Interrail con le ali tra le capitali del Nord Europa
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In questo modo i voli hanno rappresentato la parte meno rilevante del budget. Ovviamente per ottenere questo risultato occorre utilizzare le Compagnie low cost, prenotare con largo anticipo, individuare la data e l’orario più conveniente e mettere in conto il rischio di dover perdere tutto in caso di annullamento del viaggio.
Anche per gli hotel si risparmia non poco scegliendo l’opzione non rimborsabile, con lo stesso rischio dei voli in caso di annullamento del viaggio.
Per visitare queste città (decisamente care) contenendo il budget senza calare nel comfort, occorre pianificare attentamente il viaggio. A tal fine fornisco una serie di informazioni pratiche per chi avesse intenzione di fare una cosa simile.
Budget complessivo per voli, alberghi, ristoranti, spostamenti, ingressi, ecc. poco meno di 1.600 euro a persona (3.200 in totale). Volendo si può spendere di meno abbassando il livello del confort (hotel non centrali, ostelli, pranzi da McDonald’s o similari, trasferimenti solo con mezzi urbani), ma vi assicuro che è molto più facile sforare questo budget.
Consiglio di portare pochissimi contanti, solo Dublino ha come valuta l’Euro e cambiare danaro in ogni paese sarebbe una follia tenuto conto che con la carta di credito si paga davvero tutto. Io ho usato la postepay e non ho avuto alcuna difficoltà in tutto il viaggio.
Da Copenaghen in poi memorizzare i nomi delle attrazioni e delle fermate diventa un’impresa quasi impossibile per cui chiedo in anticipo scusa se qualche volte potrò commettere degli errori di scrittura.
VOLI
Ho usato Ryanair e Norwegian e pur avendo fatto oltre la meta di tutti i voli della mia vita con Ryanair devo ammettere che Norwegian è decisamente più comoda. Per cui, nelle città servite da Norwegian consiglio di prenotare con loro. Io ho utilizzato Ryanair da Bergamo a Dublino, da Dublino a Copenaghen, da Oslo Torp a Varsavia Modlin e da Varsavia Modlin a Bergamo, mentre Norwegian da Copenaghen a Stoccolma e da Stoccolma ad Oslo.
Perché Norwegian e non Ryanair? Principalmente per l’aeroporto utilizzato, Norwegian vola sugli aeroporti principali, mentre Ryanair in quelli che spesso sono ubicati “in culonia”. Per cui un conto è arrivare in centro con il treno in 20 minuti un altro è doverlo fare con un autobus in un’ora e mezza, traffico permettendo. La variabile traffico è più importante a Varsavia dove al ritorno siamo rimasti imbottigliati nella zona centrale e per uscire dalla città abbiamo impiegato un tempo decisamente alto. Con gli aeroporti distanti dal centro sei costretto a partire con molto anticipo non potendo prevedere eventuali intasamenti del traffico e quindi una parte importante della vacanza viene sprecata negli spostamenti. Aggiungendo che i costi dei trasferimenti sono molto più esosi, che gli aeroporti principali hanno molti più servizi per ingannare l’attesa, hanno una varietà di esercizi per potersi rifocillare ed hanno un numero maggiore di posti dove sedersi in attesa del volo, si deve concludere che l’utilizzo di aeroporti particolarmente distanti dal centro come quello di Torp vanno assolutamente ponderati.
Altro motivo che mi fa prediligere Norwegian è relativo al fatto che gli assistenti Ryanair per tutto il volo continuano a propinarti bibite, profumi, gratta e vinci disturbando non poco il possibile riposo in aereo. Di contro su Norwegian passano solo se vengono chiamati.
Come poi non segnalare che il volo da Torp per Bergamo è stato improvvisamente cancellato da Ryanair (in realtà non hanno cancellato solo quello prenotato da me, ma tutti quelli previsti su questa tratta per il mese di agosto) ed ho dovuto penare non poco (tralasciando i tempi di attesa biblici per parlare con un operatore) per essere riprotetto sulla tratta Torp Varsavia e Varsavia Bergamo. Alla fine Ryanair mi ha riprotetto sulla nuova tratta, ma non c’è stato verso di ottenere la sosta a Varsavia di due giorni, nonostante fossero a mio carico tutte le spese di vitto ed alloggio. Per cui una notte a Varsavia a mio carico ed il giorno dopo ripartenza per Bergamo.
Per risparmiare ulteriormente per ogni volo ho fatto due biglietti, uno con un bagaglio da stiva e l’altro con il solo bagaglio a mano.
Il bagaglio da stiva diventa indispensabile in quanto, nonostante il mese di agosto, le temperature possono essere abbastanza rigide (nel nostro caso soprattutto a Dublino) e qualche indumento un po’ più pesante va assolutamente portato, insieme a quelli estivi perché a Copenaghen e Stoccolma ha fatto abbastanza caldo.
CARD SI – CARD NO?
Uno dei problemi che ci si pone prima di organizzare un viaggio è se siano convenienti o meno le card che danno libero accesso ai trasporti ed alla quasi totalità delle attrazioni turistiche di una città. Non c’è una risposta univoca a questo quesito. Bisogna fare due conti rispetto alle attrazioni che avete in mente di vedere. Io ho acquistato le travelcard per i trasporti, mentre le card complessive ho deciso di non comprarle, per quello che volevo vedere io non convenivano. Con le card il rischio è che si vada a vedere anche attrazioni non particolarmente interessanti per i propri gusti (tanto sono già pagate) e quindi si preveda un’eccessiva quantità di posti da visitare a scapito della qualità della singola visita. Solo per avere un’idea a Stoccolma la card per un giorno costa una sessantina di euro, 87 euro per due giorni e 107 euro per tre, comunque le tariffe variano e per avere quelle aggiornate rimando al link https://gocity.com/stockholm/it-us/products/all-inclusive/pricing.
In conclusione, con la calcolatrice alla mano, si fa la somma del costo delle attrazioni da visitare e dei trasporti da utilizzare e poi si decide se può essere conveniente o no acquistare la card.
DUBLINO
Trasporti
Le principali attrazioni si raggiungono tranquillamente a piedi se l’hotel è ubicato in zona centrale per cui non ho fatto alcun biglietto per i trasporti urbani.
Per il transfer da e per l’aeroporto ci sono diverse soluzioni:
· la più economica (che non ho preso in considerazione) sono gli autobus urbani che impiegano circa un’ora ad arrivare in centro e non sono particolarmente comodi se si viaggia con i bagagli;
· quella intermedia sono gli autobus 700 dell’Aircoach (https://www.aircoach.ie/) che impiegano circa 30 minuti a percorrere il tragitto dall’aeroporto al centro e viceversa e fanno più fermate sulla via principale cittadina O’ Connell Street (vicino al ponte e vicino al Gresham Hotel). Il costo a persona al momento è di 7 euro;
· quella più comoda (che ho scelto io) è il taxi, in meno di 30 minuti si arriva in centro ed ovviamente proprio davanti alla destinazione scelta. All’andata siamo arrivati di notte e abbiamo trovato una discreta fila nella zona taxi dell’aeroporto che però si smaltisce abbastanza rapidamente perché i taxi arrivano a ripetizione. Al ritorno, di mattina, il taxi è stato prenotato dall’albergo ed in entrambi i casi abbiamo pagato 25 euro in contanti all’autista.
Hotel
A Dublino ci sono due soluzioni da consigliare: prendere l’hotel in O’ Connell Street (la via più importante della parte nuova della città) o nella zona di Temple Bar dove si è vicino alle principali attrazioni turistiche ed è la zona dove c’è più vita notturna con una serie infinita di pub e ristoranti.
Io ho preferito la prima opzione prenotando con Expedia all’Holiday Inn Express Dublin City Centre (tre stelle).
Sinceramente, data l’esperienza avuta, non mi sentirei di consigliare questo albergo.
I pro: prezzo interessante circa 71 euro a notte con colazione compresa, posizione buona nella via principale della città moderna con possibilità di arrivare comodamente a piedi in tutte le principali attrazioni della città (alcune con una bella passeggiata).
I contro: mi hanno dato la camera al primo piano proprio sopra ad un pub rumorosissimo in special modo nel fine settimana, in albergo si va per riposare ed il vocio del pub sottostante disturba non poco, mi avessero dato un’altra stanza ai piani superiori forse il giudizio sarebbe diverso; wifi inesistente nella mia stanza; colazione basic soprattutto per il dolce e con il rischio concreto di non trovare posto essendo sotto dimensionato il locale colazione rispetto alla capienza dell’hotel; pulizia della stanza solo a richiesta in reception; assistenza alla reception molto scarsa ho dovuto chiedere tre volte un phon che mancava nella stanza.
Ristoranti
In tutti i paesi visitati ti portano una brocca di acqua del rubinetto, a volte è necessario richiederla, ma alla fine te la portano. Segnalo questa situazione come primo elemento nel settore della ristorazione tenuto conto dei prezzi praticati per le bottiglie di acqua minerale.
A Dublino in generale i prezzi sono accettabili e la ristorazione trova la sua espressione più nota nei pub.
Per entrare nei locali al chiuso a Dublino al momento occorre esibire il green pass.
A Dublino sono andato in due pub:
· The Auld Dubliner in piena zona Temple Bar. Si tratta di un tipico pub irlandese con un servizio attento e con una discreta scelta in cucina ed ottima per le birre. Alla fine un pasto con un piatto principale e la birra è costato poco meno di 30 euro e la qualità la definirei media;
· The Parnell Heritage Pub & Grill, vicino all’hotel prenotato, un pub molto ampio con un’ottima scelta di birre, ma un menu decisamente limitato ad un costo similare di quello precedente. Sinceramente non lo consiglierei.
Poi ho anche scelto un ristorante di livello superiore, attratto dalle recensioni positive: The Bank on College Green, sulla via principale College Green a pochi passi dalla statua di Molly Malone. Il ristorante è bellissimo e di un’eleganza non confrontabile con gli esercizi precedenti. Il servizio è attento e cortese. Il cibo è davvero buono, il tutto ad un costo di una decina di euro superiore ai pub. Come negli altri casi faccio riferimento ad un piatto principale ed una birra, facendo attenzione a non prendere i piatti più costosi. Con un pasto più strutturato i prezzi aumentano e non poco. Però è piacevole ogni tanto concedersi un locale di buon livello e questo sicuramente lo è.
Per uno spuntino a pranzo ho voluto provare The Mongolian BBQ, un locale molto particolare in zona Temple Bar.
In pratica ti prendi una ciotola e la riempi della carne e della verdura che trovi al buffet, poi aggiungi una delle diverse salse e la consegni al cuoco che la griglia sulla piastra davanti a te. A pranzo (fino alle 16,30) fanno delle combinazioni economiche: la ciotola sopra indicata con un’altra piena di riso bianco che trovi al tavolo a 7,90 euro; la stessa combinazione con l’aggiunta di una birra costa 12 euro; la combinazione all you can eat, con la possibilità di tornare al buffet quante volte si vuole, a 13,90. E’ sicuramente un posto particolare, bisogna scegliere attentamente le salse per evitare sapori forti, però mi sentirei di consigliarlo per provare un’esperienza gastronomica diversa ad un prezzo vantaggioso. Io ho optato per il menu a 12 euro e tenuto conto della ciotolona di riso che ti portano lo ritengo più che sufficiente per un pasto veloce.
Da vedere
· Trinity College.
E’ sicuramente uno dei posti turistici di maggiore attrazione a Dublino, non a caso è l’unico posto dove abbiamo trovato la coda e dove era indispensabile fare la prenotazione on line. Per capirci non è al livello Christ Church College di Oxford, ma ci si avvicina molto, essendo la più antica ed importante Università irlandese. Ha avuto molti studenti illustri tra i quali Samuel Beckett che si diplomò guadagnando una medaglia d’oro.
La vera perla del Trinity è il Book of Kells, uno spettacoloso manoscritto miniato con la decorazione molto elaborata. Dovrebbe essere stato realizzato dai monaci di Iona e contiene i 4 vangeli in latino. E’ conservato nei locali prima di salire in biblioteca.
La biblioteca è ospitata nella Long Room una sala gigantesca con un corridoio di 65 metri con una quantità impressionante di volumi antichi (circa 200 mila). Dal 1801 riceve una copia di tutti i libri pubblicati in Irlanda e Gran Bretagna e così si può capire come si sia arrivati a circa 5 milioni di volumi conservati al suo interno. Per gli appassionati del genere è la biblioteca più volte ripresa nella saga di Harry Potter.
Nel corridoio della biblioteca è conservata la più antica arpa irlandese, uno dei simboli di questo paese.
Il percorso all’interno del college è vincolato per cui non si può andare nelle aree non consentite (ci sono diversi studenti che vengono incaricati di far rispettare i divieti), però un’occhiata alla sfera di Pomodoro posizionata in un tratto non visitabile ci è stata concessa. Nel costo di 32 euro per due persone è compreso anche un caffè al bar del college. Certo è un’attrazione non propriamente economica, ma a mio parere sono soldi ben spesi. Per informazioni e per l’acquisto dei biglietti fornisco il link https://www.tcd.ie/visitors/
· Cattedrale di San Patrizio.
È la chiesa più grande dell’Irlanda.
Dopo aver subito numerosi danni anche a seguito di incendi nel secolo XIX fu completamente restaurata con il danaro proveniente da una donazione di sir B. Guiness.
Si narra che la chiesa sia stata costruita dove esisteva il pozzo che il Santo utilizzava per battezzare i fedeli, la leggenda poi dice che il Santo utilizzava un trifoglio per spiegare il mistero della Trinità e da lì sarebbe diventato uno dei simboli più conosciuti dell’Irlanda.
All’interno numerose tombe di personaggi illustri irlandesi, un grandioso organo, un ben conservato battistero e la porta del capitolo servita per riappacificare due nobili attraverso una stretta di mano utilizzando un buco sulla porta.
Costo di ingresso 8 euro.
· Christ Church Cathedral.
Sita in pieno centro di Dublino la Cattedrale è uno dei monumenti più noti e visitati della città.
Nella parte superiore abbiamo l’imponente navata centrale con archi gotici. Tra i punti di interesse principale il leggio medievale in ottone che si trova sul lato sinistro della navata e la tomba di Stronghow.
Molto interessante e davvero particolare è la cripta medievale del tutto particolare rispetto a come siamo abituati a conoscere tali ambienti nelle nostre chiese. Basti pensare che nella cripta è possibile ammirare monumenti, il tesoro tra cui il piatto di Francis Garthorne parte di una donazione di re Guglielmo III, i resti di un gatto ed un topo mummificati (ribattezzati Tom & Jerry dagli irlandesi) citati anche da James Joyce in Finnegan’s wake (che parla del gatto e del topo incastrati nel tubo dell’organo della cattedrale di Cristo), una presentazione audiovisiva. La Cripta può anche essere presa in affitto per eventi privati.
Costo di ingresso 7,5 euro.
· Galleria Nazionale di Irlanda
Ingresso gratuito, prenotazione obbligatoria al sito https://www.museum.ie/en-ie/home
Nel giorno della mia visita potevano accedere anche i non prenotati, ma chi aveva la prenotazione entrava più rapidamente. Purtroppo o fortunatamente vale il sistema inglese con le chiese che sono a pagamento (anche abbastanza care) ed i musei che sono gratuiti.
Non so perché, ma mettendo l’attrazione su Google Maps, sono stato condotto dove c’è l’uscita dal museo, mentre l’entrata è dalla parte opposta in Merrion Square la stessa via che porta al Memoriale di Oscar Wilde all’interno del parco.
Il museo merita sicuramente una visita anche non frettolosa perché è ben tenuto ed ospita numerosi capolavori. Sono conservate opere di Caravaggio, Tintoretto, Perugino, Tiziano, Rembrandt, Monet, Velázquez, Picasso, Goya e Van Gogh. Il capolavoro indiscusso del museo è “La cattura di Cristo” del Caravaggio.
· Memoriale di Oscar Wilde
All’uscita della galleria, un’attrazione molto frequentata è il memoriale di Oscar Wilde sito un a pochi passi dal museo, entrando nel parco. La statua è stata realizzata dallo scultore inglese Danny Osborne incaricato dalla Guiness ed è stata inaugurata nel 1997. Oscar Wilde è stato raffigurato a grandezza naturale (era un “omone”) nell’angolo dei Merrion Square Gardens proprio davanti alla sua casa che si trova al numero 1.
La statua è stata realizzata con diverse pietre provenienti da continenti diversi ed in particolare la giacca è scolpita in giada massiccia.
Caratteristico il viso che esprime diversi sentimenti (felicità e tristezza) a seconda del lato e ricalca il modo di essere di Oscar Wilde ed il suo modo di vivere la vita: “La felicità non è avere quello che si desidera, ma desiderare quello che si ha”.
· Castello di Dublino
Al momento la visita libera (non guidata) del castello è gratuita, la prenotazione va fatta attraverso il seguente link https://www.dublincastle.ie/.
Si visitano gli appartamenti di stato che sono ubicati nell’ala sud del castello: Gli appartamenti di stato sono tuttora utilizzati per le cerimonie ufficiali e per le visite dei rappresentanti dei governi esteri, ad esempio nella Saint Patrick Hall avviene l’investitura ufficiale del Presidente della Repubblica. Nella galleria in alto, originariamente prevista per i musicisti, ora vengono ospitati i giornalisti accreditati per la cerimonia di proclamazione del Presidente.
Si visitano:
· la sala del trono: attualmente utilizzata come sala di rappresentanza, fu utilizzata nel 1821n in occasione della visita di re Giorgio IV;
· salotto di stato che viene utilizzato per ricevere le delegazioni di altri paesi;
· sala da pranzo che conserva le decorazioni più antiche che si sono salvate dai vari incendi che hanno interessato il castello. Ospita ancora oggi dei pranzi ufficiali;
· la stanza del trono che fu utilizzata in occasione della visita di Giorgio IV in Irlanda nel 1821;
· le camere di Stato che hanno ospitato personalità illustri e da ultima Margaret Thatcher ed il Corridoio di Stato.
Usciti dal castello è piacevole riposarsi sulle panchine dei Giardini di Dubh Linn dove, complice una rara giornata di sole, si può godere dell’esplosione dei colori delle molte composizioni floreali presenti. Dall’altro lato dei giardini merita una visita la biblioteca di Chester Beatty, così chiamata in onore del magnate omonimo che ha donato una favolosa collezione di miniature e libri rari. A fianco, nella Coach House Gallery del castello, nel periodo della mia visita, c’era una mostra per celebrare Dante Alighieri nel settecentesimo anno dalla sua morte.
· Passeggiata sulle sponde del fiume Liffey
Quella sulle sponde del fiume Liffey è una piacevole passeggiata nel centro di Dublino e si incontrano diversi punti di interesse: ponti, memoriale della carestia e Four Courts. E’ una passeggiata davvero lunga (circa 3 km ponendo come estremi i due ponti di Calatrava), però è anche piacevole specialmente se fatta con il bel tempo.
Il ponte Samuel Beckett (di Calatrava) nella zona moderna dei Docklands è sicuramente una struttura scenografica con i piloni ed i cavi che lo sostengono che richiamano la forma dell’arpa uno dei simboli nazionali. E’ in grado di aprirsi per far passare le navi ed è transitabile sia dai pedoni che dalle autovetture. Le foto in notturna che si trovano in rete farebbero preferire una visita dopo il tramonto, ma occorre considerare che d’estate fa notte molto tardi a Dublino.
Ritornando verso il centro cittadino, nella sponda verso la città moderna, si incontra il “Famine Memorial” opera che commemora la grande carestia del XIX secolo con il popolo irlandese costretto ad emigrare verse il continente americano. La citazione della carestia l’ho ascoltata più volte nel corso della permanenza in Irlanda e nemmeno troppo velata è stata la critica all’operato della Gran Bretagna che, in occasione della malattia delle patate (peronospora), non avrebbe fatto nulla per alleviare le sofferenze del popolo irlandese. La posizione del memoriale è stata determinata dalla zona dove partì uno dei primi viaggi per l’America.
Proseguendo si incontra uno dei ponti più importanti e frequentati della città: O’Connell Bridge. E’ sicuramente il ponte più grande di Dublino che mette in collegamento la via dello shopping omonima con la parte storica della città.
Poco più avanti si incontra il ponte pedonale più romantico e forse più noto della città da tutti chiamato ”Half penny bridge” (il nome ufficiale sarebbe Liffey Bridge). Il ponte prende il nome dal pedaggio inizialmente previsto per attraversarlo ed è una struttura in ghisa sormontata da scenografici lampioni. Il ponte del 1816 è stato più volte restaurato, l’intervento più importante negli ultimi anni è quello del 2003 con la struttura ritornata al colore bianco che aveva in origine.
Continuando a passeggiare per la sponda del Liffey (lato città moderna) si incontra il palazzo delle Four Courts costruito all’inizio del XIX secolo dall’architetto James Gandon. Il palazzo deve il suo nome al fatto che all’inizio vi erano ospitate le quattro corti di giustizia previste dall’ordinamento giudiziario. Il sistema giudiziario poi è stato rivisto nel tempo, ma il nome originario del palazzo non è stato cambiato. Attualmente vengono ospitate le corti supreme di giustizia irlandese.
L’edificio ha un’importanza storica in quanto occupato durante la guerra civile irlandese ed è uno dei più conosciuti con la sua cupola visibile da molte parti della città.
L’ultima tappa, che potrebbe essere anche eliminata a mio parere, è il ponte James Joyce di Calatrava. Sinceramente non mi è piaciuto un granché, forse illuminato potrebbe essere più scenografico, ma di giorno non lo consiglio proprio.
· Passeggiata per O’Connell Street
E’ la strada che ho percorso più volte durante la mia permanenza a Dublino. Ha marciapiedi spaziosi ed è sempre piena di gente a tutte le ore del giorno.
E’ la via più nota della città che da accesso anche altre strade importanti per lo shopping come Henry street e Parnell Street.
Il punto distintivo più noto è l’imponente guglia “The Spire” alta 120 metri, del diametro di tre metri alla base che si restringe sulla sommità fino a 15 centimetri.
La strada è piena di monumenti, tutti imbrattati dai gabbiani purtroppo ed in gran parte “parlanti” attraverso le possibilità offerte dalla tecnologia (inquadrando la targa con il QR code con il proprio smartphone).
Tra esse cito:
· La statua di James Joyce su una traversa laterale (Earl Street North) in corrispondenza di “The Spire”. La statua è nota tra gli abitanti di Dublino con l’epiteto poco rispettoso di “the Prick with the Stick” ovvero “l’idiota con il bastone”;
· La statua di Daniel O’Connell il leader nazionalista a cui è dedicata la via. Alla base della statua si trovano 4 vittorie alate a significare le doti del leader nazionalista: coraggio, fedeltà, eloquenza e patriottismo.
Altri palazzi di interesse sono l’Ufficio Centrale delle poste di Dublino che ha prevalentemente un’importanza storica perché è il posto dove si proclamò la Repubblica d’Irlanda e quello che ospita il Gresham Hotel, un 4 stelle molto scenografico e noto in città.
· Statua di Molly Malone
Posta davanti alla chiesa di San Andrea, al momento della mia visita chiusa per lavori, la statua di Molly Malone è sicuramente la più conosciuta di Dublino. La leggenda narra di questa pescivendola che di sera faceva la prostituta per il sostentamento dei propri figli. E’ stata resa particolarmente famosa da una canzone popolare che risale al XIX secolo che è diventato l’inno non ufficiale di Dublino ed è stato adottato dai tifosi della squadra di rugby ed altri team sportivi della città. La tradizione vuole che una toccatina di tetta porti bene e per questo il seno della statua si presenta più lucido di altre parti del corpo.
Davanti alla statua c’è il raduno per le escursioni fuori città tra cui quella che ho prenotato io.
· Escursione di una giornata alla Rocca di Cashel ed ai Castelli di Blarney e Cahir
Prima di partire avevo prenotato un tour in inglese di un giorno al Selciato del Gigante, ponte di corda di Carrick – a – Rede ed alla città di Belfast tramite Expedia. Pochi giorni prima della partenza è uscito un provvedimento per il quale dovevano essere sottoposti a quarantena tutti quelli che erano andati nel Regno Unito. Considerato che l’Irlanda del Nord fa parte del Regno Unito, per non rischiare la quarantena (il transito in Irlanda del Nord doveva essere appositamente dichiarato nel PLF che veniva richiesto prima di partire) ho chiesto di cambiare escursione con quella destinata alla Rocca di Cashel, al castello ed al parco di Blarney e a Cork.
La partenza e l’orario sono i medesimi con raduno davanti alla statua di Molly Malone 10 minuti prima delle 06.30.
L’escursione per l’Irlanda del Nord è partita lo stesso e poco dopo è arrivato il nostro pullman (che in realtà ferma sulla strada principale in College Green visto che davanti alla statua di Molly Malone la strada è stretta). Il viaggio in pullman è abbastanza lungo, ma è reso piacevole dal comfort del mezzo e dalle indicazioni fornite in inglese dall’autista.
Prima tappa alla rocca di Cashel. Prima dell’arrivo sul sito l’autista si ferma in una posizione scenografica dove le foto della rocca risultano più affascinanti. In effetti la rocca, complice l’ambiente circostante e la posizione sopraelevata offre, nel punto di sosta del pullman, delle visuali molto affascinanti. Dal parcheggio si sale alla rocca (tutti i costi dei vari ingressi sono compresi nel prezzo dell’escursione) e si visita la cattedrale in stile gotico senza il tetto di copertura contorniata da numerose croci celtiche. Bello il panorama sulla piana circostante dove pascolano tranquillamente gli animali.
Seconda tappa ai giardini ed al castello di Blarney, un sito turistico molto visitato. Il castello è circondato da un parco enorme, ben tenuto, dove è piacevole passeggiare tra druidi, cascate, laghetti e piante esotiche. Il castello è in rovina, ma con una scalinata abbastanza ripida ed impegnativa si sale sulla sommità dove si trova l’attrazione più conosciuta la pietra di Blarney.
La leggenda vuole che chi bacia la pietra, occorre sporgersi oltre le mura aiutati da due addetti, ottiene il dono dell’eloquenza. Io, in periodo di Covid, ho preferito non ricevere il dono, ma erano molti i turisti che erano in fila per il fatidico bacio.
Al momento di partire per Cork si scatena il diluvio universale e l’autista stante la concomitanza dell’August Bank Holiday, ci propone di sostituire l’escursione a Cork con quella al castello di Cahir. Accettiamo e ci aspetta un ci propone un altro maniero, un tempo di proprietà della famiglia Butler. Il castello discretamente conservato (almeno rispetto ai precedenti) è situato sopra uno sperone di roccia sul fiume Suir. La visita è stata effettuata con una cortese guida sotto una pioggia incessante.
In definitiva una scelta di ripiego che alla prova dei fatti si è dimostrata un’escursione davvero interessante, peccato l’inclemenza del tempo nel pomeriggio.
COPENAGHEN
Trasporti
Ho girato un po’ il mondo, ma una rete di trasporti pubblici con l’efficienza di quella di Copenaghen non l’avevo ancora vista. Certo le dimensioni della città, il periodo estivo ed il numero degli abitanti aiutano, ma ho trovato i trasporti di Copenaghen, efficienti, comodi e puliti.
La soluzione migliore per il turista è acquistare il city pass small che è valido per le zone 01-04 e quindi comprende anche l’aeroporto e consente di viaggiare sia sugli autobus, che sui treni. Il costo varia a seconda della durata (24 ore costa 80 DKK, 48 ORE 150 DKK, 72 ore 200 DKK e così via fino a quello di 120 ore che costa 300 DKK). Anche la procedura per l’acquisto è molto comoda, si scarica l’applicazione DOT sul cellulare e si comprano direttamente i city pass che interessano. Io ne ho presi due (per me e per mia moglie) ed una volta pagato con carta di credito si sono immediatamente attivati con l’arrivo di un codice QR da mostrare al controllore in caso di richiesta. Consiglio di attivarli quando si arriva in aeroporto a Copenaghen in modo da ottimizzare il tempo del loro utilizzo. Durante la mia permanenza l’ho dovuto mostrare una sola volta ed ho preso i mezzi (treni e autobus) in continuazione. Il senso civico dei danesi dovrebbe essere molto elevato perché non ho trovato alcun tornello sulle metro o sui treni per accedere alle piattaforme. Ulteriori informazioni sul sito https://dinoffentligetransport.dk/en/tickets/day-passes/city-pass-english/.
Dall’aeroporto per arrivare in centro si possono utilizzare sia la metro che il treno (il secondo da preferire se la vostra destinazione si trova nei pressi della København H (la Stazione Centrale). All’aeroporto la stazione si trova nel terminal 3 e con il city pass questa tratta, sia se percorsa in metro che in treno, è compresa nella tariffa pagata.
All’aeroporto i controlli passaporti (almeno nel mio caso) hanno creato una discreta fila con poche postazioni e più voli in arrivo contemporaneamente, pertanto se siete tra i primi a scendere dall’aereo consiglio di effettuare il “pit stop” ai servizi igienici dopo tale check.
Sui treni e sulle metro viene molto agevolato l’uso delle biciclette e in tutti i mezzi a Copenaghen, forse complice il periodo estivo, ho sempre viaggiato comodamente seduto.
Un autobus che mi sentirei di consigliare è il 2A che parte a fianco della stazione centrale proprio di fronte ad uno degli ingressi del parco Tivoli. In pratica tenendo alle spalle la stazione centrale e davanti il parco Tivoli la fermata è sulla pensilina sulla destra. Il nome, come spesso accade in Danimarca, è difficilissimo da ricordare HOVEDBANEGARDEN TIVOLI. Per quanto riguarda la direzione bisogna prendere il bus nella parte della pensilina che si trova fronte strada con i mezzi che procedono verso destra. Con questo bus si arriva a Christiania (ci sono un paio di fermate dedicate, io ho utilizzato Skt. Annæ Gade ed in pochi metri siete dentro Christiania) e poi proseguendo con lo stesso bus si arriva alla fermata Lynetten dove con una camminata di pochi minuti si arriva a CopenHill con la famosa pista da sci sulla discarica cittadina. Volendo si può proseguire fino al capolinea per vedere gli Urban Rigger, strutture presenti in molti libri di architettura in quanto con questi container su una piattaforma galleggiante in cemento armato si è cercato di trovare una soluzione per la creazione di alloggi sostenibili per gli studenti. Copen Hill e Christiania meritano sicuramente una visita, gli Urban Rigger a mio parere un po’ di meno, però visto che sono di strada si può prevedere una deviazione.
Hotel
Tenuto conto il tipo di viaggio itinerante scelto, a Copenaghen (ma anche a Stoccolma ed Oslo), consiglierei di individuare l’albergo vicino alla stazione per agevolare gli spostamenti da e per l’aeroporto (nelle città come Dublino e Varsavia dove i collegamenti con l’aeroporto non vengono fatti su rotaia tale esigenza ovviamente è meno sentita). A Copenaghen, Stoccolma ed Oslo, notoriamente tra le città più care d’Europa, è necessario ponderare attentamente la scelta dell’hotel per trovare una sistemazione con un buon rapporto qualità prezzo. Certo prenotare in zone più periferiche rispetto alla stazione può essere economicamente conveniente, ma sicuramente più scomodo sia per i collegamenti con l’aeroporto, sia per gli spostamenti in città considerando che quasi sempre la stazione è baricentrica rispetto alle attrazioni e comunque offre i migliori collegamenti per arrivare dappertutto.
Dopo un’attenta ricerca ho orientato la scelta sul Copenaghen Plaza Hotel (4 stelle) dove con Agoda ho trovato un prezzo di 99 euro a notte, colazione esclusa (il prezzo più basso tra le strutture di pari livello e zona).
I pro: attaccato alla stazione centrale e quindi molto comodo per l’aeroporto e per tutte le attrattive cittadine; hotel old stile con un certo fascino e camere davvero spaziose per la media degli hotel delle capitali nordiche.
I contro: wifi molto scarso; l’estrema vicinanza con la stazione ed un’insonorizzazione non perfetta può creare dei problemi al passaggio dei treni (in realtà più ridotti rispetto al vocio di Dublino, ma se per dormire volete il silenzio assoluto, non scegliete questo albergo).
Ristoranti
Considerato l’alto costo della vita anche la scelta dei ristoranti deve essere molto attenta. L’utilizzo di TheFork diventa fondamentale per l’individuazione di ristoranti con promozioni in corso (in questa città lo sconto massimo trovato è stato del 30 per cento che si applica sulle pietanze e non sulle bevande).
Abbiamo provato:
· Dubrovnik Restaurant nei pressi della fermata della metro di RADHUSPLADSEN. Ambiente carino, servizio attento e piatti buoni anche se non superbi. Piatto principale e birra per due persone 60,78 euro, con lo sconto del 30 per cento;
· Retrogusto, non distante dalla stazione centrale, sulla Vesterbrogade. Premetto che all’estero non vado mai a mangiare nei ristoranti italiani, ma qui viste le recensioni e lo sconto TheFork ho voluto scegliere questo locale. Ho anche detto a mia moglie che il ristorante era una sorpresa perché altrimenti non mi avrebbe consentito di andare in un locale italiano. Il ristorante è carino ed è gestito in cucina da un cuoco sardo ed in sala da un cameriere campano. Come piatto d’entrata ti offrono del pane fresco fatto da loro con un eccellente olio sardo e già ti predisponi bene verso il locale. La nostra scelta è caduta su una porzione di polipo in due e due piatti di carne. Tutto davvero di una qualità superba, sarebbe una cucina di livello anche nel nostro paese. Senza TheFork i prezzi sarebbero altini, con lo sconto del 30 per cento il costo del pasto è stato di 90,7 euro.
Per uno spuntino veloce a pranzo abbiamo provato RizRaz in pieno centro storico. Si tratta di un locale dove viene offerto un buffet vegano ad un prezzo concordato, con la formula all you can eat. Il buffet è di qualità media, alcune verdure sono eccessivamente speziate per i miei gusti, ma alla fine può essere una scelta abbastanza economica per un pasto veloce: in due buffet più birra per un totale di 43,44 euro;
Da vedere
Fare una graduatoria non è mai facile, ma Copenaghen insieme a Stoccolma si sono rivelate le tappe più belle ed interessanti del viaggio.
· Visita guidata in italiano della città.
Uno degli elementi che mi hanno fatto apprezzare la città è stata la visita guidata in italiano al centro storico di Copenaghen. Prima di partire mi ero documentato sulle città che offrivano questo servizio ed alla fine, nel rapporto qualità prezzo e nella disponibilità, ho trovato solo il servizio offerto da Linda. Ho chiesto la prenotazione di un tour per il giorno che mi interessava e Linda mi ha cortesemente risposto che al momento eravamo gli unici interessati e che mi avrebbe fatto sapere il giorno precedente. Poi non si è aggiunto nessuno, ma Linda ha confermato comunque la visita guidata. L’appuntamento è alle 10,45 di fronte all’ufficio turistico nei pressi della stazione ferroviaria. Abbiamo girato il centro storico, riuscendo a scoprire dei dettagli che da soli non avremmo mai visto. Abbiamo anche avuto una completa indicazione dello stile di vita dei danesi e una serie di informazioni che non si trovano nemmeno nelle guide particolareggiate cartacee che pure avevamo. Abbiamo scoperto perché alcune case del centro storico hanno gli angoli smussati ed altri invece vivi: dipende dall’anno di costruzione delle case se prima o dopo il grande incendio e l’editto che obbligava a costruire le case con gli angoli smussati per favorire il transito dei mezzi dei pompieri. Abbiamo visto come vivono i danesi, come sono le loro case, quali sono gli stili di vita, qual è il rapporto con i loro governanti, come vivono la religione, ecc. ecc. In definitiva due ore davvero interessanti ad un prezzo giusto tenuto conto del tenore di vita di Copenaghen e del costo dei servizi della specie usufruiti da altre parti. Un’esperienza sicuramente da consigliare senza il minimo dubbio.
Di particolare interesse nella visita la piazza vecchia (Gammeltory) con la Caritas Springvandet, fontana della Carità, nota per le mele che saltano il giorno del compleanno della regina e della piazza Amargetorv, circondata da edifici seicenteschi, sempre animata da cittadini e turisti.
Informazioni sul sito https://linda.dk/.
· architettura contemporanea a Copenaghen.
Dal 2023 l’Unesco ha stabilito che Copenaghen sarà la futura capitale mondiale dell’architettura e il titolo verrà conferito in concomitanza con il congresso mondiale degli architetti.
Da qui si capisce la rilevanza dell’architettura, soprattutto contemporanea, per la città.
Ho già accennato agli Urban Rigger ed a CopenHill. In special modo questa seconda realizzazione costituisce un esempio di come si può integrare al meglio un impianto di smaltimento dei rifiuti in una città. Vedere decine di ragazzi che sciano sulla struttura, altri che prendono un aperitivo sul ristorante sul tetto, altri che giocano nei cortili circostanti, lascia capire come un impianto demonizzato da molti può anche costituire una risorsa se ben realizzato. Di miasmi non se ne parla, se non in forma leggerissima e quindi è una curiosità da vedere.
Altre opere di architettura contemporanea, solo per citarne alcune, sono:
Ø il Museo Ebraico Danese di Daniel Libeskind, purtroppo chiuso nel periodo della mia visita;
Ø la DR Koncerthuset di Jean Nouvel;
Ø il Black Diamond estensione della Royal Danish Library;
Ø la Copenaghen Opera House;
Ø il Blox realizzato dallo studio OMA, un centro polifunzionale affacciato sul porto storico della città;
Ø Cirkelbroen, un ponte ciclopedonale con delle piattaforme circolari interconnesse con al centro un albero per richiamare le sembianze di un’imbarcazione;
Ø il museo marittimo.
· la sirenetta e Kastellet.
La sirenetta è il simbolo indiscusso di Copenaghen eppure la gran parte dei visitatori che la vanno a vedere rimangono un po’ delusi per la dimensione ridotta. Io faccio parte della minoranza, perché sapendo cosa mi aspettava, mi sono fatto una bella passeggiata in tutta la zona (davvero molto bella) complice una spettacolosa giornata di sole ed ho apprezzato anche la sirenetta. La visita alla sirenetta va abbinata a quella della imponente fortezza di Kastellet (purtroppo interessata da rilevanti lavori nel periodo della mia visita) e della fontana di Gefionspringvandet, di rilevanza mitologica in quanto si narra che Gefjun avesse chiesto della terra al re di Svezia e questi le avrebbe dato un regno pari a quello che lei poteva riuscire ad arare in una notte. La donna per avere un regno più grande non avrebbe esitato a trasformare i suoi figli in buoi per arare più terra possibile.
Il percorso più bello per arrivare a queste attrazioni è pedonale e parte dal canale Nyhavn e costeggiando il mare arriva alle fontana ed a seguire alle altre attrazioni. La passeggiata è abbastanza lunga, ma davvero magnifica.
Altra opzione se si parte dalla stazione è prendere un treno suburbano (S-TOG) delle linee B, C o E che in tre fermate conduce alla Osterport Station e da qui in meno di un km si arriva alla meta.
La sirenetta raffigura l’omonima figura resa famosa dalle fiabe di Hans Christian Andersen ed è alta 1,29 metri. Alcuni turisti la credono molto più imponente ed hanno la stessa espressione di quando vedono il Manneken Pis di Bruxelles: tutto qui?.
· Il parco Tivoli.
Proprio al centro della città con una entrata di fronte alla stazione centrale. Si tratta di un parco a tema tra i più visitati al mondo ricco di attrazioni per bambini ed adulti e spettacoli di ogni tipo. La guida Linda ci aveva consigliato caldamente di visitarlo, ma con i tempi eravamo un po’ stretti e visti i prezzi 18 euro il solo ingresso e 48 con le attrazioni comprese, considerato che non era una delle nostre priorità, abbiamo saltato la visita.
Va comunque citato perché rappresenta un’attrattiva tra le più conosciute e apprezzate della città.
· Christiania.
Christiania merita un discorso a parte perché è un quartiere autogestito all’interno della città. Non circolano auto ed il mezzo più caratteristico di Christiania è una bicicletta con un carrozzino davanti che si chiama proprio Christiania Bike. Questa bicicletta, realizzata originariamente da un fabbro di Christiania per la sua fidanzata, ben presto si è estesa ad altri vicini di casa fino a diventare il simbolo indiscusso delle biciclette della capitale danese.
Di fatto Christiania è un quartiere occupato da squatters e hippies a partire dagli anni settanta. All’interno si va per vedere la street art e per buttare un occhio su questo mondo così particolare ed unico nel suo genere. L’occhio si può buttare, ma è altamente sconsigliato fare fotografie al suo interno, l’ho trovato scritto in tutte le guide e mi sono adeguato.
Per arrivare, come indicato nella sezione trasporti, ho utilizzato il bus 2A che ha una fermata proprio davanti: Skt. Annæ Gade.
· Rosenborg Slot.
Con il senno del poi era meglio dedicare almeno un giorno di più alla visita di Copenaghen, senza lasciarmi influenzare dal notevole cambiamento di prezzo per lo spostamento del volo aereo, ma alla fine va bene lo stesso perché così presto deciderò di tornare.
Con un tempo limitato dovevo scegliere quale castello visitare senza uscire da Copenaghen. Nella capitale di castelli e palazzi di interesse ce ne sono almeno tre: Rosenborg, Amalienborg e Christiansborg. Ho chiesto a Linda e mi ha riferito che tra i tre non c’era nessun dubbio nel dover preferire Rosenborg. Sicuramente devo mettere in conto di tornare a Copenaghen per visitare Amalienborg.
Il castello di Rosenborg è facilmente raggiungibile con una comoda passeggiata dal centro città, mentre partendo dalla stazione con il treno suburbano (linea A, B, E, H) in tre minuti si arriva alla stazione di Noerreport e da lì con pochi passi ci si dirige al castello.
Devo dire che Linda aveva proprio ragione, la visita del castello di Rosenborg (in danese Rosenborg Slot) è imperdibile in un viaggio a Copenaghen.
I biglietti si possono prenotare in rete oppure si possono fare direttamente sul posto, abbiamo trovato un po’ di fila che però viene smaltita subito. Il costo di due biglietti è stato di 240 corone danesi (32,27 euro).
Complice la splendida giornata di sole abbiamo apprezzato la struttura del castello, gli interni e lo splendido giardino molto frequentato anche dagli stessi danesi.
All’interno si visitano i ricchi appartamenti reali dato che il castello, inizialmente realizzato come dimora estiva di Re Cristiano IV, poi fini per essere quella principale fino alla sua morte, Lo stesso hanno fatto i suoi successori fino al 1720. Il castello è strutturato su più livelli, a piano terra si trovano gli appartamenti di Re Cristiano IV. Al piano superiore ci sono gli appartamenti dove si era trasferito Re Federico IV ed al secondo piano un enorme salone inizialmente utilizzato come sala da ballo con all’interno il trono. Tutti gli ambienti sono riccamente decorati e danno idea di uno sfarzo fuori dal comune (basti vedere le porcellane conservate al suo interno). In realtà lo sfarzo assoluto si nota scendendo nei locali sotterranei dove sono conservati i preziosissimi gioielli della corona. Uno spettacolo assoluto che rende la visita di questo castello del tutto particolare.
· canale Nyhavn
Si tratta del punto più caratteristico ed affollato della città. Il tipico porto storico della città, molto pittoresco con le imbarcazioni, le casette colorate ed i numerosi locali che si affacciano sul canale e per questo immancabile nelle foto ricordo.
Il canale è molto bello in ogni ora del giorno, ma al tramonto è davvero imperdibile.
Il canale è anche un punto strategico per raggiungere altre attrazioni nelle vicinanze: La Royal Danish Playhouse proprio in fondo al canale sulla sinistra; dalla parte opposta la piazza più grande della città denominata Kongens Nytorv centro nevralgico del traffico cittadino da cui parte Stroget, la lunga (quasi due Km) via pedonale e dello shopping della città il Charlottenborg Palace dalla sobria facciata in barocco olandese.
STOCCOLMA
Trasporti
Stoccolma è un’altra città dove i mezzi pubblici funzionano alla perfezione. Prima di arrivare mi ero documentato sui sistemi per raggiungere il centro dall’aeroporto di Arlanda.
Ci sono diverse possibilità, io ho utilizzato per una tratta la più economica e per l’altra la più cara. Ovviamente il diverso costo si riflette sulla comodità e sulla rapidità del servizio.
All’andata, su consiglio di un gentile operatore dell’ufficio informazioni dell’aeroporto, dovendo acquistare anche la travelcard valida 72 ore (costo 315 SEK per adulto a cui aggiungere 20 SEK, circa 33 euro, per l’acquisto della carta magnetica – l’equivalente della Oyster Card di Londra – per l’accesso sui mezzi) mi è stato indicato un sistema per ricomprendere la tratta aeroporto centro nella tessera comprata (la travelcard la vende lo stesso ufficio informazioni). In pratica bisogna prendere il bus 583 dalla pensilina all’esterno dell’aeroporto (terminal 5) che conduce alla stazione della linea ferroviaria suburbana di Marsta. Questa linea, nella cartina dei mezzi pubblici di Stoccolma identificabile con il colore rosa, nel tratto Marsta Station – T-Centralen (stazione centrale) è ricompreso nella travelcard. In alternativa alla travelcard si può fare anche il biglietto e questo è sicuramente il sistema più economico per arrivare dall’aeroporto al centro città. Ovviamente non è il più comodo ed il più veloce dovendo combinare un bus ed un treno. La scomodità è anche determinata dal fatto che la linea rosa è quella che arriva nella parte più profonda della T-Centralen e con i bagagli si dovranno percorrere diverse scale mobili (o ascensori) per arrivare in superficie. Tempo di percorrenza variabile in base ai tempi di attesa dell’autobus e del treno, ma comunque non meno di un’ora.
Dall’altro estremo, costo e comodità, c’è l’Arlanda Express che ho preso al ritorno. Il costo di questo treno veloce è stato di 58,87 euro per due persone. Però la comodità era troppa dato che la stazione di partenza era a 20 metri dal mio hotel. Il treno viaggia ad elevata velocità (sui 180 km orari, dato costantemente aggiornato su un display interno) ed in 20 minuti si arriva al primo terminal ed in altri 5 minuti al terminal 5 che è quello dal quale al momento partono i voli. Il biglietto si può comprare in anticipo alle macchinette e verrà annullato dal controllore all’interno del treno.
Sono esperienze ai due estremi e sono contento di averle fatte entrambe.
La tessera dove viene caricata la travelcard è di colore blu ed analogamente a quanto accade per la Oyster a Londra, va passata sul lettore in prossimità dei tornelli di ingresso alle stazioni (all’uscita non serve). Negli autobus il lettore è davanti a fianco del conducente, occorre fare attenzione perché ci sono due di lettori, uno per pagare il biglietto con la carta di credito e l’altro per passare la travelcard.
Hotel
Per i prezzi di Stoccolma l’albergo che ho trovato mi sentirei di consigliarlo senza il minimo dubbio. Ho prenotato per tre notti all’Hotel C Stockholm (4 stelle) tramite Expedia ad un prezzo medio di 93 euro a notte, colazione compresa.
I pro: vicinissimo alla stazione centrale e praticamente attaccato alla fermata dell’Arlanda Express; camere ottimamente insonorizzate; wifi funzionante; personale alla reception molto cortese; colazione, fruibile in un altro hotel posto di fronte (consiglio di andare al piano superiore perché c’è meno affollamento) di buona qualità e quantità; presenza dell’ICE BAR all’interno (non sono andato, ma avevo letto che è un’attrattiva turistica molto frequentata della città).
I contro: dimensioni della stanza davvero limitatissime e con seria difficoltà di trovare uno spazio per appoggiare le valigie.
Considerato che la stazione centrale di Stoccolma è una città nella città, posizionata su più livelli e con un’evidente difficoltà di orientamento, suggerisco la strada migliore per arrivare all’hotel in argomento. Arrivando con qualsiasi metro o treno occorre seguire le indicazioni per la metro blu (linee 10/11) e dalla piattaforma della blu prendere l’uscita per Vasagatan. Arrivati sul piano stradale, in prossimità di un pub (the Bishops Arms), si prosegue a sinistra e poi ancora a sinistra e siete arrivati in pochissimo tempo all’albergo. Se si prende l’Arlanda Express si arriva proprio davanti all’hotel.
Ristoranti
Anche a Stoccolma i ristoranti sono abbastanza cari e l’utilizzo di TheFork diventa altamente consigliato.
Abbiamo provato:
· USINE BISTRO 38, nei pressi della fermata della metro Medborgarplatsen (questa piazza è molto frequentata ed anche una passeggiata nelle vie adiacenti risulta piacevole). Un cameriere ed il titolare parlano anche italiano ed è un dettaglio che aiuta nella scelta dei piatti. Il locale è carino e mangiare all’esterno in estate è davvero piacevole. Abbiamo mangiato bene e con lo sconto thefork che qui arriva al 50 per cento il rapporto qualità prezzo diventa superlativo (46,16 euro in due). Con questo sconto il locale è da consigliare senza il minimo dubbio;
· KVARNEN, non distante dal ristorante precedente utilizzando la stessa fermata della metro. Ho scelto questo locale perché volevo provare una volta la cucina tipica svedese e questo locale era quello con le recensioni migliori. La cucina è buona, si può provare lo stufato di renna (molto particolare dal sapore leggermente dolciastro), le polpette svedesi ed altri piatti tipici. In questo ristorante abbiamo preso due portate un antipasto ed il piatto principale. Il locale è bello, ma la valutazione iniziale non sarebbe stata positiva: in pratica abbiamo aspettato oltre un’ora per l’arrivo del piatto principale, previo sollecito, perché la cameriera ha portato la nostra ordinazione ad un tavolo vicino che era stato occupato molto dopo. Situazione che mi aveva fatto inviperire, poi il titolare ha riconosciuto l’errore ed ha cercato di scusarsi in ogni modo. Un errore ci può stare, però saperlo riconoscere e fare del tutto per scusarsi è un atteggiamento che ho apprezzato molto. Alla fine per riparare all’errore ci ha concesso uno sconto del 25% sull’intero conto ed abbiamo pagato 60,78 euro. In definitiva un locale da consigliare perché si mangia bene ed il titolare sa fare il suo mestiere;
· GREEK TAVERNA, vicino alla stazione centrale e quindi al mio hotel. Scelto perché aveva lo sconto TheFork al 30 per cento e perché in quella serata diluviava. Il locale è carino ed abbiamo speso per un piatto discreto 52,18 euro in due;
· THE BISHOP ARMS, anche questo vicinissimo al nostro hotel. Si tratta di un pub con ottime birre dove siamo andati per uno spuntino veloce a pranzo. Abbiamo speso 35,05 euro in due, ma le birre saranno anche buone, ma la cucina è rimandata;
· VAPIANO, locale di fronte alla Stazione Centrale appartenente alla nota catena italiana. Come detto non mangio normalmente italiano all’estero, qui siamo entrati per un’insalatona ed una birra il tutto a 38,5 euro.
Per uno spuntino ottimi ed economici anche i supermercati della COOP (da utilizzare anche per l’acquisto delle bevande), che leggendo in rete non sarebbero collegati alla omonima rete distributiva italiana.
Da vedere
· Gamla Stan
E’ la zona che non ti stancheresti mai di visitare. In pratica è la città vecchia con un fascino del tutto particolare con le sue viuzze acciottolate, i palazzi storici, i negozi. La gran parte dei turisti li troverete in quest’isola nella quale è piacevole perdersi fuori dai percorsi principali. Sicuramente è caratteristico farsi una foto in Marten Trotzigs Grand un vicolo molto stretto che è molto più interessante al calare delle tenebre. Ci sono poi punti di particolare interesse:
Ø le case colorate famosissime nella piazza Stortorget, piazza dove nel 1520 avvenne il noto bagno di sangue dei nazionalisti che non volevano l’unione con la Corona danese;
Ø la cattedrale di Stoccolma (Storkyrka) che non ho visitato;
Ø l’imponente Palazzo Reale (Kungliga Slottet). Ante covid era imperdibile il cambio della guardia alle ore 11.45, ora lo spettacolo è stato molto ridotto. Si visitano gli appartamenti di Stato che occupano la parte più rilevante del palazzo, la sala banchetti imponente ed elegante; la biblioteca che conserva circa 100 mila volumi storici; la Cappella Reale e la stanza che custodisce il trono della regina. Per l’ingresso sono necessarie 200 SEK per due persone.
· Museo Vasa
Molti lo considerano l’attrazione principale della città, io no e per questo non ci sono andato, però va citato perché ospita l’imponente vascello Vasa che attira ogni anni migliaia di visitatori;
· Passeggiando per la City
Uscendo da Gamla Stan si imbocca Drottninggatan, una lunghissima via pedonale la lunga via pedonale che attraversa tutto il quartiere e vi porta dritto a Gamla Stan. Sbirciate nei negozi lungo la via oppure fermatevi a bere qualcosa in una delle caffetterie che troverete. Il luogo più importante della City è la piazza di Hötorget. In questa piazza potrete ammirare il mercato all’aperto dove bancarelle stracolme di prodotti tipici di stagione (frutta, funghi e quant’altro) attireranno l’attenzione di tutti i vostri sensi, in una esplosione di colori e gusti. In questa piazza ha sede la Koncerthuset, dove il 10 di dicembre di ogni anno vengono consegnati i Premi Nobel. Scendete poi al mercato coperto – Hötorgshallen, dove rimarrete stregati dai profumi e colori dei prodotti freschi, dal pesce alla renna, dalle cozze alle salsicce di cinghiale.
Percorrendo la via Drottninggatan, all’altezza della T-Centralen, si trova la Sergels Torg, probabilmente la piazza più affollata della Stoccolma moderna, realizzata su due livelli, quella inferiore pedonale piena di negozi e supermercati e punto di accesso alla metro, quella superiore con la caratteristica fontana in cristallo alta circa 40 metri. Nella piazza veniva segnalata la Kulthurhuset, con mostre temporanee, teatro e negozio di design (sono salito fino alla terrazza, ma sinceramente è una visita che si può benissimo saltare).
· lo shopping di lusso e di design
Al di là dei negozi del lusso che si trovano nella via Birger Jarlsgatan (intitolata al fondatore della città) tutta la zona merita una visita perché e sicuramente una delle più belle di Stoccolma. Ci si arriva in molti modi, io ho scelto di prendere il caratteristico tram nr. 7 (quando i tempi di percorrenza sono similari preferisco sempre viaggiare in superficie) che da Sergels Torg mi ha portato alla fermata di Nybroplan dove si trovano il Royal Theatre of Drama ed il parco Berzelii. Dall’insenatura partono molti dei traghetti turistici che fanno il giro della città. Sul lato dell’insenatura si affaccia lo Svenskt Tenn il più famoso negozio del design e degli arredi per interni della città. Per arrivarci non seguite le indicazioni di Google Map che vi porta all’uscita di sicurezza posteriore, l’entrata si affaccia proprio sul golfo di cui vi ho appena parlato (dal lato del teatro). I prezzi sono altini, ma si trovano oggetti bellissimi all’interno per cui merita una visita, anche se non dovete comprare niente.
· Moderna Museet
Sul lato opposto rispetto allo Svenskt Tenn è possibile percorrere due ponti, uno porta al Castello Reale e quindi a Gamla Stan e l’altro, con un bel veliero sullo sfondo, conduce all’isola Skeppsholmen che ospita il Moderna Museet. Prima notizia positiva il museo è ad ingresso gratuito (ad eccezione delle esposizioni temporanee se presenti). Se poi uniamo la gratuità al fatto che il museo è uno dei più belli, ricchi ed organizzati tra quelli della specie. Merita sicuramente qualche ora di visita la collezione permanente con artisti del calibro di Picasso; Salvator Dalì, Giorgio de Chirico ed altri.
· Stadhuset (Municipio di Stoccolma)
Arrivati in anticipo sull’orario di Check-in dell’hotel, abbiamo cercato l’attrazione più vicina ed abbiamo optato per la visita del Municipio di Stoccolma. Il municipio di Stoccolma è famoso perché ogni 10 dicembre si tiene nel salone principale il banchetto per i festeggiamenti dei premi Nobel. Lo abbiamo visitato con un tour guidato in inglese ed abbiamo apprezzato la capacità degli svedesi di saper vendere anche un’attrazione non particolarmente interessante. Il Municipio in realtà è relativamente recente 1908, ma è stato costruito con tecniche che lo fanno sembrare molto più antico. Si visita il salone dove si tiene il banchetto, la scalinata, la sala del consiglio comunale ed altri ambienti. Dalla parte esterna si gode una bellissima vista sulla città vecchia.
La visita guidata di gruppo costa 130 SEK, ma è possibile anche chiedere una tour privato.
· Palazzo Drottningholm
Necessita almeno una mezza giornata, ma ne vale davvero la pena. Il palazzo è patrimonio dell’Unesco ed è considerato la Versailles della Svezia.
Ci si impiega non meno di quaranta minuti per arrivare dalla T-Centralen prendendo la linea verde della metropolitana di Stoccolma (T17,T18 e T19) scendendo alla fermata Brommaplan e da qui prendendo un bus il 176 che in tre fermate vi porta davanti alla strada pedonale che conduce al castello.
Noi abbiamo impiegato qualche minuto in più e siamo arrivati in modo da entrare all’orario di apertura. A quell’ora non c’era tantissima gente mentre successivamente il castello ed il parco si riempie di moltissimi visitatori.
Immancabile la foto del castello sia dalla parte del mare (ci si può arrivare anche con un traghetto da Stadshusbron) che dalla parte opposta, quella più scenografica. Dalla parte del giardino il castello è davvero spettacolare, le foto migliori si fanno al mattino quando c’è poca gente, ma occorre considerare che prima dell’apertura la fontana non funziona.
Gli interni sono sontuosi e si tratta del palazzo reale meglio conservato della Svezia. Anche i giardini sono magnifici (l’ingresso è gratuito) e sono di una vastità impressionante per cui la visita richiede del tempo.
· Stazioni della Metro
Prima di partire avevo letto che Stoccolma ha delle fermate della metro molto scenografiche e veniva consigliato di visitare in particolare queste: T-Centralen, Solna Centrum, Radhuset, Kungsträdgården e Stadion.
Per cui in una giornata particolarmente piovosa me le son girate tutte.
Sarà che avevo ancora in mente quelle meravigliose di San Pietroburgo, ma questo è un tour che si può tranquillamente evitare.
OSLO
Trasporti
Ad Oslo ho utilizzato due aeroporti. Uno è l’aeroporto principale della città e tra i più importanti della Scandinavia (Gardemon) e l’altro, secondo me, molto impropriamente viene definito aeroporto di Oslo perché sta a Torp ad un’ora e mezza di strada da Oslo.
Dall’aeroporto i mezzi più comodi per arrivare in centro sono i treni e si può utilizzare il Flytoget al costo di 204 NOK a persona poco meno di 20 euro a persona, oppure i treni della linea VY https://www.vy.no/en/ al costo di 21,15 euro per due. I Flytoget costano quindi il doppio, ma la frequenza è molto diversa (i Flytoget partono circa ogni 10 minuti, mentre per il treno della VY, complice alcuni lavori sulla linea, ho dovuto attendere circa un’ora).
Per Torp la soluzione migliore è il bus Torpexpress che dalla stazione degli autobus (che si trova nelle vicinanze della stazione centrale e costa 51,72 euro per due persone. Si può arrivare a Torp anche con la combinazione treno autobus, ma è assolutamente sconsigliabile al momento in quanto il Torpexpress impiega 90 minuti e ti porta davanti al terminale, mentre con la combinazione ci vogliono due ore e mezzo e devi cambiare. Il biglietto del torpexpress si può fare on line ed in questo modo è sicuramente garantito il posto, oppure direttamente alla partenza.
Il primo giorno ho girato ad Oslo senza travelcard, avendo in programma una crociera sui fiordi e tenuto conto che le principali attrazioni erano comodamente raggiungibili a piedi. Il secondo giorno ho fatto la Travel Card della RUTER https://ruter.no/en/ al costo di euro 21,92 per due persone per il biglietto valevole 24 ore, per raggiungere le attrazioni più distanti. Il biglietto l’ho acquistato all’ufficio della RUTER sito nel piazzale antistante la stazione centrale ed è valevole 24 dalla prima convalida.
Hotel
Anche per Oslo bisogna cercare un po’ per non essere spennato nella sistemazione alberghiera. Ho prenotato al Comfort Hotel Grand Central (3 stelle) con Expedia ad un prezzo di 110 euro a notte, colazione compresa.
L’albergo è proprio a fianco della stazione centrale, uscendo dalla stazione a sinistra e si trova subito l’ingresso dell’albergo.
I pro: vicinissimo alla stazione centrale e non distante dalla stazione degli autobus; ottimamente insonorizzato, di fronte alla via principale della città; a pochi passi dall’Opera House di Oslo dove si ritrovano i giovani alla sera; camera ampia e spaziosa; doccia molto ampia, colazione discreta;
I contro: un piccolo dettaglio, dovrebbe essere scritto più chiaramente all’interno della stanza che per ottenere la pulizia della stanza ed il cambio degli asciugamani si deve chiedere alla reception.
Ristoranti
Oslo è la città più cara del viaggio e non ci sono molti locali che hanno sconti con TheFork. Ne abbiamo trovato uno e lo abbiamo utilizzato due volte: Hereford Steakhouse in centro a pochi passi dal palazzo del Parlamento norvegese.
La carne è davvero buona e con lo sconto TheFork (20 per cento) i prezzi diventano abbastanza accettabili per lo standard della città. Nei due giorni abbiamo pagato 87 e 79 euro prendendo ovviamente piatti diversi. Senza TheFork i prezzi sarebbero decisamente cari, ma, per quanto trovato da me, se si vuole mangiare in centro città a prezzi più bassi o si va nei chioschi della Oslo Street Food o nelle catene internazionali di hamburger.
Per uno spuntino siamo andati nel supermercato della COOP all’interno della stazione centrale.
Da vedere
· Munch Museum e National Gallery
Nel periodo della mia visita la National Gallery era in ristrutturazione con apertura ad ottobre 2021. Nella National Gallery verrà ospitata tutta la collezione di Munch tra cui l’urlo molto famoso. Per assurdo con la National Gallery in ristrutturazione ed il museo di Munch chiuso, non hanno trovato un altro posto per far godere di questi capolavori nell’estate 2021, veramente incomprensibile.
· Karl Johans Gate
E’ l’arteria principale della città che collega la stazione e quindi il mio albergo con il palazzo reale. Nella prima parte della via, dalla parte della stazione, abbondano le donne rom intente a richiedere l’elemosina, ma in tutta la via sono tantissimi i senza tetto che richiedono qualche spicciolo (una delle contraddizioni delle città dove il benessere si percepisce in modo evidente).
Nella prima parte della via si trova anche la Domkirke, la cattedrale evangelica non visitabile nel periodo della mia permanenza.
Proseguendo si incontra il palazzo del parlamento e poi un bel parco dove riposarsi e molto affollato dalle famiglie con bambini (Studenterlunden).
Nella parte conclusiva dell’arteria il teatro nazionale e la strada pedonale che conduce al palazzo reale, non visitabile all’interno. All’esterno del palazzo uno splendido giardino molto ben curato.
· Municipio e Nobel Peace Center
All’altezza del parco Studenterlunden si imbocca una via sulla destra (Roald Amundsen Gate) che conduce al Municipio. Poco più avanti in direzione del mare il Nobel Peace Center che conserva all’interno un museo con le foto dei premi Nobel per la pace che sono stati attribuiti. Sinceramente visto il costo (120 NOK) ho evitato di visitarlo. La facciata fa capire l’origine del palazzo che una volta era la vecchia stazione ferroviaria di Oslo.
· Aker Brigge
appena dopo il Nobel Peace Center si apre la zona di Aker Brigge con un molo dove partono molti traghetti e anche le imbarcazioni turistiche che fanno il giro del fiordo. Sul molo si affacciano numerosi ristorantini ed è un luogo molto piacevole per fare una passeggiata.
Proseguendo si incontra una zona residenziale di alto pregio ed alla fine si arriva all’Astrup Fearnley Museum of Modern Art di Renzo Piano.
La passeggiata in questa zona è molto piacevole ed assume un fascino del tutto particolare con l’illuminazione notturna.
In fondo nel periodo estivo è facile trovare degli indigeni intenti a fare il bagno in mare.
· fortezza Akershus
La fortezza domina il porto di Oslo ed è una tappa imperdibile per godere del panorama su tutta la baia. Ospita due musei di impronta militare che non ho visitato. E’ comunque piacevole salire dalla parte del porto per poi percorrere tutta la strada che riporta al centro cittadino.
· fiordo di Oslo
Se il clima lo consente è davvero una bella esperienza fare un giro in battello per il fiordo di Oslo. Ci sono anche dei traghetti pubblici, ma la soluzione migliore che avevo individuato prima della partenza e che poi ho utilizzato era quello offerto dalla Norway Yacht Charter con il Fjord Sightseeing, una crociera su un battello che parte proprio dal molo alle spalle del municipio.
Ci sono due possibilità, fare solo la crociera sul fiordo o abbinarci anche un pasto a base di gamberetti scottati, io ho optato per la prima soluzione pagando l’equivalente di 68,26 euro per due persone.
Il giro dura un paio di ore e ti porta a vedere da vicino le parti più caratteristiche del fiordo.
A mio parere è un’esperienza da fare, in special modo se il tempo è buono.
· penisola Bygdoy
E’ una penisola nella parte occidentale della città dove si trovano diversi musei tra cui quello delle navi vichinghe e quello molto visitato dedicato alle spedizioni polari norvegesi (Museo Fram). Ci sono andato prendendo il bus 30 dalla stazione e, pur non avendo visitato alcun museo, è stata un’esperienza piacevole anche per la bella vista sul centro città.
· Operahuset
Il teatro dell’Opera di Oslo è la zona più visitata della città, pullula di turisti e cittadini sia di giorno che di sera quando i giovani la utilizzano come punto di ritrovo. Proprio dietro alla stazione, l’Operahuset è una struttura moderna, realizzata dallo studio Snohetta che si era aggiudicato il concorso di idee tra le 350 proposte ricevute dai giudici. Con il suo tetto che va a toccare il suolo invita i visitatori a salire sulla sommità per godere una spettacolare vista sulla città. La facciata è in marmo bianco di carrara e di sera una sapiente illuminazione lo rende davvero affascinante.
Dall’altro lato una spiaggetta dove i norvegesi fanno il bagno nel periodo estivo.
· Vigelandsparken
Il punto più panoramico della città è il parco di Vigeland. Si raggiunge con il tram 12 dalla stazione, percorrendo una ripida salita. Scesi dal tram non perdete tempo per andare a fare le foto sul parcheggio dell’albergo che si trova di fronte, ma entrate nel parco e seguite le indicazioni per il ristorante dove c’è il punto panoramico più interessante. Il parco è carino con sculture abbastanza strane e soprattutto all’imbrunire offre dei panorami spettacolosi sulla città.
VARSAVIA
Trasporti
A Varsavia con Ryanair si utilizza l’aeroporto di Modlin che dista circa 40 km dal centro. Ci sono collegamenti con gli autobus per il centro anche abbastanza economici, io mi sono affidato al servizio di transfer con autovettura prenotato attraverso Ryanair. Inizialmente avevo prenotato un pulmino condiviso, poi mi hanno informato che il servizio non era più attivo ed ho dovuto fare l’upgrade per il servizio taxi ad un costo di poco di più di 60 euro per andata e ritorno.
A Varsavia essendo una tappa imprevista, sono stato solo un giorno ed ho fatto il biglietto valevole per 24 ore per i mezzi pubblici (costo 6,58 euro per due persone). Su consiglio di una ragazza polacca ho scaricato l’applicazione Jakoiade che è molto più efficace e precisa di Google Map per gli spostamenti con i mezzi pubblici nella città.
I principali hotel sono nella zona moderna della città nei pressi del Palazzo della Cultura e della Scienza (vicino anche alla stazione centrale), mentre le attrazioni principali sono nella città antica (Stare Miasto). La distanza, seppur non proibitiva, è tale per cui non è assolutamente consigliabile percorrerla a piedi. L’applicazione scaricata (jakoiade) per il percorso stazione –Stare Miasto suggerisce il bus 160 che arriva alla fermata Stare Miasto (per capire la direzione le pensiline hanno l’indicazione 1 e 2 a seconda del lato della strada scelto). All’andata si ferma alla pensilina Stare Miasto 1 ed al ritorno si parte da Stare Miasto 2. Dalla fermata con una breve scalinata si arriva al castello di Varsavia in pieno centro storico della città. Con un sistema ancora più comodo dalla fermata si entra nella galleria e con la scala mobile si sale in centro (all’interno della galleria ci sono dei bagni pubblici davvero ben tenuti).
Per arrivare al bellissimo parco LAZIENSKI da Stare Miasto si prende l’autobus 116 dalla fermata PL ZAMKOWY pensilina 01 (la fermata si trova quasi all’inizio, venendo dal castello, della via principale della città vecchia Krakowskie Przedmiescie) in direzione Wilanow e si scende dopo sette stop di fronte al parco alla fermata LAZIENKI KROLEWSKIE pensilina 01. Ovviamente al ritorno si parte dalla pensilina 02 e si fa il percorso inverso.
Ho preso anche il tram per andare al quartiere Praga, ma sinceramente non ho ritenuto particolarmente interessante questa visita e quindi non la consiglio.
Hotel
A Varsavia ci sono altri prezzi rispetto alle città precedenti ed ho trovato un albergo che mi sentirei di consigliare per l’ottimo rapporto qualità prezzo. Con Expedia ho prenotato all’Hampton by Hilton Warsaw City Centre (tre stelle) una camera doppia a 61,68 euro.
L’albergo si trova vicino al Palazzo della Cultura e della scienza e alla stazione centrale.
I pro: albergo nuovo con una camera ampia e pulita; buona la wifi; colazione superba; ottima qualità del sonno; alla reception mi hanno chiesto se volevo una camera ai primi piani o in alto (far operare la scelta al cliente è un’attenzione che ho molto apprezzato).
I contro: non ne ho trovati.
Per prendere il bus 160 per Stare Miasto, si esce dall’hotel a destra e dopo pochi metri ancora a destra, si percorre tutta la via e si imbocca un sottopasso e sempre diritto si esce in fondo. Si prosegue diritto fino ad arrivare ad una via sulla destra con le pensiline gialle dove si prende il bus direzione Stare Miasto 1.
Ristoranti
Come detto a Varsavia la situazione cambia radicalmente rispetto alle altre città con prezzi decisamente più contenuti.
Abbiamo provato:
· ZAPIECEK una catena molto diffusa che è specializzata nella cucina tipica polacca. Noi abbiamo scelto un locale molto piccolo di fronte alla cattedrale. Abbiamo preso un piatto misto di pirogi (poteva bastare anche quello) ed un piatto di costine pagando 28,01 euro in due;
· BEEF AND PEPPER un ristorante non distante dalla stazione centrale che aveva ottime recensioni per la carne. Non posso che confermare, un ristorante di ottimo standard, con carne di livello molto alto. Mi sentirei di consigliare sicuramente questo ristorante dove abbiamo speso 54,06 euro in due, un prezzo caro per Varsavia, ma ne vale la pena.
Da vedere
Un solo giorno per visitare la città non è poi tanto, però ho cercato di organizzarmi per poter vedere il meglio di Varsavia. La capitale polacca è comunque una città in cui sarà necessario tornare.
· Stare Miasto
Il punto più caratteristico di Varsavia è la città vecchia dove si trova il Castello Reale, la cattedrale, il Rinek Starego Miasto (la piazza principale) ed il Barbacane che proteggeva l’ingresso alla città.
La cattedrale non mi è sembrata particolarmente interessante, mentre la visita al castello (stante l’impossibilità di prenotare ed acquistare i biglietti in rete) è resa particolarmente difficile dall’interminabile coda all’ingresso. Io dopo 40 minuti di fila, non essendo arrivato nemmeno a metà rispetto all’ingresso ho deciso di desistere.
Forse un sistema di prenotazione potrebbe rendere la visita più piacevole e meno stressante.
· Palazzo della cultura
Un discorso analogo a quello del castello lo posso fare per il palazzo della Cultura. Volevo salire sopra, ma la limitata portata degli ascensori e la gente in fila (c’era almeno un’ora e mezza di attesa a detta di un impiegato) mi ha fatto desistere dal proposito.
· Parco Lazienski