Per lungo tempo è stata la regione più contesa d’Europa, ma oggi è una terra da scoprire all’insegna di cultura e buon bere

I vigneti dell'Alsazia, tra Francia e Germania
Scritto da: fabiob

Cattedrali e terme, degustazioni di vini e Karl Marx, passeggiate tra i vigneti e un arco trionfale romano, formaggi puzzolenti e il casinò più bello del mondo, tour in bici e castelli: abbiamo sperimentato tutto ciò nella nostra settimana in Alsazia e dintorni, a cavallo tra Francia e Germania.

Proprio il rapporto tra queste due forti identità caratterizza questa zona di frontiera lungo il fiume Reno. Alsazia e Lorena sono state per molti secoli parte del Sacro Romano Impero, per poi divenire divenire francesi con Luigi XIV, il Re Sole. La sconfitta francese nella guerra Franco-Prussiana riporta la zona sotto l’influenza tedesca dal 1870 fino al termine della Grande Guerra, quando le due regioni tornarono ad essere parte della Francia. L’occupazione nazista portò di nuovo la bandiera della Germania a Strasburgo e dintorni, fino al definitivo passaggio al termine del secondo conflitto mondiale. Questa continua alternanza ha portato il territorio ad avere caratteri di entrambe le nazioni, ben visibili nell’architettura, nella toponomastica e nella cucina.

Le meraviglie dell’Alsazia, la terra ‘contesa’ del vino

La nostra prima meta è Metz, una delle principali città della Lorena: scopriamo una città di medie dimensioni veramente piacevole da visitare, con bei palazzi ed una cattedrale di pregio, soprattutto per le vetrate. Il luogo più caratteristico è un’isolotto in mezzo al fiume, dove è costruita una bella chiesa, che permette di scattare delle foto veramente incantevoli.

La prossima destinazione è Strasburgo, che per una settimana al mese diviene la capitale d’Europa. La zona europea è abbastanza anonima per noi che abitiamo a Bruxelles, mentre il centro cittadino è decisamente più interessante. Grazie ad una visita guidata di free walking tour, abbiamo potuto apprezzarne le varie zone:

  • il centro storico con l’imponente cattedrale, di cui non si può non restare estasiati dalla facciata ;
  • il quartiere della Petite France con le case a colombaia, dove scorci da cartolina richiedono d’immortalare l’attimo con molteplici fotografie
  • il bellissimo quartiere tedesco, sviluppato tra fine Ottocento e inizio Novecento, con degli edifici davvero ragguardevoli, tra lunghi viali e parchi urbani lungo piccoli canali.

Le case a graticcio (o alla colombaia, prendendo una libera traduzione dal francese) sono le abitazioni tipiche della zona, che vedremo a volontà anche a Colmar e nei paesini limitrofi. Sono diffuse in molte altre zone d’Europa, dalla Normandia a zone germaniche, ad indicare come fossero un modo efficace di costruzione nel corso dei secoli. Decorate in modo differente a secondo delle disponibilità economiche dei proprietari, sono sopravvissute ai secoli ed ora sono valorizzate come patrimonio storico.

La parte più corposa del nostro viaggio si svolge nel piccolo resort di Pierre et Vacances, nell’immediata periferia di Eguisheim. Tale scelta si rivela strategica, perchè le distanze sono limitate – meno di un’ora in auto per raggiungere tutte le principali attrazioni – e ci permette di tornare agevolmente a metà pomeriggio a casa dopo la visita del giorno. Segue un po’ di piscina per i nostri ragazzi, mentre la mia dolce metà ed io ce ne andiamo a degustare dei vini nelle tantissime cantine della zona.

Eguisheim è davvero un gioiello, un piccolo villaggio medioevale di forma circolare, che si può visitare in poche ore: regala scorci da meraviglia, nello stile del villaggio di “La bella e la bestia”. Attorno al paese, si estendono le vigne dei pregiati cèpages locali, ben segnalati anche da percorsi per passeggiare tra le migliori colline (i grand cru) di questo zona. I vini bianchi sono i principi della zona, con sette vitigni tipici, quali riesling, gewurztraminer e pinot blanc, gris e rouge. Molti nomi di assonanza tedesca e francese, vero?

Un mezza giornata l’abbiamo dedicata anche ad un giro in bici tra i vigneti dell’Alsazia, visto che sono un appassionato di ciclismo. Abbiamo scelto il tratto tra due borghi caratteristici, Ribeauvillé e Riquewihr, e le salite e le discese erano contornate da paesaggi bucolici, con ancora i profumi delll’uva matura nell’aria. La visita di questi villaggi e di Colmar, la principale città della zona, sono davvero imperdibili, tra case a graticcio, canali e scorsi mozzafiato su castelli e vigne.

Il nostro tour enogastronomico continua tra degustazioni giornaliere, ma anche l’assaggio di prodotti quali il formaggio Munster (simile al taleggio, ma dall’odore nauseabondo che ha impestato la nostra auto per due giorni!), pretzel, spätzle, pan pepato e tante altre specialità. Come detto da una nostra guida, la cucina francese si mescola con le dosi tedesche, per cui preparatevi ad un impatto calorico notevole!

Dalle colline di Eguisheim si notano molti castelli, per cui ne visitiamo un paio, con annesse passeggiate nei boschi: siamo in autunno e ci sono molte castagne e funghi, che finiscono spadellati alla sera per la gioia dei nostri palati.

La Germania tra terme e letteratura

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Dopo cinque giorni nella terra di Molière, attraversiamo il Reno (ma senza lasciare l’Alsazia) per andare nella terra di Goethe, ad un’ora di viaggio. Ci immergiamo nella calde acque termali di Baden-Baden, cittadina che ebbe il suo momento d’oro nella seconda metà dell’Ottocento, quando venne informalmente dichiarata la capitale estiva d’Europa. Qui, infatti, villeggiavano i nobili d’Europa nei mesi estivi, tra terme e soprattutto giocate d’azzardo. L’edificio del casinò è un vero gioiello architettonico, che riprende nelle sue sale i decori dei più famosi palazzi di Parigi.

L’ultima meta è la più antica città della Germania, Treviri (Trier, in tedesco). Fu colonia romana e ne rimangono importanti vestigia, dalle terme ai ponti, ma soprattutto la maestosa Porta Nigra.

La città è veramente piacevole, con palazzi nobiliari e chiese romaniche. Fu anche il luogo natio di Karl Marx, a cui è dedicato un museo nella sua casa natale. È un museo molto interessante e ben allestito, che spiega l’impatto di Marx sulla cultura del Novecento e come i suoi insegnamenti e le sue previsioni siano rilevanti anche ai giorni nostri.

Rientriamo veramente soddisfatti dal nostro viaggio, che ci permesso di fare esperienze molto variegate in un clima di generale tranquillità.

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