Un viaggio lungo la via della Feta: non siamo in Asia, ma in una delle isole che uniscono l’Oriente al resto del Mediterraneo
Un viaggio sulla via della… Feta. La splendida isola di Kos (Coo) suddivisa in due “tranche” di viaggio: la prima a nord con soggiorno a Kos Town, il secondo a sud con pernottamento a Kardamena e l’esperienza delle spiagge più belle. Auto a noleggio, ristoranti, bar e spiagge, sapori tipici e tanto da scoprire in quest’isola vicinissima alla turca Bodrum, che infatti ben si presta a un viaggio internazionale.
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Diario di viaggio a Kos
Giorno 1 – Da Bari a Kos
Appuntamento in aeroporto con partenza del volo alle 5,30 (praticamente non abbiamo dormito, per essere in aeroporto alle 4,30) arrivo alle 8,oo a Kos, dove ci attende il transfert per hotel Astron di Kos Town (minivan costo 90 euro per tutti per circa 30 km), decisamente non conveniente.
Arriviamo in albergo verso le 10, lasciamo le valige e alle 13,30 prendiamo possesso delle tre camere, al piano terra fronte piscina. Sono piccole con limitata privacy. Il punto forza dell’hotel è la sua posizione fronte mare, ovvero lungomare di Kos, qui si svolge il passeggio e la vita notturna turistica dell’isola dove sono ormeggiate i battelli pirata che fanno il giro delle tre Isole. A piedi si possono raggiungere gli stabilimenti balneari, il Platano di Ippocrate, il castello dei crociati, il museo, la villa romana e, l’agorà ecc. Siamo nel cuore di Kos Town. Dalle 10 alle 13 la prima passeggiata sul lungomare, per respirare l’aria turistica di Kos. Sono colpito dalla presenza di stranieri di tutte la nazionalità, la maggior parte inglesi, francesi, tedeschi e ovviamente italiani.
Rientriamo in albergo e qui sperimentiamo le utenze, la rubinetteria è datata, bagno piccolo, ma in compenso il personale è gentile. Una piscina comoda con lettini per chi non ama il mare, e una piccola vasca per l’idromassaggio. La colazione è prevista dalle 7 alle 10. Il tempo di una doccia e siamo pronti per conoscere la città. Per prima cosa, decidiamo di fare una panoramica con il trenino turistico che è fermo vicino all’hotel. Aspettiamo, siamo solo in sei, e i vagoni sono vuoti; nel frattempo all’ingresso del porto, prenotiamo i biglietti per Bodrum. Vogliamo toglierci subito questa “incombenza”, del resto Enzo e Tonia hanno portato una valigia in più per gli acquisti. Trenino giro Kos town 10 euro a testa
L’agenzia è all’interno dell’imbarco, scegliamo la più “cara” perché garantisce uno scafo veloce e un ritorno flessibile (30 euro a testa). Ritorniamo al trenino che nel frattempo ha nuovi utenti e facciamo il giro panoramico della città. Dopo circa un’ora continuando per Averof, la strada che costeggia i lidi, siamo fermati da un giovane che ci invita a visitare il suo lido e a bere qualcosa. Ombrelloni e lettini gratis ,basta consumare qualcosa, dal caffè in poi o se vuoi puoi rimanere anche a cena o a pranzo sono sempre attrezzati. Il luogo “giovanile” non va bene alle nostre compagne di viaggio, oltretutto uno spritz scadente 12 euro ci ha fatto desistere. Riprendiamo la passeggiata per altri lidi. È l’ora della cena ed approfittiamo della simpatia di una ristoratrice albanese che parla bene l’italiano e ci fa accomodare ad un tavolo per sei nel suo ristorante dal nome coreografico “Da Tarzan”. Il proprietario, ha di Tarzan solo il gonnellino, mangiamo di tutto, sempre con l’immancabile feta, insalata, birra, tzatziki, pita.
Giorno 2 – Bodrum
Avevo letto delle problematiche su Bodrum, riferite alla coda alla dogana per l’uscita dalla Grecia e per l’uscita dalla Turchia. Comunque non si va a Kos se non si passa anche da Bodrum. Con la carta di identità o passaporto, attraversi i controlli e sei in un altro paese con usi costumi e leggi diverse. La Turchia l’ho attraversata per 4500 km con il camper, da Istambul alla Cappadocia per arrivare a Pamukkale a Efeso, poi per salire lungo la costa turchese, lo Stretto dei Dardanelli e rientrare dalla Grecia in Italia. Questa volta ci limiteremo ad uno sbarco con rientro in giornata, code permettendo. Dopo la prima colazione deludente dell’Astron, alle 9 siamo in fila alla dogana in attesa del nostro aliscafo che attenderà ad arrivare. Ci imbarchiamo oltre 10.30 e dopo solo 20 minuti scendiamo a Bodrum. Qui ci aspettano, appena fuori del porto, innumerevoli negozi con merce firmata ma di dubbia provenienza. Enzo fa incetta di magliette con la sua Tonia. Verso le 13, dopo aver girato per il bazar e dopo aver fotografato di tutto e di più, siamo alla ricerca sul lungomare del ristorante per il pranzo.
Giorno 3 – Egeo
Solita colazione deludente all’hotel Astron, è mista, qualche misero biscottino e tutto il resto salato, dalle uova a tegamino a quelle strapazzate ai formaggi, persino ai fagioli. Decisamente non soddisfa i nostri gusti. Ricorriamo alle aranciate e ai cappuccini prefabbricati e ai caffè americani per far fronte al primo pasto vero “le nostre pillole”. Oggi, dopo il Bodrum stanchevole di ieri, decidiamo di andare da Tarzan, dove ti danno l’ombrellone e il lettino gratis, però devi consumare qualcosa, drink ed altro. Un esercito di ragazzi ti accompagna all’ombrellone ed ai lettini, tra loro una simpatica ragazzina che con la massima gentilezza e con il suo immancabile sorriso alla “Jane”, prende le ordinazioni.
È il primo giorno di mare qui a Kos, io sono il primo ad inaugurarlo nell’acqua. L’Egeo è un po’ freddo, ma limpido, la sabbia non è fine ma scende nel fondale in maniera discreta al punto da farci consentire senza problemi il rientro. La sorridente ragazzina passa ogni 5 minuti per chiederci cosa desideriamo ordinare, ovviamente tutte sul conto di “Michele”, che poi sarebbe la cassa comune. Tonia è la più restia a fare il bagno, deve superare qualche trauma infantile, accetta le mie insistenze ma non quelle di Enzo. Alla fine si sbloccherà da sola. All’ora di pranzo non dovremo faticare per la ricerca del ristorante, c’è Tarzan, prenotiamo un tavolo da sei, solite insalate, omelette, toast, pizza margherita. Il tutto per 111,50 euro, comprensivo consumazioni spiaggia. Rientriamo in albergo e dopo esserci rinfrescati in piscina ci prepariamo per uscire ed andare nuovamente da Tarzan per una deliziosa cena con vino, pesce fresco e calamari e soliti spaghetti per Enzo (190 euro).
Giorno 4 – Il mare di Kos
Stamattina, ancora da Tarzan, dove siamo clienti fissi, ci servono con molta simpatia. Bagno rinfrescante, solite bevande e caffè, poi il pranzo (costo complessivo 101,50 euro). Ritorniamo ai nostri lettini, mentre Mimmo è già rientrato in albergo. Nunzia ha una crisi di panico, non trova il suo borsellino che poi con calma ritroverà nella sua immensa borsa. Enzo è preoccupato, il giorno 9 dovremo lasciare l’albergo e non abbiamo ancora noleggiato l’auto, che va poi riportata in aeroporto. Lo rassicuro, ho il numero di Joannis, un noleggiatore che mi è stato consigliato dal gruppo degli Italiani a Kos. Seduta stante lo chiamo al telefono, Joannis parla perfettamente l’italiano e concordiamo telefonicamente l’auto, il periodo, e il prezzo: verrà lui a portarcela e noi la lasceremo a fine viaggio all’aeroporto dove ha sede il suo autonoleggio. Vedo il volto di Enzo rassicurarsi. Sono fiducioso, di solito riesco a percepire con chi ho a che fare e questa persona si dimostrerà cordialmente disponibile (eccetto per la chiusura dello sportellone del suo Doblò).
Manca ancora al nostro tour il giro delle tre isole. Dopo aver contattato nelle sere precedenti i vari vascelli pirata, decidiamo di prenotare da Sandokan, acconto 50 euro (costo a persona 30 euro con pranzo incluso). Domani non partirà per il vento forte “meltemi”, ma lunedì si parte alle 9.30 con la sua “ Principessa Diana”, una imbarcazione che sembra gradita a Nunzia, che ha scartato i velieri fantasmi dei pirati troppo tetri e bui. Stasera passeggiata nella Kos vecchia, scegliamo un ristorante di fronte al più rinomato Zorba. Delusione, proprietario inospitale che solo su nostra insistenza ha rilasciato la ricevuta.
Giorno 5 – Relax e culturale locale a Kos
Stamattina liberi tutti. Io, Enzo, Tonia e Menica dopo la colazione passiamo la mattinata in piscina, mentre Nunzia e Mimmo vanno in giro tra le vie di Kos, hanno visto il deposito del sale, platano di Ippocrate, si sono spinti oltre le mura del Castello per continuare sul lungomare ad est di Kos. Ci rivediamo all’ora di Pranzo per tornare da Barbas, il primo ristorante conosciuto a Kos.
Rientro e solita pausa pomeridiana in hotel, poi pronti per altro giro a piedi per Kos spostandoci verso il tragitto consigliatoci da Nunzia e Mimmo. Colpiti da una manifestazione folkloristica di balletti locali presso una sede comunale, vicino ai restauri romani, assistiamo all’evento per scattare qualche foto e video.
A poche decine di metri veniamo colpiti da un cartello che espone all’esterno del ristorante Bella Vista il piatto del giorno: pesce alla griglia per 15 euro. Qualcosa ci dice che è il posto adatto per una buona cena sul mare. Il menù della serata comprende orate, birra, insalata greca, solita feta, tzatziki, l’immancabile spaghettata per Enzo e frittura di pesce. Il tutto per 120 euro.
Giorno 6 – Il giro delle tre isole
Arriviamo alle 9,30 al battello Principessa Diana. Sandokan, ceffo alto e grosso con capelli lunghi e neri, non navigherà con noi, Lui fa solo il reclutatore, capitan Jannis è colui che guiderà il battello. Da Kos partono diversi “velieri pirata” che portano in giro per le isole flotte di turisti. Il tutto è organizzato come una giornata intera sul mare, dove tra un bagno e l’altro ti servono insalata con feta, souvlaki, patate e anguria a bordo.
Ci si ferma per primo a Platì, più che un isolotto sembra uno scoglio disabitato, ci caliamo nelle acque azzurre e trasparenti. Enzo in un fuori programma si tuffa (conserverà tutto il suo vigore per la sua Tonia). Risaliti, ci aspetta il pranzetto compreso nel prezzo. Si continua a navigare per Kalymnos, l’isola delle spugne di mare. Siamo fortunati, incrociamo tre delfini lungo il tragitto prima di scendere al porticciolo dove ci aspettano i negozietti di souvenir. Un altro bagno per poi raggiungere Pserimos, un vero paradiso, una grande spiaggia bianca poche case assolate dove ci fermiamo per prendere qualcosa da bere (9 euro) . È ora di rientrare a Kos con il meltemi in poppa.
Giorno 7 – Arrivo a Kardamena
Ultimo giorno all’hotel Astron, verso le 10 arriva Jannis con il doblò, appena sufficiente per tutti sei e le nostra valige. Costo 500 euro per 5 giorni, kasko e doppio guidatore incluso. Arriviamo in località Kardamena dopo aver visto i resti del devastante incendio che alcuni giorni prima della nostra partenza aveva bruciato un’area di 12 chilometri con l’evacuazione di circa 10.000 turisti , raccolti nello stadio per tutta una notte.
Arriviamo all’hotel Mammis beach, veniamo accolti con una spremuta di arancio di benvenuto. Alloggiamo nelle camere, assolate ma abbastanza comode, con piccoli problemi come il ricambio asciugamani e qualche animaletto di troppo.
La spiaggetta di fronte offre pochi ombrelloni con lettino e un albero con panchina e tavolino che colpirà l’immaginario di Nunzia e Mimmo. Ho fatto il bagno passando su pietre scivolose, ma niente ricci. Pranziamo in hotel per 90 euro, si mangia discretamente. Prenotiamo per stasera, visto che c’è la cena greca a 15 euro a testa; noi aggiungeremo il vino e caffè. Souvlaki alla brace seduta stante, insalata greca, anguria. Infine si esibiscono quattro ballerini in costume che coinvolgeranno anche noi nei loro balli greci.
Giorno 8 – Agios Stefanos e Zia
La colazione è un po’ migliore di quella di Kos town, ma non eccezionale per il dolce. Riprendiamo l’auto non prima di aver effettuato vari tentativi per aprire lo sportellone posteriore per far accedere Menica, lasciamo l’aria condizionata accesa a motore spento, l’auto riparte solo spingendola (si è scaricata la batteria). Siamo alla ricerca delle spiagge più belle di Kardamena, passiamo da suoi bancomat all’inizio del paese.
Kardamena è a pochi km da Mammis hotel, è una piccola e vivace cittadina dove si ammassano migliaia di turisti. Usciamo dalla cittadina e riprendiamo la solita dorsale sud dell’isola, dopo una decina di chilometri trovo il cartello Agios Stefanos. È una delle tante spiagge all’interno di un golfo, dove sabbia e roccia sembrano rispettarsi a vicenda; rendiamo gli ombrelloni e lettini , parcheggiamo l’auto di fronte ad un ristorante rinomato, il Caterina (costo 141,50 euro) più 30 euro sosta al bar alle 11,30 (qui si mangia bene). Consiglio di non seguire troppo il navigatore ma di uscire alla prima indicazione della spiaggia, santo Stefano, che ti porta direttamente a mare da una stradina sterrata ripida, poi un piccolo parcheggio di fronte ad un ottimo ristorante. Pomeriggio di riposo sotto l’ombrellone, allorquando si avvicina una cinesina con il compagno per i massaggi dietro la schiena. Contrattiamo il prezzo un massaggio rilassante per me, per Nunzia e per Menica con piedi (30 euro), Tonia completo 50.
Rientro a Mammis per poi ripartire per vedere il tramonto di Zia, arriveremo in tempo per fotografare lo straordinario tramonto (purtroppo disturbato dalle innumerevoli flotte di turisti, in macchina e in bus strapieni che assalgono il piccolo villaggio che è divenuto troppo commerciale con bancarelle ovunque. Prenderemo una spremuta di arance, e gelato e questa volta non ceneremo.
Giorno 9 – Tikaki
Stamattina si va a Tikaki, sulla sponda opposta dell’isola ad ovest rispetto a Kardamena, spiaggia con sabbia e pietrine. Fa molto caldo, soliti ombrelloni e lettini. Dista dal nostro albergo una ventina di chilometri, sempre sulla solita dorsale per poi variare a sinistra. La città ha lidi ovunque, abbiamo la difficoltà della scelta, che si fa sempre più difficile circa le diversità di vedute degli attempati. Dopo aver girovagato si torna indietro e ci fermiamo ad un lido con materassini comodi e ombrelloni che affitta le moto d’acqua (costo 10 euro).
Questa zona è più ventilata rispetto a quella di Kardamena, la spiaggia affollata è granulosa con posidonia, l’acqua cristallina come del resto è così per tutta l’isola. Naturalmente all’ora di pranzo il solito rito alla ricerca del ristorante più vicino, la trattoria Paronbeach (costo 119,50) .
Siamo stanchi, Mimmo da qualche segno di cedimento. Dopo il pranzo ritorniamo ai lettini (10 euro) e con calma ripartiamo nel tardo pomeriggio per Asclepio. Quest’isola è riconosciuta come patria della medicina moderna, fondata da quell’Ippocrate che è nato a Kefalos, un luogo di cura rinomato dell’antica Grecia e vecchia “capitale” dell’isola. Qui si curava il corpo e lo spirito, trovando oltre alle sale operatorie, i templi di preghiera al dio Apollo e a suo figlio Asclepio, tutto immerso in un grande parco verde salutare per la ripresa fisica e mentale degli ammalati.
Giorno 10 – Kardamena
Mimmo sta meglio, ma preferiamo non allontanarci troppo dal nostro hotel. Pensavamo di andare a sud per altre spiagge vicino a Kefalos, ma preferiamo rimanere in zona a Kardamena, dove troviamo all’ingresso del paese un piccolo bar con ombrelloni e lettini. Qui ti offrono compreso nel prezzo (10 euro) una spremuta di frutta di tutti i tipi. Facciamo tutti un bagno scendendo dalla scaletta sugli scogli.
Nunzia approfitta per un nuovo fantastico massaggio fatto da una professionista bergamasca, ne uscirà estasiata dopo oltre un’ora, giusto per ricomporci e per pranzare nel migliore dei ristoranti fino adesso provati. Rientro nel pomeriggio in albergo e poi in serata, passeggio by night a Kardamenna per poi cenare da Blu note Santorini (68,50 euro)
Giorno 11 – Kardamena (2)
Ritorniamo al posto di ieri. Euforia c’è piaciuto, ma è tutto occupato sia ombrelloni sia il ristorante Anemos. Optiamo per un lido ristorante accanto, il Banana Beach (8 euro ombrellone e lettini), il proprietario non molto cortese pretende da noi oltre che la consumazione anche il pranzo. Siamo costretti ad accettare, la giornata è molto calda e non ci va di girare, ma non lo consiglio.
Giorno 12 – Rientro in Italia
Dopo la colazione e i saluti con i proprietari del Mammis Beach, carichiamo i bagagli nel nostro Doblò e dopo un po’ di giri a vuoto arriviamo in aeroporto. Io ed Enzo provvediamo a consegnare l’auto alla rent car di Jannis, che è intento a lavare le sue macchine, ma che trova subito il sorriso per riaccompagnarci all’ingresso dell’aeroporto poco distante. Assolutamente consigliato.
Rientro in aeroporto e check-in per Bari, accompagnati da un’attesa infinita e lunghe code. Finalmente si riparte sotto un sole eccessivo, per poi rientrare verso le 13 a Bari dove, oltre al sole, si muore di caldo per l’afa senza la minima ventilazione del debole meltemi provato a Kos.