Sardegna archeologica
1 GIORNO
Tharros, Monte Sirai, Museo Archeologico “Villa Sulcis” di Carbonia Percorso: 129 km Tempo di percorrenza stradale: 02h09
1^ tappa: Tharros, Cabras All’estremità meridionale della penisola del Sinis, la città di Tharros – fondata verso la fine dell’VIII sec. a.C. – domina il golfo di Oristano. Si trattò di una città di grande floridezza, principalmente grazie alla sua vocazione commerciale. I suoi ricchi materiali sono dispersi tra il British Museum, il Museo Archeologico di Torino, ma anche al Museo Archeologico di Cagliari, all’Antiquarium Arborense di Oristano ed al Civico Museo Archeologico di Cabras.
2^ tappa: Monte Sirai, Carbonia Su un piccolo altopiano presso la costa prospiciente l’isola di S. Antioco e la città di Solky, fu fondato intorno al 730 a.C. il florido centro di Monte Sirai, a controllo della via che conduce al bacino minerario dell’Iglesiente e alle fertili pianure del Campidano. In seguito all’abbandono del sito nel II sec. a.C., si sono conservate le necropoli, il tophet e l’intero centro urbano.
3^ tappa: Museo Archeologico Villa Sulcis, Carbonia Al Museo Archeologico di Carbonia sito in via Napoli (oltre che al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari) sono esposti i reperti provenienti da Monte Sirai e dagli altri siti del territorio, come il riparo sotto la roccia di Su Carroppu, Sirri, una delle più antiche testimonianze del Neolitico sardo.
2° GIORNO
Brodu e Is Concas di Oniferi, Sant’Andrea Priu di Bonorva, Anghelu Ruju di Alghero Percorso: 130 km Tempo di percorrenza stradale: 02h08
1^ tappa: Brodu e Is Concas, Oniferi Due importanti necropoli neolitiche segnano il territorio di Oniferi, nel Nuorese. La necropoli di Brodu è costituita da quattro ipogei; alcune tombe si segnalano per la struttura del soffitto ad imitazione di un tetto a spiovente e per la presenza di elementi simbolici scolpiti sulle pareti. Estremamente articolati nella planimetria sono gli ipogei della necropoli di Is Concas, ricchi anch’essi di elementi simbolici, come in particolare petroglifi antropomorfi e coppelle.
2^ tappa: Sant’Andrea Priu, Bonorva In territorio di Bonorva, Sant’Andrea Priu è un’importante ed estesa necropoli con una ventina di sepolture scavate sulla parete verticale di un affioramento trachitico (sono infatti solo in parte accessibili). Di particolare interesse la “Tomba del Capo”, che comprende ben 18 ambienti, con la riproduzione di numerosi elementi architettonici. Proprio questo ipogeo, in età medievale, fu trasformato in luogo di culto cristiano, decorato con affreschi.
3^ tappa: Anghelu Ruju, Alghero La più estesa necropoli preistorica della Sardegna settentrionale è quella di Anghelu Ruju, nell’entroterra di Alghero. È infatti costituita da 38 sepolture scavate nell’arenaria, con complesse planimetrie. Sono presenti gli elementi tipici della religiosità neolitica, le coppelle scavate nel suolo delle celle e le decorazioni architettoniche scolpite o incise che ricreano gli ambienti della casa dei vivi. È inoltre diffuso l’uso dell’ocra rossa, il colore del sangue e della rigenerazione.
3 GIORNO Chiesa di San Simplicio ad Olbia, Castello della Fava a Posada, Galtellì Percorso: 100 km Tempo di percorrenza stradale: 01h31
1^ tappa: San Simplicio, Olbia Si parte da Olbia, al termine del Corso Umberto I, oltre il passaggio a livello della Stazione ferroviaria, dove si prende la salita di San Simplicio, arrivando in cima al rilievo che si suppone fosse la sede dell’antico borgo medievale. Qui si può ammirare il monumento più importante della città, la Chiesa di San Simplicio, cattedrale della diocesi di Civita, in conci di granito, che ha attraversato diverse fasi costruttive a partire dal XI secolo e alcuni ampliamenti nel XIII secolo.
2^ tappa: Castello della Fava, Posada Uscendo da Olbia, si prosegue nella SS 125 per una trentina di chilometri, nella direzione di Posada, disposta sulle pendici della roccia coronata dal castello della Fava. Il centro si è sviluppato nell’ambito del giudicato di Gallura, i cui giudici costruiscono un importante castello verso la fine del XII secolo. Del castello della Fava rimangono solo alcuni tratti delle cortine, una grande torre quadrata e i ruderi del mastio.
3^ tappa: Galtellì Galtellì è un borgo agricolo che dal XI al XV secolo è stata sede di diocesi e capoluogo della curatoria. Le tracce storiche del suo importante passato sono riscontrabili nella Parrocchiale del Santissimo Crocifisso, dove è possibile ammirare un trecentesco Crocifisso ligneo, assimilabile a quello della Chiesa di San Francesco
4° giorno
Pranu Mutteddu di Goni, Cirquittus di Laconi, Museo delle Statue Menhir di Laconi, Monte Corru Tundu di Villa Sant’Antonio Percorso: 88 km Tempo di percorrenza: 01h42
1^ tappa: Pranu Mutteddu, Goni Pranu Mutteddu, una delle più suggestive e importanti aree archeologiche della Sardegna, sorge su un’estesa piattaforma arenacea e scistosa della Sardegna sud-orientale, nel comune di Goni. All’interno di un lussureggiante bosco di querce da sughero, le sepolture della necropoli sono attorniate da fitti gruppi di menhir (50 esemplari) e da costruzioni rotonde di probabile carattere sacrale.
2^ tappa: Cirquittus, Laconi A Laconi, grazioso paese del Sarcidano, è la più alta concentrazione di menhir della Sardegna, con decine di esemplari protoantropomorfi, antropomorfi e di vere e proprie statue-menhir. Nella località di Cirquittus è ancora visibile un complesso cultuale costituito da un cromlech e da un allineamento di menhir, mentre a Corte Noa è un altro allineamento e un dolmen a galleria. 3^ tappa: Museo delle Statue Menhir, Laconi
4^ tappa: Monte Corru Tundu di Villa Sant’Antonio In un paesaggio di grandi tavolati vulcanici, in un’area al confine tra la Marmilla e il Sarcidano, è situata la necropoli a domus de janas di Is Forrus. Non lontani dalle tombe si innalzano nella roccia due grossi rilievi di forma ellittica, probabili altari per cerimonie funerarie. Ai piedi del Monte Corru Tundu, a 150 m di distanza, si erge un colossale monolite in tufo trachitico dall’altezza residua di m 5,75, uno di più grandi menhir della Sardegna.
5° giorno
Bithia, Sulci, Monte Sirai Percorso: 75 km Tempo di percorrenza stradale: 01h30
1^ tappa: Bithia, Domus de Maria Ai piedi del promontorio di Torre di Chia, nella costa S del Sulcis, fu fondata – intorno al 720 a.C. – la città di Bithia. Le necropoli sono localizzate nella fascia sabbiosa litoranea a ovest del promontorio, non lontano da un edificio sacro da cui proviene una statua monumentale tardopunica del dio Bes e un’importante iscrizione dei primi anni del III sec. d.C. che ha permesso di conoscere l’antico nome del centro (“Byt’n”). L’area sacra del tophet fu installata sull’isolotto di Su Cardolinu.
2^ tappa: Sulci, Sant’Antioco Sull’isola di S. Antioco, sotto l’odierno abitato, fu fondata nei pressi di una laguna pescosa e protetta dai venti la città di Solky, unita presto alla terraferma da un istmo costruito su isolotti sabbiosi. Centro urbano di primaria importanza, conserva la necropoli punica (in parte riutilizzata in età paleocristiana, sotto la chiesa dedicata a S. Antioco) ed il tophet. I materiali sono suddivisi tra il Museo Archeologico di Cagliari e il Museo Archeologico
3^ tappa: Monte Sirai, Carbonia Su un piccolo altopiano presso la costa prospiciente l’isola di S. Antioco e la città di Solky, fu fondato intorno al 730 a.C. il florido centro di Monte Sirai, a controllo della via che conduce al bacino minerario dell’Iglesiente e alle fertili pianure del Campidano. In seguito all’abbandono del sito nel II sec. a.C., si sono conservate le necropoli, il tophet e l’intero centro urbano. I materiali sono al il Museo Archeologico di Carbonia ed al Museo Archeologico di Cagliari.
E’ un itinerario impostato in maniera molto “tecnica”, in quanto purtroppo non sono mai stata in sardegna e questo sarebbe il mio programma se avessi l’occasione di andarci.