Mercatini di Natale in Alsazia
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Come arrivare a Colmar in auto 400km da Milano: a 70km a nord di Colmar c’è Strasburgo. Per arrivare a Colmar, da Milano, prendete la A9 in direzione Como/Svizzera, e sempre rimanendo in autostrada, la numero 2 in Svizzera. Dirigetevi verso Lucerna e poi Basilea. Entrando in Francia, l’autostrada prende la denominazione di E25, proseguite fino a Colmar, passando per Mulhouse. Per circolare sulle autostrade svizzere è obbligatorio avere la vignette, un bollino a pagamento!
Giovedì 6
Per un guasto all’auto abbiamo dovuto ritardare la partenza di 4 ore. Siamo partiti alle 10,30 poco traffico e alle 13,15 arriviamo a Colmar, (per visitarla direi che un giorno è più che sufficiente). Abbiamo alloggiato all’hotel Balladins Primo, 5 rue des Ancetres, in quattro camere doppie. Hotel con posteggio pubblico gratuito di fronte, vicinissimo ai mercatini. Camere e bagni piccolissimi senza un armadio o appendino, ma visto il prezzo di 80€ a camera e che in albergo ci stavamo solo per dormirci una notte era più che ok. Dopo il check in siamo usciti. La magia di Colmar ci colpisce, soprattutto le case a graticcio a pochi passi dal centro, gli addobbi sulle finestre incuriosiscono, ogni finestra è un mondo da scoprire… ci sono ghirlande, peluches, palline di vetro, gnomi, torte giganti e tutto quello che la fantasia suggerisce agli abitanti.
La città è decorata proprio come in una fiaba. Il centro di Colmar non è molto grande ed è possibile visitarlo interamente a piedi, ammirando i suoi mercatini. Ci siamo fermati al primo mercatino incontrato per uno spuntino a base di Choucroute e Tarte flambée, con del vino speziato o con “le jus de pomme”, succo di mela caldo con miele, buonissimo ed utile per scaldarsi. Eravamo vicini al Musée d’Unterlinden, definito da molti come il Louvre alsaziano. Vanta al suo interno oltre alla celeberrima Pala d’altare d’Issenheim, anche la ricostruzione di una cantina alsaziana, delle armature medioevali e alcuni cimeli della rivoluzione francese. Ci siamo promessi di passarci più tardi ma poi abbiamo fatto sera. Girando per la città, tra i diversi edifici merita sicuramente di essere nominata la Maison Pfister è notevole per le decorazioni esterne e per il bellissimo balcone in legno scolpito. Place de la Cathédrale, la piazza principale della città, è dominata dalla gotica chiesa di Saint Martin del XIII-XIV secolo. La facciata dell’edificio in pietra arenaria gialla è tripartita da contrafforti e fiancheggiata da un campanile con pinnacolo di rame in stile mongolo. Il timpano del portale duecentesco presenta rilievi che raffigurano l’Adorazione dei Magi e il Giudizio Universale.
Abbiamo visitato la Chiesa dei Domenicani che è un capolavoro dell’arte gotica con delle bellissime vetrate e nella vicina Collegiata di San Martino, c’è una meraviglia dell’arte medievale: la Vergine con il cespuglio di rose. E’ un dipinto, alto due metri, realizzato da Martin Schongauer nel 1473 per l’altare. A Colmar è nato Bartholdi, creatore della Statua della Libertà di New York: si dice che lo scultore si sia ispirato per il volto alla madre e per il corpo alla moglie. La statua della Libertà, completata in Francia nel 1884, fu trasportata a New York sulla fregata francese “Isère” scomposta in 350 parti. Non abbiamo visitato la sua casa.
Splendido è il quartiere della Petite Venise con torrenti, canali su cui si affacciano vecchie case a graticcio dai mille colori, ben conservate. E’ possibile ammirare lo splendore di questo quartiere passeggiando lungo il ponte Turenne.
I Mercatini sono cinque, ma attenzione agli orari: Dom/Gio h.10 – 19 e Ven/Sab h. 10 – 21.
Ognuno di questi mercati ha una propria caratteristica.
– Place des Dominicains, presso l’omonima chiesa, si raccoglie nei caratteristici piccoli chalet, che con le loro illuminazioni rendono ancora più magiche le grandi vetrate colorate dell’antica chiesa.
– il mercato coperto del Koïfhus: centro economico e politico della città nel Medioevo, che proponeva una vasta scelta di oggetti d’arte moderni e antichi.
– Place de l’Ancienne Douane, attorno alla fontana di Schwendi
– Place Jeanne d’Arc – Il Mercato”Territori e Tradizioni” con salumi, formaggi, dolci di ogni tipo
– in Petite Venise, Place des Six Montagnes Noires, era l’ultimo del nostro itinerario, purtroppo siamo arrivati tardi era chiuso.
Per cena abbiamo deciso di fermarci in un ristorantino, presso il ponte Turenne, Le Comptoir de Georges (1 Place des 6 Montagnes Noires) segnalato da altri tpc. Oltre alla posizione suggestiva, la veranda dà direttamente sul canale, la cena è stata ottima e anche il prezzo… 180€. Data la qualità del pasto e la location romantica, direi che merita.
Finito di cenare abbiamo fatto un giro nella Petite Venise, poi siamo ritornati, sempre a piedi, in albergo. Strade deserte e mercatini chiusi.
Venerdì 7
La prima colazione non era compresa nella tariffa, ma visto il prezzo 7,5€ abbiamo deciso di farla in albergo, nulla di particolare ma abbondante.
Quindi via verso Strasburgo. Il nostro obbiettivo era arrivare in tempo per vedere in funzione l’orologio astronomico. Per visitare (tralasciando i musei) bene la città e i suoi mercatini ci vogliono un paio di giorni, anche di più se amate stare ore e ore immersi nelle bancarelle natalizie.
Arrivati a Strasburgo, c’è la possibilità di lasciare l’auto appena fuori città in grandi parcheggi lungo tutte le grandi direttrici che conducono al centro. Si chiamano Parkings Relais-Tram e offrono parcheggio illimitato + tram a/r per il centro a 3,10 € a macchina, compresi tutti gli occupanti dell’auto fino ad un max di 7 persone.
Il nostro albergo, Mercure Palais des Congres era molto fuori città, vicino al parlamento europeo, con posteggio privato. Avevamo trovato due quadruple con bagno, nettamente più ampie e confortevoli rispetto a Colmar, ma anche il prezzo 560€ a camera per 2 notti colazione esclusa, era maggiore. Alla reception abbiamo acquistato il conveniente biglietto tram di 24h per 5 persone e a piedi abbiamo raggiunto la fermata del tram che in tre fermate, 5minuti, ci portava in centro, comodissimo. Strasburgo è molto più grande di Colmar e questo mezzo l’abbiamo usato più volte per muoverci, non usate l’auto.
Inizia a nevicare, la prima tappa è stata la maestosa Cathèdrale Notre-Dame, chiesa cattolica. La guglia del campanile arriva all’altezza di 120 metri. La si vede già da una certa distanza e, quando si arriva nella piazza omonima, si resta esterrefatti di fronte a tanta bellezza artistica: altissima, ricca di guglie che si stagliano verso il cielo, il materiale con cui è stata costruita è l’arenaria rosa dei Vosgi, lo stile è gotico e infatti sembra un ricamo a cielo aperto. Le bellissime vetrate, che riflettono la luce all’interno sotto forma di scintilli e bagliori, risalgono al periodo tra il XII e il XIV secolo. Anche l’organo, dorato e coloratissimo è del XIV secolo, mentre l’orologio astronomico è entrato in funzione nel 1842 da un vecchio progetto rinascimentale. All’interno si possono ammirare il Pilastro degli Angeli con tre ordini di Angeli appoggiati ad una colonna e l’Orologio Astronomico da vedere in funzione alle ore 12:30 (entrata portone sud a partire dalle 12 Biglietti 2€ – stand delle cartoline dalle 9.00 alle 11.30 e alla cassa del portone sud dalle 11.20, mettersi in coda presto). Accesso gratuito la domenica e festivi, ma non c’è proiezione film. Il film si può evitare, mettersi subito sulla destra, di fronte all’orologio, e aspettare le 12,30.
Nella piazza della cattedrale la Maison Kammerzell, adibita oggi a ristorante, che fu la residenza di un ricchissimo mercante. La sua facciata risale al XIV sec. Dopo aver visto in funzione l’orologio ci siamo diretti in tram verso la stazione, dove un tpc aveva segnalato i mercatini più belli. Delusione, nulla di che, abbiamo comunque mangiato le solite tarte flambè, quanta cipolla, e riscaldati con vino o succo di mela caldi. Abbiamo attirato la simpatia di una ragazza alla bancarella (o forse sono stati la quantità di panini per otto persone affamate!) che ci ha regalato un sacchetto con del Bretzel, il loro pane tipico a forma di cuore.
A piedi ci siamo poi diretti alla Petite France, caratterizzata dalle case a graticcio dei “tanneurs” (conciatori di pelle) e dalle Torri medievali dei Ponts Couverts, i ponti coperti collegati dalle torri di guardia medievali, punti un tempo strategici sui quattro canali e sulla pittoresca Petit France. Case a graticcio con finestre addobbate all’inverosimile. Ci colpisce un ristorante sul fiume, au Pont Saint Martin. Quindi entriamo… spettacolare e caratteristico. Servizio e cibo ok, per una spesa totale 250€. Buono ma un po’ caro il vino, gewurtztraminer. Ritorno a piedi, poi in tram fino all’albergo. Fa freddo, ma ha smesso di nevicare.
Sabato 8
Bella giornata ma fredda, la nostra meta di oggi è la gita in battello coperto. Non facciamo colazione in albergo perchè 20€ ci sembrano eccessivi, entriamo in un bar alla fermata tram, spendendo molto meno. A piedi siamo arrivati all’imbarcadero, c’era un po’ di coda ma comunque siamo riusciti ad imbarcarci, merita. Vedi sito batorama. A bordo abbiamo seguito, attraverso una cuffia, la descrizione dei diversi monumenti o palazzi importanti che man mano si presentavano dinnanzi ai nostri occhi. La navigazione dura circa 75min. durante i quale si possono ammirare dall’acqua le case, i ponti, le vie e gli sbarramenti (per superare i salti del fiume), un punto di osservazione unico e delizioso. Il battello, arrivato al barrage, esce dal centro storico di Strasburgo e costeggia un lungo fiume meno tipico ma ugualmente panoramico e si spinge fino al parlamento Europeo permettendoci di vedere la facciata della chiesa di St Paul, l’Università e il quartiere delle Ambasciate con i suoi ricchi palazzi e cosa non trascurabile si può stare seduti al calduccio godendosi il panorama! Abbiamo incontrato due chiuse, attraversato numerosi ponti ma lo spettacolo più bello è stato quando siamo arrivati nel quartiere della Petite France con le sue case a graticcio e le Torri medievali dei Ponts Couverts. Vicino all’imbarcadero, c’è Palais des Rohan: una volta dimora dei principi-vescovi, oggi sede di tre musei, non siamo entrati.
Dopo il viaggio abbiamo in programma i tre mercatini più belli: piazza della cattedrale, si vede che oggi è sabato, c’è una moltitudine di persone difficile muoversi, ne approfittiamo per mangiare qualcosa e di una bevanda calda. Poi a piedi ci dirigiamo verso place Broglie dove c’è il mercatino più grande, sempre con una ressa indescrivibile. Infine a Place Klébert, dove la prima cosa che ci ha colpiti, è stato il Grand Sapin, un abete alto 30 metri proveniente dalla foresta di Wisches, illuminato da migliaia di stelle colorate dei paesi membri dell’Unione Europea e nella parte inferiore tanti angeli bianchi che suonano la tromba e delle casette colorate che riprendono lo stile delle abitazioni delle foreste dei Vosgi. Qui gli abitanti depositano i doni per i più poveri perché in questa piazza si svolge “Le village du partage”: si tratta di più di 60 associazioni di beneficenza che vi fanno partecipi delle loro azioni di solidarietà. Dall’altra parte della piazza ci sono alberi illuminati da migliaia di lampadine azzurre. La piazza è dominata dal Palazzo “Aubette” (simile ad una galleria con negozi dove siamo entrati a riscaldarci) e tutt’intorno ci sono negozi di moda, caffè, pasticcerie e di fronte Les Galeries Lafayette che, per l’occasione del Natale, sono ricoperte da luci. Anche qui, per la gioia delle signore, siamo entrati per shopping. Attenzione agli orari dei mercatini, chiudono alle 21. Per cena avevamo adocchiato un ristorante segnalato da alcuni tpc, la Winstub Pfifferbriader Louis Sipp a pochi passi dalla cattedrale (Place de la Grande Boucherie, incrocio con Place du Marché aux Cochons de Lait). Localino delizioso, caldo e accogliente le cui finestre sono coloratissime vetrate, arredato in legno nel classico stile alsaziano, tetto spiovente. Abbiamo assaggiato le varie specialità e bevuto la Birra di Natale, rossa ha un sapore particolare. Spesa totale 180€. Pranzo abbondante, personale gentilissimo. Eccezionale! Non accetta prenotazioni, bisogna essere lì al momento dell’apertura e prendere posto, giro a piedi per la città tutta illuminata, arrivati alla fermata tram decidiamo di andare in camera a riposare, dopo un giorno al freddo se ne sente anche la necessità.
Domenica 9
Vista la moltitudine di gente, che poi avrebbe comunque dovuto ritornare a casa la domenica, decidiamo di partire presto. Dopo il check-out e aver tolto il ghiaccio dai vetri facciamo un giro a vedere dall’esterno il parlamento europeo, immenso, mi viene un po’ di rabbia… quanti soldi nostri sprecati.
Sulla via del ritorno ci fermiamo a Riquewihr, un grazioso paesino in cui le viuzze, le mura e le vecchie case conservano ancora il loro splendore di un tempo. Merita, tutte le finestre sono decorate, bancarelle ovunque e purtroppo anche qui tanta gente. Visto all’imbrunire, quando si accendono le luminarie e il paese si trasforma in un luogo incantato dovrebbe essere eccezionale, ma purtroppo la paura di incontrare traffico ci costringe e malincuore a partire alle 13,30. Azzeccato, in quattro ore siamo a casa. Segnalo alcuni piatti tipici alsaziani…
Choucroute: cavolo grattugiato e messo a salamoiare nelle botti e diversi tagli di maiale. Questo è il piatto forte della gastronomia alsaziana, basti pensare che viene consumata in tutte le stagioni accompagnato da salumi o da pesce. Lo trovate anche in tutti i mercatini, meglio quella al ristorante.
Tarte flambè: è una pasta sottile ricoperta di crema acida (munster, formaggio della zona) cipolle e lardelli e servita su di un tagliere di legno. È stato il nostro piatto forte del mezzogiorno, ma quanta cipolla.
Vi consiglio di assaggiare i Macarons; sono dei dolcetti tipici fatti con la pasta di mandorle e aromatizzati di vari gusti. Presenti su tutte le bancarelle. Vini: in un supermarket, si trovano gli stessi prodotti a un prezzo sensibilmente inferiore che sulle bancarelle!