Santorini&Creta: un’accoppiata mica male

Tre settimane di mare, passeggiate, arte e buona cucina, sempre in viaggio ma senza stress né tempi troppo stretti.
Scritto da: marimila
santorini&creta: un'accoppiata mica male
Partenza il: 27/06/2019
Ritorno il: 17/07/2019
Viaggiatori: 2

AVVERTENZE

“turista per caso”, questo diario di viaggio ti servirà ben poco se:

– sei “stanziale”: una volta disfatta la valigia non ci vuoi più pensare per almeno 10-15 giorni;

– sei il tipo “vacanza = mare, sole, spiaggia”

– ti piace prendertela comoda e/o dormire fino a tardi, se no che vacanza è ?

Inoltre, considera che questo è il mio 2° viaggio a Creta per cui ho saltato molte cose già viste. riguardo alle indicazioni gastronomiche, tieni conto che sono vegetariano.

INTRODUZIONE

Ero stato a Creta 8 anni fa e mi era piaciuta moltissimo; dunque, c’era la voglia di tornarci. Invece, non avevo mai visto Santorini, che desideravo visitare da tanto tempo. Ecco allora, l’idea di una bella accoppiata, agevolata dalla distanza relativamente breve tra le 2 isole (un paio d’ore di traghetto). Considerate le date e i costi dei voli, la soluzione migliore si è rivelata l’andata su Santorini (27/6) e il ritorno da Iraklion (17/7). Rimaneva da decidere come dividere il periodo; si è optato per 5 giorni a Santorini e il resto a Creta, scelta tutto sommato azzeccata; col senno di poi si poteva stare un giorno in meno a Santorini, ma va bene anche così.

Giovedì 27 giugno

Volo da Orio al Serio. L’aereo non è pieno; approfittiamo dei posti liberi al fondo per vedere il panorama: Marche, Abruzzo, poi Gargano e parte del Peloponneso. Infine, l’arrivo a Santorini, che è veramente spettacolare: si attraversa l’isola nella parte stretta, con viste superbe sui paesi di case bianche e sulla caldera. In breve siamo fuori dall’aeroporto, ma non c’è nessuno ad aspettarci (come promesso); dopo circa mezz’ora arriva il bus per Fira. Lungo la strada il paesaggio è abbastanza brutto e vi sono tantissime costruzioni.

A Fira troviamo facilmente Villa Garden, a 6-700 metri dal centro. La scritta, tutta sbilenca, è poco promettente e le stanze sono piuttosto brutte; in compenso abbiamo spazio a volontà e una piccola piscina. Di per sé il posto non sarebbe pessimo, ma dà l’idea di essere totalmente abbandonato, senza alcuna cura. Si va verso il centro di Fira prendendo le prime informazioni; vorremmo affittare l’auto per domani, ma i prezzi sono alti e poco contrattabili (35-40€ al giorno); il migliore era un tipo vicino all’hotel che ce ne ha chiesti 30. Ci torniamo, ma la sera è chiuso. Nel frattempo, si arriva all’orlo della caldera: il panorama sul mare e sulle isole che chiudono in tondo la “mezzaluna” costituita da Santorini è stupendo. Si cammina un po’ verso l’alto, sempre con viste bellissime; il tramonto non è niente di eccezionale, ma questo primo approccio è più che soddisfacente.

Così come la nostra prima cena da Nikola’s, segnalato dalla guida EDT e con referenze positive sul web: buon cibo e prezzi più che onesti per gli standard di Santorini, che – come sapevamo e abbiamo potuto constatare in queste ore – è un posto molto caro. La buona cena e una bella passeggiata serale lungo la caldera e per il centro danno (finalmente!) un altro aspetto a una giornata che fino a poche ore prima era stata un mezzo disastro.

Venerdì 28 giugno

Si esce presto per noleggiare l’auto, ma il tipo di ieri è ancora assente; all’agenzia Pelikan ce ne darebbero una allo stesso prezzo, ma bisogna aspettare almeno un’ora. Così si cambia programma: optiamo per una passeggiata a piedi lungo il bordo della caldera.

La camminata, nella luce del mattino a illuminare mare e isole, è bellissima. Si raggiunge Firostefàni, poi – ancora più in alto – Imerovigli, il “balcone” di Santorini, un posto fantastico; peccato che si cammini in mezzo a una serie ininterrotta di hotel e residence di lusso con piscine a sfioro. Comincia a fare parecchio caldo e si torna indietro; dopo una puntata alle rovine del castello di Skaros, uno spuntone di roccia lanciato verso il mare, mangiamo a Firostefàni, poi – in pochi minuti – ci troviamo direttamente nel cuore di Fira. Vediamo la chiesa cattolica (così così) e poi il Museo Fira Preistorica (quello vicino alla stazione dei bus) che, invece, è piccolo ma molto interessante. Si va alla Pelikan a prenotare l’auto per domani, poi prendiamo il bus verso Oia per vedere la cittadina e il suo celebrato tramonto.

Oia è molto carina, ma affollatissima; c’è addirittura la coda (con gli immancabili giapponesi) per piazzarsi nel punto da cui si fotografa la famosa chiesa con cupola blu raffigurata in tutti i depliants e le cartoline di Santorini. Mancano più di 2 ore al tramonto e c’è già gente che prende posto sulle rovine del castello (!); verso le 8 le viuzze orientate a Ovest sono già intasate di turisti. Dopo un boccone veloce, troviamo il nostro spazio ma – come ieri – il tramonto non è niente di speciale. Temevo lunghe code per prendere l’autobus di ritorno, invece non è così: saliamo subito su un mezzo e in breve siamo di nuovo a Fira.

Sabato 29 giugno

Un’altra giornata con diversi intoppi, che – per fortuna – si risolvono nel modo migliore. Si comincia subito appena alzati: manca del tutto l’acqua. Chiamo la tipa per avvisarla e andiamo via; alla sera sarà tutto a posto. Poco dopo le 8 sono all’agenzia per prendere l’auto. Si va alla Red Beach (carina), poi alle vicine rovine di Akrotiri. Ma ecco un altro problema: si è accesa una spia con un punto esclamativo arancione. Con questo pensiero in testa non riesco a godermi più di tanto la visita alle rovine, che sono molto belle.

Usciti dal sito archeologico, il problema si risolve nel giro di mezz’ora: chiamo il tipo che mi ha dato l’auto e questi arriva insieme a un altro, che traffica un po’ e sistema tutto. Alquanto sollevati, andiamo al villaggio tradizionale di Megalohori – carino – poi ci fermiamo a Pyrgos, che è ancora più interessante. Pranzo da Penelope: il posto è simpatico e il cibo buono, ma la quantità alquanto scarsina. Ripresa l’auto, si scende verso la costa Est; ci fermiamo in un curioso posto indicato dalla guida EDT: Art Space. Si tratta di una cantina che ha all’interno varie opere d’arte; un anziano dall’inglese incomprensibile ci guida nella visita e alla fine si fa l’assaggio (4 calici per 10€): vini buoni ma non eccezionali.Si prosegue verso l’Antica Thira, ma il sito è già chiuso, e – comunque – per raggiungerlo si dovrebbe percorrere una strada stretta e ripidissima. Allora, si va alla bella spiaggia di Vlychada, caratterizzata da sabbia nera e curiose formazioni rocciose.

Tornando verso Fira, ci fermiamo presso il famoso Santo Wines, che occupa uno spazio enorme, tra le cantine, lo spaccio e il bar, che comprende una terrazza con panorama superlativo. I vini hanno prezzi piuttosto alti, adeguati a Santorini.In un supermercato si comprano yogurt e frutta per domani a prezzi decenti. Per cena si va al Falafeland, un piccolo e simpatico locale già adocchiato ieri; due ragazzi italiani ci dicono che vale la pena e – in effetti – i Falafel sono buonissimi.

Domenica 30 giugno

Ci si sveglia con un forte vento, che perdura mentre scendiamo i circa 600 gradini che conducono al porto antico di Fira, una piacevole passeggiata con un paio di ingorghi dovuti al traffico… di asini. Poco dopo le 10 si parte per l’isola di Nea Kameni e la visita del vulcano. La salita è facile e in cima c’è un bel panorama, soprattutto su una distesa di rocce nere di forme bizzarre, mentre il vulcano è ben poca cosa, soprattutto se si sono viste le Eolie. Comunque, un giro piacevole. Siamo di nuovo in barca, ma il vento impedisce la sosta a Paleo Kameni per il previsto bagno nelle acque sulfuree delle “Hot springs”; ci si ferma, invece, in una baia più riparata, dove qualcuno si butta in acqua.

Si prosegue poi, con vento teso e mare mosso, per l’isola grande che chiude il golfo, Thirasìa. Saliamo al paesino di Manolas (carino e poco più); mangiamo i panini, poi si torna di nuovo al mare per un bel bagno ristoratore prima di riprendere la barca. Inaspettatamente, il ritorno è la parte più bella dell’intera escursione: si arriva nei pressi di Oia e da lì si costeggia la caldera con panorami vari e bellissimi. Giunti al vecchio porto, il caldo e la fatica della precedente salita a Manolas ci consigliano la funicolare; in pochi minuti siamo a Fira centro. Cena di nuovo da Nikola’s: stasera proviamo le Tomatokeftedes (frittelle di pomodori), che sono davvero deliziose.

Lunedì 1 luglio

Si portano le valigie al Tataki Hotel, prenotato l’altra sera: la stanza è più che decorosa, al buon prezzo (per Santorini) di 70€. Poi si parte; visti ormai i luoghi più significativi, si “ripete” qualcosa: andiamo a Oia per rivederla con calma. Il tragitto dell’autobus, in alto sulla collina, è molto panoramico. Dopo le foto di rito alle famose cupole blu (giusto in tempo, prima dell’arrivo di frotte di turisti), esploriamo la zona che non avevamo ancora visto per poi rientrare verso il centro. Oia comincia ad affollarsi (anche se non c’è paragone con le ore vicine al tramonto); dopo un rapido salto al castello, pranzo in un ristorante segnalato da La Stampa. Si chiama Roka e si mangia veramente bene, a un prezzo poco superiore alla media santoriniana. Tornati a Fira, si sale a piedi fino alla chiesetta di Imerovigli, poi riscendiamo per vedere il tramonto – tranquillamente e senza ressa – dalla piazza di Firostefàni. Ancora una volta lo spettacolo non è eccezionale ma – grazie al cielo un po’ più limpido rispetto ai giorni scorsi – le viste sulla caldera sono spettacolose.

Martedì 2 luglio

Una giornata molto pesante, per la lunghissima attesa che ci tocca nel pomeriggio. Passiamo la mattinata a Kamari; il locale dove facciamo colazione ci dà gratis l’ombrellone e 2 lettini. La spiaggia, di ghiaietta scura, non è straordinaria (già lo sapevamo), ma è carina e si sta piacevolmente all’ombra. Verso le 12,30 ci tocca tornare a causa degli infelici orari degli autobus che vanno al porto di Athinion, da cui partirà il traghetto per Creta.Mangiamo da Falafeland, poi saliamo sul bus, che ci mette un quarto d’ora per arrivare a 200 metri dal porto e poi – causa traffico di auto e camion – altri 20 minuti per raggiungere la banchina! Meglio così, abbiamo fin troppo tempo davanti a noi… Infatti, comincia una lunga, interminabile attesa poiché il traghetto parte alle 17,10. Maledizione: ci avevano detto l’altra sera che avremmo dovuto trovarci al porto almeno 1 ora prima, invece ciò vale per chi ha solo la prenotazione ma il biglietto vero e proprio lo deve ancora fare. Potevamo prendere il bus molto più tardi. Pazienza, finalmente il traghetto arriva; il numero di posto è del tutto inutile, ognuno si mette dove capita. In compenso i sedili sono molto comodi, fin troppo: invitano al sonno. Dal porto di Iraklion una tranquilla passeggiata lungo il mare e per la principale via pedonale della città ci conduce, in meno di 15 minuti, all’hotel El Greco, prenotato da Torino. La posizione è eccezionale, a due passi dalla Fontana Morosini, e l’atrio è discreto, ma la stanza che ci danno è minuscola. Cena (discreta, ma niente di più) da Vrakas, locale segnalato dalla EDT con “buttadentro”, poi passeggiata fino alla vicina fortezza veneziana e per il vivace centro di Iraklion; la zona del nostro hotel è quella più animata.

Mercoledì 3 luglio

Notte così così per il caldo e per gli spazi minimi: è complicato anche andare in bagno.

Così, appena alzati, proviamo a cercare su Internet altri hotel in centro; ci sarebbe il Mirabello, che però sparisce subito: meglio così, perché alla fine ri-prenotiamo a El Greco una “standard” (non “basic” come ieri sera) e per lo stesso prezzo abbiamo una camera di dimensioni più che accettabili. Colazione con un gustoso piatto di Loukoumades (palline di pasta fritta con sopra miele e cannella) in un localino dall’omonimo nome davanti all’hotel in cui si parla solo greco. Poi si va alla Fontana Bembo e alla Cattedrale (niente di che); invece, il vicino Museo di Arte Cristiana è molto interessante, con una grande quantità di bellissime icone. Vediamo anche il Museo Storico di Creta (niente di che) e la bella chiesa di Agios Titos, poi proviamo a sondare una prima agenzia di “rent a car”, la Caravel.

Il tipo parte da una cifra esagerata e poi scende fino a 280€ per una Panda, cercando a tutti i costi di farci fare “l’affare” subito. Il prezzo sarebbe ottimo, ma in rete la Caravel ha recensioni molto negative. Per farci un’idea più precisa, chiediamo all’agenzia Hertz-Thrifty che c’è più avanti sulla via pedonale: il costo sale a ben 465€, un po’ troppo. Ma non c’è fretta; cerchiamo sul web qualche info sugli altri noleggi auto visti in centro (uno con buone recensioni è Kosmos), poi andiamo al Museo Archeologico. L’altra volta era in ristrutturazione e si era visto solo un “riassunto”; stavolta, invece, possiamo godere appieno di questo straordinario museo, che presenta una grande quantità di reperti, sistemati in grandi sale spaziose e ben illuminate. Davvero imperdibile.

Nelle vicinanze chiediamo a una agenzia viaggi che opera anche come “Rent a car”: la signora è molto gentile e ci fa una buona offerta (subito, senza sparare altissimo per poi scendere), ma si potrebbe vedere l’auto solo domattina, quando gliela portano.

Andiamo da Kosmos; anche qui ci fanno subito l’offerta giusta: il costo è un po’ più alto, ma le auto sono lì a due passi e possiamo vederle. C’è una Panda che non sembra male, ma ha 95.000 kilometri; per 10€ in più (350€ in tutto) è disponibile una Hyunday I10 pressoché nuova (ha solo 600 kilometri); affare fatto. Si passeggia ancora un po’ per il centro di Iraklion, piccolo e facile da girare. Ci sono tante isole pedonali e vari giardini; insomma, si sta molto bene anche nel capoluogo cretese, cosa di cui la volta scorsa – influenzati dalle orribili periferie della zona dell’aeroporto – non ci eravamo resi conto. Non è certo bella come Chanià, ma anche Iraklion merita senz’altro un giorno intero di visita.

Cena, ottima ed economica, da Vranas, sempre nella zona del mercato.

Giovedì 4 luglio

Si fa nuovamente colazione da Loukoumades (la signora ci porta le frittelle senza neanche chiederci cosa vogliamo), poi andiamo a prendere l’auto e partiamo. Usciti senza difficoltà da Iraklion, si imbocca la “National road” in direzione Ovest, ma dopo pochi kilometri deviamo verso l’interno per andare ad Anogia, villaggio tipico noto per i tessuti, i matrimoni tradizionali e le feste a base di raki e lira cretese. Il paese è molto esteso; la parte alta è del tutto anonima, più carina quella bassa con vari negozi che vendono tessuti (cari). Il clima è piacevolmente fresco, ma a parte quello Anogia non ci pare niente di speciale.

A Perama pranzo in un ristorante sulla strada con gli unici piatti del giorno vegetariani: Fekes (lenticchie) e Choriatiki salata (insalata greca). Si va a Rhetimno che avevamo saltato la volta scorsa, prenotiamo con Booking un ottimo posto a 45€: Thegaia Studios, un monolocale nuovo a 2 km. dal centro. Rhetimno è molto carina, con palazzi veneziani ben restaurati, una bella moschea con l’alto minareto, la fontana veneziana (Fontana Rimondi) e, soprattutto, tante viuzze piene di fiori e tanti angolini caratteristici. Spiccano, inoltre, i “bovindi” in legno (che non abbiamo visto altrove a Creta), a volte assai eleganti. Visitiamo l’enorme Fortezza veneziana (da sola grande quasi come tutto il centro storico), che ha al suo interno parecchie interessanti costruzioni; invece, l’antico porto veneziano non è niente di speciale. Ceniamo, abbastanza bene, al Raki Ba-raki che, a dispetto del nome, non ci porta il raki a fine pasto, poi si fa un altro giro per il centro, che è ancora più affascinante di sera.

Venerdì 5 luglio

Giro mattutino per Rhetimno, a quest’ora semideserta; dopo aver rivisto e fotografato vari palazzi e angoli del centro, lasciamo questa città, che si è rivelata una piacevole sorpresa.

La prima tappa odierna è il Lago Kournas, unico bacino naturale di Creta. Ci aspettavamo uno stagno o poco più, invece il lago è abbastanza grande e molto bello, circondato da piante e fiori e con aspre montagne tutto intorno. Su una panchina all’ombra cerchiamo un posto per dormire a Elafonissi; non c’è molta scelta, forse anche perché siamo nel fine settimana. Per non stare troppo lontano dal mare prendiamo una tripla a pochi kilometri di distanza, però è libera una sola notte: vedremo sul posto se c’è qualche altra possibilità.

Proseguiamo con una deviazione a Kalives, dove un artista ha costruito un curioso villaggio – denominato Koumos – con pietre di tutti i tipi: c’è la taverna, la chiesetta, archi, toilette, tutto in pietra in uno stile assai bizzarro. Un’interessante curiosità, che porta via poco tempo e che valeva la pena di vedere. Si comprano cacio, pomodori e pane per un improvvisato pic-nic; dove fermarsi? A Kissamos; la cartina indica un parco, ma è brutto e sulla strada principale. Si va allora verso il mare; qui troviamo una panchina all’ombra vicina alla spiaggia di sassi. Poi passiamo da Falasarna (bellissima la vista dall’alto, pur se un po’ rovinata dalla grande quantità di serre) e ci fermiamo in una piccola e stupenda baia di acque trasparenti per un rapido ma assai gradito bagno. Si torna indietro per qualche kilometro fino a Platanos, proseguendo poi per Elafonissi lungo una strada che non avevamo mai percorso, estremamente panoramica nella prima parte. E’ tutta curve, ma è asfaltata e sufficientemente larga. Verso le 17,30 siamo a Hrisoskalitissa; la stanza è decisamente bruttina. Mentre quasi tutti tornano, scendiamo al mare; la strada è uguale a 8 anni fa, sterrata e polverosa, ma la spiaggia è sempre uno spettacolo. Lungo la via chiediamo ai pochi hotel della zona se c’è qualche posto libero per domani e abbiamo fortuna: la Taverna Panorama, l’ultima prima del mare, ha una stanza niente male per 55€. Affare fatto, domani potremo rimanere a Elafonissi l’intera giornata.

Ci vediamo un bel tramonto dal Monastero di Hrisoskalitissa, poi ceniamo nella nostra taverna con una sgradita sorpresa: la Melitzanosalata ha un colore giallino e un sapore strano, ci hanno messo dentro la maionese! Grazie a un fresco venticello, la serata è assai piacevole; al contrario, la stanza è bollente (cosa che si ripeterà più volte nel corso della vacanza).

Sabato 6 luglio

Ci svegliamo con un inaspettato cielo grigio e pieno di nuvole, ma dura poco: in breve tempo il sole torna a splendere. Si lascia l’auto nel parcheggio del Panorama, poi – a piedi – scendiamo alla spiaggia di Elafonissi: sono le 9 e non c’è quasi nessuno.

Prendiamo un ombrellone e 2 lettini (9€ per l’intera giornata) e passiamo una tranquilla mattinata tra passeggiate, bagni e relax all’ombra. Pian piano la spiaggia si riempie; verso le 13,30 lasciamo – temporaneamente – l’ombrellone a un gruppo di ragazzi di Cipro e portiamo i bagagli nella stanza, ma niente doccia poiché… esce solo acqua bollente!

Dopo un pranzo leggero sulla terrazza del Panorama – da cui si gode una vista fantastica sul mare – torniamo al “nostro” ombrellone; ancora passeggiate, foto, bagni: insomma, una giornata di completo relax.

Si cerca un posto per vedere il tramonto; lungo la strada non ce ne sono, per cui scendiamo in spiaggia con l’auto, giusto in tempo per goderci uno stupendo spettacolo: meglio qui che a Santorini.

La nostra taverna chiude la sera per cui ci spostiamo di poche decine di metri fino all’Elafonissi Resort, il posto dove avevamo dormito la volta scorsa. Allora si era mangiato male; stavolta, invece, la cena è molto buona. Domenica 7 luglio

Siamo in piedi verso le 7,30 e – dopo una rapida colazione con frutta, biscotti e yogurt – prendiamo un ben segnalato sentiero costiero per le spiagge di Kedrodasos, a una mezz’ora di cammino da Elafonissi.

La zona, ricca di alberi di ginepro che danno un’ottima ombra, è bella e poco frequentata, a parte qualche tenda di campeggiatori “free” che si intravede qua e là. Ci fermiamo in una baietta molto carina, poi – dopo un paio di bagni – torniamo indietro prima che faccia troppo caldo.

Abbiamo tempo di fare la doccia prima di riconsegnare le chiavi e lasciare Elafonissi risalendo verso la bella zona boscosa che caratterizza l’interno della parte occidentale di Creta. Raggiungiamo una taverna situata vicino all’enorme platano visitato la volta scorsa; purtroppo è chiusa poiché stanno allestendo i tavoli per l’arrivo di un gruppone; si ripiega su un ristorante sullo stradone nei pressi del paese di Milo. Pranzo discreto con Gemistà (pomodori ripieni) e Melitzana tiganità (melanzane fritte); queste ultime arrivano dopo un tempo interminabile, ma sono molto sfiziose.

Sono quasi le 15: è l’ora di raggiungere il villaggio ecologico di Milià. La strada, piena di curve e sterrata, è sempre uguale; lasciamo l’auto al parcheggio e raggiungiamo il villaggio, dove ci danno una casetta subito sopra il ristorante. Fa caldo anche qui, a 6-700 metri di quota, per cui ci concediamo un giusto riposo; più tardi percorriamo un sentiero in discesa, all’ombra dei castagni, fino a una chiesetta dove facciamo conoscenza con una coppia di ragazze che lavorano a Bruxelles.

I cuochi di Milià non si smentiscono: si mangiano diverse cose buone e un Briam (ratatuia) favoloso. Unico neo: manca il raki finale, che ci sarebbe stato proprio bene.

Bella stellata e notte tranquilla, anche se la stanza è più calda del previsto.

Lunedì 8 luglio

Abbiamo la mattinata “libera” e ce la prendiamo comoda: ci si alza tardi (poco prima delle 8,30) e, con tutta calma, si fa una deliziosa colazione, sia nella parte “salata” – peperoni arrostiti, uova, formaggio – che in quella “dolce, con ottime marmellate e alcune loukoumades piccole e gustosissime. Percorriamo un tratto dell’anello che si snoda sull’altro versante, con belle viste e profumi di erbe selvatiche; vediamo anche un paio di bellissime farfalle. Ma fa già caldo e non stiamo via molto; meglio riposare sulle sdraie e sulle amache: insomma, si tergiversa alla grande e direi che questa è l’attività perfetta per Milià. Pranzo leggero (dopo la luculliana colazione) e – infine – si parte vincendo la voglia di rimanere in questo idilliaco villaggio. Ci fermiamo alla Grotta di Agia Sofia, che si raggiunge al termine di una lunga camminata in salita (ma è bella, vale senz’altro il sudore speso), poi andiamo direttamente a Chanià. Abbiamo prenotato da Ifigenia Rooms (50€ con colazione), nella via dove eravamo stati la volta scorsa: un’ottima zona, centrale ma tranquilla. L’appartamento è scombinato e con uno strano bagno, ma è spazioso; c’è anche una bottiglia di raki a disposizione. Facciamo un bel giro di Chanià rivedendo cose già note; il caldo è forte. Prenoto la cena da Tamam, che si rivela – come 8 anni fa – un ottimo ristorante. In serata vediamo una tartaruga nelle acque del porto veneziano.

Martedì 9 luglio

Giornata piuttosto “complicata”, che – per fortuna – si risolve nel modo migliore. Mi sveglio ancora con l’orecchio sinistro tappato: sono ormai più di 3 giorni e non accenna a migliorare. Provo in una grossa farmacia: c’è un dottore che mi dà una boccetta con le gocce, utili nel caso sia rimasta dell’acqua nell’orecchio. Le metto subito, steso con la testa appoggiata sul sedile dell’auto. Facciamo ancora un giro per la città; passano un paio d’ore e non vedo alcun miglioramento, allora decido di andare in ospedale. Per caso si posteggia proprio davanti al pronto soccorso; mi chiedono il tesserino sanitario e mi danno un foglio da infilare in una specie di buca delle lettere. Dopo una lunga attesa, finalmente, entro. Mi mandano all’otorinolaringoiatria e pochi minuti dopo un dottore giovane mi visita e mi toglie un tappo di cerume più grande di un nocciolo di ciliegia. Evviva, ci sento di nuovo. Sono appena le 16; ci sarebbe il tempo per arrivare a Chora Sfakion, ma ho già detto a Rosa Maria di ri-prenotare Ifigenia. Pazienza, un’altra notte a Chanià non fa male e – con il senno di poi – si potrà dire che è stato meglio così.

Stavolta ci danno una “romantic room” in un vicolo vicino; in realtà, non vedo cosa ci sia di romantico; meglio l’alloggio di ieri, forse leggermente peggiore, ma assai più grande. Si fa l’ennesimo, largo giro di Chanià, della quale ormai conosciamo ogni strada. Tra l’altro, rivediamo il ristorante The wells of the turks, possibile meta per stasera, poi torniamo verso il centro; sono ormai le 19, è inutile ripassare dall’hotel. Si va, allora, al Faka, locale “mancato” la volta scorsa; un’occhiata al menu e decidiamo di fermarci qui. La scelta si rivela nuovamente assai azzeccata: buoni prezzi e ottimo cibo, soprattutto la Fava, che è veramente deliziosa.

Mercoledì 10 luglio

Dopo un’altra abbuffata a colazione, già che siamo rimasti a Chanià ancora un giorno tanto vale andare a vedere i musei che ieri, martedì, erano chiusi. Prima si vede quello di Arte bizantina (piccolissimo, ma molto carino e al costo di soli 2€), poi il Museo Archeologico, bello anche se dopo essere stati a Iraklion sembra poca cosa.

Finalmente, si lascia definitivamente Chanià, una città turistica sì, ma dove – comunque – si sta proprio bene ed è sempre piacevole girare. Si fa una puntata a Therissos, che si raggiunge con una bella strada in mezzo a una gola; poi si scende verso la costa sud. Una sosta enologica dal produttore Dourakis, che ci accoglie cordialmente e ci fa assaggiare vari vini, poi si raggiunge Chora Sfakion. Ci sistemiamo all’hotel Lefka Ori (così così) e poco dopo riprendiamo la I10; percorrendo una lunga strada piena di tornanti si arriva a Aradena, dove si trovano le gole (pare) più belle di Creta. In effetti, valeva proprio la pena di fare questi 10 km.: la vista dal ponte (ci fanno bungee jumping) sul profondissimo abisso è davvero impressionante.

Di ritorno, si lascia l’auto al primo tornante per imboccare il sentiero pedonale che conduce alla spiaggia di Glyka Nerà (acqua dolce), una camminata di circa mezz’ora abbastanza agevole, a parte l’ultimo tratto. La spiaggia è carina; ha grandi alberi alle spalle, un po’ di nudisti e buche qua e là da cui sgorga acqua dolce: c’è persino una doccia! Dopo un’ora circa torniamo indietro; il sole è calato e la camminata è tutta all’ombra, ma fa ancora un gran caldo: arriviamo alla macchina sudati fradici.

Giovedì 11 luglio

Mi sveglio più volte e dalle 5 non dormo più fino all’ora della sveglia (le 5,55). L’aria è caldissima: l’auto dice 27°-28°.

Con largo anticipo siamo alla Taverna Posidonio, sul bivio dove è posta la fermata del bus Chora Sfakion-Chanià. Alle 7,10 arriva il bus e in meno di mezz’ora siamo alla Taverna Porofarango, all’ingresso delle Gole di Imbros; comincia la discesa. Il clima è abbastanza fresco, il sentiero è agevole e si cammina bene; incontriamo pochissimi altri escursionisti. Non siamo al livello di Samarìa, ovviamente, ma le gole sono molto belle, soprattutto nella zona in cui le pareti si avvicinano. A un certo punto c’è anche un arco di roccia naturale. Restiamo sempre all’ombra, a parte gli ultimi 4-500 metri, in cui la gola si apre verso il villaggio di Komitades; qui ritroviamo una coppia di olandesi visti poco prima nelle gole. Per me è un colpo di fortuna: hanno l’auto vicina e vanno in direzione di Chora Sfakion, dunque possono accompagnarci alla nostra I10. Insomma, mi risparmio una buona decina di minuti sulla strada asfaltata e sotto il sole.

Prendiamo una buona Sfakiani pita (simile alle seadas sarde), poi si riparte verso Est; dopo una breve sosta in una piccola spiaggia vicina a Frangokastello, con alle spalle delle dune di sabbia, ci fermiamo per pranzo alla Taverna Panorama, che fa pienamente onore al proprio nome: dalla terrazza la vista è semplicemente stupenda. Tramite il solito Booking, prenotiamo a Lampini, paesino a qualche kilometro di distanza da Spili. Arrivati lì, non si vede nessuno; Rosa Maria prova a telefonare e, poco dopo, ecco un ragazzo pakistano che ci accompagna al posto giusto: una serie di case di pietra ristrutturate, in bellissima posizione panoramica sulla cima della collina.

Che lusso: abbiamo spazio a volontà all’interno e fuori ci sono diverse piscine; scopriremo poi che nei 40€ era compresa anche la colazione! Ovviamente, approfittiamo della piscina, anche se qui non fa troppo caldo. Più tardi andiamo a Spili: 2 passi per il paese e arriva l’ora dell’immancabile cena da Yanni’s. Come 8 anni fa, il cibo è ottimo e il prezzo molto basso; come 8 anni fa, spiccano soprattutto due piatti: Fava e Chortopitakia, Invece, è poco buono il vino rosso, ma si tratta di dettagli. Siamo stanchi e lasciamo perdere il giro serale del paese, che peraltro già conosciamo.

Venerdì 12 luglio

Ci alziamo abbastanza tardi; alle 8,30 iniziamo la colazione con le cose che ci siamo comprati, ma poco dopo arriva il pakistano con un vassoio pieno di cibo: 2 uova a testa, pane, formaggio e un piattone pieno di yogurt.

Si va nuovamente a Spili per fare la camminata fino a una chiesetta (2 km. dice il cartello), ma la salita ripida, il sentiero che non sembra proprio agevole e il caldo ci fanno desistere. In compenso, si va a vedere il Museo Ecclesiastico (c’è poco da vedere) e un più interessante – ma tutt’altro che imperdibile – Museo del Folklore.

Pranzo da Yanni’s, ovviamente, poi per una bella strada panoramica si raggiunge dapprima Triopetra – dove c’è un’ampia spiaggia chiusa dai 3 grande roccioni che danno il nome al villaggio – poi Agios Pavlos, un bel posto con un’isola di fronte. Siamo sistemati in alto ma non lontano dal paese; la stanza è molto bella.

Si scende alla baia principale, ma la spiaggia è bruttina; saliamo a piedi fino a una specie di altipiano da cui se ne vede una più grande: sembra molto bella, ci andremo domani.

Sabato 13 luglio

Verso le 9 si va in spiaggia: non c’è nessuno e non arriverà nessuno nel lasso di tempo in cui resteremo lì; non molto, in verità, poiché il mare è abbastanza alto e il bagno non si fa.

Si riparte in direzione Est. C‘è una strada, piccola ma asfaltata, per Agia Galini; qualche kilometro dopo, però, diventa sterrata e piuttosto brutta. Dunque, si torna indietro, per poi risalire fino alla strada principale, quella ”rossa” sulla cartina.

Superato Timbaki – che potrebbe concorrere al premio di “paese più brutto del mondo” (o, almeno, di Creta) – cerchiamo, invano, il sito archeologico di Agia Triada. Solo dopo aver chiesto a due benzinai si individua la strada: non c’è alcun cartello al bivio, mentre un’indicazione, bella grande, comparirà qualche centinaio di metri più avanti!

La poca cura e il poco interesse per questo sito è confermata poco dopo: nessuna cartina in biglietteria, nessuna indicazione vicino alle rovine. Ed è un peccato, perché il sito è piuttosto interessante, oltre che situato in un ambiente naturale superbo.

Verso le 14 siamo ai Villa di Matala Apartments; abbiamo un monolocale ampio e nuovo, con intorno un giardinetto: un bellissimo posto, a meno di 2 kilometri da Matala centro. E’ ora di pranzo; si decide di mangiare qualcosa in casa.

Vorremmo andare alla spiaggia di Kalamaki, ma la signora dice che ci sarà molto vento oggi; allora, cambiamo idea e ci rechiamo alla spiaggia di Matala. E’ più riparata e si sta bene, ma lasciamo perdere il bagno. Cena alla Taverna Sirtaki dove eravamo stati 8 anni fa; come la volta scorsa, la cena è discreta e molto economica.

Matala è rimasta la stessa: una cittadina piacevole dove si sta bene, turistica ma senza troppo casino. C’è un bel fresco mentre si passeggia per le vie principali, che in questi anni sono state “affrescate” con pitture simpatiche e ricche di colori.

Domenica 14 luglio

Colazione in casa con la frutta e il dolcino lasciatici dalla gentile padrona di casa (Maria), che ci regala anche alcuni cetrioli del suo orto quando andiamo a pagare.

Visto il tempo un po’ ventoso, torniamo di nuovo a Matala; si visita una curiosa chiesetta nella roccia, poi bagno e doccia in spiaggia. Più tardi, riprese le valigie, andiamo finalmente a vedere questa Kalamaki: non ci siamo proprio persi niente, il posto è anonimo e la spiaggia niente di che.

Si prosegue verso Lendas, un altro paese che “ci manca”, segnalato come interessante da amici che sono già stati a Creta; la strada è assai panoramica, ma molto lunga. Dopo molti tornanti si arriva a destinazione e il primo impatto è negativo: un casino di auto in uno spazio ristrettissimo, una spiaggia piccola e bruttina.

Per fortuna, il nostro Pantheon Studios si trova in bella posizione panoramica, a circa 1 kilometro di distanza dal mare per la strada asfaltata, ma molto più vicino tagliando per un sentiero. La vista è notevole e il monolocale enorme e ben arredato (senz’altro il più bello della vacanza); dispiace quasi andare via già domani.

Si scende, a piedi, verso il centro di Lendas; 2 passi in spiaggia e un po’ di spesa per cenare a casa, dove abbiamo olio, sale ed erbe aromatiche varie. Sulla via del ritorno ci fermiamo a vedere alcune rovine del tutto abbandonate a se stesse, che non sono niente male e meriterebbero maggiore cura.

Cena: gli spaghetti sono ben conditi e molto appetitosi; per finire il pacco io mi sparo una vera dose “da campione”. Serata tranquilla in camera e sul balcone.

Lunedì 15 luglio

Alle 8,30 siamo già pronti a partire, dopo aver pagato e salutato la simpatica e vivacissima padrona di casa.

Si va alla spiaggia di Ditikos, villaggio a poca distanza da Lendas che già si è attraversato ieri: non è un gran che nemmeno questa; ci sono molte tende e vari nudisti qua e là. Restiamo poco tempo: non vale la pena fermarsi qui, anche perché oggi c’è in programma una lunga tirata in auto.

Risaliamo fino alle periferia di Iraklion e da qui prendiamo la veloce “National road” verso la parte orientale di Creta; poco prima di Agios Nikolaos deviamo verso la baia di Elounda. A un certo punto – in corrispondenza di una taverna dal poco fantasioso nome di Panorama – ci sono auto e bus parcheggiati. E ne hanno ben donde, poiché il panorama è veramente magnifico.

Superiamo il paese di Elounda per raggiungere il villaggio di Plaka, proprio davanti all’isola di Spinalonga; qui – una volta tanto senza usare Internet – cerchiamo un posto per dormire. Si chiede in due hotel; il migliore è Stella Mare, che ci chiede 50€ non trattabili: la stanza non li vale, ma – per non tornare fino a Elounda e perdere mezzo pomeriggio – la prendiamo.

Così, mangiata una veloce pita nel vicino bar-ristorante, ci imbarchiamo per Spinalonga: sono le 15,30 e avremo tempo di girarla con tutta calma, dato che l’ultima barca per tornare è alle 18. Il clima è caldo, ma più che sopportabile.

Si esplora il celebre Forte veneziano, dapprima facendo il giro completo dell’isoletta, poi salendo ai bastioni in alto. E’ molto interessante, anche se tra barca (10€ a testa) e biglietto di ingresso (8€) viene fuori un salasso mica male.

C’è ancora tempo per stare un po’ nella spiaggia di sassi di Plaka.

Prima di cena percorriamo la bella passeggiata lungomare, esaminando sul web i pareri relativi ai ristoranti che vediamo, tutti provvisti di “buttadentro”. Uno molto carino (e che ha buone recensioni) è il Charoupia, con i tavolini sotto l’albero di carrubo che dà il nome al locale: andiamo lì e mangiamo molto bene, a prezzi più che onesti.

Più tardi, dopo un giretto lungo il mare, torno a sedermi nello stesso locale per ascoltare un duo chitarra-bouzouki che si esibisce nel caffè di fronte: niente male.

Martedì 16 luglio

Prendiamo un caffè nel bel localino dove ieri sera c’era musica, poi ci prepariamo ad andare via. Pago i 50€ (solo “cash”) al vecchietto che sta evidentemente “di vedetta”; Rosa Maria cerca almeno di farsi fare la ricevuta dalla poco simpatica signora Stella (nomen non omen, questa volta!) e alla fine – anche se a fatica – ci riesce.

Si ripercorre la strada di ieri per un’oretta, poi usciamo dalla strada nazionale per andare a visitare il Palazzo di Malia; a differenza di Agia Triada, stavolta ci danno la cartina e in mezzo alle rovine non mancano i cartelli indicatori. Il sito è notevole ed anche piuttosto esteso, il che dà un’idea della fastosità e raffinatezza della civiltà minoica.

Saliamo verso l’altopiano di Lassithi, ultima meta della nostra vacanza cretese. Si mangia qualcosa nella bella piazza alberata di Mochos, poi si prosegue ancora per parecchi kilometri lungo una strada abbastanza panoramica.

Finalmente, raggiungiamo il colle che dà accesso all’altopiano. Qui spiccano alcuni mulini a vento originali, con la struttura in pietra; ce n’erano migliaia nella zona, ma sono stati sostituiti quasi dappertutto da altri con la base in ferro.

Scendiamo dentro l’Altopiano di Lassithi, di forma circolare (sembra l’interno di un enorme vulcano) e pieno di coltivazioni. Il paesaggio è molto bello; non altrettanto si può dire dei villaggi, tutti alquanto anonimi, a dispetto di quanto scrive la EDT. La guida decanta anche la bellezza di un Museo del Folklore, nel paese di Agios Georgios, che si rivela – in realtà – ben poca cosa.

Invece, è molto carino il posto prenotato con Booking, al prezzo di soli 36€ – la Taverna Dyonissos – situata alcuni kilometri più avanti, poco prima della grande grotta che costituisce l’attrazione principale della zona.

Andiamo subito a visitare questa Dikteon Antron, la cui entrata si raggiunge dopo una scarpinata in salita di almeno 10 minuti, a partire dal parcheggio. Già che eravamo qui, non si poteva trascurare, ma la grotta di per sé vale poco; niente a che vedere con Castellana, Frasassi o anche soltanto Bossea. In compenso, il panorama – dagli oltre 1.000 metri di quota della grotta – è magnifico.

E’ quasi ora di cena; Yannis ci intrattiene per un po’, poi arriva la madre – proveniente da una cerimonia religiosa per la ricorrenza di Santa Marina – e ci presenta il menu. Si mangia molto bene; le Chortopitakia sono una delizia.

La stanza è priva di aria condizionata, ma non ce n’è affatto bisogno: la serata è fresca, quasi fredda se si sta in maniche corte. Intanto, faccio le carte d’imbarco per domani; c’è però un intoppo: Ryan Air mi scrive ricordando le misure tassative delle valigie da portare come bagaglio a mano. Vedrò domani all’aeroporto se spedirne una al check-in.

Mercoledì 17 luglio

Durante la notte c’è stato un forte acquazzone; al mattino non piove più, ma l’altopiano è immerso in una suggestiva nebbiolina stile british: si tratta di nuvole basse, che in breve spariscono lasciando il campo a una giornata soleggiata.

Verso le 8 saliamo, a piedi, alla chiesetta in alto sul villaggio dove sono in corso altre cerimonie per Santa Marina; dopo un po’ veniamo via ma una signora ci rincorre per darci altre fette di pane benedetto. Facciamo colazione, sempre alla taverna, poi salutiamo Yannis e la signora Galatia; è stato un incontro veramente simpatico.

Con tutta calma si completa il giro dell’altopiano e si riscende verso il mare; poco dopo le 11 siamo alle porte di Iraklion. Si fa il pieno di benzina e si raggiunge facilmente la zona del Museo Archeologico; qui troviamo un ottimo parcheggio nella vicina strada in discesa.

Si fa ancora un rapido giro per il mercato, poi un buon pranzo da Vranas. E’ ancora presto, ma ci avviamo verso la I10 e poi all’aeroporto; meglio così, poiché un errore di strada e – soprattutto – la ricerca del parcheggio ci fanno perdere parecchio tempo. Dopo una telefonata alla Kosmos, si mettono le chiavi in una buca delle lettere.

Siamo i primi in coda al check-in del nostro volo; appena apre, espongo il problema delle misure dei bagagli e – pagando 20€ (Ryan Air mi proponeva ieri di farlo online a 40€!) – spedisco la valigia più grande. Bene, tutto sistemato.

Il volo parte in orario e, incredibilmente, arriva a Malpensa con 5 minuti di anticipo, come sottolineato dall’equipaggio. Poco dopo ecco la valigia grigia: la vacanza è finita.

NOTE E CONSIGLI

Santorini: un posto straordinario, unico, spettacolare, ma non ci tornerei: troppi alberghi, piscine, ristoranti, costruzioni in genere; anche nelle zone lontane dalla caldera o dalle spiagge c’è pochissimo spazio libero.

Anche se si trovano servizi turistici ovunque (anche troppi), conviene alloggiare a Fira.

Consiglio di non dedicare troppo tempo alle spiagge: se cercate quello, ci sono molte isole greche che sono assai migliori di Santorini.

Da non perdere:

– passeggiata lungo la caldera, almeno da Fira a Imerovigli

– giro in barca: vulcano, acque calde, Thirassia, ritorno lungo la costa

– rovine di Akrotiri e Museo Fira preistorica

 

Creta: è sempre la stessa: in 8 anni non abbiamo notato cambiamenti significativi nei posti che abbiamo rivisto. E’ rimasta invariata anche la buona usanza di portare frutta/dolce e raki (talvolta il rakomelo) alla fine del pasto. I prezzi sono sempre molto convenienti (soprattutto dopo essere stati a Santorini…), anche se un po’ più alti rispetto alla volta scorsa.

Il mio consiglio è di girarla (magari un po’ meno di quello che abbiamo fatto noi), ma – comunque – non fermarsi in un posto unico, tipo villaggio turistico. C’è tanto da vedere: spiagge bellissime, rovine, musei, monasteri… Inoltre, se non fa troppo caldo, bellissime passeggiate nelle gole o lungo la costa.

Da non perdere (*****):

– Museo archeologico di Iraklion

– Chanià

– Gole di Samaria (sono 16 km, non troppo faticosi se li fate in discesa; un’esperienza che vale assolutamente la pena di fare, non solo per il paesaggio)

– Spiaggia di Elafonissi, uno dei posti di mare più belli che ho visto in vita mia

Subito sotto (****):

– Palazzo di Cnosso

– Matala

– Spiaggia di Balos (8 km. di sterrato terribile da Falasarna, ma posto incantevole)

– Isola di Chrissi



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche