Salonicco, Rodi e Lindos: un tour della Grecia tradizionale sulle tracce della dominazione veneziana

Dai monumenti di Salonicco fino alle spiagge di Rodi, un'idea di viaggio.
Scritto da: Tonyofitaly
salonicco, rodi e lindos: un tour della grecia tradizionale sulle tracce della dominazione veneziana
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Per le vacanze 2023 ho rispolverato il vecchio progetto di viaggio del 2020 – saltato a causa del Covid e sostituito poi da un giro in Sicilia con una puntata a Napoli – che prevedeva un soggiorno a Salonicco e un altro a Rodi diviso, ulteriormente, tra Rodi città e Lindos.

Quindi, senza arrabattarmi più di tanto, a gennaio 2023 ho controllato se l’operativo voli si adattasse ancora al progetto e se gli alberghi fossero disponibili a prezzo accessibile e ho scoperto che il volo Milano/Orio – Salonicco della Ryanair sarebbe partito anche di domenica, il volo Salonicco – Rodi dell’Aegean era giornaliero e il volo (sempre della Ryanair) Rodi – Milano/Orio avrebbe operato pure di venerdì, il tutto a prezzi abbordabilissimi.

Gli alberghi erano altrettanto disponibili quindi, dopo il benestare del mio compagno di viaggio, sono passato alle prenotazioni: per la domenica 16 luglio ho prenotato il volo per Salonicco (€ 84,49 in priority a persona, con un bagaglio da 20 kg in due, dopo qualche giorno anticipato a sabato sera 15 che ci costringe ad un giorno in più in albergo); per il mercoledì 19 luglio il volo Aegean per Rodi (in tariffa light con l’aggiunta di un bagaglio da 23 kg in due per un totale di € 107,07 cadauno) e per venerdì 28 luglio si rientra a Milano/Orio (prezzo sempre in priority, con bagaglio da 20 kg in due, per € 131,98 a persona).

Per dormire, ho prenotato a Salonicco presso l’Hotel El Greco, sulla Egnatia, una doppia per quattro notti in b&b a € 256,69; a Rodi città ho preso un’altra doppia presso l’Hotel Hermés per quattro notti in b&b a € 326,00 e, infine, a Lindos ho prenotato un monolocale presso i Chrysa Studios per cinque notti a € 407,50, comprensivo di solo pernottamento.

Verso fine maggio ho prenotato un’auto economica presso rentalcars.com al prezzo base di € 175,47 per cinque giorni (ci consentirà di raggiungere Lindos e di programmare le visite per l’isola) mentre, a giugno, ho aggiunto il Fast Parking ad Orio per l’auto da lasciare più la prenotazione dell’escursione giornaliera a Symi.

Prima di partire, ho prenotato anche un taxi dall’aeroporto di Salonicco all’hotel per € 27, visto che l’orario di arrivo è previsto per mezzanotte e 10 della domenica.

A questo punto, tutto è pronto per la partenza.

Diario di viaggio

15 luglio

Il volo per Salonicco parte puntuale alle 21.05 ed esattamente due ore dopo (più un fuso orario) atterriamo in una calda notte nel moderno aeroporto della città. Ritiriamo il bagaglio da stiva e ci rechiamo all’uscita, dove troviamo il taxista in attesa: dopo un tragitto di nemmeno mezz’ora, costui ci lascia all’hotel El Greco.Fatto il check-in, prendiamo possesso della camera al 3° piano, accendiamo il deumidificatore e ci concediamo un salutare riposo.

16 luglio

santa sofia

Dopo colazione la reception ci informa di un piccolo intoppo: la camera assegnataci è sbagliata e va cambiata quindi ricomponiamo le valige disfatte e andiamo al 5° piano, dove ci viene assegnata una camera leggermente più ampia e con uno stile più ricercato. Finalmente ricomposti e riorganizzati, usciamo per le prime visite.

Salonicco è la seconda città della Grecia ed è diventata un centro industriale e culturale di primaria importanza per il paese: grazie alla sua passata nomina di “Capitale della Cultura Europea” del 1997, si è totalmente reinventata ed ha migliorato infrastrutture e servizi.  Certo il lascito della crisi economica degli anni scorsi si sente (moltissima povertà per strada) ma la città offre spunti culturali e paesaggistici interessanti. Proprio per questo, partiamo dal visitare il suo asse principale ossia piazza Venizelos e l’Aristotelous: la prima è la piazza principale della città, dove si trova la statua del primo presidente della Grecia, la chiesa ortodossa di Santa Maria Calkheon (ricca di mosaici ma chiusa) e ciò che resta dei bagni arabi, i Bagni del Paradiso, che sono l’edificio meglio conservato dell’epoca ottomana, aperto solo per mostre temporanee (un tempo era occupato da un bagno turco, sia maschile che femminile); la seconda è l’arteria che va verso il mare e su cui si aprono negozi e locali.

Alla fine, l’ampia piazza si affaccia proprio sulla baia ed ospita una fotografata statua dell’omonimo filosofo greco, maestro di Alessandro Magno. Da notare il piede sinistro del filosofo un po’ usurato, segno che toccarlo porta bene.

Ci incamminiamo per il lungomare e arriviamo al cospetto della Torre Bianca, una torre facente parti delle vecchie mura di difesa ora abbattute, la cui visita (€ 6) ci permette sia di conoscere la storia della città sia di godere del bel panorama a 360° dalla sua piattaforma in alto.

Ridiscesi, ci incamminiamo verso le Rovine del Palazzo di Galerio (che, pare, racchiudesse la sala del trono) e l’Arco di Trionfo, detto anche Kamara. A poca distanza c’è anche la Rodonda, ossia il Mausoleo che l’imperatore si fece costruire come tomba, ma arriviamo proprio alla chiusura mattutina e non riusciamo a visitarlo. Tutti e tre rappresentano uno degli esempi meglio conservati della storia romana di Salonicco.

Ci concediamo una sosta soprattutto rinfrescante di liquidi presso un bar lì vicino e poi proseguiamo per la piccola Chiesa di San Panteleimon e poi per la chiesa di Santa Maria Vergine Acheiropoteios, distante pochi minuti di camminata, ma entrambe sono chiuse e quindi saltano anche qui le visite.

Scendendo per Aghias Sofia arriviamo alla chiesa omonima che, per fortuna nostra, è aperta e ci concediamo la visita al suo interno, ricco di mosaici ed opere d’arte: facente parte dei monumenti Patrimonio dell’Unesco, la chiesa si presenta sontuosamente abbellita e il suo interno traspira di spiritualità e di storia. La ricca decorazione comprende, infatti, un gruppo di mosaici, tra i quali l’enorme croce dell’abside e l’Assunzione della cupola, considerati capolavori del periodo rinascimentale bizantino. Presenti anche alcuni santi nel narcete e la Vergine assisa col bambino dell’abside.

Usciti, percorriamo Ermou fino all’Agorà Modiano, uno dei tre mercati coperti della città: costruito subito dopo il grande incendio che distrusse l’abitato agli inizi del secolo scorso, è stato recentemente ristrutturato ma molte sue parti sono ancora non transitabili e i negozi presenti non trasudano quel senso di “mercato” orientale tipico di queste zone.

Visto che è già pomeriggio inoltrato, ci rechiamo da Τηγανιές και Σχάρες o anche solo Tiganies per prenotare un tavolo ma ci vien detto che non occorre e che possiamo presentarci a qualunque ora per cenare.

Arriviamo, quindi, fino a piazza Aristotelous e ci fermiamo in un bar per un altro giro di acqua e succhi di frutta prima di rientrare in albergo a riposare e a prepararci per la serata.

Più tardi, infatti, affrontiamo la nostra prima cena greca che inizia con un’ottima insalata greca e prosegue con uno squisito souvlaki di carne, accompagnato da una pita buonissima e dalla Mythos, la birra greca per eccellenza.

Passeggiata rinfrescante e digestiva sul lungomare e poi si rientra per una meritata dormita.

17 luglio

Dopo l’abbondante colazione, partiamo per la visita della città alta, detta anche Ana poli ossia città vecchia, in quanto è il quartiere scampato al famoso incendio di inizi del ‘900 che distrusse buona parte della città bassa.

Per raggiungere l’Eptapyrgion, ossia la fortezza che sovrasta Salonicco, o si prende un taxi per pochi Euro o il City Sightseeing o il bus 23: noi aspettiamo quest’ultimo per un po’ poi prendiamo un taxi, che ci lascia davanti la Portara, una delle porte principali d’accesso a Salonicco e alla zona antica dell’Acropoli. Un’erta salita ci porta davanti la fortezza che, al prezzo di € 6 valido anche per il Trigonion o Torre della Catena, visitiamo sotto un sole già bello potente. Essendo stata utilizzata come prigione, purtroppo tutto ciò che rimane sono le sue camere di detenzione mentre i camminamenti delle mura offrono belle prospettive sulla città e i dintorni.

Ridiscesi, ci rechiamo al Trigonion, che è una vecchia torre facente parti delle antiche mura della città: utilizzata per la difesa, dal suo punto più alto si può spaziare su tutta la città nuova sottostante. Da qui, lambiamo le ancora possenti mura di difesa fino al Monastero Vlatadon, costruito sul luogo dove (pare) San Paolo abbia predicato: il cortile e le terrazze sono aperte ma le due chiese principali no, purtroppo.

Dal Monastero scendiamo lungo Akropoleos, la via principale del quartiere, scoprendo un angolo di Salonicco fatto di piccole case colorate, scale nascoste, terrazze fiorite e un silenzio sorprendente rispetto al caos del centro. Ci fermiamo davanti il cancello della Chiesa degli Arcangeli (anch’essa chiusa) e poi passiamo davanti i resti dei Bagni Bizantini, letteralmente nascosti tra due condomini.

Facciamo una sosta di riposo in un piccolo bar locale proprio di fronte alla Cisterna bizantina e, ripreso fiato dopo un’incetta d’acqua e succhi di frutta, proseguiamo su Kassandreou fino alla Moschea Alaça Imret, anch’essa letteralmente nascosta fra alti condomini: si tratta dell’unica moschea rimasta in città, ora dimessa ed utilizzata per eventi culturali. Particolare è il suo minareto mutilato.

Da qui, una breve discesa ci conduce alla chiesa di San Demetrio, patrono di Salonicco. Patrimonio Unesco anch’essa, fu costruita sul luogo del martirio del Santo e, come tutte le chiese della città, fu trasformata in moschea dai Turchi. Entriamo e notiamo che ci sono numerosi mosaici che raccontano la vita del Santo oltre a figure evangeliche: leggo dalla guida che quelli sull’altare sono lì dalla costruzione.

Da San Demetrio ci spostiamo giù al Foro Romano, i cui scavi includono un anfiteatro restaurato, la grande piazza rettangolare, il teatro e le terme.

Subito dopo, ci ritroviamo a piazza Venizelos: sono appena le 16 del pomeriggio ma c’è un caldo asfissiante quindi decidiamo di dare uno stop alle visite e ci rifugiamo da Melie, una patisserie in cui assaggiamo il primo baklava della vacanza.

Rientrati in albergo, dopo riposo e riassetto andiamo a cena da Σουρτούκω Μεζεδοπωλείο o Sourtoukw Restaurant: l’insalata greca era senza fondo e il polpo alla griglia con le lenticchie lo sogno ancora la notte.

Solita passeggiatina sul lungomare e poi riposo in albergo.

18 luglio

ombrelli salonicco

Pronti per il nostro ultimo giro in città, iniziamo le visite dalla Chiesa dei Santi Apostoli, anch’essa nascosta tra alti palazzi: all’interno c’è nessuno però è quella più “naturale” tra le chiese visitate, non essendo stata colpita dall’incendio. I suoi mosaici, infatti, sono molto delicati.

Da qui, ritorniamo verso il quartiere di Ladadika (quello dove tutte le sere ci rechiamo a cena essendo pieno di locali, taverne e ristoranti) e passiamo davanti al Mercato di Bezesteni il quale, costruito dal sultano Mehmet II a metà del XIII secolo, è uno dei più antichi edifici ottomani ancora in piedi.

Ripercorriamo il lungomare fino in fondo ed andiamo oltre la Torre Bianca, dove si trovano due elementi artistici notevoli.

Il primo è l’enorme statua dedicata ad Alessandro Magno, il condottiero macedone figli di queste terre: l’imponente monumento equestre ritrae lui e Bucefalo e da notare sul basamento c’è la riproduzione delle famose lance macedoni che tante battaglie hanno fatto vincere al condottiero.

Più avanti, sotto un sole cocentissimo, c’è un’opera artistica oggi simbolo della città, ossia “Gli ombrelli” dello scultore greco Zongolopoulos: siamo in uno dei punti più instagrammati di Salonicco, visto che l’opera permette spunti fotografici da varie angolazioni.

Decidiamo di recarci al vicino Museo d’Arte Bizantina per una visita (e per sfuggire anche all’opprimente caldo) ma l’interno del museo è talmente freddo che come entriamo così ne usciamo, onde evitare un colpo d’aria che potrebbe essere nocivo alla salute. Peccato perché ripercorre interamente la storia bizantina della città e sarebbe stata davvero interessante la visita.

Decidiamo, allora, di inoltrarci lungo la Tsimiski, strada ricca di negozi di vario genere, fermandoci per una sosta da Itkinou au Trottoir, dove assaggio il primo caffè espresso greco.

Proseguiamo e ci perdiamo un po’ nei soliti negozi di ricordini e souvenirs fino ad arrivare al mercato coperto di Kopeni, in piena attività e, finalmente, ci immettiamo nell’atmosfera tipica di un mercato tradizionale orientale: qui si vendono cibo, spezie, noci, pane, articoli per la casa, vestiti, scarpe, ecc. in un tripudio di odori e colori.

Tornati in albergo, provvediamo a rifare i bagagli e poi ritorniamo a cena da Tiganies per la nostra ultima cena tessalonicese: stasera andiamo di calamari fritti e moussaka.

Camminata fino alla Torre Bianca per un po’ di riprese notturne e per ammirare la città che sfavilla di luci poi si rientra e ci si prepara al viaggio di domani con un salutare riposo.

19 luglio

Ci prendiamo la mattinata con calma anche se alle 11 effettuiamo il check-out della camera e ci facciamo condurre da un taxi all’aeroporto: il nostro autista ci confessa che è tifoso della Juve perché nel suo villaggio andava a far vacanza Scirea e che dobbiamo assolutamente visitare la Calcidica, il cui mare ha nulla da invidiare alle isole greche.

Il nostro volo per Rodi parte puntuale alle 14.05 e, dopo un’ora, siamo già in atterraggio.

Recuperata la valigia e attesi in coda un taxi, questi ci lascia davanti l’Hotel Ermes, proprio di fronte al porto di Mandraki: la camera è situata all’ultimo piano, è piccola ma confortevole ed affaccia proprio sul porto.

Dopo aver risistemato i bagagli, usciamo per un primo giro perlustrativo e ci fermiamo poi a cena da To Megiston, citato sia dalla Lonely Planet che da Tripadvisor come uno dei migliori ristoranti della città: l’agnello è ottimo e le sue insalate sono fresche ed abbondanti.

Di rientro, accendiamo il deumidificatore perché la camera, come la città, è un forno.

20 luglio

palazzo dei gran maestri dei cavalieri di rodi

Dopo la colazione, si inizia la visita a Rodi città. Dall’albergo all’ingresso nella cittadella medievale (una delle migliori conservate in Europa), sono giusto cinque minuti di camminata che affrontiamo con passo vivace, entrando dalla Porta della Libertà che, pur essendo moderna, è stata costruita rispettando nelle grandi linee i canoni architettonici delle porte medioevali. Ci troviamo, quindi, in una piazza interna dove si apre un’altra porta e c’è un gruppo di rovine in bella vista: la prima è la Porta dell’Arsenale, costruita già nel XV secolo, che affianca un’ex armeria e polveriera, sede ora di manifestazioni ed eventi; le seconde fanno parte del Tempio di Afrodite, antico santuario risalente al III secolo a.C., della cui struttura, un tempo maestosa, non restano che delle rovine circondate da una recinzione. Dietro a queste c’è la residenza di Hasan Bay, un palazzo ottomano in pietra costruito all’inizio del XIX secolo, attualmente in fase di restauro. 

Proseguendo dritti, si giunge davanti alla Chiesa di Nostra Signora del Castello del XII secolo, molto spoglia con alcuni resti dei vecchi mosaici che l’abbellivano. Proprio di fronte, la fotografatissima medievale Via dei Cavalieri o Ippoton che si sviluppa tra il Palazzo del Gran Maestro e il porto. Dopo le consuete foto e videoriprese di rito, ci inerpichiamo lungo la strada lastricata del XIV secolo, fiancheggiata dalle Locande dei Cavalieri di San Giovanni, un tempo utilizzati come luoghi d’incontro per i Cavalieri e luoghi di soggiorno per i dignitari in visita (come racconta la nostra guida) di cui, ad oggi, ne rimangono quattro: L’Albergo di Provenza, restaurato all’epoca del dominio italiano; l’Albergo di Francia del 1509, considerato l’edificio più interessante; l’Albergo di Spagna e quello d’Italia.

Passando davanti tutti questi palazzi, arriviamo sotto la loggia di San Giovanni, che è l’ingresso al Palazzo dei Gran Maestri: si tratta di un imponente portico ad archi con volte a botte distrutto, come lo stesso Palazzo, nel 1856 e ricostruito da architetti italiani negli anni ’30 del XX secolo. Una lunga fila di persone prelude l’ingresso al Palazzo dei Maestri, l’impressionante e formidabile fortezza medievale costruita nel XIV secolo sul sito di un antico tempio dedicato a Helios, dio del sole. Sede dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme od Ospedalieri per due secoli, fu distrutto prima da un terremoto e poi da un’esplosione.  Successivamente ricostruito, ospita oggi il museo bizantino dell’isola.

Pagato il biglietto d’ingresso (€ 6 ma offrono anche uno cumulativo per altri due musei a € 10), entriamo da un primo portale nel cuore del potere della città crociata di Rodi dove il Gran Maestro dell’Ordine viveva e governava. Un ampio cortile abbellito da statue funge da corte e una stele commemorativa alla gloria di Mussolini si può leggere poco dietro la biglietteria. Salendo la monumentale rampa di scale proprio dietro la biglietteria, entriamo in quelle che sono i saloni, le sale di ricevimento e gli appartamenti in cui si possono ammirare i superbi mosaici ellenistici e romani sul pavimento che provengono, in gran parte, dagli scavi effettuati sull’isola di Kos: molto belli quelli delle Muse e della Gorgone Medusa. Tornati a piano terra, visitiamo l’enorme cortile interno che è circondato da una galleria di arcate contenenti copie di statue romane. Nelle stanze adiacenti visitiamo due mostre permanenti dedicate alla lunga storia di Rodi, dalla sua fondazione ai giorni nostri. Terminata la visita, ci rechiamo verso la Torre dell’Orologio e la vicina Moschea di Solimano, che deve parte della sua fama alla singolare facciata, resa completamente rosa dal particolare intonaco utilizzato sulla sua parte esterna: manca solo il minareto principale in quanto è stato abbattuto perché pericolante. Da qui parte Socratous, la lunga via commerciale che, insieme alle sue sorelle parallele, sono l’ossatura del commercio turistico della città: lungo la strada, infatti, troviamo i più disparati negozi in cui poter far acquisto di mercanzie varie.  Alla fine, entriamo in piazza Ippocrate, vero cuore pulsante e pieno di turisti e locali: la fontana ottomana al centro fa da abbellimento ai palazzi del contorno, tra cui una piccola moschea trasformata in gelateria e la Loggia dei Mercanti, che ospita una cantina. Ci fermiamo da Archipelagos per uno spuntino e un drink, avendo la conferma che i prezzi qui sono più alti che in altre zone della città, poi proseguiamo per Aristotelous fino alla piazza dei Martiri Ebrei, in cui troviamo la prima ombra di verde del centro e una fontana abbellita da due delfini stilizzati. Proseguiamo fino alle rovine della Chiesa di Santa Maria della Grazia, senza non prima ammirare la Porta della Vergine Maria, un altro luogo instagrammato grazie allo sfondo del mare dalle molteplici sfumature di blu.

Decidiamo di percorrere le mura internamente e ci inoltriamo nella quiete dei quartieri, lontani dalle strade rumorose e piene di turisti: tra balconi fioriti, piccoli cortili, resti di bagni e terme o di vecchie mura romane, chiese e moschee chiuse o diroccate, ritorniamo indietro fino a Socrateus e ci perdiamo nello shopping pomeridiano. In serata, per cena, andiamo in un ristorante suggerito dalla LP, ossia Yiannis Home Cooking: la simpatica vecchietta che staziona davanti al locale ci invita a prender posto ad un tavolo e la cena risulta piacevole, abbondante e a prezzo giusto. Passeggiata di rientro lungo il lungomare di Mandraki e poi a letto.

21 luglio

symi

La sveglia e la colazione stamattina le anticipiamo un po’ ed usciamo poco dopo le 9 per recarci nell’ufficio di Half Price Tour, l’organizzatore dell’escursione a Symi che faremo in giornata, che si trova (per fortuna) proprio dietro l’albergo: paghiamo i € 60 per la gita e ci imbarchiamo sul Triton, un piccolo traghetto che, puntualmente, parte alle ore 10. Dopo due ore di navigazione, giungiamo a Symi nella baia di San Giorgio, dove la piccola nave fa una sosta per consentire il bagno ai partecipanti: tramite una scaletta e la rampa d’accesso che permette di tuffarsi, chi vuole fare il bagno si getta nell’azzurro mare. Trascorsa un’ora, la nave riparte e, dopo aver lambito le coste orientali dell’isola, approda nel porto di Gialos, che si presenta con le sue case colorate adagiate sulle colline digradanti nel mare: è uno spettacolo stupendo, proprio da cartolina greca.

Discesi, ci rechiamo subito da To Spiritou, una locanda greca che affaccia sul porto e che ha una convenzione con l’organizzatore, dove ci fermiamo per un veloce pranzo e una ricarica di liquidi (sono le 13.30 e ci sono quasi 40°): due insalate e una bella porzione di calamari fritti in due ci fan riprendere le forze. Rifocillati, gironzoliamo lungo il porto, concedendoci foto e videoriprese ad ogni angolo: potremmo salire su fino l’Acropoli e il Castello ma abbiamo poco tempo e, soprattutto, c’è un caldo davvero esagerato. Alla fine, arriviamo fino alla Torre dell’Orologio e poi ci fermiamo in un bar, dove ci dissetiamo con limonate e acqua a volontà. Alle 16, come da orario previsto, l’imbarcazione riparte e ci riporta a Rodi. In albergo, siamo accolti dalla notizia che sono scoppiati alcuni incendi in più punti dell’isola ma che la situazione sembra più o meno monitorata e controllata dalle autorità. In serata, ritorniamo da Yiannis, ben accolti dalla vecchina e dal suo entourage: è tempo di agnello e dolmes, che troviamo buonissimi.

22 luglio

Riposati dalla gita a Symi, facciamo un giro nella parte nuova, recandoci verso l’imbocco del porto di Mandraki, dove si trova la Fortezza di San Nicola e, l’una opposta all’altra, le due colonne con le statue dei cervi che sorgono lì dove poggiava i piedi il celebre Colosso. Nelle vicinanze, la ricostruita Chiesa dell’Annunciazione con l’annesso Palazzo dei Governatori. Proseguiamo passando prima davanti l’abbandonata Moschea di Rais Murad e l’adiacente cimitero islamico e poi, lambendo il Casinò, arriviamo sulla zona delle spiagge, ben attrezzate e dal mare limpido e calmo. Ci spingiamo fino all’Acquario di Rodi dalla cui adiacente piattaforma si può ammirare la non tanto lontana costa turca: siamo proprio all’estremo nord dell’isola, nel punto in cui confluiscono la costa orientale e occidentale.

Ritorniamo verso il centro attraversando le strade della parte nuova e ci ritroviamo davanti la Porta d’Amboise, da cui si possono ammirare i bastioni occidentali delle mura: l’attraversiamo ed entriamo di nuovo in centro fino alla Torre dell’Orologio, dove ci fermiamo da Mama Sofia per un drink di rinfresco. Proseguiamo poi per l’Ippodamou (di fronte la Moschea Rosa) e giriamo in un vicoletto all’altezza di Agia Paraskevi per ritrovarci in Menekleous davanti la Moschea di Sultan Mustafa e al vicino hamman. Proseguiamo la passeggiata ritornando in Socrateus e ci perdiamo un po’ nei piccoli negozi prima di ripercorrere l’itinerario del primo giorno fino alla porta della Vergine Maria che, stavolta, attraversiamo per ritrovarci sul lungomare esterno alle mura. Decidiamo di tornare indietro passando davanti la monumentale Porta del Mare, che permette l’accesso a piazza Ippocrate dal porto, e poi attraversando la Porta di San Paolo, adiacente al molo che porta alla Fortezza di San Nicola e ai tre mulini a vento che svettano su di esso.

Pranziamo velocemente davanti la ricostruita vecchia Agorà da Mandraki e poi rientriamo in albergo per un riposo e preparare le valigie ma il sottoscritto, poi, ritorna in centro per comprare alcuni pensierini e, cosa che interessa, un po’ di spezie per la cucina. Cena da Yiannis, come al solito, con una buonissima fetta di moussaka, pita e omaggio di baklava. Al rientro in albergo, troviamo il quartiere buio e il receptionist ci informa che incendi stanno causando danni e fughe di turisti e che uno di questi sta interessando la zona subito a sud di Lindos, tra Gennadi e Kiotari. Preoccupati, mandiamo un messaggio al nostro albergo, senza però ottenere risposta. Dopo un’ora abbondante ritorna l’elettricità e possiamo andare a letto cullati dal fresco del deumidificatore.

23 luglio

lindos

In mattinata riceviamo la risposta dall’albergatore di Lindos che ci comunica che possiamo raggiungere la città e che non ci sono problemi ma la gentile receptionista, al momento del check-out, venuta a sapere che siamo lì diretti, chiama lei l’albergatore e si fa assicurare che tutto sia davvero in ordine e sicurezza. Avuta piena conferma, prendiamo un taxi e andiamo da Yours, l’agenzia di noleggio auto sita vicino l’aeroporto, dove, senza non qualche difficoltà (gli incendi causano frequenti black-out), ritiriamo la nostra 500 Fiat e ci incamminiamo verso Lindos. Lungo la strada notiamo molte camionette e mezzi di polizia e vigili del fuoco che ci sorpassano e, dopo Archangelos, è visibile tra i monti un’enorme nuvola nera che si espande verso il mare. Giunti al bivio di Vlicha, la polizia ci ferma e ci chiede dove siamo diretti: alla risposta “Lindos”, mostro la prenotazione di Booking e loro ci dicono di poter andare. Subito dopo, chiamiamo l’host e gli diamo appuntamento alla stazione degli autobus, dove arriviamo dopo pochi minuti.

Panayotis, il proprietario, arriva in motorino e ci conduce subito ai Chrysa Studios, situati proprio sulla parte alta dell’abitato: il monolocale assegnatoci è ampio, con un piccolo angolo cottura ed affaccia su un’enorme terrazza da cui possiamo ammirare il panorama delle case bianche della città e l’Acropoli. Dopo esserci sistemati, scendiamo in centro per un veloce pasto e una piccola spesa ma, nel frattempo, è andata via l’elettricità. C’è un’aria surreale a Lindos, accompagnata da un silenzio ovattato e da pochissima gente in giro: l’odore di legno bruciato è acuto; si sente molto caldo e, mentre pranziamo con un’insalata nell’unico posto trovato aperto, inizia a piovere cenere. Ovviamente anche al supermarket manca l’elettricità così ci ritroviamo a dover scegliere vivande e prodotti utilizzando la luce del cellulare. Rientrati allo studio, per fortuna viene ripristinata l’elettricità quindi riparte l’autoclave e possiamo utilizzare l’acqua per lavarci. A ora di cena, però, la città piomba tutta di nuovo nel buio e non possiamo neanche preparare un po’ di cena quindi scendiamo in centro facendoci luce con i cellulari e andiamo da Lindos Restaurant, uno dei tre ristoranti aperti grazie all’uso dei generatori d’emergenza; qui mangiamo un’ottimo souvlaki di pollo e il sortiko, l’agnello in cartoccio. Vaghiamo tra i vicoli bui fino a rientrare allo studio in questa serata calda e silenziosa. L’elettricità torna solo a tarda notte.

24 luglio

Dalla TV apprendiamo che gli incendi a Gennadi e Kiotari (distanti una decina di chilometri) continuano, anche se sono stati circoscritti all’interno dell’isola, e su questa premessa, decidiamo di restare a Lindos per visitare la città. Dopo colazione, scendiamo di nuovo in centro e percorriamo la strada principale, da cui si dipanano piccoli vicoletti pieni di fiori e di piante rampicanti, che spiccano sul bianco delle case e sull’azzurro delle imposte. I negozi sono aperti e già in attività e si vede un po’ più di gente in giro. All’altezza della Chiesa della Santa Vergine, il cui campanile sovrasta tutto l’abitato, la strada si biforca: noi andiamo a destra, con l’intenzione di raggiungere l’ingresso dell’Acropoli. Lungo la strada si aprono delle splendide vedute sulla baia sottostante e ci inerpichiamo sui gradini fino ad arrivare alla biglietteria, dove paghiamo € 12 a persona per l’ingresso. Iniziamo, così, la visita ad una delle Acropoli più famose e meglio conservate della Grecia.

Un primo gruppo di scale ci conduce sotto le mura della fortezza, da cui già si può ammirare il panorama aperto sulla baia di Lindos e sulla costa nord-orientale; un’altra scalinata molto più erta ci conduce al vero ingresso, dove troviamo resti di scavi ellenici come statue, frammenti di mosaici e di colonne. Entriamo all’interno e troviamo un vasto cortile con tre cisterne, i resti di una chiesa bizantina dedicata a San Giovanni e alcune colonne del III secolo a.C. che facevano parte della vasta stoà del periodo ellenistico. Dato che l’acropoli di Lindos si trova su una collina a precipizio sul mare alta 116 m, il panorama che si offre spazia a 360 gradi su tutta l’area sottostante e, ovviamente, riprese, foto e selfie si sprecano. Dopo un’ultima rampa di gradini, saliti sotto un sole cocente, arriviamo al tempio dorico di Atena Lindia, del IV secolo a.C.: il tutto è circondato dalle mura del castello, costruito dai Cavalieri di Rodi nel XIV secolo e ricostruito ai tempi del dominio italiano.

Dopo la visita, scendiamo e ci perdiamo per le strade della cittadina fino ad arrivare al Teatro Romano, costruito proprio sotto l’Acropoli. In serata ceniamo sulla terrazza del nostro appartamento e poi scendiamo in città, visto che le autorità ci hanno comunicato che la zona è protetta e il fuoco lontano più di 15 km.

25 luglio

Iniziamo il primo giro nell’isola e decidiamo di recarci proprio verso il sud, visto che la strada è aperta e percorribile ma dobbiamo purtroppo fare delle variazioni di percorso: l’intenzione iniziale doveva portarci verso Moni Panagias Ypsenis, da lì al Castello di Monolithos, poi al Monastero di Moni Skiadi ed infine alla spiaggia di Prassonissi per poi tornare a Lindos ma non possiamo assolutamente attraversare l’interno quindi dobbiamo fare il periplo della costa, evitando così proprio Moni Panagias Ypsenis, le cui suore si sono rifiutate di lasciare durante il furioso incendio che l’ha circondata. Partiamo e poco dopo 15 km ci troviamo ad attraversare la zona interessata dall’incendio: tutto è bruciato, i pali della luce sono caduti e i fili spezzati; i cartelli sono anneriti e le case e gli hotel abbandonati. Meno male che in questa devastazione non ci sono stati morti. Superati i due paesi, il paesaggio si modifica e procediamo spediti fino alla costa occidentale, che si apre ai nostri sguardi subito dopo l’abitato di Cattavia; il mare è molto agitato sotto il soffiare del meltemi e sulla spiaggia ci sono pochissimi bagnanti ma moltissime capre.

Dopo l’abitato di Monolithos sorge il Castello, che funse da dimora dei cavalieri dell’Ordine di San Giovanni e che lo ricostruirono facendone una roccaforte importante: oggi, però, la possente struttura è abbandonata. Su un accidentato percorso saliamo fino alle mura e poi accediamo alla piccola corte: la chiesa di San Pantaleone si erge proprio al centro di essa mentre dalle mura si gode un meraviglioso panorama su tutta la costa e l’entroterra. Discesi, pranziamo con dei panini al sacco nella taverna situata ai piedi e poi ritorniamo indietro con l’auto: saltiamo la visita al Monastero di Moni Skiadi, sia perché dobbiamo addentrarci nell’interno per alcuni chilometri e sia che siamo proprio dall’altra parte del fronte di fuoco, e ci rechiamo direttamente alla spiaggia di Prasonisi. Parcheggiamo l’auto proprio a ridosso dell’enorme spiaggia e ammiriamo lo svolazzare di kitesurf e windsurf portati in alto dalle folate di vento. La spiaggia è molto grande, tira il meltemi e c’è ancora la possibilità di raggiungere l’isolotto opposto: siamo proprio all’estremo sud dell’isola. Dopo le consuete riprese e fotografie, ritorniamo a Lindos e lungo la strada notiamo le acrobazie dei Canadair che riempiono le stive d’acqua di mare nonché il fronte di fuoco che sovrasta ancora i due paesi. In serata, dopo una cena sulla terrazza in compagnia dei nostri vicini argentini, breve passeggiata e poi riposo assoluto.

26 luglio

kritinia

Anche questa mattinata è dedicata alle escursioni ed intendiamo recarci verso il lato nord occidentale dell’isola. All’inizio si pensava di attraversare l’isola per andare a vedere la chiesa di Aghios Nikolaos e i ruderi della villa di Mussolini per poi raggiungere il castello di Kritinia e, successivamente gli scavi di Kameiros prima di rientrare: il giro, invece, si inverte e si modifica ossia andremo agli scavi di Kameiros, poi al Castello di Kritinia ed infine al monastero di Filerimos, il tutto per evitare di ripassare al centro dell’isola, sebbene uno degli incendi sia stato domato. Dopo un’oretta d’auto arriviamo agli scavi di Kameiros ma sono chiusi fino alle 17 perché c’è troppo caldo e non ci sono coperture o punti di sosta nell’area di visita. Pazienza e allora ripieghiamo per il non lontano castello di Kritinia, che ci accoglie con le sue mura possenti e lo stemma dei Cavalieri di Rodi in bella mostra. La salita, breve ma erta, porta ad un ingresso che dà su uno spiazzo totalmente vuoto: se da fuori si pensa di fare una visita approfondita, si resta delusi in quanto c’è solo presenza di pietre e mura sbriciolate. Compensa il tutto un meraviglioso panorama sulla costa nord occidentale di Rodi. Discesi, pranziamo al sacco bevendo una squisitissima e fresca spremuta di arance da un tipo che le prepara in un locale vicino poi ci rechiamo verso il Monastero di Filerimos.

Lungo il tragitto, però, si accendono delle luci sul cruscotto che non vanno via: preoccupati, ci rechiamo dal noleggiatore situato (per fortuna) lungo la strada il quale, dopo un’oretta d’attesa, ci conferma che la centralina ha qualche problema e che ci sostituisce la 500 con una Panda. Riprendiamo la strada e ci rechiamo su al Monastero ma troviamo chiuso anche questo a causa di lavori in corso: questo giro si presenta alquanto sfortunato! Comunque di fronte all’ingresso si snoda una Via Crucis che porta alla croce di Filerimos, una costruzione in cemento che svetta sull’omonima collina: lungo la strada si trovano le varie stazioni della Via Crucis al termine delle quali si raggiunge la struttura posta su una terrazza che si affaccia sulla valle e sul mare, offrendo un bel panorama alternativo dell’Isola di Rodi.

Passeggiando, notiamo gruppi di pavoni, sia adulti che cuccioli, che si fanno avvicinare dai turisti e compare pure un caprone con due capre: questo luogo si presenta molto bucolico! Dopo la visita, rientriamo a Lindos e passiamo il resto della serata sulla terrazza, alquanto stanchi per scendere in centro: non ce ne pentiamo perché un locale suona musica a tutto volume fino a mezzanotte.

27 agosto

In questo ultimo giorno di permanenza a Lindos organizziamo l’ultima escursione in auto che ci porterà sulla costa nord orientale dell’isola quindi partiamo dopo colazione: la prima tappa è proprio vicinissima ed è la baia di San Paolo, situata a 500 m dal nostro appartamento. Parcheggiata l’auto, la discesa ci porta in questo angolo di costa paradisiaco, dal mare di mille colori e dalla consueta chiesetta greca situata sulle sue rive; come sfondo, sovrasta il tutto l’Acropoli. Dopo le consuete foto e riprese, partiamo per la prossima tappa che è il Castello di Feraklos, che ci accoglie con le sue mura sbriciolate e un’erta salita da compiere: fa già caldo per intraprendere una salita così quindi riprendiamo il tragitto con l’intenzione di raggiungere il Monastero della Vergine Maria Tsambika solo che facciamo confusione e ci ritroviamo nel parcheggio di quello che credevamo essere il Monastero ma che, in effetti, non lo è: dal parcheggio parte un percorso di scale (circa 300) che porta sul cucuzzolo di una montagna su cui si trova la Panagia Moni Marias Tsambika (una cappella, per esser chiari) in quanto il Monastero con l’annesso museo sono situati sulla strada principale (e ci siamo pure passati avanti!). Comunque è qui che le donne compiono il voto di salire le scale per poi chiedere all’icona presente nella cappella la grazia di diventar madri. Noi, non interessati, ci godiamo il panorama che si presenta ai nostri occhi.

Dopo la scarpinata e la relativa discesa, partiamo per l’ultima visita da effettuare, giungendo dopo una mezz’ora d’auto davanti le Terme di Kallithea, un complesso termale sorto tra spiagge e giardini con palme. Paghiamo l’ingresso di € 4 ed entriamo nella struttura, ricca di aiuole fiorite, giardini, alberi e siepi. Arriviamo alla spiaggia decidendo di goderci la calda seppur bella giornata pranzando sulla terrazza che dà sul mare azzurro, dove bagnanti e avventori si godono frescura e acque paradisiache. Dopo il pranzo con un panino al tonno e una mousse al salmone, facciamo un giro per il complesso anche se in alcune parti non possiamo accedere perché prenotate per un matrimonio: infatti la sposa ci passa davanti anticipata da un corteo di ancelle vestite da vestali greche. Rientriamo nel pomeriggio a Lindos per preparare le valigie e poi, in serata, andiamo a cenare da Lindos Restaurant, concedendoci l’ultima porzione di moussaka e l’ultimo piatto di souvlaki, con pezzo di baklava a conclusione della lauta cena, che ci costa € 30 a persona.

28 agosto

Partiamo dopo colazione per l’aeroporto di Rodi, fermandoci poco prima per consegnare l’auto. Il nostro volo parte puntuale alle 12.25 e sotto di noi, per un’oretta circa, sfilano le tante isole che compongono quel variegato mondo colorato che è la Grecia. Σύντομα ossia sintoma, a presto.                                                                    

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