Ibiza: l’altra faccia dell’isola contro l’overtourism

L’overtourism è un fenomeno che interessa sempre di più alcune destinazioni. “Sovraffollamento turistico” per dirla in italiano, che sia per l’effettiva bellezza di un luogo o per propensioni di massa, dettate da qualche trend del momento. Se è vero che alcune meraviglie sono tali, e i grandi numeri ci sono e saranno sempre (gestibili con pratiche soluzioni contingentate), è altrettanto vero che tante altre località fagocitate dalle mode, oppure iper gettonate per poca conoscenza di valide alternative, possono essere vissute diversamente.
Perché non cambiare il punto di vista e, invece di affollarsi o escluderle a priori poiché “too much”, non scoprirle con mente aperta e una sana curiosità? Ogni luogo può rivelare il suo genius loci, quello spirito identitario che vive nel sottobosco della quotidianità e nelle tradizioni più autentiche. Siamo fiduciosi che l’evoluzione dell’ “Homo turisticus” sia in continuo divenire, e con questa consapevolezza partiamo per la prima meta della rubrica “Altro viaggiare”, una suggestione contro l’overturism, una destinazione perfetta per l’estate che sta per arrivare. Stiamo parlando di un’isola del Mediterraneo ricca di bellezze naturalistiche, storia e cultura. Siete pronti a ricredervi sulla più scatenata delle Isole Baleari? Ibiza vi aspetta.
Indice dei contenuti
Ibiza come non l’avete mai vista e considerata
Se state pensando ad una realtà legata alla movida e alle discoteche, avete ragione. Nulla da obiettare, poiché si tratta di una proposta turistica consolidata da decenni, e alcuni club dell’isola sono considerati tra i più quotati al mondo. Ma quando si dice “Ibiza” non si parla solo di questo, non si deve, perchè è molto di più. L’isola è da scoprire, oltre il ritmo incalzante dei party esclusivi e dei dj set h24, e nonostante resti un tempio del clubbing mondiale e una passerella di mondanità, è facile scoprire la vita autentica e genuina degli “Eivissenc”, isolani orgogliosi e generosi, e restarne piacevolmente coinvolti, magari nel bel mezzo di una festa paesana che omaggia il santo patrono, animata dai Ball pagès, danze di gruppo, un autentico patrimonio culturale che affonda le radici nella società rurale di un tempo, con tanto di abiti bellissimi e ritmata da strumenti tipici come il tamburo, il flauto, l’espasi e le castagnole, e banchetti ricolmi di bunuelos, le frittelle delle feste da accompagnare ad un bicchiere di vì pagès, il vino delle cantine locali. Altrettanto semplice è conoscere la cultura e le tradizioni, esplorare l’entroterra bucolico, e ascoltare le storie di mare, così le leggende di un ricco passato che affonda le radici nell’antichità. Ibiza fu uno dei più importanti approdi del Mar Mediterraneo al tempo dei Fenici e degli antichi Romani: dove oggi impazza la movida balneare, a poca distanza potete svelare siti archeologici di millenni orsono.
Quello di Ibiza è un passato importante e suggestivo, valorizzato dal Patrimonio UNESCO che ha insignito nella prestigiosa lista l’Insediamento fenicio di Sa Caleta, sito archeologico risalente all’VIII secolo a.C. situato lungo il litorale sud-orientale dell’isola, la Dalt Vila, l’incantevole città vecchia di Eivissa appollaiata sul punto più alto del centro urbano, un alveare di casette bianche ai piedi del Castello e alla Cattedrale di Ibiza, un gioiello racchiuso tra le maestose mura rinascimentali; la Necropoli di Puig des Molins del VII secolo a.C., il nucleo originario di Ibiza, e infine, il Parco Naturale di Ses Salines, area di biodiversità marina e terrestre condivisa con l’isola di Formentera, territorio dal grande valore ecologico e paesaggistico, ma anche storico e culturale come le sue Saline, da dove si estrae il sale da millenni, sin dall’epoca fenicio-punica, più di 2.600 anni fa.
Qualche “tips” per vivere l’isola like a local
Balàfia. Photo credit: Alessandro Visciano
Il segreto per conoscere l’isola e scoprire il suo fascino autentico è quello di viverla come un abitante del posto. Gli Ibizenchi convivono con il trambusto poiché inclini all’allegria ma amano la pace delle località dell’entroterra dove spuntano pittoreschi villaggi, troneggiati da chiese bianchissime. Immancabile qualche ristorantino, che offre il menù del giorno includendo tra i dessert la Greixonera e il Flaó , i dolci tipici dell’isola.
Da non perdere il delizioso centro di Sant Carles de Peralta, situato tra le dolci colline della parte nord dell’isola, terra rossastra puntellata da carrubi, mandorli e fichi ibizenchi. Una manciata di case candide, un bar che ha fatto la storia e dà servizio postale, una casa museo ferma nel tempo, e quell’anima libera e anticonformista che lo rende ancora così autentico: negli anni ’60 e ’70 Sant Carles era la culla del movimento hippie di Ibiza.
Nel centro dell’isola, tappa a Balàfia, un gruppetto di case abbarbicate su una dolce collina nel bellissimo paesaggio rurale ibizenco, disegnato dai muretti a secco e ombreggiato da folti carrubi, lì dove l’inverno profuma di agrumi mentre l’estate di erbe mediterranee arse dal sole. Si tratta di un villaggio-fortezza di presunta origine araba, contraddistinto da torri circolari annesse alle case che un tempo avevano la funzione difensiva contro le incursioni dei pirati che arrivavano dal mare. Questa curiosa peculiarità rende Balàfia un centro di grande valore architettonico, tanto da essere catalogato come complesso storico delle Baleari.
Altra piccola perla a sud-ovest dell’isola, è Sant Agustí des Vedrà, frazione del comune di Sant Josep de sa Talaia. Un incrocio di strade e qualche vietta animata più dai gatti che dalle persone, poche case, una tabaccheria simile ad un bazar e un ristorantino ad un passo dalla chiesa, il cuore del centro. Tutt’attorno la campagna ibizenca e qualche casa contadina che spunta candida nel paesaggio. Potreste incontrare anche qualche gallina ruspante che attraversa il vostro andare, il bello di una dimensione anacronistica e bucolica come questo villaggio, ricco di scorci e un belvedere sul blu all’orizzonte, quello della Baia di Sant Antoni ad ovest dell’isola.
I siti archeologici e leggende millenarie
Per conoscere veramente l’isola, tuffatevi nella storia. Imperdibile il sito archeologico di sa Caleta, patrimonio UNESCO risalente al VII secolo a.C., straordinaria testimonianza della prima colonizzazione fenicia dell’isola lungo la costa sud-occidentale. Da appuntare anche una visita al sito di Ses Païsses de Cala d’Hort, altro importante insediamento situato lungo la costa occidentale di Ibiza, di epoca punica-romana, comprensivo di due necropoli. Ma il cimitero più grande di tutta l’antichità si trova ai piedi della Dalt Vila, nella città di Ibiza: Puig des Molins è la necropoli di origine fenicia utilizzata sino al tempo degli antichi Romani più grande dell’isola e dell’intero Mediterraneo, patrimonio UNESCO che invita ad esplorare i suoi mondi ipogei legati alla storia e al mito. Dopo la visita, non perdete le sale del Museo Archeologico MAEF (Museu Arqueològic de Eivissa i Formentera) situato all’interno della stessa area.
In quanto a leggende, Ibiza ne racconta tantissime, la più nota e storicamente accreditata è quella della Dea Tanit, per i Fenici protettrice della città e dea della fertilità, legata alle isole di Es Vedrà ed Es Vedranell, gioielli naturalistici appartenenti all’omonimo parco naturale. Il Mirador di Es Vedrà, è stato un recente caso di overtourism che ha fatto discutere il mondo intero: più del mito è stata la moda ricorrente di ammirare il tramonto a portare un sovraffollamento ingestibile in un’area da tutelare, questo ha convinto i proprietari del terreno a chiudere definitivamente il belvedere. Per riscoprire il mito della Dea Tanit, la Grotta di Es Cuyram è una bella alternativa, un piccolo mondo ipogeo a lei dedicato che non tutti conoscono, immerso nella natura della vicina cala Sant Vincent, tra le verdi colline nel nord dell’isola.
Spiagge tranquille ed escursioni bellissime
Le spiagge di Ibiza sono tutte incantevoli, anche quando sono prese d’assalto durante l’alta stagione, complice un mare limpido e cristallino grazie alla presenza della Posidonia oceanica, tesoro che preserva gli ecosistemi marini e costieri, responsabile della purezza delle acque. Ma se state cercando un nastro di sabbia o una caletta rocciosa tranquilla, puntate la bussola verso il nord dell’isola. La spiaggia di Aguas Blancas è considerata la più selvaggia di Ibiza, con un bell’arenile sabbioso e acque trasparenti. Sempre a nord, Cala Xarraca e Cala d’en Serra, rocciose ma altrettanto incantevoli. Verso nord-ovest, Punta Galera, è un’autentica rivelazione: oltre alle magnifiche scogliere di roccia sedimentaria che modellano la costa in una fantasia dai tratti lunari, troverete delle mezzelune balneari incantevoli e poco frequentate.
Per gli amanti delle escursioni, Ibiza è un paradiso tutto da esplorare. Dall’entroterra verdissimo, ai percorsi che seguono la costa, un andare con spettacolari viste sul blu e tratti di litorale modellato dagli elementi. Bellissimo e ancora poco noto è l‘itinerario del Faro che si snoda lungo la costa settentrionale dell’isola. Un percorso di 5 km di livello intermedio, immerso nella natura, che parte da Cala Sant Vicent, e culmina al vecchio faro abbandonato di Punta Grossa, un ciclope stanco che ormai non brilla più ma illumina l’andare di tanti escursionisti. Giungere al suo cospetto è una soddisfazione allenante e motivante che gratifica i sensi: un panorama che spazia dalla terra al mare, il profumo della macchia mediterranea che vi circonda e avvolge, il rumore della onde e del vento, e sul volto la salsedine, quella sensazione di mare sulla pelle. Avreste mai pensato ad un’esperienza tanto semplice quanto immersiva proprio ad Ibiza?