Tenerife: non mi aspettavo tanto
L’attuale conformazione dell’isola risale a mezzo milione di anni fa (quando il più grande collasso vulcanico conosciuto generò Las Canadas). L’ultima eruzione del Pico de Teide (la montagna più alta di Spagna 3.718 m.) risale al 1909.
I nativi erano noti come Guanci, cavernicoli con culti religiosi particolari tra cui l’imbalsamazione dei cadaveri, di origine africana. Coraggiosi ed ostinati non appresero niente dagli occasionali visitatori Fenici e Romani. Secondo Plinio il nome delle canarie deriva da “cane” perché l’arcipelago era noto nell’antichità per i suoi cani da presa chiamati verdini o bardini. Difficile fu la conquista spagnola completata nel 1495. L’origine della popolazione autoctona si perpetua tramite il cognome “Oramas” derivato dall’ultimo re indigeno. Clima Si dice che sia da eterna primavera; in realtà l’estate fa caldo (anche se il vento da sud-est è sempre presente e anche nelle zone montane, basta una felpa) e l’inverno è escluso che si possa fare il bagno al mare (ma se non si sale in montagna si può stare a maniche corte). Non piove praticamente mai al livello del mare.
Noi siamo stati la prima settimana di Luglio (40 gradi centigradi, vento prevalente da sud-est, piogge zero, temperatura dell’acqua marina gradevole sulla costa Ovest, più fredda nelle altre zone).
Itinerario L’aeroporto sud di Tenerife (organizzatissimo) è quello più vicino alle più recenti (e degradate, anche se piene di vita) zone dove si ammassano i mostruosi complessi in multiproprietà (“urbanizacion”), i grandi alberghi ed i locali notturni, in particolare Las Americas (da evitare) e Los Cristianos (decisamente meno peggio). I taxi sono piuttosto economici (tutte grosse Mercedes) ma, se volete “vivere” l’isola è assolutamente consigliabile un auto a noleggio (con meno di 250 Euro si può avere una media cilindrata per una settimana). Il nostro complesso alberghiero era addossato alle desertiche colline di Los Cristianos, “Hollywood Mirage”, espressione del kitsch americano, ma decisamente lussuoso (il nostro alloggio, oltre 100 mq, aveva due camere da letto, due lussuosi bagni, ciascuno con vasca idromassaggio, cucina e grande soggiorno con terrazzo e vista sul porto di Los Cristianos, l’oceano e l’isola della Gomera). In stile hollywoodiano ogni ala è dedicata ad un grande del cinema americano, piscine, spettacolare ed organizzatissima reception. Un piacevole benvenuto nell’ “Isola dell’eterna primavera”! Il primo giorno ci siamo avventurati verso la desertica costa occidentale (molte coltivazioni di banani), il turismo ha colonizzato solamente la zona più a sud mentre procedendo verso nord si scoprono : “Playa de la Arena” (caletta con spiaggia nerissima, racchiusa tra promontori di colate laviche e contornata di verde e palme); “Puerto Santiago”, con la splendida vista di Los Gigantes(immensi e spettacolari promontori a precipizio sul blu dell’oceano); più all’interno “Santiago del Teide” (raggiungibile per una spettacolare strada di montagna dove il clima ed il paesaggio rapidamente cambiano tra nuvole, laghetti e vegetazione lussureggiante) Raggiunta la costa Nord si arriva a “Garachico”: monti che incombono su piccole cale (El Puertito) e colate laviche “sistemate” in piscine naturali (el Caleton dove si può tranquillamente fare il bagno) al riparo del piccolo Castillo de San Miguel. “Icod de los vinos” cittadina in una bella vallata che si apre sul mare: qualche chiesa in stile barocco spagnolo (S.Francisco, Convento S.Augustin) e il famoso “dragone millenario” (grosso esemplare di Dracena Draco, pianta dalla caratteristica forma a “frattali” e dalla notevole longevità).
“Punta di Teno”, con il “Mirador de Don Pompeyo” che offre viste incomparabili sulla “Punta Morro del Diablo”. La valle di “Masca”, rocciosa e bellissima con strada “inquietante” e panoramica.
Il secondo giorno è stato dedicato alla costa sud , percorsa da una buona autostrada esposta ai forti venti marini, molti generatori eolici e nei posti più riparati si trovano paesini rimodernati ed urbanizzazioni turistiche (ideale per wind surf).
Di interesse “Guimar”, luogo di incontro di vallate e canyon dove si trovano delle presunte antiche piramidi; in realtà sono terrazzamenti che con un po’ di fantasia Thor Heyerdal ha contribuito a restaurare in maniera quasi convincente per suffragare molte teorie pseudoscientifiche. L’entrata è a pagamento (ed anche costosa) , filmati, riproduzioni delle famose barche di canne di Thor Heyerdal … una “mezza sola”.
“Candelaria”, il più celebrato luogo di pellegrinaggio delle Canarie, con la grande basilica (significante tranne per l’alto campanile balconato) e la grande piazza affacciata come un’enorme terrazza sull’oceano e circondata da statue dei più famosi “Guanci”(i capi della popolazione indigena sottomessa dagli spagnoli nel 1495).
“Santa Cruz de” Tenerife, capoluogo delle Canarie: città moderna con un bel lungomare e numerosi giardini molto curati.
“San Andreas”, una cascata di casette che sovrasta “Playa de Las Teresitas”. La spiaggia artificiale di sabbia chiara (importata dalle zone desertiche e sabbiose di altre isole dell’arcipelago) “costruita” nel 1971, è riparata da un molo di pietre scure e completata da molte palme che la ombreggiano. Anche qui l’acqua è gelida ma il bagno si può fare senza problemi.
Strada panoramica verso “La Gaviota” e il Faro Semaforo con ampie vedute sulle numerose calette di spiaggia nera battute dalle onde (Playa del Burro, Playa de Antequera).
Il terzo giorno, come promesso ai bambini, siamo stati all’Aquapark di Las Americas, costo elevato e comunque sproporzionato sia alla quantità e qualità dei divertimenti acquatici sia alla manutenzione. Abbiamo dedicato la quarta giornata all’ascesa al “Pico de Teide”un vulcano (3.718 m.Slm) che rappresenta la più alta vetta della Spagna (seppure geograficamente si trova in Africa).
Salendo per la strada verso Vilaflor (paesino con splendide vedute delle coste Sud ed Ovest e sulle isole della Gomera e Gran Canaria) la strada è buona ed i panorami sempre più ampi sono prima nascosti dalla “Corona Forestal” (fascia di conifere tra i 1.000 ed i 2.000 metri di altitudine) e poi dall’entrata nella più grande caldera del mondo: “el Circo de Las Canadas”. L’immenso cratere spento dagli orli sfrangiati e dal fondo completamente percorribile presenta fantastici colori di rocce, formazioni laviche dagli incredibili equilibri ed una stentatissima vegetazione (in buona parte endemica); molte scene di “Guerre Stellari” sono state girate proprio qui.
Questo mondo di rocce, sabbie, colate vetrificate ospita al suo interno due vulcani il Pico Viejo e il Pico de Teide, che sono da considerarsi attivi visto che l’ultima eruzione è avvenuta meno di un secolo fa; Il Pico de Teide si eleva di mille metri dal fondo del cratere del gigantesco vulcano spento da millenni. Vallate e formazioni rocciose particolari hanno tutte nomi evocativi (Narice, il Dito di Dio, Montagna Bianca, La Fortezza, Sabbie Nere …) e nella zona denominata Los Roques de Garcia c’è il “Mirador” più frequentato con un vicino ristorante. Il vento è impetuoso e la funivia che raggiunge la vetta talvolta resta ferma per intere giornate(d’altronde ci hanno detto che la vista non sia più spettacolare di quella disponibile dalle panoramiche strade). La vista verso nord, con la costa frastagliata che termina con Capo Teno e più lontano l’ isola di La Palma, inizia in tarda mattinata ad essere sostituita dal “mare di nuvole”, uno spettacolare fenomeno meteorologico.
Prima di iniziare la discesa ci siamo avvicinati all’osservatorio astronomico ed abbiamo raggiunto il centro visitatori; questa specie di oasi, merita una sosta per le belle ricostruzioni dell’interno dei vulcani, la breve passeggiata sotterranea in una antichissima galleria lavica, la colonia di grandi lucertole e gli interessanti opuscoli. Scendendo dall’altro versante si incontrano i due belvedere denominati Nord e Sud, dal primo si vedono Puerto de la Cruz,La Fortuna e la magnifica valle de la Orotava mentre dal secondo il monte de la Mercede e Santa Cruz de Tenerife.
Discesa rapida verso la prima capitale dell’isola La Laguna, bella città tipicamente spagnola costruita dopo il 1500 che domina dall’alto le più moderne città sulla costa.
Quinta giornata a Puerto de la Cruz, il percorso più lungo: autostrada sud e poi autostrada nord, è il più comodo e veloce.
L’entrata in città ricorda Montecarlo con tanto di galleria che scende verso la Playa Martianez. Città vivace e con centro storico dalle belle chiese scure di pietra lavica e le case dai colori pastello. Le attrazioni più importanti sono il Loro Parque (un misto di giardino zoologico, acquario e circo acquatico) e lo spettacolare Lago Martianez, un insieme di piscine ricavate dalla nera costa rocciosa e frastagliata opportunamente sistemata dall’architetto Manrique (nativo di Lanzarote); il fondo bianco che contrasta con le rocce laviche, il verde dei prati curati con palme e piante tropicali, le grandi piscine che nel caso della più grande si può veramente chiamare lago, (la buona organizzazione ed il prezzo di ingresso modesto) meritano una giornata di sosta.
All’uscita, dopo alcune spese nei numerosi negozietti sul lungomare, ci siamo diretti verso La Orotava, bellissima cittadina, che domina Puerto de la Cruz, con chiese, edifici storici e belle vedute della valle che si perde verso la Foresta Aguamansa ed il Pico de Teide. Sulla strada del ritorno abbiamo deviato verso il Monte de la Mercede, spettacolare zona montuosa coperta di folti boschi, rivolta verso l’Africa; molti punti panoramici che nella stagione estiva sono spesso difficilmente raggiungibili e dai quali non si vede niente a causa delle nuvole che il forte vento spinge in questa zona. Un’esperienza da non perdere immersi in una fredda ed agitata coltre bianca.
Da non perdere Puerto de la Cruz bella città di mare in stile coloniale con lo stupendo Lago Martianez (o piscine Martianez) ed il Loro Parque e la vicina cittadina di La Orotava Garachico con le piscine naturali di El Caleton, il piccolo Castillo San Miguel ed il vicino Capo di Teno.
Escursione al vulcano Pico de Teide , moltagna più alta di Spagna.
San Andreas e Playa de Las Teresitas. Il Monte de la Mercede con incredibili boschi su un’isola deserta.
Le panoramicissime strade che traversano la Valle di Masca, che salgono ai miradores di Capo Teno e La Gaviota.
Per i più piccoli L’isola ospita un turismo estremamente diversificato, i luoghi e gli orari privilegiati dalle famiglie sono generalmente disertati dai confusionari gruppi di giovani. Nessun problema per bambini e ragazzi sia a livello di organizzazione, sia a livello di passatempi che a livello sanitario.
Note dolenti La devastazione ambientale delle coste più frequentate dal turismo di massa (costa sud occidentale).
Da evitare l’esoso e male organizzato (ma ben pubblicizzato) Aquapark di Las Americas (con spettacolo di delfini tristi).
Potete anche risparmiare i soldi (e non sono pochi) per la visita delle Piramidi di Guimar (una montatura pseudoscientifica).
I vari parchi con animali (talvolta addomesticati) non mi hanno convinto: Loro Parque (famosissimo, con delfinario, pinguini, uccelli, carnivori, riproduzione di villaggi tailandesi…), el Aguile (con spettacolo di falconeria), La Jungla (un “giardinetto” zoologico”). E’ possibile trovare tutti i dettagli del viaggio nel mio “rudimentale” sito http://utenti.Lycos.It/dario_cima/