È lunga poco più di 20 chilometri, ma questa ferrovia immersa tra grotte e canyon è unica al mondo

Sapete cos’è lo scartamento? Nel gergo ferroviario, si usa questo nome per indicare la distanza tra i due binari. In generale, quasi tutta l’Europa applica una distanza standard di 1435 mm (poco meno di un metro e mezzo), ma le eccezioni non mancano. In Spagna, ad esempio, sin da metà Ottocento si usa uno scartamento più largo, diverso da quello della vicina Francia. Sembra che le autorità avessero deciso in questo senso per evitare la possibilità di essere attaccati via ferrovia dalle truppe d’Oltralpe.
In altri casi, la scelta dello scartamento ha ragioni storiche e culturali, oppure viene ridotto per necessità tecniche, come ad esempio superare dislivelli molto ampi e salite impegnative con un percorso più particolare. In questo caso, sono molte cose a cambiare: la ferrovia, ovviamente, ma anche i treni che la percorrono e la cosiddetta interoperabilità delle locomotive su tratte diverse.
In Grecia c’è una ferrovia a scartamento ridotto che ha un valore storico straordinario e che, allo stesso tempo, richiama visitatori da tutto il mondo. Si tratta della Odontotos, detta anche Ferrovia Kalavryta – Diakopto. Il suo è un percorso oggi prettamente turistico, breve e lento, ma con alcuni dei panorami più straordinari del Peloponneso.
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La storia di Odontotos, la ‘piccola ferrovia delle meraviglie’
Già nel 1889, circa mezzo secolo dopo la formale indipendenza greca dagli Ottomani, Kalavryta era una località turistica piuttosto apprezzata. A 750 metri sul livello del mare, infatti, è il perfetto accesso agli impianti di risalita del Monte Chelmos (o Aroania), che, con i suoi 2355 m s.l.m., è tra i più alti di tutta la Grecia. Nonostante esista una strada carrozzabile, nel 1889 si decise di procedere con i lavori di costruzione di una ferrovia davvero particolare. Il progetto, affidato a uno studio greco-francese, prevedeva delle caratteristiche impegnative a discapito della brevità del percorso:
- Scartamento di soli 750 millimetri, il più stretto al mondo ancora operativo per un servizio commerciale;
- Inclinazione media del 33 per mille;
- Inclinazione massima del 175 per mille nella parte a cremagliera;
- 22,35 km di lunghezza.
La particolarità dell’Odontotos non è però solo nei suoi numeri arditi, ma nell’asperità del percorso e dei luoghi che attraversa. Tra questi, infatti, c’è il canyon di Vouraikos, una zona di montagna con tortuose gole attraversate da fiumi e intervallate da cascate.
L’impresa, che sembrava impossibile, rientrava nella volontà dell’allora primo ministro Charilaos Trikoupis di rende la piccola e instabile Grecia – finalmente libera dal giogo ottomano – un paese capace di competere nello sviluppo industriale con le grandi potenze del Vecchio Continente. Quasi un progetto testardo, più che di reale utilità, ma che ancora oggi dopo 120 anni dimostra la bontà dell’idea e il grande interesse che suscita nei visitatori. Eppure, nel costruire questa ferrovia c’erano dei benefici economici rilevanti: secondo gli studi, il costo per passeggero all’epoca sarebbe stato di 2,3 dracme, contro le 5 di un mezzo a motore su una strada con percorso equivalente. La stessa ferrovia era stata valutata 1 milione di dracme, contro gli 1,1 milioni di una ferrovia. Soprattutto, però, si sarebbe ridotto dell’80% il costo del trasporto di merci tra Diakopto e Kalavrita: una considerazione non indifferente, per un paese piuttosto povero come la Grecia.
I lavori di costruzione durarono quasi sette anni. L’inaugurazione avvenne il 10 marzo 1896, e sin da subito si capì la straordinarietà di quel progetto, che permetteva di arrivare a Kalavrita, superando 700 metri di dislivello in 22 chilometri in qualsiasi condizione meteorologica. Che siano le temibili estati greche o i freddi inverni dell’Acaia, l’Odontotos non si ferma mai.
L’Unione Europea, con cent’anni di anticipo
L’Odontotos non è semplicemente una ferrovia, ma una meraviglia della tecnica. Dal chilometro 3,1 al 16,9 è infatti dotata di una cremagliera, ovvero di una terza rotaia dentata – al centro dei binari – sulla quale una ruota anch’essa dentata si “aggrappa” per permettere al treno di superare gli impegnativi dislivelli del percorso. La linea è elettrificata sin dalla sua costruzione: in un’epoca dove ancora il 90% dei treni muoveva a vapore, qui tecnici italiani e francesi (i nostri, in particolare, forti dell’esperienza con le ferrovie alpine) decisero di proporre un sistema che impiegava l’energia idroelettrica prodotta dallo scorrere del vicino fiume. Insomma, un lavoro sinergico che sembra voler anticipare il progetto politico dell’Unione Europea con quasi un secolo di anticipo.
L’intero percorso dell’Odontotos è inframmezzato di veri capolavori ingegneristici, dai grandi muri di sostegno laterali fino ai tunnel scavati nella roccia viva, con un lato aperto verso il fondovalle, come quello di Dikastiria, o un altro che è lungo quasi 7 chilometri, un vero record per l’epoca. Anche i treni che percorrono la linea sono speciali: Billard e Decauville, entrambi di produzione francese, alimentati elettricamente con un sistema originale che genera energia “sul momento”, rendendo il treno autoalimentato. Il meccanismo è chiamato OPE, o “veicolo di produzione energetica”, e permette al Decauville di muoversi a 40 km/h sulla linea convenzionale e a 12 km/h nella linea a cremagliera.
In termini puramente esemplificativi, il Tram di Trieste Opicina – che opera in modo molto simile – può arrivare a una velocità massima di 10,8 km/h su un percorso molto più breve, 5 km appena. L’Odontotos è stato completamente rimodernato tra il 2003 e il 2009, con l’aggiunta di nuovi treni svizzeri Stadler a 3 carrozze, e con un costo stimato in almeno 37 milioni di euro. La spesa ha anche permesso di aumentare comfort e standard di sicurezza di questa linea unica nel suo genere.
L’Odontotos oggi, tra turismo e ingegneria
La distanza tra Diakopto e Kalavryta è percorsa in circa un’ora, con tre corse giornaliere che partono da Diakopto (9.52, 12.17, 15.07) e tre da Kalavrita (11.04, 13.37 e 16.45). Il sabato e la domenica si aggiungono due ulteriori corse, con partenza da Diakopto alle 13.39 e 16.29 e da Kalavrita alle 15:04 e e 18:04.
Il costo del biglietto, acquistabile sul sito Hellenictrain.gr, è di 9,50 euro, che diventano 19 per un biglietto di andata e ritorno. Si possono acquistare direttamente in una delle stazioni, ma il consiglio è quello di prenotare in anticipo se si viaggia in gruppo, contattando i numeri 302691 043206 (stazione di Diakofto) o 302692 022245 (stazione di Kalavrita). Non è assicurato che il supporto clienti parli inglese, dunque è consigliabile prepararsi in anticipo a questa evenienza.
La star del viaggio è ovviamente la linea ferroviaria, che attraversa boschi, canyon, gole e tunnel regalando la possibilità di ammirare uno dei panorami più belli della Grecia. Sono diverse e interessanti, però, anche le attrazioni nelle due città unite dall’Odontotos, tra cui:
- Le Cave dei Laghi (Spilaio ton Limnon), a Kleitoria, non lontano da Kalavrita. Si tratta di un percorso speleologico di grande impatto scenico, con corsi d’acqua e cascatelle;
- Il Monastero di Agia Lavra, costruito nel X secolo e celebre perché qui, nel 1821, fu coniato il motto Eleftheria I Thanatos (Libertà o Morte), che spinse all’indipendenza della Grecia dagli Ottomani;
- Il Memoriale dell’eccidio di Kalavryta, uno dei tanti e orribili crimini delle truppe naziste nel corso della Seconda guerra mondiale.