Tour della Sicilia in auto
Sicilia, un pezzo di cuore resta sempre là…
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Affascinati dal giro dell’anno scorso, anche quest’anno io e mia moglie abbiamo deciso di tornare a fare un tour della Sicilia. Ci siamo concentrati su alcune delle zone che avevamo sorvolato, o visto molto velocemente: la parte nord-occidentale, ed in particolare il Trapanese, e quella sud-orientale del barocco (e di Montalbano). Per il viaggio ci siamo affidati ancora al traghetto GNV Genova-Palermo, per poter poi essere liberi di scorrazzare con la nostra auto piuttosto che prenderne una a noleggio. Costo 535€ a/r durata del viaggio 21h.
Il viaggio ha toccato: Palermo (il primo e l’ultimo giorno), la Riserva dello Zingaro, Erice, Segesta, Trapani e le Egadi, Marsala, Mozia, Nubia e le saline, Mazara del Vallo, Selinunte (e le spiagge di Triscina e Marinella), Modica, Scicli, il castello di Donnafugata e dulcis in fundo Noto.
Tour della Sicilia – Giorno 1 – Palermo
A Palermo eravamo già stati l’anno scorso, quindi abbiamo visitato dei posti non visti: le Catacombe dei Cappuccini, che se si è abbastanza in forma si possono raggiungere a piedi da Piazza Indipendenza in 15 minuti; noi abbiamo aspettato prima un fantomatico autobus 124 e poi un 327, infine rassegnati ci siamo fatti pelare da una delle apette che girano in cerca di gonzi. Qui devo per forza aprire la prima parentesi. Non ci vorrebbe molto a mettere alle fermate degli autobus gli orari. E non ci vorrebbe molto, nei punti di informazione, specialmente vicino a Palazzo dei Normanni dove passano quasi tutti i bus, mettere degli addetti più informati e amichevoli. Ma sospetto che il tutto sia tenuto così proprio per mantenere quell’economia semi-sommersa che altrimenti non avrebbe sbocchi. Le Catacombe, con la incredibile mummia (è proprio il caso di chiamarla così) della piccola Rosalia Lombardo, secondo me devono essere visitate. Secondo mia moglie, più sensibile, no. A parte la curiosità scientifica del vedere questi scheletri scarnificati e vestiti, bisogna anche considerare l’aspetto sociale: i corridoi che separano, anche in morte, le varie categorie: professionisti, preti, commercianti, vergini consacrate… ma alla fine tutti scheletri diventiamo, c’è poco da fare.
Poi siamo andati al Monte Pellegrino. Lo so, saremmo potuti andare in macchina, ma l’avevo messa in garage senza nessuna voglia di guidare per Palermo: così con la medesima apetta ci siamo fatti portare fino alla grotta di Santa Rosalia. Strada panoramica, belvedere, luogo suggestivo dove si sentono vibrare secoli di fede collettiva. Una volta usciti, non potrete non ammirare i resti dei picnic lasciati forse come ex-voto alla Santa. Seconda parentesi, e riprendo quanto detto l’anno scorso: alcune persone non amano la propria terra. Altrimenti non la tratterebbero come la trattano. L’autista ci consiglia per cena il ristorante di un “cuggino”: per tutto il viaggio avremo l’impressione di un grande “cuggino” che sovrintende a tutto. Abbiamo altri programmi, e decliniamo.
Ci facciamo portare a Piazza Marina con il magnifico Ficus magnolioides, e dopo un buon panino al bar Cioccolateria Lorenzo tenuto da dei ragazzi gentilissimi ci rechiamo a visitare Palazzo Chiaramonte-Steri, ex sede del tribunale dell’Inquisizione. La visita all’interno è guidata, ed è un bene perché la ragazza spiega tutta la storia e ci fa rivivere i tormenti che dovevano patire i carcerati in quelle celle, dove gli antichi disegni e scritte sono stati di recente riportati alla luce. Un pezzo della dominazione spagnola che va riscoperto. Tra l’altro questo palazzo ospita lo stupendo quadro “Vucciria” di Renato Guttuso: per la verità ora c’è solo la copia, perché l’originale è al padiglione Sicilia dell’Expo di Milano. Sentire questo mi ha fatto venir voglia di andare all’Expo, dal quale finora mi sono tenuto alla larga. A proposito di Vucciria, abbiamo fatto un giro nel famoso mercato, ma la sensazione è stata un po’ di abbandono, evidentemente è vero quello che ci era stato detto, che ormai l’unico mercato rimasto è Ballarò, alla Vucciria non c’è più niente.
Ci dirigiamo poi verso la Chiesa di San Domenico, in Via Roma, ma è destino che non si riesca a visitarla. L’anno scorso non ce l’avevamo fatta, stamattina c’era un funerale. Chiude alle 13, quindi un po’ delusi “ripieghiamo” verso l’Oratorio di San Domenico. L’ignoranza è una brutta bestia, diceva mia nonna: dico solo che se non fossimo andati avremmo commesso un delitto: è una meraviglia del barocco, con gli abbacinanti stucchi del Serpotta che, inframmezzati alle grandi tele di pittori locali, ammaliano i visitatori. Pieni di stupore (e un po’ anche di vergogna), ci dirigiamo allora verso l’Oratorio di Santa Cita, l’altro gioiello da non perdere. A differenza dell’Oratorio qui ci sono solo stucchi, senza quadri, ma è altrettanto bello.
A cena andiamo da Flam, un bel ristorante nei pressi di Piazza Marina, cucina siciliana rivisitata, ambiente molto piacevole. Consigliato.
Tour della Sicilia – Giorno 2 – Riserva dello Zingaro
La Riserva dello Zingaro è un’oasi naturale, protetta, alla quale si accede solo a piedi dai due lati: o da San Vito lo Capo, o da Scopello. Si lascia la macchina, e ci si avventura alla scoperta delle meravigliose calette. Cari TpC, munitevi di tanta acqua, almeno due litri a testa, perché una volta entrati non troverete né bar né luoghi di ristoro. Credo che un buon modo per suicidarsi in agosto sia quello di tentare l’attraversata da lato a lato; se avete di queste mire vi consiglio di non portare neanche il cappello, perché non ci sono alberi. Per riposarsi ci sono dei piccoli musei lungo la strada, alcuni attrezzati con bagni. Fermatevi a parlare con i sorveglianti, a loro farà piacere e voi imparerete tante cose belle. È inutile dire che ci sono degli scorci meravigliosi; per ammirare la flora però bisognerebbe visitare la riserva in gennaio-febbraio, ora è tutto brullo. D’estate come prevedibile le stupende calette sono prese d’assalto, ma nonostante questo non perdetevi d’animo ed arrivate comunque muniti di costume. È brutto arrivare lì morti di caldo e avere sotto solo le mutande, come noi.
Stremati ci dirigiamo all’albergo, Hotel Ciuri di Badia a Buseto Palizzolo. Dopo esserci sistemati e rinfrescati, ci dirigiamo per cena a Castellammare del Golfo, a una ventina di chilometri. La strada non è bellissima, e di notte molto buia. Castellammare è molto vivo, ci sono molti locali ed un lungomare per passeggiare, anche se non lunghissimo; il problema è parcheggiare, consigliamo di arrivare presto. Mangiamo in un bel ristorante, l’Egesta, pesce ottimo e abbondante. 30€ a testa, consigliato.
Tour della Sicilia – Giorno 3 – Erice
La giornata è dedicata alla visita di Erice, città museo, dove eravamo stati quasi quindici anni fa con una gita organizzata che non ci aveva permesso di vedere praticamente nulla, ed inoltre recentemente sono stati aperti tanti siti che all’epoca non erano visitabili. Ci siamo quindi rifatti abbondantemente, girando praticamente tutta la cittadina; in particolare c’è un intelligente itinerario delle chiese, dove si paga un biglietto per visitare i cinque punti di maggior interesse, e i proventi permettono di rendere fruibili anche le altre. I pezzi forti naturalmente sono la Chiesa Madre e il Campanile, ma tutta la cittadina è stata rimessa a posto magnificamente. Siamo andati in funivia, da Trapani; la consiglio per la vista su Trapani e sul mare.
C’è vento di scirocco e questo purtroppo ispira i piromani. Tutto il giorno Canadair ed elicotteri fanno la spola dal mare per spegnere i focolai di incendio, alcuni dei quali sono arrivati fino alle case. Non ho elementi per confermare che le fiamme siano alimentate dagli stessi che poi sono incaricati della ri-piantumazione, come dice qualcuno del posto: certo che se così fosse sarebbe doppiamente grave. Mangiamo ovviamente le famose genovesi in una delle migliori pasticcerie, l’Antica Pasticceria del Convento.
A sera dopo esserci cambiati cerchiamo di andare a Scopello, per scoprire che il paese non è sul mare e non trovare il ristorante che cercavamo; tentiamo di nuovo a Castellammare, ma trovare parcheggio è un incubo. Ormai affranti torniamo a Buseto Palizzolo e andiamo nel ristorante più vicino, la Trattoria Peppe e Nino, dove prendiamo un cus cus di pesce e una busiata melanzane e spada. Servizio lentissimo, ma tanto in giro non c’è niente da vedere. 15€ a testa, non male se si ha pazienza.
Tour della Sicilia – Giorno 4 – Mozia, Nubia, Marsala
Visita all’Isola di Mozia, alla quale si accede con un traghettino; consigliamo una volta arrivati di fare la visita guidata, perché solo così si può gustare appieno la storia e la particolarità di quest’isola. La guida, appassionata botanica, ci invita a tornare in primavera, per le fioriture che effettivamente devono essere spettacolose; ci illustra la storia dell’isola e della Sicilia, ci racconta poesie, ci mostra la bellissima statua posta nel museo Whitaker, il Giovane di Mozia, davvero meravigliosa.
Tornati a terra, si potrebbe fare la visita al mulino e alle saline, ma la guida ci aveva consigliato di andare invece a Nubia al museo del sale, secondo lei molto migliore. In realtà lì siamo rimasti delusi: il museo del sale è posto nel retro di un ristorante; la Torre Nubia, citata dalle guide, è chiusa ed anche questa fa parte di un ristorante; la salina di Calcara, museo parco tematico, è visitabile, ma non c’è visita guidata, si viene solo accompagnati in auto fino all’ingresso; devo dire che anche la visita alle saline alle 14:30 come abbiamo fatto noi può essere un bel modo per suicidarsi. Ci abbiamo provato. Sinceramente consiglio di tralasciare questa parte, rimanere all’imbarco per Mozia e visitare lì le saline.
Dopo la sbornia di sole e sale, abbiamo cercato di sborniarci veramente, e ci siamo diretti a Marsala con l’intenzione (almeno mia) di visitare le Cantine Florio. Prima abbiamo gironzolato per il bel centro storico, parcheggiando proprio di fronte a Porta Garibaldi. Rifocillati ci dirigiamo alle Cantine ma, orrore ed errore, nel weekend sono chiuse! Così la mia voglia di marsala rimarrà inesaudita.
In serata torniamo a cena a Castellammare, al ristorante Patio sul lungomare. Non male, ma secondo noi di un livello inferiore all’Egesta (tra l’altro i locali sono di due fratelli… spero che a causa della mia preferenza non litighino).
Tour della Sicilia – Giorno 5 – Segesta e Trapani
In mattinata andiamo a Segesta, anche questo un ritorno. La prima domenica del mese i musei sono gratuiti, quindi l’ingresso non si paga: si paga solo, per chi vuole e lo consiglio vivamente, il pulmino che porta dalla biglietteria al Teatro, molto in alto rispetto al Tempio, 1,50€ a testa. Nella zona del teatro non eravamo stati, e tra l’altro da allora sono stati fatti numerosi scavi, che hanno riportato alla luce anche reperti medievali. Stranamente non sono disponibili visite guidate. In compenso si aggirano parecchi cani randagi, i più disperati dei quali dormono nelle toilette, non scomponendosi minimamente al via vai di gente.
Ci dirigiamo quindi a Trapani, dove prendiamo possesso della nostra stanza al B&B Monile, della famiglia Martinez. Aperto da pochissimo, tutto nuovo. Al pomeriggio decidiamo di fare una mezza giornata di mare. A Trapani le spiagge attrezzate arrivano fino in centro, parcheggiamo l’auto nella centralissima piazza Vittorio Emanuele e andiamo a piedi al Lido Paradiso. Abbastanza caro per gli standard siciliani: 18€ ombrellone e due sdraio. Acqua a sorpresa pulitissima e fredda: dopo un bel bagnetto stavamo quasi per appisolarci, quando inizia l’animazione. Perché uno non se ne può stare bello tranquillo sotto l’ombrellone senza ragazzini che tirano palle, DJ improvvisati ed istruttrici di zumba che fanno sentire un sedentario impiegato una merdaccia? Resistiamo ancora una mezzoretta, e poi via.
A sera commettiamo il più grande errore della nostra vacanza. Decidiamo, prima di recarci a cena al ristorante Tramura, posto appunto sulle mura di tramontana, e dal quale si ammira uno spettacolare tramonto, di farci un aperitivo. A parte scoprire che il Mojito non mi piace, preferisco di gran lunga un semplice prosecco, come si dice spezziamo la fame; ed arrivati al locale, compiamo l’errore di ordinare un antipasto che ci sembra innocuo, lo sfizietto, e due primi. Lo sfizietto in realtà basta per quattro: e quando ci arrivano i primi, che non facciamo in tempo a mandare indietro, siamo già satolli. Mi piange ancora il cuore se ripenso a quei due piatti, il cous cous di pesce e le busiate melanzane e spada, lasciati lì quasi intonsi. Accettate il mio consiglio, cari TpC: ordinate un piatto alla volta in Sicilia, ci metterete un po’ di più ma gusterete sicuramente tutto quello che vi sarà proposto.
Dopo cena lunga passeggiata per le vie di Trapani, che ci è sembrata una bella città ordinata e curata; nel mentre buttiamo un occhio alle offerte per le gite alle isole; così ci accorgiamo che quando diventa tardi, le compagnie che hanno posti liberi mettono in vendita i biglietti last-minute; ne approfittiamo e compriamo il biglietto a 30€ anziché 39 per l’indomani, per la visita a Favignana e Levanzo.
Tour della Sicilia – Giorno 6 – Favignana e Levanzo
Partenza alle 9:30 con la motonave Sandokan per il giro delle isole di Favignana e Levanzo. Come accennavo, ci sono diverse compagnie che propongono questi tour, tutti con lo stesso programma: navigazione per Favignana, bagno in qualche caletta, sosta a Favignana per shopping o altro, pranzo a bordo, rotta per Levanzo con sbarco, sosta per bagno o shopping, ritorno con sosta per bagno. Il ritorno è per le 17:30 circa.
A Favignana si può andare anche con l’aliscafo di linea, secondo me adatto per chi voglia fermarsi qualche ora sull’isola maggiore; tutto sommato il tour fatto in questo modo è stato bello e l’abbiamo goduto. A parte i bagni, fatti nella meravigliosa acqua (alla cala Azzurra però è vietato), è stata bellissima la visita alla Tonnara di Favignana, che siamo riusciti a fare sfruttando il poco tempo disponibile. Una guida bravissima ci ha guidato per la tonnara, raccontandone la storia unita a quella della famiglia Florio, una famiglia veramente romanzesca. La Tonnara è rimasta aperta fino a qualche tempo fa, ma ormai i tempi eroici della trappola della tonnara con la cruenta mattanza erano finiti da tempo, superati ormai dalle disumane tonnare volanti, che pescano in alto mare e non rispettano nemmeno i cicli naturali di riproduzione, e nelle cui rete finiscono non di rado delfini e tartarughe marine.
A Levanzo, vinti dal sole, mangiamo la più buona granitina dell’intera vacanza, si sentiva proprio la scorza del limone.
Il pranzo a bordo è stato ottimo e abbondante: pasta con pesto alla trapanese di cui ho fatto il bis, e pane cunzato. Ogni zona ha il suo pane cunzato, ed in effetti quello mangiato l’anno scorso dai miei amici a Pozzillo era molto diverso!
Tornati a terra, ci prepariamo per la cena, che memori del giorno prima e del resto satolli dal pranzo, facciamo frugalmente al tavolo di uno dei localini del corso con un tagliere di sfiziosità e due bicchieri di vino a cui facciamo seguire cassatina e zibibbo.
Tour della Sicilia – Giorno 7 – Mazara del Vallo e Triscina
Mazara del Vallo è stata una bellissima sorpresa. Grazie all’amministrazione di un sindaco illuminato la città è stata ravvivata e recuperata ed oggi sono visitabili e fruibili monumenti fino a poco tempo fa diroccati: il Teatro Garibaldi, teatro del popolo interamente in legno; la Kasbah riqualificata e resa quasi un’opera d’arte ponendo in tante viuzze delle maioliche con la storia della via stessa; abbiamo visitato la stupenda Chiesa di San Francesco, dove il parroco ancora deplora l’intervento di Garibaldi; la Basilica Cattedrale; ovunque delle persone ci fermavano per chiederci se avessimo visitato anche un altro dei monumenti aperti; uno ci ha accompagnato dalle suore benedettine di clausura di San Michele a comprare i loro dolcetti di pasta di mandorle, e mi sono pentito di averne presi solo per 5€.
E, infine, il museo del Satiro. La collocazione è temporanea, perché il museo vero e proprio è in ristrutturazione; ma del resto il Satiro vale da solo la visita, con la storia del rocambolesco ritrovamento e dei notevoli restauri. Nei pressi la Chiesa di Sant’Ignazio, recuperata anch’essa da poco dopo decenni di incuria.
Mazara ha in progetto, dopo aver riqualificato l’area del porto e dotato la città di un nuovo depuratore, di aprire la spiaggia alla balneazione, realizzando così quella spiaggia in città che sarà senz’altro un motivo in più di interesse. Tra l’altro il sindaco è anche un artista ed ha riempito la città di fioriere coloratissime, alcune disegnate da lui ed altre da altri artisti, che contribuiscono all’impressione di accoglienza generale. Chapeau.
Nel pomeriggio arriviamo a Triscina. Lo dico con chiarezza: a Triscina non c’è niente. Solo casette sul mare, e spiaggia. Nessun albergo, nessuno stabilimento attrezzato. Le vie non hanno nome, ma numero (Via 1, Via 2…) e non c’è un bancomat. Tranquillo, sicuramente; per chi voglia fare due passi la sera, il nulla. Prendiamo un po’ di sole, notando che giustamente la gente arriva in spiaggia dopo le 17; facciamo un bagno nella bella acqua, e ci poniamo il problema della cena. Ci sarà qualche locale? La proprietaria del B&B non sa aiutarci. Ci avviamo sulla strada principale, poco illuminata e dotata di striminziti (quando ci sono) marciapiedi, cercando un ristorante visto su Tripadvisor, e ci imbattiamo invece nella Cozzeria al Piano Bar. Entriamo, e credo di poter affermare che è l’unico motivo per il quale tornerei a Triscina. Abbiamo mangiato lì tutte e due le sere, pesce fresco e ottimamente cucinato (cozze che ovviamente la fanno da padrone); prezzi ragionevoli.
Tour della Sicilia – Giorno 8 – Selinunte e Marinella
Mattina visita all’area archeologica di Selinunte. E’ possibile fare da soli, nel senso che i primi templi (tra cui quello E, il meglio conservato) sono a 300 mt dalla biglietteria, mentre all’acropoli si può andare con la propria auto. Noi abbiamo optato per la visita guidato, per cui ai 12€ di ingresso abbiamo aggiunto i 12€ per il trenino elettrico fa fare il giro e 20€ per la guida. La visita è interessante, Selinunte è piena di storia, e l’immaginazione corre a quando questa città era potente e temuta; insomma ancora oggi a distanza di 25 secoli si contende la scena con Segesta.
Poi, incredibile a dirsi, continua la nostra ricerca del bancomat. Nemmeno a Selinunte c’è, e dobbiamo andare fino a Castelvetrano, in un centro commerciale; poi, dato che eravamo lì, arriviamo fino al paese, dove ci sarebbero dei monumenti e soprattutto chiese pregevoli da visitare, ma all’ora in cui siamo arrivati noi (le 14) era tutto chiuso.
Ci facciamo allora un’altra mezza giornata di mare: stavolta però a Marinella, che ha spiagge attrezzate, e dove affittiamo ombrellone e lettini per 6€. Bagnetti, e sul tardi torniamo a Triscina, dove dopo pit-stop al B&B torniamo alla Cozzeria.
Tour della Sicilia – Giorno 9 – Donnafugata e Noto
Lasciata Triscina senza rimpianti, ci dirigiamo verso Noto. La tappa è lunga, e decidiamo di spezzarla fermandoci a visitare il Castello di Donnafugata, set di qualche scena di Montalbano, di cui mia moglie è sfegatata fan. Il luogo è in effetti suggestivo, compreso il bel giardino; gli interni sono tenuti bene, del resto il castello non è antichissimo. Foto sulla terrazza dove Montalbano incontra Don Balduccio Sinagra, e via.
A Noto alloggiamo al B&B Castello. È un ex ostello della gioventù, posto in alto; mantiene tutte le caratteristiche dell’ostello, e non lo consiglierei a coppie mature, ma solo a ragazzi o a coppie con figli.
Gironzoliamo un po’ per Noto, che già avevamo visitato l’anno scorso; a cena andiamo all’Emily’s Wine, un tagliere di sfiziosità e del buon vino, 15€ a testa.
Tour della Sicilia – Giorno 10 – Modica e Scicli
Mattina a Modica. Parcheggiamo a Modica Alta, sopra al Duomo di S. Giorgio, ma consiglio ai TpC di parcheggiare invece in basso, molto più comodo. Visitiamo S. Giorgio ed in basso il Duomo di San Pietro; fa molto caldo e quindi prendiamo il trenino turistico, che è lo stesso che gira anche a Ragusa e Scicli, quindi facendo il biglietto si ha diritto a sconti negli altri posti. Assistiamo ad un servizio fotografico di un giovane stilista, Nick Giarra, che ci invita a fotografarci con le sue modelle; acquistiamo ovviamente il cioccolato di Modica e dei dolcetti, tra cui le impanaticchie, nell’Antica Cioccolateria Bonajuto. Quante scale!
Pomeriggio a Scicli. Prendiamo il trenino (con lo sconto), poi andiamo a visitare l’ufficio del sindaco, ovvero lo studio del signori e quistori Bonetti-Alderighi; con lo stesso biglietto si può visitare la chiesa di Santa Teresa ed il palazzo Spadaro con i suoi balconi barocchi. Contenti di esserci immersi nel set naturale di Montalbano, torniamo a Noto.
La sera andiamo a cena in un ottimo ristorante, l’Assiette Baroque, dove mangiamo un tonno in crosta buonissimo. Super consigliato.
Tour della Sicilia – Giorno 11 – Noto
Oggi ci raggiungono i nostri amici Alfio e Grazia, e con loro visitiamo tutte le chiese ed i monumenti di Noto. Segnalo una iniziativa lodevole di turismo religioso: ovvero la visita guidata a San Nicolò, a S. Francesco e alla Chiesa di Montevergini con il Museo delle Confraternite che viene svolta da volontari accreditati, che troverete all’interno delle chiese, ed alle quali si può dare un’offerta libera; inoltre anche nelle altre chiese troverete personale ad accogliervi e spiegarvi brevemente le particolarità.
A pranzo torniamo all’Assiette Baroque con i nostri amici; ci sarebbe piaciuto anche tornare per la cena, il gentilissimo proprietario ci ha consigliato la paella del suo chef valenziano; ma purtroppo il tempo è cambiato e siamo dovuti correre ai ripari.
Un altro giro interessante è quello del Teatro Comunale, della Sala degli Specchi di Palazzo Ducezio e del Museo Civico; così come non si può non visitare Palazzo Nicolaci, sulla via dell’infiorata.
La sera a Noto c’è un gran passeggio, tanta gente si siede sulla scalinata della chiesa di San Nicolò; la dolceria Costanzo è presa d’assalto, noi arrivando presto siamo riusciti a prenderci una cassatina con due bei bicchieri di moscato di Noto.
E la permanenza a Noto finisce qua…
Tour della Sicilia – Giorno 12 – Palermo
Per andare da Noto a Palermo prendiamo l’autostrada per Siracusa, e poi la Catania-Palermo. Devo dire che gallerie così buie come quelle per Siracusa non le avevo ancora viste. Dico io, se non sono illuminate, non potete almeno dare una mano di bianco? Che ci vorrà? Sulla seconda non voglio sparare sulla Croce Rossa. Il pilone è crollato, lo sapete tutti; l’autostrada è interrotta ed ad un certo punto bisogna uscire. Per quale motivo invece di far fare la strada più corta per riprendere l’autostrada facciano finire sulle Madonie, è un altro di quei misteri siciliani che nemmeno Camilleri potrebbe risolvere.
A Palermo, dato che l’imbarco è previsto alle 18, ci fermiamo nei pressi di Piazza Marina; mangiamo in una trattoria nella via vicina al museo delle marionette, che ci propone degli spaghetti “alla grassa”: in realtà alla magra, perché di carne non ce n’era l’ombra.
Ci facciamo a piedi quasi tutta Via Vittorio Emanuele, passando la fontana della Vergogna, l’incrocio dei Quattro Canti ed arrivando fino alla Cattedrale (chiusa). Torniamo indietro a Piazza Bologni, dove ci prendiamo un caffè, e commentando che la piazza sarebbe effettivamente affascinante se recuperata bene e valorizzata, ci accorgiamo dell’attiguo Palazzo Alliata di Villafranca, che decidiamo di visitare. Che piacevole sorpresa! Ben tenuto, contiene dei dipinti interessantissimi, tra cui un Van Dyck; ed uno è stato scelto per rappresentare la Sicilia, ed è ora anch’esso all’Expo di Milano.
Ed è ora di imbarcarsi… questa bella Sicilia, con la sua abbacinante luce e nonostante le sue ombre, affascina sempre ed un pezzetto di cuore rimane là.
Qualche nota sulle sistemazioni
Come basi abbiamo usato Palermo (Hotel Mercure come l’anno scorso, ottimo e d’estate ha prezzi da B&B, buffet di colazione favoloso e comodo sia per il porto che per passeggiare verso il centro), Buseto Palizzolo (Hotel Ciuri di Badia, buono, in posizione strategica per escursioni come abbiamo fatto noi nei dintorni; tenete però presente amici TpC che la sera non c’è niente, quindi anche solo per cenare dovrete prendere l’auto e andare a Castellammare del Golfo _ andateci presto perché il posto auto altrimenti è un miraggio_ o Scopello _ molto meno vivace_ ), Trapani (B&B Il Monile, nuovo, consigliato; per andare in centro ci vuole l’auto ma non c’è problema di parcheggio, in centro a Trapani c’è una piazza grandissima con parcheggi liberi), Triscina di Selinunte (B&B Villa Maricla; questo l’avevamo scelto per la vicinanza all’area archeologica di Selinunte e per fare un po’ di mare però attenzione: la spiaggia non è attrezzata e di sera non c’è niente), Noto (B&B Il Castello, un ostello della gioventù riadattato a b&b, che non consiglierei a coppie diciamo mature).