Alsazia, terra con due anime e due cuori

Viaggio alla scoperta di una terra di confine, splendidi paesaggi, buon vino e cultura
Scritto da: hummin
alsazia, terra con due anime e due cuori
Partenza il: 31/07/2017
Ritorno il: 04/08/2017
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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Il mio primo approccio con l’Alsazia risale ormai a qualche anno fa, una rapida visita per i mercatini di Natale della quale conservavo un ricordo piuttosto sbiadito a causa della confusione e delle pessime condizioni climatiche che incontrammo in quell’occasione. Di certo quell’esperienza stimolò la mia curiosità, capii che sarei dovuto ritornare in un periodo diverso dell’anno per poter godere con maggiore serenità di tutte le attrattive che questa regione può offrire.

Una serie di vicissitudini lavorative e non costringe me e mia moglie a prendere ferie la prima settimana di agosto, mese sempre evitato per partire, con tutti i se e i ma del caso. Il viaggio in Alsazia era nato originariamente in auto, un percorso di circa 700 km da casa nostra a Colmar, la città scelta come base.

Cambiamo idea in corso d’opera quando troviamo un volo a un ottimo prezzo da Pisa a Basilea, il cui aeroporto si trova a soli 60 km da Colmar, senza contare poi la brevità del volo. Ovviamente siamo obbligati a noleggiare un’auto e come sempre lo facciamo online qualche settimana prima della partenza, tirando le somme il caro vecchio fly & drive ci ha permesso di risparmiare qualcosa rispetto al programma originale del viaggio.

31 LUGLIO

Si parte poco prima delle 9 dall’aeroporto di Pisa, il volo è brevissimo infatti in cinquanta minuti siamo già a destinazione, in pratica non si ha neppure il tempo di rendersi conto di dove ci si trova che si è già giunti a destinazione.

Una volta recuperato il bagaglio, ci avviamo verso l’agenzia di noleggio dove abbiamo prenotato l’auto, sul lato francese dell’aeroporto, questa volta ci tocca l’Avis, già utilizzata in occasioni precedenti sempre con esito positivo.

Visto l’orario e la strada da percorrere non andiamo direttamente in centro a Colmar ma decidiamo di prendere subito possesso della nostra stanza per sistemare i bagagli, la scelta cade sull’hotel Roi Soleil che si trova un po’ fuori dal centro, nella zona industriale della città.

E’ una struttura nuova, molto pulita e curata ad un prezzo accettabile, noi ad esempio spendiamo 190 euro in tutto per tre notti compresa la colazione. Di certo se si cerca il lusso non è la sistemazione ideale, però si tratta di un punto d’appoggio più di che dignitoso che mi sento di consigliare senza alcun dubbio.

Dopo esserci sistemati andiamo verso il centro per pranzare, la distanza è breve ma quello che non avevamo considerato è che Colmar ha un traffico da grande città, totalmente sproporzionato rispetto alle dimensioni di questo delizioso centro. Riusciamo comunque ad arrivare e trovare un parcheggio si rivela non facile, quelli gratuiti sono strapieni, si trova giusto qualcosa in quelli a pagamento, che comunque sono vicinissimi al centro.

Facciamo un giro per le strette vie del centro, tanto per assaporare l’atmosfera d’altri tempi che luoghi simili offrono. Se si vuole fare un salto indietro nel tempo Colmar è il posto ideale, la città è perfettamente conservata nella sua originalità e le splendide case a graticcio e i colori vivaci con cui sono decorate ti fanno sentire come sospeso fuori dal tempo.

Ci fermiamo a pranzare in uno dei tanti locali del centro, proprio di fronte alla Casa Pfister, una delle case senza dubbio più interessanti della città. Venne costruita nel 1537 per il cappellano di Besancon, Ludwig Scherer, che fece fortuna con il commercio dell’argento.

È un caratteristico edificio alsaziano realizzato in pietra e legno, che si distingue per il suo erker angolare a due piani con guglia e dalla leggera balconata lignea a loggia che inquadra le due facciate. A sinistra svetta la bella torretta scalare ottagonale con copertura a bulbo. I due fronti sono ornati da una serie di affreschi attribuiti a Christian Vacksterffer, rappresentanti la Fede e la Giustizia, imperatori germanici del XVI secolo, i Quattro Evangelisti, i Dottori della Chiesa, e Scene bibliche.

Il nome attuale della casa, “Pfister”, si deve alla famiglia che l’abitò fra il 1841 e il 1892 e che ne provvide al suo restauro.

Terminato il pranzo andiamo a visitare la casa – museo di Auguste Bartholdi, niente meno che l’uomo che realizzò la Statua della Libertà, simbolo degli Stati Uniti, di New York e più in generale di speranza e libertà.

Si tratta della casa dove nacque e trascorse la sua vita lo scultore, si sviluppa su due piani, a quello superiore si trova l’appartamento perfettamente conservato, mentre a quello inferiore ospita una serie di sculture di vario tipo, dai busti commemorativi in onore dei grandi personaggi storici dell’epoca agli studi che portarono alla realizzazione del suo lavoro più importante.

Questo soprattutto è interessante, infatti attraverso i vari modelli in scala realizzati nel tempo si può vedere come si arrivò alla versione definitiva della famosa signora con la fiaccola. Continuiamo nella nostra passeggiata per il centro senza una meta precisa, non c’è confusione visto che è lunedì e questo non è un dato da sottovalutare.

Altra tappa importante durante la visita del centro è la Collegiata di San Martino chiamata anche Cattedrale di San Martino, uno dei più importanti edifici gotici della regione. Fu costruita a partire dal 1237 e terminata più di un secolo dopo su un progetto dell’architetto Guglielmo di Marburgo.

L’Alsazia è anche e soprattutto terra di grandi vini e tutto fa in modo di ricordarlo al fortunato turista, ci sono praticamente ovunque piccole cantine e fornitissimi negozi, diciamo che non assaggiare sarebbe un delitto. Troviamo una deliziosa bancarella che offre un’ampia scelta di vini al bicchiere proprio accanto alla Petite Venise, forse il vero simbolo di Colmar, il pittoresco quartiere dove la magia della case a graticcio si fonde con i canali sapientemente decorati con fiori multicolori.

In posti come questo si può facilmente perdere il senso del tempo, tra foto, colori e profumi la giornata scivola via rapidamente e in men che non si dica si fa l’ora di tornare in hotel per un meritato riposo.

Tornando indietro ci imbattiamo in un altro simbolo di Colmar, la Statua della Libertà di 12 metri che è stata piazzata in una rotonda all’ingresso nord della città, giusto per far capire quanto Bartholdi venga tenuto in considerazione tutt’ora.

La vera sorpresa ce l’abbiamo quando cerchiamo di tornare in centro per la cena, è praticamente impossibile arrivarci, siamo a non più di 3 o 4 km di distanza e c’è una coda unica di auto proprio nella direzione che ci interessa, attendiamo un po’ ma quando vediamo che nulla si muove immaginiamo sia accaduto qualcosa, in realtà ci spiegheranno che si tratta del traffico normale a quell’ora.

Detto questo siamo costretti a cambiare meta e, come succede spesso in casi simili, l’imprevisto si trasforma in una piacevole sorpresa, facciamo rotta verso Kaisersberg che si trova ad una decina di km circa da Colmar.

Il nome significa letteralmente “Collina dell’Imperatore”, nel XIII secolo infatti Federico II di Svevia acquistò questo piccolo borgo, l’atmosfera medievale è assicurata dalle architetture maestose e dall’intreccio di strade pittoresche. E’ un piccolo gioiello incastonato tra i vigneti a circa 800 metri di altitudine, ed è incredibile pensare come un centro così piccolo di neppure tremila abitanti possa vantare tanti riconoscimenti, è infatti conosciuta come la Città Fiorita nonché come il borgo preferito dei francesi, cosa che peraltro viene ricordata in quasi tutte le vetrine dei negozi. Sulla collina che sovrasta il paese c’è l’antica fortezza che, seppur abbandonata, mantiene l’antica maestosità e l’antica bellezza che i segni del tempo non hanno scalfito.

Non posso non citare fra le attrazioni di Kaisersberg il ponte fortificato e la chiesa di Sainte Croix nonché la casa natale e il museo dedicato ad Albert Schweitzer, l’uomo che cambiò la storia della medicina moderna. Ovviamente come tutti centri dell’Alsazia anche questo sfoggia il suo migliore abito nel periodo natalizio quando alla bellezza tradizionale che ho cercato di descrivere si aggiunge la magia delle luci e delle decorazioni.

1 AGOSTO

Ci svegliamo presto, la morsa del caldo qui è meno forte rispetto all’Italia, di notte infatti piove quasi sempre facendo calare la temperatura quel tanto che basta per avere un po’ di respiro almeno durante la mattinata.

Oggi abbiamo in programma la visita di alcuni paesi nei dintorni, qui le distanze sono relative ed è tutto a portata di mano o per meglio dire di auto. Iniziamo con il castello di Haut-Koenigsbourg, uno dei monumenti più famosi e visitati di tutta la Francia. Come sempre arriviamo presto per evitare la calca, all’apertura siamo già lì e la scelta si rivela azzeccata, c’è pochissima gente e questo non fa altro che favorire lo svolgimento della visita.

Il castello si trova a circa 750 metri sul livello del mare il che rende il clima un po’ più fresco che a valle, ci si arriva con una strada non troppo tortuosa lungo la quale si trovano i parcheggi liberi che arrivano fin sotto l’imponente fortezza.

Il castello si trova ad Orschwiller e sovrasta maestosamente la Strada dei Vini e la pianura alsaziana. Questa impressionante fortezza, costruita nel XII secolo, fu distrutta e ricostruita più volte. Il castello com’è adesso risale al restauro del primo Novecento e ha comunque mantenuto il proprio aspetto di roccaforte medievale grazie alle doppie mura, al torrione, ai bastioni e al cortile d’onore.

E’ superfluo dire che la visita è a dir poco spettacolare, da qui si gode una splendida vista della valle sottostante, ancor più affascinante quando ci si arrampica lungo le mura di cinta e i bastioni. Non è tanto interessante l’interno che risulta abbastanza spoglio per quanto curato e ben conservato, ma l’impatto visivo della fortezza nella sua globalità già quando la si vede da qualche km di distanza.

Abbiamo visitato molti castelli in giro un po’ per tutta Europa e ammetto che questo è in assoluto uno dei più belli, di certo aiuta in questo la location però anche la cura dei dettagli il perfetto stato della struttura giocano un ruolo fondamentale.

Quando terminiamo la nostra visita è ormai tarda mattinata ed inizia ad arrivare il pubblico delle grandi occasioni, usciamo proprio mentre i primi bus turistici scaricano il loro chiassoso contenuto soddisfatti della scelta tattica sull’orario.

Scendendo verso valle facciamo tappa nella piccola località di Ribeauvillè. Città di viticoltori, è sempre stata un importante centro commerciale, come testimoniano numerosi cronache storiche. Antica città murata, passò di mano in mano, da Lorena all’Impero tedesco o austriaco, prima di entrare nel seno della Francia.

Oggi Ribeauvillé resta famosa per la produzione del vino, compreso il suo Grand Cru Pinot Nero e vini bianchi, così come per il suo patrimonio architettonico. Molto turistica, la città rivela infatti numerosi resti medievali e ha anche una forte attività culturale durante tutto l’anno.

Il sito dei castelli di Ribeaupierre è sicuramente l’attrazione più apprezzata. Tutti gli edifici, situati nelle colline sopra la città, i castelli di Girsberg, Haut-Ribeaupierre e Ortisei sono inoltre considerati come monumenti storici. Il primo è stato costruito nel XIII secolo dai signori di Ribeaupierre, un po ‘prima, Haut-Ribeaupierre è l’edificio più antico del complesso architettonico. Costruito nel XI secolo, nasce su un antico sito romano di cui restano, purtroppo, poche tracce in mezzo alla vegetazione lussureggiante. Infine, il Castello di Saint-Ulrich, accessibile tramite un percorso a piedi, prende il nome da una cappella dedicata al santo che una volta viveva nell’edificio.

Passeggiando per la città, si possono ammirare diverse fontane e monumenti storici come il Municipio. Diversi palazzi sono anche oggetto di registrazione in qualità di monumenti storici come alcune case del XVI secolo o al cancello di una casa situata a 7 High Street.

Ribeauvillé conserva numerose vestigia delle sue antiche mura in perfetto stato di conservazione, ho trovato però un difetto che, a mio parere, rende un po’ meno piacevole la visita di un piccolo gioiello come questo, l’accesso praticamente totale della auto in tutte le zone del paese. Passeggiare fra le classiche case a graticcio, ammirare i monumenti e fermarsi a scattare qualche foto rischiando di essere investiti da qualche auto o furgone che va di fretta durante il suo giro di consegne non lo trovo molto piacevole.

Anche per questo non ci fermiamo qui per il pranzo ma ci spostiamo nella vicina Riquewihr. Il villaggio è immerso in una valle vicino alla montagna e alla foresta, è una vera perla dei vigneti alsaziani un must sulla la strada del vino. A Riquewihr l’uva cresce su terreni in forte pendenza ben riparati dal vento del nord, un luogo totalmente immerso nel verde, il che lo rende un paesaggio da cartolina. Ma Riquewihr è anche una città medievale toccata dalle guerre, con un patrimonio storico inimmaginabile composto da non meno di 40 monumenti classificati come monumento storico. La città stessa sembra arrivare a noi direttamente dal passato, con le sue belle case in legno, le strade pittoresche e le case in pietra calcarea che si alternano dando vita a veri quadri viventi con i loro colori pastello. Il suo soprannome, la perla dei vigneti, la dice lunga sul paesaggio dai colori vivaci che vi attende, un soprannome meritato per la bellezza architettonica di un luogo immerso nel verde lussureggiante.

Finita la sosta per il pranzo in uno dei tanti e tipici localini che affollano questi centri terminiamo il nostro giro nonostante il gran caldo e ci avviamo verso Colmar per un un po’ di riposo e di stacco dalla calura estiva.

La cosa positiva del finire di giornata è che, a differenza di ieri, riusciamo a tornare in centro a Colmar facendo una strada alternativa che ci fa saltare l’ingorgo.

In effetti non c’è confusione quindi passeggiare tra le sue stradine e fermarsi lungo i canali della Petite Venise è un grande piacere, tra un bicchiere di vino e l’acquisto di qualche souvenir trascorriamo una piacevole serata cenando in un delizioso locale proprio lungo uno dei canali.

2 AGOSTO

Oggi visiteremo Strasburgo, dista circa 70 km da Colmar praticamente tutti di autostrada quindi ci arriva in poco meno di un’ora. Lasciamo l’auto in pieno centro, in uno dei tanti parcheggi sotterranei, ovviamente a pagamento, dai quali è possibile accedere facilmente alle principale attrazioni della città.

Abbiamo deciso di concentrarci sul centro storico della città tralasciando la parte più moderna, quella dove hanno sede le istituzioni europee per capirci, visto che ci vorrebbe più tempo e poi perchè l’avevamo già vista in una precedente occasione.

Oltre che capoluogo dell’Alsazia e cuore della politica comunitaria Strasburgo è da secoli uno dei più importanti crocevia del commercio continentale, non per nulla il suo nome in tedesco significa “incrocio di strade”, a metà strada esatta tra Parigi e Praga.

Il cuore della città è il suo centro storico che sorge su un’isola del fiume Ill ed è dominato dalla sua maestosa cattedrale in stile gotico, una parte dell’isola è occupata dalla Petite France che in pratica è l’equivalente della Petite Venise di Colmar. Questo quartiere in passato è stato ritrovo di pescatori, tintori, mugnai e più recentemente di laboratori artigianali, oggi meta di turisti che si aggirano come noi fra i suoi canali e le case a graticcio.

Strasburgo è anche il più grande porto fluviale di Francia il che ci fa capire anche quale sia la sua valenza commerciale oltre che storica e politica. Seguiamo un percorso classico per la visita quindi la prima tappa è la Cattedrale di Notre – Dame, definirla maestosa è un eufemismo, è talmente grande che è quasi impossibile fotografarla indipendentemente dall’angolazione scelta.

Non sono esperto d’arte e quindi non mi dilungo in dettagli, è però unanimemente riconosciuta come uno dei più grandi esempi di arte gotica in Europa, realizzata in arenaria la facciata è un capolavoro di intrecci e ricami scolpiti nella pietra.

Ci vollero ben tre secoli per realizzarla, iniziata nell’XI secolo venne terminata soltanto nel XIII, ci sono bellissime vetrate che riflettono all’interno una luce particolare e dal belvedere si può godere una bella vista della città.

Subito accanto alla cattedrale c’è la Maison Kammerzel, oggi sede di un ristorante ma in passato abitazione di un ricco mercante ha una splendida facciata realizzata in legno ornata da alcune allegorie a sfondo religioso che rappresentano Scene Sacre e Profane, i Cinque Sensi, i Quattro stadi della Vita, le Virtù teologali e infine i Segni zodiacali. All’interno di queste scene appaiono numerosi personaggi storici: Cesare, Carlomagno, Ettore e Goffredo di Buglione.

Da qui ci spostiamo a poca distanza verso il Palazzo Rohan risalente al all’inizio del 18° secolo e costruito inizialmente come sede dei principi vescovi della città oggi è sede di ben tre musei, quello archeologico, quello delle belle arti e quello delle arti figurative.

Si può fare un biglietto cumulativo per tutti e tre ma noi scegliamo di visitare il Palazzo e le sue stanze, giusto per una questione di gusti personali. Usciti da qui finiamo nei vicoli della Petite France dove ci fermiamo a mangiare in una deliziosa creperia con pochissimi coperti, arriviamo appena in tempo visto che in poco tempo si riempe e i proprietari sono costretti ad mandar via parecchie persone.

Lasciamo Strasburgo nel primo pomeriggio e tornando indietro verso Colmar ci fermiamo in alcune cantine che ci avevano suggerito nel vano tentativo di acquistare qualche bottiglia di pregiato vino locale. Non ci riusciamo, facciamo a tutti presente che essendo in aereo non possiamo caricarci bottiglie e che saremmo disposti a pagare per la spedizione in Italia, con grande sorpresa scopriamo che questo servizio non viene fatto da nessuno, qualche sospetto ci viene vedendo le facce sorprese alla parola Italia, o temono lo spionaggio industriale o non si capisce esattamente quale sia il problema.

Terminiamo la giornata dopo un po’ di riposo tornando a Kaisersberg dove eravamo già stati la prima sera e che risulta un po’ più tranquilla dell’affollata Colmar.

3 AGOSTO

Per l’ultimo giorno interra francese ci spostiamo a Mulhouse dove trascorreremo anche la notte prima della partenza. Mulhouse è una città industriale e come tale molto diversa da quelle visitate fino ad ora, è il più importante centro francese nella produzione delle auto e, più in generale, della tecnologia.

La città di per sé non offre a mio parere molto eccetto il Municipio che si presenta con una facciata splendidamente decorata quindi le vere attrazioni sono altre, i musei.

Visto il caldo trascorrere la giornata al coperto non ci dispiace affatto, iniziamo con il museo dedicato alla storia della ferrovia la Citè du Train. Faccio una piccola premessa personale, per lavoro faccio il pendolare e trascorro sui treni parecchio tempo con tutte le esasperazioni che questo comporta in termini di ritardi e disavventure, in pratica so quando parto ma non sono mai certo di quando arriverò e anche per questa ragione il treno non è proprio il mio mezzo preferito, o almeno lo credevo.

Vedere questo museo mi ha fatto tornare bambino quando ammiravo i treni sui giornali o dal vivo, ci sono locomotive che partono dalla fine del 19° secolo per arrivare ai nostri giorni ripercorrendo in pratica tutta la storia della ferrovia francese. La cosa particolare è intanto che le carrozze sono quasi tutte visitabili e che si sono delle interessantissime ricostruzioni di situazioni particolari che vanno dal deragliamento della locomotiva a vapore al treno bloccato nella neve al convoglio sotto attacco durante la guerra.

In pratica più che una visita ad un museo con tutte le implicazioni del caso la visita va vista come la possibilità di passare divertendosi un paio d’ore del proprio tempo.

Usciti da qui facciamo poca strada fino alla Citè de l’automobile. Credo che non serva tradurre, si tratta di un immenso museo dedicato all’automobile, io non sono un esperto in materia ma ne avevo già visto uno a Bruxelles e mi ero divertito un mondo. Il museo di Mulhouse non si discosta molto dall’altro, c’è un ‘esposizione incredibile di auto che segue un preciso percorso temporale dagli albori dell’azienda automobilistica fino al giorno d’oggi con rapide escursioni nel mondo del rally e della Formula 1.

Numericamente prevalgono le Bugatti, in realtà si possono trovare modelli di ogni marca anche quelle non più esistenti, per gli appassionati viene anche data ad orari stabiliti la possibilità di mettere le mani sulle auto cambiando una ruota o addirittura guidando qualche modello d’epoca in un piccolo circuito annesso al museo.

Come ultimo giorno in terra Alsaziana è stato particolare e divertente, abbiamo scoperto una terra di confine nella quale i tratti della cultura francese e tedesca si fondono in maniera complementare, a volte non ci si rende conto in quale di questi due paesi ci si trovi ma davanti alla meravigliosa storia e alla cultura secolare di entrambi la questione passa in secondo piano

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ALSAZIA, TERRA CON DUE ANIME E DUE CUORI

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