Rodi: la terra di Elio e Poseidone

Visita a luoghi storici, immersioni e relax
Scritto da: Mara Speedy
rodi: la terra di elio e poseidone
Partenza il: 15/09/2018
Ritorno il: 23/09/2018
Viaggiatori: 1
Spesa: 1000 €
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Partenza ore 6 con il volo Ryanair FR4991 da Orio al Serio (BG), per me che abito vicino a Malpensa vuol dire alzarsi alle due. Sbrigate le faccende di casa, mi metto in macchina e raggiungo l’Orio Parking di Azzano San Paolo (www.orioparking.com) che per 38 €, custodirà la mia auto per 9 giorni. Il parcheggio ha il servizio navetta, che parte poco dopo e in 5 minuti siamo all’aeroporto.

La scelta della partenza da Bergamo con Ryanair è dovuta non solo al costo inferiore, ma soprattutto al fatto che le partenze da Malpensa facevano tutte scalo ad Atene per almeno 4/5 ore.

Arrivata all’aeroporto di Rodi alle 9.55, ritiro velocemente il bagaglio, dopo aver fatto tappa in bagno e aver scoperto che sull’isola, come in tanti altri posti al mondo, non è permesso gettare la carta igienica nel water.

Appena fuori dai controlli, a sinistra, sempre all’interno dell’aeroporto, si trovano tutti in fila gli sportelli degli autonoleggi, quindi mi reco a quello della Rodoscars (info@rodoscars.gr), dove dall’Italia ho prenotato dal 15/09 al 23/09 una Suzuki Alto per 176 euro. L’auto non è in perfette condizioni, ma l’assicurazione copre tutto tranne la perdita delle chiavi e qualsiasi cosa successa sotto l’effetto dell’alcool o per utilizzo improprio.

Mi sono portata il navigatore da casa, aggiornato con le mappe greche, e lo imposto subito su Rodi città, perché mi guidi all’Hotel Florida. Praticamente, è tutta dritta, uscendo dall’aeroporto si tiene la sinistra e si costeggia il mare.

A proposito di mare… ci credo che è un paradiso per i surfisti! Io, però, ho bisogno di acque più calme, chissà dove mi porteranno quelli del diving?!?

Intanto che osservo i colori del mare, sulla radio tutta rigorosamente in lingua greca, partono delle note famigliari, ma la voce è completamente diversa e anche la lingua! Insomma “Total Eclipse of my Heart” in greco, ha il suo perché.

In 25 minuti e circa 15 km, arrivo vicino al porto Mandraki di Rodi, dove si trova il Florida Hotel (Amarandou 5, 85131 Rodi, floridahotelrhodes@gmail.com), dove ho prenotato su booking.com, per l’intero soggiorno, una singola a 311 euro. Dato che la camera è dotata di bollitore, fornelletto e frigo, non ho scelto di avere la colazione inclusa, ma me la facevo direttamente in camera con quanto acquistato nei supermarket vicini.

Faccio qualche giro per trovare parcheggio, ma l’hotel si trova in una vietta pedonale e intorno non ci sono posti liberi. Vado al porto, ma è a pagamento. Poi mi sposto nella via del Grande Albergo delle Rose, costruzione italiana degli anni ’20, oggi casinò, e sarà forse il nome italiano a portarmi fortuna? Posteggio e percorro 300 m con la valigia. L’entrata dell’hotel è con una bella scala, la padrona dell’hotel, Yvonne, si precipita ad aiutarmi, ma sono stata più rapida! Mi spiega che la mia camera non è pronta e si scusa mille volte, ma in realtà, sono io a essere in anticipo di ben tre ore. Le chiedo se posso lasciare la valigia lì, in attesa che venga pronta.

Yvonne è una persona spettacolare, a parte la gentilezza e il buon umore, è sempre stata super disponibile e attenta, forse anche perché sapeva che ero lì da sola. Fornendomi delle mappe, mi ha spiegato bene la città e con evidenziatori di colore diverso, mi ha indicato dove fare colazione, cena, acquisti, etc. Insomma è innamorata della sua isola!

In realtà, mi sono già preparata un piano di attacco dell’isola, ma sono arrivata prima del previsto, quindi decido di fare il programma che mi ero proposta per il secondo giorno e qui e là aggiungerò quanto consigliatomi da Yvonne. Riprendo l’auto, che riuscirò sempre a parcheggiare nella stessa via, a qualsiasi ora, e punto il navigatore su Filerimos, dove arrivo dopo una ventina di minuti. Raggiungo questo antico monastero (entrata 6 euro, lu-do 8-17.30), nato là dove sorgeva l’acropoli dell’antica città di Ialyssos e dove mi colpisce particolarmente la presenza di decine di pavoni, chissà che spettacolo nel periodo degli amori! La bella posizione poi aiuta, in lontananza la costa forma una baia. La pietra gialla diventa oro al sole: nel momento della mia visita è al massimo dello splendore. All’uscita, a destra c’è un chiosco che vende un liquore alle sette erbe di produzione locale, decantato dalla mia guida, e davanti parte una via Crucis, che porta a una grande croce moderna, da cui si gode un bel panorama.

Reimposto il navigatore su Petaloudes (13 km) e mi fermo a Kremasti, perché attirata da una bella chiesa, tutta bianca, la Katholiki Ekklisia Maria, con all’interno dipinti bizantini. Proseguo verso la Valle delle Farfalle (5 €) e già a 7 km di distanza, vedo dei cartelli a forma di farfalla che indicano i km che mancano: questo vuol dire che sono sulla strada giusta!

Arrivo alle ore 2. Il percorso è obbligato, con delle scale che percorrono la valle. Non vedo subito la miriade di farfalle (callimorpha quadripunctaria) che abitano in questa zona, attirate dal profumo della resina dell’albero di storace, perché sono attaccate alla roccia, agli alberi e si mimetizzano, con il colore marrone. Solo quando volano, si vede il rosso delle ali. Bisognerebbe spaventarle per vederle volare, ma questo riduce la loro riproduzione e perciò è fortemente vietato… spero che non dobbiate assistere, come capitato a me, a scene di persone irrispettose, solo per fare una bella foto.

La upper valley presenta una concentrazione maggiore, rispetto alla lower valley e alla fine del percorso c’è una chiesetta. Mi raccomando, conservate il biglietto in buono stato, perché ci sono diversi tornelli con lettore ottico da passare sia all’andata che al ritorno. Bagni a 50 cents.

Il sole a quest’ora è molto forte, ringrazio quindi che fosse un posto così ombreggiato.

Ritornata all’auto, riprendo il mio cammino verso il monastero di Kalopetras. Il piccolo monastero è visitabile solo da fuori nonostante i 6€ di entrata e si trova in una bella posizione.

Proseguo la mia visita verso Agios Nikolai Faliraki da fuori vale poco, dentro sembra bizantina… ma mi accorgo che sono quasi a Rodi. È la chiesa sbagliata, ma con lo stesso nome!

È tardi per cercare quella giusta, così vado a Old Kamiros (6 euro, ma-do, 8.30-19, a circa 35 km da Rodi), sito archeologico in posizione spettacolare, le cui prime pietre vennero poste nel VIII sec. a.C.. I muri non sono più alti di un metro, ma danno il senso di come fosse. In alto, percorrendo una scalinata, si raggiunge il tempio di Atena, di cui rimane poco, ma da cui si gode di una vista che toglie il fiato. Ci sono piante di rosmarino ovunque e così tra il profumo delle piante, il violetto dei loro fiori e l’inizio del tramonto, questo rimarrà senza dubbio il più bel ricordo di questo viaggio.

16/9

Dato che oltre alla visita culturale e alle immersioni, vorrei anche rilassarmi, intanto che visito, curioso anche le spiagge più famose, per decidere dove andare gli ultimi giorni, quindi parto alle ore 9 e mi fermo alla Kremasti beach, bella e larga, ma poco attrezzata.

Alle 9.55 sono al castello medioevale di Kritinia (gratis), di cui è rimasto ben poco, ma la cui posizione è spettacolare, tanto che lo sguardo si spinge fino all’isola di Chalki. Mezz’ora di visita è più che sufficiente.

Appena dopo essermi rimessa in macchina, il paesaggio cambia radicalmente, la montagna ora è a ridosso del mare. Sulla radio greca danno Spending my Time dei Roxette ed io non posso che pensare, che viaggiare è proprio un bel modo di “spendere” il proprio tempo.

La strada che porta al castello di Monolithos è molto panoramica. Arrivo a Monolithos (gratis) dopo una mezz’ora e anche questo castello è in una posizione spettacolare. 20 minuti di visita e sono di nuovo in macchina e già fa molto caldo.

Attenzione a chi viaggia con bambini, perché questi due castelli non hanno parapetti.

Continuo a girovagare e il paesaggio cambia nuovamente, ci sono serre e coltivazione ovunque: questa parte dell’isola è molto più verde.

Dopo un’oretta, arrivo a Prassonissi, sulla punta dell’isola esattamente opposta a Rodi città. Già dall’alto si vede la lingua di terra che divide i due mari: da una parte l’Egeo calmo e azzurro e dall’altro il mediterraneo agitato e blu. Il parcheggio è gratis, enorme e comodo per raggiungere la lingua di sabbia e pieno di auto di surfisti, che si preparano a volare sulle onde.

Con mezz’ora di camminata, salendo sulla montagna prospiciente, si arriva a un faro: tenete d’occhio l’orario però, perché con l’alta marea la lingua di terra scompare!

La spiaggia verso l’Egeo è bellissima, acqua cristallina e se non fosse stata così lontana da Rodi (2 ore), sicuramente una giornata l’avrei passata qui, in dolce relax.

Da Prassonissi seguo le indicazioni della gentilissima Yvonne e invece di tornare costeggiando il lato sud dell’isola, passo all’interno, nella zona montagnosa. Ogni mezz’ora la struttura delle montagne cambia; sono sulla strada dei vini, ma vedo solo ulivi, ma qui e là ci sono indicazioni per raggiungere le cantine. Visito la chiesa di Embonas, quindi proseguo per Elousa, il navigatore sembra perdere l’orientamento, ma finalmente girando intorno alla chiesa di Agio Thomas, vedo dei cartelli che indicano a 3 km, St. Nicholas Foundoukli, quello giusto questa volta! All’interno dipinti tardo bizantini dedicati alla peste. Approfitto di una fontana, non battesimale, per sciacquarmi via la sabbia di Prassonissi.

Mi rimetto in strada e trovo subito un cartello per Epta Piges, la mia prossima tappa. Arrivo dopo pochi minuti, ma ne rimango delusa: pubblicizzata come sette fonti che creano un fiume, sono in realtà 7 rigagnoli che formano un ruscellino. Le fonti, onde rischiare di non vederle, sono persino numerate. Appena si arriva, oltre a tantissimi pavoni, ci sono due cartelli uno indica “seven springs” e l’altro “tunnel”, dopo aver visto le fonti, mi infilo nel tunnel, che è veramente lungo e sicuramente sconsigliato ai claustrofobici; completamente al buio, ma grazie alla luce del cellulare, ho verificato che fosse “pulito”, niente ragni, pipistrelli, etc. Io l’ho percorso a piedi nudi e l’acqua al massimo mi arrivava a metà polpaccio. Ecco se siete corti con i tempi e dovete scegliere quale tappa saltare, io sceglierei sicuramente questa.

Sono in anticipo sulla tabella di marcia, così invece che andare diretta a Rodi, faccio una leggera deviazione verso Kyra Panagia Tsambika. Il monastero, tanto frequentato dalle mamme e papà, che non riescono ad avere un bebè, si trova molto in alto ed è raggiungibile solo con una lunga e ripida scalinata. La chiesa non è un granché, ma il panorama è da stamparci il soggetto di un puzzle e ripagherà ogni gradino scalato! Ricordate però che se la Madonna vi farà la grazia, dovrete chiamare il piccolo Tsambika o Tsambiko!

Faccio un salto a Tsambika beach, piccola, con sassolini e con la montagna alle spalle… bella, ma personalmente preferisco quelle ampie e sabbiose, come Prassonissi.

Sono ufficialmente stanca, quindi rientrando a Rodi, mi fermo a Triada al ristorante Sirtaki, dove per 20,40 euro mangio bruschette all’aglio, insalata greca, una birra e il giovienis, una casseruola con pasta e carne, tutto molto buono, ma non avevo calcolato le quantità!

17/09

Sveglia ore 7.30. Oggi mi immergo. Ora di ritrovo 8.45, ma mi muovo per tempo, perché la barca mi aspetta nel porto di Mandraki, ma sono a piedi e carica con l’attrezzatura, quindi vado a rilento!

Da casa avevo prenotato con Waterhoppers Diving School (www.waterhoppers.com; info@waterhoppers.com) quattro immersioni a 131€ con nolo solo della muta ed extra di un’uscita con barca. La barca sembra affollata, mi da il senso di troppo commerciale. Per fortuna ai sub esperti è dedicata una piccola zona proprio sulla prua. La prima immersione dovrebbe essere Kalithea, ma purtroppo le condizioni del mare non sono buone e quindi su nostro consenso ci trasferiscono in auto a Ladiko. Kalithea doveva essere l’immersione più bella, peccato, ma ho apprezzato, che abbiano organizzato subito un’alternativa.

Le immersioni non sono un granché, ma è il mediterraneo e ne sono consapevole, per questo in questi posti apprezzo maggiormente la sensazione di immergermi, più che quello che vedo.

Rientro in hotel, doccia veloce e mi rimetto in cammino per il Museo Archeologico di Rodi (8 €, 8-20), che raggiungo a piedi in circa 20 minuti. La bigliettaia gentilmente mi propone il biglietto combinato con il palazzo del Gran Maestro (6 €, ma-ve 8-19.40, sa-lu 9-15.40) a 10 €, che comprende anche il Decorative Art Museum e Panagia Tou Kastrou. Il biglietto dura tre giorni.

Il museo, situato all’inizio della Via dei Cavalieri, raccoglie testimonianza di immenso valore, che la mia ignoranza in materia non riesce ad apprezzare appieno, a parte la bellezza delle statue di Afrodite accovacciata, della Grande Afrodite e la testa di Elio, di un incredibile finezza. Il palazzo del maestro si visita con un percorso guidato, sala per sala, mosaici, piastrelle smaltate compongono pavimenti di un’incredibile ricchezza.

Esco dal palazzo all’ora del tramonto, le viette circostanti sono un tripudio di luci, colori e gente che si accomoda nei locali per la cena. Mi riprometto di tornare e percorrere le viette con più calma. Prima di rientrare in hotel, mi fermo lì vicino da Nikko, dove per 28,50€ mangio insalata, formaggio fritto e calamari fritti. Buono, anche perché prima del conto portano gratis un piatto di frutta e mi sono andati a prendere anche un espresso al bar di fronte!

18/09

Sveglia un po’ più tardi… si parte alle 10 per le immersioni a Lindos.

Sicuramente meglio del giorno precedente, il pesce è poco, ma il muro di corallo incrostante viola, che è il clou della mia 100esima immensione, non ha prezzo!

Rientro verso le 18, porto l’attrezzatura in hotel, e riparto subito per il Monte Smith, seguendo la cartina all’interno della mia guida (Rodi – ed. Dumont). Raggiungo in mezz’ora la vecchia acropoli (gratis, aperta 24 h). Dopo aver visto l’immenso stadio e risalite le scale dell’odeon o scuola di retorica, mi ritrovo davanti alle colonne in restauro del tempio di Apollo Pizio. Alle spalle del tempio, prendo la Akrapoleos per raggiungere il tempio di Atena Polia, di cui rimangono delle sezioni di colonne, buttate lì. Proseguo sulla stessa via verso la Stoá, di cui rimangono pochi resti, ma nel mentre mi godo un tramonto pazzesco! Credo che questa zona sia rinomata per i tramonti, dato che è piena di coppiette innamorate. Proseguendo sulla stessa strada, incontro il santuario delle ninfe, che sono dei grandi buchi quadrati scavati nel terreno, ricoperti di edera.

Rientro in hotel dopo aver cenato da McDonald con hamburger nella pitta, il pane locale: non avevo voglia di aspettare i tempi biblici di servizio e pagamento dei ristoranti!

19/9

Prima tappa della giornata il villaggio di Koskinou (20 minuti da Rodi), con le sue viuzze pedonali a ciottolato, tutto con lo stesso disegno, le bouganville a cascata e i gatti ovunque.

Già che sono in zona, mi dirigo alla bella Ladiko beach, da cui mi ero immersa, ma che non avevo fotografato. Questa baia è collegata alla famosa Anthony Quinn’s bay da una semplice stradina.

Proseguo verso Archangelos. Salgo al castello, la vista è bella, ma niente a confronto con i castelli visti nei giorni precedenti e che vedrò. Inoltre il posto mi sembra pericoloso, specie per chi ha con sé bambini. Scendo verso il paese per visitare la chiesa di Agios Archangelos, del XIX sec., ben visibile da lontano, grazie al bel campanile.

Quindi tappa a Heraki al Feraklon Castle, anche in questo caso la struttura è ormai in rovina, ma la posizione è spettacolare: a destra Heraki beach (si trova scritto anche Charaki) e a sinistra Agia Agathi, the golden beach. Scendo quindi a Golden beach, ma c’è uno strano rumore continuo, tipo di un generatore, e la boccio per le mie giornate di svago, ma l’acqua è meravigliosa, color smeraldo.

Risalgo verso il castello è riscendo verso Heraki, faccio due passi sul lungomare del paesino ed è un posto veramente grazioso e tranquillo con la sua spiaggetta e localini, dove mangiare pesce.

Quindi vado verso Asklipio per vedere il Kimmis tis Theotokou, ma mi infilo in una stradina senza uscita, che termina con una scala! Nel fare la retro in salita, mi si brucia la frizione, e rimango bloccata. Avevo già sentito nei giorni precedenti odore di gomma bruciata e probabilmente gli ho dato il colpo di grazie.

Tutti escono dalle case per capire cos’è successo, mi offrono da bere, da mangiare, di aspettare nelle loro case… i rodensi, a differenza dei ciprioti, si rivelano molto cortesi, ogni giorno di più.

Dopo 40 minuti arrivano i soccorsi, il responso è di frizione bruciata e nessuna macchina in sostituzione, ma devo richiamare il giorno dopo, per sapere se riescono a riparare in tempo questa. Il tizio del soccorso mi porta alla stazione dei bus per rientrare a Rodi (60 km). Per fortuna il bus fa tappa a Lindos (1.80€). Almeno riesco a vedere lo stesso la città bianca. Mi addentro nei vicoletti pieni di negozi e cerco di salire verso l’acropoli. A un certo punto sono in alto e mi ritrovo davanti all’acropoli… sì, davanti… nella montagna davanti! Mi sa che ero un po’ distratta dai recenti avvenimenti. Quindi riscendo e seguo prima le indicazioni per il teatro antico, di cui rimangono pochi resti e poi cerco di orientarmi nei vicoletti. Finalmente arrivo a una scalinata che porta all’agora. Ho visto sia persone anziane che fortemente sovrappeso farla, quindi eviterei di usare i poveri asinelli, se non per problemi seri. Con gli asinelli, però si percorre una mulattiera, che farò in discesa… scivolosissima! Rodi per me passerà alla storia per avere le pavimentazioni in pietra più lisce che mai, sia nelle strade esterne, che all’interno delle chiese e monumenti.

L’entrata all’acropoli costa 12€. Appena entrati, sulla sinistra, si può vedere un panorama mozzafiato sulla Lindos beach, mentre a sinistra il rilievo della triremi (II sec. a.C.). Alla fine della nave inizia la scalinata che porta alle colonne sopravvissute del tempio di Atena; girateci intorno arrivando fino alla punta che da sulla Saint Paul’s bay… che colori! Da riempire gli occhi con tutte le gradazioni dal blu allo smeraldo!

Poi ripercorrendo a ritroso il tempio, si arriva alla scalinata della stoá, una delle più grandiose di tutta la Grecia, che si apprezza maggiormente vedendola dal basso. Andando a zonzo per i ruderi si continua a godere della vista sulle due baie e si passa dai resti delle case a quelli dei magazzini, dei propilei, etc. Forse 12€ sono tanti, ma permettono di continuare a tenerlo così bene (ma-do 8-19, lu 12.30-19).

Scendo, come detto, dalla mulattiera, per un semplice motivo… i bagni erano in quella direzione!

Scendendo e guardando la mappa staccabile della mia guida, arrivo alla chiesa di Agia Panagia, ma chiude alle 16 e quindi riesco a vederla solo da fuori. Peccato, perché gli affreschi dovevano essere molto ricchi.

Torno alla fermata dei bus e con 5,50€ raggiungo Rodi e il capolinea è dalla parte opposta delle mura, rispetto a dove si trova l’hotel.

È ancora relativamente presto, così essendo all’altezza del porto commerciale, decido di percorrere il molo Akti Bopouli fino al faro, che sembra una piccola fortezza, e mi ritrovo praticamente davanti alla county hall, ma con il mare di mezzo. Torno indietro e riprendo il lungomare, passo davanti alla chiesa di Evangelismos, vicino alla moschea di Mourad Reis, è dato che è aperta, ne approfitto per visitarla. All’entrata una signora mi da un pareo per coprire le nudità… sono in pantaloncini e canotta!

Torno in hotel, doccia e vado a cenare da Niohori sulla I.Kazouli, che incrocia la strada dell’hotel. Provo lo stifado, che è una sorta di spezzatino con cipolline, riprovo anche lo tzaziki, una salsa a base di cetriolo, e come sempre una bella insalata e birra per 21,10 €.

La giornata è stata sfiancante, quindi passeggiata digestiva, per capire qual è il punto esatto in cui si fermerà il bus per Symi e poi nanna.

20/09

Ho comprato per 20€ in un’agenzia in Nikirofou Mandilara, una via piena di locali e negozi vicina all’hotel, una mini crociera all’isola di Symi, ma lo stesso giro, allo stesso prezzo veniva proposto anche sul lungomare in numerosi baracchini.

Il punto di ritrovo con il bus è alle 8.20, davanti a un ristorante vicino al Grande Albergo delle Rose. Alle 9.00 si salpa dal porto commerciale, ma prima veniamo smistati in gruppi secondo la lingua di appartenenza. Mi ferma una guida, che mi fa subito simpatia, guida i francesi e gli italiani free lance come me. Sonia è di origini venete, ma come dice lei, con il cuore greco e si occupa di italiani e francesi… essendo l’unica italiana, le dico di parlare pure solo in francese, è un peccato buttare via il tempo a tradurre, quando può utilizzarlo per raccontarci qualcosa in più, dopo tutto abbiamo solo un’ora con lei.

Arriviamo al porto di Symi alle 11; subito Sonia ci mostra la Kalistrata, che significa buona strada, che è una scala di circa 500 gradini che porta al kastro.

Facciamo diverse tappe e nel mentre, ci spiega un po’ di storia, di che cosa viveva l’isola. Ci parla della raccolta di spugne, che veniva fatta a corpo nudo e che tra i primi palombari, c’erano state tante morti a causa della malattia da decompressione… quella che tutti noi sub temiamo! Al miglior raccoglitore è stata dedicata una statua al porto, sopra alla pietra che lo aiutava a scendere. Sonia ci racconta anche le particolarità della spugna naturale, che per evitare che si decomponga viene trattata per due settimane, che è elastica e assorbe, più di ogni altra cosa, che si può lavare a 40 °C in lavatrice e non da allergie.

Altra tappa, la chiesa ortodossa di San Giovanni. Sonia ci spiega quattro cose sullo scisma d’oriente (1054) e sulla differenza col cattolicesimo, come ad esempio che essendo per loro il papa scomunicato, non lo riconoscono, inoltre non credono nell’immacolata concezione, che i preti possono sposarsi, ma devono rinunciare alla carriera.

Ci racconta anche qualche particolarità linguistica ad esempio che i Dori hanno influenzato il dialetto di Symi e che Turchia e Grecia ai tempi dei romani avevano la stessa cultura.

Le belle case neoclassiche intorno al porto, sono il risultato del commercio della spugna, fatto all’epoca turca: il cerchio decorato sui tetti serve per scacciare gli spiriti cattivi, usanza nata proprio in epoca turca; l’uso del cedro del Libano, essendo elastico, rendeva le costruzioni più resistenti in caso di sisma; inoltre il colore azzurro è utilizzato, perché allontana gli insetti, mentre le case con la pietra a vista, sono quelle che per abbandono hanno perso i colori, che oggi sono protetti e devono essere rispettati.

Oggi i pozzi non sono utilizzabili ed è meglio non bere l’acqua dei rubinetti.

Altre curiosità sono che i pavimenti a zigzag aiutano a far defluire l’acqua, che il simbolo degli ortodossi del dodecaneso è la doppia aquila nera e che i cipressi si trovano nei luoghi sacri, perché hanno la forma di fiamma.

Sonia definisce cattivi, gli italiani arrivati qui per conquistare, in quanto hanno cercato di farlo velocemente e con violenza, proprio per questo molti greci in quel periodo emigrarono. La distruzione del castello si deve però ai tedeschi.

Anche a Symi è stata scolpita su di un muro la Karavaki (caravella), che è un triremi come quello di Lindos.

Guardando in alto, delineano il profilo della montagna, 21 mulini che servono a macinare la farina.

Abbiamo un paio d’ore di tempo da soli, così cerco l’inizio della Kalistrata e raggiungo il kastro. Il porto non era visibile dal mare ed era protetto dal vento, ma dall’alto è tutto un’altra cosa, il panorama sulla baia è a 360°.

Verso le 14, salpiamo per Panorámis. Il monastero sorge su di un tempio greco dedicato ad Apollo, di cui solo le colonne sono originali ed è luogo di pellegrinaggio, specie l’8.11, e culto di San Michele: la rappresentazione è alta 3 m, porta un’armatura d’argento che é stata donata dai capitani. Vengono lasciate come dono delle scope, per spazzare via i peccati. Tutto qui è decorato e con valore simbolico, ad esempio tre colonne ricordano la trinità, le rose sono la madonna, la campana è il rinnovamento della vita. L’affresco del monastero ha occupato 26 anni della vita di un corso di nome Tagliabosco.

Torniamo al porticciolo e in un paio d’ore di navigazione, siamo nuovamente a Rodi.

Per tutto il giorno avevo cercato di contattare Rodoscar, ma purtroppo sulla barca e a Symi il cellulare prendeva malissimo, così appena arrivata a Rodi, li contatto, dato che avevo capito che avevano a disposizione un’automatica o che dopo le 16, potevano ridarmi la mia riparata. Mi mandano quindi un addetto direttamente al porto e mi portano all’ufficio, dove mi riconsegnano l’auto riparata. Così il disagio è stato minimo, grazie alla loro disponibilità e velocità d’intervento.

Torno a cena da Niohori, per 21,60€ prendo insalata verde, melanzane in salsa di pomodoro e souvlaki, cioè spiedo di carne e verdure, accompagnato da altre verdure e un pochino di tzatziki che si sposa a meraviglia con una birra.

21/09

Con l’impedimento dell’auto, non ero riuscita ad andare a vedere le terme di Kalithea (lu-do 8-20), così la mia giornata inizia con quest’opera italiana degli anni ’20, set di diversi film, di cui si possono vedere esposte, foto a ricordo. Il posto è veramente bello anche per fermarsi a prendere il sole. A pochi passi anche la spiaggia di Tassos, che Yvonne mi aveva consigliato, perché non battutissima.

Poi faccio tappa alla spiaggia di Traounou, che avevo trovato indicata come molto bella. Certo non è scenografica come la Saint Paul’s o la Anthony Quinn’s bay, ma mi tornerà utilissima il giorno seguente.

Poi una botta di testa… vado a vedere la chiesa ad Asklipion, che alla fine non avevo visto. L’entrata è di 3€ ed ha affreschi antichissimi. Ne è valsa la pena tornare, anche per rendermi conto quanto fosse facile arrivarci dalla strada principale!

Finalmente ho fatto tutto quello che mi ero proposta… proseguo la giornata verso la Saint Paul’s bay, che avevo visto dall’acropoli di Lindos. Sono felice di aver potuto passare la giornata nella spiaggia più bella che ritengo di aver visto sull’isola, anche se tutti elogiano la Anthony Quinn’s bay. Purtroppo è però l’unica spiaggia con parcheggio a pagamento (3€), a cui va aggiunto il lettino con ombrellone (5€). Alle 18 però la montagna alle spalle inizia a far ombra e decido di andarmene.

Torno per cena da Niohori e ordino la moussaka, già provata a Creta e a Cipro, con una bella insalata verde e una birra.

22/09

Oggi è il mio ultimo giorno pieno. In seguito al disguido con l’auto, non ero riuscita tornata da Symi a vedere il quartiere ebraico di Rodi e Agios Fanorious (7-13, 16-20), che si rivela essere una chiesetta con affreschi antichi mantenuti in maniera pessima. La zona ebraica è una serie di piccoli vicoletti e scopro a mio discapito, che la sinagoga il sabato è chiusa. Che peccato!

Abbiamo fatto 30 e facciamo 31… arrivo fino alla Porta D’Amboise, considerata la più bella.

Ora ho proprio voglia di stendermi in spiaggia e rilassarmi. Arrivo quindi allo svincolo per Ladiko beach, perché avevo già visto il giorno delle immersioni che la Anthony Quinn’s bay era indicata solo dopo aver preso per Ladiko e mai prima. Il lettino costa 5€. È una bella caletta, ma alle 15,30 la montagna già fa ombra, così, memore che la Traunou è ampia e non ha la montagna alle spalle e dista soli 5 minuti, mi trasferisco e ci rimango fino quasi al tramonto. È fatta di sassolini, ma l’acqua è cristallina e non c’è la concentrazione di gente degli altri posti.

Ormai cliente fissa, torno da Niohori e provo dolmades e lamb chops e per cocludere in bellezza prendo anche un dolce tipico, il Baklava. Forse vi starete chiedendo come facevo a mangiare così alla sera… saltavo il pranzo!

23/09

Mi sveglio con comodo, finisco di preparare la valigia e rendo l’auto da Rodoscar, che come già sapevo, mi addebita 200 euro per la frizione bruciata, in quanto considerato uso improprio dell’auto, nonostante non ci fossero cartelli che indicavano che era una strada senza uscita e che la macchina puzzava già di gomma bruciata… ma chiramente, non potevo provarlo.

Così prendo il mio volo Ryanair FR4202 delle 13:40 e arrivo a Bergamo alle 15:30. La navetta arriva dopo e rientro a casa con gli occhi ancora pieni di sole, mare e di tutta la storia che ha percorso questa meravigliosa isola.



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