L’isola più selvaggia delle Canarie è un vero paradiso di natura incontaminata

10 giorni su un'isola poco turistica
Scritto da: ebarra1
l'isola più selvaggia delle canarie è un vero paradiso di natura incontaminata

Abbiamo considerato quest’isola in quanto era l’unica delle Canarie che non avevamo ancora visitato. Aereo, casa rural e auto li abbiamo prenotati via Internet (utilizzando Kayak/Skyscanner., Booking e Easy Terra).

Diario di viaggio

21 giugno

Volo Milano-Tenerife sud, diretto. Appena fuori dell’aeroporto, una sorpresa: allo sportello del noleggio ci dicono che con l’auto noleggiata a Tenerife (a soli 10 euro al giorno) non sarebbe stato consentito spostarci a La Gomera (soprattutto perché la Compagnia non aveva una rete di assistenza sulla piccola isola). Dai diari dei turisti avevamo appreso che invece la Cicar era ben organizzata su La Gomera, per cui, tramite il loro ufficio per fortuna non distante, abbiamo prenotato una vettura da ritirare all’arrivo del traghetto (21 euro/die, con seguro total). Pazienza, ci consoliamo pensando che in questo modo  ci costerà meno la traversata in traghetto.

In taxi (30 euro) andiamo all’imbarco a Los Cristianos e ci imbarchiamo quasi subito (ci sono 2 compagnie- Fred Olsen e Naviera- con tariffe uguali – andata e ritorno  per 2 persone a 174 euro-  e corse frequenti ). Neanche un’ora di traversata e sbarchiamo, ritiriamo la macchina, posizioniamo il nostro fido TomTom e ci dirigiamo verso Alajerò a circa 900 metri di altezza, arrivando alla casa rural che abbiamo prenotato  (70 euro/die con Booking). Lì ci accoglie una signora che ci mostra la casa e ci lascia le chiavi).

Cerchiamo subito il supermarket (non facile da trovare..) che si trova all’interno del paese e ci riforniamo dell’essenziale. Poi proseguiamo per Playa Santiago (una dozzina di  km.), dotata di un supermarket -più facilmente raggiungibile- e qualche ristorante.

Una nota sui ristoranti: a La Gomera ne troveremo parecchi chiusi: ci hanno spiegato che sull’isola sono quelli invernali i mesi di alta stagione, per cui a giugno molti locali fanno vacanza.

22 giugno

Giro di esplorazione. dapprima in direzione nord, poi deviazione (12 km. di strada un po’ stretta ma ben tenuta) fino al centro di informazioni Juego de balas. Oltre alle info e alle cartine dei vari itinerari possibili, visto che comprendiamo lo spagnolo ci propongono per domani una passeggiata in gruppo, con una guida, gratuita. Dato che le fanno solo 2 volte alla settimana e sono a numero chiuso, accettiamo al volo.

Riprendiamo a muoverci, passando da Las Rosas, Vallehermoso, Arure e pranziamo alla Valle del gran rey (ristorante El puerto: buon pesce, 50 euro in 2; è chiuso al mercoledì). Andiamo verso casa, ma prima un salto al supermarket di Pl. Santiago.

23 giugno

Raggiungiamo il punto di incontro e ci incamminiamo con la guida (Itinerario 5); il giro non è molto lungo, ma con le soste per spiegazioni e chiacchiere passano quasi 4 ore.    Pranzo al Meson de Clemente, appena fuori Alajerò  (buono ed economico, 55 euro in 2, con pesce e vino).   Siesta, poi, visto che è la notte di San Giovanni, andiamo a S. Sebastiàn.   Come ci avevano detto, in una spiaggia a sinistra dell’arrivo dei traghetti, assistiamo all’accensione del rituale falò. La temperatura è ideale: alle 21,  26 gradi con un po’ di brezza.   Ritorno notturno alla nostra casa rural con foschìa a tratti (dovuta all’aria oceanica), mentre la temperatura scende a  14 gradi.

24 giugno

Direzione nuovamente verso S. Sebastian, cerchiamo l’uffico turistico, ma è chiuso; diamo un’occhiata al mercato (niente di particolare) ma registriamo che ci sono delle toilettes pubbliche; poco lontano, il mercato artigianale è rappresentato da 2 sole bancarelle. Visitiamo la Iglesia de la virgen, poi passeggiamo lungo le varie spiagge e il porto.  Ripresa l’ auto ci dirigiamo verso Hermigua. Proviamo la deviazione per Los Cedros, ma il pezzo di strada (fondo di pietra, stretta e con la banchina irregolare) ci induce a tornare indietro dopo un paio di chilometri. Pranzo a Hermigua, ristorante Las Chàcaras, 50 euro in due, con vino e pesce.  Rientriamo a casa, previa discesa fino a Pl. Santiago per un po’ di spesa.

25 giugno

Oggi, “senderismo”. Meta. l’ Alto de Garajonay, itinerario 7, uno dei percorsi circolari (come ben segnalato nel foglietto del centro visitatori), completandolo nel tempo indicato, nonostante i nostri fisici sedentari. Purtroppo, causa nebbia/nuvole niente panorama. Ne abbiamo poi iniziato un altro (Contadero), con partenza dallo stesso piazzale, sperando di raggiungere una ermita; ma visti i gradini e la pendenza, che avremmo dovuto risalire per tornare, dopo una mezz’ora abbiamo desistito. Ripresa la macchina, siamo andati ad Alojera; c’è una piccola piscina naturale, con pesciolini ma poco ricambio di acqua, visto che il mare è tranquillo.  Pranzo al ristorante Prisma (55 euro in 2, con vino e pesce) .

26 giugno

Rotta su Hermigua e sui suoi musei. Interessante quello etnografico ben segnalato, in cui –a richiesta- vengono proiettati brevi filmati sulle attività caratteristiche dell’isola.  Più difficile scovare il Museo del Gofio, appiccicato ad un ristorante e vicino ad una ferramenta (ferreteria).   Dotati di una audioguida, si gira  in un bel giardino, dotato di casette in legno, relative ad argomenti specifici. Abbiamo trovato chiusa la chiesa/convento di S. Domenico.  Proseguiamo per Agulo dove, dopo aver girellato per il paese – carino – pranziamo alla Vieja escuela (56 euro in 2, sempre con vino della casa e pesce).

27 giugno

Altro sentiero programmato. Ma prima, visto il cielo terso, risaliamo su Alto de Garajonay per scattare un po’ di foto alle isole circostanti. Quindi spostiamo l’auto di un paio di km (Pajarito) ed iniziamo il sentiero 16 fino ad Ajugal. Risulta un po’ faticosa –per noi- l’ultima parte, con tanti scalini. Pranzo ad Alajerò, a neanche un km. da casa, al Mesòn de Clemente, frequentato da operai e locali : 50 euro in  2, con vino e pesce (una nota: è chiuso il mercoledì).

28 giugno

Prima un giro fino a Pl. Santiago, per fare un po’ di spesa e, già che ci siamo, passeggiamo tra spiaggia e porticciolo. Apprendiamo che da li ci sono collegamenti via mare con l’Isla bonita (La Palma) ma non con El Hierro. Poi ci dirigiamo – lentamente anche a causa dei numerosi semafori dovuti a lavori di allargamento della strada – verso Vallehermoso, proseguendo fino al Parque marìtimo. È costituito in pratica da una bella piscina, dotata di lettini ed ombrelloni, ad ingresso gratuito ma con posti limitati. Oggi per noi non c’è posto. La spiaggia è sassosa e il mare frange parecchio. Sulla strada del ritorno (a differenza di 2 giorni fa la temperatura rimane tra 32 e 35 gradi anche a 1000 metri di altezza) troviamo il ristorante Chorros de Epina, frequentato anche da locali: 51 euro mangiando pesce e capra molto ben cotta, acqua, vino e un caffè decente.

29 giugno

Andiamo al sentiero 10  Canada de Jorge, che si rivela una piacevole passeggiata nel bosco, seguita da un risalita modicamente impegnativa. Al termine, già che siamo in zona, andiamo a vedere i Chorros de Epina, 4 piccole sorgenti che da secoli forniscono acqua alla zona. Vengono descritte come 7 fonti, ma in realtà sono 4,  3 delle quali biforcate. Ci spostiamo a San Sebastiàn dove approfittiamo dell’ufficio turistico aperto per ottenere qualche cartina. La ricerca di un posto per mangiare ci fa scoprire che un ristorante citato nella Lonely ha chiuso e che un altro è in ferie fino a metà luglio. Torniamo da Brenusca (45 euro mangiando zuppa, paella e vino).

30 giugno

Missione carburante: prendiamo la deviazione per Chipuda, percorrendo una bella strada, panoramica e poco frequentata.  Poi rotta verso il Centro de interpretaciòn de la miel de palma. Quindi Vallehermoso, col suo Parque marìtimo.  Questa volta c’è ancora posto: ozio in piscina, immersione dei piedi nell’acqua dell’Atlantico, pranzo veloce nel chiringuito in riva al mare.  Nel pomeriggio, missione souvenir: formaggio di capra (non prendete quello fresco, contiene troppa acqua per passare il controllo in aeroporto), almogrote, miel de palma, con un occhio al peso delle valigie.

1 luglio

Viaggio di ritorno: riconsegna dell’auto, traghetto Fred Olsen, camminata sotto il sole a Los Cristianos per arrivare alla fermata del bus per l’aeroporto, aereo per Milano.

Considerazioni finale

Secondo noi, se la gita lampo da Tenerife di un solo giorno (come fanno parecchi turisti) è decisamente troppo poco, per conoscere ed esplorare La Gomera, 5-7 giorni sono l’ideale; la rete di sentieri e le precise informazioni/cartine fornite rendono attraente il soggiorno sull’isola, in particolare se avete una buona forma fisica. Le strade sono tortuose, ma ben tenute e ben segnalate; a somiglianza di altre isole (greche, ad es.), la carta igienica non va gettata nel gabinetto, ma in un apposito contenitore. E anche a 900 metri troverete qualche mosca.

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