Palermo, la Sicilia occidentale e Agrigento

Un viaggio attraverso una parte affascinante della Sicilia dove da sempre si fondono natura e cultura
Scritto da: girovaga54
palermo, la sicilia occidentale e agrigento
Partenza il: 05/04/2018
Ritorno il: 13/04/2018
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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Dopo le piogge invernali e il freddo, avevamo voglia di scaldarci un po’ in anticipo. Cosa di più azzeccato di un viaggio in una terra assolata, piena di profumi intensi e di colori squillanti? Un viaggio tra cultura, natura, buon cibo, ottima ospitalità che da Palermo ci conduce prima a Trapani e poi ad Agrigento in un crescendo di emozioni.

Giovedì 05 Aprile

Dopo una clamorosa levataccia, partiamo dall’aeroporto di Fiumicino con il volo RYANAIR FR 4902 delle ore 08:15 per Palermo con circa cinquanta minuti di ritardo. Il volo dura meno di un’ora e, recuperando un po’, prima delle 10:00, siamo all’aeroporto Falcone Borsellino.

Ci investe subito un clima mite mentre ci avviamo alla fermata del bus della compagnia Prestia e Comandè che in un’oretta di tragitto ci conduce in città. Il biglietto costa € 6,00 a persona e si deve acquistare prima di uscire dall’aeroporto. Il bus effettua più fermate a seconda delle esigenze: noi scendiamo di fronte alla Stazione Centrale perché il nostro B&B “Le Stanze al Genio” (www.stanzealgeniobnb.it) è nelle vicinanze.

Anzi, scopriamo che è proprio a due passi, in Via Garibaldi 11 e qui c’è da dire che, arrivati di fronte al portone, abbiamo un momento di panico. Il palazzo ha una facciata un po’ fatiscente, per non parlare del portone e del citofono. Eppure il B&B è recensito benissimo!! Suoniamo un po’ scoraggiati, saliamo le scale titubanti, ma poi…..entriamo in un mondo fantastico. Le Stanze al Genio è infatti innanzitutto un museo, il Museo della Maiolica, gestito dal proprietario Pio Mellina e i suoi collaboratori, che occupa il primo piano del palazzo, mentre il piano superiore è stato destinato a B&B. La particolarità è che le camere sono esse stesse facenti parti del museo, magnificamente adornate con maioliche d’epoca (dal Settecento in poi) fin nel bagno, cura estrema dell’arredamento, un’atmosfera fuori del tempo, sala della colazione altrettanto ricercata: insomma un vero gioiello in una Palermo che, impareremo presto, è proprio caratterizzata da queste contraddizioni. Alle ferite esterne dei suoi edifici e delle sue strade degradate, si oppongono gli interni magnifici dei suoi tanti palazzi nobiliari. Città dai monumenti di valore inestimabile, chiese preziose e teatri famosi, ma anche tanta incuria e tanto abbandono che intristiscono il visitatore.

È quasi mezzogiorno e vogliamo pranzare in centro. Ci avviamo così verso la vicina Piazza della Rivoluzione, in fondo a Via Garibaldi e di lì a poco raggiungiamo il famoso mercato di Ballarò. La confusione è tanta con i motorini che sfrecciano senza tregua. Non ci ispira mangiare qui e quindi proseguiamo in direzione di Piazza Pretoria, completamente occupata dalla bellissima Fontana Pretoria, chiamata dai Palermitani Fontana della Vergogna, per via delle statue nude che la adornano. Attraversiamo l’incrocio dei Quattro Canti e subito troviamo il locale che ci avevano consigliato, Bisso Bistrot, in Via Maqueda 172 e che conferma ampiamente le nostre aspettative: la pasta con le sarde è superlativa, ma ha un unico difetto, le porzioni sono fin troppo abbondanti pur a prezzi più che abbordabili.

Rifocillati, ci caliamo subito nella veste del turista e imbocchiamo l’attiguo Corso Vittorio Emanuele su cui si apre la Chiesa del SS. Salvatore, interessante e riconvertita ora ad auditorium: il biglietto di € 2,50 a persona ci consentirà di avere una riduzione sugli ingressi delle chiese che visiteremo successivamente.

Ripreso il Corso, piacevolmente pedonale, raggiungiamo in breve una meraviglia di Palermo: la Cattedrale, dedicata alla Vergine Assunta. L’ingresso è libero, si paga un biglietto di € 3,00 (€ 2,00 per effetto della riduzione di cui sopra) per la visita della Cripta, delle Tombe Reali degli Altavilla e del Tesoro (che comprende la corona tempestata di gemme di Costanza). L’esterno del complesso è scenografico, sembra di essere in una città andalusa anche per via del giardino antistante ricco di palme.

Ritorniamo poi in Piazza Pretoria per sbucare su Piazza Bellini, attigua, e sulla quale prospettano tre delle chiese più belle e storicamente interessanti di Palermo: iniziamo dapprima con la Chiesa di Santa Caterina di Alessandria, dalla ricchissima decorazione marmorea. Di fronte, si visita la chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, meglio conosciuta come la Chiesa della Martorana, dove abbiamo il primo assaggio dell’arte musiva bizantina da rimanerne incantati. Da ultimo visitiamo la vicina Chiesa di San Cataldo, caratterizzata dalle tre cupolette rosse e di tutt’altro genere. La chiesa, del XII secolo, dall’interno piuttosto austero, è una sintesi di stili architettonici normanni e arabi.

Ci riposiamo un po’ nel B&B e poi usciamo ad esplorare il quartiere: siamo nella Kalsa dove nacquero Falcone e Borsellino. Quartiere sicuramente caratteristico, anche se piuttosto degradato in parecchi punti ma che conserva monumenti insigni, come avremo modo di appurare nei giorni seguenti.

Primo assaggio la Chiesa di S. Maria dell’Itria dei Cocchieri (biglietto € 3,00), edificata alla fine del Cinquecento dalla confraternita dei cocchieri al di sopra di una cripta, utilizzata per ospitare i corpi dei confratelli defunti.

Siamo un po’ stanchi e quindi, accogliendo il consiglio del nostro gestore, ceniamo in un locale di Via Garibaldi 62, POT-CUCINA&BOTTEGA (www.potcucina.it), moderno, gestito da giovani e di buona qualità.

Venerdì 06 Aprile

Stamattina visiteremo il Palazzo dei Normanni con la stupenda Cappella Palatina, sicuramente l’attrattiva turistica più importante della città. Prendiamo il bus 109 alla stazione e scendiamo in Piazza Indipendenza, proprio di fronte all’imponente complesso. Il biglietto di ingresso costa € 12,00 a persona a cui consiglio di aggiungere € 5,00 per l’audioguida. Ne vale sicuramente la pena!

Si visita dapprima la Cappella Palatina, tripudio di oro, indescrivibile!! L’incanto vi rimarrà scolpito negli occhi e nella mente. Si passa poi agli ambienti del Palazzo Reale con le magnifiche Sala dei Venti e Sala di Ruggero, considerata la camera da letto del re Ruggero II, interamente ricoperta di mosaici che in questo caso non rappresentano elementi sacri, ma vegetali e animali di pregevole fattura. Da ultimo si accede anche alla Sala del Consiglio della Regione Sicilia, le cui pareti sono decorate dalle scene delle fatiche di Ercole (Sala di Ercole).

Ancora inebriati da cotanta bellezza, uscendo dal palazzo, subito a destra raggiungiamo la Chiesa di San Giovanni degli Eremiti, sormontata da cinque cupole, in realtà un complesso di mura in rovina circondate da un giardino all’andalusa (palme, agrumi, cactus), testimonianza della fusione tra gli stili arabo e normanno. Il biglietto di ingresso costa € 6,00 a persona che ritengo in questo caso un po’ esagerato.

Percorrendo Via Porta di Castro, da San Giovanni degli Eremiti si arriva direttamente ad un’altra meraviglia di questa bizzarra città: la Chiesa del Gesù, con l’annessa Casa Professa (€ 5,00 il biglietto): consiglio il percorso di visita completo che comprende l’Oratorio del Sabato del Serpotta, la Cripta e la Sacrestia Monumentale.

Si è fatta l’ora di pranzo e decidiamo di provare l’Antica Focacceria S. Francesco (www.anticafocacceria.it), in Piazza S. Francesco d’Assisi, uno dei locali più noti e gettonati di Palermo. Ci accomodiamo all’esterno, sulla piazza, complice una gradevole temperatura, ma pur mangiando bene (le sarde alla beccafico sono da provare), il servizio ci pare estremamente turistico e sommario, considerando i prezzi invece piuttosto alti (il locale in cui abbiamo speso di più). Ma comunque siamo alla fine soddisfatti.

Ritorniamo nel B&B per una sosta, ma prima visitiamo la Chiesa della Santissima Trinità del Cancelliere, detta della Magione, che rimane proprio dietro l’angolo. Antichissima, del 1150 e bellissima, circondata da un profumato giardino. Biglietto € 2,00.

Dopo esserci riposati un po’, ripartiamo per esplorare il quartiere Kalsa che, in mezzo a strade ed edifici estremamente degradati, ospita numerose opere d’arte: la Chiesa di Santa Teresa in Piazza della Kalsa e il Complesso Monumentale di Santa Maria dello Spasimo, veramente interessante anche per la sua storia, avendo nel corso dei secoli cambiato più volte la destinazione d’uso, fino ad essere stato anche un lazzaretto. Raggiungiamo poi il Lungomare e con una piacevole passeggiata, superata la Chiesa di Santa Maria della Catena, arriviamo in Piazza Marina, circondata da palazzi eleganti e occupata al centro dal bel Giardino Garibaldi. Nei pressi, a ridosso della Porta Felice, in Piazza Santo Spirito, scopriamo una piacevole sorpresa: fa capolinea il minibus FREE che percorre in lungo e largo la città, infilandosi anche nei suoi più stretti vicoli. Non ci pare vero!! E Faremo più di una corsa prima di scendere nei pressi di Corso Vittorio perché abbiamo prenotato per cena alla Trattoria ai Normanni, in Piazza della Vittoria 25: ottimo indirizzo, di qualità, pesce freschissimo a prezzi giusti.

Sabato 07 Aprile

Oggi faremo una gita fuori porta, a Monreale, poco distante da Palermo e facilmente raggiungibile con il bus della AST (Azienda Siciliana Trasporti). Prendiamo la corsa delle 08:45 (la frequenza è di circa h 1,15) direttamente al capolinea che si trova nei pressi del piazzale della stazione, quindi vicinissimo al nostro B&B. Il biglietto costa € 3,00 a/r a persona e dopo un tragitto di appena venti minuti siamo già a Monreale. Percorriamo una strada piena di merci colorate, di banchetti che vendono dolci, un gran caos finché ci troviamo di fronte allo spettacolare duomo. L’ingresso è libero al duomo ma è opportuno fare il biglietto di € 8,50 che consente la visita alla Cappella Roaro, al transetto e al Chiostro (consiglio anche qui in aggiunta l’ottima audioguida di € 5,00 per gustare meglio la descrizione degli interni). I quali interni eguagliano quelli della Cappella Palatina, commissionati dalla stessa casata reale (Guglielmo I) ed eseguiti dalle stesse maestranze. Dal punto di vista architettonico, gli elementi normanni, bizantini e classici che si fondono sono considerati il massimo capolavoro Normanno in Sicilia. Non si vorrebbe più venire via, abbagliati da tanto oro. Adiacente alla cattedrale visitiamo il chiostro: trionfo di architettura orientale con le arcate formate da colonnine decorate di mosaici.

Ritorniamo a Palermo con il bus delle 11:30 scendendo però a Piazza Vittoria, occupata da uno splendido giardino (la città è in realtà ricca di bei parchi pubblici) dove ci riposiamo un po’ prima di pranzare in un locale che si trova alle spalle della cattedrale: La Galleria, in Salita Ramirez 2-4. Un locale semplice ma di qualità che ci piace molto. A pochi passi, uscendo, troviamo la fermata del minibus FREE che ci conduce in Piazza Verdi per visitare il Teatro Massimo, accessibile solo con visite guidate di 30 minuti al costo di € 8,00. Il Teatro è uno dei più grandi d’Europa (dopo l’Opéra National di Parigi e la Staatsoper di Vienna) e il più grande edificio lirico in Italia. Ne vale veramente la pena. Passeggiamo fino alla Chiesa di San Domenico dove si può rendere omaggio alla tomba di Giovanni Falcone ed entriamo nella famosa Vucciria: non vediamo l’ora di scappare per il troppo degrado e l’immondizia che invade strade e marciapiedi. Che peccato! E pensare che il mercato è noto in tutto il mondo ritratto nel celebre quadro di Guttuso.

Ci riposiamo un po’ nel B&B rientrando con il solito FREE e poi finiamo il pomeriggio godendoci un bel sole a Villa Giulia, di fronte al Lungomare della Kalsa e adiacente all’Orto Botanico: un giardino recuperato qualche anno fa come vanto per il quartiere, ma che mi è sembrato già un po’ trascurato.

Siamo stanchi e quindi ceniamo di nuovo da POT, di fronte al B&B e poi a nanna.

Domenica 08 Aprile

Anche oggi saremo fuori Palermo e precisamente a Cefalù che raggiungiamo comodamente con il treno delle 09:38. Alle 10:28 siamo già arrivati, dopo un gradevole tragitto lungo la costa. La cittadina ci appare subito interessante, molto vivace nella sua veste domenicale, ma pulita e ordinata, con negozi di qualità. Il Duomo appare all’improvviso, bellissimo, ad occupare tutta la piazzetta su cui si affaccia, quasi addossato alla montagna che fa da sfondo. L’interno, pur appartenendo al ciclo normanno della Cappella Palatina e del Duomo di Monreale, se ne differenzia sia architettonicamente sia per le decorazioni. Ma l’abside centrale è sorprendente con la grande figura del Cristo Pantocratore. L’ingresso è libero, mentre il costo del biglietto per la visita del Chiostro attiguo è di € 6,00. Passeggiamo lungo le vie del centro storico, animatissime, raggiungiamo il lungomare dove ci fermiamo per pranzo da TIVITTI, la versione informale del più rinomato locale di Cefalù che si trova nel centro storico e pur mangiando discretamente, trovo il posto un po’ troppo turistico e anonimo.

Trascorriamo il tempo gironzolando e godendoci la bellezza della rinomata spiaggia di Cefalù e del suo mare blu intenso seduti su una panchina, finché ci incamminiamo verso la stazione per non rischiare di perdere il treno delle 16:38. Sì, perché di domenica e nei giorni festivi parecchi treni sono soppressi, bisogna fare ben attenzione agli orari. Alle 17:30 siamo di nuovo a Palermo e dopo un breve riposo, già pronti per ritornare in centro per questa ultima serata in città. Ne approfittiamo anche per visitare la Chiesa di San Giuseppe dei Teatini che non avevamo ancora visto, all’imbocco del Corso Vittorio Emanuele e ceniamo di nuovo a La Galleria, ammirando l’illuminazione notturna della Cattedrale.

Lunedì 09 Aprile

Oggi lasceremo Palermo alla volta di Trapani. Nonostante tutte le sue contraddizioni, il suo traffico caotico, i suoi cumuli di immondizia accatastati anche accanto ai monumenti più belli, Palermo mi piace. Sarà stato il suo buon cibo, la luce intensa, la percezione di un luogo più orientale che mediterraneo e la cordialità e disponibilità dei suoi abitanti, come del resto è stato in tutti i luoghi che poi abbiamo visitato. E il viaggio continua.

Ritiriamo l’auto a noleggio presso la compagnia Sicily by Car in Via Mariano Stabile, una traversa della lunghissima Via Roma che raggiungiamo con il bus 101 dalla stazione. Ci assegnano una Citroen C3, perfettamente adatta alle nostre esigenze. La parte più problematica è quella di uscire da Palermo, ma fortunatamente il navigatore fa bene il suo dovere e in breve siamo diretti a Castellammare del Golfo. Il suo piccolo porto è incantevole, il colore del mare di un blu intenso ci invita a fermarci un po’ nel borgo tanto che compriamo dei panini in una bottega del corso e li mangiamo in un piacevole giardino affacciato sul mare.

Poi riprendiamo il nostro viaggio e in breve siamo a Valderice dove alloggeremo nel B&B “Al Frantoio” (www.alfrantoiovalderice.it), in Via Misericordia 28. Si tratta proprio di un frantoio vero, dove i proprietari producono olio e prodotti affini, buonissimi, come avremo modo di appurare. Merita di alloggiare qui se non altro per conoscere Iolanda, la proprietaria, una vera forza della natura. Sempre disponibile, si fa in quattro per far sentire a casa l’ospite e ci riesce perfettamente. Le sue colazioni sono eccezionali, pane cunzato, cassatine ripiene di ricotta, arance condite, fragole, marmellate, fette di pane con olio aromatizzato, pane con crema di olive. E se non mangi tutto, lei ti prepara il cestino per il pranzo al sacco!! Inoltre anche la camera è accogliente e ben tenuta. Da non sottovalutare la posizione strategica che permette di girare il Trapanese comodamente.

Siamo ai piedi del Monte Erice e quindi in dieci minuti arriviamo ad Erice arroccato a 750 metri di altezza: man mano che si sale il panorama si amplia su Trapani e le sue saline. Che bellezza!

Si deve lasciare l’auto in un parcheggio fuori del borgo e oltrepassata la porta, ci si ritrova immediatamente nel Medio Evo. Si incontra per primo il Duomo chiamato anche Chiesa Madre. Vi si accede pagando un biglietto di € 6,00 che dà diritto all’ingresso di altre tre chiese significative di Erice, San Martino, San Giuliano e San Giovanni. Il paese è veramente carino, l’unica nota negativa è che, non essendo ancora in piena stagione turistica, alle 18:00, quando chiudono i principali monumenti, sembra scattare il coprifuoco e per strada non c’è più nessuno. In compenso, su consiglio di Iolanda, compriamo dei dolcetti buonissimi in un negozietto gestito da due anziani signori ad un prezzo irrisorio, snobbando così la famosa pasticceria di Maria Grammatico che ha una vetrina da gioielleria. Tira un forte vento e fa freddo ad Erice, ma ci dicono che è sempre così e perciò, ad un certo punto scendiamo a Trapani dove il clima è più clemente.

Trapani ci fa immediatamente una bella impressione, percorriamo la passeggiata a mare che è stata egregiamente riqualificata anni fa e poi andiamo a cena in un locale consigliato da Iolanda, “Ai Bastioni” (www.aibastioni.com), in Via XXX Gennaio 7. Veramente un bel locale, giovane, personale gentilissimo e pietanze squisite.

Martedì 10 Aprile

Dopo l’abbondante colazione preparata da Iolanda, ci mettiamo in moto per visitare dapprima Segesta di cui oggi non rimane più molto. Si parcheggia in un’area piuttosto a valle del sito (€ 5,00) e poi si aspetta una navetta gratuita che conduce all’ingresso del parco archeologico. Il biglietto di ingresso costa € 6,00 a persona. Si visita dapprima il tempio dorico piuttosto ben conservato, in una posizione isolata in mezzo ai prati e alla splendida fioritura primaverile che crea intense macchie di colore. Poi è la volta del teatro greco, piuttosto distante però e in salita per cui c’è la possibilità di prendere una ulteriore navetta al costo di € 1,50 a/r a persona per evitarla, con una frequenza di 30 minuti, salvo poi ridiscendere a piedi per godere appieno della valle e del suo panorama all’orizzonte fino a Castellammare del Golfo. Una passeggiata veramente suggestiva, la consiglio certamente.

Si è fatta l’ora di pranzo, e noi ci fermiamo nel parcheggio perché abbiamo l’ottimo pane cunzato e le cassatine di Iolanda: un pranzo da re.

Ci avviamo ora verso Scopello per vedere i famosi faraglioni e la tonnara: però, non essendo stagione, troviamo il parcheggio chiuso e non possiamo scendere a mare. Poco importa, tonnara e faraglioni sono ben visibili dalla strada e li fotografiamo da tutte le angolazioni.

A pochi chilometri da Scopello, troviamo l’ingresso della Riserva Naturale dello Zingaro, istituita nel 1981 dopo una vigorosa opposizione da parte della popolazione per evitare che, dove oggi si percorre il bellissimo sentiero a strapiombo sul mare, venisse realizzata l’ennesima strada. Si paga un biglietto di ingresso di € 5,00 a persona. La riserva è un vero paradiso, affacciata su un mare incredibile, custode di oltre quaranta specie ornitologiche e di settecento varietà floreali mai viste altrove. Il sentiero è complessivamente lungo sette chilometri ed ha un altro ingresso dalla parte di San Vito lo Capo. Dal lato di Scopello, il sentiero è più impervio e faticoso e bisogna comunque avere le scarpe adatte per percorrerlo. Noi ne facciamo un bel tratto, fermandoci in continuazione per ammirare le calette sottostanti e fotografare a ripetizione. Magnifico!

Ritorniamo nel B&B per riposarci un po’, soprattutto perché fa caldo parecchio e ci siamo affaticati.

Ceniamo nuovamente a Trapani, ai “Bastioni”.

Mercoledì 11 Aprile

La giornata è splendida e seguendo il consiglio che ci ha dato ieri un vigilante della Riserva dello Zingaro, incontrato durante il percorso, raggiungiamo l’ingresso lato San Vito, per percorrere un altro tratto del sentiero che da questa parte è piuttosto piano e largo a mo’ di passeggiata. Rimarremo veramente soddisfatti di aver fatto questa scelta, sia perché il paesaggio per arrivare è fantastico, ci si inerpica per una strada di montagna che sembra di essere in Abruzzo, ma a strapiombo sul mare, e sia perché il sentiero, veramente accessibile a tutti permette di camminare tra fiori, essenze profumate, calette spettacolari fra pareti di scogliera. Camminiamo fino ad una casetta adibita a Museo della Civiltà Contadina, con attrezzi e suppellettili appartenute ad antiche famiglie delle zona e visitiamo una immensa grotta preistorica dove sono stati ritrovati resti del Paleolitico. Poi decidiamo di tornare indietro per un sentiero più in basso, anche in questo caso consigliato da un gentilissimo vigilante, il che ci permette di camminare a ridosso delle spiaggette fino alla cosiddetta Tonnarella, una vecchia tonnara appunto, che ospita oggi il Museo delle Attività Marinare, custode di testimonianze dell’importanza della pesca del tonno fin dagli antichi greci. Non si può visitare questa parte della Sicilia senza aver visto tutto ciò.

Ci fermiamo per pranzo a San Vito Lo Capo, gustando anche oggi, seduti su una panchina al fresco di un giardinetto fronte mare, i buoni prodotti preparati da Iolanda.

Ritorniamo verso Trapani, vediamo le Saline di Trapani che sono subito a ridosso della città, ma il nostro obiettivo è quello ora di visitare Mozia e le Saline dello Stagnone, poco più a sud. Mozia è l’antica isola, ora proprietà di una fondazione, dove rimangono le rovine dell’antico insediamento fenicio. Vi si arriva, con un quarto d’ora di navigazione, con un battellino dallo Stagnone al costo di € 5,00 a persona a cui dovranno però aggiungersi € 9,00 per l’accesso all’isola, proprio in virtù del fatto che è proprietà privata. Per prima cosa conviene visitare il museo che ospita manufatti pregevoli, poi si girovaga per l’isola che assomiglia piuttosto ad un orto botanico, intervallato da siti archeologici. In verità, una visita qui merita più per l’aspetto naturalistico che per altro, essendo gli scavi fenici, che sono gestiti attualmente dall’Università La Sapienza di Roma, così particolari da essere adatti agli addetti ai lavori, più che per un turista.

Molto particolare e interessante abbiamo invece trovato lo spettacolo delle saline, sicuramente una cosa che non capita tutti i giorni.

Torniamo infine a Trapani per completare la visita di questa città che è stata una vera rivelazione e terminiamo in bellezza con una ottima cena nel solito locale ”Ai Bastioni”.

Giovedì 12 Aprile

Oggi dobbiamo salutare Iolanda e questi magnifici posti per raggiungere l’ultima destinazione del nostro viaggio in Sicilia: Agrigento.

Partendo da Valderice ci fermiamo però prima a Selinunte per visitare la famosa zona archeologica. Si parcheggia gratuitamente e pagato il biglietto di ingresso di € 6,00, si visitano dapprima i cosiddetti templi orientali (da tenere presente che i templi sono individuati con le lettere dell’alfabeto, E, G ed F, non essendone stata individuata la dedicazione. Sono costruzioni maestose ed affascinanti. Da qui il percorso di visita prosegue per l’Acropoli che dista però un chilometro e mezzo dai templi orientali e si vede in lontananza come un miraggio. Esistono tre modi per raggiungerla: a piedi sotto il sole o con un servizio di kart elettrici o riprendendo la propria auto al parcheggio e proseguendo in direzione “Acropoli”, parcheggiando di nuovo e iniziando un nuovo percorso in questo pianoro ricchissimo di reperti, di strade ancora ben definite e di edifici da abitazione con tanto di soglie di marmo e stipiti ancora riconoscibili, il tutto affacciato su un litorale spettacolare che si gode passeggiando tra le rovine.

Veramente un luogo degno dell’inserimento tra i siti patrimonio UNESCO.

Ci fermiamo a mangiare il nostro solito pranzo al sacco sotto un porticato vista mare e poi ci rimettiamo in marcia raggiungendo in breve l’abitato di Sciacca, dove però non ci fermiamo, proseguendo per Realmonte dove si trova uno dei luoghi più belli della zona di Agrigento: la Scala dei Turchi, cioè una falesia di un bianco accecante che scende nel mare formando quasi una scala, appunto. Un posto frequentatissimo, di grande impatto scenografico che però è attualmente interdetto al pubblico a causa di una serie di frane susseguitesi nei mesi scorsi. Un vero peccato, anche perché viene così a mancare una fonte di turismo per la zona. Ora si può ammirare solo dall’alto, anche se parecchie persone disattendono il divieto e si avventurano ugualmente.

Passiamo per Porto Empedocle, paese natale di Pirandello e di Camilleri e arriviamo ad Agrigento riuscendo a trovare il B&B solo perché il gestore ci aveva fornito per e-mail una descrizione dettagliatissima che nemmeno il più sofisticato navigatore… Le strade sono strettissime, erte, complicate e non si può certo dire che Agrigento sia una bella città. Si salva il suo nucleo storico, la cattedrale e qualche piazzetta, per il resto lo skyline è definito da una edilizia orrenda, fatta di palazzoni di quindici piani ed oltre costruiti disordinatamente. In compenso, abbiamo la fortuna di alloggiare nel B&B “Le terrazze di Montelusa” (www.terrazzedimontelusa.it), in Piazza Lena 6. Una location fantastica, una casa ricca di mobili, foto e ricordi di famiglia che sembra uscita da una rivista di antiquariato. Per non parlare delle terrazze fiorite e della sala per la colazione: indescrivibile, posso solo dire che è uno dei posti più belli dove abbiamo mai alloggiato, e sì che abbiamo ormai viaggiato parecchio. Inoltre, a completare tutto ciò c’è la persona del proprietario, che cura questo palazzo di famiglia con amore viscerale e pensa a tutto, ma proprio a tutto per rendere il soggiorno più comodo possibile. Pensate, noi abbiamo parcheggiato l’auto in un multipiano nei pressi del B&B al costo di € 8,00 per 24 ore: ebbene lui fornisce anche un tagliando al prezzo di € 2,50 valido per qualsiasi lasso di tempo si vuole lasciare l’auto, anche per giorni. Basta passare il tagliando alla sbarra prima di uscire, risparmiando così sul costo del parcheggio.

Passeggiamo un po’ curiosando qui e là e poi ceniamo in un ristorante consigliato dal nostro gestore: “Osteria ex Panificio” (www.osteriaexpanificio.it), in Piazza Sinatra 16, in pieno centro storico. Rimaniamo più che soddisfatti.

Venerdì 13 Aprile

È il nostro ultimo giorno di vacanza: una giornata bellissima, l’ideale per la visita di un’altra meraviglia quale è la Valle dei Templi. D’altra parte, chi viene ad Agrigento lo fa quasi unicamente per poter visitare questo sito archeologico patrimonio UNESCO che conserva i templi dorici in buono stato in un’area molto vasta, sparsi tra alberi di mandorlo e d’ulivo. Su consiglio del gestore del B&B, abbiamo parcheggiato l’auto presso l’ingresso sud occidentale (Porta V) dove si può usufruire di un taxi collettivo che, con € 3,00 a persona, conduce all’ingresso nord orientale (Tempio di Giunone): in questo modo, poiché il percorso è piuttosto lungo e farlo avanti e indietro risulterebbe faticoso, alla fine della visita ci si ritrova al parcheggio della propria auto. Il costo del biglietto di accesso è differenziato a seconda di quello che si ha intenzione o il tempo di visitare): dalla biglietteria ha inizio quindi una piacevole e tranquilla passeggiata. Non sto a descrivere la bellezza del luogo, l’importanza del sito parla da sé. Intorno alle tredici usciamo dall’area archeologica e nel percorso di riavvicinamento a Palermo, decidiamo di fermarci a Mazara del Vallo. La cittadina ci appare veramente gradevole, un bel lungomare, una vasta piazza centrale su cui si affacciano edifici notevoli, come la Cattedrale di San Salvatore e il Seminario dei Chierici. Ma il pezzo forte è la Casbah, il quartiere storico di impianto arabo formato da stretti vicoli perfettamente conservato.

È veramente ora di avviarci verso Palermo, ma quando siamo nei pressi dell’aeroporto, ci accorgiamo che abbiamo ancora un po’ di tempo a disposizione e così tiriamo dritto verso la località di Mondello, il mare dei Palermitani: le sue spiagge sono effettivamente bellissime ma il luogo è molto sporco con mucchi di immondizia ovunque: non ci fa una bella impressione.

Arriviamo all’aeroporto, riconsegniamo l’auto a noleggio e ci imbarchiamo sul volo RYANAIR FR4907 delle ore 20:15 che atterra in perfetto orario a Fiumicino alle 21:20.

Siamo a casa, ampiamente soddisfatti della bellissima esperienza in terra siciliana, pronti a riprogettare una nuova avventura.

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