Minorca: mare da sogno,verdi campagne,archeologia
3) Il solo pernottamento è la soluzione ottimale perché ti permette di sperimentare ogni sera un ristorante diverso (c’è una buona scelta) e comunque, se vuoi, puoi rimanere in appartamento e cucinare (non l’abbiamo mai fatto!). La pensione completa, spesso proposta negli hotel o villaggi, non è una soluzione conveniente in quanto, in genere, per il pranzo ci si trova in spiaggia o in visita da qualche parte.
Minorca è stata una dolce sorpresa soprattutto per i paesaggi naturali: calette con acque cristalline e sabbia bianca, profumate pinete e boschetti di tamerici, verdi campagne decorate dai caratteristici muretti a secco e ordinatamente coltivate o movimentate da animali al pascolo (compresi gli eleganti cavalli minorchini, neri come il carbone), macchia mediterranea dal profondo verde.
Le spiagge più belle si trovano sulla costa meridionale; segnaliamo, secondo una nostra personale classifica: cala Macarella con la vicina cala Macarelleta, cala Turqueta e cala Mitjana. Deludente invece la pluriosannata Son Saura per la presenza di “cuscini” di alghe sulla spiaggia, per il brullo e piatto paesaggio circostante e per un mare non sconvolgente.
La cala che ci ha emozionato maggiormente è stata cala Macarella ed in particolare il paesaggio che si ammira nel percorso da questa a cala Macarelleta. Seguendo il sentiero che s’inerpica sulla scogliera rivestita dalla pineta, si gusta dall’alto la cala e l’incredibile tavolozza dei colori del mare: azzurro cristallino, turchese intenso, verde smeraldo e blu profondo. Un mare davvero eccezionale anche in confronto con quelli esotici (dei Caraibi o dell’Oceano indiano)! Il citato sentiero si percorre in circa 15 minuti (che diventano in realtà molti di più per le continue soste di ammirazione e per scattare innumerevoli fotografie) così come quello dal parcheggio a cala Macarella. Spesso per raggiungere le spiagge più belle è necessario camminare un po’ su sentieri sterrati, generalmente non piani e per questo è consigliabile indossare scarpe sportive (ce la si fa anche con le ciabatte da mare ma è più difficoltoso).
Per i veri appassionati di escursionismo è ottimale il “camin de cavalls” che è un sentiero litoraneo percorribile a piedi, in mountain-bike o, per l’appunto, a cavallo.
Minorca è anche un museo all’aperto per la presenza, un po’ ovunque, di interessanti reperti archeologici. Sono numerosi i siti preistorici, risalenti all’Età del Bronzo e del Ferro, ed i siti paleocristiani. Quasi mimetizzate nella natura (talvolta all’interno di campi privati, ai cui proprietari è necessario chiedere il permesso per la visita), queste misteriose vestigia sono collocate in luoghi panoramicamente suggestivi. C’è l’imbarazzo della scelta per i siti da visitare – che sono ben segnalati nelle cartine utili per girare l’isola in auto – e consigliamo di visitarne più di uno in modo tale da vedere tutte le 3 tipologie di costruzioni megalitiche ossia: – le “taulas”, risalenti al 1000 a.C., sono costituite da due megaliti a forma di parallelepipedo, uno orizzontale e l’altro verticale in equilibrio sul primo, sino a formare una T. Non si conosce con certezza la funzione: potrebbero essere degli altari destinati ai sacrifici o raffigurazioni stilizzate del dio Toro o templi astrali o semplicemente i pilastri centrali di una grande costruzione; – i “talayots”, risalenti al 1400-800 a.C., sono costruzioni simili ai nuraghi sardi utilizzati come torri di controllo e come abitazioni; – le “navetas”, databili tra il 2000 e il 1200 a.C., hanno la forma di barche rovesciate e venivano utilizzate come sepolcri.
Tra i reperti paleocristiani, segnaliamo le vestigia della basilica di Es Fornas de Torellò del VI secolo, nei pressi di Torellonet Vell, dove è possibile ammirare un bel pavimento a mosaico con diverse figure (due leoni, una palma, due pavoni ecc.).
Ci sarebbe ancora molto da raccontare ma le parole descrivono fino ad un certo punto … Consigliamo vivamente una vacanza a Minorca e suggeriamo ai lettori di visitarla abbandonandosi alla bellezza di una natura ancora intatta e che vi invitiamo a mantenere tale, rispettandone i delicati equilibri ed impegnandosi a preservarne l’integrità e la purezza.
Giusto per finire con qualche informazione pratica e “godereccia” riportiamo qualche commento sui ristoranti sperimentati: – il nostro preferito è stato “Es Molì d’es Racò” a Es Mercadal (sulla strada principale n° 721) in un antico mulino a vento; i piatti sono ottimi (da provare la grigliata di carne!) e decisamente abbondanti (una porzione è sufficiente per due); – a Maò segnaliamo “L’Arpò”, al porto (Anden de Levante); – a Ciutadella segnaliamo “Casa Manolo”, al porto (ottima la grigliata di pesce!); – a Fornells segnaliamo “El Pescador”, al porto (ottimo pesce); – nonostante i giudizi positivi letti nel sito di Turisti per caso e la notevole affluenza (abbiamo dovuto prenotare per la sera successiva), sconsigliamo vivamente il ristorante “58, S’Engolidor” a Es Migjorn: l’ambiente non è male ma le pietanze sono state da noi valutate inaccettabili, sia per gli abbinamenti degli ingredienti sia per la qualità delle materie prime utilizzate; – vale sicuramente la pena andare alla “Cova d’en Xoroi” nelle vicinanze di cala en Porter per un aperitivo. L’ingresso costa 6 Euro (nella bassa-media stagione), l’aperitivo è risicato (una birra piccola o un soft drink o un caffè o un the) ma il posto è decisamente incantevole! La “Cova d’en Xoroi” è molto nota come discoteca ma, và da sì, che per ammirarne l’architettura naturale della struttura (ambienti all’interno di grotte naturali e terrazze a precipizio sulla scogliera) è necessario andarci di giorno.
Un’ultima curiosità: – Km percorsi: più di 1100 – fotografie scattate: più di 300.