana per essere stata sotto il dominio dei veneziani nel 1400 e le sue calli, piazzette e imbarcazioni lo dimostrano. Interessante da visitare è la Basilica di Muggia Vecchia del IX SEC., il castello, il Duomo e il palazzo comunale.

Ci sediamo in un piccolo caffè e intanto che aspettiamo quanto ordinato, nell’aria si sente un piacevolissimo “profumo” di pesce fritto proveniente dalle innumerevoli trattorie-ristoranti situate nei dintorni.

Nel primo pomeriggio eccoci nuovamente a Trieste in piazza Oberdan in attesa di salire sul tram per Villa Opcina. Questo centenario mezzo di trasporto ancora con i sedili di legno che arriva al capolinea dopo circa cinque chilometri, attraversa la montagna carsica e da cui possiamo ammirare e fotografare splendidi scorci sulla città e sul suo golfo.

Ritorniamo stanchi ma contenti come la sera prima, all’azienda agricola Bibic per il meritato riposo non prima di aver fatto una succulenta cena nella stessa struttura.

Il terzo giorno prendiamo la strada del ritorno non per far rientro nella nostra abitazione, ma

Bensì per trascorre un’altra giornata a visitare… Burano e Torcello.

Per chi proviene da nord-est, arrivare in queste due isole è comodissimo senza passare per Venezia.

Infatti, arriviamo a Jesolo paese e poi prendiamo per Cavallino-Treporti. A Treporti il terminal è ampissimo e li parcheggiamo la macchina facilmente. Saliamo poco dopo sul vaporetto e quando vediamo in lontananza Burano, la prima cosa che ci colpisce è il campanile pendente che sembra stia per cadere da un momento all’altro e le sue caratteristiche case colorate di giallo, rosa, verde, azzurro, colori tipici delle abitazioni dei posti di mare.

Usciti dall’imbarcadero, è tutto un susseguirsi di tipici negozietti che espongono soprattutto i merletti fatti a mano (quasi tutti) dalle abitanti del luogo e il Museo del merletto ne è testimonianza. Quest’arte sorse nel XVI secolo quando le “buranelle” in attesa dei loro mariti dal rientro dalla pesca in alto mare che si protraeva per giorni e giorni, ingannavano il tempo in questa maniera.

Stranamente non ci sono tanti turisti nelle calli e così assaporiamo meglio l’atmosfera magica che qui regna. Le imbarcazioni nel canale passano silenziose, qualche ragazzino gioca a pallone nel campo davanti la basilica, la biancheria stesa sui fili posti fuori dai balconi dà un’ulteriore pennellata di colore all’isola, tutto è tranquillo. Quando entriamo nella Chiesa di S. Martino (secolo XVII) rimaniamo affascinati nel vedere la sua bellezza. Infatti, presenta interessanti dipinti tra cui la Crocefissione del Tiepolo del 1725 e l’adorazione dei pastori di Fontebasso del 1732.

Di fronte la chiesa si trova il Palazzo del Podestà con la scuola dei merletti e relativo museo, dove, se si ha fortuna, si possono vedere le signore che danno dimostrazione di come sanno creare delle vere opere d’arte.

Ci spostiamo verso la fine del canale che attraversa l’isola e arriviamo in un punto in cui si può vedere la laguna di Venezia tutta luccicante per merito del sole che riflette i suoi raggi.

Acquistiamo in un panetteria-pasticceria i bussolà, tipici biscotti del posto fatti a ciambella o a “esse” dai semplici ingredienti che in passato erano preparati durante il periodo pasquale e che potevano (possono) durare per molti mesi mantenendosi sempre gustosi e friabili.

Per pranzo, le trattorie non mancano di servire le “sardee in saor” (sarde, cipolla, aceto, uvetta) e i “bigoli in salsa” (spaghetti conditi con salsa di acciughe), piatti classici della cucina veneziana e noi decidiamo di andare al “Il gato nero” dove gustiamo con enorme piacere i tagliolini di “granzeola” e tanti altri piatti prelibati.

Lasciamo Burano con rimpianto e sicuramente non potremo dimenticare il suo calore, la sua semplicità, il piacevolissimo dialetto dei suoi abitanti, i gabbiani che ci sfioravano le teste.

Saliamo sul vaporetto che porta a Torcello e dopo cinque minuti scendiamo in questa piccola isola posta all’estremo nord della laguna veneta.

Percorriamo una stradina che costeggia il canale interno e subito abbiamo l’impressione di essere arrivati su un’isola di agricoltori, perché le poche abitazioni che ci sono lungo questo percorso hanno l’orto e qualche animale, l’importanza storica sembra essere svanita.

Tutto questo cambia appena vediamo il cosiddetto “ponte del diavolo”, conosciuto soprattutto per essere una dei pochi ponti senza parapetti.

Proseguiamo il nostro cammino ed abbiamo sempre di più la sensazione di essere giunti in un posto ancora più tranquillo di Burano, lontano dai rumori del quotidiano, silenzioso. Ecco che appaiano i resti di colonne, sculture, ceramiche, la Chiesa romanica di Santa Fosca del XII con il portico e di fianco, l’imponente Cattedrale di Santa Maria Assunta (VII-XI sec.) più volte restaurata con la possente torre campanaria.

L’interno della Cattedrale (stile bizantino) è a tre navate con colonne in marmo e interessantissimo è il dipinto che rappresenta la Vergine con i dodici apostoli e il mosaico raffigurante il Giudizio universale situato sopra il muro della porta d’ingresso.

Il sole sta tramontando e sopra la laguna si sta alzando una leggera nebbiolina.

I pochi commercianti con i loro banchetti cominciano a ritirare gli articoli esposti, i lampioni nella calle si sono accesi, improvvisamente tutto intorno è ovattato. Camminiamo contenti verso l’imbarcadero e mentre stiamo per svoltare, ecco che da una finestra di una semplice casa rimasta aperta, ci giunge ancora una volta un indimenticabile odore di pesce fritto.

Arriviamo a Treporti e ci dirigiamo verso l’hotel Corso situato a Jesolo, dove dormiremo, appagati per aver visitato località emozionanti ed intriganti, che rimarranno sempre nei nostri cuori.

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Torcello

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dal sentiero Rilke

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Castello di Duino

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