Stoccolma e il suo magico arcipelago
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Sognavamo da molto tempo il giorno in cui avremmo posato il piede in terra svedese, nonostante proprio la Svezia ci abbia buttato fuori dai Mondiali di calcio di Russia 2018. Da tanto immaginavamo le emozioni che ci avrebbe regalato questa Nazione ancora in gran parte incontaminata. Nemmeno 10 milioni di abitanti su un territorio di 447 mila chilometri quadrati, ciò significa una densità di popolazione pari a 23 abitanti per chilometro quadrato concentrata nelle tre città principali: Stoccolma, Goteborg e Malmo. In Italia invece ci accatastiamo in 200 persone per chilometro quadrato, quasi dieci volte di più: pazzesco.
Ancor prima di atterrare il mosaico di isole ricoperte di pinete e campi che compongono la frastagliata costa, e ben visibile durante l’avvicinamento all’aeroporto di Skavsta, ci ha ammaliati. L’aria fresca della notte poi, se pure il cielo non fosse completamente scuro (qui siamo al nord e durante l’estate le ore di luce si prolungano molto di più rispetto all’Italia) assieme al profumo di resina e pulito, hanno creato un meraviglioso primo impatto che si è prolungato durante l’intera vacanza.
CONSIGLI SUL VIAGGIO IN AEREO, GLI HOTEL, I MEZZI PUBBLICI E I TRAGHETTI, I CIBI E LE BEVANDE
Dopo un’attenta ricerca sulle tariffe dei voli scegliamo di partire con Ryanair da Orio al Serio, Bergamo, atterrando alle 23:25 della sera nel piccolo aeroporto di Skavsta, a 100 chilometri dal centro di Stoccolma. Nonostante la distanza considerevole è ben servito dagli autobus Flygbussarna che in circa 80 minuti, traffico permettendo, conducono i passeggeri alla stazione centrale della città. Il costo del biglietto di andata e ritorno è di 278 Sek se si compra on-line (+/- 27 euro a secondo del cambio corrente, ma per semplificare potete ricordare che 10 Sek equivalgono a 1 Euro), cosa che consiglio per la praticità e non tanto per l’esiguo risparmio di 7 Sek rispetto all’acquisto sul posto alle macchinette (sito internet in inglese: https://www.flygbussarna.se/en/skavsta. Fino a due bambini sotto gli 8 anni se accompagnati da un adulto, non pagano.
Avendo un figlio di due anni preferiamo posticipare il viaggio in bus al giorno seguente, scegliendo di pernottare al Connect Hotel Skavsta, a soli 75 metri dall’aeroporto. Questo albergo ha prezzi contenuti, è minimalista ma i letti sono comodi, è ben insonorizzato, e della colazione non ci si può lamentare. Dovendoci trascorrere solo una notte, e in effetti è nato proprio per chi arriva o parte a orari inusuali, mi sento di consigliarlo.
In città invece l’Hotel Tegnerlunden ha soddisfatto tutte le nostre aspettative, soprattutto quelle legate alla colazione: varia e super abbondante, e dove l’assenza di croissant è ampiamente colmata da una miriade di alternative. L’albergo sorge a 15 minuti a piedi dalla stazione centrale e affaccia su un parco pieno di alberi, con dei laghetti e un piccolo parco giochi: l’ambiente ideale dove far sfogare i più piccoli. D’estate a Stoccolma la luce si protrae sino a tardi perciò, se questo vi crea problemi, al momento della prenotazione specificate di preferire una camera ai piani bassi, ombreggiata dagli altri edifici, o in alternativa esposte verso est.
Per muoversi e visitare le principali attrazioni di Stoccolma esistono diverse soluzioni. Ognuno di voi dovrebbe stilare in anticipo un elenco dei luoghi di interesse, valutare le distanze dal proprio albergo, e solo allora scegliere se acquistare la ‘Stockolm pass’, comprendente tour e musei, la ‘travel card’ di 24 o 72 ore, oppure come noi la SL Access. Una sorta di carta ricaricabile utilizzabile su bus cittadini, tram, metro e battelli, valida anche per due persone, dal costo fisso iniziale di 20 Sek e caricabile con denaro dai 100 ai 1000 Sek. Non volendo entrare in troppi musei e avendo voglia di visitare in autonomia le isole, la SL Access si è rivelata la soluzione migliore. Bisogna comprarla fisicamente una volta giunti in città, per esempio in uno dei numerosi 7 eleven, una catena di negozi convenienti dove sono venduti pure cibi e vivande. Tenete conto che Stoccolma non è enorme e se si è abituati a camminare la si può girare quasi interamente a piedi. Sul sito ufficiale in italiano della Svezia trovate tutte le informazioni utili per decidere l’opzione più congeniale per voi: .
Segnalo inoltre un’intelligente iniziativa: chi viaggia sui bus con un bimbo in passeggino non paga. Ciò vuol dire che se siete una coppia come noi con un figlio piccolo e salite sull’autobus, solo uno dovrà pagare il biglietto. Sulla metro invece entrambi gli adulti sono paganti.
Per quanto riguarda il cibo si apre una nota dolente o meglio, è il costo medio dei ristoranti a essere elevato rispetto all’Italia e non la qualità. Se la cena può diventare davvero dispendiosa, di contro nei supermercati i prezzi non sono poi così distanti dai nostri. Quindi abbiamo optato per il supermercato Coop, dalla scritta in verde, e per i negozietti della 7 eleven, un paio di volte siamo stati al McDonald’s e una sera al carino Mom’s Kitchen. E’ un take away alternativo, nel quale è possibile sedersi ai tavolini e farsi servire uno dei piatti già pronti ma di buona qualità. Se state visitando il parco di Skansen fate il pieno al self service appena dopo l’ingresso e di fronte al grande palco, lì le polpette con il purè sono ottime e a un prezzo ridicolo rispetto agli standard svedesi.
Il caffè e l’acqua meritano un appunto a parte: il primo costa dai 25 Sek in su, mentre l’acqua non in bottiglia è gratuita.
I traghetti sono una parte integrante dei trasporti nella capitale della Svezia e non potrebbe essere altrimenti dato che la città sorge su 14 isole e il suo enorme arcipelago è composto da circa 30000 fra isole, isolotti e scogli, sparsi qua e là nel Mar Baltico. Se come noi non possedete una barca, o meglio ancora uno yacht, ci si può avvalere di due compagnie di navigazione per raggiungerle. La prima è la Waxholmsbolaget le cui imbarcazioni partono dai moli di Strömkajen, la seconda è la Stromma con le navi attraccate ai moli di Nybroviken, all’inizio della suggestiva passeggiata fronte mare Strandvagen. Le differenze principali sono le seguenti. Waxholmsbolaget è pubblica e quindi le tratte costano meno, è utilizzata dagli abitanti e quindi maggiormente affollata, serve più scali ma il tempo dei tragitti è maggiore. Inoltre il loro sito internet è solo in svedese e perciò non chiarissimo per gli stranieri, sebbene si possano intuire le varie destinazioni, gli orari dei traghetti e i costi. Stromma invece è privata e specializzata nei tour tra le isole, ha costi maggiori ma la motonave Cinderella è davvero confortevole e veloce, ha un sito internet in inglese che offre molte possibilità di scelta per i turisti. Noi ci siamo avvalsi di quest’ultima per visitare le splendide Gallno, Grinda e Sandhamn, soprattutto per via degli orari a noi più congeniali.
In entrambi i casi i biglietti si acquistano sulla nave. Ricordate di conservarlo fino al momento dello sbarco perché il personale di bordo ve lo ritirerà e, nel caso non lo abbiate con voi, dovrete ripagare l’intero importo.
BELLEZZE E CONTROSENSI DI STOCCOLMA
Innanzitutto sottolineo che Stoccolma ha soddisfatto appieno le nostre aspettative per quanto riguarda i musei e i palazzi, per non parlare della magia del suo enorme e meraviglioso arcipelago. Tuttavia ci ha spiazzato la presenza di parecchi zingari accovacciati per le vie del centro o stesi nei parchi, gli stessi bellissimi parchi tanto amati dagli svedesi durante l’estate, affollati di giorno e nelle lunghe serate per i picnic fuori porta, nel vero senso della parola. Inoltre abbiamo trovato cartacce e lattine sparse un po’ ovunque, forse per colpa dell’ebrezza dei Mondiali… comunque in generale pensavamo di trovare una città più pulita, in stile svizzero per intenderci.
Fra la giungla di musei, i cui biglietti non sono proprio economici, ce ne sono due a ingresso gratuito molto interessanti e di cui vi parlerò nel proseguo del diario: quello di Storia svedese e quello della Stoccolma medievale.
Detto questo siamo pronti per cominciare la visita della bella città nordica.
PRIMO GIORNO: PALAZZO REALE, GAMLA STAN E MUNICIPIO
Poco dopo le 10 del mattino raggiungiamo il centro di Stoccolma dall’aeroporto di Skavsta, dopo un viaggio di 80 muniti estremamente piacevole, lungo l’autostrada E4 immersa in un paesaggio lievemente collinare che alterna le pinete ai prati, con qualche fattoria di colore rosso sparsa qua e là, e laghetti le cui acque scintillano sotto i raggi del sole.
Se girovagate per la Svezia le case di campagna tinteggiate di un rosso scuro vi perseguiteranno. Lo si deve al tipo di pittura utilizzata, addizionata con i composti del rame derivanti dalle miniere di Falun, una cittadina della Svezia centrale un tempo famosa per i suoi giacimenti. Da qui il nome rosso falun, il quale può variare la tonalità da chiaro a cupo, a seconda dell’ossidazione degli elementi in esso presenti.
Dopo una tappa all’hotel Tegnerlunden per lasciare i bagagli partiamo alla scoperta di una città che appare deserta per via della festa di Mezza estate tanto amata dagli svedesi, i quali ne approfittano per sfuggire dal caos cittadino e godersi l’aria aperta nelle seconde case sulle isole o nei parchi. Finalmente arriviamo a lambire l’acqua del Mar Baltico, in cui la capitale sorge su 14 isole, lungo la strada Stromgatan. Da qui in lontananza vediamo il Palazzo del Municipio con la sua alta torre e proprio di fronte a noi, dall’altra parte del canale, sorge il Palazzo del Parlamento sul piccolo isolotto di Helgeandsholmen. Da questa angolazione l’edificio risulta molto semplice, edificato negli anni a cavallo del fine ‘800 e inizi ‘900, e in stile neoclassico. La facciata migliore è quella che si osserva attraversando il ponte di Norrbro, neobarocca, con colonne e capitelli, lesene, altorilievi e statue, tetto piano con elegante balaustra. Il bel giardino antistante ci accoglie per un pranzo al sacco con vista sull’imponente Palazzo Reale, eretto in cima alla collina sull’isola di fronte, e primo obiettivo di giornata.
Fu costruito tra il 1697 e il 1754 in stile barocco e appare come un possente quadrilatero dalle pareti lineari, senza alcuna particolare decorazione, a cui si aggiungono due ali semicircolari formanti un cortile lastricato. Al suo interno si svolge il cambio della guardia, a mio parere non suggestivo come quello di Londra ma comunque da vedere. Sebbene la famiglia reale viva nel castello di Drottningholm, conserva qui la residenza e il re vi tiene le cerimonie ufficiali. L’edificio sorge sui resti dell’antica fortezza risalente al XIII secolo e distrutta nel 1697 da un incendio che ne risparmiò solo l’ala nord. Gli oggetti ritrovati durante gli scavi che ne ripercorrono la storia sono conservati in uno dei musei del palazzo: il Tre Kronor, accolto tra le volte in mattoni dei piani inferiori dall’atmosfera passata, e che espone un plastico del vecchio castello.
La visita al Palazzo Reale comprende anche gli Appartamenti Reali con il sontuoso salone delle feste, gli appartamenti degli ospiti, la suite Bernadotte, la sala del trono e la magnifica Galleria di Karl XI. Si tratta di una maestosa sala dei banchetti la quale si ispira all’impressionante Sala degli specchi di Versailles e in cui, per le occasioni speciali, viene allestito un lungo tavolo con ben 170 coperti. Il biglietto d’ingresso unico del costo di 160 Sek comprende pure il Museo delle antichità di Gustavo III con la raccolta di sculture che il monarca acquistò durante un viaggio in Italia, e le Sale del Tesoro dove si ammirano scettri e corone, spade e chiavi del regno: i simboli più importanti della corona svedese. Una curiosità: fino al 1970 questi emblemi venivano estratti dai forzieri, conservati qui anch’essi, ed erano esibiti solo per le cerimonie.
Per tutte le info consultate il sito internet: https://www.kungligaslotten.se/language/in-italiano.html
Appena usciti dal Palazzo Reale veniamo risucchiati nei fascinosi vicoli di GAMLA STAN, la città vecchia, pure lei sorta sull’isola di Stadsholmen. Ammiriamo solo da fuori la Storkyrkan, la cattedrale del XIII secolo dalle linee barocche italiane, per giungere nella colorata piazza Stortorget invasa dai turisti. Le case alte e strette si appiccicano le une alle altre formando dei rettangoli dalle tonalità forti del rosso e del giallo, contrastando l’architettura elegante e discreta del Museo dei Nobel. La natura per lo più interattiva delle sue esposizioni non cattura la nostra curiosità, perciò proseguiamo senza una meta precisa nell’intrico affollato di stradine acciottolate piene zeppe di negozi e ristoranti. Impossibile non incuriosirsi osservando la strettissima scalinata di Marten Trotzig Grand, larga nemmeno un metro, e poi sbucare in pochi passi in riva al Riddarfjarden dove la vista si allarga all’improvviso. Si osserva il piccolo isolotto di Riddarholmen, dal significato evocativo di isola dei Cavalieri, sul quale sorge l’omonima abbazia. Si tratta di un edificio di mattoni rossi in stile gotico la cui costruzione fu iniziata nel 1270; la sua alta torre è resa ancor più slanciata dalla guglia in ferro e l’interno della chiesa funge da tomba reale dei sovrani svedesi. Sul Riddarfjarden si affacciano pure i bei quartieri di Sodermalm con gli edifici più o meno antichi che si alternano alle rocce scure rivestite qua e là da alberi.
Ci limitiamo a guardare la chiesa di Riddarholmen e il profilo costiero di Sodermalm da lontano. Sebbene non siano distanti, preferiamo tornare pian piano verso la stazione centrale dove, lì vicino, attende solitaria la costruzione squadrata e imponente del Municipio.
La passeggiata è davvero piacevole e offre degli sorci suggestivi sulla parte più antica di Stoccolma che si specchia nelle acque tranquille del fiordo.
Man mano che ci avviciniamo al Palazzo del Municipio la possanza della torre diviene sempre più importante. Con i suoi 106 metri di altezza, in cima ai quale si esibisce lo stemma araldico delle tre corone, sorveglia la lunga facciata in mattoni rossi dell’edificio cittadino la cui struttura è alleggerita da un porticato al piano terra che si affaccia su un giardino terrazzato sulle rive del Riddarfjarden. Costruito tra il 1911 e il 1923, si ispira ai nostri bei palazzi rinascimentali.
La torre è visitabile e custodisce il Museo omonimo riguardante le origini del Municipio, noi però non ne varchiamo la soglia, le giriamo attorno per vedere il cenotafio di Birger Jarl, ovvero la tomba eretta a ricordo del fondatore della città che però non ne contiene i resti.
A questo punto è d’obbligo aprire un inciso sulla storia di Stoccolma. La capitale svedese sorge sul labirinto di isole che separano il lago Malaren dal Mar Baltico e ne creano uno stretto canale un tempo percorso dalle navi da guerra e vascelli commerciali. Nel Medioevo i pirati infestavano queste acque, così per proteggere sia gli abitanti che la preziosa via di comunicazione nacque una prima cittadella fortificata, proprio dove oggi si passeggia per Gamla Stan. A fondarla nel 1252 fu Birger Jarl, reggente al trono di Svezia dal 1248 al 1266 e unificatore del paese. Fece costruire un castello e una cinta muraria che servirono a respingere numerosi assedi, almeno fino al 1520, anno dell’efferata violenza chiamata il Bagno di sangue di Stoccolma, condotta dai sovrani di Danimarca. Questi ultimo riuscirono a sottomettere la città. Fra i pochi nobili sopravvissuti ci fu Gustavo Vasa, il quale il 6 giugno del 1523 riuscì a rivendicare il trono in seguito a una coraggiosa rivolta. Con la dinastia dei Vasa la Svezia divenne una grande potenza raggiungendo il culmine nei primi anni del 1700. Dopodiché la fortuna abbandonò la monarchia che a causa di sconfitte militari, carestie ed epidemie dovette cedere il potere decisionale al popolo, trasformandosi pian piano nell’attuale monarchia parlamentare.
Torniamo ora al Municipio il cui ingresso si apre su un cortile interno. Lo si può visitare solo aggregandosi a un tour guidato in lingua inglese che si tiene ogni trenta minuti e prenotabile fino a pochi minuti prima della partenza, numero massimo di persone permettendo. L’enorme Sala Blu da cui inizia la visita è davvero notevole per via soprattutto delle sue dimensioni, e in effetti è la più grande del palazzo. Sebbene esibisca i mattoni a vista e non sia quindi di colore blu, ha mantenuto questo nome perché l’intenzione iniziale dell’architetto ideatore era quella di tinteggiarla. La abbelliscono un colonnato e le 10000 canne di uno degli organi più grandi della Scandinavia. Qui il 10 dicembre di ogni anno si tiene il banchetto in onore dei vincitori dei Premi Nobel, poco prima proclamati nella Konserthuset, la sala dei Concerti. Fu Alfred Nobel a volerlo, lasciando scritto nel suo testamento di assegnare 5 riconoscimenti ‘a coloro che abbiano apportato all’umanità il maggiore beneficio nel corso dell’anno precedente’ e in particolare un premio per la medicina, uno per la chimica, uno per la fisica, uno per la letteratura e uno per la pace.
Dopo aver superato lo scalone ed essere giunti sulla balconata si può ammirare la Sala del Consiglio dal bellissimo soffitto dipinto ispirato alle antiche capanne vichinghe. Si succedono poi altre stanze come la Galleria del Principe dalle particolari colonne nere, fino ad arrivare nella magnifica Sala Dorata. Noi siamo rimasti a bocca aperta ammirando le pareti completamente rivestite con tessere di mosaico realizzate in oro e vetro. La creazione più imponente si trova sulla facciata di fondo ed è la ‘regina del lago Malaren’, ovvero Stoccolma rappresentata nella forma di una donna seduta sul trono.
SECONDO GIORNO: MUSEO VASA, JUNIBACKEN E SKANSEN
L’autobus numero 67 ci trasporta senza fatica da Odenplan, poco distante dal nostro hotel, sino all’isola di Djurgarden dove sorgono tutte e tre le attrazioni di questa seconda giornata in Svezia. Scendiamo davanti al bell’edificio del Museo Nordico dedicato alle vicende della popolazione svedese dal tardo medioevo alla nostra epoca.
Costruito tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900 si ispira al Rinascimento danese che vede nel meraviglioso castello di Frederiksborg, in Danimarca appunto, il suo gioiello più prezioso. Ho avuto la fortuna di visitarlo e di raccontarne le bellezze nel mio diario di viaggio dedicato alla breve vacanza in terra danese.
In effetti l’architettura del museo nordico con le eleganti facciate e le torrette somiglia a una fortezza reale, e sebbene l’esterno possa invogliarne l’ingresso il contenuto descritto sul sito, e in diverse recension sul web, ci inducono a tirare dritto fino al vicino Museo Vata, fiore all’occhiello di Stoccolma (sito internet in italiano: https://www.vasamuseet.se/it.
Rimaniamo semplicemente ammaliati davanti al vascello, oserei dire, più famoso d’Europa. Nonostante lo avessimo visto in molte foto, osservare in prima persona le sculture intagliate a poppa e a prua, gli alti alberi e l’intera struttura in legno, trasmette una grande emozione. Se poi ci si sofferma a pensare che il veliero da guerra è rimasto sul fondo del mare nel porto di Stoccolma per ben 333 anni vengono i brividi.
Costruito in soli due anni dal 1626 al 1628, compì infatti il suo viaggio inaugurale il 10 agosto 1628 che lo portò ad affondare a 1300 metri dalla banchina. Le operazioni di recupero avvenute nel 1961 furono molte impegnative, ma riuscirono a far emergere il 98% delle parti originali dell’imbarcazione oggi esposta nel museo. E’ possibile osservarla da ben cinque livelli di altezza e approfondirne la storia grazie a filmati, un modello in scala 1:10 della nave, interessanti esposizioni dedicate alle operazioni di recupero del relitto, alle persone morte nel nubifragio delle quali sono stati recuperati gli scheletri, del ruolo ricoperto dalle donne del galeone. Si può immaginare la vita a bordo entrando nel modello a grandezza naturale del ponte di batteria superiore, scoprire come’era pilotato un veliero e conoscere le tecniche di combattimento navale ammirando i grossi cannoni dell’epoca.
Definire il Vasa solo un museo è riduttivo perché in effetti è molto di più: è una porzione di passato catapultata nei giorni nostri, non è solo la storia di un vascello bensì quella di un’intera nazione materializzata davanti ai nostri occhi.
Dopo una scorpacciata di cultura il nostro Leonardo di soli due anni pretende giustamente un po’ di svago. E quale posto migliore per trovarlo se non al vicino JUNIBACKEN? (Sito internet in inglese: https://www.junibacken.se/en/).
È un luogo magico scaturito dal mondo delle fiabe. Si tratta di un museo pensato per i bambini dove le ambientazioni e i personaggi delle favole prendono vita. Nella ‘piazza delle fiabe’ i bimbi possono entrare negli alberi incantati e nelle case nati dalle penne di Astrid Lindgren, creatrice della famosissima Pippi Calzelunghe, di Tove Jansson, ideatrice dei Moomins, e di altri autori scandinavi. Questo è possibile grazie al lavoro di esperti artigiani con il cuore di un fanciullo. Altre ricostruzioni attirano i bimbi tra il ristorante e il bookshop, mentre la casetta di Pippi Calzelunghe occupa quasi per intero il piano superiore, dove si tiene il simpatico spettacolo con protagonista la bambina dispettosa con le lentiggini e le trecce rosse. Sfortunatamente i piccoli attori parlano solo in svedese, tuttavia risulta simpatico assistere alla rappresentazione ricca di canti e balletti.
L’attrazione principale è però lo story train, e vi giuro: non avrei mai pensato mi potesse affascinare così tanto! Un po’ scettici saliamo sul vagone del treno mentre una ragazza gentile e carina fa partire la voce narrante nella lingua da noi prescelta. Fortunatamente stavolta c’è pure l’italiano. D’un tratto si spalancano le porte del mondo fantastico creato dalla mente di Astrid Lindgren ed Emil insieme a Karlsson, Nils e molti altri prendono forma nei luoghi immaginari in cui sono i protagonisti. Il vagono avanza pian piano, si alza e si bassa, continuando il proprio percorso immerso nelle ricostruzioni di ambientazioni fiabesche, e regala la sensazione di volare. Non avevo mai visto nulla di simile e nella sua semplicità mi ha catturato.
Una piacevole passeggiata in riva al fiordo ci conduce a SKANSEN, il primo museo all’aperto del mondo fondato nel 1891 e dove intendiamo trascorrere l’intero pomeriggio. A mio parere non c’è posto migliore in città dove potersi rilassare, far divertire i bambini e contemporaneamente passeggiare tra animali e fattorie. Non mancano neppure caffè, ristoranti e giochi per i più piccoli. Volendo, a un prezzo maggiorato, è possibile entrare nel piccolo acquario, ma noi non lo includiamo nella visita.
Fermarsi nell’ampia terrazza con vista sulle attrazioni del sottostante parco divertimenti Grona Lund, sorseggiando un caffè dopo essersi rimpinzati di polpette svedesi al self service, è davvero delizioso. Sazi e riposati si è poi pronti per cominciare la visita di questo grande parco dalle mille attrattive. Non esiste un percorso prestabilito ed è proprio questo il bello: bisogna solo perdersi fra i tanti sentieri all’ombra della vegetazione rigogliosa. Così si scoprono i ben 150 edifici in legno, fattorie, magazzini e mulini provenienti da tutta la Svezia e alcuni dalla Norvegia, perché quando fu creato Skansen nel 1891 le due Nazioni erano unite. Alcune costruzioni sono semplici casette con i tetti in paglia e torba mentre altre sono più eleganti, come la tenuta di Skogaholm del 1680. Passeggiando nel parco si scoprono gli orti e gli animali da fattoria, quelli selvatici come l’orso, il lupo e la lince, gli alci e le renne, le foche e la lontra. Si ammirano la bella chiesa di Seglora eretta nel centro dell’area e il campanile più alto di Svezia con i suoi 40,5 metri di altezza risalente al 1730. Figuranti in abiti d’epoca aiutano a capire come si viveva una volta in Scandinavia, laghetti e ruscelli rallegrano la camminata, inoltre in alcune delle fattorie è possibile entrare per vedere con i propri occhi gli arredamenti di un tempo e, in alcuni casi, ammirarne i bei dipinti alle pareti.
A Skansen ci si potrebbe trascorrere una giornata intera senza annoiarsi, e a noi quest’ambiente rilassato immerso nella natura e punteggiato di storia è proprio piaciuto.
TERZO GIORNO: ISOLE DI SANDHAMN E GRINDA
Non si può avere un assaggio della vera Svezia se non se ne visita l’incantevole arcipelago. Migliaia di isole, isolotti disabitati e scogli compongono un puzzle percorso dai fiordi nelle acque del mar Baltico di fronte alla capitale. Questa vacanza sarebbe stata incompleta, e forse un po’ banale, se non ci fossimo stati. Perché è proprio qui che si comprende quanto gli svedesi amino la natura, la semplicità della vita all’aria aperta e siano orgogliosi della propria Nazione.
Ci imbarchiamo la mattina alle 9:30 sulla nave veloce Cinderella (sito internet per consultare orari e costi: https://www.stromma.se/en/stockholm/cinderella-boats/) dai moli di Nybroviken lungo Strandvagen e subito incolliamo il naso alle grandi vetrate per godere del panorama che ci scorre attorno (l’imbarcazione possiede pure un ponte esterno dove potersi accomodare, ma data la frescura del mattino preferiamo rimanere sottocoperta). Il tragitto per raggiungere Sandhamn è di 2 ore e 15 minuti di paesaggi indimenticabili che mi sono impressa nella mente e nel cuore.
Allontanandosi da Stoccolma le rive si fanno più selvagge e i palazzi si trasformano in piccoli agglomerati di casette il cui praticello ben curato e privo di recinzioni scivola fino all’acqua. Il battello si muove sull’acqua in un continuo stringersi e allargarsi dei fiordi che via via attraversa, incrocia navi da crociera e piccole imbarcazioni, e transita vicinissimo alle pittoresche abitazioni di Vaxholm e alla sua possente fortezza. Poi aumenta la velocità dove la costa si ricopre di pinete e rocce grige: lì la natura sembra prendere il sopravvento sull’uomo e le case si diradano. I piccoli moli privati sono un obbligo per raggiungere questa porzione di paradiso sganciata dalla terraferma, perché qui le barche sostituiscono le automobili e vengono usate ogni giorno dagli abitanti delle isole per recarsi al lavoro a Stoccolma. E’ proprio un’altra vita e io non posso che rimanerne affascinata.
Le 2 ore abbondanti di navigazione necessarie a raggiungere SANDHAMN, nella parte esterna dell’arcipelago oltre la quale il Mar Baltico si apre a vista d’occhio, sembrano pochi minuti. Così quando davanti a noi compare il porto di questa nota località di villeggiatura, famosa per gli sport acquatici, non ci pare possibile di essere già arrivati a destinazione. La baia pullula di yacht, grandi e piccole barche a vela, motoscafi e gommoni, e sulla terra ferma spicca il caratteristico edificio di colore rosso del Sandhamn Seglarhotell.
Una volta sbarcati entriamo nel piccolo ma ben fornito negozio di alimentari per acquistare acqua, pane e biscotti (unico punto di rifornimento dell’intera isola) quindi passeggiamo per il villaggio scoprendone i punti panoramici e di tanto in tanto sgranocchiamo qualcosa. I prezzi dei ristoranti sono proibitivi, e comunque dopo l’abbondantissima colazione è sufficiente uno spuntino. Incuriositi ci addentriamo nella pineta seguendo le indicazioni per Trouville, l’altra località balneare di Sandhamn, distante circa tre chilometri. La vegetazione è più rada rispetto a quella che ricopre gli isolotti più interni dell’arcipelago, e il terreno è più secco, nonostante ciò una miriade di piantine di mirtilli ricoprono il suolo creando un tappeto verde brillante. Non ci sono mezzi di trasporto pubblici e l’unico modo per muoversi sull’isola è a piedi o in bicicletta seguendo i tracciati sterrati e i sentieri disseminati di radici degli alberi. Il percorso è un po’ monotono, ma appena si scelgono delle deviazioni verso il mare si scoprono delle spiaggette incantevoli di sabbia e sassi, le stesse ritrovate davanti alle casette nascoste tra gli alberi di Trouville. Qui non c’è nulla, a parte il fascino silenzioso e solitario della natura.
Purtroppo il tempo per godere di queste bellezze è poco perché nella stessa giornata vogliamo conoscere anche l’isola di GRINDA, di dimensioni minori e raggiungibile in 45 minuti di traghetto da Sandhamn. L’approdo a Sodra (sud) Grinda è completamente diverso rispetto al porto attrezzato e affollato di barche da cui siamo partiti. Qui una conca prativa incorniciata dagli alberi accoglie i visitatori, sottolineando da subito la natura meno turistica di Grinda. Una strada sterrata si snoda tra i boschi dove s’intravedono pochi cottage destinati alle persone che in vacanza cercano una tranquillità totale. Il percorso si spinge all’interno costeggiando dei prati cintati nei quali pascolano i cavalli. Il panorama può indurre a pensare di essere stati catapultati in qualche vallata montana, invece dopo pochi passi si scopre una piccola baia pianeggiante dove una famiglia sta facendo il bagno, sebbene il mare non sia per niente caldo. Questo potrebbe ancora trarre in inganno perché la si potrebbe scambiare per un lago alpino, ma poi superato un basso promontorio si apre l’incantevole porticciolo, un piccolo gioiello incastonato fra le rocce a circa un chilometro di distanza dal molo di Sodra Grinda. Un pontile aggrappato ai massi sporgenti dall’acqua consente di percorrerlo tutto e regala degli scorci indimenticabili del fiordo dove le onde arrivano ad abbracciare i pini. Ci sediamo nella terrazza sull’acqua dell’unico bar e ordiniamo una birra; una volta accomodati sui divanetti fronte mare baciati dal sole ci chiediamo se stiamo vivendo un sogno. Questo è il vero relax svedese, questa è la vera Svezia, questo è il nostro sogno diventato realtà.
La sera rientriamo a Stoccolma venendo ributtati nel caos cittadino, e sebbene non sia paragonabile a quello di Milano o Roma, dopo aver assaporato la serenità dell’arcipelago ci sembra comunque troppo. Acquistiamo dei calzoni al pesto al 7eleven, proprio di fronte agli attracchi delle navi lungo la passeggiata Strandvagen sul fiordo Nybroviken, e li divoriamo mentre camminiamo per le strade della città. Dalla via Nybrogatan fino al Parco Humlegarden dove sorge la Biblioteca pubblica, poi giù per la Birger Jarlsgatan e quindi zigzaghiamo qua e là sino all’hotel Tegnerlunden, dopo una giornata ricca di emozioni.
QUARTO GIORNO: MUSEO DELLA STOCCOLMA MEDIEVALE E ISOLA DI GALLNO
Una passeggiata lungo tutta la pedonale Drottninggatan affollata di negozi e turisti ci conduce sino a Stromgatan, sulla sponda del canale, di fronte alla piccola isola ospitante il Palazzo del Parlamento e collegata al centro città e alla vicina Gamla Stan tramite il ponte Norrbro. Proprio sotto di esso si nasconde il grazioso Museo della Stoccolma Medievale a ingresso gratuito. Dovete scendere una scalinata per trovarlo in quanto l’entrata è ubicata sui giardino a pelo d’acqua, e l’interno si sviluppa attorno alle antiche mura cittadine. Narra le vicende della capitale durante il medioevo, conserva qualche reparto, ma soprattutto ricostruisce un villaggio dell’epoca in dimensioni reali con tanto di manichini, chiesa, volte e locande, e nel quale ci si può camminare. Grazie a questo elemento il museo risulta ideale per i bambini e interessante pure per gli adulti.
Le sensazioni forti che ci ha regalato la visita dell’arcipelago del giorno precedente ci spinge a imbarcarci di nuovo sulla motonave Cinderella, stavolta per scoprire l’isola di GALLNO.
Dopo 1 ora e trenta di navigazione tra gli stessi idilliaci panorami da noi tanto apprezzati, si giunge a un molo sul quale affaccia un pugno di casette rosse. Non appena scesi a terra ci accorgiamo della diversità di Gallno rispetto a Grinda e Sandhamn. I trattori e gli attrezzi agricoli posteggiati fuori dalle trattorie rosse descrivono il carattere agricolo dell’isola, abitata tutto l’anno dalle stesse famiglie che cercano di preservarne la natura e celebrano il proprio orgoglio di essere svedese sventolando la bandiera azzurra con la croce gialla in giardino. Il primo impatto, devo ammettere, non è idilliaco, ed è allontanandosi dal molo principale che si comincia ad apprezzare la bellezza di questo lembo di terra dal perimetro estremamente frastagliato e circondato da isolotti. Qui le piante di ciliege selvatiche lambiscono la stradina sterrata lungo cui transitano carretti motorizzati carichi di provviste e bambini. Le balle di fieno sono sparse nei prati e gruppetti di bimbi si arrampicano sugli alberi, si rincorrono e giocano a pallone in un ritaglio d’erba fra i pini, o si lasciano dondolare su un’altalena artigianale costruita con un pallone appeso al ramo di una betulla. Sembra di essere stati catapultati indietro nel tempo, però con le comodità attuali. Così si può scegliere di staccare completamente la spina per godere della semplicità e della bellezza offerta dalla vita campestre, e di tanto in tanto riallacciarsi al resto del mondo con le tv e i cellulari.
Nel minuscolo porticciolo un altrettanto minuscolo ristorante dà la possibilità di mangiare sul pontile oppure sulle panche di legno antistanti. Poco più avanti terminano le case e la strada pian piano si restringe venendo fagocitata dalla fitta pineta. Quando meno ce lo si aspetta il mare si riconquista un lembo di terra creando delle baie favolose con sassi e spiaggette, dove le barche possono attraccare e i loro ospiti tuffarsi direttamente dai pontili. Noi rimaniamo incantati davanti a questi panorami e a un tale tipo di vacanza. Quanto sarebbe bello trascorrere i mesi estivi in questo tratto di mare, scoprendo ogni giorno un’isola diversa, con la libertà di andare dove si vuole, scegliendo di fermarsi in un porto attrezzato quando si ha voglia d’incontrare gente, oppure di insinuarsi in una baia isolata per godere da soli di tanta bellezza e tranquillità.
QUINTO GIORNO: SHOPPING, MUSEO DI STORIA SVEDESE E RIENTRO IN ITALIA
Quando ci svegliamo la mattina della quinta giornata in terra svedese stentiamo a credere che la nostra vacanza stia già volgendo al termine. Il tempo è volato, eppure di cose ne abbiamo fatte e viste tantissime. Con un velo di malinconia consumiamo l’ultima colazione in hotel, poi per tirarci su il morale ci gettiamo sulla Drottninggatan, la via dello shopping, ad acquistare qualche oggetto ricordo per noi e la famiglia. Riempiamo il passeggino di Leonardo di borse e ripercorriamo a piedi la Strandvagen fin dove incrocia il ponte per l’isola di Djurgarden. Lì si trovano le indicazioni per il MUSEO DI STORIA SVEDESE, ubicato sulla larga Narvavagen, quindi non bisogna attraversare il viadotto ma svoltare in direzione opposta e camminare sino a una bassa e squadrata costruzione di colore giallastra. L’entrata è gratuita e una volta varcato l’ingresso è impossibile non essere attratti dalla stanza dell’oro al piano interrato dove, in teche di vetro, sono conservati diversi oggetti preziosi per un totale di 52 chili di oro e 200 chili di argento. L’area museale è molto ampia e, stanza dell’oro a parte, si sviluppa su due piani attorno a un giardino interno che ospita la ricostruzione di un villaggio vichingo, attrazione molto adatta ai più piccoli. Le esposizioni rappresentano la storia di questa Nazione partendo dalla preistoria fino al rinascimento, con ampie sezioni dedicate all’arte, all’espansione vichinga nel corso dei secoli, e al massacro più violento della Svezia, quello avvenuto sull’isola di Gotland nel 1361 quando le truppe del re di Danimarca passarono a fil di spada ben 1800 contadini.
Con il museo di storia svedese si chiude il nostro entusiasmante viaggio in Svezia. Questo paese ci ha ammaliato con le attrazioni di Stoccolma e la ricchezza naturale dell’arcipelago. Le isole ci hanno regalato sensazioni di serenità e pace uniche, tanto da suscitare in noi la voglia di trascorrere lì un periodo ben più lungo, e chissà che questo sogno prima o poi non possa realizzarsi.