Langhe enogastronomiche
L’autunno è la stagione ideale per godere appieno dei colori di questi crinali dove si allineano i filari delle viti. Ai celebri vini da re, Barolo e Barbaresco, col tempo si sono affiancate le produzioni di qualità del Barbera e del Dolcetto. Ma non solo. Le Langhe sono un vero e proprio scrigno enogastronomico che oltre ai vini custodisce l’eccellenza della nocciola (è qui che nasce la Ferrero), dei formaggi (dalla toma piemontese alla robiola), delle carni bovine (tra cui la salsiccia di Bra) e, ovviamente, del tartufo di Alba.
Stabiliamo il nostro “campo-base” presso l’hotel Borgo San Martino di Bra, perfettamente equidistante dalle nostre mete. Arriviamo in serata e ceniamo all’osteria Boccondivino di Bra, che ha preceduto e patrocinato la nascita di Slow Food. La ricerca delle materie prime secondo il principio della filiera corta è il suo punto di forza. Consigliato per ambiente, cibo e prezzi.
L’indomani il tour è di tutto rispetto:
1) Grinzane Cavour, un piccolo borgo in cui Cavour, appena ventiduenne, è stato sindaco. La nostra visita si limita al castello (Euro 5,00) che rivolge attenzione agli aspetti enogastronomici della cultura locale. Al suo interno, l’enoteca regionale piemontese, il museo delle langhe con allestimenti sul tartufo, la Sala delle Maschere, la Sala degli Affreschi, i cimeli cavouriani e la caffetteria. Il panorama che si ha dal castello su tutto il territorio è incantevole.
2) La Morra, detta Balcone delle Langhe. In effetti da Piazza Castello, dove svetta la torre municipale, c’è un vero e proprio belvedere sulle colline coltivate a vite e sui castelli dei paesi limitrofi. Pranziamo a Le Vigne Bio con l’intenzione di magiare velocemente un tagliere di formaggi ma la bellezza del locale e la gentilezza del personale vengono ahimè completamente compensati dalla lentezza del servizio (con 8 euro a testa comunque abbiamo pranzato abbastanza bene). In giro per i vicoli ci fermiamo in qualche bottega di prodotti tipici dove effettuiamo i primi acquisti contagiate dal savoir faire dei negozianti. Dall’Ufficio del Turismo in Piazza Martiri partono “I sette sentieri” a raggiera attorno al paese. Purtroppo abbiamo fatto un po’ tardi e la giornata è un po’ incerta, per cui invece di passeggiare tra le vigne, facciamo qualche acquisto nelle allettanti botteghe del paese e poi raggiungiamo in auto, attraverso un sentiero sterrato e malmesso, la cappella della Madonna delle Grazie, chiesetta campestre mai consacrata dai colori vivacissimi.
3) Verduno, che offre un altro interessante punto panoramico dalla piazza-belvedere. Ormai è buio e il panorama è costituito dalle luci che fanno brillare i paesi circostanti. Entriamo a “Casa Ciabotto” per fare merenda a base di torta di nocciole e Barolo Chinato, un’accoppiata vincente.
4) Barolo, dove tutto parla di vino: ad ogni angolo campeggiano le insegne di cantine, enoteche e botteghe. Purtroppo arriviamo troppo tardi e non riusciamo a visitare né il castello, né il Museo del Vino né tantomeno il curioso Museo del Cavatappi.
La meta del giorno dopo è Alba e la sua Fiera Internazionale del Tartufo Bianco, ma lungo la strada ci fermiamo prima a visitare Roddi, il paese della poesia. Avevamo letto di un percorso poetico costituito da frasi in ferro battuto appoggiate ai muretti e tratte da poesie ma abbiamo riscontrato solo un paese semidisabitato con la rocca sotto restauro. Così, partiamo alla volta di Alba. Il cambio rispetto gli altri paesi si nota subito: Alba è una cittadina di circa 30.000 abitanti e i turisti accorsi per la fiera l’hanno resa ancora più vitale. Camminiamo tra la folla e raggiungiamo il Mercato Mondiale del Tartufo Bianco d’Alba, cuore pulsante della fiera, il luogo fisico dove si può conoscere davvero il tartufo immergendosi in un’atmosfera profumata e unica. Nel mercato del tartufo (ingresso Euro 2,00) si ha la possibilità di vedere, toccare, annusare tantissimi tartufi venduti direttamente dai ricercatori del territorio. Ci sono anche gli stand della rassegna enogastronomica di AlbaQualità e quindi la possibilità di assaggiare e acquistare vini, formaggi, paste all’uovo, salumi e dolci tipici del territorio. Dopo qualche assaggio e qualche acquisto, usciamo dalla fiera e mangiamo un boccone a La Birroteca Terzo tempo, che consiglio non fosse altro che per la cordialità del personale (un primo, bevande e caffè, 12 euro). Ma sabato è anche la giornata della Nocciola più buona del Mondo e quindi in Piazza Risorgimento ci concediamo “il dessert”: nocciole tostate e cioccolatini vari a base di nocciole deliziano il nostro palato. Il prosecco, i cori di piazza ed il clima di festa in genere contribuiscono a rendere il pomeriggio davvero piacevole.
Torniamo poi al nostro albergo e dopo una bella doccia torniamo a Bra e ceniamo all’osteria del Chiosco, un posto che dall’esterno non ci attirava granché ma dove abbiamo mangiato in maniera abbondante e piacevole grazie anche ai preziosi consigli e alle attenzioni del simpatico proprietario. Davvero una “ultima cena” degna di concludere la vacanza (circa Euro 20 a testa per un tris degustazione di carni, dolci, caffè e vino) .
La domenica mattina, prima di riprendere la strada per il Veneto (in auto ci vogliono circa 4 ore) ci fermiamo a visitare Neive, nel 2006 riconosciuto dall’ANCI come uno dei “Borghi più Belli d’Italia”. Si tratta di un bellissimo paese di origine medioevale che assume la conformazione a spirale che si addensa quindi nella parte alta. Dell’antico borgo si è mantenuta l’atmosfera grazie anche alle tortuose stradine acciottolate che si dispongono ad anelli attorno alla sommità dell’altura o che salgono verso la Torre dell’Orologio. Il cuore del paese è rappresentato da Piazza Italia dove si affacciano le sedi amministrative del paese. Il territorio circostante è un anfiteatro di vigneti curatissimi visibili dai vari punti panoramici che la cittadina offre. E così, con un aperitivo nel centro di questo signorile borgo, concludiamo la nostra vacanza slow…