Lanzarote, isla del fuego
Lanzarote, scoperta dal genovese Lanzerotto Malocello al quale deve il suo nome, è l’isola più orientale dell’arcipelago delle Canarie e si trova solo a un centinaio di chilometri dalle coste del Marocco. Dichiarata dall’Unesco “Riserva Mondiale della Biosfera” nel 1993, il 43% del suo territorio è vincolato da divieti per preservare la bellezza dell’isola e salvaguardare flora e fauna. Le case devono essere bianche e le imposte dipinte di marrone, verde o blu.
Con il volo diretto MI-Arrecife di 4h30 atterriamo verso sera sull’isola e, dopo aver ritirato l’auto a noleggio, ci dirigiamo nella casa che abbiamo prenotato a Punta Mujeras a nord-est. Purtroppo al buio non notiamo molto del paesaggio e rimandiamo tutto al giorno seguente. La casa, composta da due camere da letto, la sala, la cucina e il bagno, si affaccia sull’oceano ed è molto fresca. Il nostro piccolo gruppo è composto da una coppia e dal cugino che si unisce sempre molto volentieri ai nostri viaggi “on the road”.
Piuttosto che fare un resoconto di queste mie vacanze preferisco raccontare la nostra esperienza e specificare i luoghi che ci hanno colpito di più.
Due sono le caratteristiche principali di Lanzarote: i paesaggi lunari e gli edifici realizzati dall’artista César Manrique, pittore, architetto e scultore che è riuscito ad armonizzare le sue opere con la bellezza della natura.
L’isola ha una superficie di 795 km2 ricoperti quasi esclusivamente da lava solidificata che, sotto la luce del sole, assume vari colori dal nero al rosa, dal viola all’ocra. Sono paesaggi marziani con le rocce aguzze e le distese di lava inaccessibile al pubblico che chiamano “malpais”. Lanzarote è chiamata anche “Isola fortunata” grazie al suo clima temperato tutto l’anno: temperature medie tra i 18 e i 25 gradi, tasso d’umidità quasi nullo, le piogge scarse e la brezza marina costante. Il Parco Nazionale del Timanfaya nel cuore dell’isola a sud-ovest è nato da una serie di eruzioni vulcaniche che ebbero luogo tra il XVII e il XVIII secolo. Questo è l’unico Parco Nazionale Geologico di Spagna formatosi dal fuoco e i colori delle rocce variano dal marrone al rosso, dall’ocra all’arancio ai grigi sino al nero. Si entra nel Parco, si parcheggia e nel costo del biglietto d’ingresso (10 Euro) è compreso il giro in autobus che fa il percorso interno della durata di circa un’ora e ci aiuta a capire meglio come si è formata questa meraviglia della natura. Un disco spiega in spagnolo e inglese gli eventi delle eruzioni e l’autista si ferma nei punti strategici per scattare fotografie. Tra i suoi vulcani più noti ci sono La Montaña del Fuego, La Caldera del Corazoncillo e la Montaña Rajada.
All’interno del Parco c’è, secondo me, una zona magica che prende il nome dal lanzaroteño Hilario, un personaggio leggendario che si ritirò a vivere qui dopo la Guerra delle Filippine. Secondo la leggenda, Hilario tornò a Lanzarote e decise di vivere come un eremita soltanto in compagnia di un cammello. Hilario costruì la sua casa proprio dove oggi si trova la parte centrale del Parco e decise di piantare un albero di fichi. L’albero crebbe e fece fiori rigogliosi, ma non diede mai frutti perché, secondo Hilario, “i fiori non possono alimentarsi di fiamme”. Oggi qui si trova il ristorante “El Diablo” progettato da César Manrique nel 1970. Le sue splendide vetrate alle pareti permettono una vista panoramica unica sul Parco dei Vulcani. All’interno del ristorante, dietro una parete di vetro, si trova un albero di fichi alla cui base ci sono ossa di cammello in ricordo della leggenda di Hilario. Qui si gustano patate e carne arrostita in modo naturale col calore che viene dalla terra.
Secondo i vulcanologi la temperatura nell’Islote de Hilario è di 400° a due metri di profondità e di 600° a dieci metri. Questa zona è conosciuta come “le Montagne di Fuoco” e permette di vedere i geyser. Avvicinando a una fenditura del terreno sterpaglie secche prendono fuoco, si può cucinare col calore proveniente dal sottosuolo e versando un secchio d’acqua nella fenditura in pochi secondi si forma un geyser potentissimo. La forza della natura che potrebbe reagire improvvisamente ci emoziona, ma ci rende un po’ timorosi. Il vulcano è vivo.
Chi lo desidera può arrampicarsi sulla collina davanti al vulcano comodamente seduti su un… dromedario. Si sale in due persone sui seggiolini oscillanti e l’escursione dura una quindicina di minuti.
El Golfo o “Laguna de los Clicos” si trova nel distretto di Yaiza e merita una visita. Si tratta di un cratere formatosi direttamente sulla costa il cui margine si è eroso con il tempo per l’azione dell’acqua. All’interno del cratere si è formato un lago di color verde brillante a causa della crescita di alghe, separato dall’Oceano da una spiaggia completamente nera. Verde, nero e azzurro sono i colori che dominano in questo luogo magico tanto da sembrare la scenografia di un cartone animato. Questo posto mistico è stato dichiarato Riserva Protetta. Una lunghissima scogliera a picco sull’oceano, Los Hervidores, fa da sfondo ai magnifici colori del Parco di Timanfaya e dei crateri dell’isola. Le onde si infrangono rabbiosamente sulla scogliera e una serie di cave si sono formate dall’erosione della lava. Un percorso apposito lungo questa costa frastagliata corre intorno e ci si può affacciare sull’oceano per avere la visione della potenza dell’acqua. Il magma e l’oceano si sono incontrati in un abbraccio unico creando le rocce sulle quali noi camminiamo. Qui abbiamo avuto la fortuna di assistere a uno dei più bei tramonti mai visti prima. Proseguendo lungo la strada che dal lago verde ci ha portato alla scogliera, si incontrano le terrazze di sale a ridosso di una spiaggia vulcanica. I venti forti trasportano il sale marino in queste vasche dai riflessi cangianti. Da un belvedere si possono scattare belle fotografie sulle Salinas de Janubio.
A nord troviamo il “Jardin de Cactus”, singolare giardino con migliaia di cactus provenienti da ogni parte del mondo che César Manrique ha realizzato per dare splendore all’area vulcanica di Guatiza a Teguise. Inaugurato nel 1990 è l’ultima opera di Manrique a Lanzarote. Si tratta di una specie di anfiteatro lussureggiante con migliaia di fichi d’india, piante grasse, cactus ed esemplari spettacolari mai visti prima. Ci sono dei terrazzamenti, dai quali scoprire la bellezza del luogo da ogni angolo, e un mulino a vento in cima alla collina di fronte all’entrata che permette la vista migliore. Un caffè con vista panoramica e un piccolo negozio completano il complesso che sembra costruito in un cratere.
Haria è uno dei villaggi più pittoreschi di Lanzarote situato a nord in una valle verde molto bella. Qui si trova anche la casa di Manrique che si può visitare e un piccolo centro con bar all’aperto dove sostare. Haria è detta anche “valle delle mille palme” perché nel XVII secolo per ogni nato nella comunità veniva piantata una palma. La casa di Manrique è visitabile. Questo artista ha avuto il grande merito di contribuire allo sviluppo turistico dell’isola ed è la personalità più importante che Lanzarote abbia mai avuto.
La Casa-museo di César Manrique è un luogo speciale. L’artista visse e lavorò ad Haria dal 1988 al 1992 durante gli ultimi anni della sua vita. All’inizio del 1986 cominciò i lavori di ristrutturazione di una cascina in rovine, ubicata in questa tenuta agricola con giardino di palme, acquistata negli anni Settanta. Inoltre fece costruire una dépendence per i domestici, dei garage e uno studio per dipingere. È un grande locale luminosissimo dove tutto è rimasto come lui lo lasciò: i colori, i quadri incompiuti, i cavalletti, la scrivania con i suoi occhiali. Sembra di vederlo entrare da un momento all’altro. La casa è un edificio armonioso e con arredamenti che rimandano allo stile naturale. Sono esposte opere di Manrique e Picasso, troviamo la piscina, il patio, il grande camino di basalto in sala, la spaziosa camera da letto coi suoi abiti appesi nell’armadio e l’ala per gli ospiti. I numerosi oggetti provenienti dall’agricoltura e dalla pesca locali, il bianco dell’intonaco, il nero della pietra lavica e il verde della vegetazione sono la tavolozza cromatica di questa abitazione. Una visita che consiglio assolutamente per l’originalità della costruzione.
La parola “jameo” significa apertura o bocca di accesso che porta a un tunnel vulcanico sotterraneo. I “Jameos” sono una delle attrattive vulcaniche di Lanzarote: si tratta di “tubi” vulcanici la cui parte superiore ha ceduto sotto la pressione dei gas interni alla roccia. Nel “buco” è entrata luce e acqua creando piscine naturali sotterranee. A nord-est dell’isola si trova il “Jameo del Agua”, complesso voluto da Manrique negli anni ’60 e rappresenta la prima riqualificazione del territorio dell’isola. Si accede scendendo una scala a chiocciola di legno e ci si ritrova in un curioso mix di casa, grotta vulcanica, museo ed opera d’arte. Ogni martedì e mercoledì si può cenare e godersi un concerto di timple, strumento a corde tipico di Lanzarote. Si entra alle 19.00, alle 19.30 servono la cena e alle 22.30 inizia il concerto.
All’interno c’è una laguna naturale abitata da piccolissimi granchi albini ciechi attaccati alla roccia nera. La stranezza è che i loro habitat naturali sono i tunnel degli abissi marini. Proseguendo il percorso si arriva a una grande piscina panoramica, a un incredibile anfiteatro, in cui si tengono concerti in estate, e al museo “Casa de los Volcanes” che illustra le proprietà dei vulcani.
Anche la Cueva de los Verdes fa parte del Monumento Naturale del Malpais de la Corona. Prende il nome dalla famiglia Verde che nel XVIII secolo faceva pascolare le sue greggi proprio su questo terreno. Il tunnel è lungo sei km e si è formato dall’eruzione del vulcano Monte de la Corona avvenuta oltre 3000 anni fa. Con una guida si visita una parte di questo tunnel per circa un’ora. Il percorso visitabile è lungo un km ed è illuminato per affascinare meglio. L’acustica è fantastica e per questo motivo si tengono concerti di musica classica. Alla fine della passeggiata una piccola scoperta aspetta il visitatore, ma bisogna mantenere il segreto.
All’estremo nord dell’isola, a circa 500 metri di altezza sul mare, si trova il punto più panoramico di Lanzarote. Il Mirador del Rio si trova tra il Risco de Famara, una scogliera a picco sull’oceano e il vulcano Corona. La vista è spettacolare ed arriva sino alle isole dell’arcipelago di Chinijo (la Graciosa, Montana Clara, Alegranza, Roque del Este e Roque del Oeste). Sul belvedere si trovava un’antica postazione di artiglieria che Manrique fece ristrutturare nel 1973. Nella parte sotterranea della “Bateria del Rio” realizzò un ristorante con vetrate circolari di fronte all’oceano. La terrazza esterna offre un panorama unico dell’isola e del tratto di mare che la separa dall’ottava isola “El Rio”. Sicuramente è un luogo che non si vorrebbe mai lasciare.
Teguise è l’antica capitale di Lanzarote situata al centro dell’isola. I palazzetti dei nobili e i conventi con le porte verdi si aprono su piazze in cui sono chiaramente visibili le testimonianze del passato. In queste strade immagino le liti tra mori e cristiani o gli attacchi dei pirati. La domenica mattina passeggiamo tra le colorate bancarelle del mercato all’aperto di Teguise, punto di ritrovo per turisti e abitanti locali. Nei chioschi si apprezzano le specialità locali come la marmellata di cactus o si può pranzare con prodotti tipici. Ci sono anche bancarelle di abbigliamento, arte e artigianato a prezzi molto convenienti.
Arrecife è la capitale odierna di Lanzarote, dove vivono circa 46.000 abitanti. Qui si trovano il porto principale e l’aeroporto dell’isola. Si passeggia sul bel lungomare di fronte alla Playa del Reducto. Visitiamo il Castillo de San Gabriel, una fortezza del XVI secolo affacciata sull’Oceano e oggi sede del Museo di Storia. È un chiaro esempio di fortezza militare costruita a difesa di Lanzarote. Il prezzo d’ingresso è di 3 Euro o gratis a chi supera i 65 anni. Dopo un giro nei negozi del centro sulle vie pedonali ci godiamo un buon gelato in piazza.
Puerto del Carmen è il posto più turistico dell’isola con spiagge dorate, resorts, case da affittare, centri commerciali (come il Biosfera Plaza), ristoranti e negozi di souvenir. Qui si possono effettuare immersioni subacquee, gite in mare o prendere traghetti per le isole vicine. Si può andare durante il giorno per lo shopping o la sera quando le luci si accendono e le stradine si popolano di gente elegante. Lungo l’oceano corre una bella e lunga passeggiata pedonale che però è sempre affollata.
Puerto Calero è sulla stessa costa di Puerto del Carmen ed è un porticciolo tranquillo con yacht lussuosi e ristoranti sul mare, negozi di grandi firme e lussuose ville. Noi abbiamo preso una birra e tapas in un locale su poltrone in pelle bianca e buona musica godendoci un suggestivo tramonto.
Una curiosità per coloro che amano questo genere di visite è andare all’amata casa dell’attore Omar Sharif a Lagomar per una cena o anche solo per un cocktail. Il luogo è splendido in una collina scavata internamente tanto da sembrare un labirinto di pietra con tanti angoli per ascoltare musica e una spettacolare vista panoramica sull’isola. Scale, grotte, piante, rocce e pozzi sono perfettamente in equilibrio e sembra di trovarsi nel mondo dei sogni. La leggenda racconta che Omar Sharif nel 1973, mentre girava il film “L’isola misteriosa e il capitano Nemo”, restò affascinato da questa casa incastonata nella lava e costruita da César Manrique, la comperò, ma la perse poche ore dopo a una partita di bridge. Negli anni ’90 la casa fu ampliata e diventò un complesso di circa 7000 mq, di cui oggi fanno parte un ristorante e un museo. Il ristorante si trova vicino al lago formatosi nel cratere e dal museo si gode un bel panorama su tutta l’isola. All’interno ci sono due ville che vengono affittate per le vacanze con piscina incastonata nella roccia, terrazza e zona barbecue, due campi da tennis e splendidi giardini. Lagomar è diventata ormai un’attrazione turistica: l’architettura unica della casa, le scalinate ritorte, le pareti curve, i corridoi che sembrano labirinti lasciano stupefatti. Si trova nella località Nazaret ed ora è in vendita per 5 milioni di Euro compresa la leggenda…
Coloro che amano lo scrittore José Saramago possono visitare a Tias la casa che lui abitò negli ultimi 18 anni della sua vita e che contiene gli oggetti più cari e i suoi ricordi. Questa casa è molto diversa, lineare con molte stanze che si aprono su un corridoio luminoso e il tappeto di pietra lavica tanto amato dallo scrittore. L’orologio dello studio è fermo alle ore quattro del pomeriggio, quando Saramago incontrò la donna della sua vita, Pilar del Rio Sanchez, e da allora disse che quella sarebbe stata l’unica ora da segnare. Nello studio trascorse molte ore a scrivere perché diceva: “Il tempo stringe”. Nel salone da una grande portafinestra si accede al giardino che regala un panorama unico e c’è ancora la poltrona dove lo scrittore si accomodava per ammirare l’Oceano.
Le spiagge di Lanzarote sono un capitolo a parte. Lambita dalle limpide acque dell’Oceano Atlantico, le sue coste si aprono su una serie di splendide spiagge selvagge e sorprendenti.
Playa de Papagayo, a sud dell’isola, è la più nota ed è inserita dal The Guardian tra le dieci spiagge più belle al mondo. Siamo sulla Costa del Rubicon, 150 metri di sabbia dorata incorniciata da uno sperone di roccia vulcanica dai mille colori e lambita da un mare cristallino con sfumature che virano dal turchese al verde smeraldo. Si arriva su una strada sterrata dopo aver pagato tre Euro di pedaggio. Lo spettacolo è assicurato e la vista sulle vicine isole di El Lobo e Fuerteventura completano questo angolo affascinante. L’acqua è quasi sempre calmissima e il silenzio è assordante. Sopra la spiaggia c’è l’unico chiringuito dei dintorni per gustare un aperitivo al tramonto.
Sul litorale di circa due chilometri si aprono altre spiagge piccole e graziose: Playa Mujeres, El Pozo (sabbia nera), Caleta del Congrio, Playa de Afe, Playa de la Cera e Puerto Muelas.
Playa Quemada, a sud di Porto Calero, è una spiaggetta in una piccola baia di sassi scuri, non bellissima, ma ottima per un bagno. Un gruppo di casette tipiche con fiori, lanterne e barche parcheggiate in giardino creano un’atmosfera particolare. Un ristorante sulla spiaggia serve ottimo pesce fresco.
Playa Chica è la spiaggia più bella e tranquilla nella zona di Puerto del Carmen. Nota come Playa de la Barrilla è spesso frequentata da subacquei per immersioni nei fondali ricchi di cernie.
Playa de Famara, lunga sei chilometri, offre una cornice naturale impressionante e fantastica per il surf e altri sport acquatici. Questa spiaggia di sabbia dorata è dominata a nord dall’imponente cima de Las Peñas del Chache (760 m), dalla quale si possono scorgere le isolette La Graciosa, Alegranza, Montaña Clara e Roque del Oeste.
Caleta de Famara è un villaggio di pescatori diventato “paradiso dei surfisti” che qui si danno appuntamento per cavalcare le onde e che soltanto da pochi anni ha le strade asfaltate.
Playa Flamingo, situata nella zona di Yaiza, all’interno del resort di Playa Blanca, è un arenile di sabbia dorata lunga 200 metri e dotata di ogni servizio. Il lungomare ornato da palme è animato da bar e ristoranti che ne fanno la destinazione ideale per chi cerca divertimento e una spiaggia comoda.
Playa Blanca è la spiaggia principale della località omonima. Lunga una cinquantina di metri e dotata di tutti i servizi, ha un arenile di sabbia bianca e le acque limpide sono molto calme. Qui ci sono i resorts più famosi di Lanzarote per godere una vacanza in relax, comoda e con splendide spiagge.
Playa Caleton Blanco a nord dell’isola è poco frequentata dai turisti che preferiscono località più accessibili e attrezzati del litorale sud. Situata nella zona di Orzola, è una spiaggia spettacolare lunga circa 500 metri, selvaggia e suggestiva. Secondo me è una delle spiagge più belle dell’arcipelago per il contrasto creato dal bianco della sabbia, il nero delle rocce vulcaniche e le mille sfumature di blu dell’oceano. I servizi sono assenti, anche il parcheggio è inesistente, ma è possibile godere delle sue piscine naturali in completa tranquillità.
Playa de la Cera protetta in una baia e nascosta da una bassa scogliera, ha sabbia dorata e 100 metri di tanta tranquillità. È però raggiungibile soltanto via mare o percorrendo un sentiero sterrato. Il suo fascino sta nel suo isolamento, basta indossare scarpe comode, portare acqua e crema solare ed avventurarsi in questo meraviglioso angolo di paradiso.
Una mattina abbiamo preso il traghetto dal porto di Orzola e in appena 25 minuti siamo sbarcati sull’isola La Graciosa, un’oasi di tranquillità e di bellezza naturale. Fa parte dell’arcipelago Chinijo composto da un gruppo di cinque isole vicino alla costa ed è l’unica abitata. Gli spostamenti si possono fare soltanto in bicicletta perché molte strade sono ancora di sabbia, ma esistono taxi-jeep. Il tempo sembra si sia fermato. A piedi si parte da Caleta de Seno, l’unico piccolo villaggio dell’isola, e in 45 minuti si arriva su Playa Francesa lunga circa 450 metri e poco affollata oppure, attraversando le colline rosse dell’isola, si raggiunge dopo cinque km la solitaria spiaggia de Las Conchas bagnata dall’Oceano Atlantico impetuoso. Situata a nord dell’isola, è lunga 600 metri, incontaminata e circondata da piccole dune e bassa vegetazione. Il nome è dato dal fatto che la spiaggia è disseminata di piccole conchiglie. Il posto è perfetto per una giornata in relax, godendosi la natura. Si affaccia sul canale che separa La Graciosa dalle isolette disabitate di Montaña Clara e Alegranza. L’unico difetto è che le correnti generate nel canale rendono le acque notevolmente mosse.
Nella Bahia de las Colorados a circa 15 metri di profondità si trova il Museo Atlantico, il primo museo sottomarino d’Europa dell’artista inglese Jason Decaires Taylor. Ci sono alcune sculture contemporanee che raccontano il dramma dei migranti e dei tanti morti in mare negli ultimi anni. Non è un caso che questa particolare esposizione si trovi proprio a metà strada tra Europa e Africa.
Inoltre ci sono alcuni luoghi “segreti” che abbiamo scoperto per caso.
Mirador de Guinate. Dalla strada che parte da Haria e Maquez si prosegue verso Mirador des Riu. Al segnale per il Parco Tropicale di Guinate si gira a sinistra e si prosegue fino al termine della strada. Da qui si gode un panorama mozzafiato che va dall’isola La Graciosa alle Saline sino alla spiaggia di Es Mirador.
Tenesar. Da Tinajo si prende la strada che porta al Timanfaya, si gira a destra e si prosegue sulla strada sterrata per arrivare a livello del mare ed al paese fantasma di Tenesar. In realtà qualcuno ci vive ancora, ma molti edifici sono fatiscenti e resistono solo le case per il week-end di alcuni isolani. Siamo rimasti affascinati da questo luogo che sembra uscire da un’altra epoca.
Sulla collina di Haria si trova il Bosquecillo. Dietro la stazione radar si entra nel bosco e la vista panoramica su Famara è sicuramente una delle più belle dell’isola.
Da Femés verso El Golfo si arriva al piccolo villaggio di Las Brenas. Proseguendo verso il mare si notano alcune opere di vetro e acciaio in un giardino. Si tratta della casa dell’artista Deiter Noss che crea le sue installazioni a Lanzarote e le espone a Monaco, dove vive.
Una vacanza a Lanzarote non è completa se non si assaggiano i piatti tipici dell’isola. La rinomata cucina di Lanzarote conosciuta come “conejera” consente di vivere lo spirito dell’isola. Si inizia con il saporito formaggio di capra “Mojo Rojo” considerato povero perché ricorda la vita pastorale, gustato con qualche dattero, o fico secco.
Un secondo piatto tipico è il “gofio”, farina di grano tostato mischiato con latte di capra, miele oppure con “guarapo” (melassa ricavata dalla palma autoctona dell’isola di La Palma). Questo alimento ha radici molto antiche e ha sempre accompagnato i pasti delle popolazioni indigene dell’isola. Viene utilizzato dentro a zuppe o nel brodo di pesce per dare più densità.
Una serie di zuppe di verdure costituisce il primo per eccellenza. La “sopa de cebollas”, la zuppa di cipolle o i minestroni (potajes) molto ricchi e insaporiti con carne: il “potaje de berro” (crescione), il “potaje de garbanzos” (minestrone di ceci), e il “puchero canario”, una zuppa di legumi, ortaggi e carne.
Seguono i piatti di pesce. Il “pescado” fresco si trova in molti ristoranti. Calamari fritti o alla griglia, cernie, tonno, polpi in insalata o grigliati e alici o sarde in olio, prezzemolo e aglio. Meglio nelle località costiere del nord (Orzola e Arrieta), oppure a El Golfo e La Caleta ad ovest chiedendo ai camerieri il pesce del giorno.
L’isola di Lanzarote è “l’isola dei conigli” per eccellenza e quindi va assaggiato il “conejo en salmorejo” a base di carne di coniglio o il “bafito” o il “cabrito in adobo” a base di carne di capra. Abbiamo pranzato con carne e patate molto saporite al Restaurante El Diablo nel Parco del Timanfaya, dove tutto viene cucinato al calore del vulcano.
Per i golosi i dolci non mancano a base di mandorle, fichi e cioccolato. Come i “bienmesabe” biscotti, mandorle, uova, zucchero e liquore Moscatel, il “frangollo” un impasto di acqua, farina di miglio, mandorle, zucchero e fichi servito con crema e cioccolato fuso.
Il vino tipico è la Malvasia secca con un leggero sapore amarognolo detta “picon”. Nell’area vinicola della Geria coltivano le viti e le cantine di questa zona offrono visite e degustazioni. I vigneti sembrano una tela a pois verdi su un fondo di terra grigio scuro formatasi dai resti della cenere delle grandi eruzioni vulcaniche del passato. Sotto questo manto scuro c’è uno strato di terra fertile ideale per la coltivazione della vite. Gli agricoltori scavano buche di pochi metri di profondità, piantano la vite e la circondano da muretti in pietra semicircolari per proteggerle dal vento. Un paesaggio assolutamente unico da lasciare senza fiato. Lanzarote ha una produzione di 1.900.000 bottiglie all’anno di vino doc dal 1993.
Noi ci siamo fermati all’azienda La Geria con museo annesso e la possibilità di assaggiare vini diversi in uno scenario meraviglioso. Il clima semidesertico con scarse precipitazioni e le temperature calde e costanti hanno consentito lo sviluppo della vite. In onore del lavoro duro dei contadini locali Manrique scolpì il Monumento “al Campesino” posto sulla strada che da San Bartolomé porta a Playa Famara.
Ovunque sull’isola si trovano coltivazioni di Aloe Vera Barbadensis, pianta medicinale conosciuta per il suo potere curativo e le sue applicazioni nella cosmetica e nella farmacologia. Nelle vicinanze delle piantagioni hanno aperto Musei per la spiegazione delle proprietà di questa pianta e negozi per la vendita di tutti i prodotti rigorosamente ecologici
Lanzarote è apparentemente desertica, ma è ricca di sorprese e di colori dal verde selvatico delle ginestre al magico verde della pietra olivina che si stagliano contro il nero della lava e si mescolano con l’azzurro del cielo e il blu dell’Oceano, il dorato e il rosa delle spiagge.
La tutela dell’ambiente e la sua natura selvaggia donano la sensazione di trovarsi in un luogo primitivo e fanno in modo che Lanzarote restituisca al visitatore una dimensione di mistero e di sogno con panorami infiniti sull’Oceano.
La sua Riserva Marina, le 12 aree naturali protette, i paesaggi marziani dai colori rosso metallico al bruno scuro e il Parco Nazionale Timanfaya la rendono la meta ideale per coloro che cercano l’originalità. L’atmosfera rilassata e tranquilla dell’isola permette di vivere la vacanza al 100%.
L’Organizzazione Mondiale del Turismo Sostenibile ha riconosciuto all’isola di Lanzarote la Certificazione Biosphere Responsible Tourism ed è la prima volta che il premio viene dato ad un’intera località. I motivi sono facilmente intuibili: responsabilità sociale, sviluppo economico, rispetto per l’ambiente, tutela del patrimonio culturale e coinvolgimento del turista. Isola insolita, modellata dalle eruzioni vulcaniche nel bel mezzo dell’Oceano Atlantico, dove vivono 139.000 abitanti in una terra a prima vista inospitale, brulla, ma dai paesaggi unici e dalla bellezza straordinaria.
C’è qualcosa di ancestrale nel percorso che abbiamo fatto in questi luoghi sperduti per catturare l’energia della terra, i colori e le forme dell’isola, la sabbia del deserto arido, l’argento delle acque e la lava nera con le infinite sfumature di colori della scarsa vegetazione. Natura incontaminata, paesaggi vulcanici, tutela dell’ambiente, mare magnifico, arte, storia e cucina tutto rende Lanzarote un luogo affascinante dove perdersi e ritrovare la propria anima.